Confine
Asilanti a Fornasette, il sindaco di Luino: “Vigileremo”
Redazione
14 ore fa
Enrico Bianchi ha risposto ai timori emersi in questi giorni da più parti, assicurando che non mancheranno "controlli e attività" per gli ospiti del centro. "Non sarebbe nel loro interesse valicare il confine".

Saranno gestiti da una cooperativa i richiedenti l’asilo che nel giro di qualche mese verranno ospitati all’ex caserma dei carabinieri di Luino, a poche centinaia di metri dalla dogana di Fornasette. Lo conferma a Ticinonews il sindaco Enrico Bianchi. Oltre a fare molto discutere in questi giorni, la notizia dell’arrivo dei migranti ha sollevato degli interrogativi da parte della politica, poiché la vicina frazione di Fornasette è l’unico luogo nelle vicinanze che conta attività commerciali. Tutto intorno alla struttura, invece, solo boschi e un cartello che indica quanto dista la dogana: 150 metri. Ma come si è arrivati a questa soluzione? “Tutto parte da un’ordinanza del Ministero degli interni, che ha sollecitato le diverse prefetture d’Italia a indicare dei luoghi dove potessero essere accolti i richiedenti l’asilo”, afferma Bianchi ai nostri microfoni. “Alla fine, si è arrivati a identificare la caserma in questione, di proprietà dello Stato, dismessa da tempo”.

I dubbi e le perplessità

È infatti in corso un cantiere, con il termine dei lavori fissato per il 22 marzo. I richiedenti l’asilo ospitati, che dovrebbero essere al massimo 30, “saranno seguiti da una cooperativa, che ha una struttura formata da educatori”. Fornasette, che conta all'incirca lo stesso numero di abitanti, ha scoperto dell’arrivo dei migranti proprio con l’inizio del cantiere. E la novità, come detto, ha suscitato alcune perplessità. I dubbi figurano nero su bianco in un comunicato firmato dal PLR di Tresa, a cui ne ha fatto seguito un altro del Distretto. “L’area – si legge – è priva sul lato italiano di attività commerciali”. Il timore è che, citiamo, “l’arrivo dei richiedenti asilo possa favorire attraversamenti illegali del confine”. Uno scenario per cui il gruppo UDC in Gran Consiglio ha anche chiesto lumi al Governo. “Da una parte è comprensibile che qualcuno si chieda cosa stia succedendo”, ammette Bianchi. Dall’altra “sono convinto che se il luogo è ben controllato, e se c’è anche un progetto che impegna queste persone in varie attività per la città, il risultato è una situazione tranquilla”.

"Non è nel loro interesse valicare il confine"

Bianchi invita infine a riflettere sui numeri, rimarcando che i problemi non li causa chi vive in questi centri. Oltretutto, trattandosi di richiedenti asilo, “non sarebbe nel loro interesse uscire e valicare il confine. Le preoccupazioni provengono da altre situazioni: se 20 persone mettono in crisi un territorio, molto probabilmente il problema è del territorio”, conclude il sindaco. Vedremo chi saranno i 20-30 migranti. Al momento si parla di famiglie, ma attendiamo l’ufficialità.

 

 

 

 

 

 

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