Confine
“Dobbiamo riprenderci la vita sul confine”
Redazione
4 anni fa
Il sindaco di Lavena Ponte Tresa parla delle regole che varranno a partire dal 15 maggio e sulle attese per la creazione di una zona franca per far ripartire l’economia di confine: “Ha perso l’80% della sua attrattività”

Dal 16 maggio l’Italia accoglie nuovamente i turisti e dovrebbe decadere l’obbligo di quarantena. Grazie al green pass nazionale - per il quale bisogna certificare di essere vaccinati, essere guariti dal Covid o essere risultati negativi al tampone le 48 ore precedenti - l’ingresso nel paese dovrebbe essere garantito. Un lasciapassare italiano che varrà anche per i turisti extra Ue, ha assicurato il ministro del turismo Massimo Garavaglia. Ma cosa cambierà per i residenti che vivono sulla fascia di confine? Teleticino ha interpellato il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino per avere le idee più in chiaro.

“Il premier Draghi ha promesso che dopo il 15 maggio non sarà prorogata l’attuale ordinanza del ministro Speranza, che per varcare i confini richiede una quarantena di 5 giorni, oltre che dimostrare di essere guariti, vaccinati, o essere negativi al tampone. Questo di fatto ha scoraggiato qualsiasi ingresso in Italia. Dal 16 maggio è previsto di dover certificare solo quest’ultime cose (essere vaccinati, guariti o tampone negativo). Questo vale per il turismo, ma anche per tutti gli altri spostamenti in ingresso. È sicuramente un passo in avanti, ma abbiamo chiesto molto di più”, ricorda il sindaco di Lavena Ponte Tresa. “Abbiamo chiesto che il governo abbia coraggio, che guardi con una lente di ingrandimento a questo territorio che è profondamento diverso dagli altri, e che permetta la libera circolazione nella fascia dei 20 km dal confine. Speriamo che attraverso l’azione sistematica che stiamo facendo si possa arrivare a questo obiettivo, cosa che per altro avviene già in alcuni cantoni romandi e la Francia in una fascia di 30 km”.

Lei è positivo sul fatto che Roma consideri la situazione particolare al confine? “Il Governo si è impegnato a tenerne conto, ma non ci ha dato i tempi. In risposta alla mia lettera inviata al presidente del Consiglio, il ministro degli esteri ha scritto di tenere in considerazione la situazione, ma tutto dipende dalla curva pandemica. Mi sembra che in Lombardia nelle ultime settimane stiamo facendo dei passi avanti e credo che ci siano le condizioni per mettere in campo quello che il primo ministro italiano ha definito un rischio calcolato”.

Se il sindaco attende con impazienza di poter ritornare in Ticino, anche l’assenza dei ticinesi si fa sentire: “L’economia di confine è in ginocchio, ha perso l’80% della sua potenzialità”.

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