
Non si placano le polemiche relative alla vicenda che ha visto protagonista il noto critico d’arte italiano Vittorio Sgarbi, fermato sabato pomeriggio alla dogana di Chiasso-Brogeda. Sulla questione si era espresso di recente anche il consigliere di Stato Norman Gobbi, il quale in un post su Facebook aveva scritto che “le regole sono regole, per tutti”, e “l’educazione è anche saper ammettere quando si sbaglia, senza giudicare ingiustamente un Paese, che, per fortuna, funziona”.
La replica
La risposta di Sgarbi sul post non si è fatta attendere. Il deputato italiano, sempre su Facebook, ha scritto che Gobbi “nel suo Paese è stato accusato di razzismo e di coprire le simpatie per il Nazismo di un appartenente alla Polizia cantonale”. Una persona così “con le ambiguità che lo contraddistinguono, diciamo che è l’ultima persona della Svizzera a poter fare o dare lezioni di moralità, rispetto delle regole e condotte civiche”. Sgarbi conclude affermando di “non aver mai avuto un’auto blu. Ho sempre viaggiato con auto e autisti miei, pagati da me”.