Fiscalità
"Vecchi" e "nuovi" frontalieri, l'Aiti ricorda di chiedere il permesso G prima della ratifica
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 anni fa
L'Associazione industrie ticinesi ricorda che il discrimine temporale per distinguere "vecchi" e "nuovi" frontalieri sarà la data della ratifica dell'accordo fiscale alla Camera dei deputati e non quello della sua entrata in vigore.

Il tema è fra quelli che agita gli animi, soprattutto fra i lavoratori che ogni giorno valicano il confine per venire a lavorare in Ticino. Il nuovo accordo italo-svizzero sulla fiscalità dei frontalieri determinerà un trattamento fiscale diverso fra due categorie di lavoratori, i cosiddetti frontalieri "vecchi", che continueranno a essere tassati secondo l'attuale sistema, e quelli "nuovi", che oltre all'imposizione in Svizzera saranno pure sottoposti a quella in Italia.

Attenzione alla ratifica alla Camera

L'accordo dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2024, ma non sarà questa la data che farà da discrimine per stabilire in quale delle due categorie un frontaliere rientrerà. L'Associazione industrie ticinesi (Aiti) ricorda a questo proposito ai propri associati "che per poter beneficiare del periodo transitorio riservato ai cosiddetti frontalieri attuali, i datori di lavoro e i collaboratori devono inoltrare la richiesta di permesso G prima della conclusione della procedura di ratifica che avverrà molto verosimilmente nel corso del 2023", quando il testo approderà alla Camera dei deputati. L'accordo sulla fiscalità dei frontalieri, sul lato italiano, ha visto una prima ratifica parlamentare da parte del Senato, lo scorso 1° febbraio.

"Effetti già nel 2023"

"Già la conclusione della procedura di ratifica, che avverrà con la comunicazione ufficiale da parte italiana alla Svizzera, implica degli effetti nel 2023", precisa l'Aiti. "Infatti, tutti i frontalieri che inoltreranno una richiesta di permesso in Svizzera dopo tale data saranno considerati 'nuovi frontalieri' e quindi, da gennaio 2024, saranno imposti fiscalmente secondo il nuovo sistema. In altre parole, la conclusione della procedura di ratifica nel 2023 sarà già concretamente determinante per la definizione dei 'nuovi frontalieri'". La stessa comunicazione si può leggere sul sito della Camera di commercio ticinese.

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