
ll metallo giallo luccica decisamente più del solito ultimamente. Le sue quotazioni aumentano, le banche centrali lo bramano, lo accumulano e il suo valore non smette di crescere. Una corsa impressionante, accelerata soprattutto negli ultimi mesi: dall’inizio del 2024, l’oro ha guadagnato circa il 18%, toccando per la prima volta nella storia la soglia psicologica dei 3'000 dollari a metà marzo. La domanda è una: dove si fermerà questa nuova corsa all’oro? Gli esperti sono divisi: se da un lato il contesto economico e politico sembra destinato a sostenere ulteriori rialzi, dall’altro alcuni avvertono che la crescita potrebbe rallentare dopo i livelli record raggiunti. "Si può riassumere quanto sta accadendo con una parola: incertezza", spiega a Ticinonews Fabrizio Cieslakiewicz, presidente della direzione generale di Banca Stato. "Quando c'è grande incertezza a livello macroeconomico emergono il franco svizzero, come moneta rifugio, e l'oro, come materia rifugio".
Per il futuro "tutto dipende da Trump"
La crescita del valore dell'oro sembra sia destinata a proseguire anche nei prossimi mesi, mentre per il franco il discorso potrebbe essere differente. "Tutto dipende dalle politiche di Trump: una volta annuncia i dazi, poi vengono tolti, in seguito rimessi. Ora vedremo cosa accadrà mercoledì". Una situazione che "crea panico negli investitori". Ma a influire è anche "la pace in Ucraina, che sembra molto più complicata".
La ricetta assoluta esiste?
La ricetta assoluta "non c'è, anche perché i tassi di risparmio si sono abbassati parecchio con l'ultimo intervento della Banca nazionale svizzera e quindi il piccolo risparmiatore non sa dove investire. L'incertezza dei mercati pone una certa fase di panico, ma forse con l'abbassamento dei tassi di interesse qualcosa cambierà, magari anche a livello immobiliare. Bisogna però fare attenzione, perché il Ticino è un Cantone che non ha una crescita demografica importante, quindi non c'è una forte richiesta di alloggi". Insomma, "alla base c'è l'incertezza".
Il franco forte e le sue conseguenze
"Quando il franco svizzero cresce, per noi è un male, perché frena la microeconomia e gli scambi. È vero che una situazione simile permette di aumentare le importazioni, ma non è sano avere un franco forte. Chi era scettico riguardo un futuro abbassamento del tasso guida della Banca nazionale svizzera, ora vede una risposta, perché se il trend è questo arriverà un ulteriore taglio e ci avvicineremo ai tassi negativi".