UBS
Ermotti Ceo, le reazioni del mondo bancario
Fotopedrazzini.ch
Fotopedrazzini.ch
Redazione
2 anni fa
La nomina di Sergio Ermotti come nuovo CEO di UBS vuole mandare un chiaro segnale. Alfonso Tuor: "Significa mostrare attenzione e sensibilità nei confronti della Svizzera".

La nomina di questa mattina di Sergio Ermotti quale nuovo CEO di UBS ha trovato soddisfazione tra le fila dei partiti borghesi e dell’economia. Una nomina, questa, con cui UBS intende lanciare un chiaro segnale. Ticinonews ha raccolto le impressioni in proposito dei protagonisti del mondo bancario e di alcuni giornalisti economici.

Un messaggio chiaro

Per il giornalista Alfonso Tuor il ritorno di Ermotti presso UBS rappresenta un chiaro messaggio: "mostrare l'attenzione e la sensibilità della banca nei confronti della Svizzera, visto che prima a capo dell'istituto c'erano un CEO olandese e un presidente del CdA irlandese. Con la nomina del ticinese si ha un’importante componente svizzera nella direzione del nuovo mega-gruppo”. Con molta probabilità, il ritorno di Ermotti ai vertici di UBS è importante anche dall’ottica di Credit Suisse, “perché la sensibilità mostrata oggi potrebbe anche estendersi: alcune forze politiche a livello nazionale rimarcano l’importanza di mantenere il marchio Credit Suisse, così come la sua presenza in Svizzera, specialmente per le attività destinate a piccoli consumatori, per il private banking e per tutta l’attività commerciale”, spiega Tuor, sottolineando che l’ipotesi che inizialmente sembrava impossibile “potrebbe magari, grazie alla presenza di Ermotti, prendere forma”.

Petruzzella: “I problemi di Credit Suisse risiedevano nell’investment banking”

Anche per Alberto Petruzzella, presidente dell’Associazione bancaria ticinese, la nomina di Ermotti è una notizia positiva. “Ha una grandissima esperienza”, afferma Petruzzella. La decisione presa “è certamente coraggiosa: il vecchio Ceo ha chiuso lo scorso anno con 7 miliardi di utile, non sarà stato facile andare a spiegargli che si voleva cambiare”. Ma a cambiare è stata l’intera situazione. L’impresa che UBS è chiamata a fare “è importante e tutti pensano che Ermotti sia la persona giusta”. I grandi problemi di Credit Suisse riguardavano l’investment banking e ora UBS ha un Ceo e un presidente che provengono da quel mondo e sono in grado di tenerlo sotto controllo”. In definitiva, mettere assieme due banche di queste dimensioni è un’impresa titanica, “ma se c’è uno che può farcela è Ermotti. Ci vorrà però un equilibrio: fare le cose bene ma anche con una velocità sufficiente”.

Ferrara: "Ermotti è l'uomo giusto, ma non bisogna lasciare indietro il personale"

“La nostra rivendicazione è chiara: non ci devono essere licenziamenti fino alla fine dell’anno, ovvero finché non sarà chiaro che tipo di integrazione ci dovrà essere tra i due istituti”. È un messaggio chiaro quello lanciato in difesa dei dipendenti dei due istituti da Natalia Ferrara, co-direttrice dell’Associazione impiegati di banca, secondo cui evitare adesso dei tagli “permetterebbe anche alle banche di fare un’analisi delle competenze, delle qualità. Sarebbe ingiusto e improvvido licenziare subito e in breve tempo dei collaboratori che possono essere fondamentali in questo processo di integrazione”. Dal punto di vista dell’associazione, sarà un successo se le due banche avranno trovato un modo per far funzionare un meccanismo complesso, “e avranno collaboratori che partecipano a questo processo, perché per ora le informazioni arrivano sempre dopo e frammentate. Ci vuole chiarezza, capire in che direzione si va”, conclude Ferrara.

Terlizzi: “Ermotti ha una conoscenza ampia del tessuto economico-politico e sociale svizzero”

La nomina di Ermotti è vista favorevolmente anche dal giornalista Lino Terlizzi. “Obbiettivamente ha dimostrato nei fatti, con una lunga carriera, di saper unire tanti aspetti tra di loro”, commenta Terlizzi. “Cito in particolare quelli che secondo me sono i principali: da un lato una conoscenza ampia del tessuto economico-politico e sociale svizzero, dall'altra una conoscenza altrettanto ampia degli equilibri internazionali dal punto di vista soprattutto finanziario ed economico”. Secondo Terlizzi, inoltre, Ermotti “è in grado di interloquire con la politica e sappiamo che in questa unione di ampia taglia un’interlocuzione anche con la politica e le istituzioni elvetiche è importante”. E in merito a un possibile scenario che preveda uno scorporamento di Credit Suisse “non lo si può escludere in questo momento. Siamo solo agli inizi di una vasta operazione di grande taglia. Vediamo cosa verrà tenuto del Credito Svizzero e cosa no. Secondo me, in ogni caso, l'importante è ritrovare la centralità della gestione di patrimonio e del private banking e dei patrimoni istituzionali, ovvero quelle che sono le attività centrali per le banche svizzere”, termina Terlizzi.

 

 

 

 

I tag di questo articolo