
Da una settimana le borse stanno viaggiando sulle montagne russe. La causa scatenante, è noto, sono le decisioni prese dal presidente statunitense Donald Trump. “Credo che Trump abbia una sua linea, ma ho l’impressione che non conosca esattamente le conseguenze delle sue mosse”, analizza a Ticinonews il giornalista esperto di economia e finanza Lino Terlizzi. “Il tycoon cambia infatti le sue posizioni con una velocità impressionante e talvolta eccessiva, perché ci sono annunci, come i dazi, che si susseguono a un ritmo quasi quotidiano, con cambiamenti continui”. Adesso “è prevista questa tregua di 90 giorni, ma non per tutti: nei confronti della Cina lo scontro si è fatto ancora più aspro". La questione “non è risolta. Si può tirare un sospiro di sollievo su certi aspetti, ma non bisogna illudersi: la partita non è chiusa, l’instabilità rimane”.
Trump ha fatto "insider trading"?
Negli scorsi giorni il tycoon ha pubblicato sui social la frase “questo è un ottimo momento per comprare”. Tale affermazione ha alimentato i sospetti che lo stesso presidente americano abbia fatto “insider trading”. Ma di cosa si tratta esattamente? “L’insider trading si verifica quando ci sono persone che per loro condizione possono determinare, con le loro decisioni, un andamento in un senso o nell’altro di titoli azionari o obbligazionari sui mercati finanziari”. Se queste persone utilizzano il loro potere per fare affari senza che altri possano saperlo, “avviene ‘l’insider trading’, ovvero un utilizzo illecito di informazioni riservate. La richiesta di un’inchiesta da questo punto di vista è legittima, perché ci sono dei possibili conflitti di interesse molto forti”.
Il rischio di un effetto boomerang
In molti si stanno chiedendo anche se i dazi non rischino di diventare un boomerang per Washington... “Siamo solo all’inizio, ma stiamo già assistendo a movimenti sui mercati finanziari, ad agitazioni e tensioni per il mercato obbligazionario, e al timore di recessione e di una maggiore inflazione". In tutto ciò, "gli Usa non sono un’isola. Se le tensioni non diminuiranno in un tempo ragionevole, anche gli Stati Uniti soffriranno di questa situazione”, conclude Terlizzi.