Nel 2022 il colosso svedese dell’arredamento Ikea sarà costretto ad aumentare i prezzi in media del 9% a fronte delle carenze persistenti e dei costosi problemi di trasporto che si registrano nell’economia globale. “Purtroppo, per la prima volta da quando l’aumento dei costi ha iniziato a influenzare l’economia globale, dovremo trasferire alcuni aumenti sui costi ai nostri clienti”, ha affermato Ingka Group, la holding che controlla 367 negozi dei 422 di IKEA, ossia oltre il 90% dei suoi negozi. Secondo Ingka, i principali aumenti dei costi legati ai trasporti e ai prezzi di fornitura “si fanno sentire principalmente nel Nord America ed Europa”. “L’aumento medio di Ingka Group sarà del 9% a livello mondiale, con variazioni a seconda dei paesi del gruppo e del range, che riflettono le pressioni inflazionistiche locali”, ha indicato il gruppo.
L’annuncio di Ikea arriva in un contesto di forte accelerazione dell’inflazione in tutto il mondo, guidata dalla profonda interruzione delle catene di distribuzione e dalla carenza di prodotti essenziali per il commercio internazionale. Il fenomeno è stato accompagnato da un’impennata dei prezzi delle materie prime (legno, rame, acciaio) e dell’energia (benzina, gas, elettricità). Nella zona euro l’inflazione ha raggiunto a novembre il 4,9% su un anno, record dall’introduzione della moneta unica nel 1999. Negli Stati Uniti l’aumento dei prezzi è stato del 6,8% il mese scorso rispetto a novembre 2020, la sua livello più alto in 39 anni.
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