
Il crollo del bitcoin appare un trend inarrestabile. Le cifre, calcolate sull’arco di un anno, sono impressionanti. Se il 17 dicembre scorso per comprare un solo bitcoin servivano ben 19'209 franchi, 12 mesi più tardi il suo valore è crollato a meno di 4'000 franchi. Parliamo di circa un -80%. Tempi duri insomma per chi, con questa valuta, in qualche modo ci lavora. Come ad esempio Stefan Christiani che un anno fa ha messo in vendita la sua villa di Ascona. Costo 829 bitcoin: oltre 15 milioni di franchi un anno fa, crollati a poco più di 3 milioni al cambio corrente.
"Credo sia finita la speranza che ha fatto salire il bitcoin, e che era quella di arricchirsi facilmente. Il bitcoin è una speculazione, e che probabilmente non potrà reggersi a lungo ancora perché costa molto. Una cosa di cui non si parla ma che il bitcoin comporta è un grande uso di elettricità, un grande uso di forza lavoro per farlo funzionare. Io credo che o c'è un salto di tecnologia oppure non il bitcoin ma la stessa Blockchain avrà difficoltà a sopravvivere", spiega ai microfoni di TeleTicino l'economista Alfonso Tuor.
Ma a cavalcare l’incerta onda della criptovaluta ci aveva provato anche il Comune di Chiasso, dove da febbraio è possibile pagare le imposte in bitcoin. Un’iniziativa che aveva fatto discutere finita però in una sorta di flop.
"Solo un cittadino ha usufruito di questa possibilità, ha pagato una rata d'imposte per un controvalore di 250 franchi in bitcoin; noi li abbiamo subito cambiati in franchi e quindi non c'è stata speculazione o rischio per il comune. Questa era solo una conseguenza, per noi era importante far sapere che a Chiasso c'è la possibilità di attirare, o sono attive società in questo settore, e nel fintech più in generale", precisa il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni, il quale assicura di non essere preoccupato dalla volatilità della criptovaluta "perché non abbiamo nessun rischio".
Insomma, dopo la febbre speculativa del 2017, la bolla bitcoin pare definitivamente essere scoppiata. Eppure c’è chi non si arrende e avverte: "per intonare il requiem è presto".
"Il trend in questi 10 anni, malgrado questi salti e crolli, è sempre stato al rialzo. È presto per dire fine. Oggi gran parte dei soldi di banche d'investimento si stanno già muovendo sul mercato bitcoin, non lo si vede ancora in un aumento dei prezzi ma dati alla mano questi trend ci sono e se questi investitori si muovono significa che dietro c'è qualcosa di grosso", spiega l'economista Paolo Pamini.
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