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I cinque consiglieri di Stato in studio: reazioni e commenti
Immagine Ticinonews
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Redazione
2 anni fa
Ad aprire le danze è la neoeletta Marina Carobbio: "Il risultato non era scontato, ora una donna rientra in Governo". Claudio Zali: "Nel mio risultato vedo un segno di apprezzamento per il lavoro svolto".

Marina Carobbio lascia Berna per Bellinzona. Oggi i ticinesi l'hanno eletta come nuova consigliera di Stato e prenderà il posto dell'uscente Manuele Bertoli. Il Cantone avrà così nuovamente una donna rappresentata nell'esecutivo cantonale. "Ora c'è la conferma delle urne e voglio ringraziare chi mi ha votato", ha detto la neoeletta a Matrioska. "Il risultato non era scontato. Una donna rientra in Governo, ma non solo perché ora nell'esecutivo c'è una rappresentante dell'area rossoverde, perché PS e Verdi avevano una lista unitaria".

Il Ticino e la "mentalità federale"

Il nostro cantone dovrebbe avere una mentalità orientata verso Berna? "Le leggi federali dettano delle regole da seguire anche a livello cantonale", ha risposto Carobbio. "Secondo me è importante avere dei rapporti intensi con Berna e avendo lavorato 16 anni nel parlamento federale ho dei rapporti molto stretti, anche quando bisogna prendere delle decisioni che toccano direttamente i Cantoni. Spero di poter portare questa mia esperienza a Bellinzona per trovare delle soluzioni nell'interesse del Ticino", ha aggiunto.

Il "metodo Carobbio"

"Entro in questo Governo con lo spirito di lavorare nell'interesse del Ticino e della sua popolazione. Il nostro è un Consiglio di Stato collegiale, lo sappiamo, ma cercherò di portare avanti le mie posizioni di trovare delle soluzioni con i colleghi", ha aggiunto la neoeletta.

Claudio Zali: "Questa fiducia non era scontata"

"Ringrazio di cuore le cittadine e i cittadini che mi hanno dato fiducia. Questo non era scontato. Ci vedo un segno di apprezzamento nei confronti del lavoro che ho fatto e che continuerò a fare". Poco dopo l'arrivo del risultato finale, nello studio di Matrioska Claudio Zali tira un sospiro di sollievo. Fra gli uscenti che sollecitavano un nuovo mandato, il suo era il seggio maggiormente insidiato. Come noto, ambiva al suo posto il presidente dell'Udc ticinese Piero Marchesi, le cui ambizioni sono però state ridimensionate dall'elettorato ticinese, che ha sancito un distacco fra lui e Zali di quasi 8'000 voti. Al rieletto "ministro" leghista viene chiesto se avesse mai realmente temuto per la sua rielezione. "Diciamo che il Ticino è una realtà sfaccettata", risponde Claudio Zali. "L'operato del mio Dipartimento non ha fatto l'unanimità e per un certo periodo l'esito che si profilava era in bilico. Il risultato finale è però abbastanza chiaro. Piero Marchesi ha comunque fatto un'ottima votazione e gli faccio le mie congratulazioni".

Pace fatta?

Zali rivela di essersi sentito telefonicamente con l'avversario nel pomeriggio. Le frizioni sono quindi state accantonate? "Adesso bisogna guardare avanti. Le frizioni sono arrivate in una campagna che ha probabilmente dato luogo a qualche fraintendimento, con l'uso di certe parole. Le pistolettate ci sono state, ma se dall'altra parte non si litiga e va così...", commenta Zali, facendo riferimento all'importante calo dell'area rosso-verde.

Vitta il più votato. Gobbi: "L'avevo detto"

Il candidato più votato è stato il liberale-radicale Christian Vitta. "Un anno fa in Governo Norman Gobbi aveva detto che avrebbe vinto Christian", rivela Claudio Zali quando il consigliere di Stato Plr entra in studio. "È vero", conferma Gobbi, che aggiunge: "Conosco profondamente questo cantone". Il consigliere liberale radicale ritiene che parte del merito per la sua rielezione sia da ricondurre al fatto di avere avuto la presidenza del Consiglio di Stato nella prima fase pandemica. "Per tutto il Governo è però una soddisfazione vedersi riconfermato nella sua interezza. Girando per il cantone in questa campagna, gli apprezzamenti per come è stata gestita la crisi pandemica, ma non solo, non sono mancati. La coesione nei momenti difficili ha pagato: lo si vede anche nei risultati personali, che per tutti e quattro gli uscenti sono stati buoni".

De Rosa al Decs? "Ogni Dipartimento è gratificante"

Sulla stessa lunghezza d'onda Raffaele De Rosa (Centro): "Penso sia stato premiato un lavoro di squadra e un impegno quotidiano al servizio del cittadino". Durante la campagna si era vociferato di un possibile interesse di De Rosa per un cambio di Dipartimento, in particolare verso il Decs. De Rosa non esclude esplicitamente questa possibilità, ma rinvia la questione alla prima seduta di Governo della nuova legislatura, ricordando come su questo tema ci sia "un ordine di discussione in Consiglio di Stato dato dall'anzianità di servizio e da altri fattori. Ho sempre detto e ribadisco di essere onorato di avere finora diretto il Dss. Ogni Dipartimento è importante e gratificante".

Gobbi: "Riaffermare l'unità nel lavoro fra Lega e Udc"

Adesso si attende lo scrutinio delle schede per il Gran Consiglio. Il Parlamento della prossima legislatura potrebbe avere meno deputati leghisti. "Dipende", commenta Norman Gobbi, il più votato fra i ministri leghisti. "Se Claudio e io ci siamo mossi per una nostra rielezione, la squadra per il Gran Consiglio ha saputo muoversi molto più che quattro anni fa". E se un eventuale travaso di seggi leghisti andasse a favore dell'Udc? "I rapporti di forza rimarrebbero comunque di 2 a 1 fra Lega e Udc", risponde Gobbi. "Sul piano strategico e politico, l'importante sarà riaffermare che quest'area politica sta lavorando assieme, benché ogni tanto ci sia qualche differenza di posizione, che però fa bene a un confronto che diventa infine un arricchimento".

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