
"Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa. Assumo gli stessi doveri nei confronti del Collegio Cardinalizio durante la vacanza della Sede Apostolica. Prometto anche al Comandante e agli altri Superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Così giuro, che Dio e nostri Santi Patroni mi assistano". La solenne formula, letta dal cappellano del Corpo, padre Kolumban Reichlin, ha sancito oggi in Vaticano il giuramento di 34 nuovi alabardieri della Guardia Svizzera Pontificia, ognuno dei quali, una mano sulla bandiera e l'altra a indicare la Santissima Trinità, ha risposto, nella propria lingua. "Io, Alabardiere..., giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano!", hanno scandito le 34 reclute che oggi sono entrate formalmente nell'esercito più piccolo e più antico del mondo. Delle nuove leve solo due sono di lingua italiana, 16 tedesca, 16 francese e nessun romancio.
Il giuramento
Ogni anno, le nuove guardie prestano giuramento in occasione dell'anniversario del sacco di Roma, 6 maggio 1527, quando 189 Guardie svizzere, di cui 147 restarono uccise, difesero papa Clemente VII contro i lanzichenecchi arruolati nell'esercito di Carlo V. Il giuramento avviene sulla bandiera del Corpo e alla presenza del rappresentante del Papa, mons. Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Le guardie giurano così di proteggere e difendere il Papa in carica e tutti i suoi legittimi successori, anche a rischio della propria vita, come hanno fatto in passato i loro valorosi e fedeli antenati.
La giornata
L'evento si è svolto nel Cortile di San Damaso in un clima austero e nel contempo di festa, presenti le famiglie giunte dalla Svizzera. Le guardie indossavano la "Gran Gala", l'uniforme comprensiva di armatura, che viene indossata per la benedizione papale "Urbi et Orbi", a Natale e Pasqua. Era presente una delegazione elvetica, guidata dalla presidente della Confederazione Viola Amherd con il presidente del Consiglio nazionale Eric Nussbaumer e la presidente del Consiglio degli Stati Eva Herzog. Presenti anche il vice capo di Stato Maggiore dell'Esercito svizzero, brigadiere Jacques Frédéric Rüdin, e il presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri, mons. Felix Gmùr, vescovo di Basilea. La delegazione del cantone ospitante di quest'anno, Basilea Campagna, era guidata dal governo cantonale e capeggiata dalla presidente Monica Gschwind.
I compiti del Corpo
Il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, fondato da papa Giulio II il 22 gennaio 1506, è responsabile della protezione del Papa e della sua residenza. E' guidato dal 2015 dal colonnello Christoph Graf, che nel suo discorso oggi ha posto l'accento sulla "vocazione del servizio", citando anche un biglietto che anni fa gli consegnò Madre Teresa di Calcutta: "il frutto del silenzio è la preghiera, il frutto della preghiera è la fede, il frutto della fede è l'amore, il frutto dell'amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace". Il corpo ha il compito di controllare gli accessi al Vaticano e al Palazzo Apostolico, di garantire l'ordine e la rappresentanza durante le cerimonie papali e i ricevimenti di Stato e di proteggere il Collegio cardinalizio durante la sede vacante. Il Corpo comprende guardie provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. La maggior parte dei membri proviene dal Cantone di Friburgo (17), seguito dai Cantoni di Vallese (16) e San Gallo (13).