
Un dipendente di BSI Italia è stato arrestato ieri a Milano, dopo che all'inizio di febbraio a Lugano erano finiti in manette tre suoi presunti complici. I quattro sono sospettati di aver sottratto oltre 23 milioni di euro (34 milioni di franchi) alla gestione patrimoniale della banca. L'istituto si era accorto dei presunti illeciti durante i controlli interni e aveva sporto denuncia. "La Banca della Svizzera italiana di Lugano non è coinvolta", ha dichiarato oggi all'ATS un portavoce: "i soldi sono stati sottratti a BSI Italia, un istituto a sé stante che appartiene al gruppo Generali", ha precisato. Il banchiere arrestato, che si occupava della gestione dei grandi patrimoni, avrebbe simulato di aver ricevuto da un cliente disposizioni di autorizzazione per bonifici o prelievi in contanti. Due complici italiani, residenti a Lugano e titolari di una società con sede presso una fiduciaria cittadina, avrebbero ricevuto ingenti accrediti bancari e si sarebbero occupati dell'organizzazione delle strutture societarie per "reinvestire" il denaro rubato. La quarta persona arrestata sarebbe pure implicata nella vicenda, ma la sua partecipazione deve ancora essere chiarita, ha indicato oggi il Ministero pubblico ticinese. I soldi, secondo gli investigatori italiani, sarebbero stati versati in conti di altre persone e società in Italia e all'estero, attraverso transazioni immobiliari per giustificare i passaggi di denaro. Con la collaborazione delle autorità elvetiche, sono stati ricostruiti i principali flussi finanziari dei fondi sottratti: 19 milioni di euro sono stati depositati su conti svizzeri e hanno potuto in gran parte essere posti sotto sequestro, ha comunicato il Ministero pubblico ticinese. Esso indica inoltre che le indagini sono tuttora in corso per determinare le singole responsabilità delle persone arrestate, per identificare eventuali ulteriori complici e per rintracciare gli importi sfuggiti ai sequestri prima dell'apertura dell'inchiesta. ATS
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