Operazione della Polizia di Stato su tutto il territorio italiano nei confronti di un gruppo suprematista e neonazista ribattezzato "Werwolf Division". Gli agenti hanno eseguito 12 misure cautelari in carcere, emesse dal giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Bologna, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Le accuse rivolte ai membri del gruppo sono associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco.
Le città toccate
Custodie cautelari e perquisizioni sono state eseguite a Bologna, Bari, Brindisi, Lecco, Milano, Monza Brianza, Modena, Palermo, Pesaro Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza, nei confronti di appartenenti all'associazione "suprematista e accelerazionista", attiva anche in rete sulla piattaforma Telegram. I membri sono accusati di aver a vario titolo promosso, organizzato e preso parte all'associazione 'Werwolf Division', successivamente rinominata "Divisione Nuova Alba", la quale, viene evidenziato dagli inquirenti in una nota, "seguendo ideali suprematisti e neonazisti, nella loro espressione più estrema dell'accelerazionismo e basandosi altresì sulla negazione e sull'apologia della Shoah, mirava al sovvertimento dell'attuale ordinamento per l'istaurazione di uno Stato etico ed autoritario incentrato sulla 'razza ariana', anche con il progetto di azioni violente nei confronti di alte cariche delle Istituzioni".
Attentato alla premier
Gli arresti sono legati a quella che viene definita dagli inquirenti una "vera e propria 'cellula organizzata', già in fase operativa e in grado di realizzare attentati anche con le tecniche usate dai cosiddetti 'lone wolves' (lupi solitari, ndr) sia suprematisti che jihadisti". Tra le contestazioni alla cellula neonazista sgominata c'è anche la "preparazione di gravi attentati", anche nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di un economista del World Economic Forum. Da quanto si apprende, gli indagati ne avrebbero parlato in alcune conversazioni agli atti. Sono inoltre accusati di attività di propaganda, proselitismo e predisposizione di azioni violente, come l'epurazione dei traditori del movimento.