Il generale Manuel Contreras, ex responsabile della Direzione Nazionale di Intelligence (Dina) cilena, è stato condannato oggi all'ergastolo per l'omicidio di Carlos Prats, ex ministro di Salvador Allende, ucciso a Buenos Aires nel 1974. Comandante in capo dell'esercito cileno e successivamente ministro della Difesa del governo del socialista Allende, Prats si dimise dai due incarichi nell'agosto del '73, meno di un mese prima del golpe di Pinochet, a causa dell'isolamento nel quale era stato lasciato all'interno delle Forze Armate. Quattro giorni dopo il colpo di Stato, e la morte di Allende, Prats partì per Buenos Aires, invitato dall'esercito locale. Ed è nella capitale argentina, quando si accingeva a partire nuovamente, ma per la Spagna, che fu ucciso insieme alla moglie, Sofía Cuthbert, nel settembre del 1974, da una bomba di forte potenza lasciata sotto la sua macchina. Oltre a Contreras, mandante del delitto, per la morte di Prats sono stati condannati l'ex numero due della Dina, Pedro Espinoza (20 anni), il responsabile del settore esterno dell'organismo Raul Iturriaga (15 anni), e gli agenti José Zara, Juan Morales e Christophe Willeke (10 anni ognuno). L'autore materiale dell'omicidio, per sua ammissione, è stato Michael Townley (americano agente della Dina e della Cia), attualmente sotto copertura del programma federale Usa di protezione dei testimoni, dopo essere stato condannato per l'assassinio del diplomatico Orlando Letelier nel 1976. ATS
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