Presidenziali Usa
"Con Harris la partita è riaperta, ma per i democratici la strada resta in salita"
Redazione
3 mesi fa
Con la rinuncia di Biden il testimone democratico in vista delle presidenziali di novembre è passato nelle mani di Kamala Harris, che ora dovrà sfidare Donald Trump. Cosa cambia? E come leggere il passo indietro fatto da Biden? Ne abbiamo parlato con Mario del Pero, professore di storia degli Stati Uniti d'America all'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).

Joe Biden ha deciso di fare un passo indietro, lo ha fatto domenica quando in una lunga lettera postata su X ha annunciato la propria decisione di ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca. Quattro giorni dopo - ieri - dallo studio ovale ha motivato la sua scelta. "Mi ritiro per difendere la democrazia. Questo è il tempo e il luogo per voci più giovani", ha affermato il presidente degli Stati Uniti. Il riferimento è a Kamala Harris, attuale vicepresidente e candidata democratica alle presidenziali di novembre. Come leggere la decisione di Biden? Ne abbiamo parlato con Mario del Pero, professore di storia degli Stati Uniti d'America all'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).

Un discorso diviso in due parti

"Il discorso di Biden si divide in due parti: la prima, in cui rivendica i risultati ottenuti, inizia a cercare di costruire il proprio lasciato e afferma chiaramente che avrebbe meritato un secondo mandato; la seconda in cui mostra il proprio sostegno a Kamala Harris e commenta il fatto che Trump rappresenterebbe una minaccia per la democrazia a stelle e strisce".

L'entrata in scena di Harris 

Alcuni dei sondaggi pubblicati negli ultimi giorni mostrano la candidata democratica in vantaggio su Trump, ma questi dati "vanno presi con mille cautele sia per le oscillazioni fisiologiche di questo periodo, sia per il fatto che le presidenziali statunitense si giocheranno in sette stati, otto al massimo, quelli che possono andare da una parte all'altra. Per questo vengono anche chiamati 'Stati pendolo'. Inoltre Kamala Harris ha riacceso un certo entusiasmo, se i democratici si fossero presentati alle elezioni con Biden sarebbe stato molto difficile vincere, invece la partita è stata riaperta". In ogni caso, per l'esperto, "la strada per la riconferma di una presidenza democratica è più impervia di quanto non lo fosse quattro anni fa".

"I repubblicani devono ripensare alla campagna elettorale"

Donald Trump, candidato repubblicano, ha già iniziato ad attaccare Kamala Harris, definendola "una pazza della sinistra radicale". Affermazioni che sono sinonimo di un certo timore del tycoon nei confronti della vicepresidente? "Credo di sì, i repubblicani devono ripensare alla loro campagna elettorale che era basata sull'età e sulla poca lucidità di Biden. Molti elettori, anche democratici, ritenevano che l'attuale presidente non fosse in grado di fare un secondo mandato. Ora però sono costretti a cambiare bersaglio e non è facile perché da un lato c'è Trump che non controlla le sue intemperanze e alimenta una certa paura che potrebbe portare l'elettorato democratico a votare. Non solo, perché il comportamento del Tycoon potrebbe anche allontanare alcuni elettori repubblicani. Infine c'è l'impatto che alcuni scivoloni sessisti o misogini potrebbero avere sulle donne, non necessariamente di sinistra, che potrebbero reagire male a questo tipo di affermazioni. Ricordiamo che l'elettorato femminile è superiore a quello maschile e fu decisivo nel 2020".