
Avete presente il procuratore che aveva definito Joe Biden "un anziano con buone intenzioni e scarsa memoria" e che nemmeno ricorda quando sia morto il figlio Beau? Ecco, lui, sostenitore di Donald Trump, ora difende il prestigioso ateneo di Harvard nella battaglia legale contro la Casa Bianca. Durante il suo primo mandato, il tycoon aveva nominato Robert Hur procuratore distrettuale del Maryland. Hur venne poi scelto come procuratore speciale chiamato a indagare sul caso dei documenti classificati mai riconsegnati agli Archivi nazionali dall'ex vicepresidente Biden. In piena campagna per le presidenziali, Hur aveva scagionato l'anziano politico democratico, sollevando però dubbi sulle sue capacità di memoria. Oltre a suscitare l'ira di Biden, le dichiarazioni di Hur infersero un duro colpo alla credibilità della sua ricandidatura.
L'avvocato di Musk e Bannon
Assieme a Hur, l'università con sede nel Massachusetts è difesa da un altro avvocato... trumpiano. Si tratta di William Burck, già consigliere dell'amministrazione Bush e persino recente collaboratore della Trump Organization. Tra i clienti più noti di Burck si contano Elon Musk e Steve Bannon, figura ideologica di spicco, soprattutto durante il primo mandato di Trump.
Trump contro le università
Robert Hur e William Burck rappresenteranno l'università di Harvard, tra le più prestigiose al mondo, nell'opposizione legale alle direttive della Casa Bianca. Harvard ha fatto sapere di non volere accettare le condizioni imposte da Washington per il mantenimento di fondi e contratti federali. Come noto, Donald Trump pretende la limitazione delle politiche universitarie di inclusione, il divieto di indossare la mascherina durante le proteste nei campus, riforme delle assunzioni e delle ammissioni basate sul merito e la riduzione del potere detenuto da docenti e amministratori "più impegnati nell'attivismo che nella ricerca accademica". Queste decisioni si inseriscono in una lotta più ampia all'ideologia woke, che secondo Trump permeerebbe le università statunitensi. "Né Harvard né alcuna altra università privata possono permettersi di essere occupate dal governo", hanno scritto Burck e Hur.

Le parole di Obama
Il rifiuto di Harvard di sottomettersi a queste condizioni si è tradotto nel congelamento federale di 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni pluriennali all'università e 60 milioni di dollari in contratti pluriennali. Tra le personalità che hanno applaudito all'opposizione dell'ateneo alla periferia di Boston c'è anche Barack Obama, già studente dell'università. L'ex presidente Usa ha indicato Harvard quale esempio ad altri atenei per aver respinto "un tentativo illegittimo e maldestro di soffocare la libertà accademica".