Clima
Cop 29, per la delegazione svizzera è "un successo" ma per altri i risultati sono insufficienti
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Keystone-ats
16 ore fa
L'accordo trovato a Baku sull'aumento degli aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo, prevede che dai 100 miliardi di dollari all'anno di adesso, previsti dall'Accordo di Parigi, si arriverà gradualmente a 300 miliardi all'anno nel 2035.

La delegazione svizzera è soddisfatta dell'accordo alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Baku, in Azerbaigian (Cop29). Accordo che, ricordiamo, prevede che dai 100 miliardi di dollari (89 miliardi di franchi al cambio attuale) all'anno di adesso, previsti dall'Accordo di Parigi, si arriverà gradualmente a 300 miliardi all'anno nel 2035. Per Felix Wertli, capo della delegazione, è stato un "successo", ha riferito telefonicamente a Keystone-ATS. Come tutti gli altri paesi, la Svizzera non è tenuta dalla decisione a contribuire con un importo specifico. Il Consiglio federale adotterà un rapporto nella prima metà del 2025, in cui verrà definito un contributo svizzero "equo", ha indicato Wertli, sottolineando che non si tratta solo di versare direttamente più denaro, ma anche di trovare investitori.

Rösti: "Aspettative eccessive"

In un'intervista rilasciata alla radiotelevisione pubblica svizzero tedesca SRF prima dell'accordo, il "ministro" dell'ambiente e dell'energia Albert Rösti ha definito eccessive le aspettative dei paesi in via di sviluppo. E l'altro ieri è stato più esplicito sui contributi elvetici con il quotidiano rimando Le Temps: "La Svizzera sta già adempiendo ai suoi obblighi pagando 700 milioni di franchi all'anno. Siamo quindi ben al di sopra dell'attuale base equa, che per il nostro paese corrisponderebbe a circa 450 milioni di franchi". Uno degli obiettivi della Svizzera alla Cop29 era di aumentare il numero di paesi donatori. Questo obiettivo è stato raggiunto, ha dichiarato Wertli. L'accordo prevede di estendere le esigenze ai paesi emergenti ricchi.

Delusione sulle emissioni di gas serra

Wertli è invece deluso dai risultati relativi alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. La delegazione svizzera avrebbe voluto che la conferenza trasmettesse un messaggio più forte sull'impegno per l'obiettivo climatico di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, ha spiegato l'ambasciatore. Durante la Cop29, Rösti ha ribadito questo obiettivo climatico dell'Accordo di Parigi.

"Risultati insufficienti"

Per il Sud Globale i risultati sono assolutamente insufficienti, per il presidente uscente degli Usa Joe Biden si tratta invece di un passo significativo e irrevocabile. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha esortato le nazioni a considerarlo come una "fondamenta" su cui costruire. Il gruppo africano dei negoziatori alla Cop29 ha affermato che l'accordo sui finanziamenti per il clima da 300 miliardi di dollari (267 miliardi di franchi al cambio attuale) concordato è "troppo poco e troppo tardivo" per il continente. "Siamo estremamente delusi dalla mancanza di progressi sulle questioni critiche per l'Africa", ha detto Ali Mohamed, presidente keniano del gruppo, alla Cop29. "L'Africa ha lanciato e continuerà a lanciare l'allarme sull'inadeguatezza dei finanziamenti per il clima".

Guterres: "Consideratele le fondamenta su cui costruire"

L'India ha criticato l'accordo affermando che l'Azerbaijan, paese ospitante, ha ignorato le sue preoccupazioni. "L'importo che si propone di mobilitare è abissalmente misero. È una somma irrisoria", ha detto la funzionaria indiana Leela Nandan. "L'India si oppone all'adozione di questo documento". Guterres ha espresso preoccupazione per il fatto che l'accordo finanziario sul clima non sia andato abbastanza lontano. Ha esortato le nazioni a considerarlo come una "fondamenta" su cui costruire. "Avevo sperato in un risultato più ambizioso, sia in termini di finanza che di mitigazione, per affrontare la grande sfida che ci troviamo ad affrontare", ha indicato Guterres in una dichiarazione, aggiungendo che sta facendo appello "ai governi affinché considerino questo accordo come una base e vi costruiscano sopra".

Biden: "Nessuno può fermare la rivoluzione energetica"

"Nessuno può fermare la rivoluzione sull'energia pulita", ha detto dal canto suo Biden commentando l'esito della conferenza. "Oggi alla Cop29, grazie in parte agli sforzi instancabili di una forte delegazione americana, il mondo ha raggiunto un accordo su un risultato storico. A Baku, gli Stati Uniti hanno sfidato i paesi a fare una scelta urgente: lasciare le comunità vulnerabili in preda a disastri climatici sempre più catastrofici, oppure farsi avanti e avviare un percorso verso un futuro migliore", ha sottolineato il democratico. "Negli anni a venire siamo fiduciosi che gli Stati Uniti continueranno questo lavoro: attraverso i nostri Stati e città, le nostre imprese e i nostri cittadini, supportati da una legislazione duratura come l'Inflation Reduction Act, il più grande investimento sul clima e sull'energia pulita della storia". "Anche se alcuni potrebbero cercare di ritardare la rivoluzione dell'energia pulita in corso in America e nel mondo, nessuno può annullarla, nessuno", ha dichiarato il presidente con un chiaro riferimento al suo successore repubblicano Donald Trump.

Ue: "Una nuova era per la finanza climatica"

L'Unione europea (Ue) ha salutato un accordo raggiunto tra quasi 200 nazioni come una "nuova era" nella finanza per i paesi più poveri per combattere il riscaldamento globale. "La Cop29 sarà ricordata come l'inizio di una nuova era per la finanza climatica", ha affermato il commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra. L'intesa è "deludente" e "non all'altezza delle sfide", si è invece rammaricata la ministra francese per la transizione ecologica Agnès Pannier-Runacher. Nonostante "diversi progressi", tra cui il triplicamento dei finanziamenti ai paesi poveri minacciati dal cambiamento climatico, la conferenza è stata caratterizzata "da una reale disorganizzazione e da una mancanza di leadership da parte della presidenza azera", ha affermato la ministra in una dichiarazione inviata all'agenzia di stampa France-Presse (Afp).

GB: "Un passo avanti"

Il segretario all'energia del Regno Unito, Ed Miliband, ha accolto con favore l'intesa. "Non è tutto ciò che noi o altri volevamo, ma è un passo avanti per tutti noi", ha affermato in una dichiarazione rilasciata poco dopo l'annuncio dell'accordo. Miliband ha aggiunto che l'impegno a fornire 300 miliardi di dollari all'anno in finanziamenti entro il 2035 al mondo in via di sviluppo "riflette giustamente l'importanza di andare oltre i donatori tradizionali come la Gran Bretagna e il ruolo di paesi come la Cina nell'aiutare coloro che sono in prima linea in questa crisi". "Se questi finanziamenti vengono utilizzati nel modo giusto, potrebbero ridurre le emissioni equivalenti a un miliardo di auto e potrebbero proteggere quasi un miliardo di persone dagli impatti del cambiamento climatico", ha affermato. Miliband, ex leader del partito laburista britannico, tornato al potere a luglio, ha sostenuto che l'accordo complessivo "invia il segnale che la transizione verso l'energia pulita è inarrestabile".

WWF Svizzera: "Un risultato deludente"

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Baku, in Azerbaigian (Cop29) si è conclusa con un "risultato deludente", indica oggi l'organizzazione ambientalista WWF. Alla Cop29 è passato l'accordo sull'aumento degli aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo. Dai 100 miliardi di dollari (89 miliardi di franchi al cambio attuale) all'anno di adesso, previsti dall'Accordo di Parigi, si arriverà gradualmente a 300 miliardi all'anno nel 2035: una somma "totalmente inadeguata" secondo Manuel Graf, responsabile politico del WWF Svizzera. Per lui, "questo non è sorprendente. A Berna, ad esempio, non si è discusso prima della conferenza sul clima su come la Svizzera possa contribuire in modo equo a un nuovo obiettivo finanziario. Invece, le commissioni delle finanze (delle Camere federali) stanno preparando il budget per il 2025 al fine di rispettare il freno all'indebitamento", ha deplorato in una presa di posizione pubblicata la scorsa notte. Il responsabile del WWF ritiene che "il finanziamento internazionale della Svizzera per il clima necessiti di una tassa separata, con destinazione specifica, riscossa se possibile secondo il principio di causalità". Anche la questione dei combustibili fossili è rimasta irrisolta. "Non è stato quasi possibile fare progressi sul loro abbandono. La Svizzera si è impegnata per una chiara tabella di marcia, ma è stata frenata, in particolare dai paesi produttori di petrolio e gas".

"La Svizzera non fa abbastanza"

Analoga l'analisi di Greenpeace Svizzera, che definisce il bilancio deludente, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle emissioni e l'abbandono delle energie fossili. Secondo l'organizzazione non governativa (ong), è assolutamente necessario che la Svizzera intensifichi i suoi sforzi sulla questione climatica. "Contrariamente a quanto affermato da Albert Rösti a Baku, la Svizzera non sta facendo abbastanza per il clima", rileva Nathan Solothurnmann, esperto di clima per Greenpeace Svizzera. "Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per decarbonizzare il paese e compiere una rapida transizione dai combustibili fossili".

"Perdita di credibilità"

Alliance Sud, centro di competenza svizzero per la cooperazione internazionale e la politica di sviluppo, parla di "amara delusione", in particolare per la mancanza di progressi nell'abbandono dei combustibili fossili. La situazione geopolitica iniziale era già difficile e la presidenza azera non è stata a suo avviso molto efficace nel costruire ponti tra le posizioni. Ma l'atteggiamento restrittivo dei paesi industrializzati in termini di finanziamenti ha pesato soprattutto sui paesi più poveri e i piccoli Stati insulari, critica la ong. I paesi ricchi come la Svizzera stanno perdendo ancora più influenza e credibilità nel Sud globale. "Il Consiglio federale deve ora dimostrare in modo credibile come la Svizzera possa aumentare i finanziamenti per il clima a lungo termine", afferma Delia Berner, esperta di politica climatica internazionale presso Alliance Sud. Abbiamo bisogno di nuove fonti di finanziamento basate sul principio "chi inquina paga", in modo che la Svizzera possa dare il suo giusto contributo alla lotta e al contenimento della crisi climatica nel Sud globale, conclude.