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"Dazi sui semiconduttori arriveranno in un mese o due"
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Ats
2 giorni fa
È quanto affermato dal segretario al commercio americano Howard Lutnick, sottolineando che "i nostri medicinali e i nostri semiconduttori devono essere prodotti in America".

I dazi sui semiconduttori arriveranno "in un mese o due". Lo afferma il segretario al commercio americano Howard Lutnick. "Non possiamo fare affidamento sulla Cina per le cose fondamentali di cui abbiamo bisogno: i nostri medicinali e i nostri semiconduttori devono essere prodotti in America", ha detto Lutnick in un'intervista a ABC.

L'esenzione sugli smartphone è temporanea

L'esenzione dei dispositivi elettronici, quali smartphone e pc, dai dazi reciproci è temporanea perché saranno probabilmente soggetti a "dazi sui semiconduttori" che entreranno in vigore "fra un mese o due", ha precisato il segretario al commercio americano. I dispositivi elettronici - ha spiegato Lutnick - saranno esaminati nell'ambito di un'indagine del governo sui semiconduttori, che potrebbe tradursi in nuove tariffe. "Quello che stiamo dicendo è che sono esentati dai dazi reciproci ma possono essere inclusi in quelli per i semiconduttori, che arriveranno in un mese o due", ha aggiunto.

Lutnick sceso nelle preferenze di Trump

Falco delle tariffe, il segretario al commercio americano è di recente sceso nella scala delle preferenze di Donald Trump che, secondo indiscrezioni, ha affidato il dossier dazi al segretario al Tesoro Scott Bessent. Il presidente, in passato, ha più volte evocato la possibilità di dazi sul settore dei semiconduttori e su quello della farmaceutica.

L'indagine richiesta dal Presidente

Intanto, Donald Trump si prepara a chiedere al Dipartimento del Commercio di lanciare un'indagine che potrebbe tradursi proprio in nuovi dazi per i semiconduttori per motivi di sicurezza nazionale. Lo riporta Politico, sottolineando che il presidente punta a ricorrere alla "Sezione 232" del Trade Act del 1962, che consente di limitare le importazioni ritenute una minaccia per la sicurezza. L'indagine rischia di far salire la tensione fra gli Stati Uniti e l'Asia, da dove gli Usa importano la maggior parte dei loro microchip.