Estero
Dopo 60 anni di embargo Usa L'Avana ne esige la fine
immagine Shutterstock
immagine Shutterstock
Keystone-ats
3 anni fa
A 60 anni esatti dall’imposizione di un embargo economico a Cuba da parte degli Usa, il governo cubano ne ha fermamente richiesto la revoca. Il ministero degli esteri cubano ha inoltre sottolineato come l’embargo costituisca una violazione dei diritti umani, qualificandolo come atto genocida

In occasione del 60esimo anniversario dell'imposizione – che avvenne il 3 febbraio 1962 – di un embargo economico a Cuba da parte degli Stati Uniti, il governo dell’Avana ne ha sollecitato oggi “energicamente” la revoca.

Il popolo cubano reclama la fine dell’embargo
Via Twitter il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha sostenuto che “il governo rivoluzionario, in nome del popolo di #Cuba, reclama enfaticamente ed energicamente la fine dell’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti”. Il tweet è accompagnato da una Dichiarazione del ministero degli Esteri in cui si “denuncia la vigenza da 60 anni dell’embargo” avviato dall’allora presidente John F. Kennedy che “dava un carattere ufficiale” alle “azioni economiche aggressive e unilaterali che erano state applicate contro Cuba dopo il trionfo rivoluzionario”. Da quel momento in poi, prosegue il documento, “la politica dell’assedio e del soffocamento economico si è consolidata come asse centrale della strategia volta a limitare il diritto legittimo dei cubani a difendere la propria sovranità e a forgiare un progetto di emancipazione, estraneo al dominio imperialista”.

immagine Twitter
immagine Twitter

“L’embargo è una violazione dei diritti umani”
Dopo aver sottolineato che l’embargo “costituisce una violazione massiccia, flagrante e sistematica dei diritti umani di tutti gli uomini e le donne cubani” e che “si qualifica come atto genocida ai sensi della Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio”, il ministero degli Esteri ricorda che “i danni accumulati in questi sei decenni per l’economia cubana superano i 144’413 milioni di dollari a prezzi correnti”. Dal 2019, si dice infine, le misure di coercizione economica hanno raggiunto un'aggressività qualitativamente superiore. Vengono applicate misure di guerra non convenzionali, inadeguate per tempi di pace, nel tentativo di privare Cuba di rifornimenti”, in particolare di carburante.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata