Estero
È morto Sean Connery
Redazione
4 anni fa
L’attore scozzese si è spento all’età di 90 anni. È stato il primo a interpretare il leggendario ruolo di James Bond al cinema

Lutto nel mondo del cinema. È deceduto all’età di 90 anni l’attore Sean Connery, uno degli interpreti più famosi di James Bond. Ne dà notizia la Bbc. È stato il primo a portare il ruolo della spia inglese sul grande schermo, comparendo in sette thriller di spionaggio.

Nato a Edimburgo nel 1930, la sua carriera di attore ha attraversato decenni e i suoi numerosi premi includevano un Oscar, due premi Bafta e tre Golden Globe. Numerosi i film in cui è apparso, tra cui Caccia a Ottobre Rosso, Il nome della Rosa e Indiana Jones. Il suo Oscar è arrivato nel 1988, quando è stato nominato miglior attore non protagonista per il suo ruolo di poliziotto irlandese nel film Gli intoccabili. Nel 2000 è stato nominato cavaliere dalla regina all’Holyrood Palace. Si è ritirato dalle scene nel 2003, dopo aver interpretato Allan Quatermain in La leggenda degli uomini straordinari. Ad agosto ha festeggiato il suo novantesimo compleanno.

L’attore è morto nel sonno dopo aver combattuto una lunga malattia mentre si trovava alle Bahamas. L’attore è stato sposato all’attrice Diane Cilento dal 1962-1973. La coppia ha divorziato nel 1973 e Cilento morì nel 2011. Connery lascia la seconda moglie, la pittrice Micheline Roquebrune, con la quale era sposato dal 1975; il figlio Jason, pure attore, figlio della prima moglie, e un nipote, figlio di Jason.

Una carriera costellata di successi nata dal basso
Thomas Sean Connery, nato da un camionista e una cameriera, arriva al cinema per caso, dopo che un’ulcera gastrica gli impedisce nel 1950 di confermare la “ferma” nella Royal Navy dove si era arruolato a 16 anni, rinunciando a un contratto da calciatore. In cerca di lavoro fa il bagnino, il muratore, lava piatti e vernicia bare, si fa perfino fotografare nudo per un calendario e arriva terzo alle selezioni di Mister Universo grazie all’alta statura, al sex appeal naturale. Da ragazzo ha frequentato un corso di danza e grazie a quest’esperienza si prova sui palcoscenici off di Londra. “Guadagnavo appena di che vivere - raccontò - ma a me sembravano vacanze ben pagate rispetto al lavoro vero”. Nel 1957 debutta nel cinema con l’avventuroso “Il bandito dell’Epiro” di Terence Young, il regista che gli darà la fama dirigendolo nel primo James Bond Film “Licenza di uccidere” nel 1962. Una collaborazione che lo porta al successo planetario.

Per sfuggire al cliché di 007, Sean ottenne di alternare il ruolo-principe con altri film: non fu fortunata la sua collaborazione con Hitchcock (per “Marnie” il regista ammise di aver preso un abbaglio credendolo un nuovo Cary Grant), ma andò meglio con Sidney Lumet (”La collina del disonore”, 1965). Cominciò così a costruirsi un nuovo personaggio (coraggioso, macho, ironico, romantico): è così in “I cospiratori” di Martin Ritt, “Riflessi in un occhio scuro” ancora con Lumet, “Zardoz” di John Boorman, fino a tre capolavori del cinema d’avventura come “Il vento e il leone” (John Milius), “L’uomo che volle farsi re” (John Huston), “Robin e Marian” (Richard Lester) alla meta’ degli ‘70. A quel punto la sua carriera è ormai benedetta da Hollywood. Con l’età Sean Connery diventa poi un divo e un attore sicuro di sé. Lo ha dimostrato in combutta con Terry Gilliam ne “I banditi del tempo”, con Fred Zinnemann nel bellissimo “Cinque giorni, un’estate”, fino al trionfo planetario de “Il nome della rosa” nel ruolo dell’inquisitore detective Guglielmo da Baskerville dalla penna di Umberto Eco.

Con 94 film alle spalle, 10 avventure produttive e una regia all’attivo (il documentario “The bowler and the bunnet” del ‘67) per tutti gli anni ‘80 e ‘90 ha potuto scegliere i ruoli preferiti e se qualche volta si e’ pentito (”The avengers”), ha spesso dichiarato di aver molto amato “Gli intoccabili”, “The Rock”, “Entrapment”, “Indiana Jones e l’ultima crociata” (come padre di Harrison Ford), “La casa Russia”.

Certamente ha mancato due occasioni storiche come il ruolo di Gandalf nel “Signore degli anelli” e quello di Silente in “Harry Potter” (per cui era stato molto corteggiato), mentre si vanta di aver indossato ben quattro volte i panni di un re, da Artù a Riccardo Cuor di Leone. Padre affettuoso di Jason e nonno del giovane e Dashiell, non amava stare a Hollywood, ha avuto pochi amici tra i colleghi (in particolare Richard Harris e Michael Caine), ha sposato in prime nozze Diane Cilento e nel 1975 la pittrice Micheline Roquebrune.

Benché dopo il suo ritiro dalle scene nel 2006 si sia spesso ipotizzato che fosse affetto dal morbo di Alzheimer, Sean Connery è riapparso in pubblico (al torneo di tennis di Flushing Meadows) nel 2017. Nel ritirare un premio alla carriera ha detto “I miei piedi stasera sono stanchi, ma il mio cuore e il mio cervello proprio no!”.

La Scozia in lutto
La premier scozzese Nicola Sturgeon ha espresso su Twitter il suo cordoglio. “La Scozia è in lutto. Mi si è spezzato il cuore dopo aver saputo della morte di Sir Sean Connery. Il nostro Paese piange uno dei suoi figli più amati”, continua. “Sean è nato in una famiglia operaia di Edimburgo e grazie al talento e al duro lavoro è diventato un’icona del cinema internazionale e uno degli attori più affermati al mondo”. Sturgeon, leader secessionista dello Scottish National Party (Snp), ricorda Connery anche per il sostegno alla causa dell’indipendenza dal Regno Unito: “Una leggenda globale, ma prima e davanti a tutto, un orgoglioso patriota scozzese”. La leader dell’Snp rievoca tra l’altro la presenza “torreggiante” dell’attore all’inaugurazione del primo parlamento locale scozzese, nato dopo la concessione della devolution, e chiosa: “Egli è stato un sostenitore dell’indipendenza della Scozia per tutta la vita e coloro che fra noi ne condividono il credo gli riconoscono un debito di gratitudine”.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata