È allerta massima a Brasilia, dopo che un lupo solitario ha fatto esplodere due ordigni nella piazza dei Tre poteri, dove si trovano la Corte suprema, il Parlamento e Palazzo Planalto, sede della presidenza. Secondo le prime ricostruzioni, a breve distanza dai due scoppi davanti al tribunale, che hanno provocato la morte dell'attentatore, è deflagrata un'auto carica di quelli che a una prima analisi sembrano artefatti esplosivi artigianali. Il veicolo era parcheggiato tra il tribunale e il congresso. Una terza bomba non è stata invece azionata.
Preoccupazione in vista del G20
Nei primi momenti di concitazione la mente è corsa agli attacchi alla piazza dell'otto gennaio 2023, quando attivisti di destra entrarono e vandalizzarono i palazzi delle istituzioni democratiche. Ma quanto accaduto accresce anche la preoccupazione in vista del vertice dei leader del Gruppo 20 (G20, forum di cui fanno parte l'Unione europea, l'Unione africana e 19 paesi tra i più industrializzati del mondo), in programma lunedì e martedì a Rio de Janeiro.
La testimonianza
Una testimone ascoltata dal sito di notizie Metrópoles ha raccontato di avere visto passare l'attentatore, il quale ha lanciato i due ordigni a distanza di pochi secondi, senza dire niente. L'uomo è morto nella seconda deflagrazione. La Piazza dei Tre poteri e la Spianata dei ministeri sono state isolate dalle forze di sicurezza, per il timore di altri ordigni. I giudici della Corte suprema, che si trovavano riuniti, sono stati evacuati per sicurezza, ed è stata sospesa la seduta in Parlamento. Sul posto sono intervenute numerose auto della polizia e mezzi dei vigili del fuoco, che stanno procedendo a un'attenta bonifica dell'area.
Aperta un'inchiesta
Le autostrade N2 e S2, adiacenti alla Spianata, sono state chiuse. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva aveva lasciato il Planalto prima delle esplosioni. Le autorità brasiliane hanno attivato l'"Operazione scudo" per la salvaguardia del palazzo della presidenza. Si tratta di un rinforzo della sicurezza nell'area esterna dell'edificio, che prevede anche l'attivazione dell'esercito. Lula da Silva è riunito con i giudici della Corte suprema Alexandre de Moraes e Cristiano Zanin al Palazzo Alvorada. L'incontro era già stato organizzato per discutere l'ampliamento dell'agenda di sicurezza pubblica del governo. Anche il direttore generale della Polizia federale, Andrei Rodrigues, è con Lula e ha aperto un'inchiesta sull'accaduto, non escludendo la possibilità di altre bombe. La previsione è che il caso sia assegnato a Moraes per "prevenzione", dato che il giudice è già relatore di fatti simili, come le indagini sugli atti del golpe dell'8 gennaio 2023. Finora Lula non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulle esplosioni.
L'annuncio dell'attentato
Secondo le prime informazioni, il proprietario dell'auto esplosa è un fabbro di 59 anni che da mesi aveva lasciato la città di Rio do Sul, nello stato di Santa Catarina (nel sud del Brasile), dopo liti familiari, perdendo ogni contatto con i suoi parenti. Il figlio adottivo, intervistato da Metrópoles, ha affermato che l'uomo "aveva dei problemi personali" con la partner "ed era molto scosso dalla situazione. Per questo se n'era andato con l'intenzione di andare in Cile". Il 59enne aveva scritto due ore prima sul suo account personale di Facebook messaggi deliranti che suggerivano un attentato dinamitardo contro obiettivi politici. L'uomo nei messaggi definisce "comunisti di m###a", tra gli altri, gli ex presidenti brasiliani Fernando Henrique Cardoso e José Sarney, oltre all'attuale vicepresidente Geraldo Alckmin. L'attentatore era stato candidato consigliere comunale per il Partito liberale (PL, di destra, con posizioni di estrema destra) dell'ex presidente Jair Bolsonaro, nel 2020 a Rio do Sul, senza essere eletto.