Clima
Guterres alla COP29: "Se le emissioni non scenderanno, l'economia fronteggerà una furia più grande"
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Keystone-ats
un giorno fa
È il monito lanciato dal segretario generale dell'Onu alla COP29 di Baku, dove ha ricordato come il limite di 1.5 °C di riscaldamento globale è sempre più vicino.

L'orologio del mondo ticchetta verso il limite di 1 grado e mezzo di riscaldamento globale. E tempo non ne rimane molto. Alla COP29 di Baku, il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres ha usato una delle metafore di cui è maestro per dare la sveglia al mondo. Alla COP è cominciata la due giorni dedicata ai capi di Stato e di governo, disertata dai leader più importanti. Dalla conferenza però sono usciti un paio di risultati positivi, sul fondo "loss and damage" e sul mercato del carbonio. Ma a ricordare che la strada delle politiche climatiche è tutta in salita, è arrivata dall'Aia la notizia che una corte d'appello ha annullato una storica sentenza che aveva condannato la Shell a tagliare le sue emissioni. "Il suono che sentite è un orologio che ticchetta - ha detto Guterres -. Siamo al conto alla rovescia finale per limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi. E il tempo non è dalla nostra parte. Se le emissioni non scenderanno e l'adattamento crescerà, ogni economia fronteggerà una furia più grande".

"Petrolio e gas sono doni di Dio"

Il padrone di casa, il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev, ha magnificato i progressi del suo paese sulle rinnovabili. Poi però ha aggiunto che il petrolio e il gas sono "doni di Dio". Tra i capi di Stato e di governo, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha ricordato di aver appena visto a Valencia "uno dei più grandi disastri climatici della nostra storia". E la premier delle Isole Barbados, a rischio di finire sott'acqua, Mia Mottley, ha chiesto che vengano tassate fonti fossili, trasporti marittimi e aviazione per finanziare le politiche climatiche. Il premier britannico Keir Starmer ha annunciato che il suo paese si impegna a tagliare le emissioni dell'81% al 2035. Il Brasile, che l'anno prossimo ospiterà la COP30, ha preso un impegno di un taglio del 67% per la stessa data. Per l'Unione europea è intervenuto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: ha battuto sull'argomento della platea dei donatori alla finanza climatica, includendo anche i paesi emergenti (come la Cina).

I risultati ottenuti

La presidenza azera intanto ha ottenuto due primi risultati concreti. Il fondo per i "loss and damage", le perdite e i danni del cambiamento climatico nei paesi più vulnerabili, creato due anni fa alla COP27 di Sharm el-Sheikh, comincerà a funzionare dall'anno prossimo. Oggi è stato firmato l'accordo fra i donatori. Inoltre, è stata raggiunta una prima intesa per istituire un mercato mondiale delle emissioni di CO2, come l'ETS europeo, un dossier bloccato da anni alle COP. Lontano da Baku, all'Aia in Olanda, una Corte d'Appello ha annullato la storica sentenza del 2021 che aveva condannato la Shell a tagliare le sue emissioni del 45% al 2030, in una causa intentata da organizzazioni non governative ambientaliste. Per i giudici di secondo grado, "la legislazione climatica esistente non fornisce una percentuale specifica di riduzione per le singole società".