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Harris ha un numero sufficiente di delegati per la nomination alla Casa Bianca
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Keystone-ats
3 mesi fa
La vicepresidente può contare sul quorom per essere candidata alla presidenza. "Voglio meritarmi la nomination e battere Donald Trump, quando combattiamo vinciamo", ha detto Harris nel suo primo evento elettorale dopo il ritiro di Biden.

Con il voto virtuale di oltre 300 delegati del suo Stato, la California, Kamala Harris ha un impegno verbale di un numero sufficiente di delegati per ottenere la nomination democratica alla Casa Bianca. Lo riportano Politico e la CNN. Secondo l'emittente statunitense, ora la vicepresidente può contare su oltre i 1976 delegati, il quorum per essere candidati alla presidenza, grazie all'ondata di endorsement ottenuti nella notte da varie delegazioni statali.

Harris si scaglia contro Trump

"So che tipo di persona è Donald Trump, ne ho conosciuti quando facevo la procuratrice in California e ho messo sotto inchiesta truffatori e predatori sessuali": sbarcata a Wilmington al quartier generale della campagna Biden che ora porta il suo nome e lavora per lei, Harris sferra un attacco durissimo al tycoon nel suo primo evento elettorale dopo il ritiro del presidente dalla corsa. Un evento al quale il commander in chief, in isolamento nella sua residenza al mare per il Covid, ha voluto essere presente in video collegamento, rilanciando l'endorsement alla sua vice: "Non sarò nel ticket, ma sarò pienamente impegnato nella campagna e farò qualunque cosa Kamala Harris voglia o necessiti. Abbiamo preso la decisione giusta, lei è la migliore", ha detto allo staff, invitando ad abbracciarla e sostenerla. Lei lo ha ringraziato, celebrando l'eredità senza pari di un "leader visionario".

"Vinceremo"

"So che la campagna ha fatto l'effetto delle montagna russe ma abbiamo ancora 106 giorni e vinceremo, voglio meritarmi la nomination e battere Donald Trump, quando combattiamo vinciamo", ha esordito Harris dopo essere stata accolta con una standing ovation dallo staff e dai vertici della campagna, Jen O'Malley Dillon e Julie Chavez, che ha subito riconfermato in una linea di piena continuità. Presente anche il marito, che ha baciato. Dopo il colpo basso a The Donald, la vicepresidente ha osservato che la campagna non è solo contro Trump ma tra due visioni diverse dell'America. "In questa elezione, ognuno di noi affronta una domanda: in quale tipo di Paese vogliamo vivere? In un Paese di libertà, passione e rispetto della legge, o in un Paese di caos, paura e odio?", ha detto. Quindi ha promesso di mettere al centro della sua campagna i diritti riproduttivi, a partire dall'aborto, e la stretta sulle armi, con controlli universali sugli acquirenti, leggi "red flag" (contro le persone ritenute pericolose) e il bando delle armi d'assalto.

Harris non incontrerà Netanyahu

A fine discorso è trapelata la notizia che ha rifiutato di presiedere il Senato quando il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlerà mercoledì al Congresso a camere riunite. Una decisione già presa prima del ritiro Biden, anche se dovrebbe vedere 'Bibi' in un altro momento della sua visita. "Aveva un precedente impegno a Indianapolis", ha cercato di minimizzare un assistente della Harris, che sembra però voler prendere una posizione più intransigente verso Israele e la sua gestione della guerra a Gaza, anche sullo sfondo delle proteste della base democratica.