Il whistleblower (allertatore civico) italo-francese Hervé Falciani, ex informatico della banca HSBC all'origine di SwissLeaks, è stato arrestato il 7 dicembre in Italia, a Milano, e posto in detenzione provvisoria in esecuzione di un mandato d'arresto internazionale emesso dalla Svizzera. Pochi giorni dopo è stato rilasciato per volontà del Ministero della giustizia italiano. Il 52enne era stato arrestato in un hotel del capoluogo lombardo e poi rilasciato il 17 dicembre ma posto agli arresti domiciliari. L'uomo ha quindi recuperato tutti i suoi diritti di movimento per decisione del Ministero della giustizia il giorno successivo, hanno comunicato oggi i suoi avvocati.

Nel 2009, Falciani ha divulgato documenti bancari confidenziali, rubati quando lavorava per la banca HSBC di Ginevra, rivelando l'esistenza di conti non dichiarati di clienti che praticavano l'evasione fiscale su larga scala. Nel 2015 il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona lo ha condannato a cinque anni di reclusione per spionaggio economico. Falciani ha collaborato con il fisco in diversi Paesi, tra cui Spagna, Francia e Belgio, innescando numerose indagini. In seguito a queste rivelazioni, la Svizzera ha definitivamente abbandonato il segreto bancario nel 2017. "In un momento in cui il ministro della giustizia danese ha appena rifiutato di estradare (l'attivista ambientale) Paul Watson, è ora che gli Stati europei, e non solo, si accordino per considerare che non è più possibile rispondere favorevolmente a mandati di arresto emessi nei confronti di cittadini che, con un rischio spesso altissimo, hanno contribuito a rivelare le più gravi violazioni all'interesse pubblico, che si tratti di biodiversità o della probità di importanti istituzioni private o pubbliche", hanno scritto i suoi avvocati. Le rivelazioni di Falciani - hanno aggiunto - hanno permesso alle autorità fiscali di diversi Paesi europei di recuperare "miliardi di euro".