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I russi spingono nel Kursk, Trump retrocede Kellogg
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5 ore fa
Kiev denuncia l’intensificarsi della pressione russa su più fronti e riconosce le difficoltà nel Kursk, pur smentendo l’accerchiamento. Nel frattempo, Trump ridimensiona il generale Kellogg, ritenuto da Putin troppo ostile a Mosca e favorevole alla causa ucraina.

L'armata russa continua a guadagnare terreno nel Kursk e secondo Kiev la strategia di Mosca in questa zona del fronte mira a obiettivi più ambiziosi: sfondare verso il nord dell'Ucraina. "Vogliono migliorare le loro posizioni sul campo di battaglia prima di impegnarsi in un cessate il fuoco", è la denuncia di Volodymyr Zelensky, in una fase in cui il conflitto si combatte principalmente dal cielo, con una pioggia incrociata di droni.

Una preziosa merce di scambio

La regione russa di confine, teatro lo scorso agosto dell'offensiva a sorpresa degli ucraini, resta in cima alle priorità dello stato maggiore di Mosca, che vuole togliere al nemico una preziosa merce di scambio quando si andrà al tavolo delle trattative di pace. Il ministero della Difesa ha diffuso le immagini di Sudzha, la città principale del Kursk occupata dalle forze ucraine per mesi, da poco tornata sotto il controllo russo, con grande soddisfazione del Cremlino. Inoltre, è stata rivendicata la riconquista di due villaggi limitrofi. Nell'ultima settimana ampie porzioni dell'oblast sono tornate in mano russa.

Zelensky: "situazione molto difficile per gli ucraini"

La situazione per gli ucraini nel Kursk "è molto difficile", ha ammesso lo stesso Zelensky, smentendo però che le sue truppe siano "circondate" (come invece aveva fatto intendere Donald Trump, fornendo una nuova sponda a Putin). Lo stato maggiore di Kiev ha riferito che le unità di combattimento "continuano a trattenere i raggruppamenti russi e nordcoreani", tenendoli così lontani da altre linee del fronte. Il problema è che i russi, così superiori in termini di uomini e mezzi, starebbero comunque continuando ad ammassare truppe lungo il confine nord-orientale dell'Ucraina. Con l'obiettivo, ha avvertito Zelensky, di "attaccare la nostra regione di Sumy": una parte di territorio finora relativamente risparmiato dall'invasione. Per questo motivo il leader ucraino, che si è nuovamente stretto agli alleati partecipando in video-conferenza al summit dei cosiddetti volenterosi promosso da Londra, si è detto pronto a "fornire ai partner tutte le informazioni reali sulla situazione al fronte" e dimostrare che "Mosca intende continuare a ignorare la diplomazia". Ossia, continuare a porre ostacoli alla tregua di 30 giorni proposta da Washington e accolta da Kiev.

Pressione russa costante

La pressione russa resta costante anche nel Donbass con le operazioni concentrate per conquistare Pokrovsk, località nei pressi di una autostrada collegata con il centro ben più strategico di Dnipro. La battaglia qui infuria da mesi, ma gli ucraini in questa fase assicurano che la situazione si è "stabilizzata". Ed in questo sostanziale stallo sul terreno, a ruggire sono soprattutto le forze aeree. Kiev ha riferito di aver dovuto fronteggiare 130 droni lanciati dai russi su tutta l'Ucraina. Sul fronte opposto, altrettanti sciami di velivoli senza pilota hanno preso di mira sei regioni russe. Nel Krasnodar sono stati inviati 200 vigili del fuoco per spegnere un incendio in un deposito di petrolio provocato dall'attacco ucraino.

Trump retrocede Kellogg

Nel frattempo, Donald Trump ha annuciato su Truth che "il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina". "Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro", aggiunge. Precedentemente Kellogg era stato nominato inviato speciale per Russia e Ucraina, quindi si tratta di un ridimensionamento, dopo che secondo alcuni media, Putin aveva definito Kellogg troppo duro su Mosca e più simpatizzante verso la causa ucraina. Finora il generale era stato escluso dai negoziati di pace.

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