Il governo laburista britannico di Keir Starmer ha formalizzato oggi la messa al bando delle miniere di carbone, asse portante in un passato ormai remoto dell'industria energetica del Regno Unito, dopo il programma di chiusura di tutti gli impianti esistenti già varato anni fa e dopo l'annunciatissimo stop definitivo all'ultima miniera funzionante (nella contea inglese di Nottingham) dal 30 settembre scorso. L'annuncio odierno, contenuto in una dichiarazione affidata al sottosegretario all'energia Michael Shanks, sancisce l'esclusione dell'uso di questo materiale inquinante anche per il futuro, ma non precisa i tempi della necessaria legge ad hoc sul bando, limitandosi a far sapere che sarà presentata e approvata in parlamento "il prima possibile". Esso s'iscrive fra gli impegni messi sul tavolo da Londra a margine della COP29, la conferenza annuale dell'ONU sulla lotta ai cambiamenti climatici in corso a Baku, in Azerbaigian, dove lo stesso Starmer ha evocato nei giorni scorsi l'ambizione del suo governo di rilanciare un ruolo leader del Regno sul fronte della riduzione dell'inquinamento alimentato dai cosiddetti gas serra, della transizione verde e del raggiungimento dell'obiettivo emissioni zero di CO2 nel 2050.
L'annuncio odierno, contenuto in una dichiarazione affidata al sottosegretario all'energia Michael Shanks, sancisce l'esclusione dell'uso di questo materiale inquinante anche per il futuro, ma non precisa i tempi della necessaria legge ad hoc sul bando, limitandosi a far sapere che sarà presentata e approvata in parlamento "il prima possibile".