
Un mese fa Donald Trump aveva firmato gli ordini esecutivi e da oggi scattano ufficialmente i dazi del 25% su acciaio e alluminio provenienti dal Canada e da altri Paesi. Una mossa che riaccende le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi principali partner economici. Già durante il suo primo mandato Trump aveva imposto tasse simili, ma questa volta le misure sono state definite “senza eccezioni e senza esenzioni”. La risposta dell’Unione Europea non si è fatta attendere, sono stati infatti annunciati dazi su alcuni prodotti americani per un valore di 26 miliardi di dollari, a partire dal 1° aprile 2025. La presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha espresso “profondo rammarico”, sottolineando che le misure attuate dal Tycoon danneggiano imprese e consumatori e che l’UE deve proteggere i propri interessi. Anche la Cina ha dichiarato che adotterà tutte le misure necessarie per difendere la propria economia, mentre il Regno Unito ha definito deludenti i nuovi dazi, senza però annunciare contromisure immediate. Ma in questa situazione di tensione, come si posiziona la Svizzera? Quali potrebbero essere le conseguenze per la nostra economia? Ne abbiamo parlato con il direttore della Camera di Commercio, Luca Albertoni: "È chiaro che per le nostre aziende c’è il rischio che i prodotti diventino più cari e diventi più difficile procurarseli. Questa instabilità causa problemi importanti anche nella pianificazione dell’attività aziendale. Si cerca di navigare a vista e attualmente l’incertezza sembra l’elemento più grave", spiega Albertoni.
Situazione incerta sui prodotti farmaceutici
Una situazione incerta. Ci sono ulteriori minacce che possono preoccupare alle nostre latitudini, passando anche dal 25% sui prodotti farmaceutici: “È una minaccia che incombe", afferma Luca Albertoni. "Occorre capire in che misura verrà applicata. Sono beni non facilmente sostituibili, quindi anche gli americani dovranno agire con una certa prudenza. Va detto che molti prodotti farmaceutici sono già prodotti e in parte fabbricati negli Stati Uniti, quindi, non vengono toccati dai dazi. Bisognerà capire quale sarà il criterio degli Stati Uniti. Se prendono la bilancia commerciale positiva della Svizzera concernente i beni, qualche misura potrebbe esserci anche nei nostri confronti”.
Sotto pressione l'industria
Nel dettaglio è da capire quali sono i settori saranno colpiti. Secondo Albertoni, l'industria è a rischio: “È difficile ad oggi dire quali settori saranno colpiti, anche se evidentemente l’industria è una delle più esposte. Dipende da dove sono i siti produttivi delle nostre aziende e dove vengono fabbricati i prodotti”.
Colpiti anche i consumatori?
I dazi e la situazione instabile possono avere dei riscontri sui consumatori? Per Albertoni non ci sono certezze, ma in un panorama economico complicato, può esserci l'eventualità di una ripercussione sui consumatori: “I riscontri negativi rischiano di esserci per tutti, sia in termini occupazionali sia in termini di rincaro di determinati prodotti. In un sistema così complesso a livello mondiale, è impossibile che non ci siano effetti. In quale misura è tutto da vedere”, conclude Albertoni.