
“Un giorno triste e ricco di emozioni in cui gli argentini vogliono cercare di restare uniti”. Markus Krienke, professore alla Facoltà di Teologia dell'USI, commenta così, dall’Argentina, i funerali di Papa Francesco. Sulle tempistiche per l’elezione del suo successore, crede che “la fumata bianca potrebbe arrivare entro le prossime due settimane”.
Tristezza e gratitudine per Papa Francesco
In Argentina il momento attuale viene vissuto con grande intensità emotiva. “Certamente si tratta di una tristezza caratterizzata da momenti molto forti, in cui le lacrime erano sui volti delle persone”, racconta il professore alla Facoltà di Teologia dell'USI, aggiungendo inoltre che l’arcivescovo di Buenos Aires ha parlato di un “grande abbraccio che Papa Francesco ha realizzato per tutta l'umanità", un gesto che ha fatto sentire gli argentini al centro di questo affetto. “È un Papa Francesco che ha detto addio ma che resta", osserva ancora Krienke, parlando di una vera e propria “festa di ricordo” vissuta nelle parrocchie e in tante realtà della Chiesa, con migliaia di persone unite nei saluti: "Grazie, un abbraccio, ti amiamo Papa Francesco."
È davvero il momento per un papa italiano?
Quanto alla possibilità di un nuovo papa italiano, Krienke osserva che al momento il cardinale Pietro Parolin è considerato il grande favorito. Tuttavia, ricorda anche un antico detto: “Sappiamo chi entra come papa al conclave e ne esce come cardinale.” Secondo il professore, il tema di mettere ordine nella Curia è comunque particolarmente sentito dai cardinali. Se Parolin appare favorito anche per la sua esperienza, Krienke cita altri nomi in lizza: “Il cardinale Pizzaballa, abbastanza giovane con i suoi 60 anni, potrebbe essere una possibilità, anche se Parolin ha più probabilità, pur non avendo il carisma di Papa Francesco". Il teologo menziona anche il cardinale Zuppi, che potrebbe raccogliere consensi all’interno del collegio cardinalizio, e il cardinale Tagle, più volte considerato un possibile candidato, cosa che però non si sa se potrebbe "essere un segnale negativo". Quanto ai candidati africani, Krienke nota che molti sono di età avanzata o di orientamento conservatore, e non ritiene probabile l’elezione di un papa particolarmente tradizionalista. “Soprattutto”, aggiunge, “l'atmosfera che si vive a Roma in questi giorni influisce molto: i cardinali portano con sé nel conclave anche il clima che si diffonde nei funerali di un papa.” In ogni caso, secondo Krienke, si chiede di proseguire sulla linea delle riforme, anche se forse in modo meno rapido di quanto desiderato da Francesco. Ciò non toglie che “questa volta è difficile come mai prima d'ora indovinare in anticipo.”
Il profilo del nuovo pontefice in linea con l'idea di una Chiesa universale
Riguardo al profilo del nuovo pontefice, Krienke sottolinea la necessità di una visione universale che prescinda dalle nazionalità: “Non soltanto perché Papa Francesco ha mostrato che la Chiesa è ormai universale, ma anche perché l'italianità di un papa conta meno che in passato. L'argomento per il papa italiano sarebbe veramente soltanto che i cardinali pensano che possa avere le più grandi possibilità di mettere ordine nella Curia stessa”. Il professore ribadisce che il prossimo papa dovrà rappresentare, in linea con l'attitudine di Papa Francesco, "una Chiesa più umile e povera, impegnata per la pace nel mondo, accanto ai poveri, più vicina alle persone e capace di evitare in futuro gli scandali che l’hanno segnata. Credo che questi ultimi argomenti siano decisivi per la scelta del nuovo papa”, conclude.
Da qui a due settimane avremo la risposta
Infine, riguardo ai tempi del conclave, Krienke spiega che dovrà essere convocato al più tardi entro 20 giorni dalla morte del papa. “Probabilmente potrà essere convocato già nella prossima settimana, forse entro dieci giorni da adesso”, prevede, ricordando che negli ultimi conclavi non si è dovuto attendere a lungo per l’elezione di un nuovo pontefice. “Potrebbe essere che entro le prossime due settimane avremo già il nuovo papa.”