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L'omelia di Giovanni Battista Re: «Ho nel cuore l'immagine del Papa tra la folla a Pasqua»
un giorno fa
Ora, capo papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi

«La sua ultima immagine, che rimarrà nei nostri occhi e nel nostro cuore, è quella di domenica scorsa, Solennità di Pasqua, quando Papa Francesco, nonostante i gravi problemi di salute, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua», ha detto il cardinale Giovanni Battista Re pronunciando l'omelia.

«Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all'ultimo giorno della sua vita terrena. Egli ha seguito le orme del suo Signore, il buon Pastore, che ha amato le sue pecore fino a dare per loro la sua stessa vita». 

La lunga omelia del Decano del collegio cardinalizio è stata interrotta in più punti da applausi della folla riunita sul sagrato della basilica di San Pietro per i funerali del Pontefice. Applausi particolarmente intensi quando il porporato, tratteggiandone la figura, ha ricordato la sua predilezione per i migranti e la loro sorte. «Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi – ha detto Re – .Costante è stata anche l'insistenza nell'operare a favore dei poveri. È significativo che il primo viaggio di papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell'emigrazione con migliaia di persone annegate in mare. Nella stessa linea è stato anche il viaggio a Lesbo, insieme con il Patriarca Ecumenico e con l'Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una Messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico».

«Di fronte all'infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, papa Francesco ha incessantemente elevato la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all'onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra - diceva - è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole». Così, ancora, il cardinale Giovanni Battista Re, tra gli applausi dei presenti. «La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta», ha aggiunto Re.

La lunga omelia si è conclusa con una richiesta diretta a Bergoglio: «Dicevi sempre "per favore, pregate per me". Ora, capo papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi. E ti chiediamo che dal cielo tu benedica la Chiesa, Roma, il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica, in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l'intera umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza».