L'influenza di Elon Musk su Donald Trump inizia a irritare alcuni dei sostenitori del presidente-eletto, scioccati dal fatto che il miliardario abbia appoggiato pubblicamente Howard Lutnick per il ruolo di segretario al tesoro quando nessuna nomina è ancora stata effettuata.
First Buddy
"Molti non sono contenti", hanno riferito alcune fonti al Washington Post parlando di Musk, che sembra comportarsi come un "co-presidente", potenzialmente spingendosi oltre a quello che dovrebbe essere il ruolo nell'entourage di Trump. La presenza costante di Musk, ormai definito il "first buddy" (buddy è l'amico), sta innervosendo il transition team, che lo ritiene completamente estraneo alle dinamiche di Washington.
Caso Lutnick
Il caso Lutnick, preferito all'altro candidato Scott Bessent, è ritenuto un esempio del tentativo di Musk di influenzare le scelte del presidente e di cercare di farlo in modo non ortodosso. L'uscita pubblica del miliardario in favore dell'amministratore delegato di Cantor Fitzgerald si contrappone, riporta al Washington Post, al rapporto presentato da alcuni alleati a Trump in cui si evidenza come Lutnick è stato un importante finanziatore di Hillary Clinton. Un botta e risposta che mostra le crescenti tensioni a Mar-a-Lago, villa di Trump in Florida. L'impasse sulla nomina del segretario al tesoro sta spingendo molti a ipotizzare che Trump possa scegliere un nome terzo, e come potenziali alternative a Lutnick e Bessent circolano i nomi di Robert Lighthizer, del senatore Bill Hagerty e dell'amministratore delegato di Apollo Global Management Marc Rowan.