Conflitto russo-ucraino
"L’UE non riuscirà a essere un attore politico"
Redazione
5 giorni fa
Questo è il pensiero di Claudio Bertolotti, docente ISPI e direttore di Start InSight, sul vertice di Parigi organizzato da Emmanuel Macron.

A Riad, in Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti si incontreranno per discutere su temi relativi al conflitto in Ucraina. L’Unione Europea, guidata dalla Francia, ha immediatamente indotto un vertice a Parigi. Emmanuel Macron ha riunito i capi di governo di Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca con l’obiettivo di inserirsi nei trattati del conflitto russo-ucraino. Per capirne di più il docente ISPI e direttore di Start InSight Claudio Bertolotti ne ha discusso a Ticinonews.  

Qual è la tua impressione su questo vertice?

"Il realismo s’impone sull’ottimismo. Questo incontro non produrrà nulla di concreto in termini di effettiva capacità europea di incidere sulle dinamiche della guerra russo-ucraina. Tuttalpiù, può essere letto come un tentativo estremo da parte dell’Unione Europea su iniziativa francese di continuare ad essere un attore politico che non deve essere accantonato dalla Russia e dagli Stati Uniti".

A tuo avviso riuscirà l’Europa in questo tentativo oppure no?

"No, io temo che non riuscirà. Lo dico con tutto l’amore che ho nei confronti dell’UE, delle sue iniziative e della sua visione. Purtroppo, l'UE non ha la capacità militare per poter opporre la propria volontà politica e di questo tengono conto sia la Russia che gli USA, che hanno sostenuto il principale sforzo militare a sostegno dell'Ucraina e che ha visto l'Europa soltanto come un comprimario, certamente animato - soprattutto nella prima parte della guerra - da una iniziativa univoca, coerente con i propri obbiettivi e anche molto partecipata da parte di tutti i paesi, oggi purtroppo quelli sforzi non possono concretizzarsi in un ruolo determinante in un progetto negoziale, quindi l'Europa non è un giocatore principale e purtroppo non è neanche un attore partecipante a questa lotta sul piano delle relazioni internazionali".

È un vertice dal quale ci si può aspettare che emerga qualcosa di concreto?

"Temo anche in questo caso di no se non un messaggio molto chiaro cioè che l'Europa continua ad esistere e a lavorare con l'obbiettivo di definire una propria agenda sia politica che militare, quello che mi auguro è che da questo incontro emerga la consapevolezza di un'attuale incapacità di intervento al di fuori dei propri confini a supporto di paesi partner o potenziali alleati, la sintesi è l'unione fa la forza e senza unione questa forza è sostanzialmente inconsistente. Un altro aspetto importante che potrebbe emergere è la volontà da parte dell'UE di mantenere quelle che sono le sanzioni nei confronti della Russia, non tanto per punirla, ma per utilizzare quelle sanzioni come leva politica per poter poi avere un ruolo nella seconda fase degli accordi negoziali".

Perché l'UE conta sempre meno? È un problema di struttura, com'è fatta dal punto di vista delle istituzioni oppure mancano i leader o il leader?

"L’Europa manca per volontà politica di una struttura che le consenta di poter perseguire i propri obiettivi strategici. Ammesso che questi ci siano perché dei 27 paesi che compongo l'unione non tutti hanno una visione univoca sulle priorità e su quelle che sono le prospettive al di fuori dei pochi confini; quindi, l'Europa non è stata creata come entità politica in grado di perseguire i propri obbiettivi e di questo paghiamo pegno. L'Europa ora si deve riorganizzare e ripensare non tanto nei suoi obbiettivi quanto nelle sue strutture. Non c'è tempo e non ci sono soldi perché la Russia consuma sul campo di battaglia settimanalmente quello che l'UE produce in un anno, con la differenza che la Russia lo paga un decimo di quello che lo pagherebbe l'UE. Questo è un gap incolmabile. A questo si aggiunge l'assenza di una leadership anche in questo caso è una scelta politica: la leadership europea non ha la capacità di determinare le scelte dei paesi che compongono l'UE perché questi non hanno ceduto la sovranità necessaria all'UE per poter agire invece degli stati al fine di perseguire l'obbiettivo europeo in alternativa ai singoli obbiettivi nazionali".

Esattamente tra una settimana saranno i tre anni dallo scoppio della guerra, in questi tre anni non si è trovato un vero accordo, Trump ha dato un'accelerata, riuscirà a trovare un'intesa con Putin per far in modo di fermare questa guerra?

"Credo di sì ma non sarà una soluzione vantaggiosa per l'Ucraina, sarà estremamente svantaggiosa, la Russia di fatto imporrà la propria volontà che consiste nel riuscire a prendere possesso di tutti quei territori che attualmente sta occupando e Trump si presenterà come il risolutore, seguendo lo stesso schema che ha applicato nel 2020 in Afghanistan con il negoziato con i talebani dal quale escluse così come fa oggi con il presidente Zelensky l'allora legittimo governo afghano di fatto sedendosi al tavolo con la controparte. Erano i talebani allora e la Russia oggi e di fatto imponendo e consegnando all'Ucraina un risultato concordato tra due grandi potenze senza tenere conto delle ambizioni e delle vere necessità della parte ucraina".

Quindi sarà una vittoria della Russia?

"Possiamo leggerla così. Certamente dal punto di vista russo, si rappresenta come tale da parte dell'opinione pubblica russa. Ma di fatto verrà letta come tale anche dagli ucraini e da chi in maniera più approfondita si fermerà ad osservare le fasi successive ossia la cessione territoriale alla Russia di importanti spazi geografici che potremmo definire come linee amministrative che vanno oltre ai territori oggi conquistati dalla Russia che si limiteranno alle zone ancora contese che verranno cedute alla Russia. E dall'altro lato la cessione agli USA dello sfruttamento dei bacini minerali rari a cui gli USA guardano con grande interesse e che l'UE pur avendole inserite tra le priorità che sono alla base degli accordi con l'Ucraina vedrà sfumare. Quindi un gioco win-win ma soltanto per due giocatori: Russia e USA".