Italia e Albania hanno siglato un "importantissimo" protocollo d'intesa in materia di gestione dei flussi migratori. Lo ha annunciato la premier Giorgia Meloni, al termine di un incontro a Palazzo Chigi con il primo ministro albanese Edi Rama. "E' un accordo che arricchisce una amicizia storica e una cooperazione profonda tra le nostre due nazioni", ha sottolineato Meloni. "L'Italia - ha ricordato la leader di Fdi - è il primo partner commerciale dell'Albania, il nostro interscambio vale circa il 20% del Pil albanese".
L'obiettivo
L'obiettivo è rendere operative entro la primavera 2024 due strutture che l'Italia intende realizzare in Albania per la gestione dei flussi migratori, ha detto la premier italiana dopo aver siglato a Palazzo Chigi l'accordo con il primo ministro albanese Edi Rama. "La giurisdizione dei centri sarà italiana", ha spiegato la presidente del Consiglio. A Shengjin, l'Italia si occuperà delle procedure di sbarco e identificazione e realizzerà un centro di prima accoglienza e screening; a Gjader, invece, sarà realizzata una struttura modello Cpr per le successive procedure. "L'Albania collaborerà con le sue Forze di polizia per la sicurezza e sorveglianza", ha proseguito Meloni illustrando i contenuti dell'intesa. Gli obiettivi dell'accordo, ha aggiunto Meloni, sono quelli di "contrastare il traffico di essere umani, prevenire i flussi irregolari ed accogliere solo chi ha veramente diritto alla protezione internazionale". Nei due centri "quello al porto si occuperà delle procedure di sbarco e di identificazione con una prima attività di screening mentre il centro che verrà realizzato nell'area più interna sarà una struttura modello Cpr".
Per migranti salvati da navi italiane
A quanto si apprende, il protocollo d'intesa tra Italia e Albania non si applica agli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma a quelli salvati nel Mediterraneo da navi italiane, come quelle di Marina e Gdf, ma non quelle delle Ong. Non si applica a minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. Al porto di Shengjin, l'Italia si occuperà delle procedure di sbarco e identificazione e realizzerà un centro di prima accoglienza e screening. A Gjader, nel nord ovest dell'Albania, realizzerà una struttura modello Cpr per le successive procedure.