Terremoti
Myanmar: oltre 1600 vittime e 3mila edifici crollati
© Unicef Myanmar
© Unicef Myanmar
Keystone-ats
3 giorni fa
Un'analisi dell'Usgs non esclude il peggiore degli scenari: c'è una probabilità del 35% che il numero dei morti sia compreso tra 10'000 e 100'000, mentre il costo finanziario per il Paese potrebbe raggiungere decine di miliardi di dollari, superando il pil nazionale.

Il bilancio delle vittime, come si temeva, è cresciuto in modo esponenziale: sono oltre 1600 le vite spezzate dal violento terremoto che venerdì mattina ha messo il ginocchio il Myanmar sbriciolando case, scuole, ponti e siti religiosi. Per il secondo giorno consecutivo i soccorritori hanno cercato sopravvissuti tra le macerie e nel frattempo si è mobilitata anche la macchina degli aiuti internazionali, ma con il passare delle ore le cifre del disastro rischiano di peggiorare ulteriormente. È una sfida enorme per il paese del sud-est asiatico, uno dei più poveri del mondo, costretto all'isolamento dalla giunta militare, che incurante dell'emergenza, continua a lanciare attacchi aerei contro i gruppi ribelli.

Stato d'emergenza

Le autorità birmane hanno dichiarato lo stato d'emergenza in sei regioni, ma le ricerche tra i detriti si concentrano a Mandalay, vicina all'epicentro del sisma, che è stata visitata dal capo dello Stato, il generale Min Aung Hlaing. Nel capoluogo, che è la seconda città del Paese, la Croce Rossa ha riferito di almeno 90 persone rimaste intrappolate dopo il crollo di un palazzo di 12 piani, e ad un certo punto si è riusciti ad estrarre viva una donna dopo 30 ore. Un miracolo, che tuttavia con lo scorrere delle lancette rischia di rimanere un caso isolato, o quasi.

Le vittime della tragedia

Tra i simboli della tragedia, il ritrovamento dei corpi di 12 bambini in età prescolare e di un insegnante, tra i resti di scuola materna. Al momento del sisma, nell'edificio ci sarebbero stati una sessantina di bimbi e sette insegnanti. La furia del terremoto non ha risparmiato neanche il patrimonio culturale del Paese. È il caso ad esempio di un'antichissima pagoda, sempre a Mandalay: "Ha iniziato a tremare, poi è crollata", ha raccontato un soldato che si trovava in posto di blocco fuori dal tempio: "Un monaco è morto, e ci sono anche feriti estratti dalle macerie", la sua testimonianza. I danni e la paura di nuove scosse hanno spinto migliaia di persone a trascorrere la notte per strada o in spazi aperti. Anche il traffico aereo si è paralizzato: hanno chiuso l'aeroporto di Mandalay e quello della capitale Naypyitaw, dove è caduta la torre di controllo.

Oltre 3mila edifici crollati e il numero di morti potrebbe aumentare drasticamente

Al momento, oltre alle vittime, si contano almeno 3mila edifici crollati, ma è difficile prevedere il bilancio finale. Un'analisi dell'Usgs non esclude il peggiore degli scenari: c'è una probabilità del 35% che il numero dei morti sia compreso tra 10'000 e 100'000, mentre il costo finanziario per il Paese potrebbe raggiungere decine di miliardi di dollari, superando il pil nazionale. A peggiorare la situazione c'è la fatiscenza delle infrastrutture sanitarie. L'ufficio per gli affari umanitari dell'Onu ha avvertito che "una grave carenza di forniture mediche" sta ostacolando la risposta all'emergenza. In particolare "kit traumatologici, sacche di sangue, anestetici, dispositivi di assistenza, medicinali essenziali e tende per gli operatori sanitari". Tra l'altro, si sottolinea, gli ospedali hanno subito danni ingenti o sono stati distrutti e le interruzioni alle telecomunicazioni e Internet "continuano a ostacolare le operazioni umanitarie".

Il conflitto tra militari e ribelli non si ferma: il regime continua ad attaccare

La furia del terremoto ha investito un Paese già prostrato dalla crisi economica e da un conflitto tra i militari tornati al potere con un colpo di stato nel 2021 e gruppi ribelli, che ha causato lo sfollamento di oltre tre milioni di persone. E nemmeno il sisma ha fermato le ostilità: secondo la People's Defense Force, la milizia che combatte contro la giunta per un ritorno alla democrazia, il regime ha continuato a effettuare attacchi aerei in diverse regioni. Un'indagine recente condotta dalla Bbc ha rivelato che l'esercito controlla meno di un quarto del Paese, e che per riguadagnare terreno lancia massicci raid utilizzando jet russi e cinesi. Attacchi condannati dall'Onu, che parla di crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

Ribelli: 2 settimane di cessate il fuoco e collaborazione con l'Onu

L'ala militare dell'opposizione in Myanmar ha comunicato che si impegnerà a mantenere un cessate il fuoco di 2 settimane per consentire il passaggio degli aiuti verso le aree colpite dal terremoto, lo riferisce la Bbc. La People's Defence Force ha assicurato che collaborerà con l'Onu nelle aree sotto il suo controllo "per garantire sicurezza, trasporti e l'istituzione di campi di soccorso e medici temporanei".

La situazione in Thailandia

Intanto dall'altra parte del confine, in Thailandia, il primo ministro Paetongtarn Shinawatra ha assicurato che il Paese "è tornato alla normalità" dopo il sisma, che ha avuto un impatto anche Bangkok. Secondo le autorità è crollato solo un edificio nella capitale, il palazzo di 30 piani in costruzione sgretolatosi in pochi secondi dopo la prima scossa. Sul posto le squadre di ricerca si sono alternate senza sosta in cerca di sopravvissuti. Sono state trovate morte undici persone, ma decine risultano ancora disperse.