
Negoziati, contromisure e diversificazione: sono i tre binari su cui si muove l'Europa in risposta ai dazi annunciati da Donald Trump. "I negoziati sono al primo posto", sottolineano fonti Ue, ribadendo l'impegno "a trovare una soluzione" di fronte a sovrattasse giudicate "illegali e ingiustificate", con l'obiettivo di ridurle. Accanto al dialogo ci saranno però le contromisure. "Stiamo rispondendo per proteggere le nostre aziende, i nostri lavoratori e i nostri consumatori. Questa è la nostra prima priorità". La rappresaglia "non è una punizione fine a se stessa, bensì uno strumento per raggiungere un obiettivo", hanno spiegato le stesse fonti, precisando che l'Ue "non sta cercando l'escalation, ma vuole negoziare da una posizione di forza". Il terzo asse è la diversificazione. "Abbiamo la rete di accordi commerciali più ampia e in rapida espansione al mondo: 76 Paesi sono legati all'Ue da un'intesa commerciale, contro i soli 20 degli Stati Uniti. Se c'è qualcuno che sa come fare affari, e come farli bene, siamo noi", viene evidenziato.
"Primi controdazi il 15 aprile"
La decisione sui dazi avverrà in comitologia, (una procedura speciale in sede Ue, ndr), e i Paesi saranno chiamati a votare il 9 aprile. A seguito del voto - a maggioranza qualificata - le prime misure potranno entrare in vigore il 15 aprile, seguite poi da una seconda tranche di accorgimenti il 15 maggio. "Eravamo pronti il 12 marzo, siamo pronti ora. C'è ancora qualche consultazione in corso e poi procederemo", hanno ribadito fonti Ue, precisando che "la ritorsione rifletterà" gli input ricevuti dai governi nazionali.