Con 179 voti a favore e 171 contrari il Parlamento spagnolo ha concesso la fiducia al leader socialista Pedro Sánchez che, per la terza volta nella sua vita politica, è eletto presidente del governo. Un voto che conferma l'intesa sull'amnistia tra il Partito socialista (Psoe) e gli indipendentisti catalani, scelta che sta dividendo fortemente il paese. Hanno votato a favore otto forze politiche: il Psoe, la coalizione di sinistra Sumar, i partiti indipendentisti catalani Erc e Junts, quelli baschi Bildu e Pnv, il partito galiziano Bng e quello delle Canarie (Cc). Contrari i popolari, i deputati della destra estrema di Vox e il partito navarro Upn. Se il leader socialista non avesse ottenuto i 179 voti previsti, ovvero oltre la maggioranza assoluta di 176, la sessione si sarebbe allungata a domani, con un nuovo voto in cui Sánchez, per essere nominato premier, avrebbe dovuto ricevere più voti favorevoli che contrari.
Alberto Nunez Feijòo
Il leader del Partito popolare Alberto Nunez Feijòo, immediatamente dopo la proclamazione della fiducia concessa a Sánchez, si è recato davanti al seggio del premier per stringergli la mano. Un gesto di galateo istituzionale e di distensione dal grande rilievo politico, che arriva dopo settimane di fortissima contrapposizione in parlamento, ma soprattutto nelle piazze, tra maggioranza e opposizione sull'intesa a favore dell'amnistia che il Psoe ha raggiunto con li indipendentisti catalani. Da segnalare che lo stesso gesto non è stato compiuto dal leader della destra estrema di Vox Santiago Abascal.
Terzo mandato alla Moncloa
Grazie alla fiducia ottenuta oggi Sánchez, nato a Madrid il 29 febbraio del 1972, conquista il suo terzo mandato da premier spagnolo. La sua avventura alla guida del governo iniziò nel giugno 2018, quando sostituì il popolare Mariano Rajoy, destituito dal Congresso con una mozione di sfiducia. In quel primo mandato, Sánchez guidò un governo monocolore del Psoe fino ad aprile 2019, quando si tennero elezioni anticipate. Dopo quella tornata, Sánchez continuò come primo ministro in carica per gli affari correnti fino alla ripetizione elettorale di novembre 2019, indetta a a causa dello stallo tra i partiti incapaci di formare una nuova maggioranza. A gennaio 2020 Sánchez intraprese il suo secondo mandato politico, alla guida di una coalizione di governo costituita da Partito Socialista e Unidas Podemos. Dopo le elezioni da lui stesso convocate in anticipo a luglio 2023, in seguito a una dura sconfitta alle elezioni amministrative di maggio, è rimasto di nuovo in carica fino al voto di oggi che gli conferisce il suo terzo mandato alla Moncloa.