![Putin infuriato con Charlie Hebdo](https://dexter-cdn01.gruppocdt.ch/ticinonews/stories/historical/960x640/25eb0a54-b81d-4136-8fce-98f5636f4ccd.jpg)
Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin ha definito un "sacrilegio" vignette che compaiono oggi sulla rivista satirica francese Charlie Hebdo a proposito del disastro aereo nel Sinai. Le vignette "non hanno a che fare né con la democrazia" né con la libertà "di espressione", ha detto il portavoce, Dmitri Peskov, citato da Interfax. Il portavoce del Cremlino ha poi definito Charlie Hebdo "una testata assai controversa" e ha aggiunto che "molti non la accettano e si sentono offesi dalle sue pubblicazioni". "Un giornale come questo - ha proseguito Peskov - probabilmente sarebbe assolutamente inappropriato nel nostro sistema sociale, nel nostro paese multinazionale e multiconfessionale". Il portavoce di Putin ha infine dichiarato di aver "cercato assieme ai colleghi" delle vignette sui redattori di Charlie Hebdo "uccisi dai terroristi" ma di non essere riuscito a trovarle: "se sono state pubblicate - ha affermato - anche questo è un sacrilegio". Oltre al Cremlino, anche altre istituzioni russe hanno criticato due vignette satiriche sul disastro aereo nel Sinai pubblicate da Charlie Hebdo, in una delle quali sono disegnati pezzi del velivolo che precipitano su un jihadista mentre la didascalia recita "L'aviazione russa intensifica i bombardamenti". "Qualcuno è ancora Charlie?" ha commentato su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riferendosi allo slogan creato dopo il sanguinoso attacco jihadista al settimanale del gennaio scorso. "Hanno perso ogni pudore, sono dei vigliacchi" tuona invece Aleksandr Romanovich, vice capo della Commissione della Duma per gli Affari internazionali. "Certamente queste caricature della tragedia aerea non sono satira ma una sporca presa in giro che può essere valutata come cinismo eclatante", dichiara da parte sua il comunista Ivan Melnikov, primo vice presidente della Duma. Duro anche il presidente della Commissione Affari internazionali del Senato russo, Konstantin Kosaciov, secondo cui "le caricature di Charlie Hebdo non sono che un altro esempio immorale di auto-pubblicità e di guadagno spudorato di soldi sulle tragedie e sui guai degli altri".
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