Ieri la Russia ha colpito l'Ucraina con un nuovo missile balistico a medio raggio, come spiegato dallo stesso presidente Vladimir Putin, che ha spiegato come l'attacco a Dnipro è stato effettuato con un "nuovo missile convenzionale a raggio intermedio" dal nome in codice " Oreshnik". Ma non solo, perché oltre a questo il presidente russo ha anche affermato come Mosca abbia il diritto di colpire i Paesi le cui armi sono utilizzate dall'Ucraina in Russia. Con gli attacchi missilistici occidentali in Russia, il conflitto in Ucraina ha assunto un "carattere globale", ha sostenuto il presidente russo in un discorso televisivo sulla situazione in Ucraina. Si tratta di una minaccia realistica, oppure siamo tornati ai tempi della guerra fredda e delle dichiarazioni "di facciata", atte ad avere un certo peso nel corso delle prossime trattative? "L'interpretazione delle dichiarazioni di Putin dipende dall'Ucraina e dall'occidente", ha spiegato a Ticinonews Pietro Batacchi, direttore della rivista italiana difesa. "Sta a Kiev e ai suoi sostenitori occidentali capire se si tratta di 'parole di facciata' e mostrare se c'è la volontà di scoprire se si tratta di una finta oppure no. È chiaro che in questo momento la Russia ha l'esigenza di potenziare il suo profilo deterrente e lo fa con i mezzi che ha, mostrando al mondo che si tratta di un paese con l'arma atomica e con la volontà di utilizzarla se necessario", ha concluso Batacchi.
Mosca "ha il diritto" di colpire i Paesi le cui armi sono utilizzate dall'Ucraina in Russia. Lo annuncia il presidente russo Vladimir Putin. In caso di escalation, la Russia risponderà in modo deciso e in modo simmetrico, ha aggiunto. Con gli attacchi missilistici occidentali in Russia, il conflitto in Ucraina ha assunto un "carattere globale", ha sostenuto il presidente russo in un discorso televisivo sulla situazione in Ucraina.
Quasi 11'000 soldati nordcoreani sono stati schierati nel Kursk. Lo riporta la BBC citando il National Intelligence Service (NIS) di Seul. Un membro della commissione parlamentare per l'intelligence, Lee Seong-Kweun, ha affermato che le truppe sono state trasferite nella regione alla fine di ottobre dopo aver completato l'addestramento di adattamento in loco nella Russia nordorientale. E ha confermato che la Corea del Nord ha spedito ulteriori forniture militari, tra cui numerosi lanciarazzi e artiglieria a lungo raggio. Le truppe di Pyongyang in Russia dovrebbero essere sotto la guida di Kim Yong-bok, un generale fedelissimo del leader nordcoreano Kim Jong-un che per il suo ruolo di capo delle forze speciali della Corea del Nord ha sempre mantenuto - riporta il "Wall Street Journal" - un basso profilo per nascondere la sua identità.
Il presidente russo Vladimir Putin è disponibile a discutere di un accordo di cessate il fuoco in Ucraina con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump pur escludendo di fare importanti concessioni territoriali e insistendo affinché Kiev abbandoni le ambizioni di entrare nella NATO: lo riporta la Reuters sul suo sito citando cinque fonti.
Spazio per una trattativa
Secondo i cinque attuali ed ex funzionari russi, il Cremlino potrebbe ampiamente accettare di congelare il conflitto lungo le linee del fronte. Secondo tre fonti, potrebbe esserci spazio per una trattativa sulla precisa spartizione delle quattro regioni orientali di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, parzialmente occupate dalla Russia. Ma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass, ha subito frenato: "il presidente ha ripetutamente e coerentemente dichiarato la sua disponibilità al contatto e ai negoziati" ma "nessuno scenario di congelamento del conflitto" in Ucraina "ci andrebbe bene". "Per noi è importante raggiungere i nostri obiettivi, che sono ben noti a tutti", ha aggiunto Peskov.
Le autorità russe hanno arrestato un cittadino tedesco nell'exclave di Kaliningrad con l'accusa di sabotaggio di impianti energetici. Lo riferiscono i servizi di sicurezza russi (FSB), stando a quanto scrivono le agenzie di stampa di Mosca. L'uomo, Nikolai Gaiduk, nato nel 1967, "è implicato nell'esplosione avvenuta nel marzo 2024 in una stazione di distribuzione del gas" a Kaliningrad, la regione russa incastonata tra Polonia e Lituania, afferma un comunicato dell'FSB. L'uomo era tornato in Russia "per organizzare atti di sabotaggio alle infrastrutture energetiche locali", si legge nel comunicato.
L'ambasciata americana a Kiev avverte di un "possibile attacco aereo significativo" oggi. "L'ambasciata degli Stati Uniti a Kiev ha ricevuto informazioni specifiche su un potenziale attacco aereo significativo il 20 novembre", si legge in un comunicato dell'ambasciata sul suo sito web. "Per eccesso di cautela, l'ambasciata sarà chiusa e i dipendenti sono stati istruiti a trovare rifugio sul posto. "L'ambasciata degli Stati Uniti raccomanda ai cittadini statunitensi di essere pronti a rifugiarsi immediatamente nel caso in cui venga annunciato un allarme aereo", aggiunge il messaggio.
Il presidente russo Vladimir Putin resta più piccolo rispetto alla forza dell'Europa unita: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in videocollegamento al Parlamento europeo in occasione dei 1000 giorni dall'inizio dell'invasione russa. "L'Ucraina assieme a tutta l'Europa e ai nostri partner in America siamo riusciti non soltanto a evitare che Putin si prendesse l'Ucraina ma anche a difendere la libertà di tutte le nazioni europee. Anche se ha dalla sua parte Kim jong-un e la Corea del Nord, Putin resta più piccolo rispetto alla forza dell'Europa unita. Vi esorto a non dimenticare mai quanto l'Europa sia capace di raggiungere assieme", ha affermato Zelensky, "Le sanzioni sono essenziali. Assieme abbiamo fatto tanto ma non dobbiamo avere paura di fare di più: alcuni leader europei pensano di vincere le elezioni ma Putin non si fermerà. Bisogna spingere più forte contro la Russia", ha dichiarato il leader ucraino. "Dobbiamo spingere la Russia verso una pace giusta - ha proseguito -, ogni colpo e ogni minaccia della Russia deve essere affrontata con sanzioni, dobbiamo ridurre la capacità della Russia di portare avanti la guerra tramite la vendita di petrolio. Il petrolio è la linfa del regime di Putin e la flotta ombra è quello che lo tiene in vita." Zelensky ha anche affermato che "la Russia non prenderà mai parte a negoziati utili senza il fuoco nei suoi depositi di munizioni, senza che la sua logistica militare sia interrotta, senza che le sue basi aree siano distrutte, senza che perda la sua capacità di produrre missili e droni e senza che i suoi asset siano confiscati".
Metsola, con l'Ucraina tutto il tempo necessario
In precedenza la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola, nel suo intervento di apertura della sessione plenaria speciale dedicata ai 1000 giorni dell'invasione russa dell'Ucraina, ha dichiarato che "oggi ricordiamo i 1000 giorni da quando la Russia ha scatenato la sua brutale invasione dell'Ucraina. 1000 giorni di terrore, sofferenza e perdite inimmaginabili. 1000 giorni di coraggio, resilienza e spirito indistruttibile. Per 1000 giorni il popolo ucraino - e tu, presidente Zelensky - lo hanno mostrato al mondo com'è il vero coraggio. Ti sei alzato in piedi, rifiutandoti di spezzarti. La tua gente è un ispirazione per tutti coloro che apprezzano la libertà in tutto il mondo". "Questo è un attacco non solo all'Ucraina ma all'ordine basato sulle regole. Un attacco ai nostri valori, al nostro modo di vivere. Pace, democrazia e libertà: questa è la posta in gioco", ha detto Metsola. "Riconosciamo il sacrificio che il popolo ucraino sta sopportando, non solo per se stesso, ma per tutti noi. Sarò per sempre orgoglioso del fatto che questo Parlamento abbia guidato la carica nel sostenere l'Ucraina con assistenza politica, finanziaria, umanitaria e militare. Sosterremo sempre la pace, una vera pace basata sulla giustizia, sulla dignità e sul concetto di 'niente sull'Ucraina senza l'Ucraina'. Questo è il motivo per cui abbiamo imposto dure sanzioni alla Russia e chiediamo di andare ancora oltre per colpire la macchina da guerra della Russia. Questo è il motivo per cui siamo stati i primi a chiedere il giusto posto dell'Ucraina all'interno della nostra Unione europea. Ecco perché eravamo lì, sul campo a Kiev, solo un paio di settimane dopo che iniziò l'invasione", ha affermato Metsola. "Oggi inviamo un messaggio chiaro e semplice: siamo con l'Ucraina, fino alla libertà, fino alla vera pace. Per tutto il tempo necessario. Slava ukraini".
Nella serata di ieri il consigliere federale Ignazio Cassis, dopo essere intervenuto al Consiglio di sicurezza dell'Onu su Medio Oriente e Sudan, ha chiesto a Mosca la fine delle ostilità con l'Ucraina. Dopo 1000 giorni di guerra è ora che le armi tacciano. A New York il ticinese si è detto profondamente preoccupato per i massicci attacchi sferrati dalla Russia contro le infrastrutture energetiche in Ucraina. Si tratta di un grande pericolo per la popolazione con l'inverno ormai alle porte. Il "ministro" degli esteri ha aggiunto che la guerra non destabilizza solo la sicurezza internazionale a causa della minaccia nucleare, ma mette anche in pericolo la sicurezza alimentare ed energetica mondiale. Cassis ha criticato il rischio d'espansione del conflitto dovuto all'impiego di migliaia di soldati della Corea del Nord, che secondo i rapporti combattono al fianco dei russi. La sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina vanno rispettati, ha sottolineato.
Se dovesse essere confermato il permesso americano a Kiev di utilizzare i missili Atacms contro la Russia, ciò significherebbe "un ulteriore aumento delle tensioni". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti. L'amministrazione americana uscente di Joe Biden, ha proseguito Peskov, continua a "gettare benzina sul fuoco e a provocare una maggiore escalation in merito al conflitto" in Ucraina.
La Germania intende iniziare a rifornire l'Ucraina di 4000 droni kamikaze ad elevata autonomia e potenti contromisure elettroniche per non essere rilevati, secondo quanto scrive il quotidiano tedesco Bild, ripreso anche dall'Ukrainska Pravda, che cita fonti dello stesso ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius.
Si tratta, scrive l'Ukrainska Pravda, di armi prodotti dalla Helsing e bollati dalla Bild come "mini-Taurus", con riferimento ai potenti missili da crociera a lungo raggio Taurus, di cui Berlino non ha autorizzato la consegna a Kiev.
"Una caratteristica speciale del drone - scrive il giornale ucraino - è il software moderno, che lo aiuta a 'orientarsi' sul terreno utilizzando numerosi marcatori e a volare verso il bersaglio anche in condizioni meteorologiche difficili" e a "sfuggire alle apparecchiature di guerra elettronica. Una volta che il drone ha identificato il bersaglio e l'operatore lo ha confermato, è poi in grado di effettuare l'uccisione autonomamente, anche se si perde la comunicazione".
Joe Biden ha autorizzato l'Ucraina a utilizzare missili a lungo raggio per colpire le forze russe e nordcoreane solo nella regione russa di Kursk. Lo scrive Axios.
La fonte ha affermato che la decisione di Biden è stata comunicata all'Ucraina circa tre giorni fa e che la motivazione alla base di questa decisione è quella di dissuadere la Corea del Nord dall'inviare altre truppe in Russia per la guerra contro l'Ucraina. I funzionari statunitensi sperano che, se le truppe nordcoreane a Kursk venissero colpite, Pyongyang potrebbe rivedere la decisione di inviare truppe in Russia e il contrattacco russo a Kursk fallirebbe.
Da oggi le famiglie svedesi riceveranno nella posta copie di una brochure informativa con consigli e raccomandazioni per prepararsi in caso di uno stato d'emergenza o guerra. L'opuscolo, redatto dalla protezione civile svedese è stato stampato in 5 milioni di copie ed è inoltre disponibile in altre lingue digitalmente. All'interno ci sono consigli pratici su quali scorte tenere in casa, liste e istruzioni per affrontare diverse situazioni di crisi ma anche un conflitto armato.
Situazione sul fronte sicurezza peggiorata
"Non è un segreto che la situazione della sicurezza sia peggiorata rispetto alla pubblicazione dell'ultimo opuscolo nel 2018", ha dichiarato il ministro della difesa civile Carl-Oskar Bohlin parlando con la stampa. "Con circostanze esterne cambiate, è necessario aggiornare le informazioni fornite alle famiglie svedesi per riflettere la situazione attuale. La nuova brochure è uno strumento importante per chiarire il ruolo dell'individuo nella difesa totale", ha aggiunto il ministro. Una delle frasi più iconiche è "Se la Svezia verrà attaccata non ci arrenderemo mai. Tutte le informazioni su una resa sono false", presente già nell'edizione del 2018 ma ora in maggiore evidenza tra le prime pagine.
È la quinta volta che l'opuscolo viene distribuito
Questa è la quinta volta che la Svezia distribuisce un opuscolo di questo tipo, il primo fu pubblicato durante la seconda guerra mondiale e altre due edizioni sono state distribuite negli anni '60, durante la guerra fredda. "Abbiamo imparato molto dalla guerra in Ucraina - ha sottolineato la direttrice della protezione civile Charlotte Petri Gornitzka - abbiamo visto che la popolazione civile viene presa di mira nella guerra moderna" ha aggiunto, sottolineando l'importanza di essere pronti.
Opuscoli simili disponibili anche in Norvegia, Finlandia e Danimarca
Questo mese un simile opuscolo cartaceo è stato distribuito alle famiglie anche in Norvegia e un opuscolo digitale è scaricabile in pdf in Finlandia e Danimarca. Anche in Norvegia la scorsa edizione risale a sei anni fa: "Abbiamo deciso di stampare una nuova edizione per via dei cambiamenti climatici e i fenomeni di meteo estremo che portano ad alluvioni e frane" ha dichiarato Tore Kamfjord, responsabile per la campagna informativa presso la protezione civile norvegese. "Inoltre abbiamo una società sempre più digitale quindi c'è il rischio che il sistema possa non funzionare per via del tempo o di attacchi informatici e chiaramente la situazione di sicurezza in Europa è stato un altro motivo per l'aggiornamento", ha aggiunto Kamfjord, intervistato dall'ANSA.
La notizia dell'autorizzazione dell'utilizzo da parte ucraina dei missili a lungo raggio americani per colpire in profondità la Russia rappresenta un nuovo capitolo nel conflitto che da quasi 1000 giorni sta devastando l'Ucraina. L'amministrazione Biden ancora non si è espressa sulla decisione, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato: “Oggi i media parlano molto del fatto che abbiamo ricevuto l'autorizzazione per compiere queste azioni. Ma gli attacchi non si fanno a parole. Queste cose non vengono annunciate. I missili parleranno. Lo faranno sicuramente".
Joe Biden ha autorizzato l'Ucraina a usare i missili a lungo raggio americani per colpire in Russia. Lo riporta il New York Times citando alcuni funzionari dell'amministrazione, secondo i quali i missili probabilmente saranno dispiegati all'inizio contro le truppe russe e nordcoreane in difesa delle forze ucraine nelle regione di Kursk. La decisione di Biden rappresenta una netta inversione nella politica americana e arriva a due mesi dall'insediamento del presidente-eletto Donald Trump. La mossa di consentire agli ucraini di usare i missili Atacms è in risposta alla decisione della Russia di coinvolgere le truppe nordcoreane nel conflitto, spiegano funzionari americani al New York Times.
Inviare un messaggio alla Corea del Nord
Anche se la decisione non altererà l'esito della guerra, il suo obiettivo è quello di inviare un messaggio alla Corea del Nord. Secondo l'amministrazione, l'Ucraina potrebbe usare i missili inizialmente contro le truppe russe e nordcoreane che minacciano le forze ucraine a Kursk, ma Biden potrebbe autorizzarne l'uso anche altrove. L'Ucraina prevede di condurre i suoi primi attacchi a lungo raggio nei prossimi giorni, senza però rivelare dettagli per motivi di sicurezza operativa, riporta Reuters sul suo sito.
Con gli Atacms americani attacchi fino a 300 chilometri
Il sistema missilistico tattico americano Atacms è prodotto dalla Lockheed Martin, permette di raggiungere i 300 km di distanza e sono difficili da intercettare a causa della loro elevata velocità. Gli Stati Uniti hanno inviato queste armi come parte di un pacchetto di supporto e sono già state utilizzate almeno una volta per colpire obiettivi russi nella Crimea occupata. Con l'ok di Joe Biden, l'Ucraina potrà penetrare più in profondità nelle aree controllate dalla Russia, prendendo di mira basi, strutture di stoccaggio e centri logistici.
Mosca: "Partecipazione diretta dei Paesi Nato"
A settembre il presidente russo Vladimir Putin aveva messo in guardia l'Occidente dal permettere all'Ucraina di usare i suoi missili a lungo raggio per colpire il territorio russo. A suo avviso, Mosca lo considererebbe come una "partecipazione diretta" dei Paesi della Nato alla guerra in Ucraina, affermando che ciò "cambierebbe sostanzialmente l'essenza stessa, la natura del conflitto".
L'Ucraina annuncia restrizioni energetiche a livello nazionale da domani dopo il grave attacco russo. Il motivo del ritorno temporaneo delle restrizioni, spiega Ukrenergo, ripreso da Ukraiska Pravda, è il danno agli impianti energetici durante il massiccio attacco missilistico e di droni di oggi. "I tecnici sono al lavoro per eliminare le conseguenze al fine di riportare in funzione le attrezzature danneggiate dal nemico il prima possibile", si legge nel messaggio. Ukrenergo ha esortato a non accendere più gli apparecchi elettrici contemporaneamente.
"Abbiamo visto gli orribili attacchi della notte scorsa della Russia contro l'Ucraina, con la precisa intenzione di distruggere le infrastrutture energetiche civili, con un incredibile costo di vite. Staremo al fianco dell'Ucraina fino a quando servirà". Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Rio de Janeiro per partecipare al G20, ai microfoni di Globo Tv. "Sosterremo l'Ucraina questo inverno, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture energetiche, ma anche in altri settori, come col finanziamento e le capacità militari. L'Ucraina può contare su di noi", ha aggiunto.
La Corea del Nord potrebbe inviare fino a 100mila soldati per aiutare la Russia nella sua guerra in Ucraina se l'alleanza fra Mosca e Pyongyang continuerà a crescere. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando le valutazioni effettuate da alcuni paesi del G20. Nessuna mossa è al momento imminente e potrebbe trattarsi anche solo di una rotazione dei soldati.
Il tema sarà in parte al centro dell'incontro fra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente cinese Xi Jinping. Scholz, secondo fonti tedesche citate da Bloomberg, farà pressione sul leader cinese nel corso del loro incontro a Rio affinché usi la sua influenza sulla Russia e la Corea del Nord per evitare una ulteriore escalation della guerra.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che la sua conversazione con Vladimir Putin non ha dato alcuna indicazione di un cambiamento nella posizione del presidente russo circa la guerra in Ucraina, e che anche per questo è stata utile. Lo riferiscono media internazionali. Il cancelliere ha così difeso la sua decisione - molto criticata da Kiev - di telefonare al Cremlino.
Parlando dall'aeroporto di Berlino prima della sua partenza per il vertice del G20 in Brasile, Scholz ha affermato che valeva la pena parlare con Putin per dissipare qualsiasi illusione che il leader russo potesse nutrire sul fatto che l'Occidente stesse per abbandonare il suo sostegno all'Ucraina. Poi ha aggiunto, con riferimento all'imminente ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, che non sarebbe stato positivo se Washington fosse stata in contatto regolare con Putin mentre nessun leader europeo lo era. "La conversazione è stata molto dettagliata, ma ha contribuito a riconoscere che poco è cambiato nelle opinioni del presidente russo sulla guerra, e questa non è una buona notizia", ha detto Scholz ai giornalisti.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito oggi il sostegno della Germania all'Ucraina, dopo essere stato criticato per aver parlato al telefono con il presidente russo Vladimir Putin, affermando che nessuna decisione sulla fine della guerra con la Russia sarebbe stata presa senza Kiev. "L'Ucraina può contare su di noi" e "nessuna decisione sarà presa alle spalle dell'Ucraina", ha detto il cancelliere all'aeroporto di Berlino prima di volare a Rio de Janeiro per il G20.
Sono sette al momento le persone uccise a seguito del massiccio attacco russo della notte scorsa. Due persone sono state uccise in un raid contro un deposito ferroviario nella regione di Dnipropetrovsk mentre a Leopoli è morta una donna che si trovava a bordo di un'auto. Altre due persone sono state uccise nella zona meridionale di Odessa. Le vittime si aggiungono ai 2 morti a Mykolaiv già noti. Lo riporta il Guardian.
La Polonia ha dichiarato di aver fatto decollare i jet da combattimento e mobilitato tutte le forze disponibili domenica in risposta a un "massiccio" attacco missilistico e di droni russi sull'Ucraina. "A causa di un massiccio attacco della Russia, che sta portando avanti attacchi con missili da crociera, missili balistici e droni contro siti situati, tra gli altri luoghi, nell'Ucraina occidentale, sono iniziate le operazioni da parte di aerei polacchi e alleati", ha fatto sapere il Comando operativo polacco sulla piattaforma di social media X.
L'opposizione russa in esilio farà oggi pomeriggio a Berlino la sua prima grande manifestazione contro l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, mettendo alla prova la sua credibilità politica nel terzo anno di guerra. Con Vladimir Putin al potere da quasi 25 anni, tutti i suoi oppositori politici sono ora morti, in prigione o in esilio. Yulia Navalnaya, la vedova del nemico numero 1 dello zar che ha preso il timone del movimento, è una delle principali organizzatrici della marcia.
Migliaia di dissidenti nella capitale tedesca
Berlino - che ospita migliaia di russi anti-Putin e di rifugiati ucraini - è stata scelta come luogo privilegiato per la marcia. La protesta inizierà alle 13 nel centro della capitale tedesca e terminerà davanti all'ambasciata russa. Navalnaya unirà le forze con altri due oppositori per la manifestazione: l'ex consigliere comunale di Mosca e attivista anti-Putin di lunga data Ilya Yashin e il giornalista premio Pulitzer Vladimir Kara-Murza, sopravvissuto a due tentativi di avvelenamento. Sia Yashin che Kara-Murza sono stati liberati dal carcere dopo uno scambio di prigionieri con l'Occidente avvenuto quest'estate. "La marcia mira a unire tutti coloro che si oppongono alla guerra aggressiva di Vladimir Putin in Ucraina e alle repressioni politiche in Russia", hanno dichiarato gli organizzatori in un comunicato. L'opposizione afferma di avere tre richieste principali: il "ritiro immediato" delle truppe dall'Ucraina, il processo a Putin come "criminale di guerra" e la liberazione di tutti i prigionieri politici in Russia.
La Corea del Nord ha fornito alla Russa razzi a lungo raggio e sistemi di difesa, alcuni dei quali si trovano nella regione russa di Kursk. Lo riporta il Financial Times citando un rapporto dell'intelligence ucraina, secondo il quale delle ultime settimana Pyongyang ha fornito almeno 20 sistemi di lancio che possono sparare razzi standard o teleguidati.
Il governo estone ha approvato l'invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina. Lo annuncia il sito del ministero della difesa di Tallinn. Il nuovo pacchetto conterrà uniformi, mirini, dispositivi di protezione balistica e munizioni di vario tipo.
La soglia dei 1000 giorni di guerra
"Ci stiamo avvicinando alla soglia dei 1'000 giorni di guerra. L'Ucraina continua ad aver bisogno dell'aiuto dell'Estonia e del mondo libero per proteggersi", ha detto il ministro della difesa estone, Hanno Pevkur. "Questo pacchetto di aiuti non sarà l'ultimo: pubblicheremo a breve un bando rivolto alle aziende estoni per l'appalto della produzione bellica da inviare a Kiev nel corso del prossimo anno. Oltre ad aiutare l'Ucraina sosterremo anche l'economia e la sicurezza dell'Estonia", ha aggiunto Pevkur. Dal febbraio 2022, l'Estonia ha fornito all'Ucraina assistenza militare per un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che la situazione al fronte è "davvero difficile" e con una "lenta ma inesorabile pressione dei russi", le truppe ucraine che combattono in prima linea sono stanche. Sono quindi possibili dei riposizionamenti, dei "passi indietro".
A corto di personale per fare la rotazione
Del resto la rotazione - ha spiegato in un'intervista a Radio Ucraina, ripresa da altri media ucraini - non può avvenire finché le brigate di riserva sono a corto di personale in armi ed equipaggiamento. "Ci sono ragazzi al fronte. Hanno bisogno della rotazione per potersi riposare, fare vacanze, ecc. Al loro posto devono alternarsi altre squadre", ma queste tardano a formarsi perché "a corto di personale". "Per vari motivi, comporre le nostre brigate con persone addestrate, rifornirle ed equipaggiarle con armi, sono processi che ora vanno a rilento. Non è sufficiente riempire una brigata di persone se non arrivano le armi specifiche. Aspettiamo la consegna di alcune armi da 12 mesi, dall'accordo nel Congresso" americano, ha aggiunto Zelensky. Altrimenti, si manderebbero i rinforzi allo sbaraglio: "Che facciamo, li mandiamo avanti come semplice carne da cannone, come fanno i russi? Nessuno lo vuole", ha chiosato Zelensky. I ragazzi al fronte, colpiti quotidianamente e bombardati, "ci chiedono se possiamo fare dei passi indietro, e la leadership militare risponde: Sì. Sì, perché questa è la nostra posizione di principio: 'prima vengono le persone, poi la terra'". Quando le riserve, i rinforzi saranno pronti, "allora i russi si troveranno nella situazione in cui siamo noi adesso, sul fronte orientale".
"È vantaggioso per il presidente russo, Vladimir Putin, negoziare solo su determinate condizioni (che sarebbero) la capitolazione dell'Ucraina, ma nessuno lo permetterà". Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato da Radio Ucraina, citato da Ukrinform. "È vantaggioso per lui sedersi al tavolo, ma non è vantaggioso per lui negoziare. È invece vantaggioso per lui concordare alcune condizioni di capitolazione da parte nostra, ma nessuno glielo permetterà", ha detto Zelensky.
Fine all'isolamento politico
Per Putin, infatti, ha aggiunto Zelensky, sedersi a un tavolo significa "mettere fine all'isolamento politico costruito dall'inizio della guerra. Ed è redditizio per lui, ma solo sedersi per parlare e non per mettersi d'accordo". L'Ucraina "deve fare di tutto per porre fine alla guerra nel 2025 attraverso la via diplomatica ma partendo da una "Ucraina forte", ha detto ancora Zelensky all'indomani della telefonata tra Olaf Scholz e Vladimir Putin. "Come possono esserci trattative semplicemente con un assassino? Se parliamo con Putin e non siamo rafforzati nelle condizioni in cui ci troviamo non si tratta di una pace giusta", ha affermato. "La posizione di Trump è molto importante, l'atteggiamento dell'America verso di noi è molto importante" e gli americani "oggi sono dalla parte di Kiev".
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato al telefono con il presidente russo Vladimir Putin per la prima volta in due anni, ha indicato una fonte del governo di Berlino confermando un'informazione fornita per primo dal quotidiano bavarese Süddeutsche Zeitung. Scholz e Putin hanno parlato al telefono per un'ora questo pomeriggio, ha riferito la fonte. Anche il Cremlino ha confermato il colloquio telefonico. I due statisti non avevano più comunicato direttamente dal dicembre 2022. Il cancelliere ha invitato il presidente russo a ritirare le truppe dall'Ucraina e a negoziare con Kiev, indica l'esecutivo tedesco. Scholz "ha esortato la Russia a essere disposta a negoziare con l'Ucraina", riferisce una nota dell'ufficio stampa federale, con l'obiettivo di "una pace giusta e duratura". Il cancelliere ha anche sottolineato la determinazione della Germania a sostenere l'Ucraina nella sua difesa contro l'aggressione russa per tutto il tempo necessario.
Di cosa hanno parlato
Nella telefonata, riferisce la rivista Der Spiegel, Scholz ha condannato in particolare gli attacchi aerei russi contro le infrastrutture civili in Ucraina e ha sottolineato che l'invio di soldati nordcoreani in Russia per missioni di combattimento contro l'Ucraina comporta una grave escalation ed espansione del conflitto. Un possibile accordo per porre fine al conflitto in Ucraina deve "basarsi sulle nuove realtà territoriali", ha detto il presidente russo al cancelliere, secondo quanto riferisce il Cremlino. "Le proposte della Russia sono ben note e sono state delineate, in particolare, in un discorso in giugno al ministero degli esteri russo", afferma il Cremlino, ricordando un intervento in cui Putin poneva come condizioni per un cessate il fuoco il ritiro delle forze ucraine dalle quattro regioni parzialmente occupate dalla Russia e l'impegno a non entrare nella Nato. Il conflitto in Ucraina "è il risultato diretto di molti anni di politica aggressiva della Nato volta a creare un trampolino di lancio anti russo sul territorio ucraino, ignorando gli interessi del nostro paese nella sfera della sicurezza e calpestando i diritti dei residenti di lingua russa", ha detto Putin a Scholz, sempre stando a quanto indica il Cremlino.
I rapporti tra Russia e Germania
Quanto alle relazioni tra Mosca e Berlino, Putin ha parlato di un "degrado senza precedenti in tutte le direzioni come conseguenza del comportamento ostile delle autorità tedesche". Il presidente ha inoltre sottolineato che "la Russia ha sempre rispettato rigorosamente gli obblighi derivanti dai contratti nel settore energetico ed è pronta ad una cooperazione reciprocamente vantaggiosa se la parte tedesca si mostrerà interessata". Scholz e Putin hanno convenuto di "mantenere le comunicazioni" dopo la telefonata di oggi, secondo quanto ha detto all'agenzia di stampa ufficiale russa Tass una fonte dell'esecutivo germanico. Scholz aveva parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prima di sentire il leader russo. Zelensky, stando a quanto riporta il media britannico Sky News, ha detto a Scholz che la sua telefonata a Putin "aiuterà il presidente russo a ridurre il suo isolamento e, in ultima analisi, a far proseguire la guerra in Ucraina". "Ho appena ricevuto una telefonata dal cancelliere Scholz che mi ha riferito del suo colloquio con Vladimir Putin. Mi ha fatto piacere sentire che non solo ha condannato l'aggressione russa, ma ha anche ribadito la posizione polacca: 'Niente che riguardi l'Ucraina senza l'Ucraina'", scrive sulla rete sociale X il premier polacco Donald Tusk.
"Sotto l'amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, la guerra della Russia contro l'Ucraina finirà prima, anche se non esiste una data esatta". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista a Suspilne, la società pubblica di radiodiffusione dell'Ucraina. Zelensky ha assicurato che con Trump si è sviluppata "un'interazione costruttiva", aggiungendo che il tycoon gli ha chiesto di partecipare ai negoziati con la Russia. "Siamo un paese indipendente. E noi durante questa guerra abbiamo dimostrato che la retorica del 'siediti e ascolta' non funziona", ha sottolineato il leader ucraino.
Lo speaker della Camera Usa Mike Johnson ha detto alla trumpiana Marjorie Taylor Greene nell'incontro a porte chiuse di oggi tra i deputati repubblicani che non saranno più inviati soldi all'Ucraina. Lo riferiscono al New York Times due fonti informate.
Donald Trump junior prende in giro su Telegram Volodymyr Zelensky, affermando che la "paghetta" del presidente ucraino terminerà quando suo padre entrerà alla Casa Bianca. Il figlio del presidente eletto degli Stati Uniti ha condiviso su Instagram un video di Zelensky accanto a Trump con la didascalia: "Pov ('point of view', ndr.): mancano 38 giorni alla perdita della tua paghetta".
Il presidente eletto Donald Trump ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin giovedì, prima conversazione telefonica tra i due leader da quando il tycoon ha vinto le elezioni. Lo scrive il Washington Post citando diverse persone a conoscenza della questione. I due hanno parlato dell'Ucraina.
I temi affrontati
Nella loro telefonata Trump e Putin hanno discusso l'obiettivo della pace nel continente europeo e il presidente eletto americano ha espresso interesse per ulteriori conversazioni per parlare di "una rapida risoluzione della guerra in Ucraina". Durante la telefonata con Putin, secondo il Washington Post, Donald ha consigliato al presidente russo di non intensificare la guerra in Ucraina e gli ha ricordato la consistente presenza militare di Washington in Europa.
Il presidente eletto Donald Trump ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin giovedì, prima conversazione telefonica tra i due leader da quando Trump ha vinto le elezioni: lo scrive il Washington Post citando diverse persone a conoscenza della questione. I due hanno parlato dell'Ucraina. Nella loro telefonata Donald Trump e Vladimir Putin hanno discusso l'obiettivo della pace nel continente europeo, e il presidente eletto americano ha espresso interesse per ulteriori conversazioni per discutere "una rapida risoluzione della guerra in Ucraina". Durante la telefonata con Vladimir Putin, secondo il Washington Post, Donald Trump ha consigliato al presidente russo di non intensificare la guerra in Ucraina e gli ha ricordato la consistente presenza militare di Washington in Europa.
Nel loro incontro mercoledì nello Studio Ovale, Joe Biden e il suo successore Donald Trump discuteranno delle "priorità principali" per la politica interna ed estera: lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan a CBS News. Il presidente, ha spiegato, esorterà la futura amministrazione Trump a non abbandonare l'Ucraina, sostenendo che questo potrebbe causare maggiore instabilità in Europa.
La volontà del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, di arrivare ad un accordo che porti alla pace in Ucraina indica che "i segnali sono positivi". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un'intervista al programma "Mosca. Cremlino. Putin". Lo riporta l'agenzia di stampa russa Interfax.
Segnali positivi
"I segnali sono positivi. Durante la sua campagna elettorale Trump ha detto di percepire tutto come un accordo. Che potrebbe fare un accordo che porti la pace - ha affermato il portavoce -. Almeno parla di pace, non parla di scontro, non dice di voler infliggere una sconfitta strategica alla Russia, e questo lo distingue favorevolmente dall'amministrazione in carica. È difficile dire cosa succederà dopo".
Il sindaco di Mosca, Serghiei Sobyanin, ha rivisto al rialzo il numero di droni ucraini abbattuti mentre si dirigevano verso la capitale russa, portandolo a 32 contro i precedenti 25: lo riporta la Tass. Si tratta di uno dei più grandi attacchi di droni contro la capitale russa dall'inizio dell'offensiva in Ucraina nel 2022. Nel frattempo, il governatore Andrey Vorobyev ha detto che una donna di 52 anni è rimasta ferita nella regione di Mosca in un attacco di un drone che puntava sulla capitale. Inoltre, l'aeroporto di Sheremetyevo, a nord-ovest di Mosca, ha sospeso i voli, secondo l'autorità del settore, Rosaviatsiya. In precedenza, gli aeroporti Domodedovo e Zhukovsky, nel sud-est della città, erano stati temporaneamente chiusi a causa degli attacchi.
Abbattuti droni russi che minacciavano Kiev
Dal canto loro, le difese aeree ucraine hanno abbattuto la notte scorsa una decina di droni russi che minacciavano la città di Kiev: lo ha reso noto su Telegram l'amministrazione militare della capitale ucraina. "Un'altra notte inquietante per la capitale dell'Ucraina. Le forze armate russe continuano a terrorizzare le aree civili popolate e Kiev rimane in cima alla lista del nemico - si legge in un comunicato -. Le truppe russe hanno nuovamente lanciato i loro droni d'attacco contro le pacifiche abitazioni di Kiev. L'allarme aereo nella capitale è stato annunciato due volte e in totale è durato quasi cinque ore". "Oggi le Forze di difesa hanno sconfitto circa una decina di droni nemici che minacciavano Kiev in vari modi - conclude il messaggio -. Non ci sono stati danni o vittime nella capitale".
Atteso un cessate il fuoco
Intanto, il primo ministro polacco Donald Tusk si aspetta nel prossimo futuro una data per il cessate il fuoco in Ucraina. Intervistato dall'emittente radio polacca Polskie Radio, Tusk ha inoltre affermato di aspettarsi dichiarazioni su quale confine sarà in vigore e sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, riporta Polskie Radio sul suo sito. "Si tratterà certamente di decisioni che comporteranno una minore ingerenza degli Stati Uniti negli affari ucraini", ha affermato, sottolineando che "le decisioni sulla guerra in Ucraina non possono essere prese sopra le teste degli ucraini, ma neanche sopra le nostre".
In un massiccio attacco russo a Zaporizhzhia è stato colpito un ospedale: il bilancio è di 4 morti (fra cui un bambino di un anno) e 18 feriti, di cui tre bambini. Lo annuncia il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky su Telegram che parla di condomini distrutti, case private e un edificio dell'ospedale oncologico dopo un primo annuncio da parte del capo della regione Ivan Fedorov, come riporta Ukrainska Pravda. "Attacco a Zaporozhzhia, il nemico ha sferrato 5 colpi. Sfortunatamente, sono stati colpiti edifici residenziali e un ospedale", annuncia Fedorov. "Ciascuno di questi attacchi russi non solo uccide persone e distrugge vite umane ma distrugge anche il significato di qualsiasi parola sulla presunta mancanza di colloqui con la Russia e di alcuni appelli al Cremlino", spiega il leader ucraino.
"Non sono esclusi" contatti tra Vladimir Putin e il presidente eletto americano Donald Trump prima del suo insediamento. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax. Peskov ha invece escluso che Putin possa avere contatti con il presidente uscente Joe Biden.
Il portavoce ha poi aggiunto che nessuno dal ministero degli Esteri russo o dall'amministrazione presidenziale ha finora contattato membri dello staff di Trump.
La Russia "lavorerà con la nuova amministrazione americana", ma "difendendo fermamente i suoi interessi nazionali e concentrandosi nel raggiungere tutti gli obiettivi dell'operazione militare speciale" in Ucraina. Lo ha affermato il ministero degli Esteri di Mosca. "Le nostre condizioni non sono cambiate, e sono ben conosciute a Washington", ha aggiunto la diplomazia russa in una nota.
Il ministro della difesa ucraino Rustem Umerov ha confermato che il suo esercito ha avuto un primo ingaggio con le truppe nordcoreane. Egli ha detto di attendersi che cinque unità del Nord, ciascuna con circa 3'000 soldati, siano schierate nelle località di nordest, est e sudest sulla linea del fronte con la Russia lunga 1'500 chilometri, per un totale di almeno 15'000 militari. Umerov, in un'intervista di ieri all'emittente pubblica sudcoreana KBS, ha detto che si era verificato uno scontro "su piccola scala", senza specificare quando e dove, in quello che è l'inizio ufficiale della partecipazione di Pyongyang alla guerra russa. I combattimenti "non sono stati a livello di impegno sistematico con tutte le forze mobilitate", ha aggiunto Umerov, parlando ancora di quello che per le truppe di Pyongyang è stato il primo scontro di guerra reale dal 1953, anno della fine della Guerra di Corea. Il numero complessivo di militari nordcoreani stimato dal ministro ucraino è quindi superiore alle circa 10'000 unità finora ipotizzate.
Almeno 14 persone sono rimaste ferite ieri sera in seguito ad un attacco missilistico russo contro Kharkiv, nell'Ucraina orientale: lo hanno reso noto il sindaco della città, Igor Terekhov, e la polizia, come riporta Ukrainska Pravda. Terekhov ha riferito che alle 22:28 (le 21:28 in Svizzera) sono state udite delle esplosioni, aggiungendo in seguito che un missile ha colpito una zona densamente popolata. Il sindaco ha poi precisato: "E' stato colpito un supermercato nel distretto di Shevchenkiv, situato vicino a edifici residenziali. Secondo le informazioni preliminari, le linee elettriche sono state danneggiate. Ci sono finestre rotte nelle case vicine". Successivamente, la polizia ha segnalato 14 feriti, tra cui quattro poliziotti.
"Abbattuti droni russi sulla capitale"
La capitale ucraina Kiev è stata nuovamente presa di mira dai droni russi nella notte, che hanno fatto scattare le sirene d'allarme ed hanno attivato le difese aeree del Paese. "Un'altra notte con un altro attacco a Kiev da parte dei droni delle forze armate russe. Il nemico ha usato tattiche già familiari. Ma ancora una volta non ha raggiunto l'obiettivo: le nostre forze di difesa hanno fatto il massimo sforzo per neutralizzare tutti i droni del nemico", ha scritto su Telegram il capo dell'amministrazione militare della città, Serhiy Popko, come riporta Rbc-Ucraina.
La collaborazione con gli istituti di ricerca russi all'interno dell'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN), con sede a Ginevra, termina alla fine di novembre. Secondo un'esperta tedesca, ciò potrebbe avere conseguenze per la scienza. "La Russia ha una forte competenza ingegneristica", ha dichiarato all'agenzia di stampa tedesca dpa Beate Heinemann, del centro di ricerca Deutsches Elektronen-Synchrotron (Desy) di Amburgo. "Non è che certe ricerche siano impossibili a causa della fine della cooperazione, ma questo rende le cose più difficili e potrebbero esserci dei ritardi". Heinemann è a capo della divisione di fisica delle particelle del Desy.
La fine degli accordi
"Ci auguriamo che non ci sia una grande perdita di risultati scientifici", ha aggiunto Joachim Mnich, direttore del settore Ricerca e Informatica del Cern. Gli scienziati russi hanno trasferito il più possibile la loro esperienza ai colleghi. In risposta all'invasione militare dell'Ucraina, il Consiglio del CERN ha deciso nel giugno 2022 di porre fine alla cooperazione con la Russia e il suo alleato bielorusso. Questa misura entrerà in vigore il 30 novembre per Mosca ed è già in vigore dal 27 giugno per Minsk. "In parte è perché eravamo preoccupati che gli istituti di ricerca russi venissero improvvisamente strumentalizzati politicamente", ha spiegato Heinemann. Il Cern, con 24 Paesi membri, gestisce il più grande macchinario di ricerca al mondo: l'acceleratore di particelle LHC, lungo 27 chilometri e situato a 100 metri di profondità vicino a Ginevra. In esso si generano collisioni di protoni quasi alla velocità della luce per indagare sull'origine dell'universo. Circa mille scienziati russi erano coinvolti nella ricerca, ha dichiarato alla dpa Mnich. "Al Cern abbiamo lavorato insieme alla Russia anche durante la Guerra Fredda, spinti dalla curiosità scientifica, in un ambiente pacifico. Questo non sembra più possibile, ed è un vero peccato", ha dichiarato Markus Klute, responsabile dell'Istituto per la fisica sperimentale delle particelle presso il Karlsruhe Institute of Technology (KIT). Come il Desy, il KIT lavora a stretto contatto con il Cern.
Anche il KIT interrompe la cooperazione con gli istituti russi
Il KIT ha anch'esso sospeso la cooperazione con gli istituti russi. La maggior parte dei colleghi russi è fantastica, il problema è la gestione dei loro istituti, che spesso non è in mani scientifiche, ha detto Klute. Sono state trovate soluzioni per diverse decine di colleghi russi del Cern che non possono o non vogliono tornare in Russia, ha spiegato Mnich: sono stati collocati in altri Paesi. Klute ha definito una fortuna che tre dottorandi russi che erano al Cern stiano ora svolgendo il loro dottorato al KIT. Si stanno ancora studiando soluzioni per altri colleghi. Anche Desy ha assunto un collega russo dal Cern. Il Cern continua la cooperazione con l'Istituto congiunto per la ricerca nucleare con sede in Russia poiché si tratta di un'organizzazione internazionale, ha spiegato Mnich.
"Nell'ultima settimana di ottobre 2024, la Russia ha trasferito oltre 7'000 soldati dell'esercito nordcoreano dall'area di Primorsk della Federazione Russa alle regioni vicine all'Ucraina", si legge in una dichiarazione dell'intelligence militare ucraina (GUR), citata da Ukrinform. Secondo il GUR, le truppe nordcoreane sono state trasportate su almeno 28 aerei cargo militari gestiti dalle Forze aerospaziali russe. Secondo l'intelligence, "Mosca ha armato l'esercito nordcoreano con mortai da 60 mm, fucili d'assalto AK-12, mitragliatrici RPK/PKM, fucili di precisione SVD/SVCH, sistemi missilistici anticarro Phoenix e lanciagranate RPG-7".
Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi che forniranno altri 425 milioni di dollari in aiuti militari all'Ucraina. Nel pacchetto intercettori per la difesa aerea, munizioni per sistemi missilistici e artiglieria, veicoli corazzati e armi anticarro, ha affermato il Dipartimento della Difesa in una nota.
Mosca afferma di avere colpito in un bombardamento "il centro di controllo" per gli attacchi con i droni delle forze armate ucraine. Nel bollettino settimanale del ministero della Difesa russo si afferma inoltre che in vari raid sono stati colpiti "officine di produzione e aree di stoccaggio" dei droni, depositi di munizioni e carburante, infrastrutture energetiche che alimentano il complesso militare-industriale ucraino, aeroporti militari e ferrovie utilizzate "per il trasferimento di armi ed equipaggiamenti occidentali".
I russi affermano di aver preso il controllo di tre insediamenti
Mosca sostiene inoltre che le sue forze armate abbiano preso il controllo di altri tre insediamenti del sud-est ucraino: quelli di Novoukrainka, Shakhterskoye e Leonidovka, nella regione ucraina di Donetsk. Lo riporta l'agenzia Interfax. Le affermazioni delle autorità russe non sono al momento verificabili in modo indipendente.
La Svizzera continuerà a lavorare per una pace duratura in Ucraina. Lo ha affermato il Consigliere federale Ignazio Cassis in occasione di una conferenza ministeriale sull'Ucraina tenutasi a Montréal, in Canada. Con quello di Montréal si è conclusa la serie di vertici organizzati sulla scia della conferenza per la pace tenutasi in giugno al Bürgenstock (NW). Dopo la sicurezza alimentare e la sicurezza nucleare, in Canada si è discusso di aspetti umanitari e di pace. La Svizzera, precisa un comunicato odierno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), ha insistito sul rispetto delle Convenzioni di Ginevra. I partecipanti hanno inoltre chiesto lo scambio di tutti i prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e il ritorno in Ucraina dei bambini e dei prigionieri politici deportati. In vista di una seconda Conferenza sulla pace, Berna ha detto di voler partecipare alle discussioni che mirano a coinvolgere anche la Russia.
La Svizzera ha espresso la sua preoccupazione riguardo allo stazionamento di truppe nordcoreane in Russia: "Se queste notizie venissero confermate, si tratterebbe di una grave violazione del diritto internazionale e avrebbero potenzialmente pesanti conseguenze per la sicurezza in Europa, Asia e oltre", ha dichiarato su X la rappresentanza svizzera al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Secondo le stime del Ministero della difesa degli Stati Uniti, il numero di soldati nordcoreani distaccati in Russia ammonta a circa 10'000. Una parte di loro si sono già avvicinati all'Ucraina, secondo la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh. Si teme che vengano dispiegati nella regione russa di Kursk, vicino al confine ucraino.
La Russia di Putin annuncia nuove esercitazioni militari e afferma di aver lanciato tutta una serie di missili balistici e da crociera: dalla terra, dal cielo e dal mare. L'obiettivo? Simulare "un massiccio attacco nucleare" in risposta "a un attacco nucleare nemico". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Andrei Belousov rivolgendosi davanti alle telecamere a Vladimir Putin, che ha supervisionato le manovre. L'annuncio arriva in un momento di grande tensione; proprio mentre Kiev, Seul e Washington denunciano l'invio da parte del regime nordcoreano di migliaia di soldati al fianco delle truppe del Cremlino. Ma anche mentre l'Ucraina continua a premere sui Paesi occidentali affinché le consentano di colpire in territorio russo con le armi a lungo raggio che le hanno fornito.
Lo spettro delle armi nucleari
Putin ha dichiarato che vede l'eventuale uso di armi nucleari come una "misura estrema" ed "eccezionale" e che Mosca non intende "essere coinvolta in una corsa agli armamenti". Ma ha anche affermato che, "date le crescenti tensioni geopolitiche, è importante avere forze strategiche avanzate e costantemente pronte al combattimento". Mosca sostiene di aver lanciato un missile balistico intercontinentale Yars facendolo volare per migliaia di chilometri: dal cosmodromo di Plesetsk, in Russia nord-occidentale, fino a un poligono nella penisola di Kamchatka, nell'estremo oriente russo. Afferma inoltre che missili balistici sono stati sparati anche da due sottomarini e che i bombardieri Tupolev hanno lanciato siluri da crociera. Dopo aver dato inizio all'invasione dell'Ucraina, due anni e otto mesi fa, la Russia ha più volte agitato il terribile spettro delle armi nucleari. Si tratta forse di un modo per tentare dissuadere i Paesi occidentali dal rafforzare il loro sostegno militare all'Ucraina, affermano alcuni osservatori.
L'avanzata russa in Ucraina
Le forze russe intanto sostengono di avanzare in Ucraina orientale. Dicono di aver preso il controllo di tre villaggi - Bogoyavlenka, Girnyk e Katerynivka - e soprattutto della cittadina di Selydove, che prima dell'invasione contava circa 20'000 abitanti e dista una ventina di chilometri dalla città di Pokrovsk, importante snodo logistico sul quale sembrano puntare ora i soldati del Cremlino. La situazione al fronte è difficile da verificare, e le dichiarazioni di Mosca non sono confermabili. Ma stando a un analista dell'Afp, l'esercito russo avrebbe occupato 478 chilometri quadrati di territorio ucraino nel solo mese di ottobre: un'avanzata che non si registrava dal marzo del 2022.
"Ancora vittime tra i civili"
La guerra continua comunque a mietere vittime innocenti tra i civili. Le autorità ucraine accusano le truppe russe di aver ucciso almeno quattro persone in un raid su Kharkiv e di aver danneggiato il Derzhprom, un alto edificio in stile costruttivista completato nel 1928 e diventato un simbolo della città. L'Ucraina denuncia anche la morte di una persona in un raid sulla regione di Kherson, e di un'altra a Kryvyi Rih, dove sarebbero rimasti feriti altri 12 civili. Sei persone sono invece rimaste ferite a Kiev per la caduta dei rottami di un drone, afferma il sindaco. Ramzan Kadyrov - il luogotenente di Putin in Cecenia accusato di gravissime violazioni dei diritti umani - sostiene invece che un drone abbia colpito un centro di addestramento delle truppe speciali cecene a Gudermes provocando un incendio, ma senza fare vittime.
Il Ministero della Difesa russo proporrà varie opzioni di risposta nel caso in cui all'Ucraina fosse concesso di effettuare attacchi con armi occidentali a lungo raggio all'interno del territorio russo. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, citato da Interfax.
I rischi dell'uso di queste armi
Intervistato dal conduttore Pavel Zarubin sul canale Rossiya1, alla domanda se l'Occidente abbia capito i rischi dell'uso di queste armi sul territorio russo, Putin ha spiegato: "Non mi hanno detto nulla al riguardo, ma spero abbiano recepito il messaggio. Perché, naturalmente, dobbiamo anche prendere delle decisioni". Il Ministero della Difesa russo sta valutando una risposta appropriata, ha aggiunto.
Il coinvolgimento di specialisti
Putin ha inoltre sottolineato che l'esercito ucraino non potrebbe usare tali armi autonomamente, poiché richiedono un supporto di ricognizione spaziale, di cui l'Ucraina non dispone. Questo coinvolgimento richiede l'operato di specialisti degli Stati membri della Nato, poiché implica la creazione di missioni di volo e altre operazioni tecniche che l'esercito ucraino non può eseguire autonomamente, ha spiegato il presidente.
Pronti a reagire
La questione, quindi, riguarda solo se essi si permetteranno di colpire in profondità nel territorio russo, ha detto. "E, naturalmente, dovremo reagire adeguatamente. Come, quando e dove esattamente reagire - è troppo presto per parlarne ora. Ma, certamente, il nostro ministero militare sta riflettendo su questo e proporrà varie opzioni di risposta," ha concluso Putin.
Durante l'incontro con il presidente russo Vladimir Putin a margine del vertice Brics, il segretario generale Onu Antonio Guterres ha ribadito la sua posizione secondo cui "l'invasione russa dell'Ucraina viola la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale", ma anche il sostegno dell'organizzazione internazionale alla pace. Secondo una nota del portavoce, Guterres ha espresso la sua convinzione che "stabilire la libertà di navigazione nel Mar Nero sia di fondamentale importanza per l'Ucraina, la Russia e per la sicurezza alimentare ed energetica mondiale". Il segretario generale "sostiene pienamente la continuazione dei negoziati in merito ed esprime il suo profondo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Turchia". Al centro dell'incontro anche la situazione in Medio Oriente, in particolare l'assoluta necessità di un cessate il fuoco a Gaza e in Libano, nonché di evitare un'ulteriore escalation regionale.
13 membri associati dei Brics
Cuba e altri 12 Paesi, tra cui anche la Bolivia, la Turchia, l'Indonesia e la Nigeria, sono da oggi membri associati dei Brics. È quanto è emerso nel corso del XVI Vertice dell'organizzazione che si conclude oggi a Kazan, in Russia. Lo ha celebrato il sito giornalistico governativo Cubadebate sulla sua homepage, rilanciando un post dell'Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America - Trattato commerciale dei popoli (Alba-Tcp) sul suo account ufficiale di X. "I Brics incorporano 13 nuovi Paesi associati, due dei quali dell'Alba-Tcp: Bolivia e Cuba. L'incorporazione di questi nuovi Stati associati è percepita come un segnale che i Brics cercano di rafforzare la cooperazione multilaterale per espandere la loro influenza sulla scena internazionale", si legge nel post rilanciato da Cubadebate, che evidenzia la presenza a Kazan del ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla.
Nessun comunicato ufficiale
A differenza dell'ultimo summit in cui ai cinque Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) se ne aggiunsero altri, nel 2022 a Pechino, questa volta non è stato però diramato nessun comunicato ufficiale sul sito dell'organizzazione intergovernativa che riunisce alcune delle economie più importanti del pianeta. Forse perché in quell'occasione fu annunciato l'ingresso di cinque Paesi ma poi, a causa della sorprendente vittoria in Argentina di Javier Milei, a entrare nel 2023 furono solo Iran, Etiopia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Per evitare rischi di gaffe, dunque, nessun comunicato ufficiale, anche perché tra i nuovi Paesi associati dei Brics c'è l'Arabia Saudita che, pur non avendo posto veti, ha inviato un rappresentante di secondo livello al vertice russo a causa dei rapporti tesi con l'Iran, che invece dei Brics è membro a tutti gli effetti.
La Russia è pronta a prendere in considerazione ogni opzione per la pace in Ucraina "sulla base della situazione reale sul terreno", e non è pronta "per nient'altro". Lo ha detto il capo del Cremlino Vladimir Putin alla conferenza stampa conclusiva del vertice dei paesi Brics a Kazan.
La Corea del Sud studia la possibilità di dare armi all'Ucraina: il paese "rivedrà" la sua posizione sulla fornitura di armi all'Ucraina nella guerra con la Russia, ha dichiarato il presidente Yoon Suk Yeol, dopo che Seul ha accusato la Corea del Nord di aver inviato truppe a sostegno delle forze di Mosca. "Sebbene abbiamo mantenuto il principio di non fornire direttamente armi letali, potremmo rivedere questa posizione in modo più flessibile a seconda delle azioni delle forze nordcoreane", ha detto Yoon durante una conferenza stampa congiunta con il presidente polacco Andrzej Duda a Seul.
Le truppe nordcoreane dislocate in Russia potrebbero essere inviate nella regione di Kursk, occupata dall'Ucraina ad agosto. Lo sostiene il Financial Times. Gli analisti affermano che il contingente di 12mila soldati nordcoreani è troppo piccolo per cambiare le sorti della guerra ma Mosca ha bisogno di raddoppiare il contingente di 50.000 uomini nella regione di Kursk.
La difficoltà di reclutare
La Russia ha difficoltà a ricostituire le forze dopo perdite che secondo stime sono di circa 600.000 tra morti e feriti. Secondo il Ft, Putin ha resistito alle suppliche dei suoi alti dirigenti di ordinare un altro giro di mobilitazione, offrendo invece enormi bonus ai volontari che si arruolano. Sebbene ciò abbia aiutato la Russia a mantenere un ritmo di 30.000 reclute al mese per gran parte dell'anno, negli ultimi mesi diverse regioni russe hanno aumentato drasticamente l'entità delle retribuzioni, il che indica che l'esercito potrebbe avere difficoltà ad attrarre più uomini.
L'esempio di Belgorod
La regione di Belgorod, che confina con Kursk, ha aumentato il bonus di iscrizione per le reclute da 800.000 rubli (7200 franchi) ad agosto a 3 milioni di rubli (27'000 franchi) ad ottobre: una cifra che cambia la vita, considerando che lo scorso anno lo stipendio mensile medio nella regione era di 55.000 rubli (meno di 500 franchi).
A seguito della conclusione positiva della procedura scritta, il Consiglio dell'Ue ha adottato il pacchetto di assistenza finanziaria all'Ucraina, comprendente un prestito eccezionale di assistenza macrofinanziaria fino a 35 miliardi di euro (33 miliardi di franchi) e un meccanismo di cooperazione in materia di prestiti che sosterrà l'Ucraina nel rimborso di prestiti fino a 45 miliardi forniti dall'Ue e dai partner del G7 (Gruppo dei sette, di cui fanno parte Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Lo comunica la presidenza ungherese di turno. Non fa parte del pacchetto approvato la modifica sulla durata dell'immobilizzazione degli asset sovrani russi che deve essere approvata all'unanimità.
Il Consiglio dell'Ue ha adottato in particolare il Regolamento e i due atti di esecuzione che fanno parte del pacchetto teso a rendere operativa la decisione assunta al vertice del G7 di giugno in Puglia (Italia), sotto presidenza di Roma, di fornire all'Ucraina un nuovo prestito di circa 45 miliardi di euro da rimborsare tramite i profitti straordinari derivanti dai beni sovrani russi immobilizzati. L'adozione da parte del Consiglio segue l'accordo del 9 ottobre al comitato dei rappresentanti permanenti dei 27 presso l'Ue e chiude l'iter all'indomani dell'approvazione da parte del parlamento europeo del Regolamento che istituisce il Meccanismo di cooperazione per i prestiti all'Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale dell'Ue all'Ucraina per un importo fino a 35 miliardi di euro.
Novantacinque soldati russi e altrettanti ucraini sono stati rilasciati in seguito a negoziati: lo ha dichiarato il ministero della difesa russo, come riporta Interfax. I soldati russi liberati si trovano in Bielorussia e stanno ricevendo assistenza, ha dichiarato il ministero. Il rilascio è stato mediato dagli Emirati Arabi Uniti.
La Svizzera fornirà tre veicoli di sminamento all'Ucraina, prodotti dall'azienda svittese Global Clearance Solutions (GCS). Lo ha annunciato la presidente della Confederazione Viola Amherd aprendo oggi a Losanna la conferenza su questo tema (Ukraine Mine Action Conference, UMAC2024). "Siamo determinati a continuare a fornire il nostro contributo", ha affermato Amherd. Questi sistemi "consentiranno operazioni di sminamento efficienti, sicure e indipendenti", ha aggiunto parlando di fronte al primo ministro ucraino Denys Shmyhal e ai rappresentanti di decine di altri Paesi. GCS collabora con le Nazioni Unite e con diverse organizzazioni non governative, come la Fondazione svizzera per lo sminamento (FSD). Prevede che circa 100 suoi veicoli saranno impiegati in Ucraina entro il 2025. La Svizzera ha stanziato 100 milioni di franchi per lo sminamento in Ucraina fino al 2027.
"Il primo punto sulla lista del piano della vittoria di Volodymyr Zelensky è l'invito ad entrare nella Nato, perché sa che solo l'articolo 5 può proteggerlo dalla Russia sul lungo periodo. Ecco, l'atmosfera sul tema sta cambiando. La richiesta, sia da parte degli ucraini che da parte degli alleati favorevoli, s'intensificherà da qui al prossimo vertice della Nato". Lo afferma un'alta fonte diplomatica alleata alla vigilia della ministeriale difesa. "È difficile che l'invito ci sia ma non lo escludo, anche perché tra invito e ingresso correrà un lungo lasso di tempo". "Naturalmente - prosegue la fonte - la prospettiva dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato si scontra col fatto che Vladimir Putin (presidente russo, ndr) ha scatenato una guerra per evitarlo, dunque potete immaginare quanto sarà facile armonizzare le due posizioni ad un eventuale tavolo dei negoziati". Sulle tempistiche, si sottolinea che si tratta di un processo lungo. "L'Ucraina non è la Svezia. O la Finlandia. Il processo di riforme necessario per entrare nell'Alleanza sarà complesso e poi si dovrà avere una situazione al fronte stabilizzata".
I dettagli
Per quanto riguarda le possibili concessioni dal lato ucraino, la cosiddetta opzione "terra in cambio della pace", il diplomatico conferma che "nei corridoi si discute su quale possa essere la soluzione" vari scenari sono presi in considerazione, come il modello tedesco (Germania Ovest nella Nato e la Germania Est sotto controllo sovietico). "È chiaro però la soluzione, qualunque essa sia, non potrà mai essere vista come una vittoria per la Russia e dovrà prevedere garanzie di sicurezza per l'Ucraina". Nel corso della ministeriale difesa si terrà un Consiglio Nato-Ucraina a cena, con la presenza del ministro ucraino Rustem Umerov. Nelle intenzioni del nuovo segretario generale, Mark Rutte, la coreografia decisamente più informale vorrebbe spingere ad un "più franco" scambio di informazioni. Che anche Volodymyr Zelensky (presidente ucraino, ndr) sia presente domani a Bruxelles, per partecipare al Consiglio Europeo, non è una "coincidenza" ed è la prova di una migliorata cooperazione tra Ue e Nato.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha cominciato a presentare il suo piano per la vittoria durante un discorso al parlamento ucraino mentre i dettagli più delicati saranno rivelati solo ai leader dei partiti: ha detto il leader parlamentare del partito al governo al quotidiano Kyiv Independent. Finora la leadership ucraina ha rivelato solo alcuni punti e le linee generali del piano in cinque fasi, senza divulgarlo completamente.
Le autorità ucraine hanno ordinato l'evacuazione delle migliaia di civili rimasti nella città di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, sotto l'incalzare dell'offensiva delle truppe russe. Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione militare, Oleg Sinegubov, citato da vari media. La decisione è stata presa a causa del "peggioramento della situazione militare" e l'impossibilità per le autorità di garantire "il riscaldamento, la fornitura di elettricità e di aiuti umanitari", ha detto Sinegubov, citato da Current Time, la televisione di Radio Free Europe. Si calcola che a Kupyansk, che prima del conflitto aveva 25'000 abitanti, siano rimasti circa 7000 civili. La città, un importante snodo ferroviario nell'est dell'Ucraina, era stata conquistata dalle truppe russe nel febbraio del 2022 e ripresa da quelle ucraine nell'autunno di quell'anno. Ora le forze di Mosca si stanno nuovamente avvicinando alla città.
L'Ucraina ha accusato la Russia di far volare i suoi missili sopra le centrali nucleari "ogni giorno", una tattica militare che aumenta il rischio di incidenti atomici. Il ministro ucraino dell'Energia, German Galushchenko, ha infatti dichiarato al Financial Times che gli attacchi russi hanno costretto una centrale a chiudere il 26 agosto dopo aver colpito una sottostazione. Da allora, ha dichiarato, i missili russi hanno sorvolato sempre più spesso i tre impianti nucleari ucraini, che generano quasi il 60% dell'elettricità del Paese. "Si tratta di tre centrali nucleari in funzione", ha dichiarato Galushchenko, aggiungendo che mentre l'impianto che è andato in "blackout d'emergenza" si trovava nell'Ucraina centrale, gli altri due che sono stati presi di mira si trovano molto più a ovest, vicino al confine con l'Ue.
Secondo Galushchenko si tratta di "un attacco calcolato"
Galushchenko ha affermato che il fatto che la Russia abbia preso di mira le sottostazioni collegate alle centrali nucleari dimostra che si tratta di un attacco calcolato. Nell'ultimo mese e mezzo, ha detto, "hanno cambiato le rotte dei loro droni e missili per andare vicino o sopra la centrale nucleare". Mentre in passato tali eventi erano rari e avrebbero provocato denunce all'agenzia atomica delle Nazioni Unite, "ora stanno accadendo ogni giorno".
Tre persone sono rimaste ferite, inclusa un'adolescente di 11 anni, in seguito ad un attacco russo la notte scorsa sulla città di Zaporizhzhia, nell'Ucraina sud-orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare dell'omonima regione, Ivan Fedorov. Nell'attacco sono state colpite diverse case, come si vede in un video postato da Fedorov. Due dei feriti sono stati curati sul posto, mentre la ragazzina è stata ricoverata in ospedale, ha precisato il governatore.
Una persona è morta e altre 11 sono rimaste ferite nei bombardamenti ucraini di ieri sulla regione russa di Belgorod, afferma il governatore Vyacheslav Gladkov citato dall'agenzia di stampa Tass. Inoltre, i sistemi di difesa aerea hanno intercettato 47 droni ucraini su tre regioni russe e sul Mar d'Azov durante la notte, riferisce il Ministero della Difesa di Mosca citato dall'agenzia di stampa Tass. Le oblast interessate dagli attacchi dei velivoli senza pilotai ucraini sono state quelle di "Krasnodar, Kursk e Belgorod", spiegano le autorità russe senza dare al momento notizia di vittime o danni particolari.
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha incontrato oggi in Vaticano papa Francesco. L'udienza è durata 35 minuti, tra le 9.45 e le 10.20. "La questione di riportare a casa la nostra gente dalla prigionia è stata il fulcro del mio incontro con Papa Francesco. Contiamo sull'assistenza della Santa Sede per aiutare a riportare indietro gli ucraini che sono stati fatti prigionieri dalla Russia", ha affermato il presidente ucraino dopo l'udienza di stamane dal Pontefice. "Per tutti noi in Ucraina, la questione delle persone catturate e deportate rimane incredibilmente dolorosa. Si tratta di adulti e bambini, molti civili che ora sono tenuti in prigioni e campi in Russia", ha aggiunto Zelensky. "Ieri è stato riferito che la giornalista ucraina Viktoria Roshchyna è morta durante la prigionia russa - ha proseguito Zelensky -. Per molti giornalisti ucraini che conoscevano Victoria, la sua morte è un duro colpo". "Molti altri giornalisti, personaggi pubblici, capi comunità dei territori occupati e persone comuni che sono stati catturati durante l'occupazione russa rimangono prigionieri russi", ha concluso. Dopo il colloquio privato nella Sala della Biblioteca e la presentazione della delegazione ucraina, il Papa ha donato a Zelensky una fusione-bassorilievo in bronzo di un fiore che nasce, con la scritta "La pace è un fiore fragile". Il presidente ucraino ha invece donato al Pontefice un dipinto ad olio raffigurante "Il massacro di Bucha. La storia di Marichka". Papa Francesco ha donato a Zelensky anche il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, i volumi dei documenti papali, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev, e il volume "Perseguitati per la verità, i greco-cattolici ucraini dietro la cortina di ferro". Una volta congedatisi dal Pontefice, il presidente ucraino e il suo seguito si sono recati ai colloqui in Segreteria di Stato.
Terza visita in Vaticano
Zelensky era giunto in Vaticano, attraverso Via della Conciliazione, Piazza San Pietro e l'Arco delle Campane, scortato da un lungo corteo di mezzi della Polizia e delle forze di sicurezza. Sull'auto del presidente ucraino, nessun contrassegno come stemmi o bandiere. Si tratta della terza volta per Zelensky in Vaticano, dopo le udienze del Pontefice dell'8 febbraio 2020 e del 13 maggio 2023. Francesco e il presidente ucraino si sono poi visti anche nell'incontro bilaterale del 14 giugno scorso in occasione del vertice del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia. Prima di incontrare Zelensky, il Papa stamane ha ricevuto in udienza anche il premier spagnolo Pedro Sanchez. Il colloquio privato tra i due nella Sala della Biblioteca del Palazzo apostolico è durato pure 35 minuti.
Scambio dei doni
Al termine, dopo la presentazione della delegazione spagnola, c'è stato lo scambio dei doni. Il Papa ha donato a Sanchez un'opera in terracotta dal titolo "Tenerezza e amore". Quindi i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev, il volume sull'Appartamento papale delle udienze, a cura della Prefettura della Casa Pontificia. Il premier spagnolo ha invece donato al Pontefice un cofanetto di monete commemorative coniate in occasione dell'anniversario della morte di Pablo Picasso. Anche Sanchez era entrato in Vaticano con il suo corteo attraverso Piazza San Pietro e l'Arco delle Campane, ed è stato accolto al suo arrivo al Cortile di San Damaso dal reggente della Casa Pontificia, mons. Leonardo Sapienza, per poi salire alla Terza Loggia e all'incontro con il Pontefice nella Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico. Una volta congedatisi dal Papa, Sanchez e il suo seguito si sono recati ai colloqui in Segreteria di Stato. Il premier spagnolo ha in seguito annunciato che chiederà alla comunità internazionale di cessare l'esportazione di armi verso Israele per "violazione del diritto internazionale" dopo "l'invasione" del Libano. "Il governo spagnolo dallo scorso 7 ottobre non fa esportare qualsiasi tipo di arma o materiale militare in Israele, niente", ha detto in una conferenza stampa presso l'Accademia di Spagna a Roma dopo l'incontro con Papa Francesco, con il quale ha discusso di questo tema. Lo riferisce la Efe.
Dopo Londra, Parigi e Roma, prosegue il tour europeo di Volodymyr Zelensky, che oggi vedrà papa Francesco e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La premier italiana Georgia Meloni ha ribadito il fermo sostegno dell'Italia all'Ucraina. Dal canto suo, Vladimir Putin vede oggi il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
Dal Vaticano a Berlino
Per l'udienza, in programma stamane alle 9.30, di Bergoglio al presidente ucraino, sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza in tutta l'area attorno al Vaticano, con ampio spiegamento delle forze di polizia italiane. Oggi a Berlino, il leader di Kiev presenterà anche al cancelliere Olaf Scholz il suo "piano della vittoria". L'incontro in cancelleria è previsto alle 14.15. Zelensky arriva nella capitale tedesca al posto di Joe Biden, che era atteso per la sua prima visita di Stato in Germania proprio in questi giorni. Il numero uno della Casa Bianca ha però rinviato il viaggio a causa dell'uragano Milton. Anche il vertice di Ramstein con 50 capi di Stato, previsto inizialmente sabato nella base Nato in Germania, è saltato. Una nuova data non è stata ancora definita. Intanto, ieri sera, nel corso delle dichiarazioni al termine dei colloqui a Roma con Meloni, Zelensky ha dichiarato: "stiamo lavorando per arrivare alla pace il prima possibile, e voglio ringraziare Giorgia Meloni per la conferenza della ricostruzione che si terrà in luglio in Italia. Apprezzo davvero molto lo scambio di opinioni avuto oggi. Abbiamo anche discusso della preparazione di un nuovo pacchetto di difesa.
La cronaca dal fronte
Nel frattempo, le truppe russe hanno colpito Odessa con missili balistici, uccidendo quattro persone, tra cui un adolescente, e ferendone altre dieci. Lo riporta il capo dell'Amministrazione statale regionale di Odessa, Oleh Kiper, in un post su Telegram. "L'attacco nel distretto di Odessa ha causato la distruzione di un edificio di due piani dove vivevano e lavoravano dei civili. Le persone decedute sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Secondo il capo dell'amministrazione statale regionale, citato da Ukrinform, i soccorritori del Servizio di emergenza statale hanno tratto in salvo quattro persone. Altre tre persone sono morte sotto le macerie dell'edificio. Tra i morti ci sono una donna di 43 anni, un ragazzo di 22 anni e una ragazza di 16 anni. Un'altra donna è morta in ospedale per le ferite riportate. Dieci persone sono rimaste ferite e nove sono state ricoverate in ospedale. Quattro persone sono in gravi condizioni. Frattanto, il comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky ha annunciato che la Russia ha schierato 50'000 truppe nella regione di Kursk, occupata dalle forze ucraine all'inizio di agosto. Lo riporta il Kyiv Indipendent. "Sappiamo che circa 50'000 soldati provenienti da altri settori sono stati trasferiti nella direzione di Kursk", ha affermato Syrsky in un documentario trasmesso dalla televisione nazionale.
Londra, poi Parigi e Roma prima di Berlino. Dopo il rinvio del vertice di Ramstein, Volodymyr Zelensky dà il via al suo 'summit europeo a tappe': quattro capitali in 48 ore per incassare un aiuto politico e militare cruciale, in vista di un inverno che punta a dare concretezza al suo 'piano della vittoria' come ponte a un secondo summit per la pace. Mettendo in chiaro che un "cessate il fuoco" non è un "argomento" sul tavolo delle discussioni di questi giorni, e che Kiev non è disposta a fare alcuna concessione, men che meno territoriale, alla Russia di Vladimir Putin.
Londra
A Downing Street, Zelensky ha illustrato il suo piano per la vittoria al premier britannico Keir Starmer e al segretario della Nato Mark Rutte. "Gli argomenti chiave delle nostre discussioni sono stati l'integrazione euro-atlantica e il rafforzamento militare dell'Ucraina. Questi sono i passi che creeranno le migliori condizioni per ripristinare una pace giusta", ha sottolineato il leader ucraino. Da parte sua, Starmer ha insistito sull'importanza di "continuare a mostrare l'impegno di sostenere l'Ucraina" sino in fondo dal punto di vista sia politico, finanziario e militare. "Non si tratta solo dell'Ucraina - ha fatto eco Rutte -, ma anche di difendere l'Occidente" e il modello "di sicurezza" rappresentato dalla Nato.
Parigi
Dopo la tappa londinese, Zelensky è approdato a Parigi da Emmanuel Macron dove ha ribadito il suo appello ormai incessante: "Prima dell'inverno abbiamo bisogno del vostro supporto", ha detto dopo i colloqui con il capo dell'Eliseo, riconoscendo "una situazione difficile nell'est" e una "grande mancanza" di alcune attrezzature: è di queste ore l'annuncio di Mosca di aver colpito due sistemi Patriot in Ucraina. Oltre a illustrare il suo piano per la vittoria, il tour di Zelensky serve infatti a ricevere rassicurazioni sul sostegno militare degli alleati. "Il nostro sostegno è incrollabile", ha replicato Macron. Ma dietro le dichiarazioni in chiaro, ogni mese di conflitto in più pesa esponenzialmente sulle tasche dei bilanci occidentali impegnati a foraggiare militarmente le forze ucraine. E si guarda con preoccupazione all'esito delle presidenziali americane di novembre, nonostante le date rassicurazioni di Mark Rutte: "So che Trump è d'accordo con me che questa lotta in Ucraina non riguarda solo l'Ucraina, ma anche la sicurezza e la futura sicurezza degli Stati Uniti", quindi "smettete di preoccuparvi di una sua presidenza", ha detto il segretario generale della Nato da Londra. Ma gli analisti concordano nel ritenere che un secondo approdo del tycoon alla Casa Bianca potrebbe dare una spallata alle speranze di Kiev di chiudere a modo suo il tragico capitolo dell'invasione in Ucraina. Dal Regno Unito intanto sembrano arrivare già i primi frutti del viaggio lampo di Zelensky in Europa: secondo il Times, la Difesa britannica sta valutando l'invio di istruttori militari in Ucraina per addestrare le truppe di Kiev. Sarebbero - sostiene il quotidiano citando fonti - piccoli gruppi di soldati dell'esercito di sua maestà da dispiegare nell'ovest del Paese. Uno sviluppo, quello dell'invio di truppe occidentali in Ucraina, che da tempo Mosca definisce una linea rossa da non superare, così come quella degli attacchi con armi occidentali a lungo raggio in territorio russo.
Roma e domani Berlino
Quest'ultimo è un punto centrale del tour di Zelensky in Europa: gli alleati occidentali esitano a dare luce verde ai raid in Russia coi missili a lungo raggio, consapevoli delle minacce del Cremlino di una risposta nucleare. Ma quello degli attacchi in profondità è uno degli elementi chiave del 'piano della vittoria' di Zelensky discusso in queste ore coi leader europei, compresa la premier italiana Giorgia Meloni nel loro bilaterale di Roma. Kiev conta infatti sul sostegno italiano alla sua roadmap per rafforzare la posizione ucraina in vista di un possibile negoziato con Mosca. Ma il governo italiano è tra i più forti sostenitori del divieto all'uso dei missili a lunga gittata in Russia, una posizione analoga a quella della Germania. A dividere poi gli alleati è anche un possibile ingresso di Kiev nella Nato, altro punto centrale del piano ideato da Zelensky. In questo senso, le parole del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, in visita a San Pietroburgo, sono inequivocabili: far entrare l'Ucraina nell'Alleanza "nelle attuali circostanze" provocherebbe la "Terza guerra mondiale".
Il "piano della vittoria" evocato da Volodymyr Zelensky per mettere fine alla guerra con la Russia è stato al centro di una discussione avuta stamani dal presidente ucraino con il premier britannico Keir Starmer e il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte. Lo ha sottolineato lo stesso Starmer a conclusione dell'incontro. Rutte si è unito a un certo punto ai colloqui in corso a Downing Street. Starmer ha insistito, a margine dell'incontro, sull'importanza di "continuare a mostrare l'impegno di sostenere l'Ucraina" sino in fondo da un punto di vista sia politico, sia finanziario, sia di aiuto militare: aiuti che Zelensky non cessa d'invocare, sullo sfondo di una situazione bellica attuale non facile con la Russia, e che rappresenta il filo conduttore del tour europeo che fra oggi e domani lo porterà anche a Parigi (a colloquio con il presidente Emmanuel Macron), a Roma (per incontri con la premier Giorgia Meloni e poi con papa Francesco) e quindi a Berlino, ospite del cancelliere Olaf Scholz. "Non si tratta solo dell'Ucraina - ha fatto eco da parte sua Rutte, unitosi al meeting di Londra fra Starmer e il presidente ucraino a Downing Street, assieme al ministro degli Esteri britannico David Lammy -, ma anche di difendere l'Occidente" e il modello "di sicurezza" rappresentato dalla Nato di fronte a Mosca.
La Russia non ha ricevuto alcun segnale sulla disponibilità di Kiev per un cessate il fuoco in cambio di garanzie di sicurezza da Paesi occidentali. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. "Ci sono molti discorsi ed esercizi di scolastica su questo nei media, ma nessuno sta prendendo l'iniziativa" per un negoziato, ha aggiunto Peskov. In queste ultime ore, in coincidenza con un viaggio in Europa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si sono diffuse su alcuni media le ipotesi che Kiev potrebbe accettare di cedere non ufficialmente alla Russia i territori occupati in cambio di garanzie di sicurezza per il futuro da parte di Paesi occidentali.
Le forze russe hanno riconquistato due villaggi occupati da quelle ucraine nella regione di Kursk: Novaya Sorochina e Pokrovksy. Lo riferisce il ministero della Difesa di Mosca. In un comunicato il ministero della Difesa russo afferma che "unità del raggruppamento del Nord hanno continuato l'offensiva, in cui sono stati liberati gli insediamenti di Novaya Sorochina e Pokrovksy". Le forze ucraine hanno avviato il 6 agosto scorso un'incursione nella regione di Kursk, rivendicando la conquista di oltre mille chilometri quadrati di territorio e decine di villaggi.
Le truppe russe sono entrate nella periferia orientale di Toretsk, nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale, dove i combattimenti continuano: lo ha detto la portavoce del Gruppo operativo e tattico di Lugansk, Anastasia Bobovnikova, al notiziario nazionale congiunto 24/7. Lo riporta Ukrainska Pravda. "La situazione sul fronte di Toretsk rimane la più calda, con combattimenti che si svolgono proprio a Toretsk - ha detto Bobovnikova -. La situazione è instabile; si combatte letteralmente per ogni ingresso... I russi sono entrati nella periferia orientale della città e hanno fatto qualche progresso lungo Central Street verso la miniera centrale. Ma la situazione cambia continuamente".
"La Russia continuerà a combattere fino a quando non saranno eliminate le minacce provenienti dall'Ucraina": lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista alla rivista statunitense Newsweek e riportato dalla Tass. "Non abbiamo altra scelta che continuare la nostra operazione militare speciale fino a quando le minacce poste dall'Ucraina non saranno rimosse", ha dichiarato Lavrov.
La Nato chiederà agli alleati un aumento significativo delle forze militari per contrastare la minaccia russa. Secondo documenti riservati citati da Welt, l'Alleanza prevede di portare a 131 le brigate da combattimento, con un incremento di 49 unità, e da 293 a 1467 le unità antiaeree terrestri, inclusi sistemi Patriot, Iris T-Slm e Skyranger. Anche il numero di elicotteri dovrebbe salire da 90 a 104. I nuovi requisiti saranno sul tavolo dei ministri della Difesa della Nato il 17-18 ottobre a Bruxelles. Centrare gli obiettivi, si evidenzia nel documento, "probabilmente richiede molto più del 2% del Pil da investire per la difesa".
La protezione civile ucraina riceverà dalla Svizzera macchinari e attrezzature antincendio messi a disposizione del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) per un valore di 5,6 milioni di franchi. Il trasporto su rotaia, scelto per attutire l'impatto ambientale, verrà organizzato dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), precisa una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Con l'intensificarsi della guerra, l'entità della distruzione in Ucraina continua ad aggravarsi. Molti siti - case, scuole, ospedali, strade e altre infrastrutture civili - colpiti dai bombardamenti sono interamente crollati e i detriti ostruiscono le vie di collegamento impedendo il transito dei veicoli di soccorso. L'ultima fornitura di questo genere di materiale risale all'ottobre del 2022. Dall'inizio della guerra, la DSC - in collaborazione con il DDPS - ha inviato in Ucraina quasi 1200 tonnellate di aiuti, che sono parte dell'impegno preso dalla Svizzera nei confronti di questo Paese, per un totale di 477 milioni di franchi dal febbraio del 2022.
Visita a sorpresa a Kiev per Mark Rutte, la prima da segretario generale della Nato. L'olandese era stato in Ucraina già altre volte (quattro) nella sua vita precedente da premier ma, simbolicamente, ha scelto d'incontrare Volodymyr Zelensky come primo atto da 'sec-gen' in carica. "Era molto importante per sottolineare, al popolo ucraino e a chi ci sta guardando, che la Nato è al vostro fianco", ha dichiarato in conferenza stampa. E ogni allusione alla Russia è chiaramente voluta.
Il viaggio in Ucraina
Messaggi in codice a parte, il viaggio va inquadrato nella delicata fase attuale della guerra, con Kiev sotto pressione al fronte. Tra pochi giorni (il 12 ottobre) si terrà in Germania il vertice dei leader del formato Ramstein voluto da Joe Biden per fare il punto sugli aiuti militari, seguito a strettissimo giro (la settimana successiva) dalla ministeriale Difesa della Nato, a Bruxelles. Zelensky ha strigliato gli alleati, accusati di "trascinare i piedi" sull'annosa questione dell'uso delle armi a lungo raggio per colpire gli obiettivi militari in Russia. Senza "certi mezzi" e "la possibilità" di usarli "non possiamo fermare la Russia", ha detto chiaramente il presidente ucraino. "Quando Mosca distrugge le posizioni dei nostri soldati è giusto che si ritirino per potersi salvare la vita, sono più importanti degli edifici", ha poi notato a proposito della perdita di Vuhledar, legando a doppio filo la strategia occidentale agli effetti sul campo di battaglia.
Il confronto con la guerra in Medio Oriente
Esattamente come accaduto in seguito al primo lancio di missili iraniani su Israele, quando gli alleati del Tel Aviv parteciparono al loro abbattimento, Zelensky non ha potuto far altro che notare una disparità nel trattamento, dato che la Nato, invece, non intercetta gli ordigni russi nei cieli ucraini. Rutte, sul punto, ha ricordato che, come per le restrizioni sull'uso delle armi, si tratta di decisioni che vanno prese dai "singoli alleati". Ma è una mezza verità. L'Alleanza (collettivamente, e non è un dettaglio da poco) aveva infatti deciso all'indomani dell'invasione russa che avrebbe aiutato Kiev ma non si sarebbe fatta coinvolgere nella guerra. Una linea prudente - senz'altro non condivisa da molti Paesi del fianco est ma non solo - che resta però in vigore: permettere all'Ucraina di colpire la Russia in profondità oppure abbattere i suoi missili con intercettori lanciati dal suolo Nato andrebbe insomma "oltre" quanto deciso nel 2022.
L'Ucraina nella Nato? "Sono a favore"
Bene. Cosa fare allora per far sì che l'Ucraina "prevalga", come ha ribadito Rutte? Intanto mettere a terra le decisioni prese al vertice di Washington - soldi, mezzi, coordinamento in capo all'Alleanza - e rendere "irreversibile" l'ingresso di Kiev nella Nato. "Siete più vicini che mai, io sono a favore", è il messaggio del neo segretario generale dell'Alleanza. Biden, peraltro, pare che si stia ammorbidendo (gli Usa, insieme alla Germania, sono fra i più cauti) e potrebbe prendere in considerazione un invito ufficiale come parte della exit strategy. Anche perché l'Ucraina, sul fronte della produzione delle armi, sta progredendo dal punto di vista della tecnologia. Nella notte uno sciame di droni ucraini (122) si è infatti abbattuto sulla Russia, anche se questa volta, stando a Mosca, sono stati tutti intercettati. Ma non sempre è così, come testimoniano i grandi colpi messi a segno di recente (tipo il deposito di missili nella regione di Tver). Insomma, credere che la situazione possa restare "statica" all'infinito - spiegano alcune fonti alleati - è "un'illusione".
I russi sono entrati a Vuhledar, martoriata cittadina del Donetsk finita per essere una delle tante linee del fronte. Cittadina da 14mila anime prima della guerra, ormai non è altro che un cumulo di macerie, dove pare si ostinino a vivere un centinaio di civili, che evidentemente non hanno altre alternative. Simbolo della fiera resistenza ucraina, come Bakhmut e Avdiivka prima di lei, ora rischia di essere un altro tassello della ritirata nel Donbass, a testimonianza della fase molto delicata che sta vivendo l'Ucraina, al netto dell'operazione-immagine del Kursk.
Rutte è subentrato a Stoltenberg
Intanto, a Bruxelles, Jens Stoltenberg ha ceduto il testimone a Mark Rutte - consegnandogli il martelletto del segretario generale, nella fattispecie un pezzo da collezione degli anni '60 usato solo per le grandi occasioni - completando così il lungo processo di successione. L'ex premier olandese ha confermato che l'Ucraina sarà una delle sue "tre priorità" (le altre due sono la deterrenza e la difesa, ovvero il core business della Nato, e le partnership globali, in primis con l'Unione Europea). Il prossimo passo, in questo senso, sarà il vertice in Germania del formato di Ramstein, questa volta a livello di leader. Lo ha voluto Joe Biden per fare il punto sugli aiuti militari nonché sull'uso che Kiev può farne, compresi gli agognati missili a lungo raggio. "Chi fa pressione sui nostri partner affinché non ci consegnino armi a lungo raggio capaci di colpire sul territorio russo ci sta legando le mani, cosi non possiamo proteggere non solo la nostra nazione ma anche l'Europa, compreso il popolo italiano", ha ribadito all'ANSA l'ex presidente ucraino Petro Poroshenko durante la sua visita all'Eurocamera a Bruxelles.
La situazione al fronte
Rutte, incalzato sul punto, si è limitato a dire che "sono i singoli alleati a dover decidere" ma ha detto pure di "comprendere" le richieste di Kiev, peraltro in linea con il diritto internazionale. "Quest'anno - ha notato - abbiamo visto le forze russe compiere alcuni limitati guadagni sul campo di battaglia benché questi progressi, non dimentichiamolo, sono stati costosi". Si parla di "1.000 morti o feriti" al giorno tra i russi. Numeri esorbitanti. Ma evidentemente non sufficienti per fermare il Cremlino. Allora serve un serio check-up, dentro e fuori l'Alleanza. In pubblico e in privato ormai si discute apertamente dell'esigenza di una nuova strategia, anche da parte di Volodymyr Zelensky, che non può continuare a promettere una vittoria totale sempre più irrealistica.
Kiev e la Nato
Secondo fonti ben piazzate del Financial Times, Biden potrebbe essersi deciso a far "avanzare" il dossier dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato sulla falsariga del modello della Germania Ovest, ammessa nell'Alleanza quando era ancora divisa e occupata dai sovietici. Se ne parla da mesi e potrebbe rientrare in uno scenario più ampio, che comprende il negoziato con Mosca, per arrivare perlomeno ad una tregua nel 2025. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, guarda caso, starebbe pianificando una telefonata con Vladimir Putin (stando ai media tedeschi). Se confermato, sarebbe degno di nota. L'ultimo contatto fra i due risale al dicembre 2022 ed è risaputo il ruolo di pontiere della Germania con la Russia - persino fin troppo, se si presta orecchio alle capitali del fianco est della Nato. Insomma, le notizie che vengono dal fronte vanno ricomposte in un mosaico articolato. Il Cremlino lo sa e sta spingendo sull'acceleratore. Nel mirino ora c'è lo snodo strategico di Pokrovsk: la sua conquista sarebbe d'importanza ben più che simbolica.
Kiev ha espresso il proprio disappunto per il sostegno svizzero a un piano di pace presentato da Cina e Brasile per porre fine alla guerra russo-ucraina. Queste "iniziative di pace" servono solo a creare un'illusione di dialogo. "Tutte le iniziative che non contengono un chiaro riferimento alla Carta delle Nazioni Unite e non garantiscono il pieno ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina sono inaccettabili", ha indicato il Ministero degli esteri di Kiev in un commento. Kiev si è anche irritata per il fatto che si discuta dell'Ucraina in sua assenza. La Svizzera sostiene l'iniziativa di Cina e Brasile perché chiede un cessate il fuoco e una soluzione politica al conflitto, ha dichiarato recentemente Nicolas Bideau, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), a Keystone-ATS. L'iniziativa è importante perché offre un'alternativa ai discorsi bellicosi che sono stati pronunciati all'Onu sia da parte ucraina che da parte russa, ha dichiarato Bideau. Nel pubblicare l'iniziativa, la Svizzera aveva sottolineato l'importanza di un riferimento alla Carta delle Nazioni Unite, che mancava. Secondo Bideau, la rilevanza della Carta nel contesto dell'iniziativa è stata ricordata questa settimana dal ministro degli esteri cinese al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Per il DFAE, l'iniziativa rientra nel quadro della Carta delle Nazioni Unite.
La conferenza del Bürgenstock
In giugno la Svizzera ha organizzato una prima conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina sul Bürgenstock (NW) senza rappresentanti di Mosca. Oggetto delle discussioni era stato il piano di pace presentato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'autunno del 2022, che si basa sul ritiro completo delle truppe russe dal territorio ucraino.
Joint Standoff Weapon. È questo il nome del lascito del presidente americano Joe Biden al suo omologo ucraino Volodomyr Zelensky nella sua probabilmente ultima grande manovra a favore di Kiev da commander-in-chief. Sono bombe a lungo raggio che, per la prima volta dall'inizio del conflitto oltre due anni fa, gli Stati Uniti hanno deciso di inviare a Kiev pur non sbloccando, per il momento, il divieto all'uso di armi americane in profondità sul territorio russo. Un via libera che probabilmente non arriverà a breve dopo la mossa aggressiva del Cremlino, che ha deciso di aggiornare la sua dottrina nucleare per "inviare un messaggio ai paesi ostili", America in primis.
Per l'Ucraina anche le JOSOW, bombe guidate plananti
"Aiutare l'Ucraina è stata una nostra priorità, per questo oggi aumentiamo l'assistenza, per aiutare Kiev a vincere questa guerra", ha dichiarato Biden annunciando il nuovo maxi-pacchetto da 8 miliardi che, tra gli altri equipaggiamenti, comprende un'altra batteria di difesa aerea e nuovi missili Patriot; munizioni e supporto per gli Himars, veicoli blindati, mine anti-imboscata (MRAP), missili Javelin, missili Tow e razzi AT-4 (anti-tank). Ma la vera chicca per le forze di Zelensky sono indubbiamente le JSOW, le bombe guidate plananti con una gittata di 110 chilometri che possono essere lanciate dai caccia ad una distanza di sicurezza dalle linee nemiche e compatibili con diversi jet, tra cui gli F-16, di cui gli Stati Uniti e gli alleati stanno trasferendo alla Ucraina circa un centinaio di esemplari.
Messe in campo misure a favore di un sostegno a Kiev anche in caso di vittoria di Trump
Biden ha inoltre dato mandato al Pentagono di ampliare il programma di training per i piloti ucraini proprio sul quel tipo di caccia in modo da addestrarne altri 18 il prossimo anno. Il commander-in-chief ha anche convocato una riunione a livello di leader in Germania ad ottobre del Gruppo di contatto per coordinare gli sforzi degli oltre 50 paesi che sostengono l'Ucraina ed assicurarsi che se dopo il voto di novembre la linea americana verso Kiev dovesse cambiare, Zelensky possa continuare a godere di un ampio e solido sostegno internazionale.
Il piano per la vittoria una nuova richiesta di armi?
Il leader ucraino ha ringraziato il presidente e il Congresso per l'ennesimo consistente aiuto assicurando che le sue forze lo utilizzeranno "nel modo più efficiente e trasparente possibile per raggiungere il nostro obiettivo comune: la vittoria dell'Ucraina, una pace giusta e duratura e la sicurezza transatlantica". Zelensky a Washington ha presentato a Biden e alla sua vice nonché candidata alla sua successione Kamala Harris, in due incontri separati, il suo piano per la vittoria. Secondo alti funzionari americani, però, la Casa Bianca non ne è rimasta particolarmente colpita, giudicando la strategia priva di una visione globale. "Viene vista, in sostanza, come la richiesta di nuove armi e di eliminare le restrizioni sui missili a lungo raggio impacchettata in modo diverso", ha riferito una fonte dell'amministrazione al "Wall Street Journal".
Trump: "È il più grande venditore al mondo"
Zelensky ha avuto anche incontri con un gruppo bipartisan di senatori ma, rispetto alle visite precedenti, la tappa a Capitol Hill è stata molto sottotono e turbata da una serie di attacchi all'Ucraina da parte di figure di primo piano dei repubblicani, tra cui Donald Trump. Il tycoon, che il presidente ucraino sperava di incontrare in questi giorni in vista di un possibile cambio della guardia alla Casa Bianca, lo ha accusato di essere il "il più grande venditore al mondo", praticamente un piazzista, e di "aver rifiutato un accordo" per mettere fine alla guerra. Mentre lo speaker della Camera Mike Johnson gli ha chiesto di cacciare l'ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti Oksana Markarova per aver organizzato la sua visita ad una fabbrica di munizioni a Scranton, la città di Biden in Pennsylvania, accompagnato da un gruppo di democratici. Una mossa che da alcuni repubblicani è stata bollata come "interferenza elettorale" e sulla quale il comitato di sorveglianza della Camera, guidato dal Grand Old Party, ha aperto un'indagine.
Oltre 30 Paesi e la Ue hanno aderito alla "storica" dichiarazione congiunta di sostegno alla ripresa e alla ricostruzione dell'Ucraina lanciata dal presidente Usa Joe Biden in un evento a margine dell'assemblea generale dell'Onu.
Lo rende noto la Casa Bianca. Il documento è aperto all'adesione di altri Paesi.
Il presidente russo Vladimir Putin ha presieduto oggi una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale dedicato alle proposte per un aggiornamento della dottrina sulla deterrenza nucleare. Lo riferiscono le agenzie russe. La Russia, ha detto Putin, ha sempre trattato le questione della armi nucleari "con il massimo grado di responsabilità", considerandole "una misura estrema per proteggere la sovranità del Paese". Quindi anche le proposte di aggiornamento della dottrina sono calcolate e proporzionate alle minacce. "Ma allo stesso tempo" ha aggiunto "vediamo che la situazione attuale militare-politica sta cambiando in modo dinamico, e siamo obbligati a tenerne conto, compreso l'emergere di nuove fonti di minacce militari e rischi per la Russia e i suoi alleati".
La dottrina militare russa regola i casi cui può ricorrere ad armi nucleari
Gli scenari in cui la Russia può ricorrere all'uso di armi nucleari sono previsti nella sua dottrina militare e nei 'Fondamenti della politica statale nella sfera della deterrenza nucleare'. Secondo tali documenti, l'impiego è consentito in caso di un'aggressione con armi di distruzione di massa o con armi convenzionali, qualora ciò minacci l'esistenza stessa dello Stato. Mosca, ha sottolineato Putin, prenderà in considerazione l'impiego di armi nucleari nel caso abbia "informazioni attendibili su un lancio massiccio di armi aeree e spaziali e sul superamento del confine di Stato". "Mi riferisco" ha aggiunto "ad aerei strategici o tattici, missili da crociera, droni armamenti ipersonici e altri aerei". Secondo quanto riferito dalla Tass, Putin ha anche detto che la Russia si riserva il diritto di impiegare armi nucleari non solo per rispondere ad una aggressione contro se stessa, ma anche contro l'alleata Bielorussia.
Donald Trump probabilmente non incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in questi giorni in Usa. Lo riporta Politico citando alcune fonti della campagna dell'ex presidente, secondo le quali al momento non è stato programmato alcun faccia a faccia, a differenza di quanto era trapelato in precedenza.
Trump irritato per una visita di Zelensky alla città natale di Biden
Trump si sarebbe irritato per la visita di Zelensky domenica ad una fabbrica di munizioni a Scranton, città natale di Biden in Pennsylvania, in una tappa stile campagna elettorale.
La Svizzera chiede alla Russia di porre fine ai suoi "incessanti attacchi ai diritti umani e alle libertà fondamentali". Mosca deve rispettare i suoi obblighi internazionali, ha dichiarato oggi l'ambasciatore svizzero presso l'ONU esprimendosi davanti al Consiglio dei diritti umani a Ginevra. Berna ha denunciato gli "imprevedibili cambiamenti legislativi" e l'"applicazione arbitraria delle leggi" in Russia. Diverse misure approvate negli ultimi mesi sono state prese di mira anche dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite Mariana Katzarova, in particolare la formalizzazione dell'invio di detenuti a combattere in Ucraina. L'ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite a Ginevra, Jürg Lauber, ha invece insistito sul fatto che qualsiasi voce dissenziente rischia di essere completamente "esclusa" dalla società. La Svizzera è "molto preoccupata" per gli "effetti devastanti" di questa politica, che viola le libertà fondamentali. E ha chiesto processi equi. Nel suo recente rapporto, Katzarova ritiene che la situazione dei diritti umani in Russia sia ulteriormente peggiorata nell'ultimo anno. È inoltre preoccupata per le mogli dei soldati, che potrebbero essere le prossime vittime della repressione delle autorità.
La Russia fa sapere che non intende partecipare ad un possibile secondo summit di pace sull'Ucraina a novembre, nonostante il presidente ucraino Volodymyr Zelensky abbia indicato che in questa occasione avrebbe invitato i rappresentanti di Mosca a prendervi parte. "Il summit avrà lo stesso obiettivo: promuovere l'inapplicabile 'formula Zelensky' come unica base per risolvere il conflitto, ottenere il sostegno della maggioranza mondiale e, per conto di quest'ultima, presentare alla Russia un ultimatum sulla capitolazione", ha affermato la portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova in una dichiarazione che spiega così la posizione di Mosca a riguardo.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha ancora reso noto il suo piano per una "pace giusta" o della vittoria. Ma in un briefing con i media a Kiev, come riporta l'Observer, Zelensky ha detto che il piano implica l'esecuzione di attacchi in profondità con missili occidentali all'interno della Russia, che Londra e Washington hanno finora rifiutato. "Biden può rafforzare l'Ucraina e prendere decisioni importanti affinché l'Ucraina diventi più forte e protegga la sua indipendenza mentre è presidente degli Stati Uniti. Penso che sia una missione storica, dopotutto", ha detto Zelensky.
Un piano che verrà presentato ai vertici USA
A New York per l'assemblea Onu, Zelensky presenterà il suo piano a Biden e anche a Kamala Harris. Il presidente ucraino ha detto che "molto probabilmente" incontrerà Donald Trump giovedì o venerdì. "I nostri team sono in contatto. La cosa principale è avere tempo (insieme). Non guarderò al futuro, ma penso che sarà importante per entrambi", ha detto Zelensky.
Kiev ha denunciato all'Aiea che "secondo l'intelligence ucraina il Cremlino sta preparando attacchi contro impianti nucleari critici in Ucraina, in vista dell'inverno". Lo ha riferito il ministro degli Esteri Andrii Sybiha, come riporta Ukrinform. "Stiamo parlando di apparecchiature di commutazione aperte di impianti nucleari e sottostazioni di trasmissione, che sono fondamentali per il funzionamento sicuro dell'energia nucleare", ha scritto Sybiha, aggiungendo che c'è un alto rischio di incidente. Le informazioni sono state condivise con i partner e con l'Agenzia Onu. "La Russia è l'unico paese che ha sequestrato una centrale nucleare in Europa, ricattando il mondo. La formula di pace ucraina contiene una clausola per garantire la sicurezza nucleare, invitiamo tutte le organizzazioni internazionali e gli stati che rispettano la Carta delle Nazioni Unite a prevenire lo scenario preparato dal paese terrorista", ha esortato Sybiha.
I ministri della cultura del G7, riunitisi a Napoli, condannano "fermamente l'aggressione su vasta scala della Russia contro l'Ucraina e la diffusa distruzione di siti storici e istituzioni culturali, come musei, teatri, biblioteche, archivi, chiese e luoghi di culto, che minacciano l'identità culturale ucraina. Siamo uniti - scrivono nel documento finale del summit - nel difendere e promuovere la resilienza e la rigenerazione della cultura e del patrimonio culturale ucraino, materiale e immateriale". I ministri della cultura del G7 inoltre lodano "l'impegno dei governi, delle organizzazioni internazionali e del settore privato nel sostenere l'Ucraina nei suoi sforzi per proteggere, ripristinare e ricostruire i suoi settori e le sue industrie culturali e creative. Ci impegniamo a coordinare i nostri programmi e iniziative e a stimolare il sostegno di altri partner in tali sforzi nel quadro della Conferenza per la Ripresa dell'Ucraina" concludono.
La Russia ha abbattuto 101 droni ucraini sul suo territorio durante la notte. Lo ha affermato il ministero della difesa. "Centouno Uav ad ala fissa ucraini sono stati distrutti e intercettati dai sistemi di difesa aerea", ha affermato il ministero su Telegram. Cinquantatré droni sono stati abbattuti sulla regione di Bryansk, dove il governatore ha affermato che non ci sono state segnalazioni di danni o vittime. Diciotto sono caduti su Krasnodar, vicina alla Crimea, con il governatore che ha riferito che i detriti caduti da un velivolo "hanno causato un incendio che si è propagato a oggetti esplosivi" nel distretto di Tikhoretsk. I residenti sono stati evacuati ma non sono state segnalate vittime, ha aggiunto su Telegram. "Droni ucraini hanno attaccato il 23esimo arsenale della Direzione principale missilistica e artiglieria del ministero della Difesa russo vicino al villaggio di Oktyabrskoye, nella regione russa di Tver", scrive da parte sua Rbc Ucraina citando media e canali Telegram russi.
"Gli implacabili attacchi russi rendono necessario il continuo sostegno dell'Ue all'Ucraina. La Commissione Ue fornirà all'Ucraina un prestito fino a 35 miliardi di euro come parte dell'impegno del G7. Si tratta di un altro importante contributo dell'Ue alla ripresa dell'Ucraina". Lo scrive su X la presidente Ursula von der Leyen. Gli Stati Uniti hanno condizionato la loro partecipazione alle rassicurazioni sul fatto che i beni saranno congelati più a lungo (al momento le sanzioni Ue vengono prorogate ogni sei mesi). Budapest però si è opposta. Gli Usa potranno arrivare in un secondo momento, riducendo la quota europea (10 miliardi sono coperti da Canada, UK e Giappone).
La presidente della commissione europea è giunta questa mattina a Kiev, per 'parlare del sostegno europeo" con l'avvicinarsi dell'inverno. Lo scrive la stessa von der Leyen su X. "La mia ottava visita a Kiev avviene mentre inizia a breve la stagione che richiede riscaldamento e la Russia continua a prendere di mira le infrastrutture energetiche", scrive Ursula von der Leyen su X , pubblicando una foto del suo arrivo alla stazione ferroviaria della capitale. "Aiuteremo l'Ucraina nei suoi coraggiosi sforzi. - prosegue - Vengo qui per discutere del sostegno dell'Europa. Dalla preparazione invernale alla difesa, all'adesione e ai progressi sui prestiti del G7".
La vicepresidente degli Stati Uniti e candidata democratica alla Casa Bianca Kamala Harris dovrebbe incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington. Lo scrive la Cnn citando tre fonti a conoscenza del dossier. Ieri, a una domanda se Harris avrebbe incontrato Zelensky la prossima settimana, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby aveva suggerito che avrebbe potuto farlo se si fosse presentata l'opportunità.
La Germania non permetterà all'Ucraina di lanciare attacchi con armi tedesche in profondità nel territorio russo "anche se altri paesi decideranno diversamente", ha affermato il cancelliere Olaf Scholz. Lo riportano i media di Kiev e Berlino.
No alle armi a lungo raggio
Durante un discorso pubblico a Prenzlau nel Brandeburgo, Scholz ha assicurato che la Germania "continuerà a sostenere militarmente l'Ucraina" in modo che il paese "non crolli" ma ha sottolineato che rimarrà contrario all'idea che Kiev utilizzi armi a lungo raggio tedesche per attaccare obiettivi in Russia. "Resto fermo sulla mia posizione, anche se altri paesi decidono diversamente", ha affermato il cancelliere tedesco.
Oggi la Russia ha scambiato 103 prigionieri di guerra ucraini con Kiev in cambio di altrettanti prigionieri russi in un accordo mediato dagli Emirati Arabi Uniti. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa di Mosca. "Oggi 103 soldati catturati nella regione di Kursk (dagli ucraini) sono stati restituiti dai territori controllati dal regime di Kiev" e "in cambio, 103 soldati ucraini prigionieri sono stati consegnati", si legge nel comunicato.
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha affermato che il prossimo vertice globale sulla pace sarà a novembre e la Russia sarà invitata. Lo riporta Unian. Zelensky ha anche confermato che incontrerà Joe Biden "questo mese" per presentare il suo "piano di vittoria" su come porre fine a due anni e mezzo di guerra con la Russia. "Il mio incontro con il presidente Joe Biden è previsto per questo mese", ha dichiarato Zelensky durante una conferenza internazionale a Kiev. "Gli presenterò il piano di vittoria", ha aggiunto. Parlando del piano ha affermato che "non ha molti punti e ogni punto dipenderà dalla decisione di Biden. Ecco perché penso che aiuterà. Non posso garantire al 100% che fermerà Putin, ma renderà l'Ucraina più forte".
La Russia ha dichiarato persona ricercata l'inviata della RAI Stefania Battistini e l'operatore Simone Traini, accusati di essere entrati illegalmente sul territorio nazionale al seguito delle truppe d'invasione ucraine nella regione di Kursk. Lo riferisce la Tass citando il database del ministero dell'interno. Con lei sono ricercati altri giornalisti esteri con la stessa accusa. "Battistini Stefania, nata il 16 aprile 1977, ricercata in base a un articolo del Codice penale della Federazione Russa", si legge nel database. L'agenzia Tass ricorda che per l'ingresso illegale in Russia è prevista una pena fino a 5 anni di reclusione. I servizi d'intelligence interni (FSB) avevano iniziato un'azione penale contro Battistini e Traini, nonché alcuni altri inviati stranieri: Simon Connolly di Deutsche Welle, Nick Walsh della CNN e le giornaliste ucraine Natalia Nagornaya, Diana Butsko e Olesya Borovik.
L'uso da parte dell'Ucraina di missili a lungo raggio occidentali per colpire la Russia significherà che "i paesi della NATO sono in guerra con la Russia", e Mosca prenderà le "decisioni appropriate". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. Se paesi occidentali daranno a Kiev l'autorizzazione ad usare i missili a lungo raggio contro il territorio russo, "ciò significherà che i paesi della NATO, gli USA e i paesi europei, sono in guerra con la Russia", ha affermato Putin in un'intervista televisiva ripresa dal canale Telegram del Cremlino. "In questo caso - ha aggiunto - tenendo conto del cambiamento della stessa essenza di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate sulla base delle minacce che ci verranno rivolte"
"Un altro crimine di guerra. Oggi l'occupante ha attaccato veicoli della Comitato internazionale della Croce Rossa in missione umanitaria nella regione del Donetsk". Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X. "Al momento sappiamo che due persone ferite stanno ricevendo cure. Sfortunatamente tre persone sono state uccise in questo attacco russo", aggiunge. Il CICR ha confermato sul suo sito internet che tre suoi operatori sono stati uccisi e due feriti. Secondo l'organizzazione è stato colpito un sito nel villaggio di Viroliubivka dove si preparava un centro di distribuzione di legna e carbone per il riscaldamento in vista dell'inverno. "Condanno nei termini più duri gli attacchi sul personale della Croce Rossa", ha affermato la presidente del CICR Mirjana Spoljaric Egger in un comunicato postato sul sito dell'organizzazione. Zelensky ha anche denunciato che un missile russo avrebbe colpito stamattina una nave cargo nel Mar Nero diretta in Egitto che trasportava grano. "Missile russo contro un carico di grano diretto in Egitto (...) La Russia ha lanciato un attacco su una normale nave civile nel Mar Nero che aveva appena lasciato le acque territoriali ucraine", ha scritto Zelensky in un post sulle reti sociali.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l'esercito di Mosca ha lanciato una controffensiva nella regione russa di Kursk. Il ministero della Difesa russo ha confermato oggi che sono dieci gli insediamenti riconquistati nella regione di Kursk negli ultimi due giorni, nel corso della controffensiva per respingere oltre confine le forze ucraine d'invasione. Si tratta delle località di Apanasovka, Byakhovo, Vishnevka, Viktorovka, Vzapnoye, Gordeevka, Krasnooktyabrskoye, Obukhovka, Snagost e Disyatogo Oktyabrya. Sempre secondo il dicastero, durante le ultime 24 ore gli ucraini hanno perso oltre 300 soldati. Intanto, le relazioni tra la Russia e l'Iran hanno acquisito "ulteriore dinamismo negli ultimi anni" e Mosca attende una visita del presidente iraniano Masud Pezeshkian anche per firmare un nuovo trattato bilaterale tra i due Paesi. Lo ha detto oggi il presidente russo Vladimir Putin ricevendo a San Pietroburgo il capo del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano, Ali Ahmadian. Lo riferisce l'agenzia Interfax.
Il social media Telegram rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale dell'Ucraina: lo ha detto il capo della direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa di Kiev (Gur), Kyrylo Budanov, in un'intervista a Radio Charter. Lo riporta Rbc-Ucraina.
"Non vogliamo bloccarlo"
"Non ho mai avuto paura di dirlo. Lo dico direttamente: Telegram è una minaccia per la nostra sicurezza nazionale. Lo dico in modo assolutamente diretto e lo abbiamo anche documentato", ha affermato Budanov. Secondo l'alto ufficiale, gli studi confermano che Telegram è diventato la principale fonte di informazioni per la società ucraina. Allo stesso tempo, il capo della Gur ha sottolineato di non essere a favore della chiusura di Telegram nel Paese. "Non sono favorevole a chiuderlo. È abbastanza difficile da fare, comunque, ma è possibile. Sono favorevole a 'ufficializzare' tutti questi canali Telegram", ha affermato.
X (ex Twitter) non è dannoso
Il capo dell'intelligence militare ha inoltre sottolineato che bloccare Telegram è tecnicamente più difficile, come i social network russi Odnoklassniki e Vkontakte, ma è possibile. Budanov ha poi osservato che X (ex Twitter) non è dannoso per gli ucraini.
Durante la tappa al forum Ambrosetti a Cernobbio, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha avuto un incontro con la delegazione del Congresso Usa per discutere delle esigenze prioritarie delle forze di difesa ucraine e delle conseguenze del terrorismo missilistico russo. Ne dà notizia lo stesso Zelensky su X, scrive Ukrinform.
Gli argomenti di discussione
"In Italia ho incontrato la delegazione del Congresso degli Stati Uniti guidata dal senatore Lindsey Graham. Li ho informati sulla situazione attuale al fronte, sui risultati dell'operazione nella regione di Kursk e sulle conseguenze del terrore missilistico russo. Inoltre, abbiamo discusso delle necessità urgenti dei nostri guerrieri. Garantire ulteriori sistemi di difesa aerea e missili, insieme all'espansione delle missioni di addestramento per i piloti ucraini sui caccia F-16, rimane una priorità assoluta", scrive Zelensky che ha poi ringraziato il Congresso, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il popolo americano per "aver lavorato insieme per portare questa guerra a una fine giusta".
"Putin sta cercando di lanciare più missili per uccidere altri bimbi. Noi cerchiamo di difenderci" come possiamo, "ma loro attaccano anche con missili balistici che provengono dall'Iran". Lo ha detto il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, al Forum Teha in corso a Cernobbio.
"Siamo costruendo scuole sotterranee per fare in modo che i bambini possano continuare a studiare"
"Il nostro popolo vive sotto la minaccia di droni e missili ogni giorno e ogni notte", ha proseguito Zelensky, ricordando i recenti attacchi a Poltava, Kharkiv e Leopoli, costati la vita a decine di persone. "Putin sta cercando di lanciare ancora più missili per cercare di uccidere altri bambini ucraini. Noi cerchiamo di difenderci", ma la Russia "usa missili balistici che arrivano da Teheran. "Noi stiamo costruendo rifugi, scuole sotterranee in modo tale che i bambini ucraini possano continuare a studiare in piena sicurezza nonostante tutto quello che sta accadendo", ha aggiunto il presidente ucraino al forum sul lago di Como.
Il capo della difesa statunitense Lloyd Austin ha annunciato dalla base aerea statunitense di Ramstein, in Germania dove è in corso la riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina, nuovi aiuti militari per 250 milioni di dollari a Kiev. "Sono lieto di annunciare che il presidente Joe Biden annuncerà oggi un ulteriore pacchetto di assistenza alla sicurezza per l'Ucraina di 250 milioni di dollari. Questo pacchetto fornirà maggiori capacità per soddisfare le esigenze in evoluzione dell'Ucraina", ha detto il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, a un incontro in Germania dei sostenitori internazionali dell'Ucraina. Presente sul posto anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, giunto stamane alla base aerea, ha indicato lui stesso su Telegram.
"L'Ucraina ha bisogno di più supporto militare ora, il modo più rapido per porre fine a questa guerra è fornire armi all'Ucraina". Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, durante un punto stampa a Oslo con il premier norvegese Jonas Gahr Store. "Il presidente Putin deve rendersi conto che non può vincere sul campo di battaglia. Chiedo a tutti gli alleati di continuare nel nostro supporto" a Kiev, "soprattutto in questa difficile fase della guerra", ha aggiunto. "Chiedo alla Cina di smettere di sostenere la guerra illegale della Russia. La Cina non può continuare ad alimentare il più grande conflitto militare in Europa senza che questo abbia un impatto sugli interessi e sulla reputazione", ha precisato Stoltenberg. "La Cina è diventata una complice decisiva per la guerra della Russia contro l'Ucraina, attraverso una partnership senza limiti e il supporto all'industria della difesa" russa, con "il trasferimento di componenti di armi, attrezzature e materie prime", ha evidenziato.
Con la sua offensiva nella regione russa di Kursk, che ormai dura da un mese, l'Ucraina ha prevenuto un attacco che i russi pianificavano da lì: lo dice in un'intervista alla Cnn il comandante in capo delle forze armate ucraine, gen. Oleksandr Syrsky: la prima da quando ricopre l'incarico, affidatogli lo scorso febbraio.
Le dichiarazioni
L'attacco a sorpreso sul Kursk, dice Syrsky, "ha ridotto la minaccia di un'offensiva nemica. Abbiamo impedito loro di agire. Abbiamo spostato i combattimenti in territorio nemico in modo che anche loro possano provare ciò che noi proviamo ogni giorno". Oltre a impedire ai russi di usare la regione di Kursk come trampolino di lancio per un nuovo attacco, secondo il capo di stato maggiore ucraino, l'incursione ha avuto lo scopo di dirottare forze russe da altre aree, di creare una zona cuscinetto e impedire il cannoneggiamento da oltre confine verso obiettivi civili, di prendere prigionieri di guerra e di sollevare il morale delle truppe ucraine e della nazione intera. Mosca, secondo Syrsky, è stata costretta a spostare "decine di migliaia di truppe, comprese le unità di paracadutisti d'assalto", verso il Kursk.
I ministri della giustizia dei paesi membri del Consiglio d'Europa, riuniti in un incontro informale a Vilnius, in Lituania, hanno affermato "la necessità di istituire un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l'Ucraina che garantisca giustizia processando coloro che hanno le maggiori responsabilità".
"Fasi procedurali conducibili anche in contumacia"
In una dichiarazione al termine della conferenza per discutere della responsabilità per i reati commessi da Mosca in Ucraina, i ministri si dicono favorevoli alla "preparazione e presentazione di una bozza di accordo bilaterale tra il Consiglio d'Europa e il governo dell'Ucraina sull'istituzione di un tribunale speciale" che contenga uno statuto e una bozza di accordo parziale allargato che ne delinei le modalità di sostegno. "Alcune fasi procedurali" potrebbero essere condotte anche "in contumacia", scrivono i ministri, evidenziando che questa condizione, pur da "discutere ulteriormente", può "servire l'interesse della giustizia". "La conferenza odierna vuole creare una piattaforma internazionale unica per riaffermare l'obbligo per ciascun Paese di rispettare i principi del diritto internazionale e dei diritti umani", ha detto la ministra della Giustizia lituana, Ewelina Dobrowolska, nel corso della conferenza.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha proposto al Parlamento la nomina di Andrii Sybiha, attualmente uno dei vice capi del suo ufficio, a ministro degli Affari esteri in sostituzione di Dmytro Kuleba: lo ha reso noto il Parlamento sul suo sito, come riporta Rbc-Ucraina. Nato nella città di Zboriv - nella regione di Ternopoli, nell'Ucraina occidentale- il 49enne Sybiha si è laureato presso l'Università statale Ivan Franko di Leopoli in giurisprudenza e relazioni internazionali.
Il profilo di Sybiha
La sua carriera diplomatica è iniziata con la carica di vice segretario del ministero degli Esteri ucraino e, successivamente, è stato nominato primo segretario per gli Affari consolari presso l'ambasciata di Kiev in Polonia. Nel 2002 è tornato nella capitale ucraina come primo segretario del ministero degli Esteri. Sybiha è stato nominato poi capo dipartimento ad interim e capo dipartimento del ministero. Quattro anni dopo, nel 2006, è stato nominato vicedirettore del dipartimento del servizio diplomatico e nel 2008 è diventato consigliere-inviato dell'ambasciata ucraina in Polonia. Dal 2012 è stato direttore ad interim e direttore del Dipartimento dei servizi consolari del ministero degli Esteri. Nel 2016 è stato nominato ambasciatore straordinario e plenipotenziario in Turchia e nel 2021, con decreto presidenziale, è diventato vice capo dell'Ufficio del presidente dell'Ucraina. Il 12 aprile scorso- per decisione del governo - è stato nominato primo viceministro degli Esteri.
Le forze di Mosca hanno cominciato a "spingere gradualmente" quelle ucraine fuori dalla regione di Kursk. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo che "l'obiettivo principale" della Russia è la conquista del Donbass in Ucraina.
Nel bombardamento russo di ieri su Poltava è stato colpito un "centro di addestramento" di militari ucraini dove operavano anche "istruttori stranieri". Lo afferma in un comunicato il ministero della Difesa di Mosca. "Le forze armate della Federazione Russa - si legge in un comunicato del ministero postato sul suo canale Telegram - hanno effettuato un attacco ad alta precisione contro il 179esimo centro di addestramento congiunto delle forze armate ucraine nella città di Poltava, dove, sotto la guida di istruttori stranieri, specialisti di comunicazione e guerra elettronica di tutte le formazioni e militari, sono state addestrate unità delle forze armate ucraine e operatori di veicoli aerei senza pilota che hanno partecipato ad attacchi su obiettivi civili sul territorio della Federazione Russa".
Il ministro ucraino degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha presentato le sue dimissioni. Lo rende noto la presidenza del parlamento ucraino. Il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba ha chiesto oggi al Parlamento a Kiev di accettare le sue dimissioni, ha annunciato il presidente dell'assemblea sui social network, pubblicando la lettera del ministro. "Vi chiedo di accettare le mie dimissioni", ha scritto nella lettera il ministro a guida del ministero degli Esteri dal 2020 e le cui dimissioni arrivano nel mezzo di un rimpasto ministeriale all'interno del governo ucraino.
Sono 6 i funzionari ucraini, tra cui alcuni ministri del governo, che hanno presentato le dimissioni mentre un assistente presidenziale è stato silurato. "Come promesso, questa settimana è previsto un importante rimpasto di governo. Più del 50% del personale del governo sarà cambiato", ha scritto su Telegram il portavoce del presidente, David Arakhamia. Diversi ministri ucraini avevano già presentato le loro dimissioni, tra cui il ministro delle Industrie strategiche, il ministro della Giustizia e il ministro della Protezione ambientale. Anche il capo del Fondo di proprietà statale ucraino, Vitaliy Koval, si è dimesso, così come i due vice premier Iryna Vereshchuk e Olga Stefanishyna. Il vice capo dell'ufficio di Zelensky e uno dei principali collaboratori del presidente, Rostyslav Shurma, è stato nel frattempo silurato, secondo un decreto presidenziale. Zelensky ha ordinato diversi rimpasti dall'inizio della guerra, silurando il suo ministro della Difesa lo scorso settembre dopo una serie di scandali di corruzione e, più recentemente, sostituendo il suo comandante supremo in seguito alle battute d'arresto sul campo di battaglia.
Due missili si sono abbattuti su Poltava, nel centro dell'Ucraina, causando la morte di almeno 41 persone e il ferimento di 180. È quanto scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Due missili balistici hanno colpito Poltava finendo su un istituto scolastico e sul vicino ospedale - riferisce Zelensky -. Uno degli edifici dell'Istituto delle comunicazioni è stato parzialmente distrutto. La gente si è ritrovata sotto le macerie. Più di 180 persone sono rimaste ferite. Sfortunatamente molti sono morti, al momento 41".
Salvate 25 persone
"L'intervallo di tempo tra l'allarme e l'arrivo dei missili mortali è stato così breve" che le persone non sono riuscite a raggiungere il rifugio antiaereo, hanno spiegato i servizi di emergenza. Secondo il Ministero dell'istruzione, uno degli edifici dell'istituto è stato parzialmente distrutto e molte persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Grazie al lavoro coordinato di soccorritori e medici sono state salvate 25 persone, 11 delle quali sono uscite dalle macerie.
"Le forze russe hanno inflitto un danno significativo al nemico"
Dal canto loro diversi blogger di guerra russi affermano che nel bombardamento su Poltava, che avrebbe provocato decine di morti, è stata colpita una scuola militare per la formazione del personale addetto alle comunicazioni. "Le forze russe hanno inflitto un danno significativo al nemico, l'attacco ha eliminato preziosi specialisti in comunicazioni e guerra elettronica", afferma in particolare il popolare canale Telegram Rybar, che conta oltre un milione di iscritti.
I recenti tagli annunciati dal gruppo Tamedia sono sicuramente una decisione che ha portato scompiglio nel settore mediatico svizzero, ma c’è chi sta peggio: pensate che in Ucraina un terzo dei media sono stati costretti a chiudere a causa della guerra attualmente in corso. Come sopravvivono quelli rimasti? Perché e come continuano a lavorare? Inoltre, possono davvero adempiere al loro mandato, criticando ad esempio il governo di Kyiv? Abbiamo provato a capirlo intervistando alcuni addetti ai lavori attivi in Ucraina.
È difficile immaginare cosa farebbe ognuno di noi se la guerra iniziasse in Svizzera. In particolare, se si riveste una professione legata alle infrastrutture e alla sicurezza, come pompieri, poliziotti, medici e ovviamente militari, che sarebbero naturalmente obbligati a restare e fornire le loro prestazioni. Qualcuno potrebbe anche pensare di abbandonare la propria residenza per trasferirsi in un posto sicuro. Inoltre, per un paese che per quasi 200 anni non ha mai visto un conflitto, è ancora più difficile immaginare le conseguenze che la guerra porterebbe con sé. Ogni giorno si leggono e vedono notizie dall’Ucraina. I flussi d’informazione su quanto accade non sono sempre percepiti nella loro interezza, ma indipendentemente dal fatto che si "indossino occhiali rosa" o che si sia veramente informati, la Russia ha nuovamente iniziato una guerra in Europa, che al momento sembra impossibile fermare.
Un lavoro pericoloso
Il giornalista è un professionista che spesso resta dietro le notizie, raccontando i fatti e non le difficoltà che incontra nella sua attività. In Ucraina, ci raccontano i nostri interlocutori, non è tra i mestieri più sicuri: chi decide di restare deve affrontare molte difficoltà, come accade anche in altri paesi, ma spesso i reporter ucraini mettono anche a rischio la propria vita. Oleksandr Yukhymets è caporedattore di un media online con un focus culturale nella città ucraina occidentale di Cernivtsi. Lo intervistiamo alcuni giorni prima che parta per il fronte per servire il suo paese con le armi. Nonostante Cernivtsi sia ancora sicura e non sia mai stata bombardata, alcuni dei suoi giornalisti rischiano spesso la vita. "Lavorare come giornalista, secondo me, è diventato più pericoloso, soprattutto per chi deve raccontare la cronaca dal fronte", racconta Yukhymets, spiegandoci di esser stato inseguito e pedinato dopo aver scritto alcuni articoli su temi politici che "non sono piaciuti ai diretti interessati".
Si può criticare Zelensky in Ucraina?
Una guerra può portare cambiamenti significativi nella vita di una persona e nella quotidianità di un paese. La libertà di parola è aumentata negli ultimi dieci anni, ma ora la situazione è cambiata, come racconta Lina Kushch, Prima Segretaria dell’Unione Nazionale dei Giornalisti dell’Ucraina. "Dall’inizio della guerra c’è stato un periodo in cui i media non hanno mosso alcuna critica verso il governo di Kyiv, cercando di non trasmettere un messaggio negativo in un momento di difficoltà. Anche alcuni giornalisti investigativi hanno interrotto la loro attività. In seguito, però, abbiamo capito che le violazioni della legge da parte delle autorità ucraine e la corruzione non sono sparite. A questo si aggiungevano alcune importanti riforme per il paese che venivano bloccate a causa delle leggi marziali. Di conseguenza, i giornalisti hanno ripreso a criticare le autorità, anche con l’intento di provocare alcuni cambiamenti all’interno dell’esecutivo. Tuttavia, ci sono ancora team giornalistici che continuano a mantenere una linea solo pro-governativa".
Più di una critica
Lina Kushch ha citato esempi in cui, giustificandosi con la legge marziale, all'inizio della guerra il Ministero della Difesa ha chiuso i registri delle spese per le Forze Armate, impedendo alla società e ai giornalisti di vedere dove vanno a finire i soldi e come il governo li utilizza. Questo ha dato mano libera ai politici corrotti. È successo, ad esempio, che il Ministero della Difesa ucraino abbia comprato delle uova a dei prezzi ingiustificatamente alti, fino a tre-quattro volte superiori il prezzo di mercato. Tuttavia, la scoperta di questo fatto da parte dei giornalisti investigativi e il conseguente clamore nella società hanno costretto i deputati a Kyiv a riaprire i registri delle spese. Kushch ha anche parlato di altri esempi in cui, grazie ai giornalisti, alcuni ministri sono stati sostituiti, un compito che risulta ancora più difficile in assenza di elezioni e con la legge marziale.
Limitare la parola per la sicurezza
Liubov Vasylyk, responsabile della cattedra di giornalismo all’Università Nazionale di Cernivtsi ed esperta di media, spiega che ci sono alcune limitazioni alla libertà di stampa dovute a motivi di sicurezza. Per esempio, non si possono pubblicare e trasmettere immediatamente le immagini delle conseguenze di bombardamenti, ma devono passare almeno tre ore. Per parlare con i militari ci vuole un permesso. Se si filmano o intervistano soldati, è necessario un accredito da parte delle autorità militari. Tutto ciò è una questione di sicurezza per l’esercito, al fine di evitare che il nemico corregga il suo tiro, poiché i russi monitorano attentamente anche i media ucraini. È quindi assolutamente vietato mostrare eventuali obiettivi militari, per esempio basi, trincee, aeroporti militari. "Quando ho lavorato come giornalista per un sito, per parlare con una dottoressa militare e con lo psicologo militare che aiuta le persone con traumi legati alla guerra, ho avuto bisogno di un permesso dalla Guardia Nazionale".
Zone “nere” per giornalisti
Nonostante i problemi di elettricità e le limitazioni per alcune pubblicazioni, la vita dei giornalisti nelle regioni controllate da Kyiv può sembrare migliore rispetto a quella di chi si trova nelle zone occupate dall’esercito russo. In queste ultime, le autorità di Mosca tengono sotto controllo gli attivisti, le famiglie dei militari ucraini e i giornalisti. "Va ricordato che un giornalista ucraino in quelle zone non può lavorare legalmente; tutti sono schedati e controllati dalle autorità russe, che li chiamano e si presentano a casa, spesso facendo pressione su questi professionisti per farli passare ‘dall’altra parte’ e lavorare sotto il regime di Mosca. Chi non accetta mette in pericolo la propria vita e quella dei suoi familiari".
Una pratica molto usata dalle autorità russe in Ucraina è il sequestro di persona. I russi hanno rapito, ad esempio, Oleksandr Gunko, il redattore di un sito web della città di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson. La sua storia completa si può leggere qui. Nonostante l’occupazione, Gunko ha continuato a lavorare, chiamando “i russi e Putin 'nemici e occupanti'”. Per questo è stato arrestato dalle autorità russe tre volte. Racconta del suo primo arresto: "Hanno perquisito l'appartamento, sequestrato un computer portatile, uno smartphone, un telefono, macchine fotografiche e videocamere. Mi hanno trascinato alla stazione di polizia militare russa. Mi hanno rinchiuso in un ufficio e mi hanno ammanettato a un termosifone, seduto su una sedia di legno duro. E così mi hanno lasciato per tre giorni. Durante questo periodo mi hanno dato da mangiare solo una volta, il secondo giorno, con porridge per soldati. Era impossibile dormire. Tre o quattro volte al giorno mi portavano in bagno. Questo era l’unico momento in cui potevo alzarmi dalla sedia. E per tutti e tre i giorni mi hanno interrogato gli agenti del Servizio di Sicurezza russo".
Gunko ha anche raccontato che, oltre a essere infastiditi dalla sua linea editoriale filo-ucraina, i russi volevano farlo passare dalla loro parte. Gli chiedevano anche informazioni sugli attivisti locali e sui partecipanti alla guerra del Donbass. “Di fronte a dove ero seduto, ammanettato, c’era un’altra stanza dove ogni giorno venivano portate delle persone per poi essere torturate. Sentivo suoni orribili: urla, colpi, ossa che scricchiolavano... Le persone erano molto depresse e cercavano di non parlare di ciò con nessuno, se non sussurrando agli amici più cari".
Continuare a lavorare per le future generazioni
Anche dopo i tre arresti subiti, Gunko non ha mollato. Alla fine, i russi hanno smesso di chiedergli di passare dalla loro parte, ma gli hanno proibito di lavorare come giornalista. Tuttavia, lui ha continuato: "Io sono un giornalista, sono un cronista del presente, devo parlare agli altri, ma anche raccontare alle generazioni future di ciò che accade in Ucraina". Con l’aiuto di organizzazioni giornalistiche, Oleksandr Gunko è riuscito infine a fuggire nell’ovest del paese.
Nelle zone occupate, i russi bloccano intenzionalmente o limitano la rete telefonica e la connessione internet, perché non vogliono che il mondo venga a conoscenza dei loro crimini. Un altro loro obiettivo è di isolare la popolazione locale. In queste aree, gli occupanti diffondono la loro propaganda e notizie false contro l’Ucraina. “Fuggire dalle terre occupate è pericoloso e costoso. Passare attraverso Russia, Lettonia, Lituania e Polonia per raggiungere le zone controllate dagli ucraini può costare fino a 350 euro per persona. Lungo le strade delle terre occupate ci sono diversi posti di blocco, dove si rischia di essere arrestati. Il viaggio è lungo e richiede una preparazione accurata. In questo ambito, i nostri consigli sono stati molto utili a molti”, dice Lina Kushch. Questa testimonianza è confermata dalla storia della giornalista Vita Kopenko. della regione di Kherson. Dopo aver ricevuto varie minacce da collaboratori locali e russi e aver rifiutato di collaborare, ha dovuto affrontare un viaggio difficile di cinque giorni per riuscire a raggiungere l'Ucraina.
Lavorare fino all’ultimo
I giornalisti in prima linea svolgono un lavoro encomiabile. Lo dimostra il giornale di Bakhmut, che continuava a distribuire giornali alla popolazione, fornendo informazioni sull’evacuazione e invitando i locali a mettersi in salvo, fino agli ultimi giorni prima della conquista della città da parte dei mercenari del gruppo Wagner.
Scrivere del proprio paese da mille chilometri di distanza
I giornalisti che sono riusciti a scampare all’occupazione o all’incarcerazione russa spesso continuano a scrivere delle loro terre natie dalla nuova regione in cui si trovano. Liubov Vasylyk afferma: “I redattori della città di Sievierodonec’k, nel Donbas, ora operano da Cernivtsi (vicino alla Romania), da dove continuano a scrivere della cronaca di entrambe le regioni”.
Quali professionisti sono più in difficoltà?
La quantità di queste storie è proporzionale all’estensione delle aree occupate, ma anche alle spalle dei soldati ucraini, dove la guerra non è ancora arrivata, non mancano problematiche. Se si chiedesse a qualunque redattore in Ucraina quali sono i problemi principali, è probabile che menzioni le difficoltà finanziarie e la carenza di personale. “Per noi, il problema finanziario è molto serio; cerchiamo altri modi per trovare fondi, come sovvenzioni o contratti pubblicitari”, commenta Yukhymets, caporedattore di Shpalta, che ha dedicato molta attenzione a questa questione. Le difficoltà finanziarie portano inevitabilmente a problemi di personale: lo stipendio medio di un giornalista locale non è elevato, anzi. Inoltre, alcuni, dopo aver iniziato a esercitare la professione, rimangono delusi e poi lasciano. Oleksandr, per far fronte alla carenza di personale, mantiene i contatti con la cattedra di giornalismo dell’università locale per eventuali assunzioni.
Un sito web senza elettricità
Nonostante i continui attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine, che rendono problematico l'accesso all’elettricità, l’attività dei giornalisti non si ferma, ma si adegua. È il caso di Oleksandr Yukhymets e della piattaforma online Shpalta. “Non potevamo montare i servizi video per poi pubblicarli sul nostro sito. Siamo stati costretti a pianificare tutte le nostre attività in maniera molto precisa, adattando i nostri orari alle fasce della giornata in cui c’era l’elettricità. È un problema che si ripresenterà anche il prossimo inverno".
“Nessun piano di ricostruzione dell’Ucraina, presentato a Lugano, Berlino o Londra, prevede un aiuto ai media indipendenti”. Nell’intervista la Prima Segretaria dell’Unione Nazionale dei Giornalisti Lina Kushch sottolinea l’importanza dei media locali e afferma che, purtroppo, il governo ucraino non vuole sostenerli. “I giornalisti locali devono essere considerati non come un semplice oggetto che si limita a lodare le autorità e a parlare del processo di ricostruzione, ma come soggetto attivo, che deve controllare come vengono spesi i soldi, anche quelli che ci daranno per il rinnovo del territorio”. A questo proposito, secondo Kushch, i media locali sono una vera e propria “infrastruttura” essenziale, che garantisce il servizio informativo.
Attualmente alcuni media locali esistono ancora grazie soprattutto al sostegno delle organizzazioni giornalistiche e ai fondi internazionali. Ad esempio, dal 2022, la fondazione svizzera Hirondelle aiuta i media ucraini a sopravvivere in questi tempi difficili.
Formare nuovi giornalisti
Anche formare i futuri giornalisti è diventato più complicato, specialmente quando le lezioni non si tengono in aula. “Non abbiamo sempre una connessione internet di qualità”, spiega la responsabile della cattedra Liubov Vasylyk. “Inoltre, ci sono i blackout programmati. Dobbiamo trovare modi per essere più flessibili. Se una lezione era stata pianificata per una determinata ora, cambiamo l’orario. Tuttavia, spesso succede che gli orari delle lezioni non coincidano con i momenti in cui i nostri studenti hanno l’elettricità. Per questo è molto difficile coprire l'intero flusso di studenti con l'insegnamento”.
Nonostante le difficoltà, l’Università ha adattato il programma, aggiungendo nuove materie come “IA in giornalismo”, “Sicurezza personale dei giornalisti”, “Giornalismo di guerra” e “Mass media non istituzionalizzati” (come Telegram, Instagram, TikTok). Tuttavia, secondo la responsabile della cattedra, alcune materie, come il montaggio video o il fotogiornalismo, sono quasi impossibili da insegnare a distanza perché richiedono pratica diretta.
Dall’inizio dell’invasione, l’Università ha accolto nei suoi dormitori molti rifugiati dalle regioni sotto attacco. Uno degli insegnanti di giornalismo combina il suo lavoro con l’attività di volontariato, aiutando le vittime di guerra e portando aiuti umanitari. “Ha già chiesto molte volte di cambiare gli orari delle lezioni”, dice con un sorriso Vasylyk.
Il fenomeno di Telegram
Alcuni canali di informazione su servizi di messaggistica istantanea hanno un pubblico più vasto rispetto ai media tradizionali. E in Ucraina è Telegram a primeggiare in questa categoria. Oleksandr Yukhymets spiega questa popolarità, sottolineando che i canali Telegram spesso non sono affidabili: “La gente oggigiorno tende a fidarsi maggiormente di fonti di informazione non convenzionali, come un blogger di fiducia o un canale Telegram con autori anonimi. Per le persone è più facile leggere le notizie nelle chat o nei feed dei social media. Dobbiamo adattarci anche noi”.
Tante difficoltà in un paese dilaniato dalla guerra. È proprio qui che il giornalista assume un ruolo di responsabilità ancora più importante. Le incognite sul futuro non mancano e pesano ogni giorno sul lavoro quotidiano delle redazioni. Numerose domande, quindi. La certezza, tuttavia, è che il futuro non sarà uguale al passato. “È un'utopia credere che dopo la guerra il giornalismo tornerà alla normalità e tutto sarà come prima”, conclude Lina Kushch. Da una situazione tragica, però, ritiene che si possano comunque trarre degli insegnamenti. “I media dovranno trovare una nuova quotidianità, anche a livello di contenuti e competenze, così da raggiungere, anche tramite nuovi canali, il più ampio numero di persone possibile”.
Nota dell'autore: Quasi due anni fa sono fuggito dal Donbas - territorio attualmente occupato dalla Russia - arrivando dapprima a Cernivtsi e raggiugendo in un secondo momento il Ticino. Studio giornalismo in questo Cantone e in Ucraina, seguendo le lezioni da remoto. I lavoratori dei media in Ucraina, tra cui chi racconta la cronaca dal fronte, così come i soldati che stanno combattendo, mi hanno spinto a studiare giornalismo e raccontare ciò che accade nel mio Paese d'origine e nel mondo. L'idea di scrivere questo articolo mi è arrivata nel corso dello stage che ho svolto presso la redazione di Ticinonews e mi serve per continuare il mio percorso formativo che spero, in futuro, mi porterà a diventare un giornalista in questo meraviglioso Cantone. Durante l'attività svolta in redazione ho potuto notare le differenze con l'Ucraina: qui, infatti, ci sono tutte le condizioni per lavorare al meglio, mentre lì la normalità è purtroppo rappresentata da diversi problemi, come ad esempio la mancanza di elettricità, di fondi, di personale e di sicurezza.
Un deposito di carburante ha preso fuoco nella regione russa di Rostov (sud-ovest) a seguito di un attacco di droni ucraini, lo ha confermato il governatore regionale Vasily Golubev. L'attacco è avvenuto nel distretto di Kamensky, provocando un "incendio in un deposito di carburante", ha scritto su Telegram, assicurando che "nessuno è rimasto ferito". I vigili del fuoco intervenuti sul posto hanno combattuto in mattinata l'incendio che non ha minacciato le abitazioni, secondo la stessa fonte. Un altro incendio causato da un attacco di droni contro un deposito di carburante nella regione di Rostov - a Proletarsk, a circa 200 chilometri dal confine ucraino - è in corso dal 18 agosto, secondo i media locali. Secondo le autorità locali, almeno 41 vigili del fuoco sono già rimasti feriti mentre combattevano l'incendio a Proletarsk.
"Giusti attacchi alle infrastrutture"
Dall'inizio del conflitto nel 2022, Kiev ha ripetutamente preso di mira gli impianti di petrolio e gas in Russia, alcuni situati a centinaia di chilometri dai suoi confini, in quelli che ha definito "giusti" attacchi alle sue infrastrutture energetiche.
Gli altri attacchi
Nella stessa regione di Rostov il 18 agosto un analogo attacco nel distretto di Proletarsky ha provocato un incendio in un altro deposito di carburanti, e a distanza di dieci giorni non vi è ancora conferma che le fiamme siano state domate. Sono 41 i vigili del fuoco rimati feriti nel tentativo di spegnere l'incendio. Intanto un altro tentativo di attaccare un deposito di carburanti è stato segnalato nella regione russa nord-orientale di Kirov, a quasi 1'500 chilometri dal confine ucraino. Secondo il governatore Alexander Sokolov, citato dall'agenzia Tass, non sono segnalati incendi né vittime.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che presenterà ai candidati alla presidenza degli Stati Uniti, la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump, oltre che al presidente in carica Joe Biden, un piano su come intende porre fine alla guerra con la Russia. Il capo dello Stato ucraino ne ha parlato alla conferenza stampa per celebrare il giorno dell'indipendenza dell'Ucraina, come riportano vari media ucraini. Il piano, ha affermato Zelensky, prevede misure sul fronte diplomatico ed economico, oltre all'incursione dell'Ucraina nella oblast (regione) di Kursk, che rientrava anch'essa in una strategia per convincere Mosca ad avviare colloqui di pace. Zelensky ha anche indicato che Kiev ha eseguito con successo il test del suo primo missile balistico di fabbricazione nazionale. "Forse è troppo presto per parlarne, ma voglio condividerlo con voi", ha affermato, come riporta il giornale in linea ucraino Ukrainska Pravda.
Il comandante delle forze armate ucraine Oleksandr Syrskyi ha annunciato che le forze di Kiev stanno ancora avanzando nella oblast (regione) russa di Kursk e finora controllano 1294 chilometri quadrati (km2). Syrskyi aggiunge che 594 soldati russi sono stati catturati durante l'incursione a Kursk, stando a quanto riportano media internazionali. "Continuiamo ad andare avanti. Finora sono stati presi sotto controllo 1294 chilometri quadrati e 100 insediamenti ", ha affermato il comandante in capo delle forze armate ucraine. Syrsky ha pure affermato che la Russia ha schierato 30'000 soldati in direzione di Kursk, riporta il giornale in linea ucraino Ukrainska Pravda che riprende l'intervento del generale al Forum dei capi delle istituzioni statali. "Uno degli obiettivi dell'operazione offensiva nella direzione di Kursk era proprio quello di deviare significative forze nemiche da altre direzioni. Prima di tutto, ciò riguarda Pokrovsky e Kurakhovsky. Il nemico lo capisce e concentra i suoi sforzi nella direzione Pokrovsky, dove la situazione è difficile".
Mosca denuncia coinvolgimento Usa
Il viceministro degli esteri russo Sergey Ryabkov ha definito "un fatto evidente" quello che secondo lui sarebbe il coinvolgimento degli Usa nell'organizzazione dell'offensiva ucraina, scrive l'agenzia di stampa ufficiale russa Tass. "Si stanno osservando le conseguenze pratiche di quella che non è un'accusa, ma un fatto evidente", ha detto Ryabkov. Gli Usa dal canto loro sostengono di non essere stati informati da Kiev dell'attacco.
Le forze ucraine stanno tentando di oltrepassare il confine di Stato per raggiungere la regione meridionale russa di Belgorod e i combattimenti sono in corso: lo riportano canali del servizio di messaggistica Telegram russi, ripresi dal quotidiano britannico The Guardian. Secondo quanto riportato dal canale Telegram di Mash, circa 500 soldati ucraini hanno attaccato due posti di blocco a Nekhoteyevka e Shebekino, a Belgorod, e in entrambe le aree erano in corso degli scontri.
Al confine con Kursk
Belgorod confina con la regione di Kursk, dove le truppe ucraine hanno conquistato il territorio russo dopo aver effettuato un'incursione lampo il 6 agosto. Ci sono "informazioni" secondo le quali forze ucraine stanno cercando di varcare il confine ed entrare nella regione russa di Belgorod, ha detto sul suo canale Telegram il governatore, Vyacheslav Gladkov, invitando la popolazione a "mantenere la calma e di fidarsi solo delle fonti di informazione ufficiali". "Secondo il ministero della difesa russo, la situazione alla frontiera resta difficile, ma controllabile e i nostri militari stanno portando avanti il lavoro pianificato", scrive Gladkov. Il governatore ha inoltre segnalato bombardamenti ucraini su tre insediamenti della regione di Belgorod, ma "secondo le prime informazioni non ci sarebbero state vittime".
Le autorità russe hanno sequestrato più di 100 milioni di dollari a Google per finanziare la propaganda a sostegno della guerra di Vladimir Putin in Ucraina. Lo scrive il britannico Telegraph citando alcuni documenti giudiziari.
I fondi a sostegno della propaganda russa
I documenti depositati negli Stati Uniti hanno rivelato che le autorità giudiziarie hanno prelevato i fondi dai conti bancari russi del gigante della tecnologia nel 2022 facendo fallire la sua unità nel Paese. Secondo i documenti, i gestori fallimentari hanno consegnato i fondi ai canali televisivi russi, tra cui RT di proprietà statale e Tsargrad, un servizio di propaganda che si è impegnato a utilizzare i fondi per sostenere la guerra del Cremlino in Ucraina.
Il Cremlino aveva sequestrato i fondi dell'entità russa di Google
L'entità russa di Google ha dichiarato bancarotta nel 2022, affermando che il Cremlino aveva sequestrato i fondi, ma non era chiaro quanto fosse stato preso. I documenti depositati mostrano che le autorità giudiziarie russe si sono appropriate del conto bancario dell'azienda dopo che un tribunale di Mosca ha stabilito che avrebbe dovuto pagare i danni a Tsargrad TV, un canale di proprietà di Konstantin Malofeev, soprannominato "l'oligarca ortodosso" sanzionato dagli Stati Uniti per aver supportato l'invasione russa dell'Ucraina nel 2014.
Google ha intentato cause legali e deve risarcire
Google ha intentato cause legali contro RT, Tsargrad TV e una terza emittente, NFPT, presso i tribunali statunitensi e inglesi la scorsa settimana. Secondo i tribunali russi, Google dovrebbe pagare ai tre canali ingenti somme di denaro come risarcimento per averli rimossi da YouTube e cancellato i loro account Google. Attraverso le cause, Google sta cercando di impedire alle emittenti di rifarsi sui suoi beni in giurisdizioni straniere come Sudafrica, Turchia e Serbia.
Due giornalisti sono rimasti feriti e un terzo è ritenuto disperso in seguito ad un attacco lanciato la notte scorsa dalle forze russe contro un hotel a Kramatorsk, nell'Ucraina orientale: lo hanno reso noto le autorità regionali. "Le tre vittime sono giornalisti, cittadini dell'Ucraina, degli Stati Uniti e del Regno Unito", ha scritto su Telegram il capo della regione di Donetsk, Vadym Filashkin, aggiungendo che le operazioni di salvataggio sono in corso. Si ritiene che il giornalista dispeso si trovi sotto le macerie dell'edificio.
Le vittime
Filashkin ha affermato che l'attacco, ha è avvenuto "nel cuore della notte", aggiungendo che "è stato preso di mira un hotel in città: al momento si sa che due persone sono ferite e una è sotto le macerie". "Tutte e tre le vittime sono giornalisti, cittadini ucraini, statunitensi e britannici. Oltre all'hotel, è stato danneggiato anche un grattacielo nelle vicinanze", ha proseguito. "Le autorità, la polizia e i soccorritori stanno lavorando sulla scena. Le macerie sono state rimosse e le operazioni di soccorso sono in corso". Kramatorsk è l'ultima grande città del Donbass ancora sotto il controllo ucraino. Si trova a circa 20 chilometri dalla linea del fronte.La città contava circa 150.000 abitanti prima dell'invasione russa del febbraio 2022, ma da allora è stata oggetto di ripetuti attacchi.
Reuters: "Il disperso è dei nostri"
L'agenzia di stampa Reuters ha reso noto che il giornalista disperso in seguito al bombardamento di un hotel di Kramatorsk da parte della Russia è un membro del suo team in Ucraina. "Un membro della squadra Reuters che copriva la guerra in Ucraina è disperso e altri due sono stati ricoverati in ospedale dopo un attacco a un hotel nella città ucraina orientale di Kramatorsk", scrive l'agenzia sul suo sito, precisando che la sua troupe che alloggiava nell'Hotel Sapphire colpito era composta da sei persone.
L'Ucraina celebra il giorno dell'Indipendenza, dichiarata - ieri - 33 anni fa dal parlamento dell'allora Repubblica Sovietica, poi confermata col referendum del 1° dicembre successivo.
"La guerra è tornata in Russia"
Ieri, in pieno conflitto, mentre i missili russi ancora cadono e Kiev è impegnata in un'audace sortita nell'oblast di Kursk, il presidente Volodymyr Zelensky, nel rivolgersi ai suoi cittadini, ha rimarcato come, dopo aver scatenato la guerra, la guerra sia "tornata in Russia". "È così che reagisce l'indipendenza, con la rappresaglia, per i nostri civili, i nostri genitori, i nostri figli", ha dichiarato Zelensky.
La cerimonia simbolica
Il presidente polacco Andrzej Duda e la premier lituana Ingrida Simonyte sono stati poi accolti nella capitale ucraina nel corso di una cerimonia altamente simbolica poiché, oltre ad essere tra i più solidi alleati sin dal primo giorno dell'invasione decisa da Vladimir Putin, tutte e tre le nazioni erano di fatto riunite nella Confederazione Polacco-Lituana, fiorente centro politico ed economico dell'epoca moderna smembrato da Austria, Prussia e Russia nel corso del 1700.
Il punto sulla guerra
Non solo. Zelensky ha scelto questo giorno per rivelare che, per la prima volta, le forze armate hanno usato "con successo" contro i russi "una classe di armi completamente nuova", un "missile-drone chiamato Palianytsia" interamente fabbricato in Ucraina. In pratica, oltre il danno la beffa, dato che il Palianytsia è sì un tipo di pane cotto al forno, ma storicamente è una parola che viene fatta pronunciare alle sospette spie poiché difficile da pronunciare per i russi. Zelensky ha poi sottolineato che il nuovo missile-drone 'fatto in casa' è un modo per agire "mentre alcuni partner sono lenti nelle loro decisioni" e ha nuovamente invitato gli alleati a "revocare" le restrizioni sull'uso delle armi. Su X la vicepresidente Kamala Harris e candidata alla Casa Bianca, forte di una convention di successo che sembra aver resuscitato i Democratici, ha assicurato che gli Usa "continueranno essere a fianco all'Ucraina nella sua battaglia per la libertà dall'aggressione russa". Ma le congratulazioni sono arrivate anche dalla maggior parte degli altri alleati, Unione Europea e Nato in testa.
La cronaca dal fronte
La guerra, in tutto ciò, naturalmente non si ferma. A Kostyantynivka, nell'est, cinque persone sono morte e cinque sono rimaste ferite in seguito a un bombardamento dei russi mentre, dal canto suo, Kiev dice di aver distrutto un deposito di munizioni nell'oblast di Voronezh e minaccia di espandersi ulteriormente nel Kursk. Certo, nonostante i successi delle ultime settimane la situazione per l'Ucraina, specie nel Donbass, resta precaria e rischia di perdere l'hub strategico di Pokrovsk, nel Donetsk. Quale sia la sua strategia dunque non è del tutto chiara - va bene la zona cuscinetto per proteggere i civili ma appare riduttivo - tanto più che il presidente ha escluso di volersela giocare "come una carta per il dialogo". Zelensky sostiene di non poter parlare "apertamente" dell'operazione a Kursk ma uno degli obiettivi è senz'altro far quanti più prigionieri russi possibile per poi scambiarli con i propri detenuti al di là del confine. Un piano che evidentemente sta funzionando: in ben 115 sono tornati a casa nel giorno dell'Indipendenza, con colpo che è anche mediatico.
Putin, l'indice di gradimento è in calo
Ma forse c'è pure un'altra spiegazione all'operazione di Kursk, più sottile. La testata indipendente russa Meduza riferisce infatti che il sito web del Centro russo di ricerca sull'opinione pubblica rivela come l'indice di gradimento di Putin nella settimana dal 12 al 18 agosto sia sceso del 3,5% rispetto alla settimana precedente, raggiungendo il 73,6%. Sembra nulla ma, sempre secondo l'istituto demoscopico, si tratta di "un calo record" negli indicatori dall'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte delle truppe russe nel febbraio 2022.
"Qualcuno dice della zona cuscinetto" creata con l'offensiva a Kursk "che la giocheremo come una carta per il dialogo. Quale dialogo? Vi dirò io chi lo dice: è Putin. Non stiamo giocando nessuna carta". Lo ha detto Volodymyr Zelensky citato da Ukrinform. "Ci sono diversi risultati di questa operazione, ma non posso parlare di tutti", ha detto il presidente ucraino. "Innanzitutto, il fondo di scambio" dei prigionieri di guerra "è qualcosa di cui possiamo parlare apertamente e viene rifornito". Il secondo risultato "è l'interruzione dell'operazione russa nel nord con un attacco preventivo. Abbiamo adempiuto a questo compito".
"Il nonno malato della Piazza Rossa" non detterà agli ucraini le sue "linee rosse": lo ha detto in un videomessaggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendosi al presidente russo Vladimir Putin, nel giorno del 33esimo anniversario della dichiarazione di indipendenza del Paese. Lo riporta RBC-Ucraina.
Il videomessaggio è stato registrato dalla regione di Sumy, vicino al fiume Psel a pochi chilometri dal confine con la Russia. "Novecentotredici giorni fa, anche attraverso la regione di Sumy, la Russia è entrata in guerra contro di noi. Ha violato non solo i confini sovrani, ma anche i limiti della crudeltà e del buon senso. Cercando infinitamente una cosa: distruggerci", ha affermato Zelensky. "E ciò che il nemico ha portato nella nostra terra ora è tornato a casa sua. E chi voleva trasformare la nostra terra in una zona cuscinetto dovrebbe riflettere affinché il Paese non diventi una federazione cuscinetto", ha proseguito.
"Anche il nostro nemico conoscerà la punizione ucraina"
Il capo dello Stato ha sottolineato che i russi devono sapere che prima o poi la risposta ucraina arriverà in ogni punto della Federazione Russa che rappresenta una minaccia per la vita dello Stato e del popolo ucraini. "A tutto il nostro popolo che preferirebbe non conoscere mai nella sua vita i nomi di questi luoghi maledetti: 'Savasleika', 'Olenya', 'Engels'. Ma, purtroppo, gli ucraini li conoscono. Pertanto, anche il nostro nemico saprà cos'è la punizione in stile ucraino", ha aggiunto. Zelensky ha poi sottolineato che la Russia non detterà le sue linee rosse agli ucraini, poiché l'Ucraina sceglie la propria strada. "Gli occhi sbiaditi dei loro capi percepiscono il mondo intero come una zona grigia. Ma noi non permetteremo che si trasformi in una zona grigia la terra dove di diritto dovrebbe esserci una bandiera blu e gialla. Non sarà il nonno malato della Piazza Rossa, che minaccia costantemente tutti con un bottone rosso, a dettarci le sue linee rosse. Solo l'Ucraina e gli ucraini stabiliranno da soli come vivere, quale strada seguire e quale scelta fare, perché è così che funziona l'indipendenza".
Centoquindici soldati russi catturati dalle forze ucraine durante la loro offensiva nella regione di confine di Kursk sono stati scambiati con altrettanti militari ucraini detenuti in Russia: lo ha annunciato oggi il ministero della difesa di Mosca. "Alla fine del processo negoziale, 115 militari russi catturati nella regione di Kursk sono stati restituiti dal territorio controllato dal regime di Kiev. In cambio sono stati consegnati 115 prigionieri di guerra delle forze armate ucraine", si legge in un comunicato. "Altri 115 dei nostri difensori sono tornati a casa oggi. Sono guerrieri della Guardia Nazionale, delle Forze Armate, della Marina e del Servizio di Guardia di Frontiera dello Stato. Ricordiamo tutti. Li stiamo cercando e stiamo facendo ogni sforzo per riportarli tutti indietro", ha scritto su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in merito allo scambio di prigionieri con la Russia. "Sono grato a ogni unità che rifornisce il nostro fondo di scambio" di prigionieri di guerra, "ciò aiuta a promuovere la liberazione del nostro personale militare e civile dalla prigionia russa. Ringrazio il nostro team e i nostri partner, gli Emirati Arabi Uniti, per aver riportato a casa la nostra gente", ha concluso, pubblicando alcune immagini del ritorno dei prigionieri ucraini.
"Oggi l'Ucraina celebra il suo Giorno dell'Indipendenza. Sono passati più di 900 giorni dall'invasione su larga scala della Russia: finché le armi russe non taceranno, noi non taceremo". Lo si legge sull'account X ufficiale della NATO con la chiave #MakeNoiseForUkraine.
Marie-Doha Besancenot, Assistente del Segretario generale per la diplomazia pubblica, aggiunge: "Il 24 agosto ricorre la Giornata dell'Indipendenza dell'Ucraina, che tuttavia sta ancora combattendo, a due anni e mezzo dall'invasione su larga scala da parte della Russia. Oggi, mentre celebriamo la resilienza e il coraggio del popolo ucraino, facciamo rumore per l'Ucraina".
Le forze russe hanno attaccato ieri la regione ucraina di Zaporizhzhia, nel sud-est del Paese, con 132 droni, almeno quattro missili e oltre 160 colpi di artiglieria: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Ivan Fedorov. "Durante il giorno gli occupanti hanno colpito 306 volte nove insediamenti della regione di Zaporizhzhia" si legge nel messaggio. "Le truppe russe hanno effettuato sei attacchi aerei su Orikhov, Novoandriivka, Malia Tokmachka e Levadny".
Inoltre, "132 droni di vario tipo hanno attaccato Bilenka, Gulyaipole, Novoandriivka, Robotyna, Mala Tokmachka, Levadna e Malynyvka. Quattro attacchi missilistici antiaerei hanno preso di mira Gulyaipole e Robotyne e 164 colpi di artiglieria sono stati sparati sui territori di Bilenkoy, Gulyaipol, Orikhov, Preobrazhenka, Novoandriivka, Robotyny, Mala Tokmachka, Malynyvka e Levadny".
Nel complesso, hanno subito danni 17 tra edifici residenziali e infrastrutture, ma non sono stati segnalati feriti o vittime.
Le autorità russe hanno dichiarato questa mattina lo stato di emergenza in un distretto della regione di Voronezh, che durante la notte è stato preso di mira da droni ucraini. Lo ha reso noto il governatore della regione, Alexander Gusev, aggiungendo che in seguito ad un incendio sono state evacuate circa 200 persone. Secondo alcuni media è stato colpito un deposito di munizioni, stando a quanto riporta la Tass.
"Evacuate 200 persone"
"Lo stato di emergenza è stato introdotto nel territorio di tre insediamenti per rispondere alle conseguenze di incendi e detonazioni di oggetti esplosivi nel distretto di Ostrogozhsky" si legge in un comunicato pubblicato su Telegram. "Sono stati evacuati un villaggio e un'associazione di giardinieri, per un totale di circa 200 persone. È stato aperto un rifugio di emergenza, ma quasi tutte le persone sono state ospitate da parenti". Gusev ha spiegato che detriti di un drone colpito dalle difese aeree russe "hanno causato un incendio che ha portato alla detonazione di oggetti esplosivi. Non sono state segnalate altre vittime o danni a strutture civili". Il governatore non ha precisato cosa abbiano colpito i detriti del drone, ma secondo canali Telegram russi si tratta di un deposito di munizioni.
Il ministero della difesa russo ha reso noto che nella notte sono stati abbattuti cinque droni ucraini sul territorio della regione di Voronezh.
Le forze russe hanno impedito un'incursione di "sabotatori" ucraini nella regione russa di Bryansk, al confine con l'Ucraina. Lo ha dichiarato il governatore dell'oblast russo, Alexander Bogomaz, citato da Ria Novosti. "Il 21 agosto, nel distretto di Klimovsky, nella regione di Bryansk, è stato fermato un tentativo di penetrazione ucraina nel territorio della Federazione Russa. Durante la battaglia, un tentativo di sfondamento è stato impedito dalle forze dell'Fsb e unità delle forze armate russe", ha detto sul canale Telegram, aggiungendo che la situazione si è ormai stabilizzata ed è sotto controllo.
Oggi, 21 agosto 2024, il Consiglio federale ha deciso di aderire a ulteriori misure del 14° pacchetto di sanzioni dell’UE nei confronti della Russia. Le modifiche dell’ordinanza corrispondente entrano in vigore il 27 agosto 2024. Il 9 luglio 2024 erano già state aggiunte alla lista delle sanzioni svizzere 69 persone fisiche e 47 organizzazioni.
14esimo pacchetto
In risposta al protrarsi dell'aggressione militare e alle continue azioni destabilizzanti della Russia che minano l'integrità territoriale, la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina, il 24 giugno 2024 l'UE ha adottato nuove misure contro la Russia nell'ambito del 14° pacchetto di sanzioni. Come da sua competenza, il 9 luglio 2024 il DEFR ha inserito nella lista delle sanzioni altre 69 persone fisiche e 47 tra imprese e organizzazioni.
Riunione odierna del CF
Nella riunione del 21 agosto 2024 il Consiglio federale ha deciso di aderire a ulteriori misure del 14° pacchetto di sanzioni dell'UE nei confronti della Russia. Si tratta in particolare di una precisazione dei divieti riguardanti i diamanti russi, divieti che vengono armonizzati a livello internazionale. L'attuazione efficace di tali sanzioni e il coordinamento internazionale sono di grande importanza per il Consiglio federale. Inoltre, sono stati prorogati i termini per la concessione di deroghe al fine di consentire il ritiro di investimenti dalla Russia. L'obiettivo è garantire che le aziende svizzere possano porre legalmente fine alle loro attività commerciali in Russia. Le modifiche dell'ordinanza corrispondente entrano in vigore il 27 agosto 2024. Il 14° pacchetto di sanzioni adottato dall'UE il 24 giugno 2024 prevede una serie di misure aggiuntive che al momento sono oggetto di un esame approfondito. Dopo la comunicazione da parte del capo del DEFR nella riunione del 21 agosto 2024 il Consiglio federale si occuperà a breve di tali misure.
Le autorità stanno pianificando di evacuare un totale di 45.000 residenti dalla regione di Sumy, rendono noto i media di Kiev citando il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko. L'oblast confina con quello russo di Kursk, teatro dell'offensiva ucraina. "Da un lato abbiamo allontanato il nemico dal confine, ma sta ancora cercando di reagire", ha detto Klymenko.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivendicato il controllo da parte delle sue truppe di oltre 1250 km quadrati e 92 località nella regione russa di Kursk, dove sono entrate il 6 agosto scorso. In un discorso davanti agli ambasciatori ucraini a Kiev, pubblicato sul suo profilo X (ex Twitter), il leader ucraino ha inoltre rilanciato l'appello agli alleati a dare il via libera all'uso di armi a lunga gittata per fermare l'avanzata russa nell'est.
Un bombardiere russo Su-34 ha lanciato un attacco notturno con bombe plananti contro forze ucraine corazzate nella regione del Kursk. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo. "L'attacco contro gli obiettivi del nemico - si legge nellla dichiarazione - è stato lanciato con bombe aeree potenziate". Dopo aver ricevuto una conferma basata che gli obiettivi erano stati distrutti, "gli equipaggi sono tornati alla base ", ha affermato. L'esercito ucraino ha lanciato un massiccio attacco alla regione di confine di Kursk lo scorso 6 agosto.
Il vertice di Doha per negoziare - in maniera indiretta attraverso il Qatar - un accordo tra Mosca e Kiev che fermi gli attacchi alle infrastrutture energetiche da entrambe le parti, è stato posticipato "a causa della situazione in Medio Oriente", ma si svolgerà in formato videoconferenza il 22 agosto, dopodiché Kiev si consulterà con i suoi partner sull'attuazione di quanto discusso.
I russi si sono ritirati dall'iniziativa
Lo ha riferito l'ufficio della presidenza ucraina al Washington Post in relazione alle rivelazioni del giornale sul summit in preparazione in Qatar. Il Washington Post ha scritto che l'attacco ucraino nel Kursk ha per il momento fatto ritirare i russi dall'iniziativa, che prevedeva l'invio di delegazioni a Doha, dove avrebbero avuto colloqui indiretti.
Ucraina e Russia avrebbero dovuto inviare delegazioni a Doha verso la fine di agosto per negoziare un accordo storico che fermasse gli attacchi alle infrastrutture energetiche ed elettriche da entrambe le parti, ma l'offensiva ucraina nel Kursk ha fatto saltare questa iniziativa. Lo hanno affermato al Washington Post diplomatici e funzionari a conoscenza delle discussioni. La speranza era che i negoziati potessero portare a un accordo più completo per porre fine alla guerra, secondo i funzionari che hanno parlato in condizione di anonimato.
Molti tentativi falliti
Funzionari ucraini e russi non si sono incontrati faccia a faccia per colloqui dai primi mesi di guerra, quando le delegazioni di entrambe le parti si sono riunite per colloqui segreti a Istanbul. Quelle negoziazioni alla fine sono fallite. In seguito, le due parti hanno concordato un accordo sui cereali che ha portato la Russia a revocare temporaneamente un blocco navale, consentendo all'Ucraina di trasferire il grano attraverso il Mar Nero. Anche questo è saltato mesi dopo quando la Russia si è ritirata dall'accordo. Altri tentativi di stabilire corridoi umanitari sono in gran parte falliti.
L'attacco ucraino ha cambiato i piani
Un diplomatico informato sui colloqui ha affermato che i funzionari russi hanno rinviato il loro incontro con i funzionari del Qatar dopo l'incursione dell'Ucraina nella Russia occidentale. La delegazione di Mosca l'ha descritta come "un'escalation", ha detto il diplomatico, aggiungendo che Kiev non ha avvisato Doha della sua offensiva transfrontaliera.
Alcuni giorni fa, intorno al 12 agosto, alcune centinaia di soldati ucraini hanno tentato di penetrare nel territorio russo di Belgorod con alcuni blindati. Mentre le truppe di Kiev avanzavano da giorni nella regione di Kursk, a Belgorod hanno trovato una "resistenza accanita" da parte delle forze russe, che, a contrariamente a Kursk, erano "preparate" a respingere le truppe ucraine. Lo riferisce il Washington Post, che cita soldati ucraini in un reportage ripreso oggi anche da alcuni media ucraini, fra cui l'Ukrainska Pravda.
Silenzio da entrambe le parti
Un episodio sul quale finora hanno mantenuto il silenzio sia Mosca, che aveva solo reso noto di aver inviato delle truppe di rinforzo nell'oblast di Belgorod e ivi dichiarato lo stato d'emergenza per i "bombardamenti ucraini", sia Kiev.
La testimonianza
Tre soldati ucraini, incluso un ufficiale, raccontano come, dopo mesi in cui erano dislocati sul confine, sono stati inviati quattro giorni fa in Russia. Il 24enne Hacker, che vuole essere identificato solo con il nome di battaglia, secondo le regole militari ucraine, riferisce che "avevano attraversato il confine in pieno giorno con una formazione di veicoli blindati". Mentre si preparavano a passare il confine a Kolotilovka, dove c'era stato in precedenza uno scambio di prigionieri di guerra, Hacker ricorda di aver pensato che fosse una mossa un po' "folle". Le truppe russe nel Belgorod erano preparate al loro arrivo, in contrasto con le rapide avanzate delle unità ucraine attraverso (la regione di) Kursk. "Benché alcuni russi si fossero ritirati, la zona era fortificata, con 'denti di drago', barriere anticarro e fitti campi minati" - racconta il soldato 'Hacker' al Washington Post. Gli ucraini sono finiti quasi subito sotto un intenso fuoco di artiglieria, droni e bombe d'aereo. Gli ucraini sono avanzati per circa 10 km, conquistando posizioni abbandonate dai russi, ma i combattimenti sono rimasti intensi. "Tutti i nostri soldati sono stati feriti il giorno in cui siamo arrivati", racconta Hacker. Il gruppo di militari di Kiev è rimasto trincerato, sotto intenso fuoco russo, finché non sono stati prelevati da mezzi blindati all'alba di giovedì (15 agosto) e riportarli in Ucraina. Alcuni dei soldati erano feriti gravemente e altri sono deceduti. Hacker ha confessato di aver temuto di morire: "non conoscevamo il loro territorio".
Mosca asserisce che per distruggere il ponte sul fiume Seim, nella regione russa di Kursk invasa dalle truppe ucraine, gli ucraini abbiano utilizzato sistemi missilistici di fabbricazione Usa. Lo ha dichiarato sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova.
"Missili di fabbricazione occidentale"
"Per la prima volta, la regione di Kursk è stata colpita da sistemi missilistici di fabbricazione occidentale, probabilmente Himars americani. L'effetto è stato la distruzione completa del ponte e i volontari che stavano assistendo l'evacuazione della popolazione civile sono stati uccisi", scrive Zakharova, ripresa poi dal Guardian.
L'azione ucraina
Le forze ucraine hanno distrutto un ponte sul fiume Seim nel distretto di Glushkovsky della regione russa di Kursk. Lo ha detto alla Tass un rappresentante regionale di polizia. "Confermiamo le segnalazioni secondo cui il nemico ha colpito un ponte sul Seim. L'evacuazione via terra da una parte del distretto di Glushkovsky è interrotta", ha aggiunto. In seguito, anche il governatore ad interim della regione di Kursk Alexey Smirnov ha confermato che un ponte sul fiume Seim è stato distrutto da un attacco ucraino.
Kiev ha oggi rivendicato ulteriori progressi militari nella oblast (regione) russa di Kursk, al nono giorno della sua offensiva. Da parte sua, l'esercito russo ha sostenuto di aver ripreso un villaggio e di averne occupato un altro nell'Ucraina orientale.
L'attacco dell'Ucraina
Le forze ucraine hanno attaccato questa regione di confine il 6 agosto, conquistando diverse decine di località in quella che è la più grande operazione militare straniera su suolo russo dalla Seconda Guerra mondiale. Il comandante dell'esercito ucraino Oleksandr Syrsky ha rivendicato un'avanzata di 35 chilometri in profondità e il controllo totale di 1150 chilometri quadrati e 82 località, otto in più rispetto all'altro ieri.
Cittadina russa "liberata"
Il presidente Volodymyr Zelensky dal canto suo ha annunciato che le sue forze hanno completamente "liberato" la cittadina russa di Sudzha, località di 5500 abitanti situata a circa dieci chilometri dal confine che rappresenta la principale vittoria delle forze ucraine in questa offensiva.
"Stiamo facendo ulteriori progressi nella regione (russa, ndr) di Kursk. Da uno a due chilometri in diverse aree dall'inizio della giornata. E più di 100 militari russi catturati nello stesso periodo": lo scrive sul servizio di messaggistica Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
"L'Ucraina ha come minimo sospeso a lungo termine il percorso relativo ai negoziati di pace", ha dichiarato l'ambasciatore russo con incarichi speciali, Rodion Miroshnik, commentando l'incursione delle truppe ucraine nella regione russa di Kursk. Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale russa Tass.
Lo stato di emergenza è stato dichiarato oggi nella regione russa di Belgorod. "La situazione rimane estremamente difficile e tesa a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine. Le case sono state distrutte, tra i civili ci sono morti e feriti", ha scritto stamattina su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov annunciando che viene "stabilito lo stato d'emergenza a livello regionale". Gladkov ha spiegato che il provvedimento viene preso "per garantire una maggiore protezione della popolazione e fornire ulteriore sostegno alle vittime".
Abbattuti droni ucraini
Le autorità delle regioni di Kursk, Voronezh e Bryansk hanno riferito che droni provenienti dall'Ucraina sono stati abbattuti stanotte dalle difese aeree russa. Dal 6 agosto l'Ucraina sta conducendo una grande offensiva nell'oblast di Kursk, rivendicando la conquista di più di 1.000 km quadrati di territorio russo. Le autorità di Mosca hanno riconosciuto la perdita di 28 località. Secondo il think tank americano Istituto per lo studio della guerra (Isw), le truppe di Kiev sono avanzate di 800 km quadrati della regione di Kursk mentre dal 1 gennaio 2024 quelle di Mosca sono penetrate di 1.360 km quadrati nel territorio ucraino.
L'agenzia per i diritti umani delle Nazioni Unite è preoccupata per il possibile impatto sui civili dei recenti sviluppi militari nella guerra tra Russia e Ucraina. Lo riporta il Guardian. "Ovunque si verifichino operazioni militari da entrambe le parti, la protezione dei civili in conformità con il diritto umanitario internazionale deve essere la massima priorità", ha affermato la portavoce dell'agenzia in un briefing, aggiungendo che l'Onu ha ricevuto resoconti non verificati di quattro civili uccisi, più un corrispondente di guerra e una paramedica feriti. Non è stata in grado di stabilire in quali circostanze si siano verificati questi episodi.
Altri 2.000 civili hanno lasciato nelle ultime 24 ore le aree dei combattimenti in corso nella regione russa di Kursk, dove dal 6 agosto è in corso un'incursione delle forze ucraine. Lo ha detto Artyom Sharov, del ministero delle Emergenze russo. Ieri il governatore della regione, Alexei Smirnov, aveva detto che dall'inizio dell'operazione erano circa 121.000 gli evacuati.
Le Forze armate ucraine stanno raggiungendo i loro rispettivi obiettivi nella regione (russa, ndr) di Kursk e continueranno ad agire nella misura necessaria per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina: lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri ucraino Heorhii Tyhiy, come riporta RBC-Ucraina. L'operazione, ha aggiunto, "impedisce alla Russia di trasferire ulteriori unità nella regione (ucraina, ndr) di Donetsk e complica la sua logistica militare". Tyhiy ha quindi sottolineato che l'Ucraina non cerca di impadronirsi di territori stranieri: Kiev non è interessata a conquistare il territorio della regione di Kursk, "gli obiettivi delle Forze armate dell'Ucraina sono solo le strutture militari e contingenti militari" russi. "È stata la Russia a portare la guerra in Ucraina ed è giusto che ora questa guerra ritorni in territorio russo - ha aggiunto -. Quanto prima la Russia accetterà di ristabilire una pace equa, tanto prima cesseranno le incursioni ucraine sul territorio russo".
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) afferma di non essere al momento in grado di "trarre conclusioni definitive" sulle cause dell'incendio di due giorni fa alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. L'Aiea specifica tuttavia come sia "improbabile" che il rogo possa essere partito "dalla base della torre di raffreddamento", aggiungendo di non aver trovato "resti di pneumatici o di droni" durante il suo sopralluogo di ieri alla struttura.
Danno concentrato all'interno
In un comunicato pubblicato sul suo sito internet, l'Aiea spiega che "a seguito della richiesta di valutare immediatamente l'impatto dell'incendio" i suoi esperti hanno avuto ieri mattina "accesso all'area". Durante la visita della squadra alla torre di raffreddamento "è stato stabilito che il danno era molto probabilmente concentrato all'interno" della struttura, con aree bruciate nelle apparecchiature "più in alto". Il direttore il direttore generale dell'Aiea, Rafael Mariano Grossi, specifica che "per motivi di sicurezza" ai suoi esperti "non è stato consentito l'accesso" a due luoghi specifici interessati dall'incendio e che un ulteriore sopraluogo verrà richiesto nelle prossime ore.
Sicurezza non compromessa
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ribadisce che "la sicurezza nucleare dell'impianto non è stata compromessa, poiché le torri di raffreddamento non sono attualmente in funzione non essendo necessarie come parte del meccanismo di raffreddamento dei reattori, che sono tutti in uno stato di spegnimento a freddo". L'Aiea sottolinea infine che "non è presente materiale radioattivo nell'area delle torri, che si trova a circa 1,5 chilometri dai reattori della centrale. Ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha accusato l'Ucraina di "terrorismo nucleare" per l'incendio a Zaporizhzhia, che secondo Mosca è stato provocato da un bombardamento delle forze di Kiev. Il Cremlino ha quindi chiesto all'Aiea di "indicare il responsabile del bombardamento". Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato gli "occupanti russi" di avere appiccato l'incendio nella centrale.
"Continuiamo a condurre operazioni offensive nella regione di Kursk. Attualmente controlliamo circa 1'000 chilometri quadrati del territorio della Federazione Russa". Lo ha detto il capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky durante una riunione con Volodymyr Zelensky. Quest'ultimo scrive su X: "Siamo grati a tutti i soldati e comandanti per la loro resilienza e le loro azioni decisive. Tra le altre cose, abbiamo incaricato il ministro degli Interni, altri funzionari governativi e il servizio di sicurezza dell'Ucraina di preparare un piano umanitario per l'area delle operazioni".
Le operazioni russe
Dal canto loro, le forze armate russe hanno accelerato il ritmo della loro offensiva nella regione ucraina orientale di Donetsk, ha affermato il ministero della Difesa, annunciando che oggi le truppe di Mosca hanno conquistato il villaggio di Lisichnoye. La scorsa settimana, sono stati conquistati altri due insediamenti, aggiunge il ministero: quelli di Timofeyevka e e di Veseloye. Intanto, gli Stati Uniti si dicono "pronti a rispondere" se l'Iran "andrà avanti nel suo piano di consegnare centinaia di missili balistici alla Russia". Lo ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato Vedant Patel esprimendo "la profonda preoccupazione" di Washington per le notizie in questo senso.
Il ministro degli esteri Ignazio Cassis e il suo omologo italiano e vicepresidente del Consiglio dei ministri, Antonio Tajani, hanno firmato oggi una dichiarazione congiunta sull'Ucraina a margine del Festival del Cinema di Locarno che oggi celebra "la Giornata della diplomazia". In essa i due firmatari esprimono la loro "profonda preoccupazione" per la "continua aggressione" della Russia contro l'Ucraina. "La dichiarazione intende sottolineare l'impegno comune dei due Paesi per la pace", ha dichiarato Tajani ai media a Locarno. Non è un caso che l'Italia e la Svizzera abbiano firmato la dichiarazione proprio oggi, giorno del 75° anniversario dell'adozione delle Convenzioni di Ginevra, ha spiegato Cassis, sottolineando che la Giornata della diplomazia offre una piattaforma per riflettere sulle relazioni diplomatiche.
Il conflitto "ha già causato gravissime conseguenze sociali ed umanitarie, nonché danni permanenti alle infrastrutture civili. Dalla Conferenza internazionale sulla pace in Ucraina svoltasi sul Bürgenstock lo scorso 16 giugno è giunto un forte appello alle parti coinvolte affinché venga garantita la sicurezza nucleare, messa a forte rischio dalle operazioni militari in corso, oltre che la sicurezza alimentare, e si proceda senza indugio alla liberazione di tutti i prigionieri di guerra, oltre che dei minori e civili ucraini deportati", si legge in una dichiarazione.
"La Russia va inclusa nelle discussioni"
L'Italia "si appresta ad ospitare la Conferenza Internazionale per la ricostruzione in Ucraina nel 2025, la quarta di una serie iniziata proprio in Ticino - a Lugano - e proseguita a Londra e Berlino. L'Italia assume questo impegno essenziale per la fase post-conflittuale e per dare una speranza di futuro al Paese". "I due ministri hanno concordato di rimanere in contatto al fine di cooperare per creare le migliori condizioni per un secondo Vertice sulla pace che veda la partecipazione delle parti inclusa la Russia e di tutti gli attori globali interessati". Italia e Svizzera, per arrivare a una pace giusta "invitano tutti gli attori internazionali interessati a non lesinare gli sforzi per giungere ad una piattaforma negoziale condivisa, basata sul rispetto del diritto internazionale e sui principi di integrità territoriale ed indipendenza degli Stati, sanciti nella Carta delle Nazioni Unite, considerando anche le proposte sinora da più parti avanzate per porre termine al conflitto", si aggiunge nella nota.
"Un'accoglienza amichevole in Ticino"
I due ministri hanno discusso anche delle relazioni bilaterali fra i due Paesi e dell'attualità internazionale sulle Isole di Brissago. Hanno inoltre parlato di approvvigionamento energetico, della questione dei rifugiati e del programma di ricerca Orizzonte Europa. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri ha inoltre informato il suo omologo sui negoziati in corso con l'Unione europea e ribadito l'obiettivo del Consiglio federale di stabilizzare e sviluppare la via bilaterale con Bruxelles. Tajani si è detto molto soddisfatto dei colloqui avuti. L'accoglienza in Ticino non è stata formale, ma amichevole, ha detto ringraziando anche Christian Vitta, presidente del Governo cantonale ticinese, con cui ha discusso sinergie nell'ambito della collaborazione transfrontaliera.
Sono ventotto le località della regione di Kursk cadute nelle mani delle forze ucraine, che sono avanzate fino ad una profondità di 12 chilometri in territorio russo su un fronte largo 40 chilometri. Lo ha detto il governatore russo, citato dall'agenzia Tass. Nel frattempo sono 121'000 i civili che hanno dovuto lasciare le zone dei combattimenti nella regione in seguito all'avanzata delle truppe ucraine. Lo ha detto il governatore, Alexei Smirnov, in un incontro con il presidente Vladimir Putin. Il governatore, citato dall'agenzia Ria Novosti, ha aggiunto che 12 civili sono stati uccisi e 121 feriti, di cui 10 bambini. Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin ha escluso che la Russia possa avere negoziati di pace con l'Ucraina nell'attuale situazione. "Di cosa possiamo parlare con gente che colpisce indiscriminatamente i civili e cerca di minacciare le centrali nucleari?", ha affermato Putin, citato dalla Tass. L'Occidente muove guerra alla Russia "per mano ucraina", ha aggiunto il presidente russo in merito all'offensiva di Kiev nella regione di Kursk. Gli obiettivi di Kiev, ha proseguito Putin, sono guadagnare migliori posizioni in vista di futuri negoziati e "scuotere la situazione politica interna" in Russia.
"L'Ucraina riceverà una degna risposta"
L'Ucraina riceverà "una degna risposta" per la sua invasione del territorio russo e Mosca raggiungerà "tutti gli obiettivi" che si è posta, ha sottolineato il presidente russo, citato dall'agenzia Ria Novosti. Intanto, Alexei Smirnov, il governatore della regione russa di Kursk, ha accusato le forze ucraine di avere usato armi chimiche nella loro avanzata. Parlando in videoconferenza in un incontro con il presidente Putin, Smirnov ha affermato che alcuni "agenti di polizia e il capo di una comunità rurale sono rimasti intossicati" quando sono stati colpiti oggi nel distretto di Belovo dal fuoco dell'artiglieria ucraina, che ha usato appunto "armi chimiche". Lo riporta la Tass.
Le forze russe stanno avanzando lungo tutta la linea di contatto con quelle ucraine, secondo quanto affermato dal presidente Vladimir Putin, citato dall'agenzia Interfax. Il principale compito ora per il ministero della Difesa è respingere le forze ucraine fuori dal territorio russo, ha aggiunto. In dichiarazioni riportate dalla Tass, il presidente russo ha inoltre sostenuto che l'Ucraina ha attaccato il territorio russo "con l'aiuto dell'Occidente" con lo scopo di migliorare la sua posizione in vista di futuri negoziati.
Sarà un team di istruttrici locali donne, insieme a sedici cani Malinois belgi dal fiuto infallibile per rilevare mine e ordigni inesplosi, a guidare una missione di bonifica in Ucraina. Lo annuncia la delegazione Ue a Kiev dando il via a una nuova iniziativa umanitaria che si avvale di un contributo finanziario europeo da 2 milioni di euro. Dopo un corso intensivo di cinque mesi in Cambogia, le otto istruttrici ucraine sono tornate in patria con i loro Malinois pronti a diventare i primi cani antimina ad operare in Ucraina dall'inizio della guerra di aggressione russa. Gli oblast di Mykolaiv, Kherson e Kharkiv saranno le prime zone a beneficiare del loro intervento di bonifica. Molte delle istruttrici in precedenza avevano studiato addestramento cinofilo all'Università nazionale agraria di Sumy e sono state istruite anche allo sminamento manuale.
L'equivalente di circa 2,1 miliardi di euro in contanti (in dollari ed euro) sono stati spediti in Russia da quando gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno vietato l'esportazione delle loro banconote nel Paese nel marzo 2022 a seguito dell'invasione dell'Ucraina: è quanto emerge dai dati doganali visti in esclusiva dall'agenzia di stampa Reuters. Si tratta di dati inediti che dimostrano come la Russia sia riuscita ad aggirare le sanzioni che bloccano le importazioni di contanti, osserva la Reuters sul suo sito, aggiungendo che essi suggeriscono come i dollari e gli euro rimangano valute utilizzate per il commercio e i viaggi, nonostante Mosca si sforzi di ridurre la sua esposizione alle valute forti.
Dati doganali
I dati doganali, ottenuti da un fornitore commerciale che registra e compila queste informazioni, mostrano che il contante è stato trasportato in Russia da Paesi come gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia, che non hanno imposto restrizioni al commercio con la Russia. Il Paese di origine di oltre la metà del totale non era indicato nei documenti, precisa l'agenzia. Lo scorso dicembre il governo statunitense ha minacciato sanzioni per le istituzioni finanziarie che aiutano la Russia a eludere le sanzioni e ha imposto sanzioni a società di Paesi terzi per tutto il 2023 e il 2024.
La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha accusato l'Ucraina di "terrorismo nucleare" per un incendio avvenuto ieri nelle torri di raffreddamento della centrale di Zaporizhzhia, che secondo la Russia è stato provocato da un bombardamento delle forze di Kiev. Mosca ha detto che chiederà all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di "indicare il responsabile del bombardamento", perché "un ulteriore silenzio su questo argomento non farà altro che esagerare il senso di impunità di Kiev".
Aiea alla centrale
Esperti dell'Aiea sono presenti nella centrale nucleare. Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha accusato gli "occupanti russi" di avere appiccato l'incendio. La centrale di Zaporizhzhia, controllata dai russi, è situata a Energodar, sul bacino di Kakhovka sul fiume Dnipro, circa 80 chilometri a sud-ovest della città di Zaporizhzhia, capoluogo dell'omonima regione, sotto controllo ucraino. La Russia ha più volte accusato le forze di Kiev di bombardare l'area intorno alla centrale, ma secondo la direttrice delle comunicazioni dell'impianto, Evgenia Yashina, quella di ieri è stata "una minaccia senza precedenti alla sicurezza nucleare". Secondo l'Aiea e le autorità russe locali non vi è stato comunque alcun rischio di esplosione, perché i sei reattori dell'impianto sono in fase di spegnimento a freddo.
Le "probabili cause" dell'incendio scoppiato ieri nella torre di raffreddamento numero uno della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia sono "la negligenza degli occupanti russi" o un atto "deliberato da parte degli orchi": lo scrive su Telegram l'agenzia ucraina per l'energia atomica Energoatom. Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva affermato che l'incendio era stato "appiccato dagli occupanti russi". Energoatom ha confermato questa mattina che "il livello di radiazioni nell'impianto rientra nella norma e non vi è alcuna minaccia di inquinamento da radiazioni per la popolazione". Tuttavia, ha aggiunto, "l'uso della centrale nucleare da parte dei russi come base militare espone il mondo intero alla minaccia di un disastro nell'impianto nucleare. Solo la liberazione della Znpp (la centrale nucleare di Zaporizhzhia, ndr) e il suo trasferimento all'unico operatore legittimo, Energoatom, possono garantire la prevenzione di un incidente nucleare e di radiazioni e assicurare un funzionamento affidabile e sicuro".
Tanta paura, ma per il momento nessun fuga radioattiva. Un incendio è scoppiato ieri sera nella torre di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud dell'Ucraina, che è sotto il controllo delle forze russe. Le autorità di Kiev e di Mosca si accusano a vicenda su chi abbia causato il rogo. Il primo a lanciare l'allarme è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che su X ha puntato il dito direttamente contro le forze capitanate da Mosca. "Gli occupanti russi hanno appiccato un incendio sul sito della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Attualmente, i livelli di radiazione sono nella norma".
Aiea: "Nessun impatto per la sicurezza nucleare"
"Gli esperti dell'Aiea", l'Agenzia internazionale per l'energia atomica "hanno osservato un forte fumo scuro provenire dall'area settentrionale dello centrale nucleare di Zaporizhzhia (Znpp)" in Ucraina "in seguito a molteplici esplosioni udite in serata". Lo rende noto la stessa agenzia su X. "Il team è stato informato dalla centrale di un presunto attacco di droni oggi su una delle torri di raffreddamento situate nel sito. Non è stato segnalato alcun impatto per la sicurezza nucleare", prosegue l'Aiea.
Zelensky accusa Putin
Il leader ucraino ha poi sottolineato che "finché i terroristi russi manterranno il controllo sulla centrale nucleare, la situazione non è e non può essere considerata normale". Zelensky ha accusato direttamente il capo del Cremlino di voler usare la centrale di Zaporizhzhia "solo per ricattare l'Ucraina, l'intera Europa e il mondo". Ora "stiamo aspettando che il mondo reagisca, che l'Aiea reagisca", ha chiosato. Da parte sua il governatore filorusso Yevegny Balitsky ha precisato che non è stato rilevato alcun cambiamento nei livelli di radiazioni intorno all'impianto. Anche per l'amministratore militare ucraino del distretto di Nikopol Yevhen Yevtushenko - scrive l'Ukrainska Pravda -, l'impianto funziona normalmente, ma si dice convinto che dietro l'incendio ci sia probabilmente la mano dei russi che avrebbero dato fuoco ad un gran numero di pneumatici di automobili nelle torri di raffreddamento, forse per "provocazione o per creare panico negli insediamenti sulla riva destra". La centrale di Zaporizhzhia si trova sulla riva sinistra del Dnepr vicino alla città di Energodar. È la più grande centrale nucleare d'Europa in termini di numero di unità e capacità installata: è composta da sei reattori ad acqua pressurizzata costruiti nel periodo compreso fra il 1984 e il 1995, con una capacità elettrica lorda di 1.000 MegaWatt ciascuna (VVER-1000), progettati per una vita operativa di 30 anni. Nell'ottobre 2022 la centrale nucleare è stata occupata e ora è sotto il controllo della Federazione Russa.
Per i russi sono stati gli ucraini
L'azienda per l'energia nucleare russa Rosatom afferma che una torre di raffreddamento della centrale ucraina di Zaporizhzhia ha subito "gravi danni". "Due attacchi da parte di droni militari" delle forze di Kiev "sono stati sferrati" ieri sera "su una delle due torri di raffreddamento provocando un incendio all'interno dell'impianto, spento dalle unità di emergenza", si legge in un comunicato citato dall'agenzia di stampa russa Tass. "Tuttavia l'interno della torre di raffreddamento ha subito gravi danni: il pericolo di un possibile crollo della struttura sarà valutato dagli specialisti quando la situazione lo consentirà", aggiunge Rosatom. Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, ha assicurato da parte sua che "non vi è alcun impatto sulla sicurezza nucleare" dopo quanto accaduto nella centrale di Zaporizhzhia. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l'incendio nell'impianto sarebbe stato appiccato dagli "occupanti russi".
Gli Stati Uniti invieranno un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina da 125 milioni di dollari. Lo ha annunciato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, sottolineando che si tratta della 63esima tranche di aiuti a Kiev da parte di Washington. Nel pacchetto saranno contenuti missili Stinger e munizioni di artiglieri da 155mm e 105mm. Kirby ha precisato che la politica degli Stati Uniti "sull'utilizzo delle nostre armi" da parte dell'Ucraina "non è cambiata". "Siamo in contatto con le autorità ucraine", ha detto ancora il funzionario.
"Sono grato a ogni soldato e comandante che garantisce la protezione delle nostre posizioni ucraine e l'adempimento dei nostri compiti di difesa. Gli ucraini sanno come raggiungere i propri obiettivi", "la Russia ha portato la guerra nella nostra terra e deve sentire ciò che ha fatto". Lo dichiara il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale, mentre prosegue l'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk.
Dopo avere avanzato costantemente per mesi nell'est dell'Ucraina, le truppe di Mosca sono state colte oggi di sorpresa dall'attacco delle forze di Kiev in territorio russo, il più consistente dall'inizio del conflitto. Secondo il capo delle forze armate russe, Valery Gerasimov, ben mille militari ucraini, appoggiati da mezzi corazzati, sono penetrati nella regione di Kursk, ma l'offensiva "è stata fermata" al prezzo di pesanti perdite. I combattimenti tuttavia proseguono, mentre diversi blogger militari di Mosca riferiscono di un'avanzata di diversi chilometri. Ma le autorità ucraine per il momento tacciono.
Per Putin è "una provocazione su larga scala"
Emblematica delle preoccupazioni russe è l'espressione tesa del volto di Vladimir Putin durante una riunione dei vertici delle forze armate e dei servizi di sicurezza, le cui immagini sono state diffuse dai principali media. Il presidente ha accusato Kiev di avere messo in atto "una provocazione su larga scala", facendo ricorso a "bombardamenti indiscriminati, anche con missili, su strutture civili". Putin ha avuto una conversazione notturna con il governatore della regione, Alexei Smirnov, dopo la quale ha detto di aver dato disposizione a tutte le agenzie governative competenti di "fornire la necessaria assistenza ai residenti". Secondo le autorità russe, i bombardamenti delle forze di Kiev che hanno preceduto e accompagnato l'attacco hanno provocato almeno 5 morti, anche operatori di un'ambulanza, e 28 feriti, tra i quali alcuni bambini. Migliaia di persone, secondo quanto ha detto Smirnov, stanno evacuando, lasciando in queste ore le zone dei combattimenti, mentre viene organizzata una raccolta di sangue straordinaria negli ospedali per la cura dei feriti. Dall'altro lato della frontiera, nella regione ucraina di Sumy, il governatore ha annunciato di avere disposto l'evacuazione di circa 6 mila persone a causa dei bombardamenti russi effettuati in risposta all'incursione.
La battaglia
Diverse volte dall'inizio del conflitto, nel febbraio del 2022, sono avvenuti tentativi di infiltrazione nelle regioni frontaliere russe di Kursk e Belgorod, che sono state rivendicate da formazioni militari russe anti-Cremlino inquadrate nelle file dell'esercito di Kiev. Ma l'attacco attuale sembra il più grande mai registrato. I soldati ucraini, ha detto Gerasimov, sono stati affrontati da forze di terra e dall'aviazione di Mosca, che ha bombardato anche le retrovie delle truppe di Kiev, nella regione di Sumy appunto. Il capo di Stato maggiore ha affermato che 100 soldati ucraini sono stati uccisi e altri 215 feriti e che sono stati distrutti 54 veicoli corazzati, di cui 7 carri armati. "L'operazione sarà completata sconfiggendo il nemico e raggiungendo il confine di Stato", ha aggiunto il capo di Stato maggiore, facendo intendere che la battaglia, cominciata alle 5.30 ora locale di ieri (le 4.30 ora svizzera), continua.
La cronaca dal fronte
Il quadro tracciato da diversi blogger militari russi è più preoccupante di quello fornito da Gerasimov. Il canale Telegram Rybar, considerato vicino alle forze armate, e alcuni canali ucraini, affermano che le forze di Kiev si sono spinte fino a 25 chilometri all'interno del territorio della Federazione, conquistando il centro abitato di Koreniovo. Altre fonti online diffondono notizie ancora più preoccupanti, e tutte da verificare, avanzando per esempio l'ipotesi che gli ucraini puntino ad impadronirsi della centrale nucleare della regione di Kursk, distante una settantina di chilometri. L'attacco ucraino ha coinciso con la firma da parte del presidente Volodymyr Zelensky di provvedimenti che prolungano per almeno altri tre mesi, fino al 9 novembre, la legge marziale e la mobilitazione generale militare nel Paese. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha messo in relazione le due cose, affermando che Zelensky "ha mandato i cittadini ucraini nel tritacarne di Kursk per prolungare silenziosamente la mortale mobilitazione ucraina". L'avanzata delle forze di Kiev in territorio russo, ha aggiunto la portavoce, "è l'ennesimo atto terroristico contro i civili". Attacchi di droni ucraini sono intanto avvenuti oggi anche su altre due regioni frontaliere russe, quelle di Belgorod e Voronezh, senza provocare morti o feriti mentre una fonte dei servizi di sicurezza ucraini (Sbu) ha rivendicato l'abbattimento di un elicottero russo Mi-28 utilizzando un piccolo drone nella regione di Kursk: sarebbe "il primo episodio" di questo genere "nella storia della guerra".
Via libera finale dell'Unione europea al pagamento della prima tranche da quasi 4,2 miliardi di euro a Kiev per sostenere la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina tramite la Ukraine Facility. "Questa decisione sostiene la stabilità macrofinanziaria dell'Ucraina e il funzionamento della sua pubblica amministrazione", evidenzia la presidenza ungherese del Consiglio europeo su X.
Quest'anno l'Ucraina non potrà utilizzare più di 10 caccia F-16 sul campo di battaglia: lo scrive il New York Times (Nyt), che cita anonimi funzionari occidentali.
Il giornale osserva che il presidente Volodymyr Zelensky, nel suo annuncio di ieri sull'arrivo degli F-16, non ha specificato il numero dei caccia ricevuti. Funzionari occidentali ritengono che entro la fine dell'estate potrebbero arrivare in Ucraina solo 6 F-16.
Secondo funzionari statunitensi, quest'anno circa 20 piloti ucraini dovrebbero essere in grado di pilotare i jet. Ciò consentirebbe all'Ucraina di schierare solo circa 10 F-16 in combattimento, sottolinea il Nyt, dato che ogni aereo richiede almeno due piloti.
Volodymyr Zelensky ha confermato che l'Ucraina ha ricevuto il primo gruppo di F-16 dagli alleati della Nato. Il leader ucraino ha però parlato di un numero "insufficiente" di caccia. "Abbiamo spesso sentito la parola impossibile. Ora è realtà. Realtà nei nostri cieli: F-16 in Ucraina, l'abbiamo reso possibile", ha affermato Zelensky durante una cerimonia in una località segreta, aggiungendo tuttavia che "il numero di F-16 che abbiamo in Ucraina, il numero di piloti che sono già stati addestrati, non è sufficiente".
Obiettivo 20 velivoli entro fine anno
I giornalisti sul posto hanno visto almeno due F-16 sorvolare il sito durante la cerimonia. Dietro Zelensky, erano posizionati a terra altri due aerei grigi, somiglianti a F-16, parzialmente coperti. Il leader ucraino non ha specificato quanti caccia siano arrivati, ma secondo l'Economist i primi dieci (su un totale di 79 promessi) sono in Ucraina dall'ultimo giorno di luglio. Entro la fine dell'anno, Kiev dovrebbe averne a disposizione 20 in totale. Il resto, promesso da una coalizione di cui Danimarca e Paesi Bassi sono capofila, arriverà a lotti nel corso nel 2025. Zelensky in un'intervista dello scorso maggio aveva dichiarato di aver bisogno di 120-130 di questi aerei per raggiungere la parità con l'aviazione russa.
Il Cremlino ha confermato che Vadim Krasikov, liberato ieri nello scambio di prigionieri tra Mosca e Paesi occidentali, è un agente del servizio di sicurezza federale russo Fsb. Lo riporta l'agenzia Interfax. Krasikov era stato condannato all'ergastolo in Germania con l'accusa di aver ucciso un ex comandante indipendentista ceceno a Berlino. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha intanto dichiarato che lo scambio di detenuti tra Mosca e i Paesi occidentali e la questione dei negoziati per mettere fine alla guerra tra la Russia e l'Ucraina sono questioni "completamente diverse", riporta sempre Interfax.
Il presidente americano Joe Biden e il vicepresidente Kamala Harris hanno accolto il giornalista Evan Gershkovich e gli altri due americani che sono tornati sul suolo Usa dopo essere stati liberati dalla Russia in uno storico scambio di prigionieri. Gershkovich, l'ex marine Paul Whelan e la giornalista Alsu Kurmasheva sono stati salutati dagli applausi delle famiglie e degli amici in attesa, mentre sbarcavano da un aereo alla base di Andrews vicino Washington e ognuno abbracciava Biden e la Harris.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che "tutto il mondo", compresa l'Ucraina, vuole che la Russia partecipi a un secondo summit per porre fine al conflitto. "La maggior parte del mondo oggi afferma che la Russia deve essere rappresentata al secondo summit, altrimenti non otterremo risultati significativi. Dal momento che tutto il mondo vuole che siano al tavolo, non possiamo essere contrari", ha dichiarato ai media francesi, tra cui l'Afp.
Sempre parlando di Russia, Zelensky ha criticato la decisione del Comitato olimpico internazionale di consentire ad alcuni atleti russi di competere ai Giochi di Parigi come neutrali. "Qualsiasi Paese al mondo può vedere che se ci sono atleti che gareggiano sotto la bandiera della neutralità oggi, sono atleti provenienti da Russia e Bielorussia. Credo che queste siano mezze sanzioni", ha detto ai media.
Zelensky ha riferito di essere stato invitato alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron, ma non ha partecipato a causa dei "tesi" combattimenti nell'Ucraina orientale. "Mi sarebbe piaciuto partecipare se questo non fosse stato un periodo così difficile nel mio Paese. È un momento di tensione nella parte orientale del nostro Paese. Siamo in una situazione difficile", ha detto.
Guardando poi al continente americano, il presidente ha affermato che le prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, alleato militare e politico vitale per l'Ucraina, pongono una "sfida" per Kiev. "Non possiamo influenzare nessuna elezione. Ovviamente, gli Stati Uniti sono una sfida oggi. E ci sono rischi che probabilmente nessuno di noi può prevedere", ha detto ai giornalisti.
Gli Usa annunciano l'invio di un pacchetto di armi per un totale di 1,7 miliardi di dollari (circa 1,5 miliardi di franchi) all'Ucraina. Lo riferisce il Pentagono in una nota. Nel nuovo pacchetto ci sono munizioni per la difesa aerea e proiettili di artiglieria di cui le forze di Kiev affermano di avere un disperato bisogno. L'invio comprende 200 milioni di dollari in attrezzature prelevate dalle scorte militari statunitensi e circa 1,5 miliardi di dollari che saranno ordinati alle industrie del settore, precisa il Pentagono.
Il presidente russo Vladimir Putin ha minacciato domenica di riavviare la produzione di armi nucleari a raggio intermedio se gli Stati Uniti confermassero l'intenzione di schierare missili in Germania o altrove in Europa. "Se gli Stati Uniti attueranno tali piani, ci considereremo liberi dalla moratoria unilaterale precedentemente adottata sullo spiegamento di capacità di attacco a medio e corto raggio", ha detto Putin durante un discorso in occasione di una parata navale a San Pietroburgo.
Il trattato a cui fa riferimento Putin
I missili cui fa riferimento Putin sono stati oggetto di un trattato sul controllo degli armamenti firmato dagli Stati Uniti e dall'Unione Sovietica nel 1987. Trattato da cui però sia Washington che Mosca si sono ritirate nel 2019, accusandosi a vicenda di violazioni. Successivamente, la Russia ha affermato che non avrebbe ripreso la produzione di tali missili finché gli Stati Uniti non avessero schierato missili all'estero.
I missili Usa in Europa
All'inizio di luglio, Washington e Berlino hanno annunciato che "schieramenti episodici" di missili statunitensi a lungo raggio, compresi i missili da crociera Tomahawk, in Germania sarebbero iniziati nel 2026. Putin ha da parte sua affermato che "importanti siti amministrativi e militari russi" sarebbero rientrati nel raggio di tali missili che "potrebbero in futuro essere equipaggiati con testate nucleari, in modo tale che i nostri territori si troverebbero a circa 10 minuti" dal lancio di un attacco. "Questa situazione ci ricorda gli eventi della Guerra Fredda legati allo spiegamento dei missili americani a medio raggio Pershing in Europa", ha detto Putin. Il Cremlino aveva già avvertito a metà luglio che il proposto spiegamento degli Stati Uniti avrebbe significato che le capitali europee sarebbero diventate un bersaglio per i missili russi.
La Russia ha rivendicato la conquista di un altro villaggio nella regione di Donetsk, nel Donbass, in Ucraina orientale, dove sono in corso pesanti combattimenti, mentre le forze di Mosca avanzano verso la città di Pokrovsk. Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che le truppe russe hanno "liberato" il villaggio di Lozuvatske, circa 24 chilometri a est di Pokrovsk e vicino alla cittadina di Ocheretnye, occupata dai russi. L'Ucraina non ha confermato la conquista del villaggio. Il ministero della Difesa di Kiev ha dichiarato che le sue forze hanno fermato 37 attacchi russi nell'area di Pokrovsk. Gli scontri più duri si sono verificati vicino al villaggio di Novooleksandrivka, che si trova a circa due chilometri da Lozuvatske e la cui conquista è stata rivendicata dalla Russia il mese scorso.
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha dichiarato che la sola formula del presidente ucraino Volodymyr Zelensky non può essere accettata come base per una trattativa di pace, aggiungendo che l'Occidente continua a "ignorare" la posizione di Mosca sull'Ucraina, sperando in una capitolazione, che invece non ci sarà. Ripreso dalle agenzie russe Tass, Interfax e Ria Novosty a Vientiane, in Laos a margine della riunione ministeriale dell'Asean, Lavrov ha detto di essere stato informato dal suo omologo cinese Wang Yi dell'incontro a Pechino con il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba. "Sentiamo che non è cambiata la posizione cinese", che "è concentrata sulle cause sottostanti il conflitto" in Ucraina, e che Pechino è "predisposta verso una politica multilaterale", compresa la tenuta di eventi e conferenze multilaterali, "a condizione che questi eventi siano accettabili per tutte le parti, e solo se tutte le iniziative sono messe in agenda. Si tratta di un rifiuto a lavorare basandosi sulla sola formula di pace di Zelensky", ha detto Lavrov, citato da Interfax.
"Tutti gli obiettivi saranno raggiunti"
In Occidente "tutti ignorano ciò che stiamo dicendo e continuano a chiederci di avere un approccio costruttivo - continua Lavrov, citato stavolta dalla Tass - , che nella loro concezione significa la (nostra) capitolazione. Ma non ci sarà nulla del genere, perché tutti gli obiettivi della 'operazione militare speciale' (in Ucraina) saranno raggiunti, e su questo non ci sono dubbi".
L'Occidente "si rende conto dell'impossibilità di sconfiggere Mosca"
Secondo Lavrov, Putin "ha ripetuto più volte che Zelensky ha proibito a se stesso e a tutti i suoi addetti, con un decreto firmato due anni fa, di negoziare con la Russia. Malgrado gli appelli ad annullare quel decreto, "nulla del genere è accaduto", ha ribadito il capo della diplomazia russo in una conferenza stampa a Vientiane. Citato da Ria Novosty, Lavrov ha aggiunto che "le numerose proposte di pace emerse di recente per risolvere il conflitto in Ucraina sono dovute al fatto che l'Occidente ha cominciato a rendersi conto dell'impossibilità di sconfiggere Mosca", e della crescente coscienza della "inutilità di Zelensky e del suo regime".
Il ministro della difesa russo Andriy Belousov ha chiamato il capo del Pentagono Lloyd Austin all'inizio di questo mese per avvisarlo di una "operazione segreta" che l'Ucraina stava preparando contro la Russia: lo scrive il New York Times (Nyt), che cita tre funzionari statunitensi.
La richiesta russa
Il 12 luglio Austin ha ricevuto una "richiesta insolita" da Belousov, commenta il giornale. Secondo le fonti, il ministro russo ha avvertito Washington dei preparativi di Kiev per un'operazione segreta contro la Russia, che credeva avesse il nullaosta degli americani. Belousov ha chiesto ad Austin se il Pentagono fosse a conoscenza dell'operazione, avvertendolo che essa avrebbe potuto portare ad un'escalation delle tensioni tra Mosca e Washington.
Gli Usa a Kiev: "Non fatelo"
I funzionari del Pentagono sono rimasti sorpresi dalle affermazioni di Belousov e non erano a conoscenza dell'operazione, scrive il Nyt aggiungendo: "Ma qualsiasi cosa abbia rivelato Belousov... è stata presa abbastanza sul serio perché gli americani hanno contattato gli ucraini e hanno detto, in sostanza, 'se state pensando di fare qualcosa del genere, non fatelo'". Il giornale spiega che, nonostante la profonda dipendenza dell'Ucraina dagli Stati Uniti per il sostegno militare, di intelligence e diplomatico, i funzionari ucraini "non sono sempre trasparenti" con le loro controparti americane riguardo alle loro operazioni militari, in particolare quelle dirette contro obiettivi russi dietro le linee nemiche.
No comment da Mosca e Kiev
I funzionari ucraini e il Cremlino si sono rifiutati di commentare l'indiscrezione e il ministero della difesa russo non ha risposto a una richiesta di commento, riporta il giornale.
A differenza di quanto annunciato oggi dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dalla Svizzera non verranno trasferiti a Kiev, in favore dalla difesa e della ricostruzione dell'Ucraina, fondi prelevati dai beni russi congelati. A differenza dell'Unione europea, "in Svizzera non vengono generate entrate straordinarie in relazione agli asset della Banca centrale russa", ha dichiarato oggi la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) su richiesta dell'agenzia di stampa Keystone-ATS. Bruxelles ha fatto sapere questa mattina di voler trasferire 1,5 miliardi di euro (1,45 miliardi di franchi al cambio attuale) attraverso il Fondo europeo per la pace (European Peace Facility) e lo Strumento per l'Ucraina (Ukraine Facility) per sostenere le capacità militari di Kiev e la ricostruzione del Paese.
La Fondazione svizzera per lo sminamento (FSD) ha ripreso il lavoro, dopo l'attacco missilistico di ieri che ha distrutto gli uffici di Kharkiv, nel nord-est dell'Ucraina. Una portavoce dell'organizzazione non governativa ha dichiarato all'agenzia di stampa Keystone-ATS che le attività possono continuare perché dispone ancora di un secondo grande edificio per uffici a Kharkiv che è rimasto intatto. Le squadre stanno lavorando anche sul campo.
L'attacco
Ricordiamo che un missile ha colpito ieri l'edificio della FSD. Nessuno è rimasto ferito, ma parti dell'immobile sono crollate. Oggi la fondazione ha proseguito la stima dei danni. Sono andate distrutte attrezzature e arredi d'ufficio di valore ancora sconosciuto. La portavoce ha dichiarato di essere in contatto con i donatori per un'eventuale sostituzione del materiale. A Kharkiv 320 persone lavorano per la FSD e nell'intera Ucraina sono 600.
I compiti della Fondazione
La Fondazione svizzera per lo sminamento ha sede a Ginevra. Secondo le sue stesse informazioni, è attiva da oltre 25 anni e opera in tutto il mondo. Impiega in totale 800 persone. Il suo compito è individuare le mine e neutralizzarle.
La Svizzera condanna i recenti attacchi alla città ucraina di Kharkiv in cui è stato danneggiato l'edificio della Fondazione svizzera di sminamento (FSD) colpito da un missile. La Confederazione, si legge in una presa di posizione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sollecitata da Keystone-ATS, esprimerà questa condanna in seno agli organismi internazionali. Gli attacchi alle infrastrutture civili sono una violazione del diritto umanitario internazionale, ricorda tra l'altro il comunicato. Il DFAE è in contatto con l'ONG ginevrina per quanto riguarda le conseguenze di questi attacchi. L'FSD è un partner importante nell'attuazione del programma di sminamento umanitario della Confederazione in Ucraina, sottolineano i servizi del "ministro" degli esteri, Ignazio Cassis.
L'attacco
L'ufficio della FSD a Kharkiv, nell'Ucraina orientale, è stato colpito stamattina da un missile. L'immobile è stato gravemente danneggiato, ma nessun membro del personale della FSD è rimasto ucciso o ferito. Secondo la Fondazione, le operazioni di sminamento non saranno "praticamente influenzate" da questo attacco.
Gli uffici della Fondazione svizzera di sminamento è stata colpita da un missile russo questa mattina a Kharkiv, nell'Ucraina orientale. Tuttavia nessun dipendente della ONG è rimasto ucciso o ferito e le operazioni di sminamento non sono compromesse L'edificio è stato gravemente danneggiato, così come i veicoli e le attrezzature, ha dichiarato la Fondazione in un dichiarazione inviata a Keystone-ATS. Secondo il governatore della regione, Oleh Syniehubov, l'attacco è avvenuto verso le 5.00 ora locale. La sede della Fondazione svizzera di sminamento (propriamente denominata Fondation suisse de déminage, FSD) è stata colpita da un "missile balistico" russo, ha scritto in un messaggio pubblicato su Telegram e riportato dal sito Kyiv Independent.
"La FSD resta fedele al suo impegno"
L'organizzazione si è detta "profondamente rattristata" e sta adottando misure immediate per garantire la sicurezza del personale e sostenere le persone colpite. Dopo una prima valutazione, la portavoce della FSD Alexandra Brutsch ha precisato a Keystone-ATS che le operazioni di sminamento non saranno "praticamente influenzate" da questo attacco: gli sminatori continueranno le loro attività nei campi minati dove sono attualmente dislocati. Non lavorano dall'ufficio e sono alloggiati vicino ai siti operativi. Saranno interessate solo le attività di rilevamento non tecnico e di sensibilizzazione al pericolo delle mine, che normalmente vengono svolte in parte dall'ufficio. Non appena sarà trovato un nuovo ufficio e le attrezzature rinnovate, le operazioni potranno riprendere pienamente. Questo attacco - rileva la FSD - evidenzia le difficili e pericolose condizioni in cui operano le organizzazioni umanitarie nelle zone di conflitto. "Nonostante questa battuta d'arresto, la FSD resta fedele al suo impegno di fornire servizi di sminamento umanitario essenziali e un sostegno alla popolazione ucraina".
In Ucraina dal 2015
L'ONG invita "tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e a garantire la sicurezza e la protezione degli operatori umanitari e dei civili. La nostra missione è di alleviare le sofferenze causate dalle mine e dagli ordigni inesplosi e continueremo ad adoperarci per creare un ambiente più sicuro per tutti", aggiunge. Fondata nel 1997, la FSD è una ONG specializzata nella lotta contro le mine. Il suo impegno in Ucraina risale al 2015, nel Donbass. Da allora il suo personale è stato "considerevolmente" aumentato, si legge sul suo sito internet. In totale, più di 600 dipendenti della Fondazione lavorano nelle province di Chernihiv, Kharkiv e Donetsk. L'ONG prevede di essere operativa nelle prossime settimane nella provincia di Kherson. Il programma della FSD in Ucraina è finanziato dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), dalla Catena della Solidarietà, dal Dipartimento di Stato americano, da diverse fondazioni, cantoni e comuni svizzeri come anche da donatori privati.
"Ho avuto un incontro significativo con il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin. Abbiamo discusso delle conseguenze dell'aggressione russa contro l'Ucraina, del terrorismo aereo in corso, della difficile situazione umanitaria e degli esiti del nostro incontro con papa Francesco a giugno in Italia. Ci siamo concentrati in particolare sulle decisioni del primo vertice di pace e sul ruolo del Vaticano nello stabilire una pace giusta e duratura per l'Ucraina. Sono grato per il sostegno del cardinale al nostro paese e al nostro popolo". Lo scrive sulla rete sociale X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L'esercito ucraino ha lasciato le posizioni nel villaggio di Urozhayne, nella regione di Donetsk, "per salvare la vita dei soldati". Lo riferiscono responsabili citati dai media di Kiev. Il villaggio "è stato completamente distrutto dagli attacchi" russi.
La Rega ha trasportato lunedì in Svizzera due bambini ucraini malati di cancro, accompagnati ciascuno da una persona. Si tratta di pazienti dell'ospedale pediatrico di Ochmatdyt, preso di mira dai missili russi la settimana scorsa. I due bambini - uno dei quali di età inferiore ai 10 anni - sono stati portati in ospedali universitari, ha indicato oggi a Keystone-ATS la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), confermando informazioni in tal senso del Blick. Nell'attacco all'ospedale pediatrico in Ucraina due adulti sono stati uccisi. Più di trenta persone, tra cui almeno otto bambini, sono rimaste ferite. La Svizzera si era allora offerta di aiutare l'Ucraina. Il centro di coordinamento nazionale si occupa di questo genere di situazioni. È gestito dalla Rega su incarico dell'Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), precisa il CDS.
Dal settembre 2022 sono stati effettuati 25 voli di ambulanza che hanno trasportato 49 persone. Un paziente è stato rimpatriato in Ucraina dopo un trattamento riuscito in Svizzera.
La Segreteria di Stato dell'economia (Seco) ha aperto finora più di 50 procedimenti penali amministrativi per violazione delle sanzioni contro la Russia. Dall'inizio di marzo 2022, subito dopo l'inizio della guerra russa contro l'Ucraina, "sono stati segnalati alla Seco circa 300 casi sospetti riguardanti restrizioni commerciali in relazione alle ordinanze sull'Ucraina e sulla Bielorussia", ha indicato la Segreteria di Stato dell'economia a Keystone-ATS. La Seco, che non si esprime sui singoli casi, riferisce che sono stati aperti 56 procedimenti penali amministrativi, 41 dei quali sono passati in giudicato. Ci sono state 26 decisioni di archiviazione, 14 decreti penali e una sentenza penale. La Seco era confrontata con una recente inchiesta del quotidiano Le Temps sulla presenza di componenti occidentali, tra cui alcuni provenienti da aziende svizzere, nelle armi utilizzate dalla Russia, ad esempio nel massiccio attacco missilistico contro la capitale ucraina Kiev dell'8 luglio.
I vicini della Russia sulla linea di tiro
Per la Seco, interpellata specificamente sulla questione degli armamenti russi, il problema principale risiede nel fatto che i Paesi produttori di questi componenti elettronici, soprattutto in Asia, non hanno aderito alle sanzioni internazionali contro il Cremlino. Inoltre, la maggior parte di questi componenti non sono prodotti negli Stati Uniti o nell'Unione Europea e nemmeno in Svizzera. Le aziende con sede in questi Paesi non assicurano neppure direttamente la distribuzione. La Seco afferma di aver messo in atto controlli più severi sui Paesi confinanti con la Russia. Sottolinea che la maggior parte delle aziende svizzere i cui componenti sono stati integrati nelle armi russe non hanno effettuato alcuna consegna alla Russia. Tuttavia le aziende occidentali devono assicurarsi che i componenti non entrino in Russia attraverso i distributori, sottolinea la Confederazione.
Distributori in Cina e Hong Kong
I componenti, quasi sempre fabbricati al di fuori della Svizzera, sono venduti in tutto il mondo da numerosi distributori. "Un piccolo numero di questi distributori, in particolare in Cina e a Hong Kong, ha inviato determinate quantità in Russia senza che le aziende svizzere interessate ne fossero informate", spiega la Seco, che sottolinea che questi distributori "oggi non sono più riforniti". La Confederazione assicura di collaborare strettamente con le aziende interessate per prevenire acquisizioni illegali. Si rifiuta di fornire dettagli.
Un caso segnalato dall'MPC
La Seco ha trasmesso al Ministero pubblico della Confederazione (MPC) due dei casi che ha trattato. Lo scorso marzo, l'MPC aveva confermato di aver aperto un procedimento per un caso, rispedendo al mittente l'altro. Per la SRF, il caso preso in considerazione riguarda una società attiva nel commercio di materie prime. Contattato ieri da Keystone-ATS, l'MPC non ha voluto esprimersi su eventuali altri procedimenti e/o indagini preliminari, pendenti o meno, in relazione alle sanzioni contro la Russia.
Far sedere la Russia al tavolo di un summit di pace entro l'anno: è la proposta che arriva dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, certo di poter arrivare al traguardo di un vertice negoziale a novembre. A ridosso dunque del voto negli Stati Uniti che indicherà chi sarà l'inquilino della Casa Bianca per i prossimi 4 anni. E se dovesse essere Donald Trump, come sembrano indicare i numerosi sondaggi delle ultime ore, Kiev "non ha preoccupazioni", perché "la gran parte dei repubblicani ci appoggia", ha detto il leader ucraino in una lunga conferenza stampa a Kiev. "Lavoreremo insieme. Non sono preoccupato per questo", ha assicurato Zelensky riferendosi al tycoon, che ha promesso di porre fine alla guerra anche prima dell'eventuale insediamento, a gennaio del 2025.
3 appuntamenti internazionali
Il summit di pace aperto alla Russia sarà preceduto da ulteriori tre appuntamenti internazionali: "A fine luglio o inizio agosto ci sarà un primo incontro a livello di ministri e consiglieri per la sicurezza nazionale", ha annunciato Zelensky. Il tema del vertice è quello della sicurezza energetica e si svolgerà "molto probabilmente" a Doha, in Qatar. Ad agosto poi il piano prevede un incontro in Turchia su "libertà di navigazione e sicurezza alimentare". A settembre infine, in Canada, si metteranno sul tavolo lo scambio prigionieri e il ritorno dei bambini ucraini finiti in Russia, "rapiti" secondo Kiev, "messi in sicurezza" secondo la versione di Mosca. Se questi tre appuntamenti porteranno a risultati, ha detto il leader ucraino, si potrà procedere all'elaborazione di un piano in dieci punti, e avviare la preparazione "di un secondo summit di pace, al quale penso che debbano partecipare i rappresentanti russi". Mosca, per ora, tace.
Vertice al Bürgenstock
Il primo vertice per la pace voluto da Kiev si è tenuto a metà giugno in Svizzera, senza i russi. La dichiarazione finale non è stata firmata da un nutrito gruppo di invitati, dall'Armenia al Brasile, passando tra gli altri per India, Giordania, Messico, Emirati Arabi, Vaticano e anche Arabia Saudita. E forse significativamente in questo quadro, il secondo summit - secondo la stampa ucraina - si dovrebbe celebre proprio a Riad. Sul terreno intanto prosegue un conflitto dai tratti ultramoderni, segnato dall'uso massiccio di droni e missili di nuova generazione, ma al contempo vetusto, caratterizzato da sortite e ritirate della fanteria con le contrapposte artiglierie a farla da padrone. Nelle ultime 24 ore sono continuate le schermaglie attorno a Kharkiv, dove però il fronte nord - ha detto Zelensky - è ora un "ostacolo insormontabile" per i russi, costretti ad agire su più direttrici a causa delle difese rafforzate in tutto il settore. I combattimenti odierni più pesanti si registrano nella regione del Donetsk, obiettivo primario delle truppe del Cremlino: una ventina gli attacchi respinti in direzione di Pokrovsky, afferma la Difesa di Kiev, sui quasi 70 registrati fino a metà giornata.
Altre 150mila leve in arrivo per la primavera
Non è chiaro quante migliaia di soldati siano attualmente schierati in prima linea. Mosca sbandiera il reclutamento nella leva di primavera di 150mila russi, che già da metà aprile sono nei centri di addestramento. Kiev invece, sempre per bocca del suo presidente, assicura che il piano per rimpolpare la forza armata chiamando alle armi 250mila soldati "procede come stabilito", e anzi ora è necessario "costruire nuovi centri di addestramento, perché quelli che ci sono non bastano". Un obiettivo al quale contribuirà la Polonia, ha detto Zelensky.
"Sono convinto che l'Ucraina sia vicina all'ingresso nella Nato. Il prossimo passo sarà l'invito formale e poi la piena membership". Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa durante il vertice della Nato a Washington. "Se vogliamo vincere abbiamo bisogno che i nostri partner eliminino tutte le restrizioni sugli attacchi con le loro armi in territorio russo", ha aggiunto Zelensky, il quale ha poi precisato di "non sapere che Viktor Orban andasse da Putin o in Cina o da Trump quando è venuto in Ucraina". Con tutto il rispetto per tutti i Paesi, piccoli o grandi, "non tutti i leader possono fare i mediatori, ci vuole il potere", ha commentato il presidente ucraino.
Nuovo pacchetto di aiuti dagli Usa
A margine del summit, Zelensky ha anche avuto un incontro con il presidente americano Joe Biden, il quale ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 225 milioni di dollari per l'Ucraina, compreso un sistema missilistico Patriot (il secondo finora) per rafforzare le sue difese aeree. Il pacchetto include missili antiaerei Stinger, munizioni per sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità o Himars, e altri proiettili di artiglieria da 155 mm e 105 mm.
Il massiccio attacco missilistico lanciato dalla Russia contro l'Ucraina lunedì scorso ha provocato 44 morti e 196 feriti: lo ha affermato oggi la portavoce dei Servizi di emergenza del Paese, Svitlana Vodolaha, come riporta Ukrinform. "L'otto luglio abbiamo avuto uno dei più massicci attacchi russi contro il nostro Paese, in particolare contro la capitale. Gli attacchi mattutini hanno preso di mira Kiev, Dnipro, Kryvyi Rih e in parte la regione di Kiev. Sfortunatamente, 44 persone sono state uccise e 196 ferite, tra cui dieci bambini. I soccorritori hanno salvato 11 persone, tra cui tre bambini," ha affermato Vodolaha. Nella capitale, ha aggiunto, sono state uccise 33 persone e altre 125 sono rimaste ferite, inclusi dieci bambini.
Nella dichiarazione finale diffusa ieri sera del summit Nato a Washington si sottolinea che il percorso dell'Ucraina verso l'ingresso nell'Alleanza è "irreversibile". Tuttavia, la Nato precisa che "sarà in grado di estendere un invito a Kiev ad aderire all'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte".
40 miliardi in aiuti militari
I leader della Nato si sono anche impegnati a dare all'Ucraina almeno 40 miliardi di euro in aiuti militari "entro il prossimo anno" per sostenerla nella guerra contro la Russia. Intanto, la Cina ha esortato la Nato a smettere di "incitare allo scontro" dopo le accuse mosse a Pechino in merito alla fornitura di aiuti cruciali a Mosca nella sua invasione dell'Ucraina. "La Nato dovrebbe smettere di esaltare la cosiddetta minaccia cinese, smettere di incitare allo scontro e alla rivalità e contribuire maggiormente alla pace e alla stabilità nel mondo", si legge in una nota di un portavoce della missione cinese presso l'Unione Europea.
"I paesi della Nato hanno iniziato a trasferire gli F-16 all'Ucraina". Lo ha annunciato il segretario di Stato americano Antony Blinken a margine del summit dell'Alleanza atlantica a Washington. "Proprio mentre stiamo parlando, il trasferimento all'Ucraina di jet F-16 da parte della Danimarca e dei Paesi Bassi è iniziato", ha annunciato Blinken.
Un segnale per Putin
I jet "saranno operativi nei cieli dell'Ucraina questa estate", ha proseguito precisando che il trasferimento degli aerei è un segnale a Vladimir Putin. "Dovrebbe capire che se continua così il danno che farà alla Russia sarà ancora più grande". Il modo più rapido per raggiungere la pace "è attraverso un'Ucraina forte", ha aggiunto il segretario di Stato americano.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato sulle reti sociali che la consegna degli aerei da combattimento all'Ucraina da parte dei suoi alleati contribuirà a porre fine a più di due anni di combattimenti con la Russia. "Gli F-16 avvicinano una pace giusta e duratura, dimostrando che il terrorismo deve fallire ovunque e in qualsiasi momento", ha dichiarato il leader ucraino.
È salito a 43 il bilancio delle vittime dell'attacco effettuato lunedì dalla Russia contro l'Ucraina, nel quale è stato colpito anche un ospedale pediatrico oncologico di Kiev. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky, a Washington per il vertice della Nato.
"Vorrei ricordare che gli ospedali godono di una protezione speciale ai sensi del diritto internazionale umanitario. Condurre attacchi intenzionali contro un ospedale protetto è un crimine di guerra e i responsabili devono essere chiamati a risponderne". Lo ha detto Joyce Msuya, sottosegretario generale ad interim dell'ONU per gli affari umanitari al Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina. Il presidente di turno dell'organo delle Nazioni Unite per questo mese è la Russia. "Gli attacchi di ieri e il loro impatto ricordano il deplorevole bilancio umano di questa guerra, in particolare sui più vulnerabili. Tragedie che vedremo ancora e ancora finché questo conflitto continuerà", ha proseguito Joyce Msuya parlando alla riunione urgente del Consiglio di Sicurezza.
I danni registrati dall'ospedale
Quindi ha precisato che a Kiev, "i reparti di terapia intensiva, chirurgica e oncologica dell'ospedale pediatrico più grande dell'Ucraina, Okhmatdyt, sono stati gravemente danneggiati. Il suo dipartimento di tossicologia - dove i bambini ricevono la dialisi - è stato completamente distrutto". E i "funzionari sanitari - ha aggiunto - riferiscono che ciò che resta dell'ospedale pediatrico è senza elettricità, il che impedisce l'uso di ventilatori e altre cure urgenti. I nostri partner sanitari hanno contribuito a spostare i bambini in altre strutture, e lo staff ONU ha assistito ad una massiccia manifestazione di solidarietà da parte dei residenti locali, accorsi sul posto per aiutare a rimuovere le macerie e fornire coperte, acqua e cibo ai pazienti e al personale medico".
Entra in vigore stasera anche in Svizzera il 14esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia deciso dall'UE lo scorso 24 giugno. A finire nel mirino del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) sono altre 69 persone fisiche e 47 società e organizzazioni. I nuovi inserimenti in elenco riguardano imprenditori, propagandisti e membri dell'esercito e della magistratura. Le sanzioni interessano i responsabili della deportazione in Russia di minori ucraini, così come membri del Servizio federale di sicurezza (FSB, ex KGB). Tra le imprese e organizzazioni in elenco si tratta prevalentemente di imprese d'armamento e di aziende che concorrono attivamente all'elusione delle sanzioni mediante operazioni in ambito finanziario e commerciale.
2'200 fra persone, aziende e organizzazioni colpite
Complessivamente, sono oltre 2'200 le persone, aziende e organizzazioni punite nell'ambito del regime sanzionatorio contro la Russia. Questo totale corrisponde a quello dell'UE. Il 14esimo pacchetto dell'UE prevede una serie di ulteriori misure nel settore energetico, finanziario e commerciale. Tali provvedimenti sono attualmente allo studio affinché il Consiglio federale possa deliberare sull'eventuale ripresa delle nuove sanzioni, precisa il DEFR. Il DEFR ha sottoposto anche i quattro media Voice of Europe, RIA Novosti, Izvestija e Rossiiskaja Gazeta a un divieto di pubblicità "a causa delle continue campagne di propaganda e disinformazione della Russia". A differenza delle misure adottate a livello europeo, in Svizzera questi media non sono soggetti al divieto di trasmissione. Pur trattandosi, secondo il comunicato, di strumenti di propaganda e disinformazione mirata utilizzati dalla Russia, il Consiglio federale crede ancora che sia più efficace rispondere con i fatti a dichiarazioni fallaci e dannose, anziché vietarle.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che a seguito dell'attacco missilistico russo contro l'Ucraina dell'8 luglio finora sono morte 27 persone e più di 100 sono rimaste ferite. Lo riporta Ukrainska Pravda. "Oggi la Russia ha colpito molte città dell'Ucraina: Kiev, Dnipro, Kryvyi Rih, città della regione di Donetsk. Ha colpito, in particolare, un ospedale pediatrico, uno dei più importanti non solo per il nostro Paese, ma per l'intera nostra regione" e "attualmente più di 100 persone sono rimaste ferite, 27 sono rimaste uccise da questo attacco", ha detto in conferenza stampa a Varsavia.
Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per l'Ucraina ha condannato duramente l'ondata di attacchi in tutta l'Ucraina, inclusa Kiev, affermando che "decine di persone sono state uccise e ferite". "È inconcepibile che i bambini vengano uccisi e feriti in questa guerra", ha detto in una nota, riferendosi all'attacco ad un ospedale pediatrico a Kiev, che secondo le autorità ucraine è stato colpito da un missile da crociera russo. Frattanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro polacco Donald Tusk hanno osservato un minuto di silenzio per le vittime degli attacchi russi, all'inizio di una conferenza stampa congiunta a Varsavia dove il leader ucraino ha fatto tappa, prima di volare al vertice della Nato a Washington. "Non ci sono parole, documenti o dichiarazioni politiche che basterebbero, da un lato, a condannare l'aggressore e, dall'altro, parole che basterebbero come segno di solidarietà e di aiuto", ha affermato Tusk.
Ci sono persone intrappolate sotto le macerie dell'ospedale pediatrico Okhmatdyt Kiev colpito oggi da un attacco missilistico russo: lo riporta su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il bilancio dei morti è di 5 vittime. "Ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev. Uno degli ospedali pediatrici più importanti non solo in Ucraina, ma anche in Europa. Okhmatdyt ha salvato e restituito la salute a migliaia di bambini. Ora l'ospedale è stato danneggiato da un attacco russo, con persone intrappolate nelle macerie". Ora tutti stanno aiutando a rimuovere le macerie: medici e gente comune", si legge nel messaggio. Il bilancio provvisorio dei morti nella struttura ospedaliera è di 5 vittime. "La Russia non può non sapere dove volano i suoi missili e deve essere ritenuta pienamente responsabile di tutti i suoi crimini: contro le persone, contro i bambini, contro l'umanità in generale. È molto importante che il mondo non rimanga in silenzio e che tutti si rendano conto di ciò che la Russia è e di ciò che sta facendo", conclude Zelensky. "L' ospedale pediatrico di Kiev è stato colpito da un missile da crociera russo": hanno poi affermato i servizi di sicurezza ucraini.
Le forze russe hanno sferrato un attacco contro siti militari-industriali e basi aeree ucraine in rappresaglia ai tentativi di Kiev di attaccare siti energetici russi, ha reso noto il ministero della Difesa russo, riporta la Tass. "Questa mattina, le Forze Armate russe hanno sferrato un attacco combinato con armi di precisione a lungo raggio contro siti militari-industriali e basi aeree ucraine in ritorsione ai tentativi del regime di Kiev di infliggere danni alle strutture energetiche ed economiche russe - si legge in un comunicato -. Gli obiettivi dell'attacco sono stati raggiunti. Gli obiettivi designati sono stati distrutti".
La risposta alle accuse di Kiev
"Le accuse mosse dai funzionari di Kiev su un deliberato attacco missilistico russo su obiettivi civili sono assolutamente false. Numerosi rapporti fotografici e video da Kiev, che sono stati resi pubblici, chiariscono che i danni sono stati causati da un missile della difesa aerea ucraina lanciato da un sistema missilistico schierato entro i confini della città", si legge in un comunicato del ministero della Difesa russo. Lo riporta la Tass. "Il regime di Kiev fa questi capricci da anni, ogni volta prima di un incontro (summit) dei suoi sponsor della Nato", prosegue la nota. Kiev sta usando operazioni "false flag" per ottenere ulteriori finanziamenti e continuare la guerra fino all'ultimo ucraino. "L'obiettivo di queste operazioni 'false flag' è quello di garantire maggiori finanziamenti al regime di Kiev e continuare la guerra fino all'ultimo ucraino", si legge in un comunicato. In precedenza il ministero aveva affermato che i danni a Kiev sono stati causati dalla caduta di un missile antiaereo ucraino.
"Ho avuto la possibilità di parlare sia con il presidente ucraino che con quello russo. E credetemi: nei prossimi due tre mesi la situazione diventerà molto più brutale sul fronte". È quello che dice il premier ungherese Viktor Orban, in un'intervista al quotidiano tedesco Bild, dopo la controversa visita a Vladimir Putin. "Perciò è il momento giusto per passare da una politica di guerra a una politica di pace", secondo il premier. "Ci sono più armi - afferma - e i russi sono più determinati. L'energia per lo scontro, il numero dei morti, il numero delle vittime sarà quindi più brutale degli ultimi sette mesi, nonostante questo fosse già molto brutale. Mi dispiace doverlo dire, ma anche l'Europa ha una politica di guerra", prosegue Orban, per poi esortare l'Europa a svincolarsi dagli Usa e a condurre "una politica autonoma". "Le vittime principali delle due parti in guerra sono infatti l'economia e la popolazione europea", afferma.
"Non è possibile che la Russia perderà la guerra"
Il premier ungherese ne è convinto: "Non è possibile che i russi perderanno la guerra in Ucraina" e spiega che Putin ha "un'idea molto chiara" di come vincere. Orban aggiunge di avere "fiducia" a questo punto in Donald Trump, "uomo d'affari" e "uomo di pace". Vladimir Putin crede ancora nella vittoria? "È più di questo - risponde -. Lui ha una chiara idea di cosa succederà e di come la Russia vincerà. E questo vale anche per Zelensky. Nessuna persona seria può parlare del fatto che la Russia abbia l'intenzione di attaccare la Nato", commenta il premier ungherese. Attaccare la Nato è del tutto impossibile non solo per la Russia, afferma, ma per chiunque nel mondo, dal momento che si tratta dell'alleanza militare più forte del mondo.
Almeno 20 morti e 66 feriti: è il bilancio provvisorio del massiccio attacco missilistico lanciato oggi dalla Russia contro l'Ucraina. Finora si registrano infatti 35 feriti e 10 vittime a Kiev, incluse cinque nell'ospedale pediatrico Okhmatdyt, e altre 10 a Kryvyi Rig, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dove sono stati segnalati anche 31 feriti. Lo ha reso noto il Servizio di emergenza statale, come riporta Rbc-Ucraina. Il sindaco della capitale, Vitali Klitschko, ha detto che l'attacco lanciato oggi dalla Russia contro Kiev è uno dei peggiori in due anni di guerra. "Questo è uno degli attacchi peggiori. Potete vedere: è un ospedale pediatrico", ha affermato Klitschko riferendosi all'ospedale Okhmatdyt preso di mira nell'attacco.
La visita di Viktor Orban a Mosca è stata decisa dal premier ungherese "senza alcun accordo" con l'Ucraina. Lo ha chiarito il governo di Kiev, esprimendo una critica a Orban. "La decisione di fare questo viaggio è stata presa dalla parte ungherese senza alcun accordo o coordinamento con l'Ucraina", ha affermato il Ministero degli Esteri di Kiev in una nota, aggiungendo che "per il nostro Paese, il principio di nessun accordo sull'Ucraina senza l'Ucraina rimane inviolabile e invitiamo tutti gli Stati ad aderirvi rigorosamente".
Dopo che ieri il premier ungherese Viktor Orban, in visita per la prima volta Kiev dall'inizio della guerra, ha chiesto a Volodymyr Zelensky di reclamare "un cessate il fuoco immediato" per "accelerare i negoziati" con la Russia, nella notte è salito a quattro morti e dieci feriti il bilancio dell'attacco russo di ieri sulla città ucraina di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk. Lo rendono noto le autorità locali, citate dai media ucraini. Il governatore Serhii Lysak afferma che le vittime sono tre donne e un uomo, mentre tra i feriti ci sono due minorenni di 9 e 17 anni. Un precedente bilancio parlava di due morti e nove feriti.
Intanto, il comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrskyi ha avuto un colloquio con il capo di stato maggiore congiunto americano Charles Q. Brown. "Abbiamo discusso della situazione in prima linea e dei bisogni urgenti delle nostre truppe in armi, equipaggiamento militare e munizioni", ha scritto il comandante delle forze di Kiev. Ieri gli Usa hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti alla sicurezza per l'Ucraina da 2,3 miliardi di dollari.
Nel frattempo, i sistemi di difesa aerea russa hanno abbattuti stanotte cinque droni ucraini sulla regione di Belgorod e uno su quella di Mosca, rende noto il Ministero della Difesa russo citato dall'agenzia di stampa Tass. Due droni marini delle forze di Kiev sono stati invece distrutti nel Mar Nero mentre si dirigevano verso la città russa di Novorossiysk nel Krasnodar, secondo la stessa fonte. Precedentemente le autorità locali avevano dato notizia di quattro droni aerei ucraini abbattuti sulla regione russa di Bryansk. I velivoli senza pilota sono stati distrutti sulle aree di Karachevsky, Trubchevskij e Komaritchskij. Non sono state segnalate vittime o danni particolari, viene specificato.
Ieri, nei colloqui con Orban, Zelensky ha ribadito la necessità per Kiev di "una pace giusta". Oggi Vladimir Putin vede Xi Jinping e Recep Tayyip Erdogan ad Astana.
Il premier ungherese e presidente di turno dell'Ue, Viktor Orban, in visita a Kiev, ha detto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di reclamare "un cessate il fuoco immediato" per "accelerare i negoziati di pace". Zelensky ha risposto che l'Ucraina, massacrata dalla guerra, ha bisogno di "una pace giusta".
"Ho chiesto al presidente ucraino di prendere in considerazione se un cessate il fuoco rapido possa accelerare i negoziati di pace", ha detto Orban, in conferenza stampa con Zelensky a Kiev, aggiungendo che la tregua sarebbe limitata nel tempo. È importante che l'Europa mantenga il sostegno militare all'Ucraina mentre l'esercito sta lottando per contenere gli attacchi sferrati dalla Russia, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante un incontro con la stampa alla presenza di Orban. "È molto importante per tutti noi in Europa che il sostegno dell'Europa all'Ucraina rimanga ad un livello sufficiente, anche per quanto riguarda la nostra difesa dal terrore russo", ha dichiarato Zelensky.
Al via i lavori della prima conferenza intergovernativa (Cig) per l'Ucraina che segnano di fatto l'apertura dei negoziati di adesione all'Unione europea. "Questo è un momento storico per tutti noi e segna una pietra miliare nelle nostre relazioni", ha dichiarato la ministra degli Esteri belga, Hadja Lahbib, a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue. "Il vostro Paese fa parte dell'Europa, della storia, del patrimonio e della cultura europea" ha aggiunto, ricordando la decisione del Consiglio del 14-15 dicembre 2023 di avviare i negoziati di adesione con Kiev.
"Ferma condanna" alla guerra
In occasione dell'apertura della Cig Lahbib ha ribadito, a nome dell'Ue, "la ferma condanna della guerra di aggressione ingiustificata e non provocata della Russia contro l'Ucraina", plaudendo alla "resistenza del popolo ucraino" e ricordando l'"incrollabile sostegno" dell'Ue all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina e al "suo diritto intrinseco di autodifesa".
Cosa deve fare l'Ucraina
Passando al processo di integrazione europea, la ministra ha confermato il via libera odierno del Consiglio al quadro negoziale di adesione che "tiene conto dell'esperienza dei passati allargamenti e dei negoziati di adesione in corso" e che "riflette debitamente i meriti e le caratteristiche specifiche dell'Ucraina". Il documento "incorpora la metodologia di allargamento rivista, che prevede un'attenzione ancora maggiore alle riforme fondamentali nei negoziati di adesione" ha spiegato Lahbib, sottolineando come l'Ucraina debba quindi "adottare pienamente e continuare ad attuare le riforme nei settori dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, del rafforzamento delle istituzioni democratiche e della riforma della pubblica amministrazione". Kiev "deve anche intervenire sul fronte economico, per la riforma giudiziaria, per la lotta alla corruzione e per la protezione e il trattamento non discriminatorio delle persone appartenenti a minoranze nazionali. "Per garantire l'irreversibilità dei progressi in questi settori e la loro piena ed effettiva attuazione - ha aggiunto - i passi avanti continueranno ad essere attentamente monitorati dalla Commissione, che ne riferirà regolarmente al Consiglio".
"Grazie alla creazione del Fondo di assistenza per l'Ucraina all'interno dell'EPF, l'UE continuerà a sostenere la fornitura di equipaggiamento militare letale e non letale e addestramento. Il Fondo ha un budget di 5 miliardi per il 2024." "Aumenti comparabili possono essere previsti fino al 2027, sulla base delle esigenze dell'Ucraina e vincolate alla guida politica del Consiglio", si legge nel testo approvato dai 27 di cui l'ANSA ha preso visione. La firma dell'intesa è prevista giovedì a margine della prima giornata dei lavori del Consiglio europeo, alla presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il testo prevede diversi capitoli di collaborazione, sia di natura civile che militare (per esempio il rafforzamento dell'industria bellica di Kiev in linea con la strategia della difesa dell'Ue) e l'impegno da parte dell'Ue a "continuare ad applicare le sanzioni alla Russia o a vararne di nuove". L'UE promette inoltre d'iniziare "a integrare l'Ucraina" nel mercato unico europeo. L'intesa resterà valida "sino a che l'Ucraina resterà sul percorso europeo e rispetterà i valori su cui si fonda l'UE, ovvero il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, inclusi i diritti delle persone che appartengono alle minoranze".
Da parte sua l'Ucraina si impegna a continuare il percorso di riforme, specialmente nell'area della "sicurezza, della difesa e dell'intelligence", garantendo la supervisione civile della sfera militare e delle forze di sicurezza. Kiev dovrà poi "rafforzare la trasparenza e il controllo" degli aiuti ricevuti e "contribuire positivamente" alla sicurezza dell'UE e dei suoi Stati membri, "inclusa la condivisione delle informazioni e delle lezioni apprese".
Gli ambasciatori dei 27 Paesi Ue hanno trovato un accordo sul quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina. Lo ha reso noto la presidenza di turno belga dell'Ue. Il pacchetto, a quanto si apprende, conferma le restrizioni al settore del gas naturale liquefatto russo, nello specifico sulla pratica del trasbordo del metano nei porti europei (ransshipment). Figurano inoltre disposizioni sulla "flotta ombra" - per trasportare il greggio colpito dal tetto sul presso - e sulle istituzioni finanziarie dei paesi terzi che consentono l'elusione delle sanzioni. Nel nuovo pacchetto sanzioni contro la Russia dell'Ue figurano anche 100 aggiunte alla lista nera, tra individui ed entità, si apprende inoltre da fonti qualificate. In generale il pacchetto, oltre alle misure sul trasbordo di metano, include anche misure sulle "importazioni di Gnl e sugli investimenti", ma per i dettagli si dovrà attendere il via libera definitivo.
Per quanto riguarda l'elusione, invece, ci saranno "ulteriori strumenti", soprattutto nel caso di filiali di Paesi terzi di società madri dell'Ue. Si prosegue con nuove azioni volte a "contrastare le interferenze straniere per minare i nostri sistemi democratici" con regole aggiuntive sui finanziamenti provenienti dallo Stato russo. Poi "diverse misure" sui trasporti per evitare l'elusione per via aerea, stradale e marittima. Infine restrizioni aggiuntive all'esportazione di beni e tecnologie a duplice uso, anche in Paesi terzi (ovvero quei prodotti che contribuiscono alle capacità industriali della Russia).
La Casa Bianca ha confermato ufficialmente che le forze militari di Kiev hanno il diritto di usare armi americane sul territorio russo vicino alle regioni ucraine di Kharkiv e Sumy: lo afferma Michael Carpenter, direttore senior per gli Affari europei presso il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, citato dai media ucraini. Carpenter aggiunge che in questo modo l'esercito russo non avrà la possibilità di proteggere le sue truppe dalla parte del confine da dove attacca il territorio ucraino.
La Conferenza sulla pace del Bürgenstock si è conclusa ieri con un comunicato congiunto sottoscritto dalla maggioranza degli oltre 90 Paesi partecipanti. Una dozzina quelli che si sono sfilati. Contrastanti le reazioni e i sentimenti al termine di questa due giorni. A Ticinonews ne abbiamo parlato con l’inviato del Corriere del Ticino Luca Faranda, con Peter Regli (già capo dei servizi di informazione della Confederazione) e con Alberto Togni dell’associazione “No Ue No Nato”.
Faranda: “L’integrità dell’Ucraina è sempre rimasto un tema centrale”
Faranda ha spiegato che durante la Conferenza di pace l’obiettivo era di focalizzarsi maggiormente sui tre temi che vedono al centro la sicurezza: quella alimentare, quella nucleare e quella umanitaria – come il rilascio di prigionieri e i bambini deportati in Russia. “Se l’obiettivo ultimo era quindi quello di rimanere all’interno di questi tre temi, allora non è andata esattamente come previsto. L’integrità dell’Ucraina si è infatti rivelato un tema centrale fin dall’inizio, anche a causa delle dichiarazioni di Putin”. Il presidente russo si è infatti detto favorevole ai negoziati, ma solo a patto che l’Ucraina rinunci ai suoi territori. “Questo ha ovviamente condizionato tutto il fine settimana sul Bürgenstock, perché ogni volta che una delegazione prendeva la parola si ripeteva l’importanza di rispettare la sovranità territoriale ucraina. Ed è anche stato inserito nel joint Statement, che non è una dichiarazione ed è meno vincolante”. Se l’obiettivo ultimo della Confederazione era quindi quello di arrivare a una dichiarazione finale firmata da tutti i partecipanti, così non è andata. “Per contro, per Zelensky è stato un buon momento, perché il fronte occidentale ha dato un sostegno quasi incondizionato a Kiev, riuscendo anche a portare anche altri Stati, in particolare del Sud del mondo. Non è riuscito è riuscito a farlo però con Stati più influenti e vicini a Mosca, come l’India, il Brasile – che era lì come osservatore, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita”. Alla luce di queste considerazioni cosa bisogna dunque aspettarsi dai futuri negoziati? Ai quali ci si aspetta partecipi anche la Russia. “Poter comunicare il luogo della prossima conferenza era un obiettivo di Ignazio Cassis e Viola Amherd, la quale ha tuttavia affermato che è ancora troppo presto. Al momento è ancora tutto nebuloso, anche perché i punti concordati ieri nel comunicato congiunto deve ancora essere interpretati da Mosca, e questa è una condizione imprescindibile. In secondo luogo, l’intenzione è quella di andare a toccare i singoli aspetti: il Canada si è già detto disposto a organizzare un vertice a livello ministeriale sulla questione umanitaria, quindi sul rilascio dei prigionieri e dei bambini”. Faranda ha infine spiegato che l’obiettivo di Zelensky è quello di fare un vertice prima delle elezioni americane, “ma non è così scontato e non è così scontata la partecipazione della Russia. Non credo che prima delle elezioni americane possa quindi esserci un secondo nuovo vertice così influente, anche perché l’obiettivo sarebbe quello di porre fine alla guerra. L’impressione, tuttavia, è che questa fine non si sia avvicinata più di tanto”.
Regli: “Sono stati discussi due valori fondamentali per l’Occidente”
Una lettura, quella fatta dal giornalista del Corriere del Ticino, a cui è seguito un confronto fra Togni e Regli, quest’ultimo “soddisfatto e fiero per il fatto che con questo vertice internazionale, la nostra Svizzera ha saputo uscire dall'oscurità di una neutralità sorpassata e praticata dal nostro governo a partire dal 24 febbraio 2022 mettendo l'aggressore, il criminale di guerra del Cremlino allo stesso livello, come la vittima l'Ucraina e il popolo ucraino”. Regli ha poi voluto ringraziare direttamente la Presidente della Confederazione e il Ministro degli esteri ticinese, “perché con questo vertice hanno davvero avuto successo, mettendo sul tavolo dei valori che per noi in occidente – quindi nell'ordine mondiale liberale democratico - la carta delle Nazioni Unite e il Diritto internazionale sono due basi di lavoro molto importanti, e si è discusso intensamente di questi valori. Questo per me è un punto molto positivo, per il quale sono soddisfatto”.
Togni: “Un fallimento su tutta la linea. Andavano invitate entrambe le parti”
Di tutt’altro avviso Alberto Togni, la cui associazione “No Ue No Nato” ha già espresso le sue criticità nei confronti della Conferenza in un comunicato stampa. Ma alla Svizzera non va riconosciuto neanche l'impegno? “No. Riteniamo che sia un fallimento su tutta la linea. E questo per due motivi principali: il primo è che l'organizzazione stessa di questa conferenza partiva totalmente in salita. Sono due anni che Mosca ci considera un Paese ostile e non più credibile e in questo lasso di tempo noi non abbiamo fatto nulla per cambiare questa visione: abbiamo approfondito i nostri rapporti con la NATO e abbiamo ripreso l'ennesimo pacchetto di sanzioni dall'UE”. Togni, partendo da queste premesse considerate “già gravi di per sé”, ha poi voluto sottolineare che la Svizzera “ha deciso inoltre di non invitare la Russia. Anche se non avrebbe accettato l’invito di partenza, se vogliamo chiamare un evento ‘Conferenza sulla pace’ – cosa che nessuno ha costretto a fare – allora andrebbero invitate entrambe le parti, perché di pace si discute in due”. Per Togni, questo non-invito fa quindi sorgere “il primo dubbio su quanto le reali intenzioni fossero davvero discutere di pace, cosa che non si è fatto. Potrebbe essersi trattato solo di un enorme spettacolo per compiacere qualcuno e fingere di essere ancora degli attori neutrali”. Il secondo motivo che porta Togni a dubitare del Bürgenstock “è lo sviluppo stesso della Conferenza, che per quanto ci riguarda ha superato ogni peggior fantasia. Sorvolando sull'assenza pesantissima della Cina, non è passato inosservato che sono stati spediti 160 inviti: circa un centinaio ha confermato, ma si sono presentati 92 attori, di cui molti in veste di soli osservatori o inviando delegati di terzo livello. Ad eccezione del primo ministro canadese, tutti i leader del G7 avevano già abbandonato la Conferenza il secondo giorno e - peggio ancora - questo fantomatico comunicato e non dichiarazione che era poi il piatto forte di questa Conferenza è un documento che io mi permetto di reputare banale. Ma non perché i prigionieri di guerra o la sicurezza nucleare non siano importanti, bensì perché vengono formulati degli auspici generali che sono i soliti concetti che si stanno ripetendo con il pilota automatico da ormai due anni. E nonostante questa banalità non si è riusciti ad ottenere una sottoscrizioni unanime, mancano i BRICS, manca l'Arabia Saudita - il secondo principale alleato degli Stati Uniti nel Medio Oriente. Manca l'Indonesia e manca il Vaticano. E se noi non siamo neanche riusciti a far firmare il Vaticano una dichiarazione che chiede sicurezza nucleare, rilascio di prigionieri di guerra, allora credo che non ci sia niente da aggiungere sul fallimento della Conferenza”.
Il confronto completo
"Il cancelliere Scholz ha già detto in un'intervista che alla prossima conferenza di pace dovrebbe essere invitata anche la Russia". Lo ha ribadito il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino. "Sono cauto sulla possibilità che ci sia un'altra conferenza per la pace ancora entro quest'anno", ha aggiunto, sottolineando quanto tempo ci sia voluto per organizzare quella che si è tenuta al Bürgenstock (NW) nel weekend. "Siamo molto contenti di questa conferenza di pace, è stato un primo passo importante"ha detto Hebestreit, rispondendo a una domanda isulla Conferenza per la Pace in Ucraina, che si è tenuta nel weekend al Bürgenstock (NW). Per Hebestreit è stato "importante che si sia ribadito che non ci sarà un diktat ma una pace in linea con il diritto internazionale e con la Carta della Nazioni Unite". A chi ha messo in evidenza che ci siano stati diversi Paesi che non hanno firmato il comunicato finale, Hebestreit ha replicato: "Per noi è stato un grande successo che ci fossero oltre 90 paesi. 87 hanno firmato il comunicato finale", ha ricordato, sottolineando che chi non lo ha fatto riteneva che anche la Russia dovesse partecipare.
I rappresentanti permanenti dell'UE non sono riusciti a concordare nuove sanzioni contro la Russia a causa della posizione della Germania. Lo riferisce Politico. "Berlino è preoccupata per l'ampliamento di una misura che costringerebbe le aziende dell'Ue a garantire che i loro clienti non possano vendere beni sanzionati a Mosca", scrive il quotidiano, spiegando che "la Germania teme che le sue piccole imprese soffriranno se la misura verrà estesa a prodotti di uso civili come quelli chimici o le attrezzature per la lavorazione dei metalli".
Una clausola applicata solo alle armi
Politico ricorda che in precedenza la cosiddetta clausola che vietava le forniture alla Russia si applicava solo alle armi da fuoco, all'equipaggiamento militare e ai beni a duplice uso che hanno applicazioni sia militari che civili. Berlino ha anche "impedito la chiusura di una via di scambio che consente il trasporto di beni di fascia alta, comprese le auto di lusso, in transito dalla Bielorussia alla Russia", ha aggiunto Politico. La Commissione europea è in trattative con la cancelliera tedesca per convincere Berlino a revocare il suo veto. All'incontro dei rappresentanti permanenti è stato preso in esame il 14esimo pacchetto di sanzioni anti-russe dell'Unione Europea.
Dopo oltre due anni di conflitto, Vladimir Putin mette le carte in tavola e per la prima volta annuncia concretamente quali sono i suoi obiettivi in Ucraina. Mosca è pronta a cessare le ostilità e negoziare per firmare la pace se Kiev ritirerà le sue truppe dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle truppe russe e rinuncerà ad entrare nella Nato. Uno scenario subito rifiutato dall'Ucraina e dai suoi alleati occidentali. Di Putin "non ci si può fidare", ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky, equiparando il leader russo a Hitler.
Il G7 garantisce il suo sostegno
Lo zar ha parlato nel giorno in cui il vertice del G7 in Italia ha assicurato il sostegno all'Ucraina "per tutto il tempo necessario" e ribadito la necessità di una pace che rispetti "l'integrità territoriale" del Paese. I Grandi hanno anche espresso il loro sostegno alla "Conferenza di pace" che comincerà domani in Svizzera alla quale la Russia non è stata invitata. "Un altro trucco - l'ha definita il presidente russo - che mira a distogliere l'attenzione di tutti dalle cause della crisi ucraina".
Le zone interessate
Le quattro regioni di cui ha parlato Putin - escludendo implicitamente mire su altre, tra cui Odessa - sono Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Di queste, solo Lugansk è controllata quasi per intero dai russi, che da mesi continuano ad avanzare anche in quella di Donetsk. E, evidentemente fiducioso per la piega assunta dal conflitto, Putin ha fatto capire che se Kiev non accetterà le condizioni poste, la sua situazione sul terreno è destinata a peggiorare. Le proposte dal presidente riflettono l'attuale situazione, ma Kiev dovrebbe tenere presente che le circostanze potrebbero cambiare, ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
"Le trattative dovrebbero portare ad accordi inetrnazionali"
"Oggi facciamo una proposta reale di pace, stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale", ha detto Putin rivolgendosi, per la prima volta dal 2021, ai funzionari del ministero degli Esteri. Non appena Kiev dovesse cominciare il ritiro delle truppe e annunciare la rinuncia ad entrare nella Nato, "nello stesso minuto verrà dato l'ordine di cessare il fuoco e cominciare i negoziati", ha assicurato il presidente. Le trattative dovrebbero portare ad "accordi internazionali" che sanciscano anche la "cancellazione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia".
Le repliche
"È la stessa cosa che faceva Hitler, quando diceva 'datemi una parte di Cecoslovacchia e finisce qui'", ha risposto Zelensky. "Ma dopo - ha aggiunto - c'è stata la Polonia, poi l'occupazione di tutta l'Europa. Ecco perché non dobbiamo fidarci di questi messaggi, perché Putin fa lo stesso percorso. Oggi parla di quattro regioni, prima parlava di Crimea e Donbass". Questa, ha rincarato il leader ucraino, è "la faccia nuova del nazismo". Putin "ha occupato illegalmente il territorio ucraino sovrano e non è in alcuna posizione di dettare all'Ucraina cosa deve fare per portare la pace", ha commentato da parte sua il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin. Mentre per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, quella del leader russo "non è una proposta di pace, è una proposta di maggiore aggressione e maggiore occupazione". "Non spetta all'Ucraina ritirare le forze dal territorio ucraino, spetta alla Russia ritirare le proprie forze dal territorio ucraino occupato", ha aggiunto il rappresentante dell'Alleanza atlantica.
"L'accordo Zelensky-Biden? Un pezzo di carta senza valore legale"
Putin ha commentato anche le ipotesi di confisca di parte degli asset russi congelati in Occidente a favore dell'Ucraina, affermando che si tratterebbe di "un furto che non resterebbe impunito". Mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha definito solo "un pezzo di carta" che "non ha valore legale" l'accordo di sicurezza bilaterale firmato ieri tra Zelensky e il presidente Usa Joe Biden a margine del vertice G7.
Proseguono gli attacchi
Le regioni russe vicine al confine continuano intanto ad essere prese di mira da attacchi delle forze ucraine, di cui hanno dato notizia i rispettivi governatori. In quella di Kursk una persona è morta e due sono rimaste ferite. In quella di Belgorod cinque persone sono state ferite nel crollo parziale di una palazzina colpita da un bombardamento nella cittadina di Shebekino. Il ministero della Difesa ha detto che nella notte tra giovedì e venerdì 87 droni ucraini sono stati abbattuti su varie regioni russe, di cui 70 in quella di Rostov.
Interverranno 100 delegazioni, fra cui 57 capi di Stato e di Governo provenienti da tutte le regioni del mondo, alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina che prenderà il via domani. La delegazione svizzera sarà composta dalla presidente della Confederazione Viola Amherd, capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), e dal consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Prima della conferenza, Amherd incontrerà domani a mezzogiorno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per un colloquio bilaterale. La conferenza vera e propria inizierà nel primo pomeriggio, con l’arrivo degli ospiti di Stato, e terminerà domenica pomeriggio.
I temi da affrontare
L’obiettivo della conferenza è avviare un processo di pace. A tal fine sono necessari vari elementi: una partecipazione che sia la più ampia e importante possibile, in modo che funga da segnale di sostegno; lo sviluppo di un’intesa comune su tre temi volti a rafforzare la fiducia – ossia la sicurezza nucleare, quella alimentare e la dimensione umanitaria – e l’adozione di una prospettiva per una successiva fase che preveda la partecipazione della Russia. Organizzando questa conferenza, la Svizzera offre una piattaforma di discussione in cui tutti gli Stati partecipanti avranno la possibilità di contribuire con le loro proposte.
Il programma
La partecipazione di 100 Stati e organizzazioni di tutte le regioni del mondo "costituisce un buon presupposto per l’avvio di questo processo", si legge in un comunicato. Il programma prevede sia scambi in seduta plenaria sia discussioni condotte in gruppi di lavoro sui tre temi menzionati. Verranno trattate questioni di interesse globale che riguardano direttamente un gran numero di Stati e che sono già state proposte in diversi piani di pace per l’Ucraina. I Paesi che hanno già vissuto un conflitto potranno contribuire con la loro esperienza ad approfondire i vari temi trattati: sia in ambito umanitario, nelle questioni concernenti lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di civili e il rimpatrio di bambini, sia nei settori della sicurezza nucleare o di quella alimentare.
La questione del coinvolgimento della Russia
La conferenza offrirà anche l’opportunità di discutere per la prima volta ai massimi livelli su come e quando la Russia potrà essere coinvolta in questo processo. Per il Consiglio federale, l’elaborazione di una soluzione duratura richiede in ultima analisi la partecipazione di entrambe le parti. Organizzando questa conferenza, la Svizzera "fa in modo che si compia un primo passo verso un processo che possa condurre a una pace in Ucraina giusta e duratura".
Il presidente russo Vladimir Putin ha criticato la conferenza di pace sull'Ucraina in programma da domani in Svizzera definendola "un altro trucco che mira a distogliere l'attenzione di tutti dalle cause della crisi ucraina" e "per dare ancora una volta un'apparenza di legittimità alle attuali autorità ucraine". Lo riporta l'agenzia Interfax. "Evidentemente l'Occidente non ha abbandonato l'idea di formare una sorta di coalizione internazionale anti russa e di dare l'impressione di esercitare pressioni sulla Russia", ha dichiarato ancora Putin.
Joe Biden e Volodymyr Zelensky hanno firmato l'accordo di sicurezza tra Usa e Ucraina. "Oggi, gli Stati Uniti mandano un segnale forte del nostro fermo sostegno all'Ucraina", ha annunciato l'amministrazione Usa in un comunicato dopo la cerimonia della firma a margine dei lavori del G7 in Italia.
La Cina ha esercitato pressioni sui governi di Paesi in via di sviluppo per promuovere il suo piano alternativo di pace in Ucraina con l'avvicinarsi del vertice in Svizzera. Lo scrive Reuters sul suo sito web citando dieci diplomatici, uno dei quali ha definito la campagna di Pechino un "sottile boicottaggio" del summit al Bürgenstock (NW). Nelle conversazioni con i governi la Cina non ha criticato apertamente l'appuntamento svizzero né ha chiesto direttamente ai Paesi di astenersi, hanno detto a Reuters i diplomatici di Pechino. Ma uno di loro ha affermato che la Cina ha detto a queste nazioni che l'incontro prolungherebbe la guerra.
Le pressioni cinesi
Dopo che la Cina ha dichiarato che non avrebbe partecipato al vertice sul Bürgenstock, Zelensky ha accusato Pechino di aiutare Mosca a indebolire l'incontro, accusa smentita dal ministero degli Esteri cinese. Ma secondo i diplomatici consultati da Reuters, con l'avvicinarsi del vertice, la Cina ha intensificato il suo raggio d'azione attraverso incontri con dignitari stranieri in visita, telefonate e messaggi alle missioni straniere sulla piattaforma cinese WeChat. L'inviato speciale di Pechino per gli affari eurasiatici, Li Hui, il mese scorso ha visitato la Turchia, l'Egitto, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti e ha incontrato funzionari dei Paesi in via di sviluppo presso le loro ambasciate a Pechino, hanno detto i diplomatici. Spiegando perché non parteciperà al vertice, la Cina ha cercato di convincere i Paesi in via di sviluppo ad aderire al piano di pace in sei punti approvato con il Brasile il mese scorso. Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso sostegno al piano della Cina per una soluzione pacifica della crisi, affermando che Pechino ha pienamente compreso ciò che si nasconde dietro. Quarantacinque Paesi hanno espresso sostegno alla proposta, con più di due dozzine che hanno aderito o "considerata seriamente" la proposta, ha detto la settimana scorsa il ministro degli Esteri Wang Yi. Non è stato possibile determinare in modo indipendente quale impatto abbia avuto il lobbying cinese, ma il numero di partecipanti registrati al vertice di Lucerna è inferiore ai 107 che l'ufficio di Zelensky aveva dichiarato essere stati confermati all'inizio di giugno.
Bambini ucraini rapiti e portati in Russia dalle forze di Mosca nei primi mesi dell'invasione nel 2022 vengono offerti in adozione dalle autorità, in un caso sotto falsa identità russa: è quanto emerge da un'indagine del Financial Times (Ft). Utilizzando strumenti di riconoscimento delle immagini e documenti pubblici, oltre a interviste con funzionari ucraini e parenti dei bambini, l'Ft ha identificato e localizzato quattro bambini ucraini sul sito di adozioni 'usynovite.ru' collegato al governo russo.
I bambini
Uno dei bambini viene mostrato con un nuovo nome russo e un'età diversa dai documenti rilasciati dal governo ucraino. Un altro bambino viene mostrato con la versione russa del suo nome ucraino. Il sito non menziona le origini ucraine di nessuno dei bambini, che hanno un'età di 8-15 anni. I bambini rintracciati dall'Ft e le cui identità sono state confermate dalle loro famiglie attraverso le autorità ucraine, sono stati portati nella regione di Tula, vicino a Mosca, e nella regione di Orenburg, vicino al confine kazako. Uno di loro è stato portato nella Crimea occupata. Le identità di altri 17 bambini individuati dall'Ft sul sito web di adozione, tutti provenienti da un orfanotrofio a Kherson, sono state confermate in una recente indagine del New York Times.
I leader del G7 hanno raggiunto un accordo "sull'esborso di 50 miliardi" di dollari a favore dell'Ucraina attraverso l'utilizzo dei beni russi congelati. Lo ha annunciato la presidenza francese precisando che tale esborso avverrà "entro la fine del 2024". "C'è un accordo. Come sempre al G7, i leader prendono una decisione e poi i tecnici lavorano per metterla in forma" e per far sì che "sia conforme alla legge", "alle regole della finanza pubblica" o anche "alle capacità finanziarie reciproche", hanno spiegato dalla stessa fonte.
"Si tratta inizialmente di un'iniziativa americana", ha sottolineato l'Eliseo. "Questo prestito sarà rimborsato con i proventi dei beni russi congelati", è stato spiegato. "Ma se per un motivo o per un altro i beni russi vengono sbloccati o se i profitti dei beni russi non producono più ciò che è necessario per finanziare il prestito, allora si pone la questione della condivisione degli oneri", ha aggiunto.
"Abbiamo stabilito i principi di questa distribuzione e ora i tecnici devono concordare il contratto che alla fine verrà firmato", ha precisato l'Eliseo, ritenendo questo accordo "del tutto significativo". Una delle questioni è ad esempio sapere quali sono le garanzie di questo prestito "che è essenzialmente americano, ma che può essere integrato con soldi europei o contributi nazionali".
Gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni contro la Russia che colpiscono, tra gli altri, la Borsa di Mosca. "Le misure colpiscono l'approvvigionamento di materiali e attrezzature internazionali, incluse le forniture critiche provenienti da Paesi terzi", ha spiegato la segretaria al Tesoro Janet Yellen. Nella lista di entità prese di mira dalle nuove sanzioni americane ci sono più di 300 obiettivi, inclusa la Borsa di Mosca.
In dichiarazioni riportate dalla Tass, la rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che "come sempre in questi casi, la Russia non lascerà senza risposta le azioni così aggressive" degli Stati Uniti.
"Noi chiuderemo questa guerra (di aggressione russa) nell'interesse di tutti i figli, la chiuderemo alle nostre condizioni". Lo ha detto il presidente ucraino Volodomyr Zelensky parlando al Bundestag, la principale Camera del parlamento tedesco, che rappresenta il popolo. "Il tempo per i compromessi è finito", ha aggiunto. "L'Europa deve essere un continente di una pace forte".
Zelensky: "Ucraina non deve essere divisa da un muro"
Zelensky ha anche affermato che l'Ucraina non deve essere divisa, tracciando parallelismi con il muro di Berlino. "Potete capire perché stiamo lottando così duramente contro i tentativi della Russia di dividerci, di dividere l'Ucraina. Perché stiamo facendo assolutamente di tutto per prevenire un muro tra le parti del nostro paese". "L'Europa divisa non è mai stata pacifica, e la Germania divisa non è mai stata felice. Perciò voi ci capite", ha continuato.
"La conferenza in Svizzera è già di per sé un successo". Lo ha detto il residente ucraino Volodymyr Zelensky, in conferenza stampa con il cancelliere tedesco Olaf Scholz in occasione della Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina a Berlino. "È importante che noi abbiamo lanciato questa iniziativa perché la guerra viene condotta contro di noi", ha aggiunto.
"Il prossimo passo non è l'ultimo"
Da parte sua Scholz ha detto che con la conferenza che si terrà in Svizzera la comunità internazionale sta "annaffiando una pianta" nella speranza di creare un "giardino" di altre iniziative finalizzate a porre fine al conflitto innescato dall'aggressione russa. "Il prossimo passo non è l'ultimo, ma è molto importante, poiché discuteremo di molte questioni concrete legate a questa guerra, anche dal punto di vista umanitario", ha premesso il cancelliere. "Questo costituisce la base per un ulteriore passo avanti - ha aggiunto - Pertanto, speriamo che la pianta che stiamo annaffiando diventi, con l'aiuto di molti, un giardino ben sviluppato che offra la possibilità di uno sviluppo pacifico". "La Russia deve ovviamente contribuire a questo sviluppo pacifico, il che significa porre fine alla guerra e ritirare le truppe", ha detto ancora Scholz. "Questo non è sufficiente di per sé, ma è necessario, e vale anche in prospettiva di ulteriori conflitti", ha continuato. Il cancelliere ha inoltre affermato che per esserci un ingresso nelle trattative di pace il presidente russo Vladimir "Putin dovrebbe essere disposto a ritirare le truppe", ma la conferenza del prossimo fine settimana in Svizzera "potrebbe essere una strada per avviare un processo in cui un giorno entri anche Putin, quando il tempo sarà maturo. E questo lo decide soltanto l'Ucraina".
L'isteria regna a Mosca riguardo al summit per la pace in Ucraina che si terrà il 15 e il 16 giugno in Svizzera, perché è in gioco il mito russo di dividere il mondo in Europa, America e resto del pianeta: lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista a Ukrinform. "Siamo soddisfatti dell'atmosfera isterica che prevale a Mosca a causa del vertice di pace. Lo vediamo nelle loro azioni e nei tentativi di impedire lo svolgimento del vertice - ha affermato Kuleba -. Capiscono che la posta in gioco è il mito russo di dividere il mondo tra Europa e America, che sostengono l'Ucraina, e il resto del mondo, che sostiene la Russia".
"Si compirà un passo importante verso la pace"
Il ministro è convinto che l'Ucraina, insieme ai suoi alleati, sconfiggerà la Russia e che la maggior parte del mondo sostiene la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. "Nessuno vuole vivere in un mondo in cui agli aggressori è permesso attaccare i propri vicini, commettere atrocità e impossessarsi di pezzi di territorio altrui. Il vertice per la pace registrerà chiaramente questo fatto, rafforzando così la posizione dell'Ucraina e compiendo un passo importante verso il ripristino di una giusta pace per il nostro Paese", ha aggiunto.
La Russia vincerà in Ucraina e lo farà senza aver bisogno di usare le armi nucleari. Ha pochi dubbi Vladimir Putin: il suo piano strategico è chiaro e lui lo snocciola senza problemi davanti alla platea plaudente dello Spief, il Forum economico internazionale di San Pietroburgo, sua città natale. Un intervento di un'ora per delineare il nuovo modello economico russo fatto di nuove alleanze e nuovi progetti mentre, dice lo zar, al mondo occidentale "sta ormai sfuggendo il suo ruolo egemone". Poi domande e risposte con il moderatore Sergey Karaganov, non propriamente una colomba, che sollecita ripetutamente Putin sul possibile uso dell'arma nucleare. Dopo i discorsi sull'economia si torna insomma inevitabilmente sull'Ucraina, nel giorno in cui risalgono le tensioni tra Parigi e Mosca, con la Russia che accusa la Francia di essere pronta ad entrare in guerra.
"È importante anche la salute dei soldati"
"Non abbiamo bisogno delle armi nucleari per raggiungere la vittoria finale in Ucraina", dice Putin che ammette che un eventuale uso dell'atomica faciliterebbe la vittoria. "La velocità è importante ma è importante anche la salute dei nostri soldati". Sull'esito finale del conflitto lo zar non ha alcun dubbio. Ricorda il detto che tutti i conflitti finiscono con un accordo, che può essere una vittoria militare o una sconfitta. "Noi vogliamo raggiungere la vittoria e la raggiungeremo, è chiaro", dice con una pausa teatrale che raccoglie facilmente l'applauso della sala. Sulla sfida dei missili con l'Occidente, Putin rivela che la fornitura di queste armi agli avversari dei Paesi occidentali da parte della Russia non è imminente. È questo è un dettaglio nuovo e importante. "Non sarà domani", dice riservando tuttavia a Mosca il diritto di farlo come risposta ai bombardamenti di Kiev contro il territorio russo con armi fornite dall'Occidente. Per il resto ribadisce posizioni già note.
"Il mondo non arriverà mai a questo punto"
Su negoziati che, francamente, appaiono non praticabili in questo momento, lo zar si rifà ancora una volta ai vecchi dialoghi di Minsk e Istanbul. Non sembra proprio che ci sia il clima adatto e, comunque, quei negoziati non sono mai andati molto avanti. Ricorda la dottrina nucleare russa dicendo che l'uso di tali armi è possibile solo in casi eccezionali, che non si sono ancora verificati. Stiamo parlando della violazione della sovranità e dell'integrità territoriale russa. "Io parto dal presupposto che il mondo non arriverà mai a questo punto", dice rilanciando un monito alla Nato: "Ammettere l'Ucraina nell'Alleanza atlantica in questo momento non sarebbe saggio, comporterebbe l'applicazione dell'articolo sulla difesa collettiva". Come a dire: attenzione a quello che fate, riflettete sulle conseguenze.
Le sfide economiche di Mosca
Lo zar cerca anche di rassicurare la sua opinione pubblica spiegando che in Russia non c'è bisogno di una nuova mobilitazione militare. E qualcosa di simile ad un'altra rassicurazione Putin la vuole mandare spiegando la nuova strada dell'economia russa. Di fatto Mosca sta cercando di costruire un nuovo modello che assicuri la sua sostenibilità dopo le sanzioni occidentali. Racconta che l'economia cinese rappresenta il modello migliore di riferimento e ribadisce la sua idea sugli errori compiuti invece dagli occidentali. Nel dettaglio, con i suoi partner stranieri la Russia aumenterà l'utilizzo di monete nazionali per gli scambi commerciali, aggiungendo che i Paesi Brics stanno lavorando alla creazione di un sistema di pagamenti indipendente che non sia sottoposto a pressioni politiche e sanzioni esterne. La quota delle esportazioni di prodotti russi diversi dagli idrocarburi aumenterà di due terzi entro il 2030. E a partire dal 2021 l'utilizzo del rublo nelle transazioni internazionali della Russia è fortemente aumentato, arrivando a quasi il 40%, mentre l'uso di valute "tossiche" dei "Paesi ostili" si è dimezzato. Questa è la Russia del futuro secondo Putin. Una Russia sempre più lontana dall'Occidente.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha promesso oggi all'omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, che la Francia "sosterrà l'Ucraina in tutti gli ambiti, sia a livello europeo, sia alla Nato", ed ha precisato di voler lanciare negoziati di adesioni dell'Ucraina all'Unione europea "entro la fine del mese". "L'Ucraina può contare sull'aiuto della Francia per tutto il tempo che sarà necessario", ha inoltre dichiarato Macron nel quadro di una conferenza stampa all'Eliseo con il leader di Kiev.
"La Francia non è in guerra contro la Russia"
Macron ha detto anche che la Francia "non è in guerra con la Russia" ed è in grado "di mantenere il controllo dell'escalation". "Formare dei militari ucraini sul loro territorio, è un'escalation? No. Significa riconoscere la sovranità dell'Ucraina. La Francia formerà, addestrerà ed equipaggerà un'intera brigata dell'esercito ucraino", ha annunciato in tal proposito l'inquilino dell'Eliseo, specificando che "la formazione dei piloti ucraini comincerà da subito. Noi - ha proseguito Macron - vogliamo fare tutto il possibile per aiutare l'Ucraina". L'invio di istruttori "risponde a una domanda legittima dell'Ucraina e questo rientra nella nostra linea: non siamo in guerra contro la Russia ma sosteniamo pienamente l'Ucraina". Il presidente ha poi fatto appello a Mosca per "una liberazione nei tempi più rapidi" del cittadino francese, che lavorava per una ong di Ginevra, fermato ieri in Russia.
La conferenza di pace "è un primo passo verso la fine della guerra"
Dal canto suo, Zelensky è tornato sulla conferenza di pace in programma il prossimo week-end sul Bürgenstock (NW), esortando i leader del mondo a partecipare all'evento svizzero. "È un primo passo, ma sicuramente un passo verso la fine della guerra", ha commentato.
Per garantire la sicurezza alla conferenza sulla pace in Ucraina, in programma dal 15 al 16 giugno sul Bürgenstock nel Canton Nidvaldo, è prevista l’attuazione di un imponente dispositivo di sicurezza. Nella sua seduta di oggi il Consiglio federale ha deciso di classificare la conferenza come evento straordinario, prevedendo quindi che la Confederazione contribuirà all’80% dei costi di sicurezza sostenuti dal Cantone ospitante.
Presenti oltre 80 rappresentanti di Stato
Al momento, lo ricordiamo, oltre 80 Paesi hanno confermato la loro partecipazione: la maggior parte prevede di inviare rappresentanti a livello di capi di Stato o di Governo. Dal momento che la conferenza si iscrive in un contesto di forti tensioni internazionali, è previsto un imponente dispositivo di sicurezza, che coinvolge le forze di polizia cantonali e federali, nonché l’esercito.
La Svizzera non ha escluso la Russia dalla pianificazione della conferenza di pace sull'Ucraina, il paese di Vladimir Putin non è stato invitato perché aveva già detto di non voler partecipare: è l'argomentazione avanzata dalla presidente della Confederazione Viola Amherd, interrogata oggi sul tema allo Swiss Economic Forum" (SEF). "Abbiamo lasciato aperta l'opzione della partecipazione della Russia fin dall'inizio", ha sostenuto la 61enne nel corso dell'evento politico-economico che si sta svolgendo a Interlaken (BE) e che è giunto alle 25esima edizione. Ma Mosca ha chiarito pubblicamente in diverse occasioni di non voler prendere parte alla conferenza. "Quindi non c'era bisogno di un invito", ha chiosato la responsabile del Dipartimento federale della difesa.
L'obiettivo non è un accordo di pace immediato
L'incontro, inoltre, non ha come l'obiettivo di mettere immediatamente sul tavolo un accordo di pace. "Dovrebbe essere un primo passo in un possibile processo", ha proseguito la giurista con laurea a Friburgo. L'ex avvocata ha lasciato aperta la questione della presenza della Russia a una seconda conferenza. "Questa possibilità esiste, ma c'è ancora molto lavoro da fare", ha detto. A chi le ha chiesto se sia delusa dal fatto che il presidente americano Joe Biden non parteciperà alla conferenza Amherd ha risposto non sbottonandosi. "Sono molto contenta di incontrare finalmente la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris", ha affermato. La presidente del Consiglio federale ha anche approfittato del forum di Interlaken per chiedere agli imprenditori di aiutare la Svizzera nei suoi rapporti con l'Unione europea. "Abbiamo bisogno del sostegno dell'economia, la politica da sola non basta". Amherd ha dichiarato che i negoziati con l'Ue sono una priorità del suo anno di presidenza e ritiene che sia possibile concludere le trattative con Bruxelles entro la fine del 2024. "Dobbiamo fare tutto il possibile per avanzare rapidamente", ha sottolineato. Dopo tutto, le relazioni con l'Ue "non sono negative", ha detto. "Hanno solo bisogno di essere inserite in un quadro", ha concluso, facendo così proprio l'auspicio espresso ormai da anni dalla controparte.
Mosca potrebbe reagire all'uso da parte di Kiev di missili occidentali contro il suo territorio fornendo a sua volta le stesse armi "nelle regioni del mondo da dove verranno sferrati attacchi sensibili a siti di quei Paesi che forniscono armi all'Ucraina", vale a dire della Nato. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin rispondendo a una domanda dell'ANSA durante un'intervista ad alcune delle principali agenzie internazionali. Questo, ha aggiunto, potrebbe portare a "problemi molto seri". Il presidente russo ha inoltre affermato che istruttori militari occidentali sono già "presenti sul territorio dell'Ucraina e sfortunatamente per loro subiscono perdite". Ma "gli Stati Uniti e gli Stati europei preferiscono rimanere in silenzio".
Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron parteciperà alla conferenza di pace sull'Ucraina che si terrà il 15 e 16 giugno sul Bürgenstock (NW). Lo ha annunciato oggi l'Eliseo. Anche Kamala Harris, la vicepresidente degli Stati Uniti, lunedì aveva annunciato la sua partecipazione al vertice di pace in Svizzera, notizia che ha deluso le speranze del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che contava sulla presenza del presidente statunitense Joe Biden.
Chi ci sarà
Secondo le ultime informazioni del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), più di 80 delegazioni da tutto il mondo hanno confermato la loro partecipazione alla conferenza sul Bürgenstock. Tra queste figurano l'Unione europea, il Consiglio d'Europa, l'India, la Germania, l'Italia, il Canada, la Spagna, la Polonia, la Moldavia, l'Irlanda, l'Islanda, l'Austria, la Repubblica Ceca, la Finlandia, la Lettonia, la Svezia, il Lussemburgo e Capo Verde. La Cina, importante partner della Russia, non ha accolto l'invito, ritenendo difficile la conferenza senza la partecipazione della Russia. Il DFAE pubblicherà l'elenco definitivo degli Stati partecipanti poco prima dell'inizio della conferenza.
Con la decisione di non invitare la Russia alla conferenza in programma a metà giugno al Bürgenstock, la Svizzera si sta allontanando dal suo status di paese neutrale per avvicinarsi al campo occidentale. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Il presidente dell'Ecuador, Daniel Noboa, sarà presente il 15 giugno alla conferenza internazionale sull'Ucraina che si svolgerà sul Bürgenstock, in Svizzera, nell'ambito di un viaggio in Europa che prevede anche una precedente tappa a Madrid. Il capo dello Stato, riferisce un comunicato ufficiale, sarà accompagnato nel suo nuovo viaggio in Europa dalla ministra degli esteri Gabriela Sommerfeld.
Da parte sua, il segretariato generale della presidenza ha indicato che la partecipazione dell'Ecuador, nella sua attuale funzione di membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, a questo scenario di alto livello "sottolinea l'impegno del paese per la pace e la sicurezza internazionale e contribuirà a rafforzare gli sforzi diplomatici per risolvere il conflitto".
Il gruppo parlamentare UDC si preoccupa per l'organizzazione della conferenza di pace sull'Ucraina che si terrà al termine della prossima settimana sul Bürgenstock. E in una dichiarazione chiede che la Russia riceva un invito ufficiale dalla Svizzera. La conferenza sul Bürgenstock del 15 e 16 giugno non deve degenerare in una "conferenza unilaterale di propaganda e armamenti", scrive il gruppo UDC alle Camere federali nella dichiarazione diffusa oggi. Il Consiglio federale ha la responsabilità di garantire che la conferenza non porti a un'ulteriore escalation. In considerazione di quella che l'UDC considera "la neutralità perpetua, armata e completa" della Svizzera, il governo federale deve garantire la partecipazione di tutte le parti in conflitto. "Di conseguenza, il Consiglio federale deve fare tutto il possibile per garantire che anche la parte russa partecipi alla Conferenza del Bürgenstock". Ciò include in particolare un invito ufficiale trasmesso alla Russia dalla Confederazione.
La Russia e la conferenza di pace
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) scrive da parte sua sul sito web della Conferenza di pace che la Russia non è stata "al momento" invitata. La Svizzera si è sempre dimostrata disponibile a estendere un invito alla Russia per questa conferenza. Il DFAE ricorda però anche che la Russia ha dichiarato più volte - anche pubblicamente - di non essere interessata a partecipare a questa prima conferenza. L'UDC interpreta questo fatto come un segno "che la neutralità svizzera non è più riconosciuta da tutte le parti in conflitto". Per i "democentristi" il rifiuto russo è inoltre una conseguenza della frettolosa partigianeria adottata dal Consiglio federale dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e dell'accettazione senza riserve delle sanzioni dell'UE da parte della Svizzera. Secondo il DFAE, la conferenza ad alto livello ha lo scopo di avviare un processo di pace. La Svizzera è convinta che la Russia debba essere coinvolta in questo processo. Un processo di pace senza la Russia è impensabile. Anche il gruppo parlamentare UDC dice di accogliere in linea di principio con favore gli sforzi di pace.
Le forze ucraine avrebbero utilizzato lanciatori americani Himars per colpire un sistema di difesa aerea con missili S-300 e S-400 nella regione russa di Belgorod. Lo riferisce il canale Telegram russo di esperti militari Dva Majora. Aggiungendo che non si registrano vittime tra i soldati di Mosca, il canale posta anche alcune fotografie in cui si vedono dei mezzi militari in fiamme e una colonna di fumo alzarsi nel cielo. Se confermato, si tratterebbe del primo attacco del genere dopo l'autorizzazione di Washington a Kiev di usare armi fornite dagli Usa per attaccare il territorio russo.
Gli attacchi ucraini
L'agenzia di stampa indipendente russa Astra ha riferito che almeno uno degli attacchi ucraini ha danneggiato gravemente una base per le truppe e un'area di stoccaggio di armi pesanti nel distretto di Korochanskiy, a Belgorod, distruggendo "diversi pezzi di equipaggiamento militare": un sistema di superficie Iskander-2 sarebbe tra le principali armi russe distrutte nell'attacco ucraino. Oggi l'esercito ucraino ha confermato che sono stati effettuati attacchi transfrontalieri e che sono stati colpiti obiettivi militari in Russia ma senza fornire dettagli. Il corrispondente di guerra russo di Vesti, Evgeniy Poddubniy, ha dichiarato in un servizio trasmesso in tv che i pianificatori dell'attacco ucraino hanno anche sparato diversi missili contro un centro commerciale in un attacco intenzionale contro obiettivi non militari e, sebbene le difese aeree russe avessero intercettato tutte le armi in arrivo, i detriti caduti hanno ferito i civili e causato moderati danni materiali.
I costi della Conferenza di pace sull'Ucraina, che si terrà il 15 e 16 giugno al Bürgenstock (NW), dovrebbero aggirarsi tra i 10 e i 15 milioni di franchi. Lo hanno precisato oggi per iscritto i servizi di Ignazio Cassis in risposta a diverse quesiti di parlamentari UDC all'Ora delle domande al Nazionale.
I chiarimenti richiesti
I democentristi - tra cui il consigliere nazionale ticinese Piero Marchesi - chiedevano dettagli sui costi totali e su eventuali contributi dei Cantoni o dei partecipanti. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha stimato in 10 milioni le spese imputabili alla sicurezza interna. Ha inoltre precisato che i costi organizzativi della conferenza dipenderanno dal numero di delegazioni e dal loro livello. Questi parametri non sono ancora noti in modo definitivo, per cui non è ancora possibile stabilire con esattezza le spese totali.
I costi della conferenza di pace
I costi per la sicurezza, in particolare per l'impiego della polizia, saranno ripartiti tra il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e i Cantoni interessati. Le spese per l'Esercito saranno coperti dal budget ordinario del Dipartimento federale della difesa (DDPS). I costi organizzativi effettivi saranno coperti dal DFAE nell'ambito del suo budget. Le spese di viaggio verso la Svizzera e di alloggio delle delegazioni partecipanti sono invece a carico dei rispettivi Paesi.
Chi parteciperà
Degli 80 Stati o istituzioni che hanno finora confermato la loro presenza, metà provengono dall'Europa e metà dal resto del mondo (tra cui la vicepresidente americana Kamala Harris). L'elenco definitivo dei partecipanti sarà pubblicato poco prima dell'inizio della conferenza.
La vicepresidente Kamala Harris parteciperà il 15 giugno al vertice per la pace in Ucraina che si terrà in Svizzera. Insieme a lei ci sarà il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan. I due si recheranno alla conferenza per la pace sul Bürgenstock per ribadire "il sostegno all'Ucraina e chiedere a tutti i paesi partner di impegnarsi", ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti. "La guerra potrebbe finire domani se Vladimir Putin lo volesse", ha sottolineato il funzionario.
L'Esercito svizzero si prepara all'imminente Conferenza sulla pace in Ucraina in programma tra due settimane al Bürgenstock (NW). Per garantire la sicurezza della manifestazione, a partire da mercoledì e fino al 19 giungo saranno impiegati 4'000 militari. Stando ad Aggruppamento Difesa, in questi giorni i soldati stanno entrando in servizio per sostenere le misure di sicurezza del vertice internazionale. Su richiesta del canton Nidvaldo, il 22 maggio il Consiglio federale ha autorizzato la restrizione dello spazio aereo e lo svolgimento di un impiego sussidiario in servizio d'appoggio garantito dalle forze armate elvetiche.
Supporto alla Polizia
L'Esercito, fa sapere oggi il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), sosterrà la polizia cantonale in particolare nei seguenti settori: protezione di infrastrutture importanti e critiche, trasporti aerei, ricognizione e interventi in volo, sorveglianza e interventi sulle acque dei laghi, logistica e aiuto alla condotta. L'impiego delle truppe avrà luogo secondo il principio della sussidiarietà nell'ambito del servizio d'appoggio, precisa Aggruppamento Difesa.
Restrizioni di volo
La restrizione dello spazio aereo, decisa dall'Esecutivo, sarà effettiva dal 13 giugno dalle 8:00 fino al 17 giugno (20:00) e si limiterà a una zona incentrata sul Bürgenstock. La sicurezza in volo sarà garantita con dei caccia F/A-18 in servizio di pattugliamento permanente mediante mezzi di difesa terra-aria e radar supplementari nonché con il rafforzamento della sorveglianza dello spazio aereo e con un servizio di polizia aerea operativo 24 ore su 24 in tutta la Svizzera.
La Cina ha respinto le accuse del presidente Volodymyr Zelensky "sulle pressioni" esercitate su altri Paesi per disertare la conferenza di pace svizzera sull'Ucraina prevista questo mese. È quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning.
"L'uso della forza politica non è nello stile della diplomazia cinese e la posizione della Cina è aperta e trasparente: in nessun caso facciamo pressioni su altri Paesi", ha replicato la portavoce, secondo cui Pechino "spera sinceramente che questa conferenza di pace non diventi una piattaforma per creare uno scontro tra i campi. Non parteciparvi non significa che non sosteniamo la pace".
E anche se alcuni Paesi "decidono di partecipare, non necessariamente significa che sperano in un cessate il fuoco e nella fine dei combattimenti. La cosa più importante è un'azione concreta", ha notato Mao, ricordando che "la Cina ha più volte sottolineato che la conferenza di pace deve essere riconosciuta sia dalla Russia sia dall'Ucraina, che tutte le parti devono parteciparvi su un piano di parità e che tutti i piani di pace devono essere oggetto di una discussione equa". Per questo, "è difficile per la Cina partecipare in Svizzera proprio perché crediamo che questi tre punti potrebbero non essere raggiunti in questo incontro".
Zelensky, durante la sua presenza a sorpresa ai lavori dello Shangri-La Dialogue di Singapore, ha pesantemente accusato ieri Pechino di collaborare con Mosca per indebolire il vertice svizzero promosso per discutere il progetto di pace del suo Paese, nel mezzo della crescente frustrazione per i legami sempre più consolidati della della Cina con la Russia. Pechino, in altri termini, è al lavoro per "impedire" ai Paesi di partecipare al vertice di pace in Svizzera.
Il presidente ucraino ha detto che più di un centinaio di Paesi e organizzazioni si erano impegnati a partecipare, esortando le nazioni dell'Asia-Pacifico ad aderirvi.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a sorpresa nelle Filippine, nell'ambito degli sforzi tra i leader asiatici per sollecitare la partecipazione alla conferenza di pace del 15-16 giugno prossimi in Svizzera sulla guerra in Ucraina, dopo aver esplicitamente accusato la Russia, con l'aiuto della Cina, di lavorare al boicottaggio dell'iniziativa.
L'evento Shangri-La Dialogue
Zelensky, hanno riferito i media locali, è arrivato ieri sera senza preavviso e sotto stretta sorveglianza a Manila da Singapore, dove ha parlato nel fine settimana - con una presenza a sorpresa - allo Shangri-La Dialogue, il più grande evento asiatico dedicato alla sicurezza e alla difesa. Il presidente ucraino aveva programmato - però non riuscendovi - di incontrare il presidente Ferdinand Marcos Jr. a margine del forum e ha deciso di volare nelle Filippine per invitarlo di persona all'evento che si terrà sul Bürgenstock (NW).
Le accuse di Zelensky
Entrambi i leader hanno parlato in modo molto critico della Cina alla conferenza di Singapore, al quale hanno partecipato i massimi funzionari della difesa su scala globale, inclusi quelli di Washington e Pechino. Tra l'altro, nella conferenza stampa tenuta ieri, Zelensky ha accusato la Cina - che non sarà in Svizzera - di aiutare la Russia a boicottare il vertice di pace, facendo pressioni su altri Paesi e sui loro leader affinché non partecipassero.
Organizzando la conferenza di pace sull'Ucraina la Svizzera si assume dei rischi, ma Berna ha il dovere di premere per la pace: lo sostiene Nicolas Bideau, capo della comunicazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) guidato da Ignazio Cassis. "La Svizzera può e deve lanciare un processo di pace", ha sostenuto l'alto funzionario ai microfoni della RTS. Interrogato sulle critiche mosse dalla Cina, Bideau ha affermato che tutti vogliono la stessa cosa: "smettere di parlare di guerra e discutere di pace". Da quando dalla città federale sono partiti gli inviti a più di 160 paesi, "parliamo di pace, parliamo sempre anche di guerra, ma abbiamo messo la pace nell'agenda della comunità internazionale".
"Bisogna trovare una formula comune"
Per il 54enne non si può aspettare che taccia il cannone. "È ora di trovare una formula comune per lanciare l'intera comunità internazionale sulla pace, ed è quello che cercheremo di fare". Le discussioni al Bürgenstock si concentreranno su questioni "essenziali" come la sicurezza alimentare, la salvaguardia nucleare e lo scambio di prigionieri. Su questi temi "dobbiamo discutere ora, non quando le armi potranno tacere", ha aggiunto Bideau. L'ex responsabile della sezione cinema presso l'Ufficio federale della cultura respinge l'accusa di chi considera troppo occidentale il vertice. Circa 80 stati hanno annunciato la loro partecipazione, la metà dei quali in Europa. "Non è male", ha sostenuto, sottolineando che il sud globale è rappresentato, malgrado le critiche della Cina.
"Facciamo quello che pensiamo sia giusto"
La Svizzera segue i dettami dell'Ucraina? "Non facciamo quello che ci dice Kiev, ma quello che pensiamo sia giusto e imparziale per la pace", ha argomentato Bideau. A suo avviso i risultati dell'evento si misureranno sulla base della rappresentatività degli stati presenti e della qualità delle dichiarazioni adottate. La diplomazia dei buoni uffici significa correre dei rischi, ha aggiunto.
"Stiamo facendo il possibile affinché ci sia anche la Russia"
Il funzionario del DFAE sottolinea che la Svizzera ha parlato con Pechino da febbraio e che la Cina ha inizialmente accolto con favore l'iniziativa elvetica. Aveva posto tre condizioni per la presenza al Bürgenstock, tra cui la partecipazione di Mosca. "Avere la Russia al tavolo è importante per la Cina come per noi: stiamo facendo tutto il possibile affinché ciò avvenga", ha insistito Bideau. La Confederazione rimane in contatto con il paese di Vladimir Putin: "fino all'ultimo momento, faremo del nostro meglio per coinvolgere la Russia in un modo o nell'altro", ha assicurato.
"Un'ampia partecipazione della comunità internazionale al vertice" di pace in Svizzera il 15 e 16 giugno "sarà un passo cruciale verso una pace giusta in Ucraina". Lo scrive su X l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, appoggiando l'appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alle nazioni asiatiche - lanciato dal palco dello Shangri-La Dialogue di Singapore - affinché si uniscano al summit.
L'intervento di Zelensky alla conferenza sulla sicurezza più importante dell'Indo-Pacifico è stato "importante in vista del summit globale per la pace in Svizzera", sottolinea Borrell. "Il momento di agire è adesso. Dobbiamo fare tutti di più e in fretta", aggiunge.
L'Arabia Saudita non parteciperà alla conferenza sulla pace in Ucraina prevista sul Bürgenstock, nel canton Nidvaldo, il 15 e il 16 giugno: lo ha appreso oggi l'agenzia di stampa tedesca Dpa da fonti diplomatiche di Riad. Il regno saudita giustificherebbe la sua decisione con l'assenza della Russia. Non è al momento disponibile alcuna conferma ufficiale. Stando alle fonti il presidente ucraino Volodymyr Zelensky era atteso ieri a Gedda, sul Mar Rosso, per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Salman. Ma la sua visita è stata rinviata. Riad sta cercando di mantenere una posizione di neutralità nel conflitto tra Russia e Ucraina e in diverse occasioni il paese si è offerto di operare come mediatore.
Circa 20'000 bambini ucraini sono stati rapiti dai territori occupati del Paese e portati in Russia: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky allo Shangri-La Dialogue di Singapore. "Insieme riportiamo indietro anche i bambini ucraini deportati in Russia dai territori occupati del nostro Paese", ha affermato Zelensky, secondo un video del suo intervento pubblicato sul suo account X. "Sappiamo con certezza che circa 20'000 bambini ucraini sono stati rapiti da Putin. Rapiti e portati in Russia. Conosciamo i loro nomi". "La stessa Russia ha dichiarato di aver preso diverse centinaia di migliaia di nostri figli dai territori occupati dell'Ucraina. Solo i peggiori criminali fanno queste cose", ha aggiunto. "Dobbiamo riportare indietro tutti i nostri figli. Ringrazio il Qatar e gli altri partner per averci aiutato in questo sforzo. Insieme ai partner, stiamo anche riportando indietro i nostri soldati catturati".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha esortato le nazioni asiatiche a unirsi al vertice di pace promosso dalla Svizzera del 15-16 giugno prossimi: parlando allo Shangri-La Dialogue di Singapore, l'evento più importante dell'Indo-Pacifico dedicato alla sicurezza, Zelensky ha ricordato che "il tempo stringe". "Invito la vostra regione, i vostri leader e i vostri Paesi ad aderire affinché siate coinvolti in questi affari globali contro una guerra", ha detto Zelensky in un appassionato appello ai delegati, durante il suo discorso di circa 15 minuti trasmesso in streaming. "Il tempo stringe e i bambini crescono nella terra di Putin dove viene loro insegnato a odiare la loro patria", ha aggiunto.
Zelensky a Singapore, secondo viaggio in Asia da inizio guerra
Quello di Zelensky a Singapore è il suo secondo viaggio in Asia da quando la Russia ha invaso l'Ucraina a febbraio 2022. "Più di 100 Paesi e organizzazioni internazionali hanno confermato la loro partecipazione al vertice", ha proseguito, rilevando che tra i temi da discutere figurano la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare e il rilascio dei prigionieri di guerra. La conferenza sul Bürgenstock (NW) mira a basarsi sui 10 punti del piano di pace di Zelensky che, tra le altre cose, il ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina e il ritiro delle truppe russe.
Nella Russia di Vladimir Putin non c'è spazio per il dissenso. La repressione politica va avanti senza tregua, e l'invasione dell'Ucraina ha solo peggiorato le cose. Il Cremlino ha annunciato un ennesimo giro di vite per prendere di mira organizzazioni e persone scomode per il potere.
Madri e mogli dei soldati russi accusate di aver criticato l'invasione dell'Ucraina
E stavolta si è scagliato persino contro l'associazione delle mogli e delle madri dei soldati russi che chiedono il ritorno dal fronte dei loro familiari richiamati alle armi e spediti in trincea. Il gruppo "La Strada verso casa" è stato infatti inserito da Mosca nel suo famigerato elenco degli "agenti stranieri". E nella lista nera di Putin sono finiti pure i giornali online Republic e Sota, l'attivista per i diritti umani Marina Litvinovich e l'ex giornalista Yekaterina Duntsova: l'oppositrice contraria alla guerra che voleva sfidare il presidente alle urne ma a cui le autorità russe impedirono con un pretesto di candidarsi alle elezioni di marzo. L'accusa è più o meno la stessa per tutti: quella di aver direttamente o indirettamente criticato l'invasione dell'Ucraina. Il ministero della Giustizia russo ha accusato l'associazione delle mogli e delle madri dei soldati di aver cercato di creare "un'immagine negativa" della Russia e dell'esercito russo e di aver ispirato proteste "illegali".
Anche una delle leader del gruppo nella lista
Nella famigerata lista Mosca ha inserito pure una delle leader del gruppo, Maria Andreyeva, che ha subito fatto sapere all'Afp di ritenere ingiusto il provvedimento e di volerlo contestare. Il futuro dell'associazione ora appare più incerto che mai. Per mesi le attiviste hanno manifestato ogni sabato davanti alla Tomba del milite ignoto, proprio sotto le mura del Cremlino. Ora però le cose potrebbero diventare molto più complicate.
Una misura repressiva condannato dalla Corte Europea per i diritti umani
Il registro degli "agenti stranieri" è uno strumento del Cremlino per colpire oppositori, giornalisti e gruppi che contestano il regime. E per questo è stato duramente condannato dalla Corte Europea per i diritti umani, che ha sottolineato come sia una violazione del diritto alla libertà d'espressione e alla libertà d'associazione. Chi viene bollato come "agente straniero" non solo è sottoposto a rigidi controlli, ma deve presentarsi in pubblico con questo marchio infamante, che tanto ricorda quello di "spia", cosa che rende a volte impossibile qualunque attività. Alcuni analisti pensavano che Putin volesse evitare di colpire l'associazione delle mogli dei soldati per evitare tensioni sociali. L'ultima mossa del Cremlino pare però smentire questa ipotesi. E non è da escludere che il presidente inasprisca ancora di più la repressione.
Le truppe russe hanno colpito l'aeroporto militare vicino alla città di Stry, nella regione di Leopoli, ha detto a Ria Novosti il coordinatore militare Sergei Lebedev: nella base aerea le forze armate ucraine si stavano preparando a ricevere i caccia F-16 della Nato. Anche i magazzini sono stati attaccati. Secondo le fonti, nell'aeroporto militare c'è stata un'esplosione molto potente. Secondo fonti militari ucraine sei missili da crociera hanno colpito tre infrastrutture critiche nella regione di Leopoli. Il ministro degli interni ucraino ha riferito di quattro feriti.
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha preso atto della dichiarazione rilasciata oggi dal Ministero degli esteri cinese in merito alla Conferenza sulla pace in Ucraina e della decisione di Pechino a rinunciare per ora ad una partecipazione al vertice organizzato dalla Svizzera. La Cina considera "difficile" prendere parte alla Conferenza di pace sull'Ucraina per la mancanza di alcuni requisiti, ha dichiarato oggi il portavoce del Ministero cinese. Per Pechino "l'organizzazione dell'incontro non è ancora all'altezza delle esigenze della Cina e delle aspettative della comunità internazionale". Il Dragone - considerato in Occidente uno stretto alleato di Mosca - ha lamentato l'assenza "della partecipazione paritaria di tutte le parti coinvolte e di una discussione equa di tutte le proposte disponibili".
Le possibili motivazioni
Oggi, in risposta ad una richiesta dell'agenzia di stampa Keystone-ATS, il DFAE ha ribadito che la verosimile assenza della Cina al vertice, che si terrà il 15 e il 16 giugno al Bürgenstock (NW), è da attribuire al momentaneo rifiuto della Russia a prenderne parte. Il coinvolgimento della Russia nel processo di pace è di fondamentale importanza anche per la Svizzera, ma finora Mosca ha escluso la propria partecipazione. Tuttavia, stando al DFAE, la Cina ha dichiarato in un comunicato di attribuire grande importanza all'organizzazione da parte della Confederazione per quella che è la prima conferenza di pace sull'Ucraina. Berna e Pechino condividono inoltre l'idea che sul Bürgenstock deve esserci spazio per "un'equa discussione di tutti i piani di pace".
Le accuse contro l'ex presidente Usa Donald Trump sono solo un complotto per eliminare i rivali politici ad ogni costo. Lo ha detto il Cremlino, citato dalla Tass. "È chiaro che i rivali politici là sono rimossi attraverso mezzi legali e illegali", ha detto il portavoce, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda sul verdetto di ieri della Corte di New York che ha giudicato Trump colpevole di 34 capi d'imputazione, fissando la sentenza all'11 luglio.
La Germania autorizza gli ucraini a difendersi "nel rispetto del diritto internazionale" contro gli attacchi che arrivano da immediatamente oltre confine. E questo "anche con le armi consegnate", anche quelle tedesche. Lo dice il portavoce del cancelliere Olaf Scholz, Steffen Hebestreit, in una nota. "Le ucraine e gli ucraini combattono per il loro Paese e le loro libertà. Molti Paesi del mondo li sostengono in questo, politicamente, economicamente, con aiuti militari e armi. L'obiettivo è liberare il territorio ucraino e abbiamo concordato con l'Ucraina che le armi che forniamo saranno utilizzate in conformità al diritto internazionale", si legge nella nota della cancelleria. "Insieme ai nostri alleati più stretti e in stretto dialogo con il governo ucraino, stiamo adattando continuamente il nostro sostegno allo sviluppo della guerra". "Nelle ultime settimane, la Russia ha preparato, coordinato ed eseguito attacchi da posizioni nell'area di Kharkiv, in particolare dalla regione di frontiera direttamente confinante con la Russia". "Insieme, siamo convinti che l'Ucraina abbia il diritto, secondo il diritto internazionale, di difendersi da questi attacchi. E per questo può anche utilizzare le armi fornite in conformità con i suoi obblighi legali internazionali, comprese quelle fornite da noi", conclude
La Cina non parteciperà alla conferenza di pace sull'Ucraina in programma il 15 e 16 giugno prossimi in Svizzera a causa della mancanza delle condizioni primarie, tra cui le contestuali presenza e riconoscimento da parte di Mosca e di Kiev. In base a quanto riferito all'agenzia italiana Ansa da più fonti, in settimana Pechino ha comunicato la sua decisione attraverso i canali diplomatici, lamentando tra l'altro l'assenza "della partecipazione paritaria di tutte le parti coinvolte e di una discussione equa di tutte le proposte disponibili", ha riferito una fonte, secondo cui il pressing soprattutto "dei diplomatici europei non è andato a buon fine". "L'organizzazione dell'incontro non è ancora all'altezza delle esigenze della Cina e delle aspettative della comunità internazionale, rendendo difficile la partecipazione della Cina", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning.
Alimentata la frustrazione europea
Berna aveva auspicato un'ampia partecipazione da diverse parti del mondo per il vertice del Bürgenstock (NW), ritenuto in grado di aprire la strada al processo di pace in Ucraina malgrado Mosca non sia stata invitata, puntando al maggior numero di presenze dai Paesi del Sud globale, Cina inclusa. L'assenza di Pechino è destinata "ad alimentare ancora di più la frustrazione europea" verso la postura della leadership mandarina, ha aggiunto un'altra fonte.
Rivendicata "una posizione coerente"
Tuttavia, il presidente Xi Jinping ha rivendicato la "posizione coerente" della Cina nella promozione della soluzione politica della questione ucraina, che richiede - a suo dire - l'esame di "sintomi" e "cause profonde", e di una pianificazione "di presente e futuro sul lungo termine". Xi, nell'incontro avuto a metà maggio con l'omologo russo Vladimir Putin alla Zhongnanhai di Pechino, aveva espresso il suo supporto alla "convocazione di una conferenza di pace internazionale riconosciuta da Russia e Ucraina al momento opportuno con pari partecipazione e discussione equa di tutte le opzioni" disponibili, nel resoconto fornito dai media statali. Solo con il coinvolgimento di tutte le parti sarebbe stato possibile "spingere su una rapida soluzione politica della questione ucraina, e la Cina è pronta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso". Valutazioni che erano sembrate accantonare una presenza cinese all'iniziativa svizzera.
Conferenza con Mosca e Kiev
Ieri il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha suggerito l'ipotesi che la Cina potrebbe organizzare una conferenza di pace con la presenza di Mosca e Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha, da parte sua, escluso un invito al Cremlino per l'evento svizzero, ma ha sollecitato la partecipazione di Xi e del presidente Usa Joe Biden. La Cina ha stretti legami con la Russia, rafforzati dall'invasione di Mosca contro l'Ucraina partita a febbraio 2022, e s'è astenuta finora dal criticare l'azione militare russa offrendo al contrario copertura diplomatica all'Onu e e sostegno economico con il massiccio acquisto di materie prime e altri beni.
Joe Biden ha "segretamente" autorizzato l'Ucraina a colpire in territorio russo con armi Usa, ma solo nell'area vicino a Kharkiv e non a lungo raggio. Lo riferisce Politico in esclusiva citando due fonti informate. "Il presidente ha di recente ordinato al suo team di garantire che l'Ucraina sia in grado di utilizzare le armi statunitensi a Kharkiv a scopo di controffensiva", ha detto un funzionario americano.
La scure dell'Europa si abbatte sul grano russo. A stragrande maggioranza, i governi dei Ventisette hanno dato il loro placet ai dazi sui carichi di cereali provenienti sia da Mosca che da Minsk: tariffe proibitive - in vigore dal primo luglio - volte a fermare le importazioni e colpire i finanziamenti del Cremlino "alla sua macchina da guerra". Un'offensiva commerciale che punta anche a salvaguardare i mercati europei, suffragando le istanze degli agricoltori del continente sfociate nei mesi scorsi nelle rabbiose barricate dei trattori a rivendicare la tutela dei prodotti Made in Europe.
Zelensky aveva strigliato i leader europei
Dall'inizio dell'aggressione in Ucraina, "l'accesso della Russia al mercato agricolo europeo è rimasto illimitato", aveva tuonato a marzo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky strigliando i leader europei.
L'Ungheria ha detto no
Allo scoccare dell'estate, nonostante il muro persistente di Budapest - astenuta nel voto sui dazi - non sarà più così: cereali, semi oleosi e prodotti derivati - come il grano duro, il mais e la farina di girasole - saranno soggetti a dazi a 95 euro per tonnellata, oppure al 50% del valore. Una stangata all'import russo che - pur avendo toccato il livello record di 4 milioni di tonnellate nel 2023 per un valore di 1,3 miliardi di euro - rappresenta comunque soltanto l'1% del valore del mercato Ue. Con un occhio di riguardo alla sicurezza alimentare globale: i carichi cerealicoli in transito attraverso l'Ue ma destinati ai paesi terzi - in particolare Africa e Medio Oriente - non verranno toccati.
Invece il grano ucraino fino a giugno 2025 arriverà in Europa a dazio zero
Gli agricoltori europei continueranno così a fare la parte da leone nel soddisfare la domanda di grano continentale, accanto a Kiev che fino a giugno 2025 potrà continuare a convogliare il suo grano in Europa a dazio zero. Il via libera alle tariffe era, nelle parole del commissario europeo per l'economia Paolo Gentiloni, un "dovere" per mostrare a Mosca che "non può avere la meglio".
Qualcuno vuole misure ancora più severe
Nell'attesa del primo luglio, a Bruxelles c'è già chi chiede misure ancora più forti contro Mosca: i Baltici - affiancati da Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia e Svezia - sono pronti a dare battaglia per ampliare le restrizioni ad altri prodotti agroalimentari.
Un nuovo pacchetto di armi tedesche del valore di mezzo miliardo di euro a sostegno dell'Ucraina è stato annunciato dal ministro della difesa tedesco Boris Pistorius a Odessa. ll pacchetto include difesa aerea, carri armati, munizioni, pezzi di ricambio, precisa l'agenzia Dpa. "Continueremo a sostenervi in questa campagna di difesa", ha dichiarato il ministro in un incontro con il collega Rustem Umjerow nella città portuale ucraina. Si tratta della terza visita di Pistorius nel paese dall'inizio del conflitto.
Nel pacchetto ci sono missili per i sistemi di difesa aerea a medio raggio
Il mese scorso il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva sottolineato che, dallo scoppio della guerra due anni fa, Berlino ha "fornito o promesso armi" all'Ucraina "per un valore di circa 28 miliardi di euro (...), la cifra di gran lunga più elevata che attualmente si sta mobilitando in Europa". Il nuovo pacchetto di armi comprende un gran numero di missili per i sistemi di difesa aerea a medio raggio "Iris-T Slm" e un numero minore di missili "Sls" con gittate più corte, ha precisato Pistorius, sempre stando a quanto riferisce la Dpa. Sono inclusi anche droni da ricognizione e da combattimento da impiegare sul Mar Nero e pezzi di ricambio di cui c'è urgente bisogno per l'artiglieria e i carri armati Leopard. Verrà inoltre consegnato un milione di munizioni per armi leggere. La consegna di 18 nuovi "obici gommati" di ultima concezione è prevista a partire dal 2025.
Finanziati anche corsi di formazione industriale per i tecnici ucraini
La Germania finanzierà anche corsi di formazione industriale per i tecnici ucraini. Il pacchetto comprende pure finanziamenti per comunicazioni satellitari prive di interferenze.
La Danimarca permetterà l'uso delle armi e degli F-16 forniti a Kiev per attacchi oltre i confini ucraini. "Quando abbiamo approvato gli aiuti abbiamo detto chiaramente alla commissione Esteri del Parlamento danese che fanno parte dell'autodifesa ucraina anche possibili attacchi alle installazioni militari" in Russia. Lo ha sottolineato a margine del Consiglio Affari Esteri nel format dei ministri con delega al Commercio, il ministro degli Esteri danese Lokke Rasmussen.
La Russia darà risposte "proporzionate" e garantirà la sicurezza sulla questione del possibile uso di armi fornite dalla Nato a Kiev per colpire il suo territorio. Lo afferma il ministero degli Esteri, citato dalla Tass. Gli Stati Uniti e la Nato intendono continuare la guerra con la Russia, e ciò causerà loro grandi danni, ha dal canto suo detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sempre citato dalla Tass.
Il Cremlino ha accusato gli Usa e i Paesi Nato di essere "entrati negli ultimi giorni e settimane in una nuova fase di crescente tensione" sul conflitto in Ucraina. "Lo stanno facendo deliberatamente, sentiamo molte dichiarazioni bellicose che provocano un nuovo livello di tensione", ha sottolineato Peskov.
"Come sapete, abbiamo partecipato attivamente a ciascuno dei precedenti vertici di pace ucraini. Il governo degli Stati Uniti vi partecipa. E saremo rappresentati al prossimo vertice" che si terrà in Svizzera il 15 e 16 giugno, ha dichiarato l'addetta stampa della Casa Bianca Karin Jean-Pierre, spiegando di non avere informazioni specifiche sulla partecipazione del presidente Joe Biden al vertice di pace. "È importante per noi continuare a garantire che l'Ucraina abbia tutte le capacità per difendersi, per garantire una pace giusta e duratura", ha aggiunto.
Parteciperanno 70 paesi
Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), sono 70 i Paesi ad aver annunciato la loro partecipazione alla conferenza di pace di metà giugno, "la maggior parte dei quali a livello di capi di Stato o di governo". Si prevede che la metà di questi provenga dall'Europa e l'altra metà dal resto del mondo. Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva dichiarato che "più di 80 Paesi hanno confermato la loro partecipazione" al vertice del Bürgenstock (NW). La Svizzera ha invitato oltre 160 delegazioni a partecipare.
"Ai leader mondiali dico: se desiderate la pace venite in Svizzera". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Bruxelles in riferimento alla conferenza sulla pace prevista per metà giugno al Bürgenstock. "L'iniziativa parte da noi ma se avete altre idee venite, proponetele, il microfono è aperto. Se invece volete la guerra, andrete alla riunione alternativa di malviventi che Putin sta organizzando, perché non vuole la conferenza di pace in Svizzera e vuole farla fallire", ha aggiunto. "Ci sono paesi che non si sono espressi pubblicamente ma sostenere la Russia su questo vuol dire essere a favore della guerra". Il presidente degli Usa deve essere presente al summit di pace in Svizzera, la sua assenza "sarebbe un regalo a Putin", ha ancora detto Zelensky. "Abbiamo bisogno di Biden al summit, altri leader ne hanno bisogno." Il presidente ucraino ha anche affermato che "la Russia non è sola, l'Iran dà missili e non solo droni, poi ci sono i pezzi di artiglieria dalla Corea del Nord, i nostri servizi vedono queste forniture". Zelensky ha anche sostenuto che le limitazioni occidentali all'uso delle armi fornite sono "ingiuste" e di fatto favoriscono l'avanzata delle forze russe in Ucraina. "Le forze armate russe stanno dietro il confine, sparano e sfortunatamente le loro capacità sono migliori e tu non puoi rispondere, perché non hai il diritto ad usare le armi. I militari devono arretrare, anche loro sono esseri umani e allora i russi avanzano: a Kharkiv è parte della loro strategia. Vedi le immagini satellitari, dove sono, e non puoi rispondere ed è ingiusto. Ma non possiamo mettere a rischio il sostegno dei nostri partner".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky respinge l'idea di invitare la Russia al vertice di pace in Svizzera il 15 e 16 giugno. La Russia non siederà al vertice di pace in Svizzera del 16 e 17 giugno perché "bloccherebbe ogni tentativo di pace", dal momento che Mosca "non ha interesse alla pace", ha detto Zelensky nella conferenza stampa con l'omologo spagnolo Pedro Sanchez. Zelensky, ha auspicato che dalla conferenza, che vedrà la partecipazione di un centinaio di capi di governo, possa essere accordato "un documento" da presentare "a terze parti" e col quale "fare pressione sulla Russia". "E' importante che ci sia l'unanimità di tutti e che ottenga un consenso a livello globale, questa sarebbe la posizione più forte", ha osservato il presidente ucraino che si è detto disposto a valutare "tutte le possibili vie d'uscita" dal conflitto al vertice, che sarà "aperto alle proposte" di altri Paesi. Ma "basandoci su quanto già sappiamo", perché "non c'è bisogno di inventarsi nulla", ha assicurato.
Sicurezza nucleare, sicurezza alimentare, libertà di navigazione e aspetti umanitari dovrebbero essere al centro della Conferenza di pace sull'Ucraina al Bürgenstock (NW). Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), interrogato da Keystone-ATS, ha indirettamente smentito le dichiarazioni rilasciate la settimana scorsa dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo, secondo cui il piano di pace di Volodymyr Zelensky era al centro del vertice, come riportato oggi dalla SonntagsZeitung.
La posizione di Mosca
Secondo il sito web del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova aveva dichiarato in una conferenza stampa che la Russia era già in possesso del comunicato finale dell'incontro. Stando al documento, i partecipanti al vertice dovrebbero approvare nove dei dieci punti del piano di pace del presidente ucraino. Tra questi, la "richiesta finale" alla Russia di ritirare le sue truppe e tornare ai confini del 1991, nonché le riparazioni e il risarcimento dei beni russi congelati. Secondo Mosca, l'incontro tra "rappresentanti occidentali e ucraini" sul Bürgenstock sarebbe quindi destinato a fallire.
La risposta del DFAE, Zelensky: "ogni accordo dovrebbe partire dalle esportazioni di cibo"
Oggi il DFAE si è rifiutato di commentare il documento. Ha precisato che la conferenza ha lo scopo di fornire una piattaforma in cui possono essere presentati diversi piani di pace. "La questione della possibilità di raggiungere un accordo su una dichiarazione finale al termine della conferenza rimane aperta", ha aggiunto. Lo stesso Zelensky ha dichiarato qualche giorno fa al New York Times che qualsiasi accordo di pace dovrebbe iniziare con piani per garantire le esportazioni di cibo ucraino verso i Paesi in via di sviluppo, lo scambio di prigionieri, la restituzione dei bambini rapiti e la messa in sicurezza di una centrale nucleare occupata dai russi nell'Ucraina meridionale.
Prevista una partecipazione ampia e, nelle intenzioni, trasversale
Secondo il DFAE, finora 70 Paesi hanno annunciato la loro partecipazione alla conferenza di pace di metà giugno, "la maggior parte dei quali a livello di capi di Stato o di governo". Si prevede che la metà di questi provenga dall'Europa e l'altra metà dal resto del mondo. Dal canto suo, Zelensky ha dichiarato oggi che "più di 80 Paesi hanno confermato la loro partecipazione" al vertice del Bürgenstock. La Svizzera ha invitato oltre 160 delegazioni a partecipare.
Il DFAE ha indicato a metà maggio che l'obiettivo non è solo quello di raggiungere il maggior numero possibile di partecipanti, ma anche di avere una diversità, con la più ampia partecipazione possibile di Paesi del Sud. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha annunciato che il suo Paese parteciperà. La Russia, invece, non è stata invitata in questa fase. Mosca ha chiarito in diverse occasioni di non essere interessata a prendere parte a questa conferenza. Il Cremlino non intende partecipare ad alcun negoziato se Kiev non accetta l'annessione da parte della Russia del 20% circa del territorio ucraino che attualmente occupa. Intanto, il presidente ucraino ha invitato il presidente americano Joe Biden e quello cinese Xi Jinping a partecipare al vertice di pace in Svizzera. "Faccio appello ai leader del mondo - ha detto Zelensky in un videomessaggio - al presidente americano Biden e al presidente cinese Xi: per favore, sostenete il vertice di pace con la vostra leadership e la vostra partecipazione personale". Nel suo intervento rivolto ai leader mondiali in vista del vertice, Zelensky ha inoltre affermato che la Russia sta preparando un'altra offensiva, ammassando truppe a circa 90 chilometri a nord-ovest di Kharkiv.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato Joe Biden e Xi Jinping a partecipare al vertice di pace in Svizzera. "Faccio appello ai leader del mondo - ha detto Zelensky in un videomessaggio - al presidente americano Biden e al presidente cinese Xi: per favore, sostenete il vertice di pace con la vostra leadership e la vostra partecipazione personale".
L'incontro
Ricordiamo che la Conferenza sulla pace in Ucraina si terrà al Bürgenstock (NW) il 15 e 16 giugno. I leader di diversi Paesi europei hanno già confermato la loro presenza. Tra questi, i presidenti di Polonia, Finlandia e Lettonia, nonché il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, quello belga Alexander De Croo e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. In occasione dell'evento, lo spazio aereo sovrastante il resort di lusso sarà vietato al traffico aereo privato, mentre piloti di jet e soldati - al massimo 4mila - garantiranno la sicurezza della manifestazione.
"Colpire i nostri obiettivi da parte degli americani significa iniziare una guerra mondiale, e un ministro degli Esteri, anche di un Paese come la Polonia, dovrebbe capirlo". Lo scrive su X Dmitrij Medvedev, numero due del Consiglio di sicurezza di Mosca, replicando a un intervista di ieri del ministro polacco al Guardian, all'indomani anche delle parole del segretario generale della Nato Stoltenberg, che ha invitato gli alleati a togliere il divieto per Kiev di usare le forniture militari atlantiche in territorio russo.
Le dichiarazioni e la replica
"La controparte polacca - aggiunge Medvedev - di una strana creatura chiamata Blinken, con un cognome molto più sonoro Sikorski, a quanto pare, ha deciso di spaventare i suoi stessi padroni. Ha dichiarato quanto segue: 'gli americani hanno detto ai russi che se fate esplodere una bomba atomica, anche se non uccide nessuno, colpiremo tutti i vostri obiettivi in Ucraina con armi convenzionali, li distruggeremo tutti'". Innanzitutto - prosegue - "gli yankee finora non hanno detto proprio niente del genere perché sono più cauti dei polacchi. In secondo luogo, colpire i nostri obiettivi da parte degli americani significa iniziare una guerra mondiale, e un ministro degli Esteri, anche di un paese come la Polonia, dovrebbe capirlo".
"Polacchi risentiti da oltre 400 anni"
"In terzo luogo, considerando che un altro polacco, Duda, ha recentemente annunciato di voler utilizzare le armi nucleari tattiche in Polonia, Varsavia non sarà lasciata fuori e riceverà sicuramente la sua parte di ceneri radioattive. È quello che volete veramente? I polacchi sono risentiti; sono così da oltre 400 anni...", conclude il suo post Medvedev.
Il presidente russo Vladimir Putin "non solo vuole disturbare il vertice per la pace e fa ogni sforzo per farlo, ma ha anche paura di ciò che il vertice può portare. Il mondo è in grado di costringere la Russia a fare la pace e a seguire le norme di sicurezza internazionali": lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
"La Russia non ha contro argomenti da opporre alla maggioranza globale: nonostante tutte le menzogne di Putin, egli si affida all'ambiente circostante nel senso più ampio del termine, che include l'ambiente internazionale - si legge nel messaggio -. Tranne l'aggressore, nessuno al mondo è interessato a questa guerra, e tutti lo capiscono. Il vertice per la pace è il formato che non permetterà più a Putin di mentire. E senza bugie non è assolutamente nessuno. Ringrazio tutti coloro che nel mondo ci aiutano a organizzare il vertice e dimostrano leadership nell'avvicinare la vera pace".
Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di 275 milioni di dollari di aiuti militari per l'Ucraina. Il pacchetto include artiglieria e munizioni, ha spiegato il segretario di Stato Antony Blinken. Il pacchetto contiene munizioni per gli Himars; proiettili di artiglieria da 155 mm e 105 mm; missili teleguidati; Javelin e sistemi anti-carro At-4; munizioni aeree di precisione; armi leggere e munizioni aggiuntive per armi leggere e granate; munizioni da demolizione; mine anti-carro; veicoli tattici; giubbotti antiproiettile, equipaggiamenti di protezione chimica, biologica, radiologica e nucleare; e pezzi di ricambio, manutenzione e altre attrezzature. Questo è il quinto pacchetto che Joe Biden ha autorizzato da quando ha firmato la legge per gli aiuti supplementari a Kiev.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito che il presidente Vladimir Putin sia pronto a un cessate il fuoco in Ucraina sull'attuale linea del fronte, come riportato in un'esclusiva della Reuters che ha citato quattro fonti russe. "Non è vero", ha risposto Peskov ai giornalisti che gli chiedevano una conferma della disponibilità di Putin ad un cessate il fuoco sull'attuale linea del fronte. "Il presidente - ha aggiunto, citato dalla Tass - ha detto ripetutamente di essere pronto a negoziati, ma per raggiungere gli obiettivi che ora stiamo raggiungendo con l'operazione militare speciale". Peskov ha sottolineato che, secondo la Costituzione, anche le quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson fanno parte della Federazione Russa. Il portavoce ha poi ricordato che il presidente ha citato documenti "elaborati in precedenza" che possono essere "una specie di base per l'inizio di discussioni, ma niente di più". Un apparente riferimento a una bozza elaborata nel marzo del 2022 a Istanbul tra delegati russi e ucraini.
Un negoziato per la fine del conflitto in Ucraina è possibile solo sulla base di una bozza d'accordo delineata tra negoziatori russi e ucraini a Istanbul nel marzo del 2022, un mese dopo l'inizio delle ostilità. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dall'agenzia Ria Novosti. La bozza di Istanbul prevedeva di mettere a punto meccanismi per la sicurezza dell'Ucraina con garanzie fornite da diversi Paesi mentre si ipotizzava che i negoziati sul futuro della Crimea e del Donbass potessero durare fino a 15 anni. In un'intervista di alcuni mesi fa il capo negoziatore ucraino, David Arakhamia, aveva detto che Kiev aveva deciso di abbandonare i negoziati per varie regioni, tra cui le pressioni dell'allora premier britannico Boris Johnson.
"Perché le 'fonti' russe dicono improvvisamente ai media che Putin è disposto a fermare la guerra sulle attuali linee di battaglia? È semplice. Putin sta cercando disperatamente di far deragliare il Vertice di pace che si terrà in Svizzera il 15-16 giugno". Lo afferma su X il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. "Ha paura del suo successo. Il suo entourage invia questi falsi segnali di presunta disponibilità a un cessate il fuoco, nonostante le truppe russe continuino ad attaccare brutalmente l'Ucraina, mentre i loro missili e droni piovono sulle città e sulle comunità ucraine", ha detto Kuleba.
"Putin - sostiene Kuleba - non ha attualmente alcun desiderio di porre fine alla sua aggressione contro l'Ucraina. Solo la voce unitaria e di principio della maggioranza globale può costringerlo a scegliere la pace invece della guerra. È questo l'obiettivo del Vertice della Pace. Ecco perché lo teme tanto. Ed è per questo che è fondamentale la presenza del maggior numero possibile di leader di tutti i continenti e di tutte le parti del mondo". Quando, incalza, "il mondo intero si esprimerà a favore del ripristino del pieno vigore della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, la Russia sarà costretta a scegliere la pace".
L'ipotesi che Vladimir Putin voglia una tregua in Ucraina al momento è "solo una speculazione" basata su "fonti anonime" mentre ciò che si osserva tutti i giorni è "il bombardamento di obiettivi civili". "Quello che vediamo è che Putin non è pronto per la pace". Lo fa sapere all'ANSA un alto funzionario europeo commentando l'esclusiva della Reuters sul fatto che lo zar sarebbe interessato a un cessate il fuoco. "Questa guerra può finire soltanto quando la Russia capirà di dover ritirare le sue truppe", ha dal canto suo affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in conferenza stampa a Berlino con l'omologo portoghese, ribadendo che "la conferenza di pace in Svizzera è un tassello, che si aggiunge a tanti messi prima". "Per me è importante che si innaffino le piantine giovani", ha aggiunto sottolineando che "questa conferenza debba essere usata per parlare di importanti questioni" come "il fatto che non vadano usate armi atomiche e la questione dell'export del grano". La "speranza" del Kanzler è che dalla conferenza "si sviluppino degli effetti".
Il presidente russo Vladimir Putin sarebbe pronto a fermare la guerra in Ucraina con un cessate il fuoco negoziato che riconosca "le attuali linee del campo di battaglia". Lo hanno detto a Reuters quattro fonti russe. Tre delle fonti, che hanno familiarità con le discussioni nell'entourage di Putin, hanno affermato che il leader russo ha espresso "frustrazione" a un piccolo gruppo di consiglieri per quelli che considera tentativi sostenuti dall'Occidente di ostacolare i negoziati e la decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di escludere i colloqui. "Putin può combattere per tutto il tempo necessario, ma è anche pronto per un cessate il fuoco, per congelare la guerra", ha detto una fonte russa di alto livello che ha lavorato con Putin ed è a conoscenza delle conversazioni ad alto livello al Cremlino.
Condizione di anonimato
La fonte, come le altre citate, ha parlato a condizione di anonimato data la delicatezza della questione. Reuters afferma di aver parlato con un totale di cinque persone che lavorano o hanno lavorato con Putin a livello senior nel mondo politico e imprenditoriale. La quinta fonte non ha commentato il congelamento della guerra sull'attuale fronte. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, in risposta a una richiesta di commento, ha affermato che il capo del Cremlino ha ripetutamente chiarito che la Russia è aperta al dialogo per raggiungere i suoi obiettivi, affermando che il Paese non vuole "una guerra eterna". I ministeri degli Esteri e della Difesa dell'Ucraina non hanno risposto alle richieste di commenti da parte di Kiev.
Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che permette la confisca di proprietà americane in Russia per il pagamento di risarcimenti a beneficio di soggetti russi che hanno subito espropri negli Usa. Il decreto, il numero 442, pubblicato sul sito del Cremlino, intende rispondere a quelle che vengono definite "le azioni ostili e contrarie alla legge internazionale degli Stati Uniti miranti a provocare un danno alla Federazione Russa e alla Banca centrale russa".
Il presidente del Cile Gabriel Boric parteciperà al Vertice mondiale per la pace in Ucraina in programma il 15 e 16 giugno al Bürgenstock (NW), su invito diretto di Volodymyr Zelensky. Lo riferisce un comunicato della presidenza cilena emesso al termine di una videochiamata tra i due capi di Stato dove si precisa che la partecipazione di Boric al summit avverrà nel quadro di un viaggio ufficiale che lo vedrà nell'ordine, dal 9 al 18 giugno, in Germania, Svezia e Francia. Il presidente cileno, prosegue il comunicato, sarà inizialmente a Berlino dove incontrerà il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier e parteciperà a un forum economico incentrato su energia pulita, litio e tecnologie. Sempre in Germania Boric visiterà la sede di Monaco dell'Osservatorio Australe Europeo (Eso), dove terrà incontri incentrati sull'osservazione astronomica e sull'attività dell'agenzia in Cile. Il presidente cileno arriverà a Stoccolma il 13 giugno per incontrare il primo ministro svedese Ulf Krissterson; il re Carlo XVI e il presidente del Parlamento, Andreas Norlen. Dopo il summit sull'Ucraina infine, Boric effettuerà una visita di lavoro a Parigi, dove dirigerà il meccanismo di alto livello dell'SDG4 (Obiettivo 4 per lo Sviluppo sostenibile).
La Russia annuncia esercitazioni con armi nucleari tattiche vicino all'Ucraina. Lo rende noto l'esercito. Le esercitazioni nucleari vicino al confine ucraino sono una risposta alle "minacce" dell'Occidente. La prima fase di un'esercitazione per accrescere la preparazione delle forze nucleari non strategiche russe è iniziata nel distretto militare meridionale", recita la nota del ministero della Difesa russo citata dalla Tass. Si precisa che l'esercitazione verte sui sistemi missilistici a corto raggio Iskander e gli ipersonici Kinzhal.
L'obiettivo delle esercitazioni
L'addestramento mira a "mantenere la prontezza delle truppe e delle unità che utilizzano armi nucleari non strategiche per reagire e garantire pienamente l'integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce arrivate da alcuni funzionari occidentali".
La ministra degli esteri tedesca da Zelensky
Frattanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ricevuto a Kiev la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock in quella che è la sua settima visita in Ucraina dall'inizio dell'invasione su vasta scala da parte della Russia. "Le ho parlato della situazione al fronte e delle principali esigenze di difesa dell'Ucraina - ha precisato Zelensky su X -. Abbiamo discusso dell'iniziativa congiunta dei ministri degli Esteri e della Difesa tedeschi per trovare ulteriori Patriot e altri sistemi di difesa aerea per l'Ucraina". Il leader ucraino ha infine "ringraziato la Germania per averci aiutato a difendere la nostra indipendenza, lo stile di vita europeo e il popolo dal terrorismo russo".
Un generale russo, Ivan Popov, che aveva criticato la conduzione del conflitto in Ucraina, lamentando la carenza di rifornimenti, è stato arrestato con l'accusa di frode. Lo scrive l'agenzia Tass. Nel luglio dello scorso anno, secondo quanto riferisce il Moscow Times, Popov era stato rimosso dal comando della 58esima Armata di stanza in Ucraina dopo essersi lamentato con l'allora ministro della Difesa Serghiei Shoigu per la cattiva gestione nell'afflusso di rifornimenti. In una registrazione audio fatta circolare da un deputato della Duma, Andrei Gurulyov, il generale attaccava i suoi superiori accusandoli di avere "decapitato a tradimento" l'esercito dopo la sua rimozione.
Via libera definitivo dei 27 membri dell'Unione europea, nel corso del Consiglio Affari Generali, all'accordo per l'utilizzo degli extraprofitti dei beni congelati dalla Russia per sostenere l'autodifesa e la ricostruzione dell'Ucraina dopo l'aggressione russa. È quanto annuncia la presidenza di turno belga. Gli atti giuridici adottati dal Consiglio che assicurano che i profitti netti derivanti da entrate inattese e straordinarie maturate dai depositari centrali di titoli (Csd) nell'Ue, a seguito dell'attuazione delle misure restrittive dell'UE, saranno utilizzati per un ulteriore sostegno militare all'Ucraina, nonché per le capacità dell'industria della difesa e per la ricostruzione. Ciò significa che i Csd che detengono attività e riserve sovrane russe superiori a 1 milione di euro daranno un contributo finanziario dai loro corrispondenti profitti netti, accumulati a partire dal 15 febbraio 2024.
I dettagli
Gli importi saranno versati dai Csd all'UE su base semestrale e saranno utilizzati per un ulteriore sostegno militare all'Ucraina attraverso il Fondo europeo per la pace, nonché per sostenere le capacità dell'industria della difesa e le esigenze di ricostruzione dell'Ucraina con i programmi dell'Ue, secondo la seguente ripartizione: fondo europeo per la pace 90%; programmi dell'Ue finanziati dal bilancio dell'UE 10%. Questa allocazione sarà rivista annualmente e per la prima volta prima del 1° gennaio 2025. I depositari centrali di titoli saranno autorizzati a trattenere provvisoriamente una quota di circa il 10% del contributo finanziario per soddisfare i requisiti di legge in materia di capitale e di gestione del rischio, in considerazione dell'impatto dovuto alla guerra in Ucraina, per quanto riguarda le attività detenute dai Csd.
Il piano degli Usa
Intanto, con un dietrofront, Berlino è pronta a sostenere un piano degli Stati Uniti per sfruttare i futuri ricavi generati dai beni russi congelati - per lo più bloccati in Europa - per finanziare un aiuto di 50 miliardi di dollari all'Ucraina. Lo scrive il sito di Bloomberg citando "persone a conoscenza delle discussioni" in corso. Il consenso della Germania potrebbe avvicinare Washington ai suoi alleati nel garantire un nuovo massiccio pacchetto di aiuti per Kiev e ad assicurare l'impegno degli Stati Uniti indipendentemente dall'esito delle elezioni di novembre. Funzionari statunitensi ed europei affermano che sta crescendo il consenso per la proposta degli Stati Uniti, che dovrebbe dominare i colloqui tra ministri delle Finanze e Governatori delle banche centrali delle nazioni del G7 che si riuniranno a Stresa, sul lago Maggiore, per l'incontro annuale fissato a partire da dopodomani, giovedì. Tuttavia i funzionari tedeschi non si aspettano alcun accordo finale fino a quando i leader del G7 non si incontreranno il 13-15 giugno, né l'attuazione avrà luogo fino al prossimo anno, hanno detto le fonti di Bloomberg che hanno parlato in condizione di anonimato.
Più di 14'000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina nord-orientale, in seguito agli attacchi delle forze russe: lo ha reso noto l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). "Più di 14'000 persone sono state sfollate in pochi giorni e quasi altre 189'000 vivono ancora entro 25 chilometri dal confine con la Federazione Russa, affrontando rischi significativi a causa dei combattimenti in corso", ha affermato il rappresentante dell'Oms in Ucraina, Jarno Habicht, durante una conferenza stampa a Ginevra. Nelle ultime due settimane, i combattimenti nella regione di Kharkiv si sono intensificati e la necessità di aiuti umanitari nella regione sta crescendo in modo esponenziale, ha aggiunto Habicht parlando ai giornalisti in un videocollegamento da Kiev.
"Le condizioni a Kharkiv potrebbero peggiorare"
Da parte sua, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) si è detta estremamente preoccupata per il peggioramento della situazione e il conseguente aumento degli sfollati a causa della nuova offensiva di terra delle forze armate russe nella regione di Kharkiv. "L'Unhcr teme che le condizioni a Kharkiv - che già ospita circa 200'000 sfollati interni - potrebbero diventare ancora più difficili se l'offensiva di terra e gli incessanti attacchi aerei continuassero. Ciò potrebbe costringere molti a lasciare Kharkiv", ha detto la portavoce Shabia Mantoo. Un crescente numero di persone continua a fuggire dalle zone in prima linea nelle regioni di Donetsk, Sumy, Zaporizhzhia e Kherson verso le regioni centrali e occidentali, ha aggiunto.
Da detenuti a soldati
Nel frattempo, più di 3'000 detenuti ucraini hanno fatto domanda per combattere nelle forze armate grazie a una nuova legge che punta a mobilitare più combattenti possibili per fermare l'invasione russa. "Ciò riguarda più di 3'000 persone. Abbiamo fatto questa stima prima dell'adozione della legge", ha detto Olena Vyssotska, vice ministro della Giustizia, alla televisione ucraina. "Non possiamo dire che le potenziali 20'000 persone di cui abbiamo parlato si iscriveranno", ha aggiunto.
Le forze armate russe anche oggi hanno continuato a martellare la regione di Kharkiv. Nei raid sono morti almeno dieci ucraini, tra cui una donna incinta, con le forze di difesa che hanno denunciato la tattica del doppio attacco, che prevede un primo bombardamento e poi un secondo all'arrivo dei servizi di emergenza. Kiev ha risposto lanciando i suoi droni oltre confine, e prendendo di mira un aeroporto militare ed una raffineria nella regione di Krasnodar.
Conquiste territoriali
Dall'inizio dell'offensiva sul nordest ucraino, lo scorso 10 maggio, Mosca ha ottenuto le conquiste territoriali più significative dalla fine del 2022. L'avanzata, secondo Kiev, ora è stata fermata, ma i russi hanno smentito. Nell'ultima giornata di conflitto cinque civili sono stati uccisi alla periferia della seconda città ucraina, hanno riferito le autorità locali. Aggiungendo che in un secondo raid, avvenuto 20 minuti dopo, ci sono stati sedici feriti, incluso un bambino di otto anni, un poliziotto e un soccorritore. In seguito, altri cinque civili sono morti nel fuoco di lanciarazzi multipli sui villaggi di Novoossynove e Kivsharivka.
Decine di droni ucraini abbattuti
Sul fronte opposto i russi hanno comunicato di aver abbattuto decine di droni nella notte, la maggior parte dei quali nella regione di Krasnodar, nel sudovest del paese. Secondo gli ucraini invece alcuni importanti bersagli nell'area sono stati colpiti: un aeroporto militare e la raffineria di Kushchevsky, una delle più grandi in questa parte del territorio russo. L'impianto è stato chiuso per registrare i danni.
Attacchi alle raffinerie: una scelta strategica
Gli attacchi alla raffinerie sono una delle scelte strategiche degli ucraini per indebolire l'avversario in un ambito cruciale per la propria economia, che tanto conta sull'esportazione di greggio. I blitz di questo tipo sono stati una ventina negli ultimi mesi, e Kiev ha rivendicato di aver provocato danni significativi alla produzione russa. Non a caso gli Stati Uniti hanno più volte esortato l'alleato a non colpire questo tipo di impianti, perché la preoccupazione di Washington è un'ulteriore escalation del conflitto, che allontani ancora di più una prospettiva di dialogo tra le parti.
Raid alla flotta russa nel Mar Nero
Un altro fronte battuto dagli ucraini è quello dei raid alla flotta russa nel Mar Nero. L'ultimo bersaglio centrato è stato una dragamine, che secondo Kiev differiva dai suoi predecessori di era sovietica per le attrezzature più avanzate per la ricerca e la distruzione delle mine.
Nessuna tregua olimpica
Gli ucraini, pur tra mille difficoltà in termini di mezzi e uomini, continuano quindi a resistere, mentre il comandante delle forze di terra Oleksandr Pavlyuk ha parlato di diecimila soldati persi dal nemico nell'ultima settimana. La difesa strenua del territorio è motivata anche dalla convinzione che il presidente russo Vladimir Putin non abbia nessuna intenzione di fermarsi. Per questo motivo, il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto l'idea della tregua olimpica proposta dal capo dello stato francese Emmanuel Macron, affermando che dello "zar" non ci si può fidare.
Iniziativa francese per le celebrazioni dello sbarco degli alleati in Normandia
In queste ore fa discutere, soprattutto tra gli alleati di Kiev, anche un'altra iniziativa del presidente francese, che ha invitato una delegazione russa alle celebrazioni dello sbarco degli alleati in Normandia nella Seconda Guerra mondiale, il prossimo 6 giugno. La Casa Bianca, interpellata in proposito, è apparsa piuttosto fredda: "Rinviamo al governo francese, che organizza la commemorazione in Normandia. Ma forse questo ricorderà ai russi che un tempo in Ucraina combattevano i veri nazisti, non quelli immaginari", ha detto un portavoce del presidente Joe Biden.
È salito a cinque morti e 16 feriti il bilancio di un doppio attacco lanciato oggi dalle forze russe su un centro ricreativo nella comunità di Malodanyliv nel distretto di Kharkiv, nell'omonima regione nell'Ucraina nord-orientale. Lo hanno reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleg Sinegubov, e il sindaco della città, Igor Terekhov.
"Obiettivo civile"
È stato colpito un "obiettivo civile", ha sottolineato Sinegubov, aggiungendo che tra i feriti c'è anche un bambino di otto anni con ferite lievi, mentre otto persone sono in gravi condizioni. Sono rimasti feriti anche gli operatori di un'ambulanza: un paramedico e un autista. Secondo Sinegubov, infatti, si è trattato di un "doppio attacco" con due missili Iskander-M, volto a colpite anche i soccorritori giunti sul posto dopo il lancio del primo missile. Secondo Terekhov, è stato colpito un centro ricreativo e non una casa di riposo come riportato in precedenza.
Due morti in un altro attacco
Due persone sono morte e cinque sono rimaste ferite in un altro attacco lanciato dalle forze russe sempre nella regione di Kharkiv. Lo ha reso noto su Telegram l'amministrazione militare regionale, come riporta Ukrinform.
5 morti e 16 feriti a Novoosynove
Il fuoco di artiglieria russo ha colpito il villaggio di Novoosynove, nel distretto di Kupiansk intorno alle 10:00 (le 9:00 in Svizzera), precisa l'amministrazione. Sempre questa mattina i russi hanno colpito anche un centro ricreativo nella regione provocando 5 morti e 16 feriti, tra cui un bambino di 8 anni.
Le forze russe hanno conquistato un altro villaggio nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina nord-orientale: lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca. "Il gruppo tattico nord ha liberato l'insediamento di Starytsya, nella regione di Kharkiv", scrive la Tass, che cita il ministero.
Un altro morto nell'attacco di ieri
Un uomo di 33 anni è morto in ospedale in seguito all'attacco aereo russo sferrato ieri su Kharkiv, portando il numero totale dei morti a quattro, stando alle autorità locali citate da Sky News. Il governatore regionale Oleh Syniehubov ha detto che 16 persone sono ancora in ospedale in seguito all'attacco, di cui due in condizioni gravi.
Sono quasi 10'000 le persone evacuate nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina nord-orientale. Secondo quanto ha reso noto il governatore della regione, Oleg Synegubov, "un totale di 9'907 persone sono state evacuate". La misura segue l'attacco russo nella regione iniziato il 10 maggio, che secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky potrebbe essere solo la prima ondata di un'offensiva più ampia.
Dopo aver speso gran parte della giornata insieme, almeno in quattro eventi diversi, il presidente cinese Xi Jinping ha salutato ieri sera l'omologo russo Vladimir Putin, abbracciandolo lungamente. Il video di 18 secondi, diventato virale sui social media, è stato il completamento del summit bilaterale numero 43 tenuto tra i due leader in oltre 10 anni, svoltosi tra "lunghi, calorosi e camerateschi" colloqui, con Xi che ha descritto la loro amicizia come "eterna" e modello di nuove relazioni internazionali.
"Putin è importante per Xi"
Un gesto, quello proposto da Xi e prontamente ricambiato dallo zar, uscito fuori dai canoni classici dell'asettica postura della diplomazia mandarina e che, inevitabilmente, ha sollevato discussioni a partire dai social. Il leader comunista più potente dai tempi di Mao Zedong "non aveva bisogno di iniziare ad abbracciare un 'partner minore'. Se vi siete persi il suggerimento, Putin è molto più prezioso per Xi", ha osservato ad esempio Sari Arho Havren, associate fellow del Royal United Services Institute (Rusi) a Bruxelles, in un post su X.
La bozza di accordo tra Russia e Ucraina delineata alle trattative di Istanbul nel marzo del 2022 può essere la base per nuovi negoziati tra Mosca e Kiev. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin citato dalla Tass. Putin ha dichiarato che l'obiettivo della conferenza di pace in programma in Svizzera a giugno sarebbe a suo dire quello di riunire "quanti più Paesi possibile" per poi presentare "come un ultimatum" alla Russia la decisione sulla guerra in Ucraina. "Non ci sarà un tale sviluppo degli eventi", ha affermato Putin. Parlando con i giornalisti russi nella città cinese di Harbin, Putin ha ricordato la bozza d'intesa sulla quale Kiev e Mosca avevano cominciato a discutere in un incontro a Istanbul nel marzo del 2022. Per favorire i colloqui, ha aggiunto, la Russia aveva accettato di ritirare le sue truppe dalla regione di Kiev, ma subito dopo gli ucraini "si sono ritirati dal processo negoziale". Alcuni mesi fa il capo negoziatore ucraino a Istanbul, David Arakhamia, aveva detto che Kiev aveva deciso di abbandonare i negoziati per varie regioni, tra cui le pressioni dell'allora premier britannico Boris Johnson. "Siamo stati ingannati", ha detto Putin, "e ora dobbiamo capire quanto e di chi possiamo fidarci, e stiamo analizzando tutto quello che succede in questa direzione".
Le trattative di Istanbul
La bozza di Istanbul prevedeva di mettere a punto meccanismi per la sicurezza dell'Ucraina con garanzie fornite da diversi Paesi mentre si ipotizzava che i negoziati sul futuro della Crimea e del Donbass potessero durare fino a 15 anni.
La Cina ha una "posizione coerente" per promuovere la soluzione politica della questione ucraina, che richiede l'esame di "sintomi" e "cause profonde", e di una pianificazione "di presente e futuro sul lungo termine". Lo ha affermato il presidente Xi Jinping. Nell'incontro riservato di ieri con l'omologo russo Vladimir Putin alla Zhongnanhai di Pechino, la cittadella dell'elite rossa a due passi da Piazza Tienanmen, Xi ha detto che la Cina "sostiene la convocazione di una conferenza di pace internazionale riconosciuta da Russia e Ucraina al momento opportuno con pari partecipazione e discussione equa di tutte le opzioni".
La pace in Ucraina
Xi ha osservato che solo con il coinvolgimento di tutte parti potrà "spingere per la rapida soluzione politica della questione ucraina, e la Cina è pronta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso". Il leader cinese, nel resoconto dato in piena notte dall'agenzia statale Xinhua, ha poi rilanciato la sua Iniziativa per la sicurezza globale (Gsi), il cui nucleo primario "è sostenere la visione di una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile", quando "la soluzione fondamentale alla questione ucraina è promuovere la creazione di una nuova architettura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile". Le valutazioni di Xi sembrano accantonare definitivamente la possibilità che la conferenza di metà giugno in Svizzera sul piano di pace dell'Ucraina possa decollare, avendo la Russia da subito escluso la sua partecipazione. Putin, da parte sua, ha presentato i punti di vista e le posizioni di Mosca e ha apprezzato "la posizione obiettiva, giusta ed equilibrata della Cina sulla questione ucraina, accogliendo con favore" la sua disponibilità "a continuare a svolgere un ruolo importante e costruttivo" per la soluzione politica. La Russia punta alla soluzione "attraverso negoziati politici ed è disposta a dimostrare sincerità e a mantenere una stretta comunicazione con la Cina a tale questo riguardo".
I rapporti tra Cina e Russia
L'incontro, un faccia a faccia supportato dall'assistenza dei rispettivi interpreti con camminata nei giardini, ha visto Xi ribadire, di fronte al panorama mondiale turbolento e in continua evoluzione, la volontà di collaborare con la Russia e altri Paesi "per rafforzare la solidarietà e la cooperazione, orientare la governance globale nella giusta direzione, salvaguardare insieme l'equità e la giustizia internazionale e promuovere la pace nel mondo e lo sviluppo comune". Sottolineando che lo sviluppo della Cina "è inarrestabile e che nessuna forza può contenere la sua crescita e il suo progresso, Putin ha affermato che la Russia è disposta a migliorare la cooperazione con la Cina e gli altri paesi del Sud globale per promuovere l'equità e la giustizia internazionale e a lavorare per un mondo più equo e multipolare", ha aggiunto la Xinhua.
L'Ucraina ha accusato i russi di aver detenuto e giustiziato civili nella regione di Kharkiv. L'accusa alla Russia è di detenere e uccidere civili nella città di confine di Vovchansk, nella regione nord-orientale di Kharkiv, dove le forze russe hanno lanciato un assalto di terra la scorsa settimana. "Le truppe russe stanno facendo prigionieri i civili", ha dichiarato il ministro dell'Interno Igor Klymenko in un post su Telegram. "Secondo i rapporti dell'intelligence, i militari russi, nel tentativo di conquistare un punto d'appoggio nella città, non hanno permesso ai residenti locali di evacuare: hanno iniziato a rapire le persone e a condurle negli scantinati". E ha aggiunto: "Ci sono notizie delle prime sparatorie sui civili da parte dei militari russi".
Un'eventuale partecipazione della Cina alla conferenza di pace sull'Ucraina in programma sul Bürgenstock (NW) il 15 e 16 giugno potrebbe "solo nobilitare" l'evento, "ma non lo renderebbe più efficace": lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in un'intervista al giornale filogovernativo Izvestia ripresa dall'agenzia Interfax. "È assolutamente inutile discutere senza la Russia di questioni di sicurezza che ci riguardano. Molto probabilmente, si tratterà di mera scolastica, senza la prospettiva di ottenere almeno qualche risultato tangibile", ha affermato Peskov.
"L'Ucraina ha dimostrato al mondo di avere la capacità di ottenere successi senza precedenti sul campo di battaglia. Non c'è nulla che non possano fare. Hanno solo bisogno del nostro aiuto. Per fortuna, altri aiuti sono in arrivo, e non possono arrivare troppo presto. Non è troppo tardi per l'Ucraina per prevalere. La libertà dell'Ucraina non può, non deve e non morirà". Lo ha detto l'ammiraglio Rob Bauer, presidente del Comitato militare della Nato, aprendo l'incontro della Comitato militare nella sessione dei Capi di Stato Maggiore della Difesa.
"Sono disposti a sacrificare i loro uomini"
"La leadership russa ha detto chiaramente di aver scelto l'impunità, Agiscono - ha aggiunto Bauer - sulla base di una minaccia esistenziale percepita o immaginata. Il tutto per giustificare la loro incessante ricerca di potere all'estero per non perdere potere in patria. E per questo, sono disposti a sacrificare non solo centinaia di migliaia di loro uomini, senza nemmeno preoccuparsi di raccogliere i cadaveri sul campo di battaglia. Ma soprattutto sono disposti a mettere a repentaglio il benessere di molti altri milioni di persone in tutto il mondo, usando come armi il cibo, l'energia e la migrazione. Spetta a tutti noi in questa sala assicurarci che ciò non continui".
Il presidente cinese Xi Jinping ha riferito di aver concordato con la controparte russa Valdimir Putin sulla necessità di "trovare una soluzione politica" al conflitto in Ucraina. È quanto ha detto Xi incontrando i media insieme a Putin dopo il bilaterale avuto nella Grande sala del popolo.
Modello affidabile di sicurezza
Per chiudere la crisi ucraina "è necessario costruire un modello affidabile di sicurezza" capace di rassicurare tutti e di durare nel tempo, ha detto Putin, esprimendo un sentito ringraziamento a Xi Jinping per "gli sforzi fatti e finalizzati alla soluzione della crisi". La Russia è grata agli "amici e colleghi cinesi per le iniziative che stanno proponendo" per mettere fine al conflitto in Ucraina, ha affermato il presidente russo, citato dall'agenzia Tass, dopo un incontro a Pechino con il leader cinese Xi Jinping. Il partenariato tra la Russia e la Cina è "un esempio di come dovrebbero funzionare le relazioni tra Paesi", ha sottolineato Putin che, incontrando i media insieme all'omologo Xi Jinping, ha rimarcato che i colloqui bilaterali avuti "hanno mostrato tutta l'importanza della relazione".
In constante contatto
Oltre a ringraziare Xi per la calorosa accoglienza, Putin ha detto di essere in costante contatto con il leader cinese, discutendo di "tutte le questioni". Le priorità del loro bilaterale numero 43 si sono concentrate "su commercio e investimenti, e si è parlato anche di energia. Su quest'ultimo tema abbiamo piani concreti per approfondire la cooperazione", ha aggiunto Putin che ha preso di mira le alleanze ristrette politico-militari nella regione dell'Asia-Pacifico, valutate come "dannose" e "controproducenti". Pertanto, "è necessario lavorare per costruire un'architettura di sicurezza affidabile e adeguata nella regione dell'Asia-Pacifico, in cui non ci sia spazio per alleanze politico-militari chiuse. Riteniamo che siano molto dannose e controproducenti", ha concluso il capo del Cremlino, sollevando un tema molto caro alla parte cinese.
Un allarme aereo è stato dichiarato questa mattina a Kiev e in diverse regioni ucraine a causa della minaccia di missili balistici russi, mentre un missile si dirige da est verso la regione di Poltava: lo hanno reso noto l'Aeronautica militare e il capo di stato maggiore delle forze armate ucraine, come riporta Rbc-Ucraina. Secondo l'Aeronautica l'allarme aereo è scattato alle 08:22 (le 7:22 in Svizzera) e ha interessato le regioni di Kiev (inclusa la capitale), Chernihiv, Sumy, Cherkasy, Poltava, Kharkiv, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Donetsk e Zaporizhzhia.
Tutti gli obiettivi che la Russia si è posta nel suo intervento in Ucraina "si stanno realizzando". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo che le forze di Mosca stanno avanzando quotidianamente in tutti i settori del fronte. "Il lavoro procede secondo il piano messo a punto" dal comando delle operazioni, tutti gli obiettivi stabiliti si stanno realizzando", ha affermato Putin parlando a una riunione dei comandanti dei distretti militari con il nuovo ministro della difesa Andrei Belousov e il suo predecessore Serghei Shoigu.
"Fallimento ucraino"
Dopo aver sottolineato il fallimento della controffensiva ucraina dello scorso anno, il leader del Cremlino ha aggiunto che quest'anno le truppe russe "stanno migliorando costantemente, quotidianamente le loro posizioni". Il presidente russo ha quindi sostenuto che "più efficacemente lavorerete lungo il fronte, più possibilità avremo di risolvere questa questione pacificamente". Putin ha anche spiegato che la spesa della Russia per la difesa e la sicurezza raggiungerà l'8,7% del Pil nel 2024, e proprio all'aumento delle spese militari è dovuta la nomina di un economista a nuovo ministro della difesa. Secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri), la spesa di Mosca per la sola difesa era già cresciuta nel 2023 al 5,9% del Pil rispetto al 4,1% del 2022.
Almeno 8.000 persone sono state evacuate nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina nord-orientale, in seguito alla nuova offensiva russa: lo hanno reso noto i servizi di soccorso. Il portavoce del ministero della Difesa ucraino ha detto che gruppi di fanteria russa sono entrati a Vovchansk, nella regione di Kharkiv, dove gli invasori stanno cercando di prendere piede nella parte nord ma i combattimenti continuano. "Il nemico sta cercando di prendere piede nella parte settentrionale della città, provando a entrare con piccoli gruppi di fanteria", ha dichiarato. "In effetti, unità combattenti efficaci si trovano ora vicino a Vovchansk e stanno mantenendo questa direzione. Ma sì, alcuni gruppi di fanteria (russa) sono effettivamente entrati in città", ha aggiunto.
"Non stiamo considerando l'evacuazione di Kharkiv"
Al momento non ci sono piani per evacuare la popolazione di Kharkiv, ha annunciato su Telegram il consiglio comunale della città. "Non stiamo considerando l'evacuazione da Kharkiv, al contrario, accettiamo persone sfollate dalle zone in cui si svolgono le ostilità attive. Li accogliamo già nei dormitori e forniamo loro tutto ciò di cui hanno bisogno per sentirsi più o meno protetti", ha affermato il sindaco, Igor Terekhov, in un'intervista alla tv ucraina. Terekhov ha aggiunto che ieri i russi hanno lanciato sette attacchi su quartieri densamente popolati di Kharkiv per intimidire i suoi residenti e costringerli a lasciare la città. "Il nostro obiettivo principale è difendere Kharkiv e l'Ucraina, dare una degna risposta all'aggressore che è venuto nella nostra terra", ha sottolineato Terekhov.
L'Ucraina ha lanciato la notte scorsa un massiccio attacco aereo sulla città portuale di Sebastopoli, nella Crimea occupata, e su diverse regioni russe: lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, come riporta la Tass. Oltre alla Crimea, l'operazione ha interessato le regioni di Belgorod, Kursk e Bryansk ed ha coinvolto anche i missili guidati di precisione a lungo raggio Atacms forniti dagli Usa. Secondo il ministero della Difesa russo, sono stati abbattuti 10 Atacms sul territorio della Crimea e l'attacco è stato in gran parte "sventato". L'independent riporta che l'Ucraina ha utilizzato anche 17 droni kamikaze.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, parteciperà alla conferenza di pace sull'Ucraina che si terrà il 15 e 16 giugno sul Bürgenstock (NW). Lo ha confermato il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, tramite un post sulla sua pagina X. "Ho parlato con Emmanuel Macron e l'ho ringraziato per aver confermato la sua presenza al Summit per la Pace. Apprezzo l'importante ruolo della Francia nell'attuazione della formula di pace, in particolare sul punto della sicurezza nucleare", scrive sul social X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo un colloquio telefonico con l'omologo francese.
"Abbiamo discusso dell'importanza di incoraggiare i Paesi del Sud del mondo a partecipare al vertice e abbiamo coordinato le posizioni su questo tema. Abbiamo anche discusso approfonditamente della situazione del fronte, in particolare nella direzione di Kharkiv. Abbiamo prestato molta attenzione alle esigenze di difesa dell'Ucraina, in particolare alla difesa aerea aggiuntiva, all'artiglieria, alle capacità a lungo raggio e alle munizioni", ha aggiunto Zelensky. "Ho ringraziato il presidente Macron per la forte assistenza militare della Francia all'Ucraina e l'ho invitato a visitare il nostro Paese nel prossimo futuro".
Le truppe russe hanno conquistato un altro villaggio, Bugrovatka, nella regione di Kharkiv, e sono "avanzate in profondità nelle difese" ucraine. Lo scrive il ministero della Difesa di Mosca nel suo bollettino quotidiano. In precedenza, nel suo aggiornamento di intelligence, il ministero della Difesa britannico aveva definto improbabile che la Russia abbia accumulato un livello sufficiente di forze per conquistare la seconda città ucraina, Kharkiv, senza mobilitare ulteriori risorse: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento di intelligence.
Missile balistico marittimo
Le forze armate russe avrebbero inserito ufficialmente tra i loro armamenti il missile balistico intercontinentale marittimo Bulava: lo riporta la Tass citando Yuri Solomonov, il capo progettista dell'Istituto moscovita della tecnologia termica che ha sviluppato il sistema missilistico. "Il 7 maggio di quest'anno è stato firmato un decreto sull'accettazione del sistema missilistico Bulava per il servizio", ha detto Solomonov alla Tass. Dal canto loro, Moldova e l'Ue sono vicine ad approfondire la loro cooperazione in materia di difesa a livelli senza precedenti, con Chisinau che sfida gli avvertimenti di Mosca secondo cui una più stretta integrazione con l'Occidente potrebbe portarla a subire il destino dell'Ucraina. Intanto, la Corte Suprema russa ha respinto l'appello dell'oppositore Kara-Murza contro la condanna a 25 anni di reclusione inflittagli per essersi schierato contro l'invasione dell'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Interfax. Il governo russo sta inasprendo sempre più la repressione del dissenso e all'inizio della guerra in Ucraina ha varato una legge bavaglio che prevede fino a 15 anni di reclusione per chi critica la guerra in Ucraina. Le autorità russe hanno però colpito Kara-Murza in modo ancora più duro, accusandolo di "alto tradimento" per la sua contrarietà all'invasione.
Se i Paesi occidentali vogliono risolvere il conflitto ucraino sul campo di battaglia, "Mosca è pronta". Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov parlando al Consiglio della Federazione (il Senato russo) a cui si presenta per ottenere la fiducia per la riconferma nella sua carica. "E' un loro diritto, se vogliono essere sul campo di battaglia, saranno sul campo di battaglia", ha aggiunto Lavrov, citato dall'agenzia Ria Novosti. Con la conferenza di pace che si terrà in Svizzera in giugno i Paesi occidentali vogliono trattare la Russia come "un cattivo scolaro". "Ma non potete parlare a nessuno così, specialmente a noi", ha detto ancora il ministro degli Esteri russo. I Paesi che si riuniranno in Svizzera, dove Mosca non è stata invitata, intendono comportarsi come "un consiglio di insegnanti" che individuano un cattivo scolaro, "decidono tutto tra loro e poi lo chiamano e gli annunciano il verdetto", ha proseguito Lavrov.
Combattimenti a Kharkiv
Intanto, sono ancora in corso i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell'Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6'000 residenti sono stati evacuati, secondo il governatore regionale. "Più di 30 località nella regione di Kharkiv sono state colpite dall'artiglieria nemica e dai colpi di mortaio", ha scritto Oleg Synegoubov sui social network. Il governatore ha aggiunto che dall'inizio dei combattimenti sono stati evacuati da queste zone un totale di 5'762 residenti. Le forze russe hanno attraversato il confine da venerdì per condurre un'offensiva in direzione di Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est di Kharkiv, la seconda città del Paese.
E' di 15 morti e 17 persone tratte in salvo il bilancio finale del crollo parziale di un condominio residenziale di 10 piani nella città russa sudoccidentale di Belgorod, colpita ieri da un attacco ucraino. Lo ha reso noto stamattina a operazioni di ricerca terminate il Ministero per le Emergenze russo, citato dall'agenzia di stampa Tass. Mosca afferma che a provocare il crollo sarebbe stato usato un missile "fornito dalla Nato" all'Ucraina.
Il raid a Belgorod
Dodici missili e 12 droni lanciati dalle forze ucraine sono state distrutte dalle difese aeree russe la scorsa notte nella regione di confine di Belgorod. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca. Quattro missili a lungo raggio Storm Shadow di fabbricazione britannica sono stati abbattuti sulla Crimea, otto droni sulla regione di Kursk e quattro sulla quella di Lipetsk.
Bombardata la città ucraina di Selydove
Intanto, le truppe russe hanno attaccato la città di Selydove, nella regione orientale ucraina di Donetsk, con missili S-300 nelle prime ore di oggi. Lo ha riferito l'amministrazione militare della città su Facebook, riferisce Ukrinform. "Verso l'una e venti, le truppe russe hanno bombardato la città di Selydove con missili S-300. Il bombardamento ha danneggiato edifici residenziali a più piani e un istituto scolastico", si legge nel post. Le autorità cittadine hanno affermato che non ci sono state vittime. Nella notte le autorità di Mosca hanno affermato che le forze di difesa aerea avevano abbattuto otto droni ucraini sulla regione russa di Kursk e diversi altri su quella di Belgorod, stando all'agenzia di stampa Tass. Inoltre un allarme antiaereo è risuonato in cinque regioni dell'Ucraina e in tre della Russia. Le truppe di Mosca stanno nel frattempo avanzando nel Kharkiv.
Putin ha sostituito il ministro della difesa
Ieri il presidente Vladimir Putin ha deciso di sostituire alla guida del ministero della Difesa Serghei Shoigu, in carica da 12 anni, con un civile, l'economista Andrei Belousov. Shoigu passa a dirigere il Consiglio di Sicurezza nazionale prendendo il posto di Nikolai Patrushev, che viene rimosso senza per il momento che vi sia alcuna indicazione su un suo futuro ruolo. Mentre resta al suo posto il settantaquattrenne ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, che guida la diplomazia russa da ben 20 anni. Ieri Vladimir Putin ha sostituisce Shoigu alla Difesa con l'economista Belousov.
"Il primo vertice di pace per l'Ucraina si terrà a giugno e il Canada sarà presente. Non vedo l'ora di unirmi ad altri leader mondiali per portare avanti il nostro obiettivo comune di una pace giusta e duratura per l'Ucraina". Lo scrive il premier canadese Justin Trudeau annunciando la partecipazione al alla Conferenza sulla pace per l'Ucraina, che si terrà al Bürgenstock (NW) a metà giugno.
Zelensky: "Apprezzo la sua decisione"
"Caro Justin Trudeau, apprezzo la tua decisione di partecipare", ha commentato in risposta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Il Primo Vertice per la Pace è un'opportunità per ogni Paese di mostrare una leadership globale e un desiderio genuino di ripristinare non solo la pace in Ucraina, ma anche tutta la forza della Carta delle Nazioni Unite, che protegge tutte le nazioni".
"Gli Stati Uniti annunciano un pacchetto da 400 milioni di dollari a sostegno del coraggioso popolo dell'Ucraina. Gli Stati Uniti continueranno a essere a fianco all'Ucraina nella battaglia contro l'aggressione russa". Lo afferma il segretario di Stato Usa Antony Blinken su X. Il pacchetto da 400 milioni di dollari contiene munizioni per i Patriot, i missili Stinger, munizioni aeree di precisione, i veicoli corazzati Bardley e gli M113. Nell'elenco diffuso dalla Casa Bianca figurano anche i missili Tow e Javelin, munizioni per armi piccole, granate e missili ad alta velocità anti-radiazioni.
"Ho parlato con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I per porgergli gli auguri pasquali ed esprimere gratitudine per le preghiere di Sua Santità per l'Ucraina e i calorosi auguri per il popolo ucraino. Il Patriarca ecumenico ha confermato la sua partecipazione al Summit Globale per la Pace, che per noi è altamente simbolico. Apprezziamo il significativo contributo del Patriarcato ecumenico al ripristino della giusta pace nel nostro Paese". Lo ha annunciato su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo un colloquio telefonico con il patriarca di Costantinopoli della Chiesa ortodossa.
Il ministro della Giustizia ucraino Denis Malyuska ritiene che potrebbero essere mobilitati dal sistema penitenziario dai 10 ai 20mila detenuti, anche perché gli istituti penitenziari in Ucraina sono sovraffollati. Malyuska ne ha parlato in un'intervista alla Bbc, ripresa dai media ucraini.
Mobilitazione dei condannati per omicidio
Secondo il ministro, gli istituti penali in Ucraina sono sovraffollati, in particolare i centri di custodia cautelare dove non ci sono più posti da molto tempo, praticamente ovunque, anche nelle grandi città. "Questo è un grosso problema. Ultimo ma non meno importante, mi sto battendo molto per la mobilitazione dei prigionieri e dei detenuti, al fine, tra le altre cose, di non violare le norme sul numero di persone in una determinata area", ha detto, aggiungendo che si sta discutendo anche della possibilità di coinvolgere nella mobilitazione i condannati per omicidio.
Si allarga la rosa dei partecipanti di alto livello alla conferenza di pace sull'Ucraina che si terrà al Bürgenstock (NW) il 15 e 16 giugno. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, hanno annunciato la loro presenza. Lo ha reso noto oggi su X Nicolas Bideau, responsabile della comunicazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Già confermata la presenza del cancelliere tedesco Olaf Scholz e della premier italiana Giorgia Meloni. Fra i partecipanti anche i presidenti di Moldavia, Polonia, Finlandia e Lettonia e i premier di Spagna, e Irlanda.
Già confermata la presenza del cancelliere tedesco Olaf Scholz e della premier italiana Giorgia Meloni. Fra i partecipanti anche i presidenti di Moldavia, Polonia, Finlandia e Lettonia e i premier di Spagna, e Irlanda.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello ceco Petr Pavel hanno discusso ieri della cooperazione in materia di difesa tra i loro Paesi e Pavel ha confermato la sua partecipazione al prossimo vertice di pace in Svizzera del 15 e 16 giugno. Lo riportano i media ucraini, aggiungendo che Zelensky ha espresso gratitudine per l'iniziativa di Oraga di fornire munizioni per l'artiglieria e acquistare proiettili per Kiev nella sua guerra con la Russia.
I leader di diversi Paesi europei hanno già confermato che parteciperanno alla Conferenza sull'Ucraina che si terrà al Bürgenstock (NW) a metà giugno. Tra questi, i presidenti di Polonia, Finlandia e Lettonia, nonché il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, quello belga Alexander De Croo e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. "La Svizzera si rallegra della partecipazione di questi quattro capi di Stato e di governo al Vertice di pace", ha scritto Nicolas Bideau, responsabile della comunicazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), in quattro messaggi pubblicati oggi sul social network X.
Bideau e l'account ufficiale del DFAE ripubblicano sul social media X i messaggi in cui i leader annunciano la loro partecipazione alla Conferenza di pace. Il presidente finlandese Alexander Stubb ha detto di sperare che "il maggior numero possibile di (suoi) colleghi possa partecipare" alle discussioni. "Siamo uniti nella ricerca di una pace giusta", gli ha fatto eco il suo omologo polacco Andrzej Duda. Dal canto suo, Pedro Sanchez ha dichiarato di aver discusso con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky "della situazione critica in Ucraina e dei progressi dell'accordo di sicurezza tra i nostri Paesi. Siamo d'accordo sull'importanza della Conferenza di pace del Bürgenstock".
Scholz e Meloni presenti
Nel pomeriggio, un portavoce di Scholz ha confermato che arriverà in Svizzera anche il cancelliere tedesco e che la Germania sostiene attivamente l'incontro. In una telefonata con Zelensky, i due leader "hanno concordato di lavorare per la partecipazione più ampia possibile" all'evento, ha aggiunto l'addetto stampa di Berlino, citato dall'agenzia italiana Adnkronos. Secondo un comunicato del governo di Kiev, pure De Croo ha assicurato a Zelensky che ci sarà. Stando allo stesso presidente ucraino inoltre, il premier olandese Mark Rutte ha a sua volta espresso la volontà di recarsi nel Canton Nidvaldo. Venerdì scorso a Roma, la premier italiana Giorgia Meloni aveva già confermato la sua partecipazione alla presidente della Confederazione Viola Amherd parlando di una "iniziativa molto importante". Bideau ha precisato che il DFAE comunicherà "sistematicamente" gli annunci pubblici della partecipazione degli Stati. L'elenco definitivo sarà pubblicato poco prima dell'inizio del vertice.
Invitate oltre 160 delegazioni
La Svizzera ha invitato oltre 160 delegazioni alla Conferenza per la pace in Ucraina che si terrà sul Bürgenstock dal 15 al 16 giugno. All'appuntamento sono attesi membri dei Paesi del G7, G20, dell'UE e dei BRICS, nonché di tre organizzazioni internazionali (ONU, OSCE e Consiglio d'Europa), come anche il Vaticano e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Proprio la segretaria generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejcinovic Buric, ha a sua volta ufficializzato su X la sua presenza. Assente, perché non invitata, la Russia. Mosca ha finora sempre snobbato questo evento. La scorsa settimana il capo della diplomazia elvetica, Ignazio Cassis, ha dichiarato che è tuttavia chiaro che una soluzione al conflitto in corso non può prescindere dal coinvolgimento di Mosca. Zelensky ha scritto su X che il vertice "fungerà da piattaforma per discutere le modalità per raggiungere una pace globale, giusta e duratura per l'Ucraina in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Tutti gli Stati invitati al Vertice hanno dimostrato il loro impegno nei confronti di questi principi".
Contemporaneamente all'annuncio sul portale del DFAE, il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha scritto su "X" che il vertice "fungerà da piattaforma per discutere le modalità per raggiungere una pace globale, giusta e duratura per l'Ucraina in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Tutti gli Stati invitati al Vertice hanno dimostrato il loro impegno nei confronti di questi principi".
Incognita Cina
Non ha invece ancora sciolto il nodo sulla sua partecipazione al Bürgenstock la Cina. In visita questa settimana a Parigi, il presidente Xi Jinping ha dichiarato che Pechino sostiene la convocazione di una conferenza internazionale di pace sulla crisi ucraina al momento opportuno che "dovrebbe essere riconosciuta sia dalla Russia sia dall'Ucraina, con la partecipazione paritaria di tutte le parti e un'equa discussione di tutti i piani di pace".
Le forze russe hanno attaccato nella notte la regione di Leopoli (ovest) con missili da crociera e un missile ipersonico: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare locale, Maksym Kozytsky, riporta Rbc-Ucraina. Verso le 5:00 (le 4:00 in Svizzera), sono stati colpiti con missili da crociera un impianto di produzione di energia nel distretto di Chervonograd e un'infrastruttura energetica critica nel distretto di Stry. Alle 06:27 locali è scattato un allarme aereo dopo il decollo di un MiG-31K che ha attaccato la regione con un missile ipersonico Kinzhal, senza però colpire le infrastrutture critiche o residenziali. Più in generale le forze russe hanno lanciato un massiccio attacco sull'Ucraina con 55 missili, di cui uno per l'appunto ipersonico, e 21 droni kamikaze: lo ha reso noto su Telegram l'Aeronautica militare di Kiev, sottolineando di avere abbattuto 59 bersagli su 76: 39 missili e 20 velivoli senza equipaggio.
"Le sanzioni contro la Russia hanno portato a risultati opposti". Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, come riporta Tass. "I nemici della Russia hanno cercato di rovinare la Russia dall'interno, ma hanno fallito", ha aggiunto. Il ministero degli Esteri russo ha convocato anche l'ambasciatore francese Pierre Levy. Lo riporta la Tass.
Cina e Ue chiedono il cessate il fuoco
Dal canto loro, Cina, Francia e Ue "desiderano tutti un cessate il fuoco rapido e il ritorno della pace in Europa, e sostengono una soluzione politica della crisi" ucraina. Le parti, ha affermato il presidente Xi Jinping, incontrando all'Eliseo il presidente Emmanuel Macron e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, "devono opporsi insieme all'estensione e all'escalation dei combattimenti, creare le condizioni per i colloqui di pace, salvaguardare la sicurezza energetica e alimentare internazionale e mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento", in base a un resoconto diffuso in serata dalla diplomazia di Pechino
Esercito russo
Secondo il governatore ucraino di Zaporizhzhia, l'esercito russo ha iniziato ad arruolare nell'esercito i residenti della parte occupata della regione: la mobilitazione riguarda più di 150 mila uomini tra i 18 e i 30 anni. Lo riferisce Unian. Secondo Ivan Fedorov, il progetto russo nei territori occupati è già iniziato e sono già state create le infrastrutture necessarie: uffici per l'arruolamento, centri di reclutamento e tavoli di leva, dove vengono conservati i registri militari. Dal canto suo, Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato al Parlamento un progetto di legge per prorogare la legge marziale e la mobilitazione generale dal 14 maggio per altri 90 giorni, fino all'11 agosto 2024. Lo riferisce Rbc-Ukraina. La Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) ha approvato i decreti presidenziali sulla legge marziale e la mobilitazione il primo giorno dell'invasione della Russia, il 24 febbraio 2022, per 30 giorni. Successivamente, i termini sono stati costantemente prorogati, prima di un mese e da maggio 2022 di tre mesi.
Le forze russe hanno conquistato il villaggio di Ocheretyne, nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale: lo ha reso noto il ministero della difesa di Mosca. Lo riporta la Tass. "Le unità del Battlegroup Center hanno liberato completamente l'insediamento di Ocheretino nella Repubblica Popolare di Donetsk durante le operazioni, hanno migliorato la loro posizione tattica e hanno inflitto perdite alle formazioni della 24esima e 115esima brigata meccanizzata dell'esercito ucraino vicino agli insediamenti di Arkhangelskoye e Novgorodskoye nella Repubblica Popolare di Donetsk", si legge in un comunicato del ministero.
La cronaca dal fronte
Nelle ultime 24 ore, prosegue la nota, le forze russe hanno respinto otto contrattacchi dei gruppi d'assalto del 78esimo reggimento d'assalto aereo separato dell'esercito ucraino, del 47esimo reggimento meccanizzato, della 142esima e 143esima brigata di fanteria e della 68esima brigata jaeger vicino agli insediamenti di Novokalinovo, Ocheretyne, Solovyovo, Berdychi, Semyonovka e Netailovo nella Repubblica Popolare di Donetsk, prosegue la nota. Le truppe russe sono avanzate su posizioni vantaggiose nella regione di Donetsk, dove l'esercito ucraino ha perso ieri circa 290 soldati e otto equipaggiamenti.
Le agenzie di intelligence europee hanno avvertito i loro governi che la Russia sta preparando "violenti atti di sabotaggio in tutto il continente", senza preoccuparsi di possibili vittime civili: lo scrive il Financial Times (Ft) sulla sua edizione online citando funzionari dei servizi segreti. Secondo le fonti, "la Russia ha già iniziato a preparare più attivamente in segreto attentati dinamitardi e attacchi incendiari per danneggiare le infrastrutture sul territorio europeo, direttamente e indirettamente, senza preoccuparsi apparentemente di causare vittime civili", scrive il giornale. Sebbene gli agenti del Cremlino abbiano una lunga storia di tali operazioni, e negli ultimi anni abbiano lanciato attacchi sporadici in Europa, "aumentano le prove di uno sforzo più aggressivo e concertato", secondo le valutazioni di tre paesi europei condivise con il Financial Times.
"La Russia sembra ora a suo agio nell'eseguire queste operazioni"
Il giornale cita il capo dell'intelligence interna tedesca, Thomas Haldenwang, il quale il mese scorso - in una conferenza sulla sicurezza - aveva affermato che il rischio di atti di sabotaggio controllati dallo Stato è "aumentato in modo significativo". La Russia ora sembra a suo agio nell'eseguire operazioni sul suolo europeo con "un alto potenziale di danno", aveva aggiunto. Haldenwang era intervenuto pochi giorni dopo l'arresto di due cittadini russo-tedeschi a Bayreuth, in Baviera, con l'accusa di aver complottato per attaccare siti militari e logistici in Germania per conto della Russia. A fine aprile, ricorda poi l'Ft, due uomini sono stati accusati nel Regno Unito di aver dato fuoco a un magazzino contenente aiuti per l'Ucraina. La procura inglese li accusa di aver agito per conto del governo russo. Nel frattempo, prosegue il giornale, i servizi di sicurezza svedesi indagano su una serie di recenti deragliamenti ferroviari e sospettano che possa trattarsi di atti di sabotaggio appoggiati da uno Stato. La Russia, inoltre, ha tentato di distruggere i sistemi di segnalamento delle ferrovie ceche, aveva detto il mese scorso all'Ft il ministro dei trasporti del paese. Secondo il servizio di sicurezza interna estone, gli uomini dell'intelligence russa hanno attaccato a febbraio le auto del ministro degli Interni e quelle di alcuni giornalisti. Anche il ministero della Difesa francese ha messo in guardia quest'anno su possibili azioni di sabotaggio da parte della Russia contro siti militari.
"È giunto il momento di aumentare la consapevolezza e l'attenzione"
"La conclusione ovvia è che c'è stato un reale incremento dell'attività russa", ha affermato Keir Giles, consulente senior del think tank Chatham House. Un alto funzionario governativo europeo ha dichiarato che attraverso i servizi di sicurezza della Nato sono state condivise informazioni di "chiara e convincente malizia russa", coordinata e su larga scala: è giunto il momento di "aumentare la consapevolezza e l'attenzione" sulla minaccia della violenza russa sul suolo europeo, ha aggiunto. Giovedì scorso la Nato ha rilasciato una dichiarazione affermando che i Paesi alleati sono "profondamente preoccupati" per le recenti "attività maligne" della Russia, di natura ibrida, sull'onda dei casi recenti che hanno portato all'indagine e all'incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca.
"Dio è vicino all'Ucraina e con un simile alleato la vita vincerà sulla morte": lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel giorno in cui il paese celebra la Pasqua ortodossa.
"La Bibbia ci insegna ad amare il prossimo", si legge nel messaggio. "E oggi ci ha mostrato il vero significato di questa parola. Quando siamo diventati tutti vicini di casa. E il nostro vecchio vicino, che cercava sempre di essere nostro fratello, è lontano da noi per sempre. Ha infranto tutti i comandamenti, ha preteso la nostra casa ed è venuto a ucciderci", prosegue Zelensky. "Il mondo lo vede. Dio lo sa. E noi crediamo che Dio abbia un gallone con la bandiera ucraina sulla spalla. Quindi, con un tale alleato, la vita sconfiggerà sicuramente la morte. Buona Pasqua a tutti voi, cari ucraini! Cristo è risorto! È veramente risorto!".
Il ministero degli Esteri ucraino ha affermato che "l'annuncio della Russia che ha inserito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella lista dei ricercati è la prova della disperazione della macchina statale e della propaganda russa, che non ha altre scuse degne di nota da inventare per attirare l'attenzione". Il ministero ucraino aggiunge che "contrariamente alle inutili dichiarazioni russe, il mandato d'arresto della Corte penale internazionale per l'arresto del dittatore russo Vladimir Putin con l'accusa di crimini di guerra è invece del tutto reale ed è soggetto a esecuzione in 123 Paesi del mondo".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato inserito nella lista dei ricercati del ministero dell'Interno russo. Lo riferisce la Tass, aggiungendo che nei suoi confronti è stato aperto un procedimento penale. Secondo quanto appare nel database del ministero dell'Interno, Zelensky è ricercato ai sensi di un articolo del Codice penale russo, che però non viene specificato. Il ministero dell'Interno russo ha emesso un ordine di arresto anche per l'ex presidente ucraino Petro Poroshenko, riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Il governo tedesco si aspetta circa 1500 partecipanti alla Conferenza per la ripresa dell'Ucraina (Ukraine Recovery Conference, URC) che si terrà a Berlino l'11-12 giugno: lo ha detto la ministra federale per la cooperazione e lo sviluppo economico, Svenja Schulze, in un'intervista a Ukrinform. "Ci aspettiamo circa 1500 partecipanti", ha affermato Schulze, che ha definito "speciale" la conferenza perché, oltre a esponenti del governo e delle imprese, gli organizzatori hanno invitato rappresentanti della società civile e degli enti governativi locali. Schulze ha sottolineato l'importanza di coinvolgere la società e il governo locale negli sforzi di ripresa, perché sono i cittadini, le città e gli enti di autogoverno municipale che stanno già prendendo in mano la situazione è nelle loro mani e sanno esattamente cosa manca sul terreno. La ministra ha inoltre ricordato che sono già stati firmati più di 200 partenariati tra città e comunità ucraine e tedesche.
"Non sarà una conferenza di promesse"
La URC, ha sottolineato Schulze, non mira ad essere una "conferenza di promesse", ma dovrebbe influenzare varie dimensioni della ricostruzione: dall'economia al sostegno psicosociale degli ucraini.
La media giornaliera di 899 soldati russi morti e feriti in Ucraina il mese scorso è stata in linea con quella registrata dall'inizio del 2024, ma è probabile che questo livello aumenterà di nuovo nei prossimi due mesi in seguito alla ripresa dell'offensiva nell'est del paese: lo scrive il ministero della difesa britannico nel suo aggiornamento di intelligence. Il previsto aumento, si legge nel rapporto pubblicato su X, dovrebbe giungere dopo un leggero calo del ritmo delle operazioni negli ultimi due mesi seguito alla caduta di Avdiivka, nella regione di Donetsk.
Quasi mezzo milione di vittime russe
Secondo il ministero della difesa inglese dall'inizio della guerra le perdite russe hanno superato quota 465'000. "È probabile che, nonostante l'estremo costo in termini di vite umane, la Russia abbia adattato appieno le sue forze armate alla guerra di logoramento che si basa sulla massa piuttosto che sulla qualità. Questa dipendenza dalla massa quasi certamente continuerà per tutta la durata della guerra in Ucraina e avrà effetti duraturi su futuro esercito della Russia".
Gli alleati della Nato sono "profondamente preoccupati" per le recenti "attività maligne" della Russia, di natura ibrida, sull'onda dei casi recenti che hanno portato all'indagine e all'incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca. Lo comunica il quartier generale dell'Alleanza Atlantica. "Questi incidenti fanno parte di una campagna sempre più intensa di attività che la Russia continua a svolgere in tutta l'area euro-atlantica, anche sul territorio dell'Alleanza e attraverso intermediari", sostiene la Nato. Tra gli esempi si citano "disinformazione, sabotaggio, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione e altre operazioni ibride". "Gli alleati della Nato esprimono profonda preoccupazione per le azioni ibride della Russia, che costituiscono una minaccia per la sicurezza degli alleati. Sosteniamo e siamo solidali con gli alleati colpiti. Agiremo individualmente e collettivamente per affrontare queste azioni e continueremo a coordinarci strettamente", si legge in un comunicato.
"Condanniamo il comportamento della Russia"
"Continueremo a rafforzare la nostra resilienza e ad applicare e potenziare gli strumenti a nostra disposizione per contrastare e contestare le azioni ibride russe e garantiremo che l'Alleanza e gli Alleati siano preparati a dissuadere e a difendersi da azioni o attacchi ibridi. Condanniamo il comportamento della Russia e la invitiamo a rispettare i suoi obblighi internazionali, così come gli alleati fanno con i loro: le azioni della Russia non dissuaderanno gli Alleati dal continuare a sostenere l'Ucraina".
"Non capiamo che tipo di pietra miliare sia questa conferenza di pace. Che genere di conferenza seria, con aspettative serie, di che tipo di risultati si possa parlare senza una partecipazione russa. È assolutamente impossibile". Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parla così della conferenza di pace sull'Ucraina prevista a metà giugno in Svizzera. "È un genere di iniziativa che non è stata concepita per ottenere risultati", ha aggiunto in dichiarazioni rilanciate dall'agenzia russa Tass. La Svizzera ha invitato oltre 160 delegazioni alla conferenza, ma tra queste non c'è la Russia.
La Russia ha usato "un'arma chimica" contro le forze ucraine: lo ha reso noto il Dipartimento di Stato americano, secondo cui la Russia ha utilizzato la cloropicrina contro le forze ucraine, in violazione della Convenzione sulle armi chimiche (Cwc).
La Russia, ha aggiunto il Dipartimento in un comunicato, utilizza sostanze chimiche antisommossa come "metodo di guerra in Ucraina, di nuovo in violazione della Convenzione", aggiunge il testo.
Il presidente del parlamento ucraino, Ruslan Stefanchuk, visiterà la Svizzera durante la sessione estiva. Il programma esatto e lo scopo della visita non sono ancora stati definiti, hanno indicato oggi a Keystone-ATS i servizi del parlamento. I giornali del gruppo Tamedia avevano scritto che Stefanchuk aveva in programma una visita a Palazzo federale tra l'11 e il 13 giugno.
Il programma standard di una visita dei presidenti dei parlamenti stranieri
Di norma, i presidenti dei parlamenti stranieri nell'ambito della loro visita ufficiale durante una sessione vengono accolti formalmente nelle tribune delle Camere, hanno aggiunto i servizi del parlamento. Intrattengono colloqui bilaterali con il presidente del Consiglio degli Stati e del Consiglio nazionale come anche con altri rappresentanti degli organi del parlamento.
Più di 30 uomini sono morti nel tentativo di attraversare il montuoso confine occidentale dell'Ucraina per sfuggire alla mobilitazione. Lo ha riferito il capo del servizio di guardia di frontiera statale Andriy Demchenko all'agenzia di stampa statale ucraina Ukrinform. Secondo la legge marziale gli uomini ucraini di età compresa tra i 18 e i 60 anni, con alcune eccezioni, non possono lasciare il paese poiché potrebbero essere chiamati al servizio militare. L'agenzia ucraina non precisa come gli oltre trenta uomini siano morti. Molti ucraini finiscono per attraversare illegalmente il confine con l'aiuto dei trafficanti, che chiedono ingenti somme solo per lasciarli attraversare un fiume o una montagna da soli, ha detto Demchenko.
Dall'inizio dell'invasione su vasta scala, il servizio statale della guardia di frontiera ha scoperto circa 450 reti criminali che contrabbandano persone attraverso il confine. La maggior parte di questi tentativi avviene al confine dell'Ucraina con la Moldova e la Romania, mentre alla frontiera con la Polonia si registra il maggior numero di tentativi di lasciare l'Ucraina attraverso posti di blocco con documenti falsi, ha detto Demchenko.
"È importante che la consegna degli aiuti militari sia più rapida. Noi attendiamo sviluppi positivi da parte dei nostri partner. Sappiamo cosa possono offrire i nostri partner. Ma più veloce sarà l'invio di aiuti militari più potremo stabilizzare" l'Ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa con il segretario generale della Nato Jens Stoltenebrg. "Stiamo lavorando nella Nato perché gli alleati inviino più sistemi di difesa aerea. Oggi l'Australia ha annunciato che fornirà quattro sistemi di difesa aerea per il corto raggio. Noi ci stiamo concentrando sui (missili terra-aria statunitensi) Patriot e sulle munizioni", ha spiegato da parte sua Stoltenberg che con Zelensky ha parlato anche della proposta di un fondo da 100 miliardi per l'Ucraina di cui nell'Alleanza atlantica si è cominciato a discutere.
"Ogni giorno è importante"
"È importante che gli aiuti siano rapidi, ogni giorno è importante", ha aggiunto Stoltenberg ricordando le importanti decisioni prese nei giorni scorsi dagli Usa e dalla Gran Bretagna nel sostegno a Kiev. Negli ultimi tempi "gli alleati non hanno mantenuto ciò che avevano promesso. Bisogna essere onesti, e gli ucraini ne stanno pagando il prezzo", ha detto affermando che gli alleati, tra l'aumentare i propri armamenti e l'invio di armi all'Ucraina, dovrebbero scegliere quest'ultima opzione. "Bisogna rendersi conto che questa guerra non è una cosa teorica. Il ritardo nella consegna di armi all'Ucraina è questione di vita o morte". "Se non consegniamo quanto dobbiamo ci saranno conseguenze per l'Ucraina ma anche per noi. Il rischio più grande è che il presidente (russo Vladimir) Putin prevalga. Sostenere l'Ucraina è un fatto che riguarda la nostra sicurezza", ha sottolineato Stoltenberg. "Sto lavorando duramente per garantire che l'Ucraina diventi membro della Nato. Abbiamo bisogno che tutti gli alleati siano d'accordo. Non mi aspetto che raggiungeremo tale accordo entro il vertice di luglio", ha affermato. Il vertice della Nato si terrà a Washington dal 9 all'11 luglio.
Circa 450'000 soldati russi "morti o feriti" dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina: è la stima del viceministro della difesa britannico Leo Docherty. "Stimiamo che siano stati distrutti 10'000 blindati, 3000 carri armati e 346 droni", ha detto citato dallo UK Defence Journal, un sito web indipendente che copre in particolare le novità dell'industria della difesa nel Regno Unito ma pubblica anche commenti e analisi su argomenti militari.
Il presdidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l'attacco russo di questa mattina a strutture energetiche ucraine ha preso di mira impianti di gas importanti per la fornitura all'Unione europea. "L'obiettivo principale era il settore energetico, vari impianti del settore, sia gli impianti di trasporto dell'elettricità che del gas", ha detto nel suo discorso video notturno, riferisce Sky News.
"Fondamentali per una consegna sicura"
"In particolare, quegli impianti di gas che sono fondamentali per garantire una consegna sicura all'Unione europea". Mosca in precedenza aveva affermato che i suoi attacchi erano "in risposta ai tentativi del regime di Kiev di danneggiare gli impianti energetici e industriali russi".
"Attualmente non ci sono i presupposti per colloqui con Kiev. L'operazione militare speciale continua": lo ha indicato stamane il Cremlino, citato dall'agenzia di stampa ufficiale russa Tass. Come noto, il 15 e il 16 di giugno si tiene in Svizzera, sul Bürgenstock (NW), la Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina. La Russia ha finora snobbato l'appuntamento. La settimana scorsa, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis aveva ribadito, durante un incontro coi media, che "non può esserci un processo di pace in Ucraina senza la Russia".
Procedono i preparativi
"La Russia deve essere coinvolta", aveva aggiunto il "ministro" degli esteri prima dell'incontro con il suo omologo austriaco Alexander Schallenberg. Cassis non si era invece espresso sul capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, il quale ha recentemente ribadito che la Svizzera è un "paese ostile" nei confronti di Mosca. Ad ogni modo, intanto procedono i preparativi in vista della conferenza di giugno, anche se mancano ancora alcuni dettagli da sistemare e gli inviti non sono ancora stati recapitati. Cassis aveva precisato che l'obiettivo dell'evento è quello di avviare un processo di pace. "Non abbiamo la garanzia che sarà un successo, ma l'alternativa sarebbe quella di non fare nulla", aveva chiosato.
Uno dei piani dell'aeroporto internazionale Vnukovo di Mosca è stato evacuato per un allarme bomba. Lo riferisce la Tass citando le forze dell'ordine. Il servizio stampa dello scalo, ha reso noto che l'aeroporto sta funzionando normalmente, sempre secondo la Tass. Intanto, secondo l'agenzia stampa Ria Novosti, due civili sarebbero stati uccisi e altri due feriti in un attacco ucraino a Novaya Kakhovka, nella regione di Kherson. Secondo il governatore della parte di Kherson occupata dall'esercito russo, Vladimir Saldo, le truppe ucraine hanno lanciato sulla città 12 ordigni.
Durante la notte i servizi speciali ucraini e l'esercito hanno attaccato con droni l'aeroporto militare di Kushchevsk e due raffinerie di petrolio di Ilya e Slavyansk nella regione russa di Krasnodar. Lo riportano i media ucraini. I droni ucraini hanno colpito le strutture-chiave delle raffinerie. In seguito agli attacchi, sono scoppiati incendi all'aeroporto e alle raffinerie. Il personale è stato evacuato.
In Bielorussia sono già stata schierate "diverse decine" di testate nucleari russe, secondo quanto annunciato oggi dal presidente Alexander Lukashenko, citato dalla Tass. In caso di un attacco alla Bielorussia, Minsk e Mosca risponderanno immediatamente con tutti i tipi di armi, ha aggiunto Lukashenko, secondo quanto riferisce Ria Novosti. Il presidente ha anche affermato che 120.000 soldati ucraini sono ammassati al confine con la Bielorussia e che è "alta la probabilità di provocazioni armate da parte di unità ucraine che potrebbero portare a una escalation con incidenti di confine".
Gli Stati Uniti hanno consegnato a Kiev missili a lungo raggio Atacms: lo ha confermato ufficialmente il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. L'Ucraina è "sotto forte pressione" sul campo di battaglia e la Russia potrebbe ottenere "ulteriori vantaggi tattici", ha detto Sullivan, sottolineando che i nuovi aiuti statunitensi partiranno "immediatamente".
Per quanto riguarda il Medio Oriente Sullivan ha dichiarato che gli Stati Uniti restano contrari ad una operazione in grande scala a Rafah e "continuano le conversazioni con Israele" per illustrare il proprio punto di vista, convinti che ci siano "altri modi per colpire Hamas".
Il consigliere per la sicurezza nazionale americana ha anche detto che Joe Biden ha incontrato oggi una bambina americana di quattro anni tenuta in ostaggio da Hamas. Abigail Edan, che ha compiuto quattro anni mentre era prigioniera, è stata liberata dai militanti di Hamas lo scorso novembre dopo essere stata trattenuta per sette settimane a Gaza.
Sullivan ha poi definito "inquietanti" le notizie di fosse comuni a Gaza, aggiungendo che gli Usa chiedono "risposte" a Israele, come aveva già detto in precedenza il portavoce del dipartimento di stato americano.
La settimana scorsa gli Stati Uniti hanno inviato segretamente i missili a lungo raggio Atamcs in Ucraina per la prima volta in due anni di guerra e le forze ucraine hanno immediatamente utilizzato le armi per attaccare un aeroporto militare russo in Crimea mercoledì scorso e le truppe russe nel sud-est del Paese durante la notte di martedì. Lo rivelano alcuni media statunitensi, tra cui il New York Times e Politico. Gli Stati Uniti avevano precedentemente fornito all'Ucraina una versione degli Atacms con una gittata da 100 miglia, circa 160 km, ma Kiev chiedeva da tempo quelli a lungo raggio da 190 miglia (300 km circa), che possono raggiungere più in profondità i territori dell'Ucraina occupata, compresa la Crimea (hub delle forze aeree e terrestri russe) e nodi di rifornimento per le forze di Mosca nel sud-est del paese. Martedì scorso, l'Ucraina ha utilizzato missili a lungo raggio per colpire le truppe russe nella città portuale di Berdiansk sul Mar d'Azov, ha riferito al New York Times un alto dirigente americano.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato il maxi pacchetto di aiuti per Ucraina, Israele e Taiwan e il bando di TikTok se non viene ceduta entro nove mesi. Dobbiamo muoverci velocemente per far arrivare gli aiuti all'Ucraina", ha detto il presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca a proposito della legge appena approvata dal Congresso. Questa legge renderà gli Stati Uniti e il mondo più sicuri", ha sottolineato, aggiungendo che "Se i nostri alleati sono più forti, anche noi lo siamo".
"Gli aiuti partiranno nelle prossime ore"
"Gli Stati Uniti non si piegano a nessuno men che meno a Putin", ha puntualizzato Biden dopo aver firmato la legge sui nuovi aiuti all'Ucraina, assicurando che i primi sostegni militari a Ucraina e Israele partiranno nelle prossime ore. Il pacchetto di aiuti appena promulgato "aumenta significativamente l'assistenza umanitaria a Gaza" ma "Israele deve garantire che gli aiuti arrivino ai palestinesi senza ritardi", ha poi aggiunto
Il Congresso americano ha adottato un gigantesco pacchetto di aiuti militari ed economici per l'Ucraina, risultato di mesi di negoziati estremamente tesi e laboriosi. Il piano - che comprende anche fondi per Israele, Taiwan e un ultimatum a TikTok - ha ricevuto un sostegno schiacciante al Senato. Era stato adottato pochi giorni prima alla Camera dei rappresentanti.
Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti "inizieranno a inviare armi e attrezzature all'Ucraina questa settimana". "Firmerò questo disegno di legge e parlerò al popolo americano quando arriverà sulla mia scrivania" oggi, ha detto Biden in un comunicato della Casa Bianca.
"Non può esserci un processo di pace in Ucraina senza la Russia". Lo ha detto il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis oggi in una conferenza stampa a Berna, in vista della Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina che avrà luogo il 15 e il 16 giugno sul Bürgenstock (NW). "La Russia deve essere coinvolta", ha aggiunto il ministro degli esteri prima dell'incontro con il suo omologo austriaco Alexander Schallenberg. Non si è invece espresso sul capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, che ha recentemente classificato la Svizzera come "paese ostile" nei confronti di Mosca. Cassis ha poi ribadito la neutralità elvetica, precisando come questa sia di tipo militare, nel senso che la Confederazione "non invia né armi né truppe all'Ucraina", e non sul piano dei valori.
La conferenza di giugno
Intanto procedono i preparativi in vista della conferenza di giugno, anche se mancano ancora alcuni dettagli da sistemare e gli inviti non sono ancora stati recapitati. Il ministro degli esteri elvetico ha detto che "il dialogo con l'India e la Cina, nonché con i Paesi del Sud, è molto importante". Ha poi aggiunto che l'obiettivo dell'evento che si terrà sul Bürgenstock è quello di avviare un processo di pace. "Non abbiamo la garanzia che sarà un successo, ma l'alternativa sarebbe quella di non fare nulla", ha chiosato, concludendo che "fare un passo avanti, aprire un dialogo" è già una cosa buona, dato che al momento non vi sono state simili iniziative.
A causa del deprezzamento dei titoli, a fine 2023 il valore degli averi non statali bloccati in Svizzera in seguito alle sanzioni contro la Russia ammontava a 5,8 miliardi di franchi, 1,7 miliardi in meno rispetto alle cifre comunicate nel dicembre 2022. Il grosso dei fondi russi in Svizzera è già stato bloccato da due anni, ha affermato stamane durante un incontro coi media Simon Plüss, responsabile dell'applicazione delle sanzioni alla Segreteria di stato dell'economia (Seco). Finora la Svizzera ha ripreso tutte le sanzioni decise da Bruxelles che riguardano 1703 persone e 421 società. L'evoluzione dei fondi dipenderà da eventuali nuove misure punitive prese dall'Ue, ha spiegato. In risposta alle critiche interne e internazionali, la Svizzera ha applicato a dovere le sanzioni collaborando con numerosi istanze e entità internazionali, secondo Plüss. "Non ci sentiamo sotto pressione", ha dichiarato, aggiungendo che il lavoro svolto finora dalla Confederazione è apprezzato, specie dagli Stati Uniti e dalla stessa Ue. In merito ai 150-200 miliardi stimati di patrimoni che si troverebbero ancora nelle banche nel nostro paese, Plüss ha precisato che ciò riguarda soprattutto persone o imprese che non si trovano sulla lista delle sanzioni adottate dall'Europa.
Banca centrale russa
Questi averi devono essere distinti dalle riserve e dagli attivi della Banca Centrale della Federazione Russa detenuti in Svizzera, ha affermato Plüss, i quali ammontano a 7,24 miliardi di franchi, secondo il tasso di cambio corrente. L'importo dei beni bloccati e dei valori patrimoniali immobilizzati della Banca centrale russa non sono un indicatore diretto per valutare l'attuazione delle sanzioni. Si tratta solo di un'istantanea, per cui il valore totale può oscillare in entrambe le direzioni, soprattutto in base alle fluttuazioni di valore dei titoli di credito bloccati, alla deduzione delle commissioni bancarie e per gli effetti di cambio. Circa le discussioni a livello internazionale su un eventuale utilizzo - in particolare gli interessi - di questi patrimoni a favore dell'Ucraina, sono necessarie delle basi legali ad hoc. La Svizzera, ha aggiunto Plüss, segue da vicino queste discussioni e deciderà a tempo debito.
Oligarchi
Il 28 febbraio 2022, in risposta all'aggressione militare russa contro l'Ucraina, il Consiglio federale aveva deciso di aderire alle sanzioni dell'Ue che comprendono tutti gli averi e le risorse economiche appartenenti o controllati direttamente o indirettamente da persone, imprese o organizzazioni legate a Mosca, indica una nota della Seco. Oltre ai 5,8 miliardi si aggiungono 17 beni immobiliari appartenenti a persone fisiche, imprese e organizzazioni soggette a sanzioni. Nell'ambito del monitoraggio delle sanzioni finanziarie individuali, la Seco ha ottenuto dagli intermediari finanziari l'aggiornamento dei dati, da cui è emerso che il valore degli averi bloccati è diminuito di 1,7 miliardi. La differenza è dovuta al deprezzamento in particolare dei titoli legati alla Russia, che hanno perso valore per effetto delle sanzioni. Determinate plusvalenze hanno invece generato aumenti di valore per un totale di 280 milioni. Grazie alle proprie indagini e sulla base degli accertamenti da parte delle banche, nel periodo in esame la Seco è riuscita a bloccare patrimoni per un totale di 580 milioni e altri due beni immobiliari. Oltre alle 17 proprietà di cui è attualmente vietato disporre, sono stati bloccati anche auto sportive e di lusso, opere d'arte, mobili e strumenti appartenenti a persone fisiche, imprese o organizzazioni sanzionate.
Averi sbloccati
Nel periodo in esame, sono stati invece sbloccati beni congelati in via cautelare per 140 milioni; da indagini approfondite è emerso che non sussistono i requisiti legali per il loro congelamento. L'importo dei beni bloccati è stato influenzato in misura minore dalle cancellazioni (-150 mio.) e dalle aggiunte (+50 mio.) di persone fisiche, imprese e organizzazioni all'elenco delle sanzioni, che la Svizzera ha adottato in seguito agli adeguamenti dell'Ue.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente americano Joe Biden hanno concordato ieri durante una telefonata la fornitura dei missili balistici a corto raggio Atacms. Lo ha annunciato Zelensky nel suo discorso serale, riportato da Rbc Ukraine. "Il risultato di oggi è che gli accordi sugli Atacms per l'Ucraina sono tutti rispettati. Grazie, signor Presidente! Grazie, Congresso! Grazie, America", ha detto il leader ucraino. Gli Atacms sono in grado di distruggere obiettivi a una distanza massima di 300 chilometri e le forze armate possono lanciarli con l'aiuto dei lanciarazzi Himars.
L'Aeronautica militare ucraina ha annunciato che è stato dichiarato un allarme aereo in alcune regioni del Paese. Lo riporta l'Ukrainska Pravda, precisando che l'aeronautica militare ha segnalato un missile a Kremenchuk. Quattro minuti dopo l'allerta lanciata, il sindaco di Kharkiv Ihor Terekhov ha riferito che si potevano sentire esplosioni in città.
Gli aiuti targati Usa
Intanto, l'amministrazione Biden sta preparando un pacchetto di aiuti militari all'Ucraina più ampio del solito, e dell'ultimo da 300 milioni di dollari, che includerà veicoli blindati, oltre all'artiglieria e i sistemi per la difesa aerea di cui le forze di Kirev hanno urgentemente bisogno. Lo riferiscono due funzionari informati a Politico dopo l'annuncio del presidente americano a Volodymyr Zelensky dell'invio di nuove armi. Il Pentagono sta ultimando i dettagli così che il pacchetto sia pronto a partire subito dopo l'approvazione del supplemento di spesa da parte del Senato e la firma di Biden, che dovrebbero avvenire già domani. Tra le armi inviate, veicoli da combattimento Bradley, Humvee e i veicoli corazzati M113, nonché i missili per la difesa aerea. Inoltre, saranno inviati a Kiev 60 consiglieri militari americani.
Usa e Ucraina al lavoro su un accordo bilaterale di sicurezza
Zelensky ha annunciato oggi dopo una telefonata con il suo omologo americano Joe Biden, che i due Paesi "hanno iniziato a lavorare su un accordo bilaterale di sicurezza. I nostri team - Ucraina e Stati Uniti - hanno iniziato a lavorare su un accordo di sicurezza bilaterale", ha precisato Zelensky nel suo discorso quotidiano, assicurando anche che Kiev e Washington hanno fatto progressi sulla questione della consegna dei missili Atacms americani a lungo raggio.
Dopo uno stallo di mesi la Camera degli Usa sabato ha approvato i disegni di legge sugli aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan per un totale di 95 miliardi di dollari. La legge per Kiev, nel dettaglio, prevede 60 miliardi, di cui 23 resteranno in Usa per riapprovvigionare gli arsenali Usa, mentre 7,8 miliardi di aiuto finanziario diretto al bilancio ucraino saranno sotto forma di un prestito che potrà essere cancellato dal presidente, dopo le elezioni del 5 novembre. Grazie al nuovo pacchetto di aiuti che ora passa al Senato per il voto di martedì e poi arriverà sulla scrivania di Joe Biden per la firma, le prime forniture di armi e munizioni potrebbero arrivare in Ucraina già la prossima settimana grazie alla rete di stoccaggio del Pentagono negli Stati Uniti e in Europa che già contengono una parte del materiale di cui Kiev ha urgente bisogno. Ma cosa significa tutto questo? E quale impatto può avere per il futuro del conflitto? Lo abbiamo chiesto a Pietro Batacchi, direttore della rivista italiana Difesa.
Le conseguenze di questo pacchetto di aiuti militari
"Ci sono diverse variabili in gioco. La prima, ovviamente, riguarda il tempo: quando arriveranno gli aiuti, di che tipo saranno e soprattutto come il pacchetto verrà diluito nel tempo. È chiaro che dal momento in cui il Senato voterà e Biden controfirmerà la legge, sarà una questione di giorni prima che l'Ucraina possa vedere qualcosa. Il Pentagono in questi mesi ha posizionato materiale ed equipaggiamenti in Polonia e in altri paesi vicini all'Ucraina, quindi le prime conseguenze si potranno vedere sul campo in poco tempo".
"Gli ucraini sono in gravi difficoltà"
"Al momento parlare di inversione di tendenza non è nella logica delle cose, perché gli ucraini si trovano in grave difficoltà e i russi hanno una certa superiorità in termini di aviazione, artiglieria ed effettivi nell'esercito. Per questo credo che nei prossimi due-tre mesi la situazione resterà critica per l'esercito di Kiev. In seguito vedremo che effetti avranno gli aiuti statunitensi, perché se gli americani iniziassero a fornire missili per colpire la Crimea, munizioni a grappolo ed altro potrebbe esserci un certo impatto sul campo di battaglia. Penso che ora i russi premeranno sull'acceleratore e infatti ad Ovest sono avanzati in maniera significativa negli ultimi giorni".
Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il quale gli ha promesso l'invio, a breve, di "nuovi aiuti militari importanti". Lo riferisce la Casa Bianca in una nota.
Manca il via libera del Senato
Biden ha sottolineato "l'impegno continuo degli Stati Uniti al fianco dell'Ucraina" e ha annunciato che fornirà presto "nuovi significativi pacchetti di assistenza alla sicurezza per soddisfare le esigenze dell'Ucraina non appena il Senato approverà il supplemento sulla sicurezza nazionale". Il presidente americano ha poi affermato che "l'assistenza economica degli Stati Uniti aiuterà a mantenere la stabilità finanziaria dell'Ucraina, a ricostruire le infrastrutture critiche dopo gli attacchi russi e a sostenere le riforme sulla via dell'integrazione euro-atlantica".
Il pacchetto di aiuti
Negli aiuti militari a Kiev non ci saranno "solo Patriot" ma anche "sistemi che distruggono droni, missili lenti e altri mezzi con cui la Russia sta cercando di attaccare". Così il sottosegretario di Stato americano per gli affari europei ed eurasiatici James O'Brien, durante un incontro con i giornalisti ucraini a Kiev, spiega i contenuti del disegno di legge americano, aggiungendo che l'Ucraina riceverà gli aiuti "molto presto" dopo la loro approvazione da parte del Congresso e la firma di Biden. "E' assistenza di cui Kiev ha bisogno sul campo di battaglia per raggiungere il successo", ha aggiunto, come riporta Ukrainska Pravda.
La reazione di Zelensky
La reazione di Volodymyr Zelensky non si è fatta attendere. "Ho avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in seguito ai risultati delle votazioni alla Camera dei Rappresentanti. Il presidente ha assicurato che se approvata dal Senato, firmerà immediatamente la legge. Sono grato a Joe Biden per la sua instancabilità sostegno all'Ucraina e alla sua vera leadership globale", ha detto Zelensky dopo la telefonata con il presidente Usa.
Biden ha chiamato anche von der Leyen
Joe Biden ha chiamato anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per discutere del loro "fermo sostegno all'Ucraina nella sua difesa dall'aggressione russa" sottolineando quanto il "sostegno internazionale sia essenziale per la lotta per la libertà di Kiev". Lo riferisce la Casa Bianca in una nota.
"I patriot possono essere definiti sistemi di difesa aerea solo se funzionano e salvano vite umane invece di restare immobili da qualche parte nelle basi di stoccaggio. I patriot devono essere in mano agli ucraini in questo momento. Nei cieli ucraini sono necessari moderni aerei da combattimento. I missili russi e i droni iraniani Shahed devono essere sconfitti per fare trionfare in futuro la vita". È l'appello lanciato del presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X all'indomani dell'approvazione da parte della Camera statunitense degli aiuti militari per 60 miliardi a Kiev.
Un'esplosione è stata udita oggi a Odessa, nell'Ucraina meridionale, dove è scattato un allarme aereo in seguito all'attacco russo con missili balistici provenienti dalla Crimea occupata: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita l'Aeronautica, il sindaco della città Gennady Trukhanov e le forze di difesa dell'Ucraina meridionale. L'attacco ha provocato almeno una vittima, ha precisato Trukhanov su Telegram. "Anche in questo caso è stata presa di mira una struttura di trasporto e logistica dell'infrastruttura portuale - si legge nel messaggio -. L'onda d'urto e frammenti di missile hanno danneggiato case private. Il soffitto di uno di essi è crollato. Un incendio è scoppiato in un cortile privato. Al momento c'è una vittima".
Il media indipendente russo Astra pubblica oggi su Telegram un video che mostra presumibilmente una nave in fiamme a Sebastopoli, nella Crimea annessa. Il video è circolato dopo un attacco missilistico - rivendicato dal movimento paramilitare filo-ucraino Atesh - sulla città portuale della penisola. Le immagini mostrano sullo sfondo il fumo proveniente da una nave e un testimone oculare afferma che la nave è stata colpita da un missile prima di prendere fuoco. Il capo dell'amministrazione filorussa della Crimea annessa, Mikhail Razvozhaev, aveva affermato questa mattina che un "attacco" missilistico contro una delle navi russe a Sebastopoli era stato respinto.
Il Pentagono è pronto a inviare gli aiuti militari all'Ucraina dopo che martedì il Senato voterà il pacchetto che sarà poi firmato da Biden, ci vorrà dunque meno di una settimana prima che alcune armi raggiungano il campo di battaglia. Lo sostiene il Washington Post che cita riferimento funzionari americani. Il Dipartimento della Difesa, che aveva avvertito che l'Ucraina avrebbe gradualmente ceduto alle forze russe e avrebbe dovuto affrontare perdite enormi senza un'azione urgente a Capitol Hill, ha iniziato a mettere insieme un pacchetto di aiuti ben prima delle votazioni nel tentativo di accelerare il processo.
Il movimento paramilitare filo-ucraino Atesh ha annunciato di avere attaccato oggi Sebastopoli, sottolineando che i russi hanno subito perdite: lo riporta Rbc-Ucraina, secondo cui esplosioni sono state udite nella città della Crimea annessa. Il movimento di resistenza ha affermato che ci sono diversi morti e molti feriti. Sul web circolano indiscrezioni secondo cui una nave russa sarebbe stata colpita a Sebastopoli, ma i partigiani - prosegue Rbc-Ucraina - invitano a non trarre conclusioni affrettate. Questa mattina il traffico sul ponte di Crimea è stato temporaneamente sospeso.
Le forze russe potrebbero intensificare i loro attacchi sfruttando la finestra temporale prima dell'arrivo dei nuovi aiuti militari in Ucraina: lo scrive sul suo sito l'Istituto per lo studio della guerra (Isw) alla luce dell'approvazione di ieri alla Camera Usa del disegno di legge che stanzia 60 miliardi di dollari per Kiev. Finora i russi hanno cercato di sfruttare le degradate capacità di difesa aerea ucraine nel tentativo di far collassare la rete energetica del Paese e causare danni a lungo termine alle infrastrutture e alla capacità dell'industria militare di Kiev, osservano gli esperti del centro studi statunitense.
Mosca vuole premere sull'acceleratore
Con l'arrivo ormai previsto degli aiuti militari Usa, Mosca probabilmente intensificherà le operazioni offensive e gli attacchi con missili e droni per "raggiungere obiettivi operativamente significativi che diventeranno sicuramente più difficili da ottenere" dopo l'arrivo degli aiuti, prosegue l'Isw. Negli ultimi sei mesi, comunque, le forze russe hanno ottenuto solo vantaggi tattici "ed è improbabile che raggiungano una svolta che farebbe crollare la linea del fronte", sottolinea il rapporto.
La presidente della Confederazione Viola Amherd ha inviato lo scorso marzo una lettera all'omologo russo Vladimir Putin in occasione della rielezione. Ne dà notizia oggi il domenicale svizzerotedesco Sonntagsblick, sottolineando che lo scopo della missiva era sollecitare un ritorno al dialogo, in un momento dove i rapporti tra Berna e Mosca si stanno facendo più tesi.
Le critiche di Lavrov
Venerdì il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov - riferendosi alla Conferenza di pace sull'Ucraina programmata a metà giugno nella regione del Bürgenstock (NW) - ha infatti affermato che "la Svizzera si è trasformata in un Paese apertamente ostile nei confronti della Russia e non è adatto per i colloqui sull'Ucraina".
"Non è una lettera di congratulazioni"
Inviato dopo la rielezione di Putin, lo scritto "non è una lettera di congratulazioni", ma piuttosto un "invito al dialogo in tempi difficili", ha dichiarato al settimanale un portavoce del Dipartimento federale della difesa (DDPS).
Amherd chiede il rispetto dei diritti umani
Nella missiva - precisa il Sonntagsblick - Viola Amherd spiega la posizione della Svizzera, chiedendo il rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e dei principi universali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, che devono costituire la bussola nella ricerca della pace e della prosperità. Il testo contiene anche messaggi di cordoglio per le vittime dell'attacco terroristico a Mosca del 22 marzo e per le vittime delle inondazioni in diverse regioni della Russia.
La Camera dei Rappresentanti di Washington ha votato a favore del pacchetto - Ukraine Security Supplemental Appropriations Act - che contiene aiuti per 60,8 miliardi di dollari a favore dell'Ucraina. Il provvedimento è stato approvato con 311 voti a favore contro 112.
Sventolano le bandiere dell'Ucraina
I sostenitori del provvedimento hanno iniziato a sventolare le bandiere dell'Ucraina e ad applaudire prima ancora dell'annuncio formale del risultato, quando è apparso chiaro che gli aiuti all'Ucraina sarebbero stati finalmente approvati.
La reazione di Zelensky
"Sono grato alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, a entrambi i partiti e personalmente al presidente Mike Johnson per la decisione che mantiene la storia sulla strada giusta". È il commento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al via libera della Camera Usa al disegno di legge che stanzia 60 miliardi di dollari per l'Ucraina. "La democrazia e la libertà - ha scritto su X - avranno sempre un significato globale e non verranno mai meno finché l’America contribuirà a proteggerle. Il vitale disegno di legge sugli aiuti statunitense approvato oggi dalla Camera impedirà alla guerra di espandersi, salverà migliaia e migliaia di vite e aiuterà entrambe le nostre nazioni a diventare più forti. La pace giusta e la sicurezza possono essere raggiunte solo attraverso la forza".
Il videomessaggio del presidente ucraino
"Oggi abbiamo ricevuto la decisione che aspettavamo: sul pacchetto di sostegno americano. Per il quale abbiamo lottato così duramente. Un pacchetto molto importante che sarà sentito dai nostri soldati in prima linea, dalle nostre città e villaggi che soffrono il terrore russo", ha precisato il leader ucraino, ringraziando tutti coloro che hanno sostenuto il pacchetto di aiuti. "Apprezziamo ogni manifestazione di sostegno al nostro Stato e all'indipendenza, al nostro popolo e alle nostre vite, che la Russia vuole seppellire" - ha sottolineato - "L'America ha mostrato la sua leadership fin dai primi giorni della guerra. Questo tipo di leadership americana è vitale per il mondo affinché venga preservato un ordine internazionale basato sulle regole". Le parole di Zelenskyi sono state riportate dall'Ukrainska Pravda.
La risposta del Cremlino
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha affermato che l'ok della Camera Usa "ucciderà ancora più ucraini a causa del regime di Kiev". Dmitri Peskov, citato dall'agenzia di stampa statale Tass, ha inoltre dibattito che "la decisione di fornire aiuti all'Ucraina era attesa e prevedibile. Ciò arricchirà ulteriormente gli Stati Uniti d'America e rovinerà ancora di più l'Ucraina, uccidendo ancora più ucraini a causa del regime di Kiev".
La Svizzera si è trasformata in un Paese apertamente ostile nei confronti della Russia e non è adatto per i colloqui sull'Ucraina: lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, come riporta la Tass. Già in febbraio Lavrov aveva dichiarato che Berna non è degna di fiducia, e proprio per questo il tentativo di mediare è destinato al fallimento. "Ora (la Svizzera, ndr.) cerca di fare pressione per divenire mediatrice sull'Ucraina: non porterà a niente. Non è un attore al quale possiamo dare fiducia", aveva affermato.
La Svizzera fa già abbastanza circa le sanzioni contro la Russia. Ne è convinto il Consiglio nazionale, che ha bocciato stamane - 101 voti a 80 - una mozione che chiedeva al governo di aderire alla task force multinazionale Repo (Russian Elites, Proxies and Oligarchs). Questa bocciatura non rappresenta una vera sorpresa: in commissione, la mozione era stata accolta con un solo voto di differenza (12 a 11).
Gli argomenti di chi è a favore
Stando all'autrice dell'atto parlamentare, Franziska Ryser (Verdi/SG), la Svizzera ha una particolare responsabilità per quanto attiene ai patrimoni russi, vista l'importanza del nostro Paese quale centro del commercio internazionale di materie prime. La Svizzera dovrebbe insomma impegnarsi maggiormente per garantire un'applicazione sistematica delle sanzioni contro Mosca. A parere della sangallese, un'adesione a Repo - organismo creato dal G7 - consentirebbe un migliore scambio di informazioni e un migliore coordinamento con gli altri Paesi che applicano le sanzioni.
La posizione dei contrari
Per i contrari, che hanno fatto proprio il parere negativo del governo, la collaborazione con la task force sta funzionando in modo soddisfacente, come dimostrano tra l'altro gli importanti patrimoni congelati in Svizzera, mentre un'adesione formale potrebbe far perdere alla Svizzera la sua autonomia in materia di politica delle sanzioni. Inoltre, le ripercussioni sui buoni uffici, sulla protezione dei dati legati alle sanzioni e le ripercussioni giuridiche derivanti da un'eventuale adesione sono ancora troppo poco chiare.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato il disegno di legge che modifica le regole sulla mobilitazione dell'esercito, riferiscono i media ucraini. La controversa legge entrerà in vigore un mese dopo la sua pubblicazione ufficiale. La legge obbliga gli uomini ad aggiornare i propri dati di leva presso le autorità, aumenta lo stipendio a coloro che fanno volontariato e aggiunge nuove punizioni per chi si sottrae alla leva.
La situazione militare sul fronte orientale dell'Ucraina si è "notevolmente deteriorata" per Kiev, lo ha ammesso il comandante delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky. Il comandante constatata un'"intensificazione", dopo le elezioni presidenziali russe, dell'offensiva delle forze di Mosca, la cui spinta si concentra in direzione di Chasiv Iar, nella regione di Bakhmut, nel Donetsk. Sysrsky ha aggiunto comunque che le zone "più problematiche" per l'Ucraina "sono state rinforzate", anche con mezzi di difesa antiaerea.
Il presidente russo Vladimir Putin ha comunicato all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di voler riavviare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente sotto occupazione russa. Lo scrive il Wall Street Journal.
L'obiettivo della Russia sarebbe di riportare in servizio almeno un reattore per il 40° anniversario della connessione dell'impianto alla rete elettrica dell'Unione Sovietica a dicembre. L'intenzione di riavviare l'impianto, aumentando ulteriormente i rischi di un incidente nella più grande centrale nucleare d'Europa, sarebbe stata annunciata da Putin al direttore generale dell'Aiea Rafael Grossi in un incontro.
Finora la Svizzera ha ricevuto undici richieste di cancellazione dalla lista delle sanzioni imposte in relazione alla guerra in Ucraina. Una persona è stata stralciata e le altre dieci richieste sono in fase di elaborazione, ha dichiarato venerdì il DEFR all'agenzia di stampa Keystone-ATS.
Il motivo della decisione
La cancellazione è stata decisa perché la persona in questione è stata stralciata dalla lista delle sanzioni dell'Unione Europea (UE), ha dichiarato il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), responsabile di queste questioni. Pertanto, la base giuridica non esiste più, ha proseguito il DEFR, senza fornire alcun nominativo.
Potrebbero esserci altri casi simili
Potrebbe non essere un caso isolato: mercoledì il tribunale dell'UE ha invalidato l'inserimento nella lista nera europea di due oligarchi russi, Mikhail Fridman e Piotr Aven. I due azionisti del conglomerato Alfa Group - che comprende Alfa Bank, una delle principali banche russe - sono sulla lista svizzera. Poiché la Corte di giustizia europea deve ancora pronunciarsi su un secondo aspetto del caso, la cancellazione delle sanzioni è per il momento solo parziale e non è ancora entrata in vigore. Un totale di 1'703 persone e 421 aziende sono presenti nella lista delle sanzioni svizzere contro la Russia, secondo quanto riportato dalla Segretaria di Stato all'economia (Seco) sul suo sito web. Le persone interessate possono presentare una richiesta al DEFR per essere rimosse dalla lista. L'elaborazione di tali richieste è giuridicamente complessa e richiede tempo. In genere ci vogliono diversi mesi, spiega il DEFR.
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non replica alle critiche del presidente russo Vladimir Putin riguardo alla conferenza di pace sull'Ucraina prevista a Bürgenstock (NW). Le dichiarazioni dei capi di Stato stranieri non vengono commentate, ha dichiarato all'agenzia di stampa Keystone-ATS. Putin ha definito ieri la conferenza sull'Ucraina, organizzata dalla Svizzera, un "freak show", un fenomeno da baracconi. "Non siamo invitati", ha sottolineato il capo del Cremlino, "ma allo stesso tempo dicono che senza di noi è impossibile decidere qualsiasi cosa". Il consigliere federale Ignazio Cassis mercoledì ha precisato che la Russia aveva già annunciato in febbraio che non avrebbe partecipato all'incontro. È chiaro che un vero processo di pace può avere luogo solo con la partecipazione di entrambe le parti, ha aggiunto il DFAE.
Durante il vertice di Vilnius, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato il neo-presidente ungherese Tamas Sulyok e ha invitato l'Ungheria a partecipare al vertice globale sulla pace previsto per giugno in Svizzera. Lo riporta il Kyiv Independent. "Zelensky - si legge - ha anche invitato l'Ungheria a partecipare alla Dichiarazione di sostegno all'Ucraina del G7 di Vilnius e ha suggerito di avviare un accordo bilaterale di sicurezza tra i due Paesi". L'Ungheria finora ha sempre rifiutato di partecipare a iniziative che prevedano l'invio di armi all'Ucraina, motivando la scelta con il rischio di escalation del conflitto nell'area.
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito la conferenza che si terrà in Svizzera sull'Ucraina, dove la Russia non è stata invitata, un "freak show", un fenomeno da baracconi. Lo riporta la Tass. "La Russia è pronta ai colloqui sull'Ucraina, ma senza imporre a Mosca alcuna posizione non basata sulla realtà", ha detto il presidente russo. "Adesso, come sapete, si sta diffondendo l'idea di tenere una specie di conferenza in Svizzera; lì non siamo invitati, inoltre pensano che non dovremmo essere lì, mentre dicono che senza di noi è impossibile decidere qualsiasi cosa. E poiché non andremo lì, questo è solo una sorta di panopticon (carcere, ndr), e loro dicono che ci rifiutiamo di parlare", ha precisato Putin in un incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
La Commissione europea sarebbe "lieta" di partecipare alla conferenza di pace sull'Ucraina organizzata dalla Svizzera a metà giugno sul Bürgenstock, nel cantone di Nidvaldo. Tuttavia non ha ancora ricevuto un invito ufficiale, ha dichiarato oggi a Keystone-ATS una portavoce dell'esecutivo europeo. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha parlato di una partecipazione molto probabile da parte sua.
Le reazioni alla Conferenza
Il Cremlino ha nuovamente criticato il vertice del Bürgenstock. Michel ha dichiarato alla radio romanda RTS che confermerà la sua partecipazione personale alla conferenza in un secondo momento, ma che questa è molto probabile. Ha aggiunto di essere favorevole a una pace giusta, come auspicato dal presidente Volodymyr Zelensky. Non si sa ancora chi parteciperebbe della Commissione europea, ma quest'ultima accoglie positivamente l'annuncio del governo svizzero di organizzare una conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina. La portavoce della Commissione ha inoltre precisato che sia l'Ue che i suoi Stati membri si impegneranno attivamente in favore di una pace globale, giusta e duratura, fondata sui principi e sugli obiettivi della formula di pace proposta da Kiev.
Oltre 100 paesi invitati
Il Consiglio federale ha annunciato ieri l'organizzazione della conferenza. Nei prossimi giorni saranno inviati inviti a oltre 100 Paesi.
Le critica della Russia
Intanto oggi la Russia ha criticato nuovamente l'evento. "Il processo negoziale senza la Russia non ha senso e, in effetti, è un processo negoziale a vuoto", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, stando a quanto riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti.
Mosca: "I nostri partner in Asia-Africa non vadano in Svizzera"
"L'Occidente ha bisogno" di partecipare alla conferenza sulla pace in Ucraina in Svizzera "solo per dare peso a un certo 'ultimatum collettivo' che presenteranno alla Russia. Ci auguriamo che i nostri partner in Asia, Africa e America Latina siano vigili e non si lascino trascinare in un'altra avventura anti-russa". Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. "Qualsiasi misura che ignori la posizione della Russia e si basi sulle disposizioni dell'ultimatum 'formula Zelensky' è separata dalla realtà e non ha prospettive", secondo Zakharova. "L'intenzione espressa dagli organizzatori della conferenza di isolare elementi comuni dalle iniziative di altri Paesi non è altro che un trucco. È noto che la 'formula Zelensky' non implica compromessi o alternative e ignora completamente le proposte di Cina, Brasile, Stati africani e arabi", ha aggiunto. "Non può esserci fiducia nemmeno nella Svizzera", che "si schiera sulle posizioni dell'Ucraina, sostiene il regime di Kiev, applica sanzioni anti-russe e adotta strategie che escludono la Russia dal sistema di sicurezza europeo. In tali condizioni, per definizione, la Svizzera non può essere una parte neutrale e ancor meno un mediatore".
"Vorrei fermare un'altra ondata di speculazioni sulla presunta variabilità della partecipazione russa al prossimo incontro secondo la formula di Zelensky: la Russia non parteciperà e non intendeva farlo". Lo ha detto la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, ripresa dalla Tass, all'indomani dell'annuncio di una conferenza di pace sull'Ucraina in Svizzera il 15 e il 16 giugno.
"Il processo negoziale senza la Russia non ha senso e, in effetti, è un processo negoziale a vuoto": lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, all'indomani dell'annuncio di una conferenza di pace sull'Ucraina in Svizzera il 15 e il 16 giugno. Lo riporta l'agenzia Ria Novosti. "Per prima cosa bisogna capire di cosa stiamo parlando, di che tipo di formula di pace, questa è la prima cosa. In secondo luogo, abbiamo ripetutamente affermato che, ovviamente, il processo negoziale senza la Russia non ha senso e, in effetti, è un processo negoziale vano", ha detto Peskov.
Le forze russe hanno lanciato un massiccio attacco aereo in tutta l'Ucraina la scorsa notte, prendendo di mira le infrastrutture critiche in varie regioni. Lo riferisce il Kiev Independent, precisando che sono stati segnalati danni soprattutto nelle regioni di Kharkiv e Kiev. L'aeronautica militare ha emesso un allarme aereo in tutto il Paese annunciando che la Russia ha lanciato droni, missili da crociera dai bombardieri Tu-95 e missili ipersonici Kinzhal. Numerosi droni hanno attaccato l'oblast di Kiev durante la notte, causando anche un incendio in un'"infrastruttura critica". I servizi di emergenza sono al lavoro - ha detto il governatore Ruslan Kravchenko - e non sono state segnalate vittime. Attacchi russi anche nelle regioni occidentali dell'Ucraina, a partire dalla regione di Leopoli dove è stata segnalata la presenza di un missile russo nello spazio aereo. Esplosioni sono state udite nell'oblast di Ivano-Frankivsk.
"Ogni leader e Paese che desidera vedere l'aggressione russa finire in una pace veramente giusta ha l'opportunità di unirsi ai nostri sforzi globali e partecipare al primo vertice di pace, che si terrà in Svizzera a giugno". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un passaggio del suo discorso di ieri sera.
"Ci stiamo preparando per il vertice e i suoi risultati concreti, come una chiara posizione globale sulla giusta fine di questa guerra". "La pace non ha alternative. Tuttavia, affinché ciò accada e affinché il terrore russo venga sconfitto, è necessario garantire tutte le forme della nostra forza. Per proteggerci dal terrore, abbiamo bisogno di forza fisica", afferma il leader di Kiev. "Ciò include la difesa aerea, le capacità di prima linea, la capacità di ottenere i risultati necessari nel Mar Nero, la produzione interna di armi, la resilienza economica dell'Ucraina, la pressione dei partner sulla Russia e il massimo consolidamento globale. Non abbiamo il diritto di fallire in nessuno di questi aspetti", sottolinea Zelensky.
Il governo tedesco vuole sostenere le imprese e altri "attori privati" nella miliardaria ricostruzione dell'Ucraina con 15 misure. Lo annunciano in un comunicato congiunto il ministero dell'Economia e di quello dello Sviluppo tedeschi precisando che il governo di Berlino "ha adottato oggi il relativo documento sulle questioni-chiave. L'attenzione si concentra su sovvenzioni finanziarie e riduzioni dei tassi di interesse per le piccole e medie imprese in Ucraina nonché su garanzie sugli investimenti per le imprese tedesche", viene aggiunto. Su questa base si sta "lavorando con il governo ucraino, in prospettiva", alla creazione "di un'istituzione di promozione della ricostruzione economica dell'Ucraina sul modello" della Banca pubblica tedesca "Kfw", "un pioniere del miracolo economico degli anni Cinquanta e Settanta" in Germania. La ministra dello Sviluppo tedesca, Svenja Schulze, ha dichiarato nella nota che l'Ucraina ha bisogno non solo di ricevere armi ma anche "che l'economia continui a funzionare e che il paese possa finanziare la ricostruzione". "Un finanziamento favorevole alle piccole e medie imprese ucraine è una delle leve più efficaci per la ricostruzione", ha affermato la ministra. Dal canto suo il ministro dell'Economia, Robert Habeck, ha ricordato che "la Banca Mondiale stima attualmente il costo della ricostruzione in circa 486 miliardi di dollari, a seconda dell'andamento della guerra". Il documento varato oggi "è un contributo alla Conferenza per la ripresa dell'Ucraina, che si svolgerà dall'11 al 12 giugno a Berlino su invito del Cancelliere federale Olaf Scholz e del presidente Volodymyr Zelensky".
"Ho parlato con la presidente Viola Amherd e ho ringraziato la Svizzera per il suo costante sostegno, compresa la decisione odierna di stanziare 5 miliardi di franchi per la ricostruzione dell'Ucraina. Abbiamo discusso dei preparativi per il primo vertice globale sulla pace in Svizzera, previsto per giugno di quest'anno". Lo ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Il vertice si baserà sul nostro precedente lavoro per l'attuazione della formula di pace in quattro incontri di consulenti per la sicurezza nazionale a Copenaghen, Gedda, Malta e Davos. Continuiamo a lavorare a stretto contatto per incoraggiare il numero di paesi più ampio possibile a partecipare al vertice, al fine di sviluppare una visione comune e pratica per raggiungere una pace giusta, duratura e globale per l'Ucraina", ha concluso Zelensky.
La Russia ha bollato la conferenza "sulla pace in Ucraina" prevista a metà giugno in Svizzera come un progetto "americano". Lo riporta la Tass. La portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che "dietro" la conferenza di pace in Svizzera "ci sono i democratici americani che hanno bisogno di fotografie e video di eventi che indicherebbero che il loro progetto 'Ucraina' è ancora a galla". "Il fatto che uccideranno altre migliaia di ucraini non disturba nessuno. Le elezioni negli Stati Uniti sono tutto, l'Ucraina non è niente: questo è il criterio principale dell'attuale politica americana", ha dichiarato la portavoce della diplomazia della Russia, le cui truppe hanno invaso l'Ucraina.
Mosca: "Non invitati in Svizzera, in ogni caso rifiuteremmo"
La Svizzera non ha invitato la Russia alla conferenza per la pace in Ucraina, e qualora dovesse arrivare un invito Mosca lo rifiuterà. Lo ha affermato l'ambasciata russa in Svizzera, secondo quanto riportato dalla Tass.
Il 15 e il 16 di giugno dovrebbe tenersi sul Bürgenstock (NW) la conferenza di alto livello dedicata alla pace in Ucraina. Stando al Consiglio federale sussistono infatti sufficienti condizioni affinché tale appuntamento sfoci in un processo di pace. Non è detto che avremo successo, ha dichiarato davanti ai media la presidente della Confederazione Viola Amherd, aggiungendo di aver informato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, della decisione odierna del Consiglio federale. Tuttavia, sia Viola Amherd che il "ministro" degli esteri, Ignazio Cassis, hanno dichiarato che non bisogna lasciare nulla di intentato, tenuto conto che è un compito costituzionale della Svizzera adoperarsi per la pace, anche perché ne va della sicurezza nostra e dell'Europa.
Reazioni positive
Non fare nulla, insomma, non è opzione secondo Cassis, che ha rammentato la lunga tradizione elvetica dei buoni uffici, anche se bisogna rimanere "realisti" tenuto conto dell'estrema volatilità della situazione geopolitica attuale. La speranza è che il maggior numero di Stati partecipi a questo incontro, hanno affermato Amherd e Cassis, secondo i quali le reazioni, anche da parte di grandi Stati come la Cina, sono state positive. In caso contrario, ha detto Amherd, non avremmo deciso di organizzare la conferenza.
Oltre cento inviti, ma Russia non ci sarà
Intanto, già questa settimana partiranno gli inviti a oltre cento Paesi, ha sottolineato il consigliere federale ticinese. Quanto alla Russia, quest'ultima ci ha fatto sapere in febbraio che una partecipazione non rientra nei suoi piani, ha detto Cassis rispondendo a una domanda dei giornalisti. Ciò dovrebbe valere anche per la Bielorussia, ha aggiunto, specificando però che gli Stati Uniti - la cui presenza è "essenziale" - ci saranno, ma è troppo presto per dire se sarà presente anche il presidente Joe Biden, ha dichiarato Cassis. Quanto alla conferenza, ha detto Cassis, quest'ultima dovrà offrire una piattaforma per un dialogo sulle possibili vie per giungere a una pace globale, giusta e duratura per l'Ucraina, basata sul diritto internazionale e sullo Statuto delle Nazioni Unite. Il summit dovrà permettere di sviluppare una comprensione comune del quadro favorevole a tale obiettivo e di stabilire una tabella di marcia concreta per la partecipazione di Mosca al processo di pace.
I preparativi
Nell'attesa, fervono i lavori preparatori di cui si occupano una task force del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) diretta dall'ambasciatore Gabriel Lüchinger e un gruppo direttivo interdipartimentale (DFAE, Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, Dipartimento federale di giustizia e polizia e Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca) diretto dallo stesso Ignazio Cassis. La task force si occupa anche degli aspetti necessari in materia di politica di sicurezza e logistica, in collaborazione con le autorità della Confederazione e l'Esercito e con i Cantoni di Nidvaldo, Lucerna e Zurigo. La scelta del luogo è caduta sul Bürgenstock perché è ubicato in un luogo ideale più facile anche da proteggere, ha spiegato l'ambasciatore Gabriel Lüchinger ai media. L'impegno è paragonabile a quanto si fa già oggi per il Forum economico mondiale, ha aggiunto.
Gli antefatti
Nel gennaio scorso, in occasione della visita in Svizzera del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per una serie di colloqui, la presidente della Confederazione Viola Amherd aveva garantito al suo ospite sostegno nell'organizzazione di una conferenza di pace di alto livello in Svizzera. La Confederazione ha successivamente esaminato, in dialogo diretto con numerosi Stati, le possibilità e le vie di un processo di pace. Durante la prima fase esplorativa, la Svizzera ha condotto colloqui con Paesi del G7, l’UE e con rappresentanti del Sud del mondo tra cui Cina, India, Sudafrica, Brasile, Etiopia e Arabia Saudita, ha rammentato Cassis. Anche la Russia è stata contattata, senza successo ha specificato il capo della diplomazia elvetica, che ha ricordato l'incontro del gennaio scorso a New York col ministro degli esteri Sergei Lavorv.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden potrebbe partecipare alla conferenza di pace sull'Ucraina in Svizzera a metà giugno. Lo riporta la NZZ. Secondo delle indiscrezioni, sono attesi leader da 80-100 Paesi provenienti da Europa, Africa, America Latina e Medio Oriente e secondo Bloomberg la conferenza dovrebbe svolgersi il 16 e 17 giugno. Biden potrebbe parteciparvi dopo il vertice dei leader del G7 in Italia in programma dal 13 al 15 giugno.
La Svizzera intende sostenere l'Ucraina stanziando, fino al 2036, una somma globale di 5 miliardi di franchi. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale. Fino al 2028 i fondi per sostenere l’Ucraina (1,5 miliardi) saranno attinti dal bilancio della Cooperazioni internazionale (CI) dopo aver ottenuto l'assenso del Parlamento. Per la fase compresa tra il 2029 e il 2036 il governo intende valutare anche altre fonti di finanziamento (oltre alla CI) per coprire i restanti 3,5 miliardi, precisa una nota governativa odierna.
Un programma di sostegno mirato
Durante la seduta, il Consiglio federale ha inoltre incaricato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di elaborare un programma nazionale comune per l'Ucraina, dotato di meccanismi di controllo ad hoc, che dovrà garantire un sostegno mirato ed efficace orientandosi ai sette principi decisi alla conferenza di Lugano: 1) partenariato, 2) riforme, 3) trasparenza, responsabilità e Stato di diritto, 4) partecipazione democratica, 5) impegno multi-stakeholder, 6) parità di genere e inclusione, 7) sostenibilità. Il DFAE dovrà anche definire - insieme al DEFR e ai dipartimenti interessati - un'organizzazione per la gestione strategica del programma nazionale mediante l'istituzione di un gruppo direttivo interdipartimentale guidato da un delegato o una delegata del Consiglio federale per l'Ucraina soggetto all'approvazione dell'Esecutivo stesso.
Dallo scoppio della guerra stanziati 3 miliardi
Sin dall'inizio della guerra in Ucraina nel febbraio del 2022, la Confederazione si è adoperata per soddisfare i bisogni umanitari della popolazione e sostenere lo sviluppo economico come anche la ricostruzione a lungo termine del Paese. Per queste e altre misure a favore della popolazione ucraina segnata dalla guerra, la Confederazione ha stanziato finora circa 3 miliardi, dei quali quasi 425 milioni provenienti dal bilancio della Cooperazione internazionale e indicativamente 2,5 miliardi dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che li ha impiegati per accogliere e sostenere le persone beneficiarie dello statuto di protezione S in Svizzera.
Quasi 500 miliardi di dollari per ricostruire l'Ucraina
Nell'ambito di un'analisi dei danni e dei bisogni cofinanziata dalla Svizzera, la Banca Mondiale ha stimato che i fondi necessari per la ricostruzione in Ucraina ammontino a 486 miliardi di dollari statunitensi (circa 440 miliardi di franchi). La Confederazione sta già sostenendo progetti nel Paese colpito dal conflitto per ripristinare le infrastrutture civili distrutte nei settori dell'energia elettrica, delle strade e della sanità.
L'ambasciata russa a Berna ha dichiarato che la Russia non ha ricevuto un invito a partecipare a una possibile conferenza di pace sull'Ucraina in Svizzera e che "anche se arrivasse un invito a un evento del genere, la parte russa non lo accetterebbe". Lo riporta l'agenzia Ria Novosti.
L'intelligence militare ucraina (Gur) ha rivendicato un'operazione nella quale è stata data alle fiamme la nave missilistica russa "Serpukhov" nell'exclave russa di Kaliningrad. Lo scrive il "Kyiv Post" citando una fonte del Gur ucraino secondo cui l'imbarcazione ha riportato danni significativi a seguito dell'incendio nell'operazione realizzata ieri.
"È stata un'operazione speciale della Gur. La nave non si sente bene adesso", ha detto la fonte al "Kyiv Post". Ieri, il Gur aveva pubblicato un messaggio su Telegram riferendo dell'incendio della nave, senza tuttavia rivendicare esplicitamente le responsabilità. Secondo quanto riferito, la "Serpukhov" si trovava nella base navale russa nella città di Baltijsk.
Secondo l'intelligence militare, nell'incendio "i mezzi di comunicazione e automazione" della nave "sono stati completamente distrutti". Secondo il Gur, la Serpukhov è una nave russa del progetto 21631 "Buyan-m" ed è dotata di un sistema di lancio verticale per 8 missili da crociera Onyx, Zircon e Kalibr.
La Svizzera appare intenzionata a ospitare una conferenza di pace ad alto livello sull'Ucraina a metà giugno, alla quale saranno invitate a partecipare da 80 a 100 nazioni, per lo più provenienti dal cosiddetto Sud del mondo. Lo riporta Bloomberg, citando persone vicine alla questione.
La conferenza potrebbe svolgersi il 16 e 17 giugno, anche se non è chiaro quanti leader saranno presenti, hanno aggiunto le fonti. Visti i legami con la Russia, un punto dirimente è capire se la Cina parteciperà.
Lo speaker della Camera Mike Johnson si prepara a presentare il suo pacchetto per gli aiuti all'Ucraina, che ha promesso di far votare a breve. I contenuti non sono ancora chiari, così come non è chiaro se Johnson avrà i voti per farlo approvare. Secondo indiscrezioni, lo speaker della Camera separerà gli aiuti all'Ucraina da quelli di Israele così da massimizzare il sostegno dei democratici per Kiev. Un'altra ipotesi è che parte degli aiuti siano concessi sotto forma di prestito e che gli asset russi confiscati siano usati per la ricostruzione dell'Ucraina.
"È necessario dire al Congresso americano che se non aiuta l'Ucraina, l'Ucraina perderà la guerra": lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una riunione video della piattaforma di raccolta fondi United24 organizzata da Kiev.
Zelensky: "Potremmo rimanere senza missili"
"La difesa aerea si sta esaurendo, se i russi continuano a colpire l'Ucraina ogni giorno come hanno fatto nell'ultimo mese, potremmo rimanere senza missili, e i nostri partner lo sanno", ha detto ieri sera alla tv nazionale Zelensky, lanciando il più drammatico avvertimento dopo settimane di incessanti attacchi dell'esercito del Cremlino.
Zelensky: "Mobilitare 300mila persone entro giugno"
Il presidente ucraino ha aggiunto che è necessario mobilitare 300mila persone entro il primo giugno, ma non è sicuro che si riuscirà a farlo. "Il presidente Erdogan vuole mediare, ma la Turchia da sola non basta come mediatore", ha aggiunto.
Un attacco notturno di droni russi contro Kharkiv, la seconda città più grande dell'Ucraina, ha ucciso sei persone e ne ha ferite altre 10. Lo ha detto il sindaco della città. "A partire da questa mattina, ci sono sei morti e 10 feriti a seguito del raid notturno nel distretto di Shevchenkivskyi", ha scritto il sindaco di Kharkiv Igor Terekhov in un post su Telegram, riferendosi alla zona settentrionale della città. Incendi sono scoppiati in diverse aree abitate di Kharkiv, stando alle fotografie pubblicate dalla polizia su Telegram.
Un altro attacco ha preso di mira un villaggio a ovest di Kharkiv ieri sera, ma non sono state segnalate vittime, ha indicato la polizia. L'attacco mortale a Kharkiv è avvenuto mentre l'aeronautica ucraina ha segnalato la presenza di diversi droni russi in tutto il Paese.
Le forze armate russe hanno colpito l'esercito ucraino a sud di Donetsk. Lo ha dichiarato alla Tass il portavoce del ministero della Difesa russo, che specifica che "è stato sventato un tentativo delle forze armate dell'Ucraina di rafforzare le proprie posizioni avanzate" e di aver respinto un attacco dei militari di Kiev. Secondo quanto riferito, l'esercito russo ha colpito la Guardia nazionale ucraina vicino a Uglesborochnaya e Staromayorsky, eliminando nelle ultime 24 ore circa 155 militari e colpendo alcuni mezzi quali un carro armato, un cannone anticarro e sei droni.
Kiev ha affermato di aver distrutto sei aerei russi durante un attacco notturno. Lo ha riferito una fonte della Difesa ucraina all'Afp. Secondo fonti di Rbc- Ukraine, i servizi di intelligence insieme con l'esercito ucraino hanno attaccato l'aeroporto di Morozovsky, nella regione russa di Rostov, distruggendo sei aerei e danneggiando gravemente altri otto. Secondo Unian, sono stati colpiti bombardieri russi di prima linea Su-24, Su-24M e Su-34 di base nell'aeroporto Morozovsky. Si tratterebbe di aerei che la Russia utilizza per sganciare bombe aeree guidate sulle posizioni delle forze armate e sulle città ucraine in prima linea.
È di cinque morti il bilancio di attacchi notturni sulla città di Kharkiv, nel nord dell'Ucraina. Lo ha riferito su Telegram il il sindaco della città, Igor Terekhov, aggiungendo che ci sono almeno sei feriti (uno in condizioni critiche). Sono stati colpiti due quartieri residenziali "densamente popolati". Tra le vittime ci sono tre operatori dell'emergenza, intervenuti sul posto per soccorrere i civili. L'attacco è avvenuto utilizzando i droni Shahed di fabbricazione iraniana.
La Fondazione svizzera di sminamento (FSD) è di nuovo al lavoro in Ucraina dopo l'inverno. Il dispositivo di decontaminazione è stato rafforzato ed esteso a nuove regioni, ha comunicato la FSD in una nota odierna. Entro l'estate, è previsto l'arrivo di nuovi macchinari e di otto cani per coadiuvare le operazioni di sminamento. Si stima che milioni di ordigni esplosivi si trovino ancora nel suolo, ha ricordato la Fondazione in occasione della Giornata internazionale contro le mine. Dall'inizio del conflitto, iniziato due anni fa, più di mille persone sono state uccise o mutilate da tali esplosivi. "Dobbiamo lavorare il più rapidamente possibile", ha dichiarato il direttore della FSD Hansjörg Eberle. Nel giro di un anno, il personale della Fondazione in Ucraina è quadruplicato. Oggi è composto al 90% da ucraini, conta quasi 400 persone e a giugno arriverà a 600. I lavori sono stati estesi alle regioni di Donetsk e Kherson. Con 29 squadre, l'ONG è una delle più grandi organizzazioni di sminamento in Ucraina. L'anno scorso ha decontaminato quasi 330'000 metri quadrati di terreno nel Paese. Una conferenza ministeriale su questo tema si terrà a Ginevra in ottobre.
L'Ucraina ha bisogno di "denaro fresco" per poter vincere la guerra e serve un nuovo quadro per fornire gli aiuti militari a Kiev in modo che siano "prevedibili" e "costanti". Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg aprendo la ministeriale esteri e confermando che i ministri oggi inizieranno a discutere il fondo da 100 miliardi e una struttura di coordinamento Nato. "Dobbiamo affidarci meno ai contributi volontari e più agli impegni dell'alleanza, meno alle offerte a breve termine e più agli impegni pluriennali", ha aggiunto. "Mosca deve capire che non può raggiungere i suoi obiettivi sul campo di battaglia". "Sono lieto che gli alleati continuino a fornire armi, munizioni ed equipaggiamento. Ma l'Ucraina ha esigenze urgenti. Qualsiasi ritardo nel fornire supporto ha conseguenze sul campo di battaglia, quindi dobbiamo modificare le dinamiche del nostro sostegno", ha precisato Stoltenberg.
Fare di più "renderebbe i nostri sforzi più efficienti"
"Pertanto i ministri discuteranno su come la Nato possa assumersi una maggiore responsabilità nel coordinare l'equipaggiamento militare e l'addestramento per l'Ucraina, ancorando il tutto all'interno di un solido quadro istituzionale alleato. Discuteremo anche di un impegno finanziario pluriennale per reggere il nostro sostegno. Questa riunione ministeriale getterà le basi per raggiungere un consenso su questi temi mentre ci prepariamo al vertice di Washington. Gli alleati della Nato forniscono il 99% di tutto il supporto militare all'Ucraina: quindi fare di più nell'ambito della Nato renderebbe i nostri sforzi più efficienti ed efficaci". "Gli amici della Russia in Asia - ha detto Stoltenberg - sono fondamentali per la continuazione della guerra: la Cina sostiene l'economia di guerra della Russia e in cambio Mosca ipoteca il suo futuro a Pechino. La Corea del Nord e l'Iran consegnano ingenti forniture di armi e munizioni e Pyongyang e Teheran in cambio ricevono tecnologia e forniture russe che avanzano le loro capacità missilistiche e nucleari".
Una fonte dell'intelligence militare ucraina ha riferito al Guardian che "nella prima metà del 2024 sarà messo in atto il terzo tentativo per far saltare in aria il ponte di Kerch", che collega la Crimea annessa unilateralmente da Mosca dieci anni fa alla Russia. "La sua distruzione è inevitabile", ha riferito la fonte. Per Kiev, il ponte è un simbolo odiato dell'annessione del Cremlino. La sua distruzione rafforzerebbe la campagna dell'Ucraina per liberare la Crimea e solleverebbe il morale dentro e fuori dal campo di battaglia, dove le forze di Kiev si trovano in forte difficoltà. Non è chiaro come si svilupperebbe l'attacco ucraino e ci sono seri dubbi sulla capacità del Gur di portare a termine un'operazione speciale contro un obiettivo così ben difeso e ovvio. Ma il Gur (Direzione dell'intelligence militare ucraina) ritiene di potercela fare: "Lo faremo nella prima metà del 2024", ha detto un funzionario, aggiungendo che Kyrylo Budanov, capo della principale direzione dell'intelligence, ha già "la maggior parte dei mezzi per raggiungere questo obiettivo". Il piano sarebbe stato approvato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato la legge che abbassa l'età per il reclutamento nelle forze armate: d'ora in avanti potrà avvenire a partire dai 25 anni, non più da 27. Lo rendo noto i media di Kiev.
Mosca insiste sulla pista ucraina nel "sanguinoso attacco terroristico del 22 marzo al Crocus City Hall", sottolineando che "non è il primo contro il nostro Paese negli ultimi tempi".
Il servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu)
Lo ha affermato il ministero degli Esteri russo, secondo quanto riporta la Tass, ribadendo che "gli investigatori hanno trovato prove". Le autorità russe hanno chiesto a Kiev l'arresto e l'estradizione di coloro che sono coinvolti in questi "attacchi". Tra cui "il capo della Sbu Vasiily Malyuk, che ha riconosciuto che l'Ucraina aveva organizzato l'attacco al ponte di Crimea a ottobre 2022 e rivelato dettagli di altri attacchi terroristici in Russia".
Parigi intende fornire centinaia di mezzi blindati e di missili all'Ucraina per difendersi dall'invasione russa, secondo quanto scrive Le Monde a proposito di un'intervista stampa del ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu.
Le dichiarazioni di Lecornu
Si tratta, ha dichiarato Lecornu - citato anche dai media ucraini - di "blindati vecchi" ma "ancora funzionanti" e di "missili Aster", un sistema di difesa antiaereo che il ministro assicura essere equivalente ai patriot americani, da lanciare su dispositivi Samp/T Mamba.
I veicoli blindati Vab francesi
"Per tenere una linea del fronte così grande, l'esercito ucraino ha bisogno, per esempio, dei nostri veicoli blindati Vab: è assolutamente cruciale per la mobilità delle truppe", spiega il ministro francese, precisando che si può parlare di trasferirne "centinaia fra il 2024 e l'inizio del 2025". I Vab, aggiunge, sono vecchi di 40 anni e la Francia intende rimpiazzarli con i blindati di nuova generazione Griffon.
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per l'arruolamento obbligatorio nelle forze armate per il periodo da aprile a luglio. Il provvedimento, scrive l'agenzia Tass, riguarda tutti i cittadini della Federazione russa fra i 18 e i 30 anni che non sono nella riserva e che sono soggetti alla leva militare.
147mila coscritti combatteranno in Ucraina
Si tratta, scrive Tass, di 147mila coscritti, che entro l'estate saranno arruolati e inviati presumibilmente a combattere in Ucraina. Si prevede anche il congedo per i militari che abbiano completato il servizio. Secondo dati ufficiali, in autunno erano stati arruolati per un anno in 130'000.
Le forze di Kiev affermano che sette droni da combattimento russi sono stati distrutti stanotte nelle regioni ucraine di Dnipropetrovsk, Odessa e Kherson.
"Il nemico ha nuovamente preso di mira le infrastrutture energetiche. Il lavoro di combattimento delle forze di difesa aerea è durato più di tre ore. I droni Shahed-131/136 hanno manovrato in diverse aree", si legge in un comunicato su Telegram. "Non sono stati segnalati danni critici o vittime", viene specificato.
Stando a Filip Pronin, capo dell'amministrazione militare della locale, diversi droni hanno colpito infrastrutture durante un attacco notturno nella regione di Poltava nell'Ucraina centrale. Lo riferisce in un post su Telegram stando a quanto scrive Ukrinform.
"Notte agitata nella regione di Poltava. Il nemico ha attaccato ancora una volta la nostra regione con droni. Ci sono stati diversi colpi ad un'infrastruttura nella regione di Poltava", ha detto Pronin, secondo cui nell'attacco non sono rimaste ferite persone.
"Durante la notte l'esercito russo ha lanciato un potente attacco missilistico contro le strutture energetiche dell'Ucraina", ha riferito il comandante dell'aeronautica Mykola Oleschuk affermando che la difesa ha abbattuto 84 obiettivi su 99. Le truppe del Cremlino hanno attaccato con 60 droni, 3 missili aerobalistici X-47M2 Kinzhal, 2 missili balistici Iskander-M, 9 missili aerei guidati X-59, 4 missili da crociera Iskander-K, 21 missili da crociera X-101-X-555. Il ministero dell'Energia ha reso noto su Telegram che "le centrali termiche e idroelettriche nelle regioni centrali e occidentali sono state danneggiate". L'azienda ucraina dell'Energia Dtek ha reso noto su Telegram che tre centrali termoelettriche sono state gravemente danneggiate dall'attacco russo durante la notte nelle regioni di Dnepropetrovsk, Poltava e Cherkasy: "Gli obiettivi degli attacchi con droni e missili erano soprattutto impianti di produzione di elettricità". Varsavia ha riferito di una maggiore sorveglianza dello spazio aereo polacco in seguito al pesante attacco russo all'Ucraina nella notte. Il comando operativo delle forze armate polacche ha fatto decollare i suoi aerei e quelli alleati e ha avvertito i cittadini: " Questa notte c'è un'intensa attività da parte dell'aviazione a lungo raggio della Federazione Russa associata ad attacchi missilistici su obiettivi situati nel territorio dell'Ucraina. Sono state avviate tutte le procedure necessarie per garantire la sicurezza dello spazio aereo polacco", come riportano i media ucraini.
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito una "totale assurdità" le accuse secondo cui la Russia sta pianificando di invadere l'Europa. Lo riporta l'agenzia di stampa Tass. "Per quanto riguarda l'accusa secondo cui stiamo progettando di invadere l'Europa dopo l'Ucraina, si tratta di una totale assurdità intesa esclusivamente a intimidire la popolazione per farle pagare più soldi", ha detto Putin in un incontro con i piloti dell'aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver. Questa narrazione si svolge "in un contesto di crisi economica e di deterioramento del tenore di vita - ha continuato il presidente russo -. Hanno bisogno di giustificarsi, quindi stanno intimidendo la loro popolazione con una potenziale minaccia russa mentre cercano di espandere la loro dittatura al mondo intero".
"Se verranno utilizzati da aeroporti di paesi terzi, per noi saranno un obiettivo legittimo: non importa dove si trovino", ha detto Putin in un incontro coi piloti dell'aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver. Il presidente russo ha quindi avvertito che la Russia terrà conto del fatto che gli F-16 possono trasportare armi nucleari. "Dobbiamo tenerne conto durante la pianificazione" delle operazioni di combattimento, ha affermato Putin. Lo zar ha quindi assicurato che l'eventuale fornitura di F-16 all'Ucraina "non cambierà la situazione sul campo di battaglia", poiché la Russia "li distruggerà come già sta facendo con i carri armati e le altre altre armi" occidentali.
Secondo l'esercito polacco uno dei missili da crociera lanciati dalla Russia durante l'attacco notturno contro l'Ucraina ha violato brevemente lo spazio aereo della Polonia. "L'oggetto è entrato nello spazio polacco vicino alla città di Oserdow e vi è rimasto per 39 secondi", hanno riferito le forze armate di Varsavia sulla piattaforma social X scrive Sky News. "Durante l'intero volo è stato osservato dai sistemi radar militari." In precedenza, l'esercito aveva affermato che aerei polacchi e alleati erano stati attivati durante l'attacco per salvaguardare lo spazio aereo della Polonia. Varsavia chiederà spiegazioni alla Russia per "una nuova violazione del suo spazio aereo ".
La Russia ha attaccato l'Ucraina nella notte con 14 bombardieri strategici Tu-95MS decollati dalla base di Olenya, nella penisola di Kola: lo ha reso noto l'Aeronautica militare, come riporta Ukrainska Pravda. L'allerta aerea è durata più di due ore e diversi gruppi di missili sono stati lanciati in direzione della regione di Leopoli, nell'Ucraina occidentale. Le forze russe hanno lanciato all'alba attacchi aerei su Kiev e sulla regione di Leopoli, nell'Ucraina occidentale, hanno reso noto funzionari locali. Dal canto loro le forze ucraine hanno abbattuto nella notte circa 10 missili russi su Kiev e nelle vicinanze della capitale: lo ha reso noto su Telegram l'amministrazione militare della capitale, come riporta Ukrinform.
L'esercito russo ha dichiarato di aver preso il controllo del villaggio ucraino di Ivanivske, vicino a Bakhmut, nell'Ucraina orientale, il che costituirebbe una nuova avanzata in un'area importante dove la Russia è all'offensiva da tempo. Le forze di Mosca hanno "liberato il villaggio di Krasnoye", l'antico nome russo della città di Ivanivske, ha detto il ministero della Difesa russo. Alla fine di febbraio, l'Ucraina ha riferito di pesanti combattimenti nella zona, con i soldati russi che cercavano di avanzare verso la città chiave di Chasiv Yar da Bakhmut, occupata dal maggio 2023.
Il Consiglio d'Europa ha aperto a Kiev un nuovo ufficio per registrare e fare la conta dei danni causati dall'aggressione russa. L'inaugurazione è avvenuta in occasione della visita compiuta in Ucraina del presidente del Comitato dei ministri, Dominique Hasler, e dalla segretaria generale dell'organizzazione paneuropea Marija Pejčinović Burić.
"Un primo importante passo"
L'apertura del nuovo ufficio - si legge in una nota del Consiglio d'Europa - rappresenta un primo passo importante dell'azione avviata dalla comunità internazionale per arrivare a un meccanismo di compensazione dei danni subiti dall'Ucraina a causa dell'aggressione russa. Per assicurare l'effettivo svolgimento di questa funzione è indispensabile agire ed essere presenti direttamente nel Paese raccogliendo sul posto le prove di quanto accaduto. Durante la loro visita i rappresentanti del Consiglio d'Europa hanno incontrato tra gli altri il presidente ucraino Zelensky con il quale hanno parlato anche della necessità di accertare le responsabilità della Russia per i crimini commessi in Ucraina e la deportazione illegale dei bambini ucraini. Hasler e Burić si sono recati anche nella città di Bucha per rendersi conto di persona delle conseguenze dell'occupazione russa e rendere omaggio alle vittime che questa ha causato.
"L'esercito russo ha lanciato nella notte il più grande attacco alle strutture energetiche ucraine dallo scorso anno", ha fatto sapere il ministro dell'Energia ucraino Galushchenko. Nelle regioni orientali e nord-orientali sono stati colpiti e danneggiati vari impianti di produzione di energia e sistemi di trasmissione e distribuzione, il che ha causato blackout in diverse regioni. Stando a quanto riporta il Guardian, dopo gli attacchi aerei russi della notte, più di 1 milione di cittadini in tutta l'Ucraina sono rimasti senza corrente. Secondo l'aeronautica militare ucraina, l'esercito russo ha attaccato le strutture energetiche ucraine con 12 missili balistici che hanno preso di mira 151 obiettivi. I raid hanno colpito circa 700'000 residenti nella regione di Kharkiv, almeno 200'000 ciascuno nelle regioni meridionali di Odessa e sud-orientali di Dnipropetrovsk e 110'000 nella regione di Poltava, secondo Oleksiy Kuleba , vice capo dell'amministrazione presidenziale.
Riparata la corrente a Zaporizhzhia
La centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, si è trovata sull'orlo del blackout: durante un attacco missilistico russo nelle prime ore del mattino la linea esterna che collega la centrale con il sistema energetico unificato dell'Ucraina è stata disconnessa. I tecnici ucraini hanno ripristinato la linea di alimentazione della centrale nucleare danneggiata dai bombardamenti, ha poi riferito l'agenzia ucraina Energoatom nel corso della mattinata su Telegram: "Al momento, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è di nuovo collegata con due linee elettriche". "Una situazione del genere è estremamente pericolosa e minaccia una situazione di emergenza. Se l'ultima linea di comunicazione con la rete elettrica viene interrotta, la centrale si troverà in un altro blackout", aveva precedentemente dichiarato Petro Kotin, capo di Energoatom.
Colpita anche centrale idroelettrica del Dnipro
L'esercito russo ha bombardato anche la centrale idroelettrica del Dnipro, la circolazione sul ponte stradale della diga è stata bloccata: ha riferito il consigliere del sindaco di Mariupol Pyotr Andryushchenko, aggiungendo che un missile russo ha colpito un filobus pieno di operai che attraversava la diga, decine di persone sono rimaste ferite. "Non c'è pericolo che la diga possa collassare", ha precisato Ukridroenergo.
Diverse vittime civili
Almeno 3 persone sono state uccise, 16 persone sono rimaste ferite e 3 sono considerate disperse a seguito del massiccio attacco russo contro l'Ucraina nella notte, ha riferito su Telegram il capo del dipartimento di polizia di Zaporizhzhia Ivan Fedorov. A Khmelnytsky, in Ucraina occidentale, 2 persone sono morte e 8 sono rimaste ferite nei bombardamenti, ha riferito a sia volta il ministro degli Interni ucraino Igor Klymenko, citato da Ukrainska Pravda. "Questa mattina, il nemico ha attaccato le infrastrutture, si registrano la distruzione di edifici residenziali e vittime civili. Zaporizhzhia, Khmelnytskyi, Odessa, Dnipropetrovsk, Poltava, Mykolaiv, Vinnytsia, Leopoli e Ivano-Frankivsk sono state colpite dal nemico", ha scritto Klymenko su Telegram indicando che le informazioni sulle vittime e i feriti saranno resi noti più tardi.
"Stanotte ci hanno bombardato a Kharkiv". È questo il messaggio inviatoci questa mattina all'alba da Giacomo Della Pietra, uno dei due ticinesi in missione umanitaria in Ucraina. "La sveglia è risuonata alle 3:50 locali, mentre i bombardamenti sono iniziati alle 4:30. Proprio in quel momento stavamo per iniziare il nostro viaggio di rientro verso casa, perché ieri si è conclusa la nostra missione. Abbiamo contato circa 15 esplosioni in un quarto d'ora e le abbiamo sentite tutte, tutte quante. È stato il più massiccio attacco degli ultimi tempi a delle infrastrutture elettriche", continua a spiegarci. Allegato al messaggio alcuni video girati dal loro alloggio, dove si vedono le esplosioni illuminare la notte ucraina. "Alle esplosioni seguivano i classici flash dei bombardamenti e poi si vedevano gli incendi che si sono sviluppati subito dopo. Le bombe sono scoppiate a poche centinaia di metri da noi, alcune hanno fatto tremare i vetri della casa in cui ci trovavamo".
"Abbiamo cercato di proteggerci nel miglior modo possibile"
In questi casi, continua a raccontarci, "si cerca di trovare rifugio in un bunker, ma purtroppo non tutte le case ne hanno uno. Quindi si fa attenzione, cercando di tenersi lontano dai vetri e contro un muro interno, abbassati, così da evitare le schegge. Abbiamo cercato di proteggerci nel miglior modo possibile".
Il ministro dell'energia: "Vogliono il crollo del sistema energetico"
Passata la notte si vedono i risultati dell'attacco missilistico. Un altro video inviatoci mostra una colonna di fumo nero alzarsi da una zona "vicino a una centrale elettrica. Mentre uscivamo da Kharkiv abbiamo visto gli incendi in prima persona". La conferma dell'attacco è giunta via social dal ministro dell'Energia Herman Galushchenko, come riportano i media di Kiev. "L'esercito russo ha lanciato nella notte il più grande attacco alle strutture energetiche ucraine dallo scorso anno. L'obiettivo non è solo danneggiare, ma riprovare come l'anno scorso, a causare un crollo del sistema energetico del Paese. Sono stati colpiti e danneggiati nelle regioni orientali, nord-orientali e centrali gli impianti di produzione di energia, a sistemi di trasmissione e distribuzione. Ci sono blackout in diverse regioni. È stata una notte difficile", ha detto.
"Sono grato agli Stati Uniti per aver sostenuto il nostro Paese e il nostro popolo. È fondamentale che la leadership americana rimanga salda nella protezione dell'ordine internazionale". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui social dopo l'incontro, definito "significativo e mirato", con il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, a Kiev. "Dobbiamo essere resilienti a tutti i tipi di sfide e le nostre azioni devono essere di vasta portata. Dobbiamo sconfiggere Putin invece di permettere che vi siano dubbi sulla determinazione dell'Occidente a favorire questo pazzo. Putin deve perdere. E' una situazione di vita o di morte per il mondo democratico. Quando perderà, il mondo democratico acquisirà una prospettiva positiva per le generazioni a venire", ha concluso Zelensky.
Gli averi depositati in Svizzera da un ex viceministro russo dell'agricoltura restano congelati. Lo ha stabilito il Tribunale federale (TF), accogliendo un ricorso dell'Ufficio federale di giustizia (UFG). L'uomo è accusato da Mosca di aver sottratto 1 miliardo di rubli (circa 15 milioni di franchi) alla società statale Rosagroleasing.
Blocco precedente alla guerra
Lo scorso mese di settembre, il Tribunale penale federale (TPF) aveva accettato la richiesta di sblocco dei fondi inoltrata dal diretto interessato. La corte aveva ritenuto che il mantenimento della misura, ordinata nel 2015 su domanda della Russia, fosse incompatibile con l'imperativo di celerità e con la garanzia della proprietà. Aveva inoltre ricordato come l'assistenza giudiziaria con Mosca fosse sospesa a causa dell'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022.
Il Tribunale cambia idea
In una sentenza pubblicata oggi, mercoledì, però, il TF si è schierato dalla parte dell'UFG, esprimendosi contro lo scongelamento dei beni, il cui valore si aggirerebbe intorno a 97'000 euro. La massima istanza ha constatato che non ci sono motivi per opporsi all'assistenza giudiziaria. In quanto rifugiato nel Regno Unito, il russo non ha fatto valere una violazione dei diritti procedurali in patria. I giudici di Mon Repos hanno riconosciuto che un blocco lungo oltre otto anni lede i diritti dell'interessato. Tuttavia, una revoca del provvedimento renderebbe molto difficile, se non impossibile, un sequestro nel caso in cui l'assistenza con la Russia dovesse riprendere e portare a tale misura.
L'inchiesta contro l'ex viceministro
Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un'inchiesta contro l'ex viceministro nel 2013 a seguito della segnalazione di una banca all'Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS). Secondo i media russi, il protagonista della vicenda sarebbe Alexei Bazhanov. A questo procedimento si sono aggiunte le richieste di assistenza da parte dei russi. Prendendo atto delle indagini condotte nello Stato in questione, la procura federale ha chiuso la propria.
Mancata collaborazione con Mosca
Il caso Bazhanov fa parte di un più ampio scandalo in seno al Ministero russo dell'agricoltura. A causa dell'assenza di collaborazione da Mosca, nel 2017 l'MPC ha terminato l'indagine per riciclaggio di denaro nei confronti dell'ex ministra dell'agricoltura Yelena Skrynnik, vicina al presidente Vladimir Putin.
(Sentenza 1C_543/2023 del 7 marzo 2024)
"Ci stiamo preparando per una riunione del Consiglio europeo e per importanti decisioni europee quest'anno" e in questo senso, "è fondamentale per noi in Ucraina e per l'intera Europa che i negoziati reali sull'adesione dell'Ucraina inizino senza indugio a giugno. Ciò invierà il giusto segnale politico che l'Europa è abbastanza forte da resistere alla pressione russa". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. In merito all'incontro di ieri del Gruppo di contatto sull'Ucraina presso la base aerea statunitense di Ramstein, in Germania, Zelensky ha parlato di una riunione "produttiva", sottolineando che "ci saranno nuovi pacchetti di difesa, inclusa la scarsa artiglieria. Nuovi Stati si uniscono all'iniziativa della Repubblica ceca per l'acquisto di munizioni" mentre "resta ovviamente invariata la priorità per la difesa aerea, la guerra elettronica e i droni".
Un drone kamikaze ha attaccato una base militare in Transnistria, la regione separatista filo-russa in Moldavia. Le autorità locali che accusano l'Ucraina.
Sui social
Alcune immagini rilanciate sui social dai media della regione mostrano i resti di un elicottero che sarebbe stato distrutto nell'attacco. Secondo il primo canale della tv locale, a seguito dell'esplosione è scoppiato un incendio nella base a Tiraspol, capitale della regione separatista. Per ora non sono segnalate vittime.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condannato l'attacco missilistico "ignobile" lanciato dalla Russia a Odessa che, stando ai servizi statali di emergenza, ha causato 20 morti e oltre 70 feriti. "Proprio adesso a Odessa, le operazioni di soccorso e assistenza sono ancora in corso dopo l'attacco missilistico russo, un attacco molto crudele da parte di questa feccia: due missili, e il secondo quando soccorritori e medici sono arrivati sul luogo dell'impatto", ha detto Zelensky nel consueto discorso serale su Telegram. "Tra i morti e i feriti ci sono paramedici, soccorritori del Servizio di emergenza statale", ha aggiunto. Il leader ucraino ha spiegato inoltre che "la ricerca delle persone sotto le macerie" continua.
La situazione sul fronte
"Più la Russia perde più vicina sarà la fine di questa guerra", ha aggiunto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram, riporta The Kyiv Independent. Zelensky ha poi precisato di aver incontrato i rappresentanti dell'industria della difesa, del governo e di altre istituzioni per discutere della produzione di droni tecnologicamente avanzati per future operazioni di combattimento. "Abbiamo questo tipo di armi in Ucraina, ma devono avere una portata più lunga, maggiore massa ed essere più potenti", ha aggiunto, sottolineando che nessuno degli attacchi terroristici russi sarà lasciato "senza risposta".
Il dissidente russo Orlov, premio Nobel nel 2022, in prigione dopo una condanna a due anni e mezzo, dice di aver rifiutato il contratto per combattere in Ucraina. Lo riferisce l'organizzazione di difesa dei diritti.
Un accordo per combattere in Ucraina
Orlov, 70 anni, ha dichiarato che durante la detenzione ha rifiutato l'offerta dell'esercito di essere inviato in Ucraina. "Questo tipo di accordo (di andare in Ucraina, ndr.) viene offerto a tutti i nuovi detenuti", ha dichiarato in un comunicato l'ong Memorial, per la quale Orlov lavorava. La Russia offre contratti militari ai detenuti in cambio di un rilascio anticipato se sopravvivono ai combattimenti.
Emmanuel Macron "rivendica" le sue affermazioni sulle truppe in Ucraina, pronunciate come "ipotesi futura" dieci giorni fa. Nell'intervista a reti unificate di questa sera ai principali telegiornali, il presidente francese ha ribadito: "Noi abbiamo un obiettivo: la Russia non può e non deve vincere". "Se le cose dovessero degenerare - ha continuato Macron - sarebbe ancora una volta soltanto responsabilità della Russia". Macron ha continuato sull'ipotesi evocata delle truppe europee in Ucraina: "Non siamo sicuri di farlo - ha detto -, non siamo attualmente in questa situazione, ma per il momento non escludiamo questa opzione". "Rivendico di evocare questa possibilità - ha continuato il presidente - abbiamo messo troppi limiti al nostro vocabolario. Non siamo in un'escalation. Non siamo in guerra contro la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere".
"Spetta ai cittadini russi decidere sul futuro del paese partecipando alle prossime elezioni presidenziali". Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un discorso video alla nazione. Lo riporta la Tass. "Solo voi, cittadini russi, potete decidere del futuro della patria - ha aggiunto il leader del Cremlino -. Vorrei sottolineare che l'unica fonte di potere nel nostro paese è il popolo. Questa è la disposizione giuridica fondamentale sancita dalla Costituzione russa". "Abbiamo bisogno di confermare la nostra posizione e la nostra determinazione ad andare avanti insieme. Ogni voto conta. Ecco perché vi invito a realizzare il vostro diritto di voto nei prossimi tre giorni", ha affermato il leader del Cremlino in un discorso video alla vigilia dell'appuntamento alle urne del 15-17 marzo.
Dare prova di patriottismo
Putin ha invitato i cittadini a dare prova di "patriottismo" e ad andare alle urne. "Andate ai seggi elettorali ad esprimere la vostra posizione civica e patriottica, a votare per il vostro candidato, per il futuro di successo della nostra Russia che amiamo", ha detto alla vigilia delle presidenziali, come riporta Interfax. "Spetta solo a voi, cittadini russi, determinare il futuro della patria. Non solo dovrete dare il vostro voto, ma dichiarare con fermezza la vostra volontà e aspirazioni, il vostro ruolo personale nell'ulteriore sviluppo della Russia (...) Perché le elezioni sono un passo verso il futuro". Putin si è rivolto alla nazione prima delle elezioni federali otto volte: nel 2000, 2004, 2016, 2018 (due volte prima delle elezioni presidenziali e dopo averne annunciato i risultati), nel 2021 e nel 2020 prima del referendum nazionale sugli emendamenti costituzionali.
"Non c'è nessuna indicazione che la Russia voglia usare l'arma nucleare contro l'Ucraina". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre a bordo dell'Air Force One che sta portando Joe Biden a Milwaukee. "Non abbiamo alcun motivo per modificare la nostra postura nucleare, né alcuna indicazione che la Russia si stia preparando a usare un'arma nucleare in Ucraina", ha detto Jean-Pierre ai giornalisti sull'Air Force One.
Fumata bianca al comitato dei rappresentanti permanenti presso l'Ue (Coreper) sull'approvazione della Ukraine Assistance Facility (UAF) per fornire aiuti militari urgenti a Kiev. La misura, che vale 5 miliardi di euro per il 2024, è frutto di un compromesso e prevede la possibilità di acquistare armi - e ottenere i rimborsi dal fondo - sul mercato internazionale qualora l'industria europea non sia in grado di evadere rapidamente gli ordini. L'UAF rientra all'interno del Fondo Europeo per la Pace (EPF).
Le reazioni
Le reazioni non si sono fatte attender. "Ce l'abbiamo fatta: il Coreper ha raggiunto un accordo sul Fondo di assistenza all'Ucraina. Il Fondo ci consentirà di aumentare il nostro sostegno militare all'Ucraina con altri 5 miliardi di euro. Il messaggio è chiaro: sosterremo Kiev con tutto ciò che è necessario per prevalere", ha scritto su X l'alto rappresentante Ue Josep Borrell. Intanto, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito oggi il suo no all'invio di missili da crociera Taurus a Kiev. "La ponderazione non è qualcosa che può essere qualificata come debolezza come fanno alcuni, è invece ciò a cui i cittadini di questo Paese hanno diritto", ha detto Scholz in Parlamento, rispondendo ai suoi critici. Il cancelliere ha poi ripetuto che "per me è fuori questione fornire sistemi d'arma ad ampio raggio che possono essere consegnati in modo sensato solo se comportano anche l'impiego di soldati tedeschi, anche al di fuori dell'Ucraina. È una linea che io, come Cancelliere, non voglio superare".
L'ambasciatrice elvetica in Russia, Krystyna Marty Lang, è stata convocata oggi al ministero degli esteri per ricevere una nota di protesta di Mosca in merito alla "decisione del parlamento svizzero di avviare le procedure legali per un meccanismo che permetterebbe di confiscare i beni statali russi nella Confederazione svizzera". Lo riferisce in una nota il ministero degli esteri, sottolineando che la Russia "condanna con forza questo passo che viola grossolanamente i principi fondamentali e le norme della legge internazionale riguardanti l'immunità degli Stati". "Ogni violazione della proprietà statale russa", ha avvisato la diplomazia di Mosca, rappresenterebbe "un furto di Stato" e "misure di ritorsione da parte russa sarebbero inevitabili".
Le decisioni parlamentari
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato a Keystone-ATS la convocazione dell'ambasciatrice in relazione alla decisione parlamentare. Il Consiglio degli Stati ha deciso lo scorso giovedì che la Svizzera deve inserirsi nel dibattito sulla base giuridica internazionale per la confisca dei beni statali russi. Il Nazionale aveva affrontato il tema in autunno, approvando le relative mozioni. In poche parole, i patrimoni riconducibili allo Stato russo dovrebbero poter essere sequestrati per servire alla ricostruzione dell'Ucraina. I danni causati alle infrastrutture ucraine sono stimati dalla Banca Mondiale intorno ai 2000 miliardi di dollari.
Secondo diversi organi di stampa, tra cui il quotidiano filo-regime Izvestia, è caduta la testa del capo della Marina, l'ammiraglio Nikolai Yevmenov, che è stato sostituito dal suo pari grado Alexander Moiseev. Dopo l'uscita di scena di Sergei Surovikin, l'anno scorso, un altro terremoto avrebbe quindi scosso i vertici delle forze armate russe. Il Cremlino non ha confermato, ma neanche smentito, limitandosi a riferire che una nuova nomina viene annunciata con un decreto presidenziale. Se la notizia fosse confermata, sarebbe il segnale che Vladimir Putin vuole un cambio di passo nel Mar Nero, dove Kiev continua ad affondare navi nemiche.
Le cause del cambiamento
Il 61enne Yevmenov era stato nominato capo della Marina nel maggio 2019. Il suo licenziamento, ha riferito il sito indipendente Fontanka, è stato deciso a causa della "completa paralisi" della leadership della flotta di fronte ai riusciti attacchi ucraini con droni in Crimea. Motivazione confermata anche da blogger militari russi, di solito ben informati sulle dinamiche interne alle forze armate. Dmitry Peskov, interpellato sulla questione dai giornalisti, ha spiegato che "non ci sono stati ordini pubblici in merito". Il portavoce del Cremlino ha detto anche che "ci sono ordini classificati che non posso commentare".
Cosa potrebbe significare
In caso di conferma, la rimozione del capo della Marina rappresenterebbe il più grande cambiamento ai vertici militari russi dal siluramento del capo delle forze aeree, il generale Surovikin. Il "macellaio di Aleppo" era caduto in disgrazia l'estate scorsa, finendo anche agli arresti, perché secondo fonti d'intelligence occidentali era sospettato di avere sostenuto Yevgeny Prigozhin durante il tentato golpe. Lo stesso Surovikin era stato rimpiazzato in precedenza da Valery Gerasimov alla guida dell'intera operazione militare in Ucraina. Anche in quell'occasione, Putin aveva deciso che era arrivato il momento di imprimere una svolta.
La situazione sul Mar Nero
Il nuovo capo della Marina, l'ammiraglio Moiseyev (che guidava la flotta settentrionale prima di essere promosso), dovrà fare i conti con una situazione non semplice. Le forze ucraine, dall'inizio della guerra, hanno rivendicato di aver distrutto decine di navi russe nel Mar Nero, inclusa l'ammiraglia Moskva, fiore all'occhiello della flotta. E le operazioni si sono intensificate in questa fase delle ostilità: il pattugliatore Sergiy Kotov è colato a picco nelle acque della Crimea occupata appena una settimana fa. Questi successi sono motivo di imbarazzo per Mosca, che è stata costretta a spostare le imbarcazioni dalla storica base di Sebastopoli al porto di Novorossiysk, più a est. I problemi della Russia nella guerra navale sono in netta controtendenza rispetto ai ritrovati successi dell'Armata nell'offensiva di terra, anche se nelle ultime ore Volodymyr Zelensky ha ostentato ottimismo anche su questo fronte. L'avanzata del nemico, secondo il leader ucraino, "è stata fermata", e le forze di difesa starebbero costruendo ben mille chilometri di fortificazioni.
"La resa non significa pace, dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina". Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso del punto stampa con il premier svedese Ulf Kristersson per la cerimonia d'ingresso di Stoccolma nell'alleanza. "Il presidente Putin ha iniziato questa guerra e potrebbe porvi fine oggi, ma l'Ucraina non ha questa possibilità. Dobbiamo continuare a rafforzare l'Ucraina per dimostrare a Putin che non otterrà ciò che vuole sul campo di battaglia, ma deve sedersi e negoziare una soluzione in cui l'Ucraina sia riconosciuta e prevalga come nazione sovrana e indipendente", ha aggiunto. "Oggi torniamo a casa, c'è un forte sostegno da parte del Parlamento e del nostro popolo per l'ingresso nella Nato: Mosca resterà una minaccia per la regione per il prevedibile futuro", ha detto dal canto suo il premier svedese Ulf Kristersson nel corso del punto stampa con Jens Stoltenberg. "Il nostro impegno verso la Nato è a 360 gradi, siamo orgogliosi di essere dentro, ma non vediamo al momento la necessità di ospitare armi nucleari sul nostro territorio in tempo di pace", ha sottolineato.
L'appello del Papa per una soluzione negoziata in Ucraina "è abbastanza comprensibile", ma Kiev continua a rifiutare una tale ipotesi. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax. "In generale - ha detto Peskov - l'idea che il Papa ha affermato, ovviamente, è abbastanza comprensibile. Si è espresso a favore dei negoziati. Sapete che il nostro presidente ha ripetutamente parlato della nostra disponibilità e apertura a risolvere i nostri problemi attraverso i negoziati. E questo è preferibile". Tuttavia, ha aggiunto, "sfortunatamente, sia le dichiarazioni del Papa che le ripetute dichiarazioni delle altre parti, compresa la nostra, sono state recentemente accolte con un rifiuto assolutamente severo da parte del regime di Kiev, e non consentono la possibilità di condurre alcun negoziato". Il portavoce del Cremlino, comunque, ha detto di ritenere che nelle dichiarazioni del pontefice "c'era un contesto più ampio" rispetto a quello di un invito a Kiev ad alzare "bandiera bianca".
Speculazioni su armi nucleari
Peskov ha poi definito "speculazioni" che non meritano alcun commento le notizie uscite nei giorni scorsi negli Usa, e riprese dal New York Times, secondo le quali nell'ottobre del 2022 la Russia era pronta ad utilizzare armi nucleari tattiche in Ucraina. Lo riporta la Tass. Lo scenario è stato evocato in un libro del corrispondente dalla Casa Bianca David Sanger. Intanto, c'è una "possibilità realistica" che i cittadini dei territori ucraini temporaneamente controllati da Mosca (tct) ancora privi di passaporto russo dopo la scadenza del primo luglio prossimo saranno deportati o arrestati: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento di intelligence. Secondo il ministero dell'Interno russo, riporta il rapporto pubblicato su X, circa 2,8 milioni di residenti nei tct hanno già ricevuto il passaporto russo e perciò hanno diritto a tutti i servizi in queste regioni, inclusi i servizi sociali e sanitari.
Residenti tct senza passaporto russo
Lo scorso aprile, ricorda Londra, il presidente russo Vladimir Putin ha emesso un decreto secondo cui i residenti dei tct che rifiutano il passaporto russo saranno considerati stranieri o apolidi. E queste persone hanno il diritto di vivere nei tct solo fino al primo luglio 2024. Gli analisti britannici ricordano inoltre che di recente il vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha affermato che questi individui potrebbero essere deportati in remote parti della Russia. Il Cremlino sta portato avanti un'inflessibile politica di "russificazione" nei tct, osserva il rapporto, sottolineando che secondo un altro decreto emesso il 26 febbraio scorso, i tct diventeranno adesso parte del Distretto militare russo meridionale. Mosca "vuole rendere irreversibile l'integrazione dei tct nella Federazione Russa", conclude Londra.
Un drone è stato abbattuto nella regione nordoccidentale di Leningrado, in Russia. Lo ha detto il governatore della regione russa Alexander Drozdenko citato dalla Tass, spiegando che lo spazio aereo era stato chiuso dopo l'avvistamento del velivolo senza pilota.
L'aeroporto ha ripreso le operazioni subito dopo l'operazione
Subito dopo l'agenzia russa del trasporto aereo ha reso noto che l'aeroporto di San Pietroburgo ha ripreso le operazioni. In precedenza i media russi avevano parlato di un vasto incendio nella zona.
"Le parole di papa Bergoglio sul coraggio della (di alzare) bandiera bianca", sul "negoziare quando vedi che sei sconfitto sono sconvolgenti, imbarazzanti e profondamente offensive nei confronti di un popolo che da oltre due anni cerca di sopravvivere alla terribile e criminale aggressione russa". È quanto ha dichiarato Oles Horodetskyy, presidente dell'Associazione cristiana degli ucraini in Italia, in un post su Facebook.
"Difendere la propria vita è dovere sacrosanto"
"Alla richiesta di arrenderci del boia del Cremlino rispondiamo con la resistenza, mai avremmo immaginato di ricevere la stessa richiesta dal nostro Papa, capo della Chiesa Cattolica e predicatore di Vangelo. Per un cristiano è inaccettabile arrendersi al male e al peccato che rappresenta oggi la Russia di Vladimir Putin. Difendere la propria vita e la propria casa è dovere sacrosanto di ogni cittadino. Proprio in questo momento difficile - prosegue Horodetskyy - quando gli aiuti americani sono bloccati e l'Ucraina rischia di rimanere isolata e in balia dell'aggressore, sentire dal Papa questi infelici appelli è fortemente deludente. L'Ucraina non è stata sconfitta e non abbiamo visto alcuna volontà di arrendersi da parte del nostro popolo".
"Ci aspettiamo una forte condanna"
"Ci aspettiamo dal Papa una forte condanna dei peccati russi di aggressione, di assassinio di massa, di violenza e distruzione. Ci aspettiamo dal papa un appello a Putin di fermare l'aggressione e andarsene dall'Ucraina. Ci aspettiamo dal papa di essere un promotore di una pace giusta e non certo un alleato morale dell'aggressore. La parola ha una grande importanza - ha concluso Horodetskyy - soprattutto quando è la parola del Pontefice, e bisogna usarla con molta prudenza e responsabilità per non danneggiare la Chiesa di Cristo e la fede dei suoi devoti".
Le forze russe hanno distrutto nella notte 47 droni ucraini in quattro regioni del Paese: lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, come riporta la Tass. "Un tentativo del regime di Kiev di sferrare un attacco terroristico con 47 Uav (droni, ndr) la notte scorsa contro strutture sul territorio russo è stato sventato", ha affermato il ministero, aggiungendo che i droni nemici sono stati abbattuti nelle regioni di Belgorod, Kursk, Volgograd e Rostov.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto all'omologo ucraino Volodymyr Zelensky che la Turchia è pronta ad ospitare negoziati di pace tra delegazioni di Kiev e Mosca. "Siamo pronti ad ospitare un vertice a cui può partecipare anche la Russia", ha detto il leader turco durante una conferenza stampa congiunta con Zelensky a Istanbul, trasmessa dalla tv di Stato turca Trt. Erdogan ha anche ribadito che Ankara è pronta a sostenere un rilancio dell'accordo che aveva permesso l'esportazione di grano dall'Ucraina, dall'agosto del 2022 fino al luglio dello scorso anno, quando Mosca si è sfilata dall'intesa. Il patto per il grano "ha impedito una crisi alimentare globale, per assicurare un nuovo accordo, se c'è l'intenzione dalle due parti, siamo pronti a dare il sostegno necessario", ha detto il leader turco. "Non vediamo come sia possibile invitare" a un vertice di pace "persone che bloccano, distruggono e uccidono tutto. Vogliamo ottenere un risultato, e il risultato è una pace giusta per l'Ucraina. Pertanto, i Paesi civili svilupperanno prima un piano e solo dopo coinvolgeranno i rappresentanti della Russia che vogliono una pace giusta", ha reagito Zelensky alla proposta del leader turco di "ospitare un vertice di pace a cui può partecipare anche la Russia". Lo riporta Rbc Ucraina.
La Svezia è entrata ufficialmente a far parte della Nato, diventando così il 32esimo membro della Alleanza Atlantica. Il primo ministro della Svezia Ulf Kristersson e il ministro degli Esteri Tobias Billström hanno consegnato al segretario di Stato statunitense Antony Blinken i documenti necessari per l’ingresso del paese nella NATO. Nel pomeriggio i documenti erano stati approvati formalmente dal governo svedese. A Washington, la capitale degli Stati Unti, si è tenuta la cerimonia ufficiale di consegna dei documenti al governo statunitense (rappresentato dal segretario di Stato, che ha funzioni paragonabili a quelle di un ministro degli Esteri). "Benvenuta alla Svezia nella Nato come 32mo Paese membro", ha affermato Blinken a fianco del premier svedese. L'ingresso della Svezia nella Nato mostra la "debacle strategica della Russia", ha aggiunto. Lunedì 11 marzo è prevista la cerimonia dell'innalzamento della bandiera svedese presso la sede della Nato a Bruxelles.
Stoltenberg: "Una Nato più forte"
"È ufficiale: la Svezia è ora il 32mo membro della Nato, prendendo il posto che le spetta al nostro tavolo", scrive su X il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg. "L'adesione della Svezia rende la Nato più forte, la Svezia più sicura e l'intera Alleanza più sicura. Non vedo l'ora di issare la loro bandiera presso il Quartier Generale, lunedì prossimo". Per Stoltenberg, "l'adesione di oggi dimostra che la porta della Nato rimane aperta e che ogni nazione ha il diritto di scegliere la propria strada".
"La resistenza ucraina ha sabotato una centralina ferroviaria nella regione di Mosca, vicino alla stazione di Golovkovo, nel distretto di Solnechnogorsk, provocando danni alla linea ferroviaria intorno alla capitale russa, utilizzata per scopi militari." Lo scrive su Telegram il movimento di resistenza in Crimea Atesh citato dai media ucraini. "Il nostro obiettivo è fermare le forniture militari del regime di Putin al fronte. Questo può essere fatto", ha scritto il gruppo pubblicando foto e video della centralina data alle fiamme.
Cinque persone sono morte in seguito all'attacco russo lanciato oggi contro le infrastrutture portuali di Odessa. Lo ha dichiarato il portavoce della Marina ucraina Dmitry Pletenchuk in un commento all'Ukrainska Pravda. "Il 6 marzo, il nemico ha colpito le infrastrutture portuali della città. Cinque persone sono state uccise. Sono in corso indagini, vengono stabilite tutte le circostanze di un altro crimine di guerra da parte della Federazione Russa", ha affermato.
L'esercito russo ha perso nella giornata di ieri 1250 soldati in Ucraina, un bilancio che porta le perdite complessive dall'inizio del conflitto il 24 febbraio 2022 a quota 420'270: lo ha reso noto su Facebook lo Stato maggiore delle Forze Armate ucraine, come riporta Ukrinform.
I mezzi russi distrutti da Kiev
Finora, inoltre, le forze ucraine hanno distrutto 6678 carri armati russi, 12'728 veicoli corazzati da combattimento, 10'308 sistemi di artiglieria, 1008 sistemi missilistici a lancio multiplo e 701 sistemi di difesa aerea. Le truppe di Kiev hanno anche abbattuto 347 caccia russi, 325 elicotteri, 7921 droni, 1918 missili da crociera e hanno distrutto 26 navi da guerra e un sottomarino.
La Svizzera continuerà a sostenere la ricostruzione dell'Ucraina ma non con un apposito fondo. Il Consiglio nazionale ha infatti respinto oggi una mozione della sua commissione delle finanze che ne chiedeva l'istituzione. Il testo dell'atto parlamentare non menzionava alcun importo specifico, ma diceva che "l'ammontare della partecipazione della Svizzera deve reggere il confronto sul piano internazionale". Le relative basi giuridiche avrebbero dovuto essere concepite in modo tale che l'importo messo a disposizione avrebbe potuto essere contabilizzato come voce straordinaria e non sarebbe stata a carico del bilancio ordinario della cooperazione internazionale. Nel caso contrario si sarebbe infatti ridotto il sostegno da destinare con urgenza alle persone in altre regioni in crisi. Si sarebbe insomma dovuto esaminare nuove fonti di finanziamento.
"Le condizioni per un finanziamento straordinario non sono date"
La guerra è entrata nel suo terzo anno. Le distruzioni agli edifici e alle infrastrutture, come quelle di comunicazione e energetiche, sono enormi: i danni ammontano attualmente a oltre 400 miliardi di franchi, ha affermato Claudia Friedl (PS/SG) a nome della commissione. Anche la Svizzera deve partecipare allo sforzo di ricostruzione. Le basi sono state poste alla conferenza di Lugano e al WEF di Davos, ha ricordato la sangallese. A nome della minoranza della commissione, Alex Farinelli (PLR/TI) ha però chiesto al plenum di bocciare la mozione per due motivi. Il primo, più formale, è legato al freno all'indebitamento che a suo avviso non può essere ignorato: "le condizioni per un finanziamento straordinario non sono date". Questo, tuttavia, non è il punto principale, ha proseguito Farinelli. È noto che negli anni a venire si dovrà risparmiare 2/3 miliardi all'anno, saliti da domenica a 4 con l'approvazione dell'iniziativa sulla tredicesima AVS. Il Parlamento dovrà fare delle scelte e fissare delle priorità, ha aggiunto. Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso Thomas Aeschi (UDC/ZG): il segnale emerso con la votazione sull'AVS è che la gente vuole investire meno all'estero, ha detto.
Mozione bocciata
Il consigliere federale Ignazio Cassis ha da pare sua tenuto a sottolineare l'impegno della Svizzera in materia: "la ricostruzione dell'Ucraina ci sta a cuore, altrimenti non avremmo organizzato la conferenza di Lugano". Il ministro degli esteri ha anche ricordato i milioni già liberati per l'aiuto umanitario e la ricostruzione. Per il futuro, ha poi sottolineato Cassis, la Svizzera continuerà a sostenere l'Ucraina per la ricostruzione. Un gruppo di lavoro interdipartimentale è già al lavoro per esaminarne l'ammontare e il finanziamento. Il Consiglio federale per il momento non ha comunque ancora preso decisioni. Al voto la maggioranza - UDC, PLR e Centro - ha seguito le argomentazioni di Farinelli e Cassis, respingendo la mozione con 111 voti contro 71 e 5 astenuti.
L'Intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur) ha confermato che il pattugliatore russo 'Sergiy Kotov' colpito da droni marini la notte scorsa nelle acque della Crimea occupata è stato distrutto: lo scrive Ukrainska Pravda su Telegram. La missione si è svolta in collaborazione con la Marina militare e con il supporto del ministero della Trasformazione digitale, si legge nel messaggio. In seguito all'attacco con droni marini Magura V5, la nave ha subito danni ad entrambi i lati di poppa. Il costo del pattugliatore affondato, conclude Ukrainska Pravda, è di circa 65 milioni di dollari.
"La conversazione intercettata di alti ufficiali militari tedeschi è la prova che la Germania si sta preparando a iniziare una guerra contro la Russia". Lo ha detto ieri il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, scrive la Tass. "Tutti i tentativi di presentare questa la intercettazione degli ufficiali della Bundeswehr come un semplice gioco di missili e carri armati sono bugie maliziose. La Germania si sta preparando alla guerra con la Russia", ha scritto Medvedev sul suo canale Telegram.
Per Berlino una "grave fuga di informazioni segrete"
"Sono tutte macchinazioni dei militari", ha proseguito Medvedev. "A loro piace parlare in questo modo, non ne hanno mai abbastanza e vogliono solo fare giochi di guerra. La leadership politica civile non ha nulla a che fare con questo", ha detto. "Nessuno sa se la leadership politica e il cancelliere tedesco Olaf Scholz ne siano consapevoli - ha poi precisato, citato da Interfax -. Ma anche se lui non ne fosse consapevole e non avesse dato istruzioni del genere, la storia conosce molti esempi in cui i militari sono in grado di prendere decisioni al posto dei leader civili sull'inizio di guerre o nell'incoraggiarle". Il ministero degli Esteri russo ha precedentemente chiesto a Berlino di fornire chiarimenti in merito alla vicenda, ricorda l'agenzia russa. Un'intercettazione di alti ufficiali della Germania colti a discutere di un possibile attacco con armi di fabbricazione tedesca da parte di Kiev a punti strategici in Crimea sta creando imbarazzo a Scholz, con Berlino che ha parlato di "grave fuga di informazioni segrete".
Un nuovo pacchetto di misure, adottato dall'Unione Europea (UE) lo scorso 23 febbraio, entrerà in vigore in Svizzera questa sera alle 18.00. Esso interessa 106 persone e 88 aziende che operano principalmente nell'apparato militare-industriale russo, indica il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) in una nota diffusa in serata.
Chi è coinvolto
Tra le persone e le entità colpite dalle nuove sanzioni molte sono attive nella produzione di missili, droni, sistemi missilistici antiaerei e altre attrezzature militari. Vi sono anche imprese e individui russi coinvolti nella fornitura di beni d'armamento dalla Repubblica popolare democratica di Corea alla Russia. Nella nuova lista figurano pure i giudici e i funzionari dei territori occupati dell'Ucraina, così come gli individui e gli organismi coinvolti nel trasferimento forzato di bambini ucraini.
"Anche noi abbiamo armi capaci di raggiungere i vostri territori". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin rivolgendosi all'Occidente. "Hanno tentato in passato di combattere la Russia - ha aggiunto -, ma ora le conseguenze saranno pessime." Nel suo discorso annuale davanti alle Camere riunite del Parlamento, tenuto al Gostiny Dvor, un centro congressi a ridosso della Piazza Rossa, Putin ha tuttavia affermato che è "una sciocchezza" dire che Mosca voglia attaccare l'Europa. "Comprendiamo che l'Occidente sta cercando di trascinarci in una corsa agli armamenti, logorandoci e ripetendo il trucco a cui riuscirono negli anni '80 con l'Unione Sovietica", ha detto il presidente russo citato dalla Tass. "Tutto quello che l'Occidente sta escogitando - ha sostenuto - porta veramente alla minaccia di un conflitto con armi nucleari e quindi all'annientamento della civiltà."
Un monito alla NATO
Putin ha quindi messo in guardia i membri dell'Alleanza atlantica: "hanno iniziato a parlare della possibilità di inviare contingenti militari della Nato in Ucraina. Ricordiamo il destino di coloro che in passato hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro paese. Ora - ha avvertito - le conseguenze per gli eventuali interventisti saranno molto più tragiche". Sempre a proposito del conflitto in Ucraina, il leader del Cremlino ha quindi assicurato che le truppe russe otterranno la vittoria e non si ritireranno mai: "i membri delle forze armate non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno". Egli ha anche affermato che "tutto il paese" sostiene i soldati russi impegnati nell'operazione militare e uniti "possiamo superare qualsiasi cosa". In Ucraina - ha spiegato - le forze russe hanno usato due tipi di missili ipersonici: il Kinzhal, lanciato dagli aerei, e lo Zirkon, lanciato dalle navi.
Test su missili da crociera
Putin ha anche sostenuto che Mosca starebbe completando i test del missile da crociera a propulsione nucleare "Burevestnik" e del missile sottomarino potenzialmente armabile con testate nucleari "Poseidon". "I test del missile da crociera a gittata illimitata Burevestnik e del veicolo sottomarino senza pilota Poseidon sono prossimi al completamento", ha detto Putin secondo la Tass. Cambiando tema, Putin ha poi sostenuto che la Russia è "la quinta" economia del mondo e che "nel prossimo futuro" diverrà "una delle quattro maggiori potenze economiche del mondo".
PIL russo sceso del 2,2% nel 2022, aumentato del 3,5% nel 2023
Nel 2022 il Pil russo è sceso del 2,2%, mentre nel 2023 è aumentato del 3,5%. Tuttavia gli esperti sottolineano che si tratta di un dato su cui incide fortemente la militarizzazione dell'economia russa e l'aumento notevole della produzione di armi sullo sfondo dell'invasione dell'Ucraina. L'economia russa è quindi considerata sbilanciata e affronta problemi di carenza di manodopera e forte inflazione (7% nel 2023 dopo il 12% del 2022). Il presidente ha proseguito affermando che "noi, insieme ai paesi amici, continueremo a creare corridoi di approvvigionamento efficienti e sicuri, a costruire una nuova architettura finanziaria globale su basi tecnologiche all'avanguardia e priva di interferenze politiche. Tanto più che l'Occidente porta discredito sulle proprie valute e sul sistema bancario". Secondo quanto riporta l'agenzia Interfax, Putin ha poi proposto - alla vigilia delle elezioni presidenziali in programma dal 15 al 17 marzo - di "raddoppiare" fino a 2'800 rubli al mese (circa 27 franchi) le detrazioni fiscali per il secondo figlio e fino a 6'000 rubli (circa 57 franchi) quelle per il terzo figlio e per i successivi.
Washington non invierà truppe in Ucraina. "Biden è stato chiaro sul fatto che gli Stati Uniti non manderanno soldati a combattere in Ucraina". Lo ha dichiarato la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana Adrienne Watson, aggiungendo che il presidente ritiene che "per la vittoria" siano necessari gli aiuti a Kiev bloccati al Congresso.
Interpellato sulle polemiche seguite agli annunci di Emmanuel Macron ieri sera relativamente ad un eventuale "futuro" invio di soldati occidentali in Ucraina, l'Eliseo ha rinviato oggi alle parole pronunciate dallo stesso presidente della Repubblica durante la conferenza stampa seguita all'incontro sull'Ucraina. Il presidente "ha detto che si è discusso di nuovi mezzi per sostenere l'Ucraina - precisa la presidenza - e che non si tratta di dichiarare guerra alla Russia". Gli stessi servizi stampa dell'Eliseo rinviano "alle parole del presidente, che ha detto testualmente: 'vogliamo evitare qualsiasi escalation. Ricordiamo che non siamo in guerra con il popolo russo ma che vogliamo soltanto non lasciarlo vincere in Ucraina'".
Il portavoce del presidente russo Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia sarebbe "inevitabile" se soldati di Paesi occidentali dovessero essere inviati in Ucraina. Lo riporta la Tass. "In questo caso, non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità, ed è così che la valutiamo", ha detto Peskov secondo l'agenzia di stampa ufficiale russa rispondendo a una domanda su come il Cremlino valuti la probabilità di un conflitto diretto tra la Nato e la Russia in caso di invio di truppe occidentali in Ucraina.
Su Navalny
Peskov ha poi risposto a una domanda su uno scambio che secondo una collaboratrice di Alexei Navalny era in fase finale per ottenere la liberazione dell'oppositore: "Non ne so nulla, non ho alcuna informazione al riguardo", ha detto secondo Interfax.
È caduto anche formalmente l'ultimo ostacolo parlamentare a un'adesione della Svezia alla Nato che può ora consolidare con un 32/o componente il suo fronte europeo settentrionale, coprendo le spalle alla Finlandia. Il parlamento ungherese controllato dal restio premier Viktor Orban ha dato il suo indispensabile assenso ad un ingresso di Stoccolma nell'Alleanza Atlantica nel momento di massimo attrito con la Russia a causa della guerra in Ucraina.
L'approvazione ungherese era l'ultimo ostacolo per Stoccolma
Il legislativo di Budapest ha approvato l'adesione con 188 voti a favore e 6 contrari completando il processo di ratifiche parlamentari che necessitava dell'assenso unanime di tutti i Paesi della Nato. Dopo l'ok della Turchia arrivato con ritardo il mese scorso, è dunque finito uno stallo che durava in pratica dal maggio 2022.
Chiesto rispetto a Stoccolma
Pur avendo trovato un accordo di principio da tempo, prima di completare il processo Orban aveva preteso "rispetto" dalla liberale Stoccolma, che considera troppo critica nei confronti delle sue politiche sanzionate dall'Ue. La "riverenza" svedese è avvenuta venerdì scorso con una visita a Budapest del primo ministro Ulf Kristersson, suggellata dall'acquisto ungherese di quattro aerei da combattimento "Gripen" dalla Svezia.
La cessione di Orban
La fine della ritrosia di Orban, spiegata da analisti con motivi di politica interna, duello con l'Ue e simpatie putiniane, è stata salutata dal segretario generale della Nato: "L'adesione della Svezia ci renderà tutti più forti e sicuri", ha dichiarato Jens Stoltenberg in linea con la valutazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz che vede rafforzata la sicurezza anche "dell'Europa e del mondo". Come ha sottolineato Kristersson, per la Svezia, paese militarmente neutrale da due secoli, "oggi è una giornata storica". Stessa valutazione del premier britannico Rishi Sunak.
Le ultime formalità
Dopo il voto restano le formalità della ratifica da parte del nuovo presidente ungherese Tamas Sulyok, eletto proprio oggi per entrare in carica il 5 marzo, e poi il deposito a Washington dello "strumento di adesione" previsto dal Patto atlantico basato negli Usa. La Casa Bianca ha fretta e ha esortato: "Ora il governo di Budapest acceleri il processo così da favorire l'entrata della Svezia il prima possibile". Coprendo anche la sponda svedese, si tratta infatti di rendere il Baltico quello che analisti ormai già definiscono "un lago della Nato".
Il Paese non può perdere "l'iniziativa diplomatica" e spera che in primavera si tenga in Svizzera un vertice di pace, in vista del quale si prepari con i partner dell'Ucraina di un piano di pace che poi verrà consegnato alla Russia. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa in occasione del secondo anniversario della invasione russa in Ucraina, rispondendo ad una domanda sul sostegno a Kiev.
"La vittoria dell'Ucraina dipende dal sostegno dell'Occidente"
"Non voglio parlarne in dettaglio", ma "lavoriamo da lungo tempo sulle armi a lungo raggio e per dare una risposta generica, ho uno stato d'animo positivo dalle recenti risposte dei nostre partner riguardo a queste armi", ha aggiunto Zelensky. "La vittoria dell'Ucraina dipende dal sostegno che arriva dall'Occidente'', ha proseguito Zelensky, ringraziando i militari e i civili ucraini per il loro duro lavoro.
"31mila ucraini uccisi in guerra"
Il presidente ucraino ha inoltre affermato che sono 31mila gli ucraini uccisi in guerra ad oggi. Rispondendo in conferenza stampa ha spiegato di non voler fornire cifre sui feriti affermando che in tal caso "la Russia capirebbe quante persone hanno lasciato il campo di battaglia". Quindi ha aggiunto che sono 180mila i russi morti nel conflitto.
"Putin è sordo, si può parlare con un sordo?"
Zelensky ha aggiunto che l'Ucraina "non ha alternative" alla vittoria della guerra e alla domanda se sia giunto il momento di negoziare con Vladimir Putin data la carenza di munizioni in Ucraina, risponde: "Si può parlare con un sordo? Si può parlare con un uomo che uccide i suoi oppositori?". E aggiunge: "Proporremo una piattaforma in cui (Putin) possa accettare di aver perso questa guerra e che è stato un enorme errore e una tragedia per noi e per il mondo democratico". L'Ucraina non può accettare di perdere la guerra, ha detto Zelensky. "Che cosa significherebbe se l'Ucraina perdesse? L'Ucraina non esisterebbe".
"Navalny è morto per cause naturali"
Intanto, il capo della direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa russo, Kirilo Budanov, ha affermato che l'oppositore Alexei Navalny è morto per cause naturali, a causa di un coagulo di sangue. "Potrei deludervi, ma quello che sappiamo è che è morto davvero per un coagulo di sangue. E questo è più o meno confermato. Questo non è stato preso da internet, ma, sfortunatamente" si tratta di morte naturale, ha detto Budanov citato da Ukrainska Pravda.
L'esercito russo ha attaccato 263 volte in 24 ore dieci insediamenti della regione di Zaporizhzhia, in Ucraina sud-orientale, un civile è stato ucciso e altri due feriti, ha riferito su Telegram il governatore Ivan Fedorov. Lo riporta Ukrinform. "Il 24 febbraio, una granata nemica ha causato la morte di un 61enne a Huliaypole. Due persone sono state ferite", ha reso noto Fedorov. Le truppe russe hanno colpito Robotyne, Vilnyansk, Huliaypole, Novoandriivka, Novodanylivka, Malynivka, Mala Tokmachka con 60 droni e 14 MLRS. Nell'ultima settimana, l'esercito russo ha attaccato 3200 città e villaggi nell'Oblast di Zaporizhzhia.
"Nella notte, l'esercito russo ha tentato, con l'aiuto dell'aviazione tattica del Mar Nero, di distruggere la nostra difesa antiaerea utilizzando missili Kh-31P, che sono stati abbattuti sul mare. Poi sono seguite ondate di droni inizialmente in direzione della regione meridionale di Mykolaiv, poi sulle regioni centrali e occidentali". Lo ha riferito il capo del centro stampa delle forze meridionali dell'esercito ucraino, colonnello Nataliya Humenyuk, citata dai media. La contraerea ucraina è entrata in azione nelle regioni di Poltava, Kiev, Khmelnytsky, Mykolaiv, Khmelnytsky, Dnipro, Zaporizhzhia e Kherson.
L'attacco ucraino
Citato dalla Tass, il ministro della Difesa di Mosca ha riferito che nella notte i sistemi antiaerei russi hanno abbattuto due droni ucraini sull'oblast di Belgorod e altri quattro sul Mar Nero. "Un attacco terroristico del regime di Kiev è stato sventato durante la notte nel tentativo di colpire due aree sul territorio della Federazione russa attraverso alcuni droni - ha detto il ministro -. I velivoli sono stati intercettati e distrutti dalle difese aeree in servizio sul territorio dell'oblast di Belgorod e sulle acque del Mar Nero".
"Noi leader del G7 ci siamo incontrati oggi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per riaffermare il nostro incrollabile sostegno all'Ucraina e rendere omaggio ancora una volta al coraggio e alla resilienza del popolo ucraino che ha combattuto instancabilmente per la libertà e il futuro democratico dell'Ucraina". Così inizia la dichiarazione finale della riunione odierna del G7. "Rimaniamo convinti di poter garantire che il popolo ucraino prevalga nella lotta per il proprio futuro e contribuire a forgiare una pace globale, giusta e duratura".
"Aumentare i costi della guerra russa"
"Continueremo ad aumentare i costi della guerra russa, a degradare le fonti di guadagno della Russia e a ostacolare i suoi sforzi per costruire la sua macchina da guerra, come dimostrano i pacchetti di sanzioni recentemente approvati". E' quanto si legge nella dichiarazione. "Continuiamo a contrastare qualsiasi tentativo di eludere e aggirare le nostre sanzioni. Imporremo ulteriori sanzioni a società e individui di Paesi terzi che aiutino la Russia ad acquisire armi o input chiave per le armi".
"Si chiariscano le circostanze della morte di Navalny"
La dichiarazione finale prosegue: "rendiamo omaggio allo straordinario coraggio di Alexei Navalny e siamo al fianco di sua moglie, dei suoi figli e dei suoi cari. Ha sacrificato la sua vita lottando contro la corruzione del Cremlino e per elezioni libere ed eque in Russia". "Chiediamo al governo russo di chiarire pienamente le circostanze della sua morte", "di liberare tutti i prigionieri ingiustamente detenuti e di fermare la persecuzione dell'opposizione politica e la repressione sistematica dei diritti e delle libertà. Riterremo responsabili i colpevoli della morte di Navalny, anche continuando a imporre misure".
I due anni dall'inizio del conflitto in Ucraina sono un'occasione per svolgere bilanci e retrospettive. Tra le varie prese di posizione sul conflitto rilasciate oggi ci sono anche quelle di Ignazio Cassis, raccolte quest'oggi da Ticinonews.
"Conflitto che non si pensava fosse ancora possibile in Europa"
Il Consigliere Federale ticinese non usa mezzi termini per definire la portata degli eventi di febbraio 2022: "si tratta di un cambiamento d'epoca, per dirlo in modo preciso. Non pensavamo che una guerra di questo tipo, con carri armati ed invasioni territoriali, fosse ancora possibile in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale". Una guerra che cambia il paradigma dunque, e che costringe a guardare al recente passato e fare dei bilanci: "dobbiamo riconoscere che ci siamo sbagliati: tutti gli apparati costruiti per evitare che questo tipo di conflitti si ripetessero si sono rivelati inefficaci". Questa delusione delle aspettative poste sulla collaborazione internazionale non è priva di risvolti pratici, secondo Cassis: "con una guerra vediamo come si abbassa la soglia per una seconda, o una terza: penso a ciò che succede in Medio Oriente, nella regione del Caucaso o nel Sahel. Più guerre ci sono, più le persone si sentono legittimate ad usare le armi per risolvere i conflitti".
"Conferenza di pace in Svizzera entro l'estate", vincolata ad una larga partecipazione
Due anni fa la Svizzera ha preso rapidamente posizione in merito al conflitto in Ucraina, secondo la formula utilizzata dallo stesso Cassis riassunta in "neutralità, non indifferenza". Qual è quindi il bilancio in merito alla politica internazionale della Confederazione? "La neutralità ci permette di giocare un ruolo diverso da quello degli altri paesi. Ieri a New York abbiamo commemorato l'anniversario del conflitto con tanti appelli, ma senza una soluzione di pace in vista". È proprio a quest'altezza che la Confederazione entra in gioco: "l'unico sforzo che si tenta di fare è quello che l'Ucraina ha domandato alla Svizzera: ospitare una conferenza di pace nel Paese". In questo senso, se le dinamiche della diplomazia lo permetteranno, si prevede un appuntamento entro l'estate. Una conferenza di pace sull'Ucraina deve però necessariamente essere un evento globale: "la conferenza avrà luogo a condizione che ci sia una forte partecipazione non solo di paesi occidentali, ma anche del sud globale - penso a Cina, India, Sud Africa, Brasile, Australia. Abbiamo bisogno di una larga partecipazione; la Russia non entrerebbe nel merito di un congresso eccessivamente di parte".
"Concorrenza per l'attenzione della comunità internazionale"
Due anni dopo l'inizio del conflitto l'attenzione mediatica rivolta alla guerra tra Russia ed Ucraina si sta affievolendo, anche in ragione di ciò che sta succedendo tra Israele e Palestina, riconosce Cassis. Ciò mette a rischio il futuro di Kiev? "C'è una specie di concorrenza per l'attenzione della comunità internazionale, ed in questo momento gran parte di quest'attenzione è rivolta al Vicino Oriente. Questo significa anche che anche armi, soldi e capacità di cui l'Ucraina avrebbe bisogno non vengono consegnati. D'altra parte le risorse non sono infinite, ed ogni paese dirotta le sue possibilità laddove i suoi interessi sono i maggiori".
"A marzo ci sarà la prima tranche dei pagamenti, da 4,5 miliardi", del fondo da 50 miliardi approvato dall'Ue per l'assistenza all'Ucraina. Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in conferenza stampa a Kiev spiegando che, senza intaccare il mercato unico, Bruxelles si avvia "alla proroga di un anno" delle corsie di solidarietà per favorire l'export ucraino.
Migliaia di persone sono scese in piazza a Berna e Zurigo per manifestare contro la guerra in Ucraina, a due anni esatti dall'aggressione Russa. I dimostranti hanno chiesto soprattutto un sostegno umanitario e alla ricostruzione per il paese devastato dal conflitto.
La manifestazione a Berna
Nella città federale sono state diverse migliaia di persone a unirsi alla manifestazione, il cui slogan era "Aiutiamo l'Ucraina a difendere l'ordine di pace europeo! Mostrate la vostra solidarietà!". All'evento hanno partecipato diversi politici e gli ambasciatori ucraino e polacco in Svizzera. La manifestazione è stata promossa dalla società ucraina in Svizzera (Ukrainischer Verein in der Schweiz), dal PS, dai Verdi, dal PVL, dall'Alleanza del Centro, nonché da sindacati e diverse associazioni umanitarie. Gli organizzatori, stando a una nota, auspicano sostegno alla popolazione ucraina, un'efficace applicazione delle sanzioni contro la Russia e una politica di pace attiva da parte della Svizzera. I manifestanti si sono riuniti vicino alla stazione di Berna e si sono poi diretti in corteo verso la Piazza Federale. Tra gli oratori previsti vi sono l'ambasciatore ucraino a Berna e vari membri del parlamento.
In 300 a Zurigo
A Zurigo, circa 300 persone hanno risposto all'appello a manifestare nel secondo anniversario della guerra in Ucraina lanciato dal Movimento per il socialismo (MPS). All'evento erano presenti anche organizzazioni ucraine di sinistra e il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSoA). I partecipanti alla dimostrazione - che era autorizzata - si sono riuniti di fronte al Museo nazionale svizzero (Landesmuseum) e hanno marciato pacificamente nel centro della città fino a raggiungere Helvetiaplatz. Il traffico è stato interrotto nella Bahnhofstrasse e in altre strade. Gli oratori hanno denunciato il regime russo definendolo imperialista e hanno invitato a dimostrare solidarietà con i lavoratori ucraini. In serata è previsto sempre a Zurigo un evento commemorativo organizzato dalla Città assieme alle Chiese nazionali.
"I nostri incontri con la premier italiana Giorgia Meloni sono sempre significativi. Oggi abbiamo un risultato importante. Abbiamo firmato un accordo bilaterale di cooperazione in materia di sicurezza tra Ucraina e Italia".
Lo annuncia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X. "Questo documento stabilisce una solida base per il partenariato di sicurezza a lungo termine dei nostri Paesi. Abbiamo anche discusso di un ulteriore sostegno all'Ucraina nel contesto della presidenza italiana del G7. Sono grato all'Italia per il sostegno all'Ucraina", aggiunge pubblicando un video dell'incontro e della firma con Meloni.
"Confondere la pace con la resa è un approccio ipocrita"
L'accordo per le garanzie di sicurezza con l'Ucraina "ha durata decennale ed è il più completo e importante siglato con un Paese non parte della Nato". Ha detto la premier italiana in conferenza stampa a Kiev. Senza aggiungere dettagli sull'impegno economico per l'Italia, ha spiegato: "Continuiamo a sostenere l'Ucraina in quello che ho sempre ritenuto il giusto diritto del suo popolo a difendersi. Questo presuppone necessariamente anche il sostegno militare perché confondere la tanto sbandierata parola pace con la resa, come fanno alcuni, è un approccio ipocrita che non condivideremo mai. Vogliamo giocare un ruolo da protagonisti anche in materia di ricostruzione. Lo faremo con la presidenza del G7 e anche nel 2025 quando ospiteremo la Ukraine Recovery Conference. Parlare di ricostruzione vuol dire scommettere sul futuro dell'Ucraina". Ha proseguito Giorgia Meloni. "Stiamo già dando un contributo alla ricostruzione di Odessa - ha aggiunto -. Abbiamo sostenuto con convinzione la decisione di aprire i negoziati con l'Ue e la revisione del bilancio pluriennale".
L'accordo siglato con il Canada
Sempre su X, Zelensky ha dato annuncio di un accordo con il Canada. "L'Ucraina è decisamente più forte oggi rispetto a due anni fa. Oggi abbiamo firmato un altro accordo di sicurezza che rafforza la posizione del nostro popolo, in particolare dei nostri soldati. Si tratta di una decisione forte e tempestiva che rafforzerà significativamente la nostra resilienza. Il primo ministro Trudeau e io abbiamo firmato un accordo di cooperazione in materia di sicurezza tra Ucraina e Canada, che stanzia oltre 3 miliardi di dollari canadesi in assistenza macrofinanziaria e per la difesa nel 2024".
In occasione del secondo anniversario dell'invasione russa in Ucraina, la presidente della Confederazione Viola Amherd ha promesso il suo sostegno e la sua solidarietà al popolo ucraino. Lo ha fatto in un video messaggio su X. "Per due anni avete vissuto gli orrori della guerra", ha detto Amherd rivolgendosi direttamente al popolo ucraino. "La Svizzera riconosce gli enormi sacrifici che vengono da voi compiuti ogni giorno. Vi assicuriamo il nostro continuo sostegno e la nostra solidarietà. Viva la democrazia", ha concluso la presidente della Confederazione.
Vinceremo!". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel secondo anniversario dell'invasione russa, in un video diffuso dalla presidenza ucraina. "Stiamo combattendo per questo. Per 730 giorni della nostra vita. E vinceremo, nel giorno più bello della nostra vita", ha affermato durante una cerimonia commemorativa all'aeroporto militare di Gostomel, vicino Kiev, teatro di una battaglia chiave con i russi nei primi giorni dell'invasione.
"Nessuno distruggerà il nostro sogno"
"Puoi bruciare un aereo, ma non puoi distruggere il nostro sogno. Il sogno con cui ognuno di noi si addormenta e si sveglia da 730 giorni", ha affermato Zelensky. "Nessuno di noi permetterà che la nostra Ucraina finisca", ha detto ancora il presidente ucraino, aggiungendo che in futuro "accanto alla parola Ucraina ci sarà sempre la parola 'indipendente'".
La guerra in Ucraina dura esattamente da due anni. Il 24 febbraio 2022, l'esercito russo fece irruzione nel territorio del Paese vicino, che da allora si difende con il sostegno dell'Occidente. In Svizzera e in altri Stati la giornata di oggi è segnata da numerose manifestazioni di sostegno e commemorazione.
Le manifestazioni in agenda
Nella Confederazione, la Società ucraina, in collaborazione con un'ampia alleanza trasversale, organizza una manifestazione di solidarietà alle 14.00 a Berna, con lo slogan "Aiutiamo l'Ucraina a difendere l'ordine di pace europeo! Mostrate la vostra solidarietà!". Interverranno diversi politici e gli ambasciatori ucraino e polacco in Svizzera. Nel corso della giornata è prevista una catena di solidarietà a Zurigo, quasi in contemporanea con un'altra manifestazione a Losanna. È previsto pure un raduno a Ginevra sulla Place des Nations. Come in Svizzera, la giornata di oggi sarà caratterizzata da manifestazioni di sostegno in tutto il mondo. La più importante e simbolica è quella organizzata a Kiev dalla presidenza italiana del G7 con la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky
"Questa terra è un pezzo della nostra casa e noi faremo la nostra parte per difenderla". Lo ha detto la premier italiana Giorgia Meloni all'aeroporto Antonov di Kiev, alla cerimonia in onore dei soldati ucraini protagonisti della battaglia di Hostomel. Assieme alla Meloni c'erano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altri leader internazionali giunti nella capitale per il secondo anniversario del conflitto.
Zelensky: "Sono fiero del mio popolo"
E proprio Zelensky ha affermato che "la follia russa non regnerà sulla nostra terra, sul nostro mare, sul nostro cielo. I russi, a partire da Putin, dovranno rispondere delle responsabilità per ciò che hanno fatto. Grazie alla nostra battaglia il mondo capirà che non c'è una forza più forte di un popolo che crede in se stesso, Io sono fiero del mio popolo".
"Ogni male può essere distrutto, anche quello russo"
"Ci troviamo in questo posto molto simbolico, qui Putin ha voluto vincere la battaglia chiave per Kiev ma qua ha fallito quando i nostri difensori sono riusciti a impedire lo sbarco russo, impedendo di creare la loro piattaforma. Ogni male può essere distrutto, anche il male russo - ha aggiunto -. Da generazioni in Europa non si vedevano queste battaglie per l'indipendenza, qua regnava la paura che la Russia sarebbe andata avanti ma la nostra gente coraggiosa ha cominciato a proteggere se stessi e le proprie case. Nessuno sapeva cosa sarebbe avvenuto nelle settimane successive avevamo pochi armamenti ma gli ucraini hanno dimostrato di essere più forti di ogni situazione geopolitica. Hanno dimostrato che il coraggio del popolo può voltare le pagine della storia".
"Grazie del vostro sostegno"
"Chiediamo - ha aggiunto Zelensky - al mondo di aumentare la pressione sull'economia russa. Grazie per i pacchetti di aiuti, vi ringrazio per ogni decisione sulle sanzioni e per ogni passo che consente di arrivare alla fine giusta di questa guerra. Putin deve fallire come qua a Hostomel". "Vi sono grato per essere qui con noi, per il vostro sostegno, per l'aiuto al nostro Paese a distruggere l'occupante", ha proseguito il presidente ucraino.
"La vostra battaglia e anche la nostra"
Dal canto suo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che "l'Europa vi sosterrà finché necessario, ci sarà più sostegno finanziario, più munizioni". "Non c'è luogo migliore di questo aeroporto per ricordare il nostro impegno per l'Ucraina", ha aggiunto ricordando che qui c'era il più grande aereo del mondo, l'Antonov An-225 Mriya, "e Mriya vuol dire sogno. Il sogno che hanno gli ucraini è di avere posto nella famiglia europea e insieme realizzeremo questo sogno. L'Ucraina in pace farà parte dell'Europa". A sua volta il premier canadese Justin Trudeau ha preso la parola, ricordando che "la vostra battaglia è anche la nostra battaglia, combattete per la vostra democrazia ma anche per la democrazia di ognuno di noi. Voi combattete per preservare le regole su cui hanno concordato i Paesi del mondo". Anche il l vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis arrivando alla riunione dell'Ecofin informale a Gand ha voluto ricordare l'anniversaria della guerra. "Oggi sono due anni da quando la Russia ha iniziato la sua brutale aggressione contro l'Ucraina, quindi ovviamente è molto importante che da parte dell'Ue continuiamo a fare tutto il necessario per sostenere l'Ucraina nella sua difesa" e "una delle cose più urgenti è lavorare sulle forniture di munizioni".
Medvedev: "Il nostro nemico è l'Occidente"
Intanto, su Telegram, l'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha commentato così le nuove sanzioni alla Russia. "Ci siamo abituati alle loro (dell'Occidente, ndr) infinite sanzioni e abbiamo imparato a conviverci: queste restrizioni non sono più dirette contro le autorità o le imprese del Paese, come ama dire il nostro avversario. Sono stati adottati contro l'intera popolazione della Russia. Dovremo ricordarcene e vendicarci di loro ovunque sia possibile. Sono i nostri nemici".
"Lieti di consegnare alla polizia ucraina 50 nuovi veicoli finanziati dall'Ue. Li aiuteranno nel loro lavoro quotidiano. Per portare sicurezza e stabilità nei territori liberati dalle coraggiose Forze armate ucraine e sostenere la popolazione. Questa è la solidarietà dell'Ue in azione". Lo scrive su X la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, arrivata a Kiev questa mattina.
Anche il fronte russo si sta rifornendo
Dal canto suo, un produttore di armi russo sta importando componenti per strumenti di precisione fabbricati in Giappone e Taiwan, essenziali per la produzione di carri armati e per sostenere lo sforzo bellico di Mosca contro l'Ucraina. E' quanto riporta il Nikkei, riferendo che una persona legata al governo della Bielorussia, Paese alleato della Russia, ha fondato una società in Cina dopo l'inizio a febbraio 2022 dell'invasione su vasta scala voluta dal Cremlino ai danni di Kiev. A distanza di due anni, il produttore di armi russo ha continuato a importare pezzi tramite l'azienda, ha aggiunto la testata nipponica. Le informazioni rivelano che le sanzioni all'industria delle munizioni e degli armamenti russa non stanno funzionando a causa degli scambi commerciali attraverso un Paese terzo.
Le sanzioni dell'Occidente
Le autorità Usa e britanniche sono consapevoli della situazione e dovrebbero inasprire le sanzioni. Le informazioni sul commercio sono state ottenute da Belpol, organizzazione di opposizione bielorussa in esilio, ed includono contratti, registrazioni di transazioni e pagamenti tramite istituti finanziari, che coinvolgono società russe, bielorusse, cinesi e di altre nazioni. La società cinese nel mirino è stata fondata da un imprenditore vicino al governo del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko: si tratta della Shenzhen 5G High-Tech Innovation, basata nel Guangdong. Ha cominciando a procurarsi parti di strumenti di precisione per motori, sensori e altre apparecchiature necessarie per carri armati e altre armi. Tra le parti comprate, ci sono quelle di Metrol, azienda specializzata in sensori di posizionamento di precisione basata a Tachikawa, e di Oriental Motor, specializzata nei piccoli motori di precisione e tra i principali produttori di macchine utensili nella prefettura di Aichi.
La "luce" trionferà sulle "tenebre", ha sottolineato oggi, nel secondo anniversario della invasione russa in Ucraina, il capo dell'esercito di Kiev, Oleksandr Syrsk. "Sono convinto che l'unità sia la nostra vittoria. E accadrà sicuramente. Perché la luce vince sempre le tenebre!", ha affermato Syrksy sui social.
"Non perdiamo la speranza"
A sua volta, Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha esortato l'Ucraina e i suoi alleati a "non perdersi d'animo" nel secondo anniversario dell'invasione del Paese da parte della Russia. "La situazione sul campo di battaglia rimane estremamente difficile. L'obiettivo del presidente Putin di dominare l'Ucraina non è cambiato e non c'è alcun segno che si stia preparando alla pace. Ma non dobbiamo perdere la speranza", ha dichiarato il segretario generale dell'Alleanza in un messaggio registrato.
La moglie di Navalny: "Continuerò a lottare"
Intanto, Yulia Navalnaya, la moglie di Alexei Navalny che ha promesso di continuare la lotta per il marito morto in una prigione russa, ha accusato Vladimir Putin di aver preso in ostaggio il corpo dell'oppositore per costringere sua madre ad accettare una sepoltura segreta. "Nove giorni da quando Putin ha ucciso mio marito... ma a quanto pare uccidere non è bastato, ora ha preso in ostaggio la sua salma, umiliando sua madre per costringerla ad accettare una sepoltura segreta", ha detto la vedova con voce tremante tremante in un video pubblicato online.
Oggi è il giorno del secondo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina e la premier italiana Giorgia Meloni presiede la riunione del G7 a Kiev, da dove terrà la riunione in videoconferenza alla quale interverrà anche Volodymyr Zelensky. Intanto, il presidente ucraino ha ringraziato gli Usa per le nuove sanzioni alla Russia. Il capo della Casa Bianca Joe Biden ha dal canto suo sentito il presidente francese Emmanuel Macron: entrambi hanno rinnovato il sostegno a Kiev.
"Siamo con l'Ucraina"
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha da parte sua elogiato la "straordinaria resistenza" dell'Ucraina oggi nel secondo anniversario dell'inizio dell'invasione russa. "Più che mai, siamo fermamente al fianco dell'Ucraina. Finanziariamente, economicamente, militarmente, moralmente. Fino a quando il Paese non sarà finalmente libero", ha detto von der Leyen.
"Fermare Putin ora o tornerà a prendersi di più", sono invece le parole del ministro degli Esteri britannico, David Cameron. L'annuncio di Zelensky nel secondo anniversario della guerra: "Presto una nuova controffensiva".
La riunione del G7
Sarà la cattedrale di Santa Sofia di Kiev il luogo da dove la premier italiana Giorgia Meloni si collegherà per il G7 in videoconferenza (alle 16 svizzere). La presidente del Consiglio italiana, quella della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Alexander De Croo, primo ministro del Belgio che è presidente di turno del Consiglio Ue, e il primo ministro canadese Justin Trudeau, giunti da poco nella capitale ucraina, verso le 8.30 parteciperanno a una cerimonia all'aeroporto internazionale Antonov di Hostomel, vicino Kiev.
Mosca: "Il vantaggio è dalla nostra parte"
Nel frattempo le autorità russe hanno lanciato un ultimatum alla madre di Alexei Navalny: se non accetterà di tenere funerali segreti, il corpo del figlio sarà sepolto nella colonia penale dove è morto. E proprio nell'anniversario dell'invasione, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha fatto visita alle truppe nei territori occupati dell'Ucraina. Lo ha annunciato l'esercito di Mosca in una nota. "Oggi, nei rapporti di forze, il vantaggio è dalla nostra parte", ha detto il ministro ai militari.
Il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha sottolineato oggi davanti al Consiglio dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) a New York, la necessità di una pace giusta in Ucraina. La conferenza di pace ad alto livello organizzata dalla Svizzera segna il primo passo in questo senso. L'obiettivo è che il maggior numero possibile di nazioni condivida una visione comune di una pace giusta e duratura in Ucraina, ha detto il consigliere federale. La pace giusta cui ha fatto riferimento Cassis comprende il ristabilirsi della popolazione, il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani, la responsabilità, la giustizia per le vittime e il riconoscimento del diritto internazionale.
L'appello a Mosca: "Ritirate le truppe"
La Svizzera chiede nuovamente alla Russia di ritirare le sue truppe dal territorio sovrano dell'Ucraina e di rispettare l'integrità territoriale del Paese, ha dichiarato il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Il secondo anniversario dell'inizio dell'attacco militare russo all'Ucraina, domani, segna anche due anni di morte, distruzione e sofferenze inimmaginabili per il popolo ucraino. La guerra deve cessare perché rappresenta una minaccia per la sicurezza nucleare e ha un impatto dannoso sulla sicurezza alimentare globale e sull'ambiente, ha dichiarato Cassis.
"La riunione sull'Ucraina deve avvenire entro l'estate"
Il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha smorzato oggi a New York ulteriormente le speranze ucraine su un "vertice di pace" in Svizzera. Ha parlato di una "conferenza ad alto livello" entro l'estate, ben lontano dalle dichiarazioni di Kiev. Occorre trovare "un percorso realistico per la pace in Ucraina", ha detto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, due anni dopo l'inizio del conflitto. Precedentemente, in un discorso video al Consiglio permanente dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), aveva detto che un eventuale incontro in Svizzera sulla pace in Ucraina sarebbe stato "solo una tappa". "Sappiamo tutti che un importante vertice di pace richiederà diverse fasi", ha affermato Cassis. All'Assemblea generale, il suo omologo ucraino Dmitro Kuleba ha insistito su un vertice. Questo, ha detto, permetterà un "approccio equo e globale" della pace, che è anche uno degli obiettivi dichiarati da Berna. E "la Russia non avrà altra scelta" se non quello di discutere, ha aggiunto.
"Oggi annuncio più di 500 nuove sanzioni contro la Russia per la sua guerra di conquista contro l'Ucraina e per la morte di Navalny, un coraggioso attivista anti-corruzione e il più accanito leader dell'opposizione di Putin". Lo afferma il presidente americano Joe Biden, in una nota della Casa Bianca. "Queste sanzioni prenderanno di mira individui collegati alla detenzione di Navalny, il settore finanziario russo, la base industriale della difesa, le reti di approvvigionamento e gli evasori delle sanzioni in più continenti. Faranno sì che Putin paghi un prezzo ancora più alto per la sua aggressione all'estero e la repressione in patria". "Stiamo inoltre imponendo nuove restrizioni all'esportazione a quasi 100 entità per aver fornito supporto illegale alla macchina da guerra russa. Stiamo agendo per ridurre ulteriormente le entrate energetiche della Russia. E ho incaricato il mio team di rafforzare il sostegno alla società civile, ai media indipendenti e a coloro che lottano per la democrazia in tutto il mondo", ha detto ancora il presidente.
"L'Unione europea continua i suoi inutili tentativi di esercitare pressioni sulla Russia attraverso misure restrittive unilaterali: riteniamo che siano illegali" e "risponderemo" ampliando "l'elenco dei rappresentati europei a cui è vietato l'ingresso nella Federazione russa". Lo sottolinea il ministero degli Esteri russo dopo la decisione dell'Unione europea di varare il 13esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca. "In risposta a queste azioni ostili, la parte russa ha notevolmente ampliato l'elenco dei rappresentanti delle istituzioni europee e degli Stati membri Ue cui è vietato l'ingresso nel territorio del nostro Stato". "Qualsiasi azione ostile da parte dei Paesi occidentali continuerà a ricevere una risposta tempestiva e adeguata", aggiunge il ministero degli Esteri russo, sottolineando che la "stop list" della risposta alle sanzioni europee "comprende anche rappresentanti del Consiglio d'Europa, membri delle assemblee legislative dei Paesi dell'Unione europea, membri dell'Assemblea Parlamentare dell'Osce e dell'Apce, che rilasciano sistematicamente dichiarazioni aggressive contro la Russia".
"Il Consiglio Ue ha adottato oggi - in vista del secondo anno dall'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia - un tredicesimo pacchetto di misure restrittive nei confronti del regime di Putin, di coloro che sono responsabili di perpetuare la sua guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata e di coloro che la sostengono in modo significativo". Lo comunica il Consiglio in una nota. "Il Consiglio ha deciso di imporre misure restrittive nei confronti di altre 106 persone e 88 entità responsabili di azioni che minacciano o compromettono l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina", si legge ancora.
Settore militare e difesa
"I nuovi elenchi concordati oggi riguardano principalmente i settori militare e della difesa e le persone associate, comprese quelle coinvolte nelle forniture di armamenti della Corea del Nord alla Russia, nonché membri del sistema giudiziario, politici locali e persone responsabili della deportazione illegale e della rieducazione militare dei bambini ucraini: complessivamente, le misure restrittive dell'Ue nei confronti di azioni che minacciano o compromettono l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina si applicano ora a oltre 2000 persone ed entità". "Le persone designate sono soggette al congelamento dei beni e ai cittadini e alle imprese dell'Ue è vietato mettere a loro disposizione fondi. Le persone fisiche sono inoltre soggette a un divieto di viaggio, che impedisce loro di entrare o transitare nei territori dell'Ue".
Forze d'assalto ucraine hanno distrutto la stazione di comunicazione satellitare Starlink della SpaceX di Elon Musk scoperta nelle postazioni delle truppe russe vicino al fronte. Lo riporta il Kyiv Post citando le forze d'assalto ucraine che hanno postato su Telegram il filmato di un drone vicino al terminale e l'esplosione che lo ha distrutto. Gli operatori dei droni da ricognizione della 71esima brigata hanno detto di aver identificato il modem che sospettavano potesse essere stato "rubato o introdotto di nascosto: i russi non hanno più Starlink. Almeno, non nel raggio d'azione della nostra brigata", hanno affermato su Telegram.
In un video messaggio diffuso dalla presidenza russa, Vladimir Putin si è congratulato con gli "autentici eroi del popolo" che combattono in Ucraina, alla vigilia del secondo anniversario del conflitto. "In questi anni, i complessi militari e industriali hanno moltiplicato sia la produzione di armi che le forniture alle truppe", ha detto il capo del Cremlino.
Droni e missili russi hanno colpito nella notte la città occidentale di Odessa e Dnipro, in Ucraina orientale, provocando tre morti e diversi feriti. Lo hanno riferito le Forze di difesa di Kiev su Telegram, come riporta Ukrinform.
ll Fondo monetario internazionale (Fmi) erogherà 880 milioni di dollari all'Ucraina nella terza fase di un pacchetto di aiuti da 15,6 miliardi approvato lo scorso anno mentre Kiev combatte l'invasione russa. Lo stanziamento, annunciato a quasi due anni dall'inizio della guerra, deve ancora essere approvato dal comitato esecutivo. "I risultati del programma sono stati ottimi nonostante le sfide della guerra", ha detto Gavin Gray, capo di un team dell'Fmi che ha incontrato recentemente i funzionari ucraini a Varsavia. Il team ha valutato gli obiettivi fissati un anno fa, quando è stato approvato il pacchetto quadriennale di aiuti. "Le autorità hanno soddisfatto tutti i criteri quantitativi di prestazione tranne uno - una piccola perdita di entrate fiscali a causa dei blocchi alle frontiere - e tutti e quattro i parametri strutturali previsti per la revisione", ha affermato Gray. Il gruppo dell'Fmi ha affermato che l'Ucraina avrà bisogno di 486 miliardi di dollari per ricostruirsi dalla guerra.
Il Parlamento lettone ha approvato una serie di emendamenti alla Legge sull'agricoltura e lo sviluppo rurale che prevede il divieto di importazione in Lettonia di prodotti agricoli e mangimi dalla Federazione Russa e dalla Bielorussia. La Lettonia rappresenta il primo Paese europeo ad aver introdotto un divieto di questo tipo.
"Incompatibile con la moralità pubblica"
Il presidente della commissione Bilancio del Parlamento di Riga e promotore degli emendamenti, Janis Reirs, ha osservato che le nuove norme approvate intendono essere non solo un elemento di opposizione alla Russia, ma un'affermazione dei valori morali cui la Lettonia si ispira. "Trarre vantaggio da crimini internazionali è contrario alle norme morali, all'etica pubblica e al nostro sistema di valori. Il consumo di prodotti di origine russa, sostenendo così direttamente o indirettamente questo regime criminale, è incompatibile con la moralità pubblica".
Gli Usa hanno annunciato una serie di procedimenti, da New York alla Florida, passando per la Georgia e Washington, contro diversi oligarchi russi, con anche l'obiettivo di sequestrare i loro asset. Lo rende noto il dipartimento di giustizia. Tra loro figura anche Andrei Kostin, patron della Vtb, la seconda banca russa, accusato tra l'altro di riciclaggio di denaro e di aver eluso le sanzioni per la manutenzione di due "superyacht", valutati complessivamente oltre 135 milioni di dollari. Dopo una prima incriminazione nel novembre 2022, sono state formulate nuove accuse anche nei confronti di Vladislav Osipov ed è stata offerta una ricompensa di un milione di dollari per l'arresto del 52enne cittadino russo-svizzero, che vivrebbe nella Confederazione. Osipov è stato accusato più di un anno fa di aver aiutato l'oligarca russo Viktor Vekselberg, oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti, a evitare il sequestro del suo superyacht.
Il consigliere federale Ignazio Cassis ha sottolineato oggi a New York l'"enormità" della sfida dello sminamento in Ucraina, a pochi mesi da una conferenza ministeriale sul tema a Ginevra. Quest'ultima affronterà in particolare gli effetti sulla sicurezza alimentare. Gli effetti della contaminazione del territorio ucraino dopo due anni di conflitto "vanno ben oltre i suoi confini", ha dichiarato il ministro degli esteri in occasione di una conferenza alle Nazioni Unite sullo sminamento in Ucraina e le sue conseguenze sulla sicurezza alimentare organizzata dall'Italia, che presiede il Gruppo di sostegno allo sminamento umanitario (MASG) dell'ONU. "Un aumento del 10% del prezzo del pane a New York o a Ginevra - ha rilevato - non ha lo stesso impatto che in un paese dove il reddito mediano è tra 1 e 2 dollari."
"Bisogna accelerare gli sforzi per rimuovere le mine"
Cassis ha poi annunciato che la prossima riunione preparatoria della conferenza prevista a Ginevra in ottobre si terrà in aprile a Kiev. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha poi ricordato tutte le iniziative adottate o sostenute dalla Svizzera dall'inizio del conflitto, due anni fa. Ha inoltre invitato a discutere a livello politico in modo da "accelerare" gli sforzi per rimuovere le mine dal territorio ucraino. Domani parlerà dell'Ucraina in diverse occasioni a New York, in particolare all'Assemblea Generale e al Consiglio di Sicurezza.
L'Unione europea vara un nuovo giro di vite contro la Russia per la guerra in Ucraina, approvando il 13esimo pacchetto sanzioni, che mira principalmente a colpire la filiera dei droni e a ridurre la capacità di Mosca a mettere le mani sui componenti "dual use" (militari-civili) necessari alla loro fabbricazione. Nella lista nera sono finite pure tre società della Cina continentale. Non solo. Nel mirino - stando alle indiscrezioni - ci sono anche imprese basate in India, Turchia, Serbia e Thailandia.
Indebolire Putin
"Dobbiamo continuare a indebolire la macchina da guerra di Putin", ha commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen accogliendo con favore la decisione dei 27 rappresentanti permanenti. "Con 2'000 designazioni totali manteniamo alta la pressione sul Cremlino e stiamo riducendo ulteriormente l'accesso della Russia ai droni". "Con questo pacchetto stiamo intraprendendo ulteriori azioni contro enti coinvolti nell'elusione, nel settore della difesa e in quello militare", nota appunto l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera Josep Borrell.
Il rapimento di bambini ucraini
Ma l'azione dell'Ue prosegue. Sul lato delle designazioni individuali (che si conosceranno ufficialmente solo con la pubblicazione in gazzetta) ci sarà - a quanto si apprende - un colpo forte a chi si è reso responsabile del rapimento dei bambini ucraini, portati in Bielorussi e Russia e quindi adottati. Una pratica odiosa che Kiev ha denunciato più volte, costata a Vladimir Putin il mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale dell'Aja.
Sanzioni per ministro coreano
Tra i nomi eccellenti trapela poi quello di Kang Sun-nam, ministro della difesa della Corea del Nord, sottoposto al congelamento dei beni e al divieto d'ingresso nell'Ue per la fornitura di missili e munizioni alla Russia.
Il pacchetto di sanzioni sarà approvato il 24 febbraio
Il pacchetto ora sarà sottoposto a procedura scritta e approvato formalmente il 24 febbraio, secondo anniversario dell'invasione. Ma i 27, assicurano fonti diplomatiche, già dalla prossima riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) si metteranno al lavoro per concordare una nuova ondata di sanzioni, questa volta settoriali. "Non c'è rimasto molto", spiega un diplomatico. Inoltre gli interessi dei singoli paesi rendono la via stretta. Ci sarebbero l'alluminio, il nucleare, il gas liquefatto. Ma sinora i veti incrociati non hanno permesso grandi passi avanti. C'è poi la possibilità di un pacchetto-Navalny, disegnato per colpire chi si è reso corresponsabile della sua morte.
6 funzionari russi presunti responsabili della morte di Navalny
Londra, sul punto, ha messo il turbo. Il governo britannico di Rishi Sunak ha infatti annunciato di aver imposto sanzioni su sei funzionari russi, additati come presunti responsabili della morte in carcere del dissidente. Gli individui sanzionati non potranno viaggiare nel Regno Unito e si vedranno congelare asset eventualmente individuabili dalle autorità britanniche. Si tratta del comandante della colonia penale siberiana in cui Navalny è morto da detenuto, il colonnello della guardia penitenziaria Vadim Kalinin, e di cinque suoi vice (i tenenti colonnelli Sergey Korzhov, Vasily Vydrin, Vladimir Pilipchik, Aleksandr Golyakov e Aleksandr Obraztsov).
Allo statuto di protezione S, accordato ai profughi ucraini, è necessario mettere fine al più presto, affermano varie associazioni attive nella difesa dei diritti dei rifugiati. A loro avviso, ostacola l'integrazione perché fonte di troppa insicurezza.
Lo Statuto S
Il Consiglio federale ha attivato per la prima volta lo statuto S il 12 marzo 2022. Tale statuto corrisponde in ampia misura alla soluzione adottata dagli Stati dell'Ue per chi fugge dall'Ucraina, indica il sito della Confederazione. Concepito dalle autorità federali in modo da essere orientato al rimpatrio, garantisce il diritto di soggiorno, di alloggio, di assistenza, di accesso alle cure mediche e di scolarizzazione dei bambini. Lo statuto ha validità di un anno, estendibile fino a cinque, e permette il ricongiungimento famigliare. I titolari dello statuto di protezione S possono inoltre, senza termine d'attesa, esercitare un'attività lucrativa, anche indipendente. Il governo ha deciso di non abrogarlo prima del 4 marzo dell'anno prossimo.
Le critiche
Per la piattaforma asile.ch, intervenuta in una conferenza stampa odierna facendo il punto dopo due anni dall'introduzione della misura, aspettare così a lungo è pregiudizievole per i rifugiati ucraini. Ma anche le idee che circolano attualmente circa il nuovo statuto per queste persone - in particolare il permesso F di ammissione provvisoria, giudicato molto precario - preoccupano, ha detto Cesla Amarelle, professoressa di diritto all'università di Neuchâtel ed ex consigliera di Stato e consigliera nazionale socialista vodese. Stando ad Amélie Cittadini, responsabile delle persone con statuto S all'assistenza sociale ginevrina, l'incertezza legata a tale statuto, con la prospettiva di un rimpatrio forzato, frena l'integrazione. È imperativo fare chiarezza sullo status dei rifugiati ucraini per permettere loro di pianificare una permanenza a lungo termine in Svizzera.
Il dibattito politico
Il Consiglio nazionale ha recentemente preso una decisione per facilitare l'accesso al mercato del lavoro dei titolari dell'S. I rapporti di lavoro non dovranno più essere autorizzati, ma solo annunciati. Questa procedura permetterebbe di risparmiare tra le quattro e le sei settimane. Il Consiglio degli Stati deve confermarla, ma la legge ad hoc dovrà ancora essere elaborata, il che richiederà tempo.
"La Russia è pronta a colloqui per una soluzione della situazione in Ucraina e al dialogo con gli Stati Uniti sulla stabilità strategica". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato da Ria Novosti. "Ciò però non è possibile davanti a dichiarazioni che puntano ad infliggere una sconfitta strategica alla Russia", ha sottolineato. "Per quanto riguarda i colloqui noi non ne siamo mai stati contrari, ne siamo sempre stati favorevoli - ha aggiunto il leader del Cremlino -. Ho ripetuto cento volte che noi non li abbiamo mai interrotti, mentre lo hanno fatto gli ucraini, seguendo un ordine diretto di Londra e di Washington".
A due anni dall'inizio della guerra tra Mosca e Kiev, il capo della diplomazia elvetica Ignazio Cassis venerdì interverrà al Consiglio di sicurezza e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il direttore del DFAE ribadirà l'appello elvetico al rispetto del diritto internazionale umanitario e ricorderà l'intenzione della Svizzera di organizzare una conferenza di alto livello per la pace in Ucraina. Il programma del consigliere federale a New York inizierà già il giorno prima, con un discorso sul tema dello sminamento umanitario. L'eliminazione degli ordigni è una condizione necessaria per il processo di ricostruzione dell'Ucraina e per il ritorno delle persone sfollate, scrive in una nota diramata oggi pomeriggio il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), ricordando che la Confederazione in ottobre organizzerà a Ginevra una conferenza ministeriale sull'azione contro le mine nel paese, dopo quella tenuta a Zagabria (Croazia). La due giorni al Palazzo di vetro del Segretariato delle Nazioni Unite per Cassis sarà anche l'occasione per diversi incontri bilaterali, aggiunge il DFAE.
Gli Usa annunceranno venerdì un pacchetto di importanti sanzioni alla Russia per la morte di Alexei Navalny: lo ha comunicato il coordinatore del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby in un briefing. Le sanzioni "riterranno la Russia responsabile di ciò che è accaduto a Navalny e, francamente, di tutte le sue azioni nel corso di questa guerra feroce e brutale che infuria ormai da due anni" contro l'Ucraina, ha detto Kirby. Alla domanda sulla possibilità che la Russia venga designata come Stato sponsor del terrorismo, come ha proposto il senatore Lindsey Graham, Kirby ha risposto di non avere aggiornamenti ma ha sottolineato che le sanzioni "aumenteranno la pressione" sul Cremlino.
Alain Berset è arrivato stamani a Kiev. L'ex consigliere federale, candidato alla carica di Segretario generale del Consiglio d'Europa, discuterà del ruolo dell'istituzione nel sostenere l'Ucraina e nel garantire responsabilità e giustizia.
Il programma
L'agenda del friburghese, fotografato stamattina presto mentre scendeva del treno nella capitale ucraina, prevedeva incontri con l'ufficio del Consiglio d'Europa in Ucraina, i rappresentanti del Parlamento ucraino e altri interlocutori, ha comunicato oggi l'ambasciata svizzera a Kiev sulle reti sociali. L'ex presidente della Confederazione ha manifestato interesse per la carica di Segretario generale del Consiglio d'Europa all'inizio di gennaio. Sarebbe il primo svizzero a ricoprire questa funzione. Se sarà eletto, Berset "si sforzerà di rafforzare il peso politico e la visibilità del Consiglio d'Europa e di mantenere l'Ucraina al centro dell'agenda europea", precisa la rappresentanza diplomatica elvetica.
Elezione in giugno
Il segretario generale viene eletto per un periodo di cinque anni dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa su proposta di questo Comitato. L'elezione è in agenda il prossimo mese di giugno, con un'entrata in carica il 18 settembre. Attualmente la carica è occupata dalla croata Marija Pejčin. Oltre a Berset, la cui candidatura è sostenuta dal Consiglio federale, si sono candidati il belga Didier Reynders, attuale commissario europeo per la Giustizia, e l'ex ministro estone della Cultura Indrek Saar.
Il ruolo
Il Consiglio d'Europa, che ha sede a Strasburgo, si occupa di promuovere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto nei suoi 46 Stati membri. Conclude accordi intergovernativi di diritto internazionale vincolanti, come la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, allo scopo di incentivare il progresso economico e sociale e di salvaguardare il patrimonio comune sviluppato finora. La Svizzera vi ha aderito il 6 maggio 1963 diventandone il 17esimo Stato membro. Berset, 51 anni, ha lasciato il Governo lo scorso 31 dicembre dopo dodici anni, al termine di un anno di presidenza della Confederazione.
Gli Stati Uniti stanno considerando ulteriori sanzioni contro la Russia per la morte di Alexei Navalny. Lo ha detto il presidente Joe Biden. "Abbiamo già sanzioni in vigore, ma ne stiamo considerando altre", ha riferito Biden ai giornalisti.
I tribunali russi hanno condannato decine di persone detenute in occasione di eventi che volevano commemorare Alexei Navalny a brevi pene detentive. Lo si legge sugli annunci ufficiali, per i quali in 154 sono stati condannati solo a San Pietroburgo. I dettagli delle sentenze pubblicate sabato e domenica dal tribunale della città mostrano che queste persone sono state incarcerate fino a 14 giorni per aver violato le rigide leggi anti-protesta della Russia. Gruppi per i diritti umani e organi di stampa indipendenti hanno riferito di sentenze simili in altre città del Paese.
"I tentativi di riportare la Russia entro i confini del 1991 porteranno solo a una cosa: verso una guerra globale con i Paesi occidentali utilizzando l'intero arsenale strategico del nostro Stato" contro "Kiev, Berlino, Londra, Washington e contro tutti gli altri bellissimi luoghi storici che sono stati a lungo inclusi negli obiettivi della nostra triade nucleare". Lo ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
"Siamo pronti per il dialogo con l'Ucraina. Se non fosse stato per la posizione dell'Occidente, i combattimenti in Ucraina sarebbero cessati un anno e mezzo fa". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un'intervista, citato da Interfax. "La Federazione russa anche dopo l'inizio" dell'operazione speciale "ha cercato di porre fine al conflitto, ma l'Ucraina non lo voleva", ha aggiunto. Alla domanda "Perché la Russia non ha avviato prima l'operazione militare speciale", il leader del Cremlino ha affermato: "Speravamo nella decenza dei nostri partner", facendo riferimento all'attuazione degli accordi di Minsk. "Mosca non sapeva che gli europei non li avrebbero attuati", ha affermato Putin nell'intervista a Pavel Zarubin, riporta Ria Novosti.
Nella fase attiva dei combattimenti per Avdiivka, iniziata il 10 ottobre 2023, l'esercito russo ha perso quasi 50'000 soldati e più di 1'300 unità di equipaggiamento militare: lo ha reso noto il comandante delle truppe 'Tavria' schierate nel settore, Oleksandr Tarnavsky, come riporta l'emittente pubblica Suspilne.
A due anni dall'inizio della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, la situazione delle persone fuggite in Svizzera rimane incerta. Malgrado ciò, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) e l'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) sono unanimi: le misure di integrazione sono efficaci. Dall'inizio del conflitto un terzo della popolazione ucraina è fuggita, scriveva l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in gennaio, aggiungendo che l'Ucraina è diventata teatro della più grande crisi di spostamento di popolazioni al mondo. Secondo l'UNHCR, circa 3,7 milioni di persone sono in fuga all'interno dell'Ucraina, mentre circa 6,3 milioni sono scappate all'estero, in gran parte nei Paesi europei (5,9 milioni).
Previste molte richieste di statuto S
Gli effetti si fanno sentire anche in Svizzera: finora circa 86'000 persone hanno chiesto lo statuto di protezione S. Il 9 febbraio, la SEM ha annunciato che questo era attivo per circa 65'000 persone, mentre per altre 21'000 era terminato. Interpellata da Keystone-ATS, la portavoce della SEM, Magdalena Rast, ha precisato che il numero di persone che hanno lasciato la Svizzera negli ultimi mesi è all'incirca equivalente al numero di nuovi arrivi, aggiungendo che anche quest'anno si prevede un gran numero di domande di questo tipo. La Confederazione stima per l'anno in corso circa 25'000 richieste di statuto di protezione S, a condizione che la situazione militare in Ucraina non cambi in modo significativo. Il margine di fluttuazione dovrebbe essere compreso tra 20'000 e 30'000 domande.
Statuto S, una novità
Nel marzo del 2022, il Consiglio federale ha deciso di attivare lo statuto S per gli ucraini, per la prima volta dalla sua creazione in seguito alle guerre in Jugoslavia negli anni Novanta. Questo dispositivo concede il diritto di soggiorno senza procedura d'asilo alle persone fuggite dalla guerra. Gli adulti possono iniziare a lavorare immediatamente. L'integrazione degli ucraini nel mercato del lavoro svizzero è stata finora positiva, ha rilevato la SEM a Keystone-ATS, precisando che c'è stato un aumento costante. Il tasso di occupazione è ora vicino al 22%. "Possiamo anche notare che il tasso aumenta con la durata del soggiorno", ha fatto notare Eliane Engeler dell'OSAR. Il tasso di occupazione delle persone arrivate nel marzo 2022 - poco dopo l'inizio della guerra - era del 27% a febbraio. Raggiungeva appena il 12% tra coloro che sono arrivati nel gennaio 2023.
Difficoltà
Molti rifugiati, continuano tuttavia a lavorare in settori poco retribuiti e non hanno ancora un impiego adeguato alle loro qualifiche, ha proseguito Engeler. Circa due terzi dei rifugiati sono donne, molte delle quali hanno figli. Devono pertanto affrontare ulteriori ostacoli, ad esempio organizzare la cura dei bambini, ha fatto notare Rast. Sia la SEM che l'OSAR hanno sottolineato l'importanza delle competenze linguistiche per trovare lavoro. L'anno scorso, la Confederazione ha stanziato il 70% dei fondi destinati alla promozione dell'integrazione proprio per i corsi di lingua. Secondo la SEM, la partecipazione a tali corsi è raddoppiata tra la fine del 2022 e la primavera del 2023. Nel frattempo sono stati istituiti numerosi corsi supplementari, ha rilevato Engeler, aggiungendo che una delle sfide rimane quella di trovare posti di custodia per i figli delle madri interessate.
Pesa l'incertezza
L'insicurezza che regna in Ucraina è un pesante fardello per coloro che hanno lasciato il Paese. Secondo un sondaggio condotto per conto dell'UNHCR nella primavera del 2023, il 30% delle circa 1'000 persone interpellate ha dichiarato di sperare di poter tornare un giorno in Ucraina. Ma solo il 2% prevedeva di potervi far ritorno entro tre mesi. Due persone su cinque non avevano ancora preso una decisione in merito, mentre il 27% ha dichiarato di non avere alcuna speranza di tornare. Per l'OSAR si tratta di offrire a queste persone delle prospettive. Anche se dovessero tornare, le misure di integrazione avranno un impatto positivo, secondo l'associazione. "Nessuno sa quanto durerà la guerra in Ucraina, come finirà e in che condizioni si troveranno il Paese e la sua popolazione", ha ricordato ancora la SEM. In questo contesto, la Confederazione si ispira, tra le altre cose, al concetto elaborato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Si tratta non solo di preservare la capacità di ritorno delle persone fuggite dal proprio Paese, ma anche di creare opportunità per loro in Svizzera.
L'esercito ucraino si è ritirato dalla città di Avdiïvka, sotto assedio da settimane da parte delle forze armate russe. Lo ha annunciato il generale Oleksandr Tarnavsky, comandante dei militari di Kiev in questa zona del Donbass, a pochi chilometri da Donetsk. "In conformità con l'ordine ricevuto, ci siamo ritirati da Avdiivka nelle posizioni preparate in anticipo", ha scritto su Telegram, aggiungendo: "Nella situazione in cui il nemico avanza camminando sui cadaveri dei suoi stessi soldati e dispone di dieci volte più proiettili questa è l'unica decisione giusta".
Preannunciato la decisione su Facebook
Oleksandr Syrskyy, comandante delle forze armate ucraine, aveva preannunciato la decisione su Facebook: "Sulla base della situazione operativa che si è sviluppata attorno ad Avdiivka, al fine di evitare l'accerchiamento e per preservare la vita e la salute del personale militare, ho deciso di ritirare le nostre unità dalla città e passare alla difesa su linee più vantaggiose. I nostri soldati hanno svolto il loro dovere militare con dignità, hanno fatto tutto il possibile per distruggere le migliori unità militari russe e infliggere perdite significative al nemico".
Vittoria militare per Mosca
Per Mosca si tratta di un'importante vittoria militare, soprattutto dal punto di vista simbolico, dopo le difficoltà incontrate negli ultimi mesi a scardinare le difese ucraine. La città di Avdiïvka, che prima dell'invasione russa aveva circa 34.000 abitanti (ora ne sono rimasti meno di mille, soprattutto anziani), è un cumulo di macerie dopo settimane di pesanti scambi di artiglieria. L'offensiva si è intensificata nell'ottobre scorso quando l'esercito russo ha moltiplicato le ondate d'assalto per conquistare l'obiettivo. Un attacco che è costato la vita a centinaia di soldati, un assedio che ricorda quello di Bakhmout, conquistata dopo 10 mesi di feroci combattimenti.
Nuovi aiuti militari per 1,13 miliardi di euro, che si aggiungono a quelli per 28 miliardi già inviati nel tempo da Berlino a Kiev. È quanto è stato deciso in occasione dell'accordo sulla sicurezza firmato oggi nella capitale tedesca dal cancelliere Olaf Scholz e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Per la prima volta nella sua storia" la Germania "assume il ruolo di Stato garante", sottolinea una nota del ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius. L'accordo con Kiev è un segno chiaro della "accresciuta responsabilità tedesca nella politica di sicurezza in Europa", dice inoltre Pistorius.
"Pacchetto di Monaco"
Il ministero tedesco della Difesa ha definito i nuovi aiuti il "pacchetto di Monaco". Nel pacchetto sono compresi 18 ulteriori obici semoventi Pzh 2000, che verranno consegnati dal 2026 al 2027 (inclusi addestramento, munizioni e pezzi di ricambio). Tra il 2025 e il 2027 verranno inviati anche 18 obici semoventi su ruote Rch 155 (che si aggiungeranno ad altrettanti già previsti). La Germania invierà inoltre quest'anno in Ucraina per la prima volta 120mila munizioni di artiglieria da 122 millimetri. Nel 2025, Kiev riceverà anche da Berlino un secondo sistema per la difesa aerea Skynex e, nel 2024, ulteriori 100 missili IRIS-T SLS (oltre a quelli già previsti).
Il Consiglio federale riconosce che l'attuazione nei Cantoni delle sanzioni economiche contro la Russia in relazione alla guerra in Ucraina possa aver generato incertezze. Ha preso oggi posizione su un rapporto della Commissione della gestione degli Stati (CdG-S). In novembre, la CdG-S aveva ritenuto che il ruolo delle autorità cantonali dovesse essere meglio integrato nel processo di attuazione delle sanzioni. La Confederazione ha chiarito troppo tardi le ambiguità con le quali erano confrontati i Cantoni.
Uffici del registro fondiario
In particolare, gli uffici del registro fondiario avrebbero dovuto essere informati più attivamente sul loro obbligo di notifica nel settore immobiliare. Nella sua presa di posizione odierna, il Consiglio federale "riconosce che per molti aspetti le sanzioni adottate in seguito all'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina andavano al di là di quanto si sapeva". Potevano quindi creare incertezza tra le autorità e le altre cerchie interessate.
SECO in grado di rispondere adeguatamente
L'esecutivo è, tuttavia, del parere che il rilascio di ulteriori autorizzazioni o una vigilanza da parte della Segreteria di Stato dell'economia (SECO) sulla sola base di incertezze legate a una particolare situazione sarebbero misure eccessive. Rimanda pertanto alla sua proposta di istituire un registro della trasparenza nell'ambito della revisione parziale della legge sul riciclaggio di denaro. La SECO ha dimostrato di essere in grado di rispondere in modo rapido e adeguato a domande o problemi legati all'attuazione di nuove sanzioni. A tale riguardo il Consiglio federale accoglie con favore la raccomandazione della CdG-S di riesaminare il concetto di crisi della SECO.
Ruolo avvocati nell'attuazione delle sanzioni
In merito alla richiesta della CdG-S di precisare il campo d'applicazione dell'obbligo di notifica degli avvocati, il Consiglio federale mantiene la sua posizione: secondo il Tribunale federale (TF), le attività specifiche della professione sono protette dal segreto professionale. Fra queste rientrano la redazione di documenti legali, l'assistenza o la rappresentanza di una persona davanti a un'autorità amministrativa o giudiziaria e la consulenza legale. Ciononostante, non tutte le attività di un avvocato sono automaticamente coperte dal segreto professionale. Il Consiglio federale rimane del parere che l'obbligo di notifica per le attività non specifiche della professione sia compatibile con il segreto professionale. Gli avvocati sono perseguibili se favoriscono la violazione delle disposizioni relative alle sanzioni.
Lista delle persone sanzionate
Il Governo ha inoltre espresso il proprio parere su altre raccomandazioni, in particolare sulla lista delle persone sanzionate dall'UE. La CdG-S aveva constatato che la Svizzera aveva adottato tale lista senza modifiche e aveva sollevato la questione del rispetto dello stato di diritto. Il Consiglio federale "prende atto" di questa critica. A suo dire, il recepimento delle sanzioni dell'UE, nostro principale partner commerciale, si è dimostrato valido. L'introduzione di sanzioni unilaterali avrebbe un'efficacia limitata, mentre l'applicazione di svariati provvedimenti divergenti da parte della Svizzera potrebbe favorire l'aggiramento delle sanzioni e ridurre la prevedibilità. Le persone, le imprese e le organizzazioni sanzionate hanno già oggi la possibilità di far valere i propri diritti.
Attuazione raccomandazioni del 2018
La CdG-S si era, infine, detta soddisfatta delle misure adottate dal Consiglio federale e dalla SECO in risposta alle raccomandazioni formulate nel rapporto del 2018. Aveva però precisato che non era ancora in grado di fornire una valutazione definitiva nel quadro del suo controllo successivo e che sarebbe tornata in un secondo tempo sulle raccomandazioni corrispondenti. Ora, il Consiglio federale condivide l'opinione della CdG-S secondo cui i dati di base relativi all'applicazione delle sanzioni economiche siano stati migliorati e la circolazione delle merci sia soggetta a controlli più rigorosi, in particolare per quanto riguarda le sanzioni contro la Russia.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno firmato presso la cancelleria tedesca un patto bilaterale sulla sicurezza. I due leader hanno firmato di fronte alla stampa e sono poi tornati a proseguire il proprio incontro. Con il presidente ucraino "abbiamo oggi firmato un accordo sui nostri impegni di sicurezza a lungo termine", è un "passo storico", scrive sulla rete sociale X il cancelliere tedesco. "La Germania continuerà a sostenere l'Ucraina contro la guerra di aggressione russa. Slava Ukrajini", ha aggiunto Scholz. Il cancelliere sottolinea che il sostegno di Berlino a Kiev continuerà "fino a quando ce ne sarà bisogno".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Berlino per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente Frank-Walter Steinmeier, riporta il settimanale di Amburgo Spiegel. Con Scholz Zelensky firmerà un patto bilaterale sulla sicurezza tra Germania e Ucraina. L'obiettivo sono impegni e sostegno a lungo termine. Sulla visita non ci sono stati fino all'ultimo dettagli, per ragioni di sicurezza. Zelensky si recherà dopo a Parigi. Domani è atteso come ospite alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera.
L'Ucraina ha emesso stamattina un allarme aereo nazionale dopo che l'esercito ha avvertito che un gruppo di bombardieri è decollato da una base russa. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha parlato di "esplosioni in città". Secondo le forze di difesa aerea ucraine tutti i missili russi diretti su Kiev sono stati abbattuti, ha detto l'amministrazione militare della capitale in un post su Telegram. L'allerta aerea scattata stamattina è durata più di due ore. Non risultano vittime o danni particolari.
Vladimir Putin ha firmato una legge che prevede la possibilità di confiscare beni e proprietà alle persone condannate in base alla legge che vieta la "diffusione di informazioni sulle forze armate" che dovessero essere ritenute "false" dalle autorità russe. Di fatto la legge colpisce chi condanna l'invasione dell'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Interfax. In Russia c'è una legge che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull'esercito che dovessero essere giudicate "false" dalle autorità e fino a 7 anni per chi è accusato di "screditare" l'esercito.
Il botta e risposta con gli Usa
Intanto, l'agenzia Reuters scrive sul proprio sito web che, secondo tre fonti russe ben informate, "una proposta del presidente russo Vladimir Putin di un cessate il fuoco" in Ucraina per "congelare la guerra" sarebbe stata "respinta dagli Stati Uniti dopo i contatti tra intermediari". Il Cremlino nega che le cose stiano così. "Questo non è vero", ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, secondo la Tass. Allo stesso tempo, sempre secondo la Reuters, "una fonte americana ha negato che ci siano stati contatti ufficiali e ha detto che Washington non si impegnerà in colloqui che non coinvolgano l'Ucraina".
Putin e la proposta per congelare la guerra
La Reuters scrive che, secondo le sue fonti russe, Putin avrebbe "inviato segnali a Washington nel 2023 in pubblico e in privato attraverso intermediari, compresi i partner arabi di Mosca in Medio Oriente e altri, che era pronto a prendere in considerazione un cessate il fuoco in Ucraina". Sempre secondo le stesse fonti, "Putin proponeva di congelare il conflitto allo stato attuale e non era disposto a cedere alcun territorio ucraino controllato dalla Russia".
Il fronte ucraino
Dal canto suo, il nuovo capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky ha espresso preoccupazione per la precaria situazione in prima linea durante una visita nell'Ucraina orientale insieme al ministro della Difesa Rustem Umerov. Lo riporta il Kyiv Post. In una dichiarazione condivisa sui social, Syrsky ha descritto il fronte come "estremamente complesso e stressante". Ha osservato che gli occupanti russi stanno aumentando i loro sforzi e detengono un vantaggio numerico in termini di numero di militari. "Stiamo facendo tutto il possibile per impedire al nemico di avanzare ulteriormente nel nostro territorio e per mantenere il controllo sulle posizioni che occupiamo attualmente", ha dichiarato. Negli ultimi mesi le forze russe hanno intensificato i loro sforzi per prendere il controllo del polo industriale orientale di Avdiivka, rivendicando progressi graduali da combattimenti molto intensi.
Il presidente russo Vladimir Putin non può perdere la guerra in Ucraina. Lo ha detto - stando a quanto riportano i media statunitensi - Elon Musk nel corso di un evento virtuale sulla sua rete sociale "X" insieme ad alcuni senatori repubblicani e all'ex candidato conservatore alla Casa Bianca Vivek Ramaswamy, tutti contrari al piano del Senato per concedere aiuti all'Ucraina.
Anche Musk si è detto contrario al provvedimento per gli aiuti a Kiev: "Queste spese non aiutano l'Ucraina. Prolungare la guerra non aiuta l'Ucraina", ha detto Musk.
La registrazione dei candidati per le elezioni presidenziali di marzo si è chiusa in Russia. Lo ha riferito la Tass, pubblicando una lista che include il presidente Vladimir Putin - del quale è attesa la riconferma - e tre politici che sostengono la guerra in Ucraina.
Escluso Boris Nadezhdin
Nella lista non figura invece il candidato russo contro la guerra Boris Nadezhdin, dopo che la Commissione elettorale centrale (Cec) lo ha escluso giovedì dalla candidatura, sostenendo di aver riscontrato errori nella raccolta delle firme necessarie per la sua candidatura. Nadezhdin ha detto che contesterà la decisione della commissione davanti alla Corte Suprema russa.
Gli altri candidati
La Cec ha registrato Vladislav Davankov, vicepresidente della Duma russa e membro di New People, Leonid Slutsky, leader del Partito Liberal Democratico (Ldpr), ultranazionalista fedele al Cremlino, e il candidato del Partito Comunista, Nikolai Kharitonov.
Putin corre come indipendente
Putin ha scelto di candidarsi come indipendente invece di correre per il partito al potere Russia Unita e si prevede una facile vittoria per il presidente che controlla la Russia dal 2000 in tutte le leve dello Stato.
Dopo il colloquio con il presidente americano Joe Biden, il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto fiducioso che gli aiuti militari statunitensi all'Ucraina possano essere mantenuti. Lo sintetizza l'agenzia Dpa. Se non sarà possibile ottenere una decisione in tal senso da parte del Congresso degli Stati Uniti, la capacità delle forze armate ucraine di difendere il proprio Paese sarà minacciata, ha avvertito Scholz dopo il colloquio nello Studio Ovale della Casa Bianca durato circa un'ora e 45 minuti. "Per questo siamo entrambi fermamente convinti che ciò debba avvenire ora, ma anche fiduciosi che il Congresso degli Stati Uniti alla fine prenderà una decisione del genere", ha detto il cancelliere. In questo modo si invierebbe anche il giusto messaggio al presidente russo Vladimir Putin che le sue speranze di una riduzione degli aiuti militari occidentali all'Ucraina sono vane.
USA e Germania i fornitori di armi più importanti
Gli Stati Uniti e la Germania sono di gran lunga i più importanti fornitori di armi all'Ucraina. Scholz stima in oltre 30 miliardi di euro il valore delle attrezzature di difesa fornite e promesse dalla Germania. Gli Stati Uniti indicano il volume dei loro aiuti militari in 44 miliardi di dollari (circa 41 miliardi di euro), ricorda la Dpa.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha affermato che l'Alleanza atlantica deve prepararsi alla possibilità di un confronto decennale con la Russia e quindi espandere più rapidamente l'industria della difesa dei suoi Paesi membri, passando da ritmi lenti da tempo di pace a ritmi di produzione veloci da conflitto.
"Non vogliamo la guerra, ma dobbiamo prepararci"
"La Nato non vuole una guerra con la Russia", ha premesso Stoltenberg in un'intervista alla Welt am Sonntag. "Ma dobbiamo prepararci a un confronto che potrebbe durare decenni", ha avvertito in dichiarazioni all'edizione domenicale del quotidiano tedesco Die Welt. "Se il presidente russo Vladimir Putin vince in Ucraina, non c'è garanzia che l'aggressione russa non si estenda ad altri Paesi", ha sostenuto l'economista e politico norvegese come riporta il sito del quotidiano tedesco. La migliore difesa ora è sostenere l'Ucraina e investire nelle capacità militari della Nato perché "la deterrenza funziona solo se è credibile", ha detto.
Difesa, chiesti ordini più numerosi e rapidi
"Dobbiamo ricostruire ed espandere la nostra base industriale più velocemente, in modo da poter aumentare le forniture all'Ucraina e rifornire le nostre scorte", ha esortato Stoltenberg. "Questo significa passare da una produzione lenta in tempi di pace a una produzione veloce, come è necessario in tempi di conflitto". Il segretario generale dell'Alleanza ha quindi chiesto alle aziende europee del settore della difesa ordini più numerosi e più rapidi.
La Russia non sarà mai sconfitta in Ucraina e la Nato "deve accettare le conquiste territoriali di Mosca". Questo è il messaggio all'Occidente di Vladimir Putin, che in un'intervista di due ore con il controverso ex anchor di Fox news e sostenitore di Donald Trump, Tucker Carlson, ha detto la sua non solo sul conflitto con Kiev ma anche sul futuro dei rapporti con gli Stati Uniti, aprendo ad un possibile rilascio del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato in Russia quasi un anno fa, e assicurando che Mosca non ha intenzione di invadere i suoi vicini.
La sconfitta è impossibile per definizione
"La sconfitta della Russia in Ucraina è impossibile per definizione", ha dichiarato lo zar in quella che, più che un'intervista, è stata uno dei suoi classici monologhi con poche domande da parte del giornalista di destra. "Non accadrà mai che la Russia sia sconfitta", ha insistito lo zar sottolineando che la Nato deve accettare le conquiste territoriali di Mosca in Ucraina. Putin ha poi detto che "i piani di pace erano quasi finalizzati, ma Kiev li ha gettati all'aria e ha obbedito agli ordini dell'Occidente di combattere la Russia fino all'ultimo". Salvo poi aggiungere che "prima o poi si arriverà ad un accordo".
L'allargamento della guerra
Quanto all'allargamento della guerra, che i Paesi del fianco est della Nato temono dal giorno dell'invasione quasi due anni fa, il leader del Cremlino ha chiarito che "l'invasione di Polonia o Lettonia è fuori discussione". "Semplicemente non abbiamo alcun interesse" ad espandere la guerra, ha dichiarato Putin a Carlson avvertendo tuttavia che "solo in un caso invierei truppe, se la Polonia attaccasse la Russia".
Joe Biden, le elezioni e i rapporti con gli USA
Il leader del Cremlino è stato sollecitato anche su Joe Biden e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, un argomento che molti analisti temevano fosse affrontato in un momento delicato per la politica americana. Secondo molti, infatti, non è un caso che Putin abbia deciso di parlare con un reporter del Paese nemico proprio in questo momento. Sul presidente Usa il leader del Cremlino si è limitato ad un commento sarcastico. "Non mi ricordo quando è stata l'ultima volta che ho parlato con Biden", ha detto. Mentre su Trump lo zar ha sottolineato di aver un buon rapporto personale. "Avevo un buon rapporto con lui, ma non è una questione di leader nelle relazioni tra Usa e Russia, è una questione di mentalità", ha sottolineato, ricordando di "aver avuto un ottimo rapporto anche con Bush. So che negli Stati Uniti veniva dipinto come una specie di ragazzo di campagna che non capiva nulla. Vi assicuro che non è così. Penso che abbia commesso molti errori nei confronti della Russia, ma ha esercitato pressioni sugli europei". "Non era peggiore di qualsiasi altro politico americano, russo o europeo e capiva quello che stava facendo meglio degli altri. Ho avuto un buon rapporto personale anche con Trump", ha sottolineato Putin. "Non è una questione di leader, è una questione di mentalità".
Il messaggio agli americani
Poi, in quello che è sembrato un messaggio al Congresso americano che in questi giorni deve approvare la legge sui finanziamenti all'Ucraina, Putin ha detto: "Voglio dire alla leadership Usa: se davvero volete che la guerra finisca, smettetela di fornire armi". Infine una timida apertura sul reporter del Wall Street Journal. Lo zar si è detto disponibile ad un accordo: "Non è un argomento tabù, ma a "certe condizioni. Anche io voglio che ritorni nella sua patria".
Il Senato Usa ha bocciato il disegno di legge bipartisan da 120 miliardi (appoggiato da Joe Biden) che tiene insieme la sicurezza del confine e la stretta sui migranti con gli aiuti per Kiev (60 miliardi) e Israele (12 miliardi). La votazione si è conclusa 49 a 50. Per il quorum erano necessari 60 voti, una decina in più di quelli di cui dispongono i democratici. Il leader del Senato Chuck Schumer aveva preannunciato un secondo voto su una sorta di piano B: una legge ad hoc solo per Kiev e Tel Aviv.
Il procuratore svedese che indagava sul sabotaggio del 2022 del gasdotto Nord Stream che collega Russia e Germania ha dichiarato chiusa l'indagine per mancanza di giurisdizione. In un comunicato, la procura ha spiegato che lo scopo principale dell'indagine era "stabilire se cittadini svedesi fossero coinvolti nell'atto e se il territorio svedese fosse stato utilizzato per compierlo", ma non è stato così.
Peskov: "Decisione straordinaria"
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito la decisione "straordinaria, ed è notevole che in questo modo (l'indagine) sia stata conclusa", ha detto ai giornalisti, citato dall'agenzia Tass. Peskov ha sottolineato che con il sabotaggio la Germania "ha perso una risorsa molto importante" perché "c'erano aziende tedesche che erano coinvolte in una joint venture che gestiva le condutture fatte saltare in aria a seguito di questo sabotaggio terroristico delle infrastrutture critiche".
La Cina è "aperta a dare una mano" per l'organizzazione dell'incontro di alto livello per la pace in Ucraina. Lo ha affermato oggi da Pechino il consigliere federale Ignazio Cassis, sottolineando però che una conferenza conclusiva non si farà senza la Russia. Per il momento, la Cina ha confermato di aver ricevuto l'invito. Quanto a Cassis, egli ha detto di attendere "con ansia la risposta della Cina". Il capo della diplomazia elvetica ha aggiunto, come detto, che Pechino è "aperta a dare una mano per trovare la strada più promettente per una soluzione del conflitto".
Processo di pace al centro del tour asiatico di Cassis
Il "ministro" degli affari Esteri ha sottolineato che non ci sarà una conferenza di pace conclusiva senza la Russia. "Questa affermazione è condivisa dai Paesi che abbiamo incontrato", ha sottolineato il ticinese, che nei giorni scorsi ha visitato l'India e la Corea del Sud e poi si recherà nelle Filippine. Il processo di pace in Ucraina è al centro del tour asiatico del capo del consigliere federale. Questo viaggio segue di poche settimane una dichiarazione della presidente della Confederazione, Viola Amherd, di essere disponibile a organizzare un vertice di pace. Tale impegno era stato assunto in occasione della visita a Berna del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a inizio gennaio, poco prima che quest'ultimo si recasse a Davos per il WEF.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha proposto al Parlamento di estendere la legge marziale e la mobilitazione generale in Ucraina, come riporta Rbc-Ucraina. Le relative proposte di legge n. 10456 e n. 10457 sono state registrate sul sito web della Verkhovna Rada. Sia la legge marziale che la mobilitazione sono attualmente in vigore in Ucraina almeno fino al 14 febbraio 2024. Se la proposta del presidente sarà approvata, il periodo sarà prolungato per altri 90 giorni, fino al 14 maggio 2024.
Almeno una ventina di giornalisti, tra cui alcuni stranieri, sono stati arrestati a Mosca durante un raduno, organizzato sulla Piazza Rossa dalle mogli dei soldati che combattono in Ucraina e chiedono il ritorno dei loro mariti dal fronte.
Un videoreporter dell'Afp arrestato durante questa manifestazione ha riferito che circa 20-25 giornalisti, compresi reporter stranieri, erano con lui in un furgone della polizia diretto a una stazione di polizia nella capitale. L'ong per la difesa dei diritti umani Ovd-Info, ripresa da Meduza, sostiene che le persone fermate siano 27, tra cui almeno una che partecipava alla manifestazione.
Due dipendenti dell'organizzazione non governativa Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere (Aces) sono stati uccisi ieri alle 14.30 circa in un "attacco mortale" nel sud-est dell'Ucraina, ha annunciato oggi l'ONG, senza fornire informazioni definitive sulla loro nazionalità. "Un gruppo di collaboratori è stato attaccato (...) durante un'operazione umanitaria. Due degli stimati colleghi del team hanno tragicamente perso la vita e altri membri dello staff sono rimasti feriti", ha dichiarato l'ONG in un comunicato.
Nessuno svizzero fra le vittime
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è a conoscenza dell'accaduto e, stando alle informazioni in suo possesso, non ci sono svizzeri tra le vittime, ha dichiarato a Keystone-ATS. Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato su X (già Twitter) che due operatori umanitari francesi sono stati uccisi in Ucraina da un attacco russo. Contattato da Keystone-ATS, il portavoce di Aces ha dichiarato che i primi risultati delle indagini indicano che le due vittime sono francesi.
"Abbiamo un accordo. Tutti i 27 leader hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo di 50 miliardi di euro per l'Ucraina all'interno del bilancio dell'Ue. In questo modo si garantisce un finanziamento costante, a lungo termine e prevedibile per l'Ucraina. L'Ue sta assumendo la leadership e la responsabilità del sostegno all'Ucraina". Lo annuncia il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
Il rapporto annuale
"Sulla base del rapporto annuale della Commissione sull'attuazione del pacchetto di aiuti per l'Ucraina" - si legge in un paragrafo delle conclusioni del vertice Ue - "il Consiglio Europeo terrà un dibattito annuale sull'attuazione stessa con l'obiettivo di dare una guida. Se necessario, fra due anni il Consiglio Europeo inviterà la Commissione a presentare una proposta di revisione nel contesto della revisione del bilancio comunitario". La formula ha permesso lo sblocco dell'impasse sugli aiuti macrofinanziari a Kiev.
L'accordo: una discussione
"L'accordo trovato non prevede un voto sul pacchetto di aiuti finanziari all'Ucraina, ma solo una discussione", precisa un alto funzionario europeo spiegando il senso del compromesso raggiunto fra i 27 leader a Bruxelles. In pratica Viktor Orban non avrà il diritto di veto. L'accordo è arrivato dopo un giro di consultazioni ristrette fra i leader ieri sera e questa mattina, poi la 'plenaria' al Consiglio dove è stato trovato "velocemente" il consenso necessario.
"Una vittoria comune" secondo il premier ucraino
Il premier ucraino Denys Šmyhal afferma che l'accordo sugli aiuti dell'Ue a Kiev aiuterà a realizzare una "vittoria comune".
L'accusa dal Cremlino agli Usa
Da parte sua il Cremlino ha accusato gli Usa di voler tentare di "spostare l'onere finanziario" del sostegno a Kiev "sulle spalle dei contribuenti europei", riporta l'agenzia Interfax. "Ora è ovvio che da parte di Washington ci sarà un processo volto a cercare di spostare l'onere finanziario" del sostegno all'Ucraina "sulle spalle dei contribuenti dei paesi europei", ha detto il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitri Peskov, commentando il vertice Ue di oggi.
"Mi impegnerò per un accordo a 27" sugli aiuti all'Ucraina. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al consiglio europeo a Bruxelles. "È necessario che tutti facciano di più". Il cancelliere ha anche indicato di voler sollevare il tema sull'aumento delle forniture di armamenti all'Ucraina.
La discussione
"Abbiamo discusso intensamente negli ultimi giorni e settimane e sono fermamente convinto che ciò sia effettivamente possibile", ha spiegato Scholz circa un accordo sugli aiuti all'Ucraina da parte di tutti e 27 gli Stati Ue. "Se l'Europa si considera una comunità in cui tutti si sostengono a vicenda e si aiutano a vicenda a prendere decisioni gli Stati membri sanno come dovrebbe essere tale decisione ed è per questo motivo che ritengo che sia giunto il momento di adottarla e lavoreremo molto duramente con molti altri per rendere possibile una decisione su 27".
Sostegno anche con le armi
"Lavoreremo molto intensamente anche per la questione di come possiamo organizzare un ulteriore sostegno all'Ucraina anche con le armi - ha spiegato il cancelliere -. Si tratta di una questione su cui non si deciderà oggi, ma la discussione deve essere avviata con urgenza". "La Germania - ha ricordato - sta apportando un contributo molto consistente con fondi stanziati nel bilancio per l'anno in corso per oltre 7 miliardi di euro e molti altri impegni di stanziamenti che verranno aggiunti nei prossimi anni. Ma non è sufficiente per l'Ucraina". "Sono felice che abbiamo l'opportunità di parlarne".
La volontà di prendere una decisione
Ancora sugli aiuti all'Ucraina al centro del summit odierno, "sono convinto che oggi si tratta di prendere una decisione a 27", questo è ciò che "vogliamo ottenere insieme". "Le mie conversazioni con molte persone hanno dimostrato che esattamente questa volontà esiste ed è per questo che non dovremmo girarci intorno e cercare di creare nessuna costruzione, ma l'obiettivo deve essere fare quello che l'Unione Europea è chiamata a fare".
Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha deciso di adottare nuove sanzioni contro la Russia, sull'esempio di quanto fatto di recente dall'Unione europea (Ue). Le nuove misure includono un divieto graduale di acquisto e di importazione di diamanti russi. I nuovi provvedimenti entreranno in vigore domani primo di febbraio, spiega una nota governativa odierna. Inoltre sarà vietato esportare o vendere alla Russia prodotti chimici, batterie al litio, determinati motori per droni, alcune macchine e componenti di macchine.
Altri ambiti toccati
I cittadini russi e le persone fisiche residenti in Russia non potranno controllare società in Svizzera che forniscono servizi legati a criptovalute. Sono state introdotte ulteriori misure per sostenere l'applicazione dei limiti massimi di prezzo per il petrolio greggio e i prodotti petroliferi russi e per contrastare la loro elusione. Nel settore dei servizi sarà proibito fornire alle aziende russe software gestionali per le imprese, software di progettazione e fabbricazione industriali.
L'attuale offensiva russa in Ucraina non ha fatto progressi significativi dal suo inizio lo scorso novembre e si esaurirà all'inizio della primavera: lo ha detto il capo della direzione dell'intelligence militare, Kyrylo Budanov, parlando alla tv nazionale, come riporta il Kyiv Independent.
Secondo lo stato maggiore ucraino, le truppe russe stanno cercando di avanzare nei settori di Kupiansk, Lyman, Bakhmut e Avdiivka nell'est del Paese. Budanov ha riconosciuto che i russi hanno fatto "alcuni progressi" vicino ad Avdiivka, dove Mosca sta subendo pesanti perdite nel tentativo di circondare la città in prima linea a pochi chilometri dalla parte della regione di Donetsk occupata. "Ma non è quello che si aspettavano, nemmeno lontanamente", ha commentato.
Secondo Budanov, la Russia si è posta l'obiettivo di arrivare ai confini amministrativi delle regioni di Donetsk e Lugansk, raggiungendo il fiume Chornyi Zherebets. "All'inizio della primavera, l'offensiva (della Russia) sarà completamente esaurita - ha aggiunto -. Noi facciamo una mossa, il nemico fa una mossa. Ora è il turno del nemico. Finirà e poi inizierà la nostra".
"Il Consiglio ha rinnovato oggi per altri 6 mesi le sue misure restrittive in vista delle continue azioni della Federazione Russa che destabilizzano la situazione in Ucraina, fino al 31 luglio 2024". Lo si legge in una nota del Consiglio. "Queste sanzioni, introdotte per la prima volta nel 2014 in risposta alle azioni della Russia che destabilizzavano la situazione in Ucraina, sono state significativamente ampliate dal febbraio 2022 in risposta all'aggressione militare immotivata, ingiustificata e illegale della Russia contro l'Ucraina". "Attualmente consistono in un ampio spettro di misure settoriali, tra cui restrizioni su commercio, finanza, tecnologia e beni a doppio uso, industria, trasporti e beni di lusso. Esse riguardano anche: il divieto di importazione o trasferimento di petrolio greggio via mare e di alcuni prodotti petroliferi dalla Russia all'Ue, il de-SWIFTing di diverse banche russe e la sospensione delle attività radiotelevisive e delle licenze di diversi canali di disinformazione sostenuti dal Cremlino. Inoltre, sono state introdotte misure specifiche per rafforzare la capacità dell'Ue di contrastare l'elusione delle sanzioni". "Finché le azioni illegali della Federazione Russa continueranno a violare il divieto di uso della forza, che costituisce una grave violazione degli obblighi previsti dal diritto internazionale, è opportuno mantenere in vigore tutte le misure imposte dall'Ue e adottare ulteriori misure, se necessario".
L'esercito russo ha attaccato nella notte quattro regioni ucraine con droni Shahed di produzione iraniana e missili balistici, la contraerea ha distrutto quattro velivoli senza pilota. Lo ha reso noto l'Aeronautica militare di Kiev citata dai media nazionali. Strutture civili e infrastrutture sono state prese di mira nelle regioni di Poltava, Donetsk, Zaporozhzhia e Dnipropetrovsk.
Uno scambio di prigionieri di guerra tra Ucraina e Russia avrà luogo prossimamente. Lo ha affermato il capo della direzione principale dell'intelligence ucraina Kyrylo Budanov, tornando a commentare la vicenda dell'aereo russo caduto nella regione di Belgorod. Secondo i russi, il velivolo trasportava decine di prigionieri di guerra ucraini ed è stato abbattuto dalle forze di Kiev. "La vita del nostro popolo - militari o civili - non dovrebbe essere in pericolo. Faremo tutto il possibile e sono sicuro che lo scambio avverrà nel prossimo futuro", ha detto Budanov, citato da Rbc Ucraina.
La Russia vuole incolpare l'Ucraina
Secondo il capo dell'intelligence, "nessuna delle due parti può rispondere pienamente a quello che è successo" con l'aereo caduto a Belgorod. "La posizione della Russia è chiara: incolpare l'Ucraina per tutto", ma "se ciò è accaduto perché continua a nascondere i cadaveri? Doveva mostrarli al mondo intero e dire: "Guardate, gli ucraini sono assassini". Ma non ci sono cadaveri, non c'è niente", ha affermato.
Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko, che ieri hanno partecipato alle commemorazioni per gli 80 anni dalla fine dell'assedio di Leningrado, l'attuale San Pietroburgo, "terranno un incontro bilaterale domani". Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato oggi che i frammenti di missile trovati nel luogo dello schianto dell'aereo nella regione di Belgorod fanno pensare che l'Ilyushin-76 sia stato abbattuto da un sistema di difesa antiaerea di fabbricazione francese o statunitense azionato dall'Ucraina. "Ciò sarà chiarito entro un paio di giorni", ha aggiunto Putin, citato dall'agenzia Ria Novosti. Il presidente ha affermato anche che l'aereo è stato colpito sebbene l'intelligence militare di Kiev sapesse che trasportava 65 prigionieri ucraini.
Aereo abbattuto "per errore"
Il presidente russo ha anche affermato che forse le forze ucraine hanno abbattuto per errore l'aereo schiantatosi nella regione di Belgorod. Ma i militari ucraini ai quali era stato affidato, ha aggiunto, "o erano stati addestrati in modo insufficiente, o non hanno imparato bene loro stessi, o non sono capaci di controllare in modo appropriato questi sistemi". Intanto, Mosca avrebbe cambiato le condizioni di reclutamento dei detenuti che invia a combattere nell'invasione dell'Ucraina: stando a un'inchiesta dell'edizione in lingua russa della Bbc, mentre prima i detenuti ottenevano la grazia dopo sei mesi sotto le armi, adesso invece della grazia verrebbe loro accordata la libertà condizionata, mentre il periodo di servizio nell'esercito durerebbe non più sei mesi ma fino alla fine della guerra in Ucraina.
Detenuti reclutati
Basandosi sui messaggi che i detenuti arruolatisi e i loro familiari si scambiano online, e su interviste a questi soldati e i loro parenti, la Bbc scrive che le condizioni di reclutamento sono cambiate tra agosto e settembre 2023 ma che i detenuti reclutati continuano a essere inquadrati in unità speciali e mandati a combattere nelle zone più pericolose. La Bbc sottolinea che, contrariamente a quanto avveniva con i decreti di grazia, che vengono firmati dal presidente, con la libertà condizionale i giornali non potranno più legare il nome di Putin al rilascio anticipato dei detenuti mandati a combattere in Ucraina, alcuni dei quali erano stati condannati per crimini violenti.
Il Comitato investigativo della Russia, che si occupa delle indagini sui reati più gravi, ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di "terrorismo" sullo schianto avvenuto ieri nella regione di Belgorod di un aereo Ilyushin-76 che secondo Mosca è stato colpito da missili delle forze di Kiev mentre trasportava 65 prigionieri ucraini destinati ad essere scambiati con soldati russi. "L'inchiesta è stata aperta sulla base dell'articolo 205 del Codice penale russo, relativo ad atti terroristici", rende noto il Comitato in una dichiarazione citata dall'agenzia russa Ria Novosti.
Potrebbero esserci stati sia missili che prigionieri ucraini a bordo dell'aereo militare da trasporto russo Ilyushin Il-76 abbattuto ieri sulla regione russa di Belgorod: il dubbio è espresso da un dirigente del Gur, i servizi segreti militari di Kiev, citato dall'agenzia Unian.
Versioni discordanti
Mosca sostiene che a bordo vi fossero 65 prigionieri di guerra ucraini che si apprestavano a essere liberati, mentre Kiev afferma che l'aereo trasportasse missili balistici, di quelli che bombardano quotidianamente il territorio ucraino. Il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto un'indagine internazionale sull'episodio mentre il Cremlino chiede che si indaghi sui "crimini di guerra ucraini".
"La Russia era responsabile della sicurezza dei prigionieri"
"Potrebbero esserci missili tipo S-300 a bordo, così come missili e persone allo stesso tempo. Stiamo parlando di un grande aereo militare. È stato caricato solo per un terzo, in base alle parole degli stessi russi. (...) Allo stesso tempo c'erano anche altri aerei militari Antonov An-26 e An-72, nella zona dove c'è stato l'abbattimento. Circostanze che meritano un'indagine approfondita", ha affermato Andriy Yusov, rappresentante della direzione principale del Gur. Yusov ha ricordato che "secondo le norme del diritto internazionale, lo Stato che detiene i prigionieri di guerra è responsabile della loro sicurezza, compreso il trasporto per lo scambio", aggiungendo che al riguardo l'Ucraina "ha adempiuto a tutte le condizioni e obblighi".
"Non ci sono prove della presenza di prigionieri a bordo"
"Al momento l'Ucraina non ha riscontrato alcuna prova che a bordo dell'aereo militare russo ci fosse un gran numero di persone, come affermato dal ministero della Difesa di Mosca e altri rappresentanti del Paese" ha riferito al canale United News il Commissario ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets, citato dall'Ukrainska Pravda. Secondo Mosca, l'aereo trasportava 65 prigionieri di guerra ucraini. Lubinets ha confermato: "No, non è noto chi c'era a bordo dell'aereo. Secondo le mie informazioni, non posso dire affermativamente che ci fossero effettivamente prigionieri di guerra" ha aggiunto. "Secondo l'analisi delle foto e dei video che abbiamo visto su Internet, se ci fossero stati dei corpi, ripeto non sono un esperto, ma se i russi avessero avuto foto o video dei nostri prigionieri di guerra, li avrebbero già usati. Non abbiamo visto alcun segno che ci fossero così tante persone sull'aereo, cittadini ucraini o non cittadini ucraini".
Se Volodymyr Zelensky si riferisce a "un'inchiesta internazionale sulle azioni criminali del regime di Kiev, sicuramente ce n'è bisogno". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando la richiesta del presidente ucraino sull'abbattimento ieri di un aereo russo Ilyushin-76, che secondo Mosca è stato colpito da missili delle forze di Kiev mentre portava 65 prigionieri ucraini ad uno scambio con prigionieri russi. Lo riferisce l'agenzia Interfax.
Le accuse di Mosca
L'abbattimento dell'aereo russo Ilyushin che trasportava prigionieri ucraini, di cui Mosca accusa Kiev, è stato "un atto mostruoso che non può essere compreso", ha detto Peskov, citato dall'agenzia Interfax. "Nessuno può dire" se gli scambi di prigionieri tra russi e ucraini continueranno, ha proseguito. "Il fatto che gli ucraini abbiano ucciso i loro prigionieri, i loro cittadini, che dovevano essere a casa letteralmente in un giorno, è ovviamente un atto mostruoso e nessuno può dire quale impatto ciò avrà sulle prospettive di continuare questo processo", ha aggiunto.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, chiede un'indagine internazionale sull'aereo abbattuto in Russia con 65 prigionieri ucraini a bordo. "E' ovvio che i russi giocano con la vita dei prigionieri ucraini, con i sentimenti dei loro parenti e con le emozioni della nostra società", ha detto nel suo messaggio serale su Telegram. "E' necessario stabilire tutti i fatti chiari", ha aggiunto spiegando che i servizi ucraini "stanno indagando tutte le circostanze" dell'accaduto e di aver incaricato il suo ministro degli Esteri "di informare i partner sui dati disponibili all'Ucraina".
Il ministero degli esteri russo ha affermato che l'aereo Ilyushin russo precipitato nella regione di Belgorod è stato abbattuto dalle forze ucraine, come affermato in precedenza da queste ultime. Lo riferisce l'agenzia Tass. "Kiev ha commesso un atto di folle barbarie, dimostrando totale disprezzo per la vita umana. Violando gli accordi, hanno ucciso i nostri piloti e i soldati di scorta e hanno lasciato che i loro concittadini 'fossero sacrificati'", ha commentato, secondo l'agenzia di stampa statale russa Tass, Rodion Mirogbshnik, un alto funzionario del ministero degli esteri di Mosca. "Questo sanguinoso incidente - ha proseguito Miroshnik - solleva una grande domanda sulle possibilità di almeno alcuni accordi e in qualsiasi formato. Le garanzie che danno, se non sono state ancora violate, verranno sicuramente violate. E su questo non c'è dubbio". Al momento la dinamica di quanto accaduto resta poco chiara.
L'abbattimento dell'aereo da trasporto militare russo Il-76 è opera delle forze armate ucraine: lo riferisce ai media ucraini lo Stato maggiore di Kiev, secondo cui l'aereo trasportava missili verso basi "da dove i russi spesso attaccano Kharkiv e la regione". Secondo Rbc Ucraina, i russi ammettono che l'aereo è precipitato ma forniscono una "loro versione secondo cui a bordo c'erano 65 militari ucraini catturati", oltre a sei membri dell'equipaggio e altri tre militari. Secondo il presidente della Commissione difesa della Duma, la camera Bassa del Parlamento russo, Andrei Kartapolov l'aereo è stato abbattuto da "tre missili, o Patriot oppure Iris-T", i primi di fabbricazione americana e i secondi di fabbricazione tedesca.
Lo scambio di prigionieri
A suo dire era in programma uno scambio di 192 prigionieri ucraini e altrettanti russi, e che 65 degli ucraini si trovavano sull'aereo da trasporto Ilyushin Il-76. Kartapolov aggiunge che l'Ilyushin era seguito da un altro aereo con a bordo circa altri 80 prigionieri ucraini, che dopo l'abbattimento del primo velivolo ha invertito la rotta ed è tornato indietro.
Tutti gli occupanti dell'aereo da trasporto militare russo Ilyushin-76 precipitato oggi nella regione di Belgorod sono morti. Lo ha detto il governatore Vyacheslav Gladkov, citato dall'agenzia Tass.
Un aereo russo da trasporto militare, un Ilyushin Il-76, è precipitato nella regione russa di Belgorod confinante con l'Ucraina. La notizia, riportata dai principali canali Telegram russi che si occupano di vicende legate al conflitto, è stata confermata dal ministero della difesa russo, secondo il quale a bordo si trovavano 65 prigionieri di guerra ucraini che dovevano essere liberati nell'ambito di uno scambio. A bordo si trovavano anche 6 membri dell'equipaggio e 3 "accompagnatori", riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Il consigliere federale Ignazio Cassis ha incontrato oggi alle 10.30 (le 16.30 in Svizzera) a New York il suo omologo russo Serghei Lavrov. L'ultimo incontro bilaterale tra i due nella Grande Mela risale al settembre 2022. I due sono arrivati nella città americana per partecipare a riunioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu dedicate ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.
Uno scambio di opinioni importante
"Fin qui tutto bene", ha detto Lavrov quando il capo della diplomazia elvetica gli ha chiesto come stava, secondo quanto pubblicato sui social media dal portavoce del Ministero degli Esteri russo. Dal canto suo, il consigliere federale ticinese ha dichiarato su X (ex Twitter) di aver intrattenuto con il ministro degli esteri russo uno scambio di opinioni a proposito di diversi argomenti importanti. Sulla pagina social Cassis non ha però fornito ulteriori dettagli.
Mosca è pronta ad ascoltare chi non usa la guerra contro la Russia
La settimana scorsa, Mosca aveva respinto l'ipotesi di un vertice mondiale per la pace in Ucraina che la Svizzera si era impegnata a organizzare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendolo "inutile e dannoso". "La Svizzera è sempre dalla parte del diritto internazionale umanitario", aveva replicato la presidente della Confederazione, Viola Amherd, in risposta a queste critiche. In un'intervista rilasciata ieri al canale televisivo statunitense CBS, Lavrov ha dichiarato che Mosca è pronta ad ascoltare coloro che non utilizzano l'Ucraina come strumento di guerra contro la Russia. In linea di principio, ha aggiunto il ministro russo, la Federazione è disposta a negoziare, tuttavia senza l'obiettivo di voler mantenere al potere l'attuale governo di Kiev.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e il direttore generale della Support and Procurement Agency, Stacy Cummings, hanno firmato un accordo per la produzione di munizioni di artiglieria. Il protocollo prevede l'acquisto di centinaia di migliaia di proiettili da 155 millimetri per un controvalore di 1,2 miliardi di dollari. "Questo dimostra che le strutture della Nato di acquisto congiunto, ben oliate, danno risultati", ha detto Stoltenberg. Dallo scorso luglio, ha osservato il segretario generale, l'agenzia della Nato ha firmato contratti per 10 miliardi di dollari, aumentando così la sicurezza transatlantica. "Oggi al Consiglio Atlantico discuteremo come aumentare ulteriormente la produzione", ha precisato Stoltenberg.
Un acquisto "cruciale"
"La guerra in Ucraina è diventata una battaglia di munizioni, l'aumento della produzione è cruciale per continuare ad aiutare Kiev ed è quello che stiamo facendo". Tuttavia, Stoltenberg ha precisato di "non vedere alcuna minaccia diretta o imminente contro alcun alleato della Nato. Certamente monitoriamo da vicino ciò che fa la Russia, abbiamo aumentato la nostra vigilanza, la nostra presenza nella parte orientale dell'Alleanza, ma l'idea è quella di prevenire un attacco". "L'esercitazione di questa settimana sarà la più grande esercitazione degli ultimi decenni per la Nato, con 90mila partecipanti. Facciamo tutto questo per garantire la preparazione alle aggressioni e per eliminare ogni spazio per errori di calcolo o incomprensioni a Mosca sulla nostra preparazione".
"Continuano ad arrivare informazioni sulle conseguenze del mostruoso bombardamento di un mercato affollato nel microdistretto di Tekstilshchik di Donetsk. Al momento sono state confermate le informazioni su 25 decessi. Almeno altre 20 persone sono rimaste ferite, tra cui due bambini in condizioni moderate". Lo scrive su Telegram il sindaco filorusso Alexey Kulemzin in un nuovo bilancio del raid di oggi sulla città dell'est dell'Ucraina.
Sale a 18 morti e 13 feriti, il bilancio dell'attacco che ha colpito oggi il microdistretto Tekstilshchik di Donetsk, in Ucraina. Lo scrive su Telegram il sindaco filorusso della città in mano ai russi, Alexey Kulemzin, che accusa le forze ucraine del "mostruoso bombardamento".
Le forze di terra ucraine hanno confermato il ritiro dal villaggio di Krokhmalne, nella regione di Kharkiv. "Era un insediamento dove vivevano 45 persone prima dell'inizio della guerra. Apparentemente c'erano lì cinque case, e sono state distrutte dall'aggressore russo", ha affermato il capo del servizio di pubbliche relazioni delle forze di terra Vladimir Fito, citato da Ukrainska Pravda. "Il nostro obiettivo è salvare la vita dei difensori ucraini e sono stati spostati in posizioni difensive, impedendo al nemico di avanzare", ha spiegato. "Ciò non rappresenta alcuna minaccia per le unità vicine. Penso che questo sia un fenomeno temporaneo, la linea del fronte cambia ogni giorno", ha poi dichiarato il funzionario.
Le forze armate russe sulla linea del fronte di Kupyansk hanno "liberato" il villaggio ucraino di Krokhmalne, nella regione ucraina nordorientale di Kharkiv. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo citato dalla Tass. Si tratta del secondo villaggio ucraino che Mosca rivendica di aver conquistato nelle ultime 72 ore, dopo l'insediamento di Vesele, nel Donetsk, catturato - secondo le forze russe - il 18 gennaio. In precedenza, il think tank americano Isw aveva riportato della cattura ieri di Krokhmalne da parte dei russi, dopo l'analisi delle immagini di geolocalizzazione.
"Secondo le prime informazioni, almeno 13 persone sono state uccise e 10 ferite a seguito del terribile bombardamento dell'area del mercato nel microdistretto Tekstilshchik di Donetsk". Lo scrive su Telegram il capo filorusso dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, in un nuovo bilancio del raid sulla città in Ucraina. "Il mercato è stato attaccato domenica, quando è più affollato. I servizi operativi stanno lavorando sul posto, le informazioni sui morti e sui feriti continuano ad essere ricevute e chiarite", ha aggiunto.
La Svizzera non è più sopra le parti e ha quindi perso del tutto la possibilità di fungere da mediatore nel conflitto fra Russia e Ucraina. Lo afferma l'ambasciatore russo a Berna Sergei Garmonin, che vede di conseguenza anche come priva di senso l'idea di una conferenza di pace nella Confederazione. "La diplomazia elvetica ha deciso di partecipare a un'iniziativa che è chiaramente destinata al fallimento", afferma il 71enne in dichiarazioni riportate oggi dalla SonntagsZeitung.
"Nessuna base per avviare il dialogo"
Secondo Garmonin il piano di pace in dieci punti schizzato da Volodymyr Zelensky non può essere una base per avviare un dialogo, soprattutto perché contiene una serie di ultimatum contro Mosca. "Un tale approccio non può servire come fondamento per avviare negoziati: non si può parlare con la Russia con il linguaggio degli ultimatum". Un accordo di pace duraturo è possibile solo se si tiene conto anche delle esigenze russe. Il diplomatico le cita: l'Ucraina deve diventare un paese neutrale, non allineato e senza armi nucleari, che rispetti i diritti umani e le libertà di tutti i cittadini e i dei gruppi nazionali presenti sul suo territorio. Nelle circostanze attuali, Garmonin non vede "alcuna possibilità" che la Russia partecipi a un vertice di pace in Svizzera. AA suo avviso una conferenza in assenza della Russia "significherà solo un altro giro di consultazioni infruttuose che non porteranno ad alcun risultato concreto". E ancora: "Senza la partecipazione russa, un dialogo su una soluzione del conflitto in Ucraina è sì possibile, ma è inutile e senza prospettive".
A Berna dal 2017
L'ambasciatore a Berna dal 2017 non manca inoltre di criticare il governo elvetico. Esso "sostiene sistematicamente la linea anti-russa dell'Occidente collettivo", ha aderito alle "sanzioni illegittime" e favorisce attivamente l'idea di un tribunale internazionale per condannare la leadership russa. Inoltre, la Confederazione ha dimostrato fin dall'inizio solidarietà con una delle parti in conflitto, ovvero l'Ucraina. "Con queste azioni, la Svizzera ha perso completamente il suo ruolo di mediatore internazionale imparziale". La mediazione elvetica, quindi, "non è più un'opzione". L'esperto con laurea in relazioni internazionali all'università di Mosca e con una carriera che lo ha portato in numerose capitali sostiene che il suo paese "non ha mai rinunciato ai mezzi politici e diplomatici per risolvere la crisi ucraina". Ma in Ucraina esiste un divieto legale di negoziare con la dirigenza russa: "i paesi occidentali stanno cercando di ignorare questo punto", conclude.
Volodymyr Zelensky ha invitato Donald Trump a Kiev, ma a una condizione: intervistato da Channel 4 News, il presidente ucraino ha detto che l'ex presidente degli Stati Uniti sarebbe il benvenuto nella capitale, a patto che sia in grado di fermare la guerra con la Russia entro 24 ore, come aveva sostenuto l'anno scorso. "Per favore, Donald Trump, ti invito in Ucraina, a Kiev. Quindi, se puoi fermare la guerra entro 24 ore, penso che sarebbe sufficiente per venire", ha detto Zelensky. "Forse Donald Trump ha una vera idea e può condividerla con me", ha aggiunto durante l'intervista, che è andata in onda ieri sera. Intervistato da Fox lo scorso giugno, Trump aveva sostenuto: "Troverei un accordo in 24 ore. Direi una cosa a Zelensky e una cosa a Putin. Farei un accordo molto rapidamente e questo fermerebbe la distruzione".
Il vertice per la pace in Ucraina previsto in Svizzera dovrebbe svolgersi ancora quest'anno. Lo afferma la presidente della Confederazione Viola Amherd in un'intervista pubblicata oggi dalla Schweiz am Wochenende. "La Russia probabilmente non sarà presente, ma stiamo cercando di discutere con tutti gli altri", precisa Amherd, lasciando però intendere che Berna è in contatto anche con Mosca. "La Svizzera parla con tutti. Negli ultimi giorni mi è stato segnalato più volte quanto ciò sia importante e quanto tutti siano felici che qualcuno possa farlo. I canali di comunicazione esistono e sono aperti".
Rischio di non riuscire a fare la riunione
Naturalmente c'è un piccolo rischio di non riuscire a organizzare la riunione, ammette Amherd, aggiungendo però che se la Svizzera non prova, sicuramente non ci riuscirà. "Bisogna anche avere il coraggio di dire qualche volta: tenteremo e faremo del nostro meglio". "Non possiamo aspettarci un piano di pace già pronto alla fine del nostro vertice", ha comunque ammesso la ministra della difesa. "Ma se riusciremo ad avviare un processo di pace, avremo già ottenuto molto". Secondo Amherd, sarebbe un successo se vi partecipasse un'ampia gamma di Paesi, compresi quelli del Sud - in particolare Sudafrica, India, Brasile e Arabia Saudita - e se possibile la Cina. Il ministro degli esteri Ignazio Cassis si recherà proprio in Cina all'inizio di febbraio, come previsto da tempo. A quasi due anni dall'invasione russa dell'Ucraina, il futuro del Paese è stato il tema dell'incontro tenutosi domenica scorsa a Davos (GR) tra il governo di Kiev e i rappresentanti di oltre 80 Paesi e organizzazioni. Al centro delle discussioni c'era un piano di pace in dieci punti proposto dall'Ucraina.
Il vertice mondiale della pace che la Svizzera vuole organizzare permetterà negoziati preliminari, secondo l'ex consigliera federale Micheline Calmy-Rey. Prime tappe potranno svolgersi anche senza Mosca, ha detto. Anche senza Russia, potranno essere effettuati progressi in tappe diplomatiche verso una soluzione pacifica, ha affermato l'ex ministra degli affari esteri in un'intervista pubblicata oggi dalle testate in lingua tedesca del gruppo Tamedia. Per ottenere ciò, i negoziati non devono limitarsi ai dieci punti del piano di pace dell'Ucraina e le proposte della Cina devono essere prese in considerazione, ha proseguito. La Svizzera deve definire i punti sui quali possono essere trovati denominatori comuni. Calmy-Rey pensa in particolare all'accordo sui cereali, allo scambio di prigionieri e alla sicurezza delle centrali nucleari.
"Sostegno giustificato"
L'ex consigliera federale giudica inoltre che un sostegno incondizionato della Svizzera verso l'Ucraina sia più che giustificato da un punto di vista etico e del rispetto del diritto internazionale. Con tali dichiarazioni segue la linea della presidente della Confederazione Viola Amherd, che si è difesa questa settimana dalle critiche della Russia. La vallesana ha indicato che il vertice, le cui date non sono ancora state decise, sarà "il più ampio e il più inclusivo possibile". Calmy-Rey stima però che una partecipazione di Mosca rimanga poco probabile.
La Nato ha ufficialmente lanciato l'esercitazione Steadfast Defender 2024. "È l'esercitazione più massiccia da decenni a questa parte", ha detto il Comandante supremo alleato per l'Europa, il generale Christopher Cavoli. "Steadfast Defender inizia la prossima settimana e durerà fino a maggio, con la partecipazione di 90mila soldati provenienti dagli alleati e dalla Svezia. L'alleanza dimostrerà la sua abilità di difendere l'area transatlantica con un trasferimento di truppe dal Nord America, in uno scenario di risposta a una minaccia militare", ha spiegato.
L'Ucraina vuole raggiungere un accordo in merito al formato di un vertice mondiale di pace sulla guerra con la Russia. Lo ha affermato oggi a Davos (GR) il capo dell'Ufficio presidenziale di Kiev Andriy Yermak, secondo cui la speranza è quella "di trovare una soluzione accettabile. Abbiamo bisogno di una piattaforma per finalizzare alcune parti del nostro piano generale. Per andare avanti, dobbiamo concordare il formato del vertice costituente per la pace", ha detto, stando alla versione scritta del suo discorso, Yermak. Ciò consentirà di sviluppare tabelle di marcia dettagliate per i dieci punti della strategia presentata dall'Ucraina, ha aggiunto.
L'incontro
Nella località grigionese, alla vigilia della settimana dedicata all'annuale Forum economico mondiale (WEF), si sta svolgendo il quarto incontro tra consiglieri per la sicurezza nazionale nell'ambito della formula di pace ucraina. Stando a Kiev, hanno partecipato rappresentanti di 81 Paesi e organizzazioni internazionali, quindici in più rispetto al terzo round di colloqui tenutosi a Malta lo scorso ottobre (i primi due hanno avuto luogo in Danimarca e Arabia Saudita).
"No" al cessate il fuoco con Mosca
È "molto incoraggiante" che i Paesi del sud del mondo prendano parte sempre più ai lavori, ha proseguito Yermak, che ha evidenziato come il conflitto sia una sfida per tutta l'umanità. Il braccio destro del presidente Volodymyr Zelensky ha poi nuovamente rifiutato un cessate il fuoco temporaneo con la Russia. A suo avviso, ciò non porrebbe fine all'aggressione delle truppe di Mosca, ma concederebbe loro solo una pausa per raccogliere le forze. "Questa non è assolutamente la strada per la pace. I russi non vogliono la pace. Vogliono il dominio. Quindi la scelta è semplice: o perdiamo e scompariamo, o vinciamo e continuiamo a vivere. E noi combattiamo", ha dichiarato Yermak.
Il quarto incontro tra consiglieri per la sicurezza nazionale nell'ambito della formula di pace ucraina è iniziato oggi a Davos, nei Grigioni. I consulenti per la sicurezza di circa 90 Paesi che sostengono l'Ucraina si sono riuniti al centro congressi in mattinata.
L'obiettivo
L'obiettivo è quello di discutere i modi per raggiungere un futuro accordo di pace con Mosca. Ciò che si sta volgendo non sono veri e propri colloqui di pace e sia la Russia sia la Cina non sono presenti. Le aspettative sono state ridimensionate. "È un piano ucraino, non russo", ha dichiarato all'inizio un collaboratore della Confederazione che conosce il dossier all'agenzia di stampa Keystone-ATS. Tuttavia ha aggiunto che tutte le domande su un possibile accordo verranno affrontate.
Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aveva accolto mesi fa con favore l'iniziativa ucraina, ma la riteneva insufficiente perché, a suo avviso, un piano avrebbe dovuto essere approvato da entrambe le parti.
L'ultimo di quattro incontri
L'incontro nei Grigioni è l'ultimo dopo i colloqui in Danimarca, Arabia Saudita e Malta. "Non è necessario parlare di questo piano di pace per anni", ha detto la fonte svizzera. Molti partner sono ora al tavolo per una conclusione.
La Russia si sta preparando a una sfida legale per ostacolare qualsiasi tentativo da parte degli Stati Uniti o dell'Europa di confiscare parte dei suoi 300 miliardi di dollari in beni congelati della banca centrale a favore dell'Ucraina: lo riporta l'agenzia di stampa Bloomberg, che cita persone a conoscenza della questione. Secondo i funzionari di Mosca che stanno studiando la possibilità di un sequestro dei fondi, un simile risultato è improbabile. La banca centrale russa, secondo le fonti, è vicina a un accordo con studi legali internazionali per rappresentare gli interessi del Paese in caso di una resa dei conti in tribunale.
La Russia ha lanciato nelle prime ore di oggi un pesante attacco missilistico contro numerose regioni ucraine, inclusa quella di Kiev, utilizzando anche i missili ipersonici Kinzhal: lo ha reso noto l'Aeronautica militare, come riportano i media locali. Non ci sono per il momento informazioni su eventuali feriti o vittime.
Il bombardamento
Stando all'Aeronautica di Kiev, le forze russe hanno lanciato sull'Ucraina un totale di 40 tra missili e droni kamikaze. Allarmi aerei sono scattati in quasi tutte le regioni del Paese dopo il decollo dei jet russi che hanno lanciato missili da crociera dal Mar Caspio verso le città ucraine. Inoltre, secondo l'Aeronautica, aerei da caccia MiG-31K hanno lanciato missili Kinzhal dalla regione russa di Nizhny Novgorod.
Si segnalano fra le altre esplosioni intorno alle 5.00 (le 4.00 in Svizzera) nella città di Dnipro, nella regione di Dnipropetrovsk, e intorno alle 7.00 a Kropyvnytskyi, nella regione di Kirovohrad, ha riferito l'emittente ucraina Suspilne.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha telefonato alla nuova presidente della Confederazione Viola Amherd per congratularsi per la carica acquisita e l'ha ringraziata per il sostegno della Svizzera all'Ucraina. Lo ha scritto oggi lo stesso Zelensky sulla piattaforma X (ex Twitter). Nel corso del colloquio telefonico, le due parti hanno sottolineato la crescente dinamica del dialogo bilaterale tra l'Ucraina e la Svizzera, si legge nel post. Zelensky ha inoltre ringraziato il Paese per l'organizzazione della conferenza sull'Ucraina prevista prima del Forum economico mondiale di Davos (GR).
Il responsabile della comunicazione del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha confermato a Keystone-ATS la telefonata di Zelensky. Amherd ha ricevuto gli auguri del presidente ucraino, ha detto Renato Kalbermatten, aggiungendo che la Svizzera è lieta di poter dare un contributo al promovimento della pace. Domenica, subito prima del Forum economico mondiale (WEF), si terrà a Davos una conferenza sull'Ucraina. Al quarto incontro della cosiddetta formula di pace, i consulenti per la sicurezza di oltre 80 Paesi discuteranno del futuro dell'Ucraina e di questa formula, con un piano in dieci punti per porre fine alla guerra di aggressione russa. Zelensky ha in programma di tenere un discorso al WEF di Davos martedì. Nel suo breve messaggio di oggi, il presidente ucraino ha anche fatto i migliori auguri al popolo svizzero per il nuovo anno.
L'assistenza americana all'Ucraina nella sua guerra contro la Russia "si è interrotta": lo ha confermato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby dopo l'esaurimento dei fondi stanziati dal Congresso, mentre a Washington continuano i negoziati tra democratici e repubblicani su un nuovo pacchetto di aiuti, che potrebbe essere legato a nuove misure di sicurezza al confine col Messico contro la crisi migratoria.
L'appello di Biden
A fine anno Joe Biden aveva sollecitato al Congresso una serie di fondi supplementari, di cui una sessantina di miliardi solo per Kiev, ma i repubblicani avevano bocciato la richiesta nonostante a fine anno scadessero gli ultimi fondi.
La situazione attuale
Nei giorni scorsi i leader del Congresso hanno concordato un' intesa bipartisan su tetto della spesa pubblica fissandolo complessivamente a circa 1600 miliardi di dollari per l'attuale anno fiscale, di cui 886 miliardi per la difesa (+3%) e quasi 773 per le altre voci (senza alcun incremento). Il Congresso ora ha una settimana di tempo per negoziare le varie voci, tra cui nuovi aiuti all'Ucraina, e finalizzare il testo prima del 19 gennaio, quando scatterebbe un primo parziale shutdown. Restano però alcuni nodi, tra cui le richieste dei repubblicani per un giro di vite al confine col Messico.
Il nuovo anno in Ucraina "è iniziato con un'ondata mortale di attacchi, iniziata il 29 dicembre e che continua ancora oggi". È quanto ha denunciato il portavoce dell'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), Jens Laerke, facendo il punto in vista del lancio dei piani di risposta delle Nazioni Unite sui bisogni umanitari dell'Ucraina e dei rifugiati ucraini in Europa, previsto per la prossima settimana a Ginevra. Le nuove ostilità riguardano in particolare le regioni di Donetsk, Dnipro e Kherson, dove i bombardamenti hanno provocato morti e feriti tra i civili - tra cui bambini - e danneggiato scuole e case.
Oltre alla guerra il gelo
"Le famiglie ucraine hanno festeggiato il nuovo anno con il suono delle sirene dei raid aerei, rintanandosi nei rifugi sotterranei e nelle stazioni della metropolitana, o negli scantinati delle loro case", ha detto il danese Laerke. I nuovi attacchi arrivano poi mentre le tempeste invernali hanno abbassato le temperature fino a meno 15 gradi. "Oltre alla violenza, l'Ucraina è ora nella morsa di un inverno rigido", ha sottolineato il funzionario. Secondo quanto riferisce il ministero dell'energia ucraino, più di 460 città e paesi sono senza elettricità.
30 esplosioni da inizio anno
Intanto, gli operatori umanitari a Kiev hanno contato, solo in città, più di 30 esplosioni dall'inizio dell'anno. Il 3 e il 4 gennaio sono continuati gli attacchi, che hanno ucciso e ferito civili nella regione di Sumy a nord, nella regione di Donetsk a est e nelle regioni di Kherson e Mykolayiv a sud. Inoltre, il 6 gennaio, una nuova ondata di attacchi aerei nella regione di Donetsk ha ucciso una dozzina di civili, tra cui cinque bambini.
"Non dimentichiamo i rifugiati ucraini"
L'Onu ricorda che la popolazione sopporta da quasi due anni "ostilità implacabili in seguito alla massiccia invasione della Federazione Russa" ed evidenzia come più di 14,6 milioni di persone, ovvero il 40% della popolazione ucraina, avranno bisogno di assistenza umanitaria quest'anno. Inoltre, a causa della guerra circa 6,3 milioni di ucraini sono rifugiati, la maggior parte dei quali (5,9 milioni) in Europa, oltre ai circa 3,7 milioni di persone sfollate all'interno dell'Ucraina. L'invito che arriva dell'Alto commissario delle Nazioni Unite (Unhcr) per i rifugiati è a "non far cadere i rifugiati ucraini nel dimenticatoio".
Volodymyr Zelensky sarà a Davos (GR) la settimana prossima in occasione del Forum economico mondiale (WEF). Oltre al presidente ucraino saranno presenti anche il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro cinese Li Qiang, hanno annunciato oggi gli organizzatori dell'evento.
Dopo due anni in cui ha partecipato in videoconferenza - la moglie Olena Zelenska lo scorso anno si era però recata nella rinomata località retica -, Zelensky sarà nuovamente fisicamente presente nei Grigioni. Il presidente ucraino ci si era già recato una prima volta nel 2020, quando aveva dovuto aspettare in una piccola sala l'allora presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, che era in ritardo.
A Davos, Zelensky terrà un discorso ufficiale. Parteciperà inoltre a un incontro con dirigenti di imprese, ha indicato una portavoce del WEF all'agenzia Keystone-ATS.
In totale attesi 2800 partecipanti
In totale sono attesi 2800 partecipanti, tra cui oltre 60 capi di Stato e di Governo. Oltre alla guerra in Ucraina, anche il conflitto in Medio Oriente sarà al centro delle discussioni. Saranno infatti presenti sia il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdelrahmane Al-Thani, che sta negoziando il rilascio degli ostaggi di Hamas, che il presidente israeliano Isaac Herzog.
Annunciati anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres. Presenti pure diversi consiglieri federali, guidati dalla presidente della Confederazione Viola Amherd.
Un gruppo di hacker ucraini, probabilmente con il supporto dell'intelligence, ha violato il provider internet di Mosca 'M9com' e ha 'demolito' i server con il risultato che parte della capitale russa è rimasta senza internet e Tv. Lo hanno riferito fonti a Rbc-Ucraina aggiungendo che circa 20 terabyte di dati sono stati cancellati. Inoltre, gli hacker hanno scaricato più di 10 Gb di dati dal server di posta dell'azienda e dai database dei clienti, che sono stati resi disponibili online. Gli hacker dicono le fonti, hanno agito per vendicare l'attacco informatico del 12 dicembre alla società di telecomunicazioni ucraina Kyivstar.
Decine di missili da crociera sono stati lanciati questa mattina dalla Russia su sei regioni dell'Ucraina, esplosioni sono state segnalate in diverse città, riferiscono i media nazionali. A causa dei bombardamenti, un incendio è scoppiato in un centro commerciale a Kryvi Rih, città d'origine del presidente Voldymyr Zelensky. Feriti sono stati soccorsi dopo il bombardamento a Zaporizhzhia. Secondo le autorità ucraine, i bombardamenti russi hanno colpito zone residenziali a Zaporizhzhia dove, per il momento si sa di quattro feriti, come riferisce Ukrainska Pravda. Esplosioni sono state registrate anche a Dnipro e Kharkiv. Secondo le Forze meridionali dell'Ucraina, il sistema di difesa aerea ha abbattuto 8 droni lanciati dal Mar Nero verso le regioni di Odessa e Mykolaiv. I rottami di un drone hanno provocato un incendio nella regione di Odessa che è stato spento.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato al telefono con l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky ed ha affermato che la Turchia è pronta ad ospitare colloqui tra Mosca e Kiev con l'obiettivo di assicurare la pace in Ucraina. Durante la conversazione, il leader turco ha affermato che è importante rilanciare l'accordo, conclusosi in estate dopo l'uscita di Mosca, che aveva permesso le esportazioni di grano dall'Ucraina e che Ankara continua con i suoi sforzi diplomatici a tal fine. Un cessate il fuoco dovrebbe essere stabilito in Ucraina il prima possibile, ha aggiunto Erdogan, come riferisce la presidenza di Ankara.
Zelensky: "Con Erdogan abbiamo parlato di cooperazione nella difesa"
"Ho appena parlato con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per riaffermare la forza della cooperazione ucraino-turca in molti settori, compresa la difesa. Abbiamo già molti progetti comuni di successo e quest'anno dobbiamo fare ancora di più per rafforzare le nostre due nazioni". Lo scrive su X (ex Twitter) il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo il colloquio telefonico con l'omologo turco.
"La nostra partnership è fondamentale per la sicurezza regionale, per la sicurezza del Mar Nero e, su scala globale, per la sicurezza alimentare. Sono personalmente grato al presidente Erdogan e alla Turchia per aver sostenuto i nostri sforzi sul corridoio di esportazione marittima dell'Ucraina", ha scritto Zelensky. "Il presidente Erdogan ed io abbiamo anche discusso dell'imminente incontro dei consulenti della Formula Pace a Davos. Ho invitato il rappresentante della Turchia a partecipare", ha affermato, sottolineando poi che "la mediazione della Turchia è fondamentale per garantire il rilascio dei tatari di Crimea e di tutti gli altri tenuti prigionieri in Russia, compresi adulti e bambini, guerrieri e civili".
Il generale russo Ihor Trifonov è morto in guerra in Ucraina. Lo ha detto a Kommersant, ritenuto il maggiore quotidiano politico-finanziario russo, il suo avvocato, rilanciato dai media ucraini. Secondo quanto riferito, Trifonov, ex capo degli affari interni di Ekaterinburg, principale centro industriale e culturale della regione degli Urali, è morto "nella zona delle operazioni militari speciali" - come Mosca definisce la guerra in Ucraina - alla fine del 2023, ma sua moglie ne è venuta a conoscenza ieri. In precedenza, Trifonov era stato condannato a nove anni e mezzo di carcere nel 2022 per corruzione e possesso illegale di armi.
Gli attacchi russi di stamane hanno causato almeno 4 morti e 92 feriti. Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram. "Tutti i servizi di soccorso sono all'opera", scrive il presidente ucraino, aggiungendo che dal 31 dicembre, i russi "hanno già utilizzato circa 170 Shahed e decine di missili di diverso tipo. La stragrande maggioranza di essi era diretta contro obiettivi civili". Intanto, la Polonia ha inviato jet F-16 al confine dopo gli attacchi russi all'Ucraina.
Forti esplosioni hanno fatto tremare stanotte i palazzi a Kiev, mentre la corrente elettrica è saltata in diverse zone della città. Per il momento, stando al sindaco della città, Vitali Klitschko, ci sono 16 feriti.
Secondo l'Aeronautica militare ucraina, l'esercito russo sta lanciando missili Kinzhal. Colpita anche la regione orientale di Kharkiv, ha riferito il governatore Oleg Synegubov, in particolare alcune aree residenziali. Stando al governatore, una persona è rimasta uccisa e altre 22 sono state ferite.
Mentre la guerra non accenna a placarsi, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky ha promesso, nel suo discorso di fine anno, di "devastare" le forze russe che hanno invaso l'Ucraina quasi due anni fa. Il nostro Paese avrà almeno "un milione" di droni aggiuntivi nel suo arsenale l'anno prossimo, ha detto il presidente ucraino, così come aerei da combattimento F-16 forniti dai suoi partner occidentali.
"Alleati occidentali mantenete il sostegno alla nostra causa"
"I nostri piloti stanno già padroneggiando gli F-16 e li vedremo sicuramente nei nostri cieli", ha detto, "in modo che i nostri nemici possano certamente vedere qual è la nostra vera ira". Con la guerra ormai entrata nel suo terzo anno solare, Zelensky ha esortato i suoi alleati occidentali a mantenere il sostegno nonostante i crescenti segnali di stanchezza per il conflitto. "Gli ucraini sono più forti di qualsiasi intrigo, di qualsiasi tentativo di diminuire la solidarietà globale, di minare la coalizione dei nostri alleati", ha detto il presidente nel suo messaggio.
Bombardamenti durante la notte di Capodanno
Intanto sono proseguiti anche nella tarda serata di ieri e stanotte gli attacchi reciproci. Una persona è morta e diverse altre sono rimaste ferite in un attacco di droni russi contro la città ucraina meridionale di Odessa. I media affermano che i rottami dei velivoli abbattuti hanno colpito edifici in tutta la città portuale, provocando incendi in diverse aree residenziali. I detriti di un drone russo abbattuto dalla contraerea sono inoltre caduti stanotte su un museo della città ucraina di Leopoli, causando un incendio. Non si registrano al momento vittime o feriti.
"Il Capodanno ucraino non è solo un momento di auguri, ma anche di azione. Non solo per i desideri, ma anche per fare tutto il possibile per realizzarli. Noi ucraini capiamo meglio di chiunque altro che un futuro migliore non arriva da solo, ma solo perché difendiamo ciascuno dei nostri domani". È il messaggio che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la First Lady Olena Zelenska hanno rivolto agli ucraini in occasione del Capodanno su Telegram, riferisce Ukrinform.
"Il nostro nuovo anno sarà quello che ne faremo noi. Il miracolo del nuovo anno, ma anche il miracolo di tutto l'anno, siete tutti voi: impegnati, responsabili, attenti ed efficaci", ha scritto la coppia nel post. Zelensky ha augurato alle persone che difendono un futuro libero e sicuro di vita e vigore, non solo per loro stessi, ma per il mondo intero.
"Non arretreremo mai": lo ha dichiarato oggi il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso di fine anno trasmesso dai media. "Abbiamo dimostrato più volte che possiamo risolvere i compiti più difficili e che non arretreremo mai perché nessuna forza può dividerci", ha affermato il presidente della Russia.
Anche se Putin non ha evocato direttamente la guerra in Ucraina, ha però reso omaggio ai soldati, "i nostri eroi". Nel 2023, "abbiamo difeso con fermezza i nostri interessi nazionali, la nostra libertà e la nostra sicurezza, i nostri valori", ha detto nel discorso diffuso prima nell'estremo oriente russo vista la differenza di fuso orario con Mosca. Il presidente ha assicurato che la Russia, che vive "una fase storica", sarà "ancora più forte" l'anno prossimo.
"Non abbiamo mai visto così tanti missili contemporaneamente sui nostro monitor". È quanto affermato dal portavoce dell'Aeronautica militare ucraina Yuriy Ihnat che ha descritto in questi termini il massiccio attacco lanciato dai russi sull'Ucraina nelle prime ore del mattino.
Il bilancio arriva a 30 morti
A fine giornata il bilancio arriva a 30 morti mentre i feriti sono circa 160. A Kiev, Kharkiv, Leopoli. Ma anche Dnipro e Odessa. E ancora Zaporizhzhia, dove si contano almeno otto morti, il numero più alto in un'unica località colpita. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla di circa 110 missili, "la maggior parte è stata abbattuta", dice affermando che gli attacchi russi hanno preso di mira "un reparto maternità, scuole, un centro commerciale, edifici residenziali a più piani e case private, un magazzino commerciale e un parcheggio". Promette una risposta adeguata e poi, annunciando di aver visitato Adviika, la città nell'Ucraina orientale ormai da tempo sotto costante attacco delle forze russe, "una delle zone più difficili della linea del fronte" dice, ringrazia i soldati, grazie ai quali l'Ucraina è "sopravvissuta" nel 2023. Ancora le immagini di palazzi in fiamme e distruzione che arriva fino a Kiev, ancora - quasi due anni dopo - i cittadini della capitale corsi a rifugiarsi nei tunnel della metropolitana.
Il missile russo entrato nello spazio aereo della Polonia
Dalla vicina Polonia giunge la conferma di un preoccupante dettaglio: "Tutto indica che un missile russo è entrato nello spazio aereo della Polonia. Lo abbiamo individuato con il radar. Poi ne è uscito" immediatamente in direzione dell'Ucraina, ha dichiarato il capo di stato maggiore dell'esercito polacco, generale Wieslaw Kukula, mentre il Comando operativo delle forze armate polacche aveva precedentemente parlato di un "oggetto aereo non identificato" entrato dal confine ucraino. Inevitabile il nervosismo che nasce da questa denuncia: lo spettro di "sconfinamenti" si aggira spesso sul conflitto ucraino, un timore diventato concreto già in passato nei 22 mesi di guerra sul territorio ucraino stretto fra la Russia e un alleato Nato, la Polonia appunto.
La Nato resta vigile
L'Alleanza reagisce subito, con un colloquio telefonico tra il segretario generale Jens Stoltenberg e il presidente polacco Andrzej Duda: "La Nato è solidale con il nostro stimato alleato, sta monitorando la situazione e resteremo in contatto non appena i fatti saranno accertati. La Nato resta vigile", riferisce Stoltenberg. Non tardano nemmeno le reazioni dalle capitali occidentali, con la corsa a confermare il sostegno a Kiev: da Bruxelles dove l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell ricorda che "l'Ue resta impegnata nel 2024 a fornire ulteriori attrezzature militari per sostenere l'Ucraina nella resistenza all'invasione russa"; da Londra che annuncia subito l'invio all'Ucraina, in tempi brevi, di circa 200 missili di difesa aerea in Ucraina.
Il monito di Biden
Il monito del presidente degli Stati Uniti Joe Biden è intanto una vera e propria sollecitazione al Congresso Usa dove il proseguimento del sostegno a Kiev rischia di fermarsi, o ridimensionarsi, costringendo il presidente a rivedere le promesse fatte a Zelensky. Quest'ultimo massiccio attacco, dice Biden, "ricorda al mondo che, dopo quasi due anni di guerra devastante, gli obiettivi di Putin restano invariati. Vuole cancellare l'Ucraina e soggiogare la sua popolazione. Deve essere fermato". Poi l'esplicita esortazione a Capitol Hill, affinché si approvino nuovi aiuti a Kiev: il Congresso "deve agire senza ulteriori ritardi. La posta in gioco non potrebbe essere più alta. Putin non ha solo tentato di distruggere l'Ucraina, ha minacciato anche alcuni dei nostri alleati della Nato".
"Nella notte la Russia ha eseguito il maggiore assalto aereo contro l'Ucraina" e questo "ricorda al mondo che gli obiettivi di Putin restano invariati: vuole cancellare l'Ucraina e soggiogare la sua popolazione. Per questo deve essere fermato". Lo ha affermato oggi il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha poi esortato il Congresso ad approvare nuovi aiuti all'Ucraina alla luce dell'attacco russo delle ultime ore. "Deve agire senza ulteriori ritardi", afferma Biden sottolineando che la "posta in gioco non potrebbe essere più alta. Putin non ha solo tentato di distruggere l'Ucraina, ha minacciato anche alcuni dei nostri alleati della Nato".
Gli altri aiuti
Nel frattempo, Ue e GB hanno promesso aiuto militari anche nel 2024. Londra ha affermato che invierà a Kiev 200 missili per la difesa aerea.
Sale il bilancio delle vittime dell'attacco russo all'Ucraina di questa mattina: i morti sono almeno 22 e 132 persone sono rimaste ferite. Lo riportano i media ucraini citando fonti di Kiev e delle autorità locali. A Odessa, secondo il capo dell'amministrazione statale regionale Oleg Kiper, tre persone sono morte e 22 ferite, tra cui due bambini e una donna incinta. Nella regione di Kharkov, secondo il capo dell'amministrazione statale regionale Oleg Sinegubov, sono morti tre dipendenti di un'impresa civile mentre altre 11 persone sono rimaste ferite. A Zaporizhzhia, infine, 6 persone sono state uccise e 12 ferite. La polizia nazionale ha riferito che alle 13 si sapeva che in Ucraina sono rimasti feriti 132 a seguito dell'attacco mattutino.
Diversi blackout
Intanto, dopo i massicci bombardamenti russi, si registrano diversi blackout nelle regioni di Kiev, Dnipro, Odessa e Kharkiv. Lo ha riferito il ministero dell'Energia dell'Ucraina mentre i media segnalano diverse migliaia di persone rimaste al buio o senza riscaldamento.
"Tutti gli obiettivi sono stati colpiti" negli attacchi russi in Ucraina questa settimana, ha indicato oggi il ministero della difesa russo in un comunicato. La Russia ha effettuato più di 50 attacchi, tra cui uno "più ampio", tra il 23 dicembre e oggi, contro siti di infrastrutture militari, depositi di munizioni e luoghi in cui erano schierati soldati ucraini e mercenari stranieri.
Esplosioni sono state udite questa mattina a Kiev, ha reso noto il sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko, mentre nella notte le forze russe hanno preso di mira diverse città in tutta l'Ucraina, portando all'attivazione di un'allerta aerea nazionale.
I raid russi
Una mezza dozzina di città sono state oggetto degli attacchi russi, tra cui Kharkiv (nordest), Leopoli (ovest) e Odessa (sud), hanno riferito le rispettive autorità locali. Un allarme aereo generalizzato in tutto il paese è stato attivato intorno 5.00 (le 6.00 in Svizzera). Particolarmente colpita sembra essere la città di Kharkiv. Il sindaco, Igor Terekhov, sul servizio di messaggistica Telegram fa stato di un attacco "massiccio", come riporta l'agenzia di stampa Rbc Ucraina. "Kharkiv è sotto un massiccio lancio di razzi. In città ci sono state almeno sei esplosioni", si legge nel messaggio. Successivamente, stando a quanto riporta l'agenzia di stampa statale ucraina Ukrinform, il capo del presidio militare di Kharkiv, Serhiy Melnyk, ha reso noto che le forze russe hanno attaccato la città con missili a lungo raggio Kh-22 e S-300. "Il nemico sta colpendo ancora una volta dalla zona di Belgorod, con missili S-300 e Kh-22," ha scritto Melnyk, esortando i residenti a rimanere nei rifugi fino al cessato allarme.
Da parte sua, la consigliera del capo del consiglio regionale, Natalia Popova, ha affermato su Telegram che non ci sono per ora notizie di eventuali feriti o vittime.
Un "massiccio bombardamento" notturno russo sulla città di Kherson, capoluogo dell'omonima provincia nel sud del dell'Ucraina, ha provocato la morte di almeno una persona - un agente di polizia - e il ferimento di altre 4 vicino alla stazione ferroviaria, dove si era radunata una folla di 140 civili che attendevano di essere evacuati dalla città, pesantemente esposta alla guerra. Lo ha affermato il ministro degli interni Igor Klymenko. "Kherson la sera; circa 140 civili attendono alla stazione il treno per l'evacuazione: questo è il momento in cui il nemico ha iniziato il massiccio bombardamento della città", ha detto su Telegram.
L'attacco
Stando a quanto scrive lo Stato maggiore interforze ucraine nel suo briefing mattutino, citato dai media fra i quali Ukrinform, la scorsa notte le forze russe hanno lanciato 46 droni d'attacco kamikaze tipo "Shahed" sul territorio dell'Ucraina, 32 dei quali sono stati distrutti dalle forze di difesa aerea. Partiti da nuovamente da Balaklava, nella Crimea, e da Primorsko-Akhtarsk, nella regione russa di Krasnodar (RF), i droni sono partiti "a ondate successive fra le 19.00 di ieri (le 18.00 in Svizzera) e alle 3.50 di oggi. Molti dei droni che non sono stati abbattuti "sono caduti senza conseguenze", ha sottolineato l'aeronautica. Sono state prese di mira dai russi, scrive Kiev, le regioni di Mykolaiv, Odessa, Kherson, Dnipropetrovsk, Vinnytsia, Zaporizhzhia, Khmelnytskyi e Kirovohrad.
Il parlamento turco ha dato il primo parere positivo sull'ingresso della Svezia nell'Alleanza Atlantica. La commissione Esteri dell'assemblea di Ankara ha approvato in serata i protocolli di adesione per Stoccolma che il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva firmato e inviato in parlamento già a fine ottobre. Da allora, il via libera al provvedimento non ha avuto un percorso facile e in novembre la Commissione esteri ha fermato il testo, ribadendo i dubbi sul presunto sostegno svedese a gruppi ritenuti terroristi da Ankara. La Turchia è l'unico Paese Nato, oltre all'Ungheria, a non aver ancora approvato l'allargamento.
Una decisione potrebbe arrivare entro la fine dell'anno
Con la decisione di ieri, arrivata dopo un dibattito in commissione durato molte ore, la fumata bianca pare sicuramente più vicina. I protocolli dovranno ora essere ratificati dalla Camera, dove il partito Akp di Erdogan detiene la maggioranza dei seggi. La votazione potrebbe avere luogo già nei prossimi giorni, prima della fine dell'anno.
Le reazioni
Nel frattempo, il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg ha fatto sapere che "accoglie con favore" il voto. Anche il dipartimento di Stato Usa ha salutato la scelta di Ankara, auspicando che la ratifica completa da parte del parlamento possa arrivare "presto".
Il ruolo dei caccia F-16
Nelle ultime settimane Erdogan aveva discusso dell'entrata di Stoccolma nella Nato con il presidente americano Joe Biden. Il leader turco aveva anche esplicitamente legato il via libera di Ankara alla vendita di caccia F-16 dagli Usa alla Turchia, una questione in sospeso da anni su cui il Congresso di Washington non si è ancora espresso. "Sviluppi positivi da parte degli Stati Uniti riguardo alla questione degli F-16 accelereranno un parere positivo da parte del parlamento" sulla Svezia, aveva dichiarato Erdogan, affermando di aver ricevuto assicurazioni da parte di Biden e che il presidente americano vorrebbe il sì del Congresso sulla vendita dei caccia. La richiesta di acquisto degli F-16 da parte della Turchia risale al 2019, ed è arrivata in seguito all'esclusione di Ankara dal programma di cooperazione militare sui caccia F-35. Il rifiuto da parte dell'amministrazione dell'ex presidente americano Donald Trump fu opposto come segno di ritorsione dopo che Ankara decise di acquistare missili S-400 da Mosca, un sistema di Difesa ritenuto dalla Nato una minaccia alla propria sicurezza.
Kiev nega che i russi abbiano preso il controllo della città di Mariinka, vicino a Donetsk, nell'Ucraina orientale, così come rivendicato dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu.
Un portavoce dell'esercito ucraino, Oleksandr Chtoupoun, ha detto che è "sbagliato" dire che la città è interamente controllata dai russi. "La lotta per Marinka continua", ha assicurato, aggiungendo che ci sono ancora soldati ucraini nella città, che è "completamente distrutta".
Marinka era diventata una roccaforte ucraina a partire dal 2014 e dall'inizio del conflitto con i separatisti filo-russi guidati da Mosca, che avevano conquistato la città di Donetsk.
L'Ucraina ha ricevuto 1,34 miliardi di dollari nell'ambito del progetto Peace (Public Expenditures for Administrative Capacity Endurance) della Banca mondiale. Lo ha annunciato il ministero delle Finanze, come riporta Ukrinform. Si tratta, sottolineano da Kiev, "di un prestito della Banca Mondiale per un importo di 1'086 miliardi di dollari, erogato tramite l'Advancing Needed Credit Enhancement for Ukraine Trust Fund con la garanzia del governo Giappone". Coinvolti inoltre Usa, Norvegia e Svizzera. I fondi, precisano, verranno utilizzati tra l'altro per il pagamento di pensioni e stipendi dei dipendenti del Servizio di emergenza statale.
"Sono grato ai nostri partner"
"Dall'inizio dell'invasione su vasta scala, i governi di Giappone, Usa, Norvegia e Svizzera hanno ripetutamente dimostrato il loro sostegno e la loro solidarietà all'Ucraina - ha commentato il ministro delle Finanze, Sergii Marchenko - Sono grato ai nostri partner per la loro disponibilità a cooperare e aiutarci in un momento cruciale per l'Ucraina".
Il presidente russo Vladimir Putin ha "segnalato silenziosamente" di essere aperto a un cessate il fuoco in Ucraina nelle più recenti comunicazioni tramite canali non ufficiali. Secondo quanto riporta il New York Times citando alcune fonti, Putin dallo scorso settembre avrebbe segnalato tramite intermediari di essere aperto a un cessate il fuoco che congeli i combattimenti lungo le attuali linee di scontro, ben al di sotto delle sue ambizioni di dominare l'Ucraina.
Putin avrebbe segnalato l'apertura a un cessate il fuoco anche nell'autunno del 2022, indicando che la Russia era soddisfatta del territorio catturato ed era pronta a un armistizio. "L'interesse ripetuto di Putin a un cessate il fuoco è un esempio dell'opportunismo e dell'improvvisazione che hanno definito il suo approccio alla guerra dietro le quinte", osserva il New York Times riferendo di un presidente russo che manovra per ridurre i rischi e mantenere le opzioni aperte per una guerra la cui durata è maggiore delle sue attese. "Pur usando una impetuosa retorica pubblica, Putin ha telegrafato privatamente il desiderio di dichiarare vittoria e voltare pagina".
I russi hanno colpito in serata Kiev con droni d'attacco kamikaze. In uno dei quartieri della capitale, i detriti sono caduti su un edificio residenziale ed è scoppiato un incendio. Lo riferisce RBC-Ucraina con riferimento al canale Telegram dell'amministrazione militare della città di Kiev.
Due persone sono rimaste ferite in seguito all'attacco con due droni su un edificio residenziale di Kiev. Una è stata trasportata in ospedale, mentre un'altra è stata medicata sul posto. Lo rendono noto fonti ufficiali ucraine. Le sirene sono risuonate nella capitale poco prima che i residenti avvertissero alcune esplosioni.
"Un edificio a Kiev è stato colpito da uno Shahed", ha scritto su Telegram il capo dello staff di Zelensky, Andriy Yermak, spiegando che quel tipo di drone di fabbricazione iraniana viene spesso usato anche dall'esercito russo. L'attacco, secondo quanto riferito dal sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, avrebbe colpito anche il distretto di Solomianskyi dove si sono registrate "fiamme sui piani alti".
L'ex giornalista televisiva Yekaterina Duntsova ha fatto domanda ieri per candidarsi contro il leader russo Vladimir Putin alle elezioni presidenziali di marzo 2024, riportano i media internazionali.
Chi è Duntsova
Duntsova, 40 anni, politica locale nell'oblast di Tver e madre di tre figli, ha pubblicamente sostenuto "la pace" in Ucraina, anche se si astiene dall'usare il termine "guerra" nelle sue interviste ai giornalisti. "Prima o poi ogni conflitto armato finisce e spero che questo finisca il prima possibile", aveva dichiarato il mese scorso.
La registrazione della candidatura
L'ex reporter ha presentato i documenti alla Commissione elettorale centrale russa per registrare formalmente la sua candidatura. Per poter avanzare come candidata, dovrà raccogliere 300'000 firme in tutto il paese entro il 31 gennaio. La rielezione del presidente Putin per un quinto mandato, tuttavia, è una formalità e non è tollerata alcuna forma di opposizione. Quasi tutte le figure più importanti, come l'attivista anti corruzione Alexei Navalny, sono state mandate in prigione o costrette all'esilio.
Sono "fesserie" le affermazioni del presidente americano Joe Biden secondo le quali la Russia potrebbe attaccare paesi della Nato se vincesse la guerra in Ucraina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. In questo modo Biden vuole solo giustificare la sua politica perché la Russia "non ha nessun interesse a combattere la Nato, né geopolitico, né economico né militare", ha aggiunto Putin in un'intervista all'emittente televisiva Rossiya-1 ripresa dalle agenzie russe.
La Russia "non ha interesse ad attaccare i paesi della Nato"
"L'Occidente dovrà trovare un terreno comune con la Russia, perché della Russia deve tenere conto" e a sua volta Mosca è interessata ad avere buoni rapporti con i paesi della Nato, ha spiegato il leader del Cremlino. La Russia, ha affermato, non ha alcun interesse ad attaccare paesi della Nato, come invece ha affermato Biden. "Non abbiamo dispute territoriali reciproche con loro e non abbiamo alcun desiderio di rovinare le nostre relazioni con loro. Siamo interessati - ha aggiunto Putin - a sviluppare le relazioni".
Con la Finlandia "avevamo relazioni cordiali"
Tuttavia l'ingresso della Finlandia nella Nato creerà "problemi" nelle relazioni con la Russia. "Avevamo le relazioni più cordiali" con Helsinki ma adesso che la Finlandia è stata "trascinata nella Nato", Mosca creerà il distretto militare della regione di Leningrado e lì concentrerà forze militari. "Perché hanno bisogno di questo? È una cosa senza senso", si è chiesto Putin.
"Sono stato ingenuo in passato"
Nell'intervista il presidente ha anche detto di essere stato "ingenuo" nei primi anni del suo mandato riguardo alle intenzioni dei paesi occidentali, che puntavano alla "disintegrazione" della Russia come era avvenuto con l'URSS. Putin ha affermato che l'ex consigliere per la sicurezza nazionale americano Zbigniew Brzezinski aveva un piano per "dividere la Russia in cinque parti e sfruttare le sue risorse".
Vladimir Putin si candiderà alle elezioni russe del 2024 come candidato indipendente con un'ampia base di sostegno e non come esponente di un partito. Lo hanno riferito le agenzie di stampa russe. Oggi un gruppo di iniziativa composto da oltre 700 politici e personaggi del mondo sportivo e culturale si è riunito a Mosca e ha approvato all'unanimità la nomina di Putin come candidato indipendente, ha riferito la Tass.
Il sostegno a Putin
Parlando all'agenzia Ria Novosti Andrei Turchak, alto funzionario del partito al potere Russia Unita, ha spiegato che Putin non si candiderà per quello schieramento ma che avrà comunque il sostegno dei suoi membri e "più di 3,5 milioni di sostenitori del partito prenderanno parte attivamente alla campagna elettorale". Anche Sergei Mironov, tra i leader del partito Russia Giusta che sostiene Putin, ha spiegato che l'attuale capo del Cremlino si candiderà come indipendente e che verranno raccolte firme a suo sostegno.
Verso l'elezione
Putin, che è al potere in Russia come presidente o primo ministro da più di due decenni, ha annunciato la sua candidatura per un altro mandato di sei anni a marzo del prossimo anno. Un voto che si preannuncia come una semplice formalità: con il sostegno dell'apparato e dei media statali e quasi nessun dissenso pubblico, la vittoria sembra essere già certa per il leader russo di 71 anni.
Oltre quattro ore per rispondere a una settantina di domande, dai media russi e stranieri, dai cittadini, e addirittura da un suo avatar creato con l'intelligenza artificiale. Vladmir Putin è tornato alla tradizione della mega conferenza stampa di fine anno - dopo l'interruzione del 2022 - per ostentare sicurezza sulla tenuta della Russia, in campo economico e nel conflitto in Ucraina.
"Denazificazione" e "demilitarizzazione" dell'Ucraina
La pace ci sarà quando Mosca avrà "raggiunto i suoi obiettivi", che rimangono la "denazificazione" e la "demilitarizzazione" dell'Ucraina, ha scandito il presidente. E, soprattutto, ciò avverrà senza il bisogno di una nuova mobilitazione, ha assicurato. Una promessa di fondamentale importanza per un capo dello Stato che nel marzo prossimo si ripresenterà candidato per un quinto mandato alla guida del Paese. La rinuncia al richiamo dei coscritti, ha sottolineato Putin, è possibile grazie al gran numero di volontari che si arruolano sotto contratto, 486mila nell'ultimo anno. Ciò ha fatto sì che attualmente dei 617mila uomini impegnati sui 2.000 chilometri del fronte, solo 244mila sono riservisti richiamati alle armi, mentre la maggioranza sono professionisti.
La Russia "si sta preparando a una lunga e dura guerra"
Per il segretario generale della Nato Stoltenberg, le parole di Putin confermano che la Russia "si sta preparando a una lunga e dura guerra" e quindi è necessario continuare l'assistenza militare a Kiev. Anche perché "se Putin vince in Ucraina, c'è il rischio concreto che la sua aggressione non finisca lì". Cioè che decida di attaccare Paesi dell'Alleanza Atlantica, come ha detto il presidente americano Joe Biden nel tentativo, finora senza esito, di convincere i ribelli repubblicani nel Congresso a sbloccare i nuovi finanziamenti a Kiev. Per ora, tuttavia, la Nato ha escluso che la Russia abbia portato un attacco intenzionale alla Romania, dopo che un altro drone di Mosca si è schiantato sul territorio rumeno, in un'area disabitata, durante bombardamenti compiuti su infrastrutture portuali ucraine sul Danubio.
Zelenksy "costretto a girare il mondo mendicando"
Putin non ha nascosto la soddisfazione per le difficoltà incontrate da Kiev nell'ottenere i nuovi aiuti occidentali. "L'Ucraina oggi non produce quasi nulla" in termini di armi e "tutto arriva dall'Occidente", ma "questi omaggi un giorno potrebbero finire e, a quanto pare, stanno finendo", ha detto. Per questo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è costretto ad andare in giro per il mondo a "mendicare", e per ottenere gli aiuti cerca di convincere gli alleati che la controffensiva di Kiev "sta avendo successo". Mentre in realtà, ha aggiunto Putin, le forze russe stanno "migliorando le loro posizioni su tutto il fronte".
Domande bizzarre
Durante il confronto maratona con i media e comuni cittadini, vi sono stati episodi curiosi. Putin si è trovato a rispondere alle domande di alcuni soldati dal fronte con il rumore di spari in sottofondo. Poi si è soffermato su vari aspetti della sua vita privata, dal sogno da bambino di diventare pilota d'aereo alla passione per le uova strapazzate, che lo ha portato a mangiarne anche dieci per colazione. A una giornalista del New York Times che lo ringraziava per avere invitato anche reporter stranieri, ha detto di essere "una persona aperta dalle convinzioni democratiche". Poi il capo del Cremlino ha dovuto rispondere ad un suo "doppio", cioè un interlocutore che si è presentato in videoconferenza come uno studente di San Pietroburgo usando l'immagine e la voce dello stesso presidente creati con l'intelligenza artificiale. "E' vero che lei ha molti sosia?", ha chiesto lo studente, riferendosi alle voci secondo le quali il presidente si serve di controfigure in diverse apparizioni pubbliche. "Vedo che lei mi assomiglia e parla con la mia voce - ha detto Putin - ma ci ho pensato e ho deciso che solo una persona deve essere come me e parlare con la mia voce, e quella persona sono io. E comunque questo è il mio primo sosia".
Il Consiglio Europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina. Lo ha detto il Presidente Charles Michel su X-Twitter. Secondo fonti europee "nessuno ha obiettato" e la decisione "non è stata bloccata da alcuno Stato". "Questa è una vittoria per l'Ucraina. Una vittoria per tutta l'Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza", ha commentato su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Negoziati aperti anche con la Moldavia
Il Consiglio Europeo ha deciso di aprire i negoziati anche con la Moldavia e di concedere lo status di Paese candidato alla Georgia. "Una decisione strategica e un giorno che rimarrà impresso nella storia della nostra Unione. Orgogliosi di aver mantenuto le nostre promesse e felici per i nostri partner", ha aggiunto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. "Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato affinché ciò accadesse e tutti coloro che hanno aiutato. Mi congratulo con ogni ucraino per questo giorno. Mi congratulo anche con la Moldavia e personalmente con Maia Sandu. La storia è fatta da chi non si stanca di lottare per la libertà", ha scritto Zelensky in un altro messaggio su X.
Volodymyr Zelensky è arrivato in Germania per una visita senza preavviso. Lo scrive la Bild sul suo canale Telegram in russo, spiegando che il presidente ucraino è arrivato a Francoforte sul Meno, secondo quanto riferito dalla polizia locale. In tutta la regione sono state adottate misure di sicurezza rafforzate e diverse strade sono state chiuse. Secondo la Bild, all'arrivo Zelensky si è diretto a Wiesbaden, dove si trova il quartier generale americano per l'assistenza militare all'Ucraina.
Ieri, nella sua terza visita a Washington dall'inizio dell'invasione russa, Volodymr Zelensky è stato accolto senza fanfare e non ha rilasciato alcuna dichiarazione al Campidoglio, riservando le sue parole alla conferenza stampa dopo l'incontro nello studio Ovale. Una visita ben diversa da quella al Capitol di un anno fa, quando il Presidente ucraino venne accolto come un eroe, invitato a parlare a camere riunite e "premiato" con altri 50 miliardi di dollari di aiuti. "È una questione di vita o di morte per l'Ucraina e i tempi sono cruciali": è stato il messaggio che Zelensky ha portato prima al Congresso e poi alla Casa Bianca per sostenere il pacchetto di nuovi aiuti americani. Il leader ucraino ha assicurato di aver ricevuto da Washington "segnali più che positivi", precisando però di attendere risultati concreti, e ha invitato gli Usa e i suoi alleati a mandare "un segnale forte della nostra unità alla Russia entro fine anno", ribadendo la sua fiducia nella vittoria e la contrarietà a cedere territori "ai terroristi". Biden, dal canto suo, ha annunciato di aver firmato intanto un nuovo pacchetto di aiuti da 200 milioni di dollari e ha promesso che gli Stati Uniti non abbandoneranno Kiev, come spera Putin. Quindi ha rilanciato il suo appello al Congresso perché trovi un "compromesso" e approvi i nuovi fondi bloccati "da una minoranza di repubblicani" che stanno facendo "un regalo di Natale" a Putin, come dimostra l'esultanza della propaganda russa che li ha "celebrati".
Muro di resistenza tra i repubblicani
A Washington il presidente ucraino ha toccato con mano che la salvezza dell'Ucraina passa dal Messico ma ha trovato un muro di resistenza tra i repubblicani, decisi a legare il loro ok ai nuovi fondi (oltre 60 miliardi dopo i 111 miliardi già concessi) a due punti irrinunciabili: un giro di vite a protezione del confine col Messico, rafforzando le misure anti immigrazione con espulsioni rapide e criteri più severi per l'asilo (cui i dem sono contrari) e avere lumi su quale sia la strategia finale, "l'end-game" per usare le parole dello speaker repubblicano Mike Johnson. Evocando l'eredità della sfida contro Mosca, il leader ucraino ha argomentato che aiutare Kiev a combattere è nell'interesse nazionale americano e un modo per rafforzare l'Europa orientale contro l'aggressione russa. "Conto ancora su di voi", ha detto, dopo aver avvisato che "quando il mondo libero esita, le dittature esultano" e che i ritardi negli aiuti fanno il gioco del Cremlino. Che nel frattempo si è detto certo che dall'incontro non uscirà nulla che possa "cambiare la situazione sul campo di battaglia". I leader repubblicani al Senato e alla Camera sono stati irremovibili, pur precisando che non si tratta di una questione personale e che restano al suo fianco: "La priorità della sicurezza nazionale è difendere il confine Usa", hanno concordato, cavalcando i sondaggi d'opinione dopo le ondate migratorie record. Ora la palla torna alla Casa Bianca e al Senato, ha spiegato Johnson, ricordando che la Camera ha già approvato una legge sull'immigrazione, che i dem non hanno votato perché troppo draconiana. Impossibile una svolta entro fine anno, quando finiranno i fondi a disposizione: a giorni il Congresso va in vacanza per tre settimane. Se ne riparla a inizio 2024, a meno che Joe Biden non decida di finanziare provvisoriamente Kiev a spese dell'esercito Usa.
Nuova strategia per il 2024
Nel frattempo i dirigenti americani e ucraini stanno mettendo a punto una nuova strategia per il 2024, dopo che le speranze di controffensiva non si sono avverate, come ha ammesso alla Bbc il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza dell'Ucraina Oleksiy Danilov, nel giorno di un attacco cyber russo che ha messo ko le connessioni internet del Paese. Gli Usa - che oggi hanno annunciato altre sanzioni contro Paesi terzi che aiutano la macchina da guerra russa - hanno inviato a più riprese sul campo a Kiev un generale a tre stelle, Antonio Aguto, dalla base di Wiesbaden, in Germania, dove a gennaio è prevista una serie di "war games", come scrive il New York Times. Ci sono però divergenze tra alleati: gli americani stanno spingendo per una strategia conservatrice che si concentra sul mantenimento del territorio attuale dell'Ucraina, scavando trincee e accumulando rifornimenti e forze nel corso dell'anno, nonché sviluppando la sua capacità di produrre armi. Gli ucraini invece vorrebbero attaccare, sia sul terreno che con bombardamenti a lungo raggio, continuando a tenere sotto tiro anche la Crimea, con la speranza di attirare nuovamente l'attenzione di un mondo sempre più distratto dalla guerra a Gaza. In ogni caso, ammoniscono gli strateghi americani, senza un cambio di strategia il 2024 potrebbe assomigliare al 1916, l'anno più mortale della Prima guerra mondiale.
Dall'incontro tra i presidenti americano Joe Biden e ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca a Washington non uscirà nulla che possa "cambiare la situazione sul campo di battaglia". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. "Le decine di miliardi di dollari pompati in Ucraina non hanno aiutato a raggiungere alcun successo sul campo di battaglia", ha affermato Peskov. E così, ha aggiunto, "altre decine di miliardi di dollari che Kiev vuole siano ancora pompati in Ucraina, sono destinati ad essere un fiasco. Conosciamo perfettamente bene questo processo - ha insistito Peskov -. Non può cambiare la situazione sul campo di battaglia e non può fermare nemmeno i progressi dell'operazione militare speciale".
L'incontro Biden-Zelensky questa sera
L'incontro nello Studio Ovale tra Biden e Zelensky è previsto per oggi alle 14.15 (le 20.15 in Svizzera); i due leader terranno poi una conferenza stampa congiunta alle 16.15 (le 22.15). In merito all'oppositore russo Alexei Navalny, il portavoce del Cremlino ha inoltre sostenuto ch le interferenze degli Usa sono 'inammissibili'."Qui stiamo parlando di un detenuto che è stato giudicato colpevole e sta scontando la sua pena, e ogni interferenza da parte di chiunque, compresi gli Stati Uniti, è inammissibile", ha detto Peskov, citato dall'agenzia Interfax, dopo che ieri Washington aveva manifestato preoccupazione per Navalny, che sarebbe stato trasferito in un nuovo carcere.
La Commissione elettorale centrale russa ha deciso che le presidenziali del 17 marzo del 2024 si svolgeranno anche nei nuovi territori ucraini annessi alla Russia: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Lo riferiscono le agenzie russe.
Una decisione non è stata ancora presa, ma l'Ucraina sta valutando se mandare o meno i suoi atleti ai Giochi Olimpici che si terranno a Parigi l'anno prossimo: lo ha reso noto il ministro della Gioventù e dello Sport ucraino, Matvyi Bidnyi, come riporta Rbc-Ucraina.
"È una questione di politica estera"
Il ministro ha spiegato che la decisione verrà presa tenendo conto degli interessi del Paese. "Questa non è solo una questione sportiva, è una questione di politica estera - ha spiegato Bidnyi -. La decisione di partecipare (alle Olimpiadi, ndr) deve basarsi sugli interessi del nostro Stato. Dobbiamo mantenere la calma e prendere decisioni equilibrate. Ogni atleta lo capisce".
Atleti russi e bielorussi ammessi sotto bandiera neutrale
In risposta alla decisione del Comitato olimpico internazionale (Cio) di autorizzare la partecipazione ai Giochi di Parigi di atleti russi e bielorussi sotto una bandiera neutrale, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba aveva affermato questa settimana che in questo modo il Cio "ha sostanzialmente dato alla Russia il via libera per trasformare le Olimpiadi in un'arma". Secondo Kuleba, infatti, "il Cremlino utilizzerà ogni atleta russo e bielorusso come arma nella sua guerra di propaganda".
"Se il mondo si stanca di aiutarci, ci lascerà semplicemente morire: per noi è una questione vitale": lo ha detto la first lady ucraina Olena Zelenska in una intervista alla Bbc che andrà in onda domani, esprimendo forte preoccupazione per il ritardo degli aiuti dopo che i senatori repubblicani negli Stati Uniti hanno bloccato un disegno di legge che prevedeva ulteriori 60 miliardi di dollari all'Ucraina. "Abbiamo davvero bisogno di aiuto. Non possiamo stancarci, perché se lo facciamo, moriamo", ha sostenuto la 45enne. "Ci fa molto male vedere segnali che l'appassionata disponibilità può affievolirsi. Per noi è vitale. Fa male vedere ciò che sta succedendo"
Quest'oggi il Comitato Olimpico Internazionale ha autorizzato la partecipazione degli sportivi russi e bielorussi ai giochi olimpici del 2024 a Parigi. Gli atleti potranno partecipare sotto bandiera neutra. Questa decisione non concerne gli atleti che hanno attivamente sostenuto l'invasione dell'Ucraina. Fino a questo momento, gli atleti qualificati sono 11, precisa il COI. Gli ucraini sono una sessantina.
La questione è cruciale visto che il rischio di vedere una delegazione ucraina assente o indebolita a Parigi ha preoccupato gli organizzatori. La ragione è che ciò avrebbe reso più delicata la presenza di sportivi russi ai giochi, anche senza inno o bandiera.
Una decisione ragionata in più fasi
Dopo aver bandito russi e bielorussi dallo sport mondiale a fine febbraio 2022, sulla scia dell'invasione russa dell'Ucraina, il Coi ha quindi ragionato in due momenti per organizzare il loro ritorno, spiegando che gli atleti non devono "pagare" per le scelte del loro governo.
Lo scorso marzo, l'organizzazione olimpica ha quindi raccomandato alle federazioni internazionali di reintegrare russi e bielorussi sotto bandiera neutra alle loro competizioni, rinviando a un momento appropriato la sua decisione sui giochi olimpici 2024 di Parigi come per i giochi di Cortina 2026. Il COI si è dato il tempo di valutare lo svolgimento delle competizioni, giudicato soddisfacente, e di vedere evolvere la posizione del governo ucraino, che ha inizialmente imposto ai suoi sportivi di boicottare qualunque evento che comportasse una partecipazione russa. La posizione del COI si è poi moderata quest'estate. In seguito, se le federazioni internazionali hanno seguito questa raccomandazione in ordine sparso - l'atletica in particolare ha rifiutato di reintegrare i russi - il 12esimo concilio olimpico di martedì a Losanna ha lanciato un segnale chiaro del mondo sportivo.
Vladimir Putin ha detto che si candiderà per un altro mandato presidenziale perché oggi non si può agire diversamente. Lo riporta la Tass. "Non nego che ci sono stati pensieri diversi in momenti diversi. Ma ora avete ragione, è il momento di prendere una decisione. Mi candiderò alla presidenza della Russia", ha dichiarato Putin durante la cerimonia con gli Eroi della Russia al Cremlino, come riporta Interfax.
"Niente discussioni con gli omologhi stranieri"
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha spiegato che il presidente "non ha discusso con i suoi omologhi stranieri l'intenzione di ricandidarsi nel 2024". L'attuale mandato di Putin scade il 7 maggio 2024.
Questa settimana, la Verkhovna Rada - il Parlamento ucraino - si appresta a votare leggi fondamentali, necessarie per l'adesione del Paese all'Unione europea. Lo riferisce il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. "Questa settimana ci aspettiamo che la Verkhovna Rada dell'Ucraina voti su questioni critiche, alcune delle quali sono state discusse oggi con il Primo ministro", si legge nella dichiarazione. Il presidente ucraino ha sottolineato che questo vale anche per la preparazione dei negoziati con l'Ue. "La nostra priorità è la piena attuazione di tutte quelle decisioni che sono necessarie all'Ucraina per adempiere a tutti i compiti necessari in direzione dell'Europa. Crediamo che l'Unione europea manterrà la sua promessa all'Ucraina", ha aggiunto Zelensky.
I repubblicani al Senato hanno bloccato in un voto procedurale la proposta di legge con gli aiuti per Israele e l'Ucraina, chiedendo più severe misure di controllo al confine col Messico. Uno scontro che rischia di deragliare l'approvazione del provvedimento. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, in risposta a quanto avvenuto al Senato, ha detto che per la Casa Bianca gli aiuti a Israele e Ucraina e il rafforzamento della sicurezza al confine col Messico "sono priorità bipartisan che meritano sostegno bipartisan" e "il voto di oggi non cambia il fatto che il Congresso deve agire per rispondere a queste urgenti necessità, anche fornendo i finanziamenti urgentemente necessari per l'Ucraina entro la fine di quest'anno".
"La storia ci giudicherà"
"C'è un'ampia maggioranza bipartisan al Congresso - prosegue - che sostiene l'Ucraina. Ciò era vero il giorno in cui Putin lanciò questa guerra brutale, e rimane vero anche oggi. Con i fondi per armare l'Ucraina quasi esauriti, ci troviamo ora di fronte a un momento cruciale di verità: gli Stati Uniti continueranno a sostenere l'Ucraina nella sua lotta per la libertà, o ignoreremo le lezioni della storia e lasceremo che Putin e l'autocrazia prevalgano? La posta in gioco - aggiunge Sullivan - è troppo alta e le conseguenze troppo gravi per consentire a una minoranza del Congresso di tenere in ostaggio i finanziamenti all'Ucraina per qualsiasi questione non correlata. Il mondo ci guarda e la storia ci giudicherà. Se ce ne andiamo e Putin prende l'Ucraina, non si fermerà qui. È tempo che il Congresso finanzi le nostre priorità critiche per la sicurezza nazionale"
Se gli aiuti americani all'Ucraina non arriveranno entro i prossimi giorni sarà un regalo di Natale a Vladimir Putin e una minaccia per la sicurezza di Stati Uniti ed Europa. È il monito finora più forte quello di Joe Biden al Congresso americano, all'indomani del forfait di Volodymyr Zelensky ad un incontro virtuale con i senatori e nel giorno del G7 che ha ribadito compatto il sostegno a Kiev contro Mosca.
Il nuovo pacchetto di aiuti
Sono giorni che la Casa Bianca ha iniziato a lanciare l'ultimo l'allarme sul rischio di vittoria della Russia nel tentativo di superare lo stallo sul nuovo pacchetto da oltre 108 miliardi di dollari chiesto dall'amministrazione. Ma alla fine è voluto scendere in campo il commander-in-chief in persona, prima definendo "folle" l'ostruzionismo dei repubblicani poi, dalla Roosevelt Room, ricordando che in gioco non c'è solo il futuro dell'Ucraina ma di tutto il mondo libero. "Ho parlato con i nostri alleati del G7. Sono con noi al fianco di Kiev", ha affermato il presidente degli Stati Uniti insistendo che "non possiamo permettere che vinca Putin".
Zelensky: "La Russia conta sul collasso dell'unità dell'Occiente"
Alla videoconferenza conclusiva della presidenza giapponese, Zelensky - che ha inviato a Washington il suo numero due Andriy Yermak insieme al ministro della Difesa Rustem Umerov e al presidente della Verkhovna Rada Ruslan Stefanchuk a parlare con lo speaker della Camera Mike Johnson - ha spiegato che l'esercito russo ha "significativamente aumentato la pressione" sul fronte e avvertito i leader che la Russia conta sul "collasso" dell'unità dell'Occidente l'anno prossimo. "La Russia crede che l'America e l'Europa si mostreranno deboli e non manterranno il loro sostegno all'Ucraina ad un livello adeguato", ha affermato il leader di Kiev. La premier italiana Giorgia Meloni, come gli altri leader del G7, ha assicurato "il continuo e convinto sostegno del governo italiano in ogni ambito alle autorità ucraine".
Limitare le importazioni di diamanti russi
Al vertice è stato anche concordato di limitare le importazioni di diamanti russi a partire dal prossimo anno. "Introdurremo restrizioni all'importazione di diamanti non industriali, estratti, lavorati o prodotti in Russia, entro il 1° gennaio 2024", si legge nella nota sulle nuove misure che vanno ad aggiungersi alla lunga lista di sanzioni occidentali contro il Cremlino. "Il nostro fermo impegno a sostenere la lotta dell'Ucraina per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale non verrà mai meno", si legge ancora nel comunicato finale.
Biden: "Il mondo ci guarda"
Il punto però è che senza la potenza militare degli Usa, gli alleati potrebbero non essere in grado di continuare nel sostegno. "Il mondo ci guarda", ha ammonito Biden. "Se gli Stati Uniti non sostengono l'Ucraina, chi lo farà? Cosa succederà alla Nato? Al G7? Se noi molliamo, come faranno i nostri amici europei ad aiutare Kiev?", ha incalzato il presidente.
Niente più concessioni sull'immigrazione
Nel frattempo, Washington continua a spremere le risorse rimaste per fornire il suo contributo alle forze di Zelensky e ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per 175 milioni di dollari. Ma sarà uno degli ultimi, se il Congresso non approverà la nuova richiesta di finanziamenti della Casa Bianca. Da una parte i repubblicani della Camera continuano a strumentalizzare gli aiuti all'Ucraina come merce di scambio per introdurre misure anti-immigrati sempre più dure. Dall'altra, i democratici si rifiutano di votare una legge che prevede una quasi totale chiusura delle frontiere meridionali. E lo stesso Biden ha dichiarato di non essere più disposto a fare concessioni sull'immigrazione.
Biden non è pronto ad andarsene
Il tempo stringe, l'inverno in Ucraina avanza e il timore è che gli Stati Uniti non abbiano un piano B. "Non sono pronto ad andarmene", ha detto il presidente degli Stati Uniti in una dichiarazione che qualcuno ha interpretato come il segnale che truppe americane potrebbero essere inviate in Ucraina a combattere contro la Russia. Uno scenario catastrofico che fino a oggi Biden ha sempre voluto scongiurare.
Nelle ultime 24 ore l'esercito russo ha bombardato la regione di Kherson per 117 volte, uccidendo due civili e ferendone altri otto. Lo ha dichiarato in un post su Facebook Oleksandr Prokudin. Il capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson, citato da Ukrinform, ha riferito che "nell'ultima giornata il nemico ha lanciato 117 attacchi, sparando 691 proiettili da mortai, artiglieria, Grad, armi guidate anticarro, carri armati, aerei e uav, tra cui tre Shahed. Mosca ha inoltre sparato 43 proiettili contro la città di Kherson", ha affermato Prokudin, secondo il quale l'esercito del Cremlino ha preso di mira i quartieri residenziali della regione. Inoltre sono state colpite strutture sanitarie, un edificio amministrativo a Kherson, un istituto di ricerca e un istituto di ingegneria
Marianna Budanova, la moglie del capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, è stata avvelenata. Lo scrivono i media ucraini citando fonti del ministero della Difesa di Kiev. Alla donna è stato diagnosticato un avvelenamento da metalli pesanti.
"Queste sostanze non vengono utilizzate in alcun modo nella vita quotidiana e negli affari militari. La loro presenza può indicare un tentativo intenzionale di avvelenare una persona specifica", hanno detto alcune fonti. Marianna Budanova è ricoverata in ospedale. È stata "molto probabilmente avvelenata con il cibo". "Sta già meglio", hanno aggiunto.
Il presidente della Confederazione Alain Berset è arrivato a Nemishajeve, vicino a Bucha, per una visita di dodici ore in Ucraina. Berset dovrà incontrare il suo omologo Volodymyr Zelensky e partecipare a un vertice sulla sicurezza alimentare; lo ha riferito un reporter di Keystone-ATS.
L'arrivo a Bucha
Questa notte Berset è arrivato nel sobborgo di Kiev dove le truppe russe avevano compiuto un massacro nella primavera del 2022. Il presidente della Confederazione è stato accompagnato dall'ambasciatore svizzero in Ucraina, Felix Baumann, ed accolto al suo arrivo dal viceministro degli Esteri ucraino Yevhen Perebyinis. La visita di Stato è rimasta riservata fino all'ultimo minuto e il programma prevede colloqui con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e sua moglie.
La visita ai luoghi simbolici di Bucha e dell'Holodomor
Il presidente della Confederazione ha deposto una corona di fiori nel luogo considerato la scena del principale massacro di civili commesso dalle truppe russe nelle prime settimane dopo l'invasione. e, in seguito, ha visitato il resto della città, che oggi è in gran parte ripopolata (circa 40'000 abitanti). Dopo Bucha, Berset ha reso omaggio alle vittime della carestia dell'Holodomor, che nel 1932 e 1933 uccise diversi milioni di persone nell'Ucraina allora sovietica e di cui quest'anno ricorre il 90° anniversario. L'evento è stato definito nel 2008 un crimine contro l'umanità dal Parlamento europeo, che il leader assoluto dell'Unione Sovietica dell'epoca, Joseph Stalin, è accusato di aver orchestrato. Il capo del Dipartimento federale dell'interno (DFI) ha deposto una candela sul monumento commemorativo di Kiev in compagnia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di sua moglie.
Il vertice sul grano
Berset parteciperà inoltre al vertice sul "grano ucraino". Questo si concentrerà sulle misure per garantire l'esportazione del cereale all'estero nonostante la guerra di aggressione russa. I Paesi dell'Africa e dell'Asia, in particolare, dipendono da queste approvvigionamenti.
La visita di Berset sottolinea la solidarietà della Svizzera con l'Ucraina e il sostegno finanziario e umanitario della Confederazione al Paese, ha annunciato la Confederazione.
La conferenza interrotta da un allarme missilistico
La conferenza stampa del presidente della Confederazione Alain Berset e del capo dello stato ucraino Volodymyr Zelensky, tenutasi oggi a Kiev, è stata interrotta a causa di un allarme per missili balistici lanciato dalla Russia, come Keystone-ATS ha appreso sul posto da fonti ucraine. Nessuno sembra essere in pericolo.
"La Svizzera resta al fianco di Kiev"
"La Svizzera resta al fianco dell'Ucraina anche in questi tempi segnati da molteplici crisi", ha detto oggi a Kiev il presidente della Confederazione Alain Berset al capo dello Stato ucraino Volodymyr Zelensky, in occasione di un incontro di circa tre quarti d'ora. A poco più di un anno dalla visita a Kiev di Ignazio Cassis, allora presidente della Confederazione, Berset ha seguito le orme dell'attuale capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) per farsi un'idea della situazione in loco. Durante il tête-à-tête con Zelensky, il consigliere federale ha ribadito al suo omologo ucraino che può contare "a lungo termine" sulla solidarietà della Svizzera, come appreso da Keystone-ATS durante una conferenza stampa congiunta, a cui hanno partecipato anche il presidente lettone Edgars Rinkevics e la prima ministra lituana Ingrida Simonyte.
L'incontro si è dovuto concludere prematuramente in seguito a un allarme per missili balistici lanciati dalla Russia, come comunicato da fonti ucraine. Il sostegno da parte della Svizzera non è messo in discussione dalle "numerose crisi parallele" di cui soffre il pianeta, ha detto Berset, desideroso di dimostrare che la Confederazione intende continuare a impegnarsi sul campo e dietro le quinte anche se i riflettori sono ora un po' meno puntati su questa regione.
Il responsabile del Dipartimento federale dell'interno (DFI) ha colto l'occasione per partecipare a un vertice internazionale sui cereali, finalizzato a liberare "corridoi" e percorsi per la consegna della merce ucraina ai paesi bisognosi, nonostante il blocco russo.La Svizzera è solidale con l'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa del 24 febbraio 2022, aggressione che ha condannato in diverse occasioni, sostenendo le sanzioni dell'Unione europea (UE) contro la Russia.
Se non proprio un ramoscello d'ulivo, è quanto meno una retorica più moderata quella che Vladimir Putin ha sfoderato intervenendo, in videoconferenza, ad un vertice del G20 per la prima volta dall'inizio del conflitto in Ucraina. "Dobbiamo pensare a come porre fine a questa tragedia", ha affermato il presidente russo, che per la prima volta ha definito "guerra" quella in corso, abbandonando l'eufemistica definizione di "operazione militare speciale" fin qui usata.
Platea di leader mondiali
Certo, le parole apparentemente aperturiste di Putin erano studiate per rivolgersi ad una platea di leader mondiali nel momento in cui crescono le incertezze nel campo occidentale sull'opportunità di continuare a sostenere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella sua volontà di ottenere una vittoria militare sul campo, specie alla luce di una controffensiva che dopo quasi sei mesi non ha dato i risultati sperati. "Alcuni colleghi - ha detto Putin riferendosi agli altri leader ma non a Joe Biden, che ha preferito non partecipare al G20 evidentemente per non legittimare il rientro del russo sulla scena internazionale - hanno già parlato nei loro discorsi di come sia sconvolgente l'aggressione della Russia in Ucraina. Sì, certo, l'azione militare è sempre una tragedia di persone specifiche, di famiglie specifiche, e certamente dobbiamo pensare a come porre fine a questa tragedia". Ma, riprendendo una vecchia recriminazione, il leader del Cremlino ha sottolineato che "la Russia non ha mai rinunciato ai negoziati di pace", a differenza dell'Ucraina, il cui presidente ha addirittura "firmato un decreto che vieta di condurre questi negoziati".
"Sostegno indiscriminato"
Putin ha poi fatto ricorso ad altri argomenti già utilizzati per attaccare l'Ucraina, cioè le violenze contro i civili di etnia russa in Donbass fin dal 2014, e per criticare quello che Mosca giudica un sostegno indiscriminato degli Usa ad Israele. "Capisco - ha detto il presidente russo - che questa (in Ucraina) è una guerra, la morte di persone non può fare a meno di sconvolgere. E il sanguinoso colpo di Stato in Ucraina nell'anno 2014, seguito dalla guerra del regime di Kiev contro il suo popolo nel Donbass, non è sconvolgente? E lo sterminio della popolazione civile in Palestina? E il fatto che i medici debbano eseguire operazioni sui bambini agendo con un bisturi sul loro corpo senza anestesia non è sconvolgente? E il fatto che il segretario generale delle Nazioni Unite abbia detto che Gaza si è trasformata in un enorme cimitero per bambini non è sconvolgente?".
Riequilibrio gestione economica mondiale
Parte dell'intervento è stato dedicato ad un altro tema caro a Putin. Cioè il riequilibrio della "gestione economica globale" in senso multipolare. Secondo il leader russo, infatti, è necessario "riavviare integralmente l'Organizzazione mondiale del commercio" e "rafforzare il ruolo delle economie in via di sviluppo nelle istituzioni finanziarie internazionali, tra cui l'Fmi e la Banca mondiale". Una linea su cui Mosca trova la sponda della Cina. Ricevendo a Pechino Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma russa, il presidente Xi Jinping ha osservato che i due Paesi "condividono ampi interessi comuni" e sono legati "da un'amicizia permanente di buon vicinato, un coordinamento strategico globale e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa per dare nuovo slancio alle economie e allo sviluppo dei due Paesi, contribuendo alla prosperità e alla stabilità del mondo".
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si trova a Kiev per una visita lampo nel corso della quale incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e parteciperà alla cerimonia per la commemorazione dei dieci anni dell'Euromaidan (o la rivoluzione della dignità, per gli ucraini). Michel inoltre vedrà la presidente moldava Maia Sandu, anche lei a Kiev.
Il processo di adesione all'UE
È il quinto viaggio di Michel in Ucraina. Al centro dei colloqui, a quanto si apprende, il processo di adesione all'UE: i leader europei, infatti, a dicembre dovranno decidere se dare il via libera o meno all'apertura dei negoziati, così come raccomandato dalla Commissione. "Sono qui per mostrare il grande sostegno dell'UE all'Ucraina, in un giorno importante: dieci anni fa gli ucraini hanno scelto l'Europa e alcuni sono morti", ha detto Michel in un briefing con un piccolo gruppo di media internazionali, tra cui l'ANSA. "Ma il prossimo Consiglio europeo sarà difficile, il rapporto della Commissione sull'allargamento non è bianco o nero, ha delle sfumature, e io sono rimasto sorpreso per il rapporto ulteriore di marzo: lavoro per un Consiglio di successo ma a volte il fallimento è parte del processo dell'UE, non è un mistero che alcuni paesi sono cauti sull'allargamento".
Incontri personali cruciali
"Gli incontri di persona - prosegue Michel - sono cruciali perché gli ucraini capiscano qual è lo stato dell'arte nell'UE, anche nel contesto della guerra in Medio Oriente. Non è segreto che alcuni paesi ci attaccano perché ci accusano di avere doppi standard. Ma l'UE deve sempre battersi per i principi globali, altrimenti rischiamo di perdere la fiducia del mondo". "Io - ha aggiunto - sono molto attivo nel mantenere i rapporti con il Sud Globale e questo è un lavoro molto utile anche per l'Ucraina, dobbiamo confrontarci sulle sfide e le difficoltà del momento, per essere in sintonia. Ma naturalmente parleremo anche di sanzioni, della situazione militare sul campo, del nostro sostegno allo sforzo bellico, per esempio il piano munizioni, oppure del possibile uso degli asset russi per la ricostruzione dell'Ucraina".
Una nuova fase di allargamento
Michel ha poi sottolineato che sul fronte dell'allargamento "c'è del lavoro da fare" da ambo le parti, perché anche l'UE deve ragionare su come gestire una nuova fase di allargamento. "Rilevo sempre più sostegno al nostro orizzonte 2030, se siamo seri dobbiamo chiarire cosa vogliamo per noi e per i paesi candidati: sui tempi non c'è nulla nei trattati, si tratta di un impegno politico. Ma ora il dibattito sulle riforme è molto alto nelle priorità ed è grande differenza rispetto a due anni fa, prima non c'era appetito nel Consiglio", ha precisato.
La rivolta di Piazza Maidan di 10 anni fa fu "la prima vittoria della guerra di oggi": lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio pubblicato su X in occasione della Giornata della dignità e della libertà. "Quella di allora, di fatti, fu la prima vittoria della guerra di oggi" contro l'invasore russo, ha detto Zelensky nel suo videomessaggio. "La vittoria contro l'indifferenza. La vittoria del coraggio. La vittoria della Rivoluzione della Dignità", ha proseguito il leader ucraino.
"Dieci anni fa abbiamo iniziato un nuovo capitolo nella nostra lotta. Dieci anni fa gli ucraini lanciarono la loro prima controffensiva. Contro l'illegalità e il tentativo di derubarci del nostro futuro europeo. Contro la non-libertà - ha poi scritto Zelensky sulle reti sociali -. Anno dopo anno, passo dopo passo, facciamo ogni sforzo per garantire che, tra le altre stelle sulla bandiera dell'UE, che rappresenta l'unità delle nazioni europee, brilli anche la nostra stella. La stella ucraina".
"Solo i forti possono essere uniti. Uniti, perché diventino liberi. Liberi, affinché abbiano dignità. Per amore dei tempi nuovi - conclude -. Buona Giornata della Dignità e della Libertà alle persone forti del paese forte. Gloria all'Ucraina!".
Le autorità finlandesi sarebbero pronte a chiudere i quattro restanti valichi al confine orientale con la Russia a partire da mercoledì: lo riporta il tabloid finlandese Iltalehti, che cita fonti di politica estera e di sicurezza. Secondo queste fonti, il governo del premier Petteri Orpo (Partito di Coalizione Nazionale) potrebbe decidere la chiusura di questi valichi di frontiera oggi.
Già chiusi alcuni valichi
Sabato scorso la Finlandia ha chiuso i valichi di Vaalimaa, Nuijamaa, Imatra e Niirala in risposta al significativo aumento di rifugiati e richiedenti asilo in arrivo dalla Russia. Allo stesso tempo, il governo di Helsinki ha deciso che le domande di asilo saranno accettate solo ai valichi di frontiera di Vartius e Salla, rispettivamente nelle regioni di Kainuu e Lapponia.
Cremlino: "profondo rammarico"
"Profondo rammarico" è stato espresso oggi dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito alle notizie secondo le quali la Finlandia si appresta a chiudere gli altri quattro valichi di confine oltre ai quattro chiusi sabato. Le antiche "relazioni molto buone, pragmatiche, basate sul rispetto reciproco" tra Finlandia e Russia sono state "sostituite da una posizione interamente russofobica" da parte di Helsinki, ha lamentato Peskov, citato dall'agenzia Tass. Il portavoce ha anche respinto le accuse rivolte dalla Finlandia alla Russia di favorire l'accesso di migranti illegali sul territorio finlandese, la motivazione addotta per la chiusura della frontiera. "Non accettiamo tali accuse", ha affermato Peskov, assicurando che le guardie di frontiera russe "osservano tutte le norme".
Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, è arrivato questa mattina a Kiev per rassicurare l'Ucraina che Washington continuerà a sostenere la sua lotta contro le forze d'invasione russe. Austin "si è recato in Ucraina oggi per incontrare i leader ucraini e rafforzare il convinto sostegno degli Stati Uniti alla lotta per la libertà dell'Ucraina", ha reso noto il Pentagono. La visita non era stata annunciata per motivi di sicurezza. "Le discussioni si concentreranno sull'ulteriore rafforzamento del partenariato strategico tra Stati Uniti e Ucraina, inclusa la garanzia che le forze armate ucraine abbiano le capacità sul campo di battaglia di cui hanno bisogno sia per l'inverno sia per difendere il loro Paese da future minacce russe", ha affermato in un comunicato il servizio stampa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Inoltre, Austin incontrerà i leader ucraini e rafforzerà il sostegno degli Stati Uniti alla lotta per la libertà del Paese. Il segretario alla Difesa sottolineerà il continuo impegno degli Stati Uniti nel fornire a Kiev assistenza in materia di sicurezza di cui ha bisogno per difendersi dall'aggressione russa, discutendo anche una visione a lungo termine per la futura forza dell'Ucraina, prosegue la nota. Questa settimana, Austin ospiterà virtualmente dal Pentagono anche il 17mo incontro del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina, con la partecipazione di quasi 50 nazioni.
Un'azienda polacca avrebbe fornito 145'000 munizioni per cecchini e 500'000 munizioni per fucili d'assalto di fabbricazione svizzera all'Ucraina. Interpellata dall'agenzia di stampa francese Afp riguardo a notizie in questo senso pubblicate da alcuni media, la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) ha indicato che indagini sono in corso. Il fornitore polacco sarebbe la UMO SP, un'azienda specializzata in servizi per la polizia e le forze speciali polacche. Secondo quanto riportato nell'edizione odierna della "Neue Zürcher Zeitung" (NZZ), le munizioni sarebbero state prodotte da SwissP Defence. Il quotidiano zurighese cita una pubblicazione di un giornalista statunitense sul portale del settore "Defense One".
"Un caso complesso"
Va ricordato che in virtù della sua neutralità, la Svizzera non permette ai paesi a cui ha venduto armi di riesportarle in un altro paese, a meno che non abbiano ottenuto un'autorizzazione scritta dalla Confederazione. Tuttavia, la NZZ sottolinea che si tratta di un caso "complesso" perché le aziende private come UMO SP non sono tenute a firmare una dichiarazione di riesportazione. Sia ad Afp che alla stessa NZZ la SECO - che è responsabile della verifica delle domande e del rilascio delle autorizzazioni - ha indicato che un'inchiesta è in corso, ma che non saranno fornite ulteriori informazioni. Da parte sua, l'azienda polacca UMO SP ha assicurato all'Afp che tutti i suoi contratti internazionali "vengono eseguiti con cura, in conformità con le procedure di certificazione e le regole di conformità". SwissP Defence ha dal canto suo dichiarato ad Afp di rifornire i clienti solo nel rispetto delle regole imposte dalla Svizzera. L'azienda, con sede a Thun (BE), ha dichiarato di "sostenere le autorità nei loro sforzi per chiarire la situazione".
SwissP Defence
Fondata nel 1863, SwissP Defence è un produttore di munizioni di piccolo calibro. L'azienda, che impiega 415 persone ed è da tempo fornitore dell'esercito svizzero, era stata incorporata in Ruag Ammotec, il ramo munizioni del gruppo Ruag defence, che nel 2022 è stato ceduto al produttore di armi italiano Beretta Holding.
L'aggressione della Russia all'Ucraina andrebbe sottoposta al giudizio di un tribunale speciale. È quanto auspica la Svizzera che in un incontro tenutosi a Berlino si è unita a un gruppo di Paesi che sostengono l'istituzione di tale tribunale. La Svizzera è convinta che il crimine di aggressione commesso contro l'Ucraina non debba rimanere impunito, spiega una nota odierna del il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Il gruppo di Stati che sostiene l'idea di un tribunale ad hoc comprende al momento 38 Paesi, tra cui Francia, Germania, Norvegia, Guatemala, Giappone e Canada.
Il lancio della notte scorsa di un missile balistico russo in direzione di Kiev, segna la ripresa degli attacchi di Mosca con questo tipo di armi contro la capitale ucraina da quasi due mesi: lo ha detto il capo dell'amministrazione militare della città, Serghei Popko.
Forti esplosioni sono state udite questa mattina a Kiev: lo ha reso noto l'amministrazione militare della capitale ucraina, come riporta Rbc-Ucraina.
Abbattuti 19 droni su 31
Le forze russe hanno lanciato nella notte 31 droni kamikaze contro l'Ucraina, 19 dei quali sono stati abbattuti dalle forze di difesa di Kiev: lo ha reso noto l'esercito. Le forze di difesa ucraine hanno abbattuto questa mattina anche un missile da crociera russo lanciato contro la capitale.
Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto una visita a sorpresa nella notte al quartier generale dell'esercito russo per l'operazione in Ucraina, a Rostov sul Don. Lo ha annunciato stamattina Mosca. Si tratta del secondo viaggio dello zar nella città russa in meno di un mese. Putin "ha visitato il quartier generale delle forze armate dopo aver completato la sua visita ufficiale in Kazakistan", ha affermato in una nota il Cremlino. Durante il viaggio il presidente russo è stato accompagnato dal suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e dal capo di Stato maggiore e comandante delle operazioni militari in Ucraina, Valery Gerasimov. A Putin è stato presentato il nuovo equipaggiamento e ha ascoltato i rapporti sullo sviluppo dell'operazione militare in Ucraina, aggiunge il Cremlino.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha assicurato oggi che il suo Paese farà "parte dell'Unione europea", alla vigilia della pubblicazione di un rapporto sullo stato dei progressi compiuti dall'Ucraina, che ha lo status di candidato. "Domani è un giorno importante", ha detto nel suo discorso quotidiano alla nazione, definendo "storico" il prossimo rapporto.
Cosa accadrà domani
L'esecutivo europeo domani dovrà infatti riferire sullo stato dei progressi compiuti da Ucraina, Moldova e Georgia e decidere se aprire o meno i negoziati di adesione, prima che se ne occupino i 27. La questione è stata posta nel corso del vertice di Bruxelles di metà dicembre.
"L'Ucraina farà parte dell'Ue"
Zelensky ha affermato che il suo Paese "sta già preparando i prossimi passi", in particolare sta "rafforzando" le sue istituzioni. "L'Ucraina farà parte dell'Unione europea", ha promesso il presidente, riferendosi alla "lunga strada" già intrapresa per avvicinarsi all'Unione. Tuttavia, ha ricordato che ciò richiederebbe "lavoro" da parte del Paese per "adattarsi agli standard dell'Ue".
Nel giugno 2022, l'Unione europea ha concesso all'Ucraina lo status di candidato, con un gesto altamente simbolico. Per passare alla fase successiva, quindi all'apertura dei negoziati di adesione, la Commissione Europea ha definito sette criteri di riferimento per Kiev. Si tratta di condizioni da soddisfare, soprattutto per quanto riguarda la lotta alla corruzione diffusa e le riforme giudiziarie.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato oggi "la distruzione" della Askold, un'importante nave russa, nel cantiere navale di Kerch, in Crimea, due giorni dopo che il suo esercito aveva dichiarato di aver effettuato attacchi "riusciti" in quest'area. "Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla distruzione della nave russa nel cantiere navale di Kerch", ha detto nel suo discorso quotidiano pubblicato sui social media.
Uno stretto consigliere di Valery Zaluzhny, il comandante in capo delle forze armate di Kiev, è stato ucciso oggi in un'esplosione avvenuta nel giorno del suo compleanno. Lo ha annunciato lo stesso Zaluzhny su Telegram. "In circostanze tragiche, il mio assistente e amico intimo, il maggiore Gennady Chastyakov, è stato ucciso (...) nel giorno del suo compleanno", ha scritto. "Un ordigno esplosivo sconosciuto è esploso in uno dei suoi regali", ha detto, annunciando l'apertura di "un'indagine preliminare".
"Ha dedicato la sua vita all'esercito ucraino"
Chastyakov lascia la moglie e quattro figli. Zaluzhny ha aggiunto che da quando la Russia ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022, Chastiakov ha "dedicato completamente la sua vita alle forze armate ucraine e alla lotta contro l'aggressione di Mosca".
Non è il primo attacco a un leader ucraino
Gli attacchi contro i leader ucraini sono stati relativamente rari, ma ci sono stati diversi attentati contro i nazionalisti che la Russia ha attribuito all'Ucraina. Ad aprile, un'esplosione nel pieno centro di San Pietroburgo ha causato l'uccisione di Vladlen Tatarsky, noto blogger militare nazionalista e corrispondente di guerra russo. E ad agosto, Daria Dugina, la figlia del nazionalista russo Alexander Dugin, è rimasta uccisa nell'esplosione della sua auto.
Un manipolo di ex soldati del Gruppo Wagner si sta addestrando con il battaglione "Akhmat", i cosiddetti kadyroviti, ovvero lo squadrone di ceceni attualmente impegnato anche in Ucraina. Lo riferisce il leader ceceno Ramzan Kadyrov sul suo canale Telegram. "Un nutrito gruppo di ex combattenti della Wagner sta seguendo un corso di addestramento intensivo come parte delle famose forze speciali Akhmat. Prima di iniziare a svolgere compiti operativi e di combattimento, i ragazzi devono sottoporsi a un allenamento di combattimento. Questo aumenterà significativamente la loro efficacia sulla linea di contatto" ha scritto Kadryov. L'addestramento dei soldati della Wagner comprende "corsi di tiro tattico, medicina da campo, addestramento di cecchini, mitraglieri, genieri, artiglieri" e tanto altro. Le forze Akhmat "puntano sulla qualità, non sulla quantità" ha spiegato il leader ceceno, "sono contento che oggi i ranghi della famosa unità siano pieni di combattenti che hanno un'eccellente esperienza di combattimento e hanno dimostrato di essere guerrieri coraggiosi ed efficienti".
Vladimir Putin avrebbe deciso di candidarsi alle elezioni presidenziali russe in programma nel marzo del 2024 per un altro mandato di sei anni: lo sostengono sei fonti anonime citate dall'agenzia Reuters in un articolo pubblicato sul proprio sito web. "Putin non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito", ha commentato alla Tass il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aggiungendo che "non è stata ancora annunciata una campagna elettorale".
Al potere dal 1999
Putin ha 71 anni ed è al potere in Russia dal 31 dicembre del 1999 come presidente o come premier. Nel 2020 ha promosso una riforma costituzionale che di fatto gli consente di aggirare il limite di due mandati presidenziali consecutivi dandogli la possibilità di candidarsi alle presidenziali del 2024 e, in teoria, anche a quelle del 2030. Il Cremlino sta inasprendo sempre più la repressione del dissenso e al momento non si prevedono reali oppositori tra i candidati alle prossime presidenziali russe.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che 3.755 soldati ucraini sono stati eliminati dalle truppe russe nei combattimenti dell'ultima settimana, insieme a 21 carri armati e dieci aerei ed elicotteri. Il ministero, citato dall'agenzia Tass, aggiunge che 28 soldati ucraini si sono "arresi volontariamente per non perire in attacchi suicidi". Il bollettino parla di 1.340 ucraini uccisi nell'area di Donetsk, 1.110 in quella del sud Donetsk, 755 in quella di Kupyansk e 550 nella regione di Kherson.
Droni kamikaze russi hanno colpito cinque volte la notte scorsa un'infrastruttura critica nella regione di Leopoli, nell'ovest dell'Ucraina, a circa 70 km dal confine con la Polonia: lo ha reso noto il capo dell'amministrazione regionale, Maksym Kozytskyi, come riporta Ukrainska Pravda. "Purtroppo ci sono stati cinque colpi su un sito infrastrutturale critico nella nostra regione - ha scritto Kozytskyi su Telegram -. Fortunatamente non ci sono stati feriti o vittime. C'è stato un incendio, che è stato prontamente spento". Le forze del Comando aereo Ovest che difendono i cieli della regione di Leopoli, ha aggiunto Kozytskyi, hanno abbattuto nella notte 11 droni d'attacco russi su un totale di 16 che si dirigevano verso l'ovest dell'Ucraina.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha promesso che le forze di difesa del Paese risponderanno duramente al massiccio attacco con droni lanciato dalla Russia la notte scorsa, sottolineando che proseguono gli sforzi di Kiev per rafforzare la sua difesa aerea ed i gruppi di fuoco mobili. "Stiamo rafforzando la difesa aerea e i gruppi di fuoco mobili. Con l'avvicinarsi dell'inverno, i terroristi russi cercheranno di causare ulteriori danni. Risponderemo al nemico. Con forza!", ha scritto Zelensky su Telegram. Il leader ucraino ha sottolineato che nella notte la Russia ha lanciato "circa quaranta (droni, ndr) 'shahed'", di cui "più della metà sono stati abbattuti". I droni russi, ha proseguito, sono stati intercettati in regioni: Kharkiv, Zaporizhzhia, Kherson, Mykolaiv, Odessa, Kiev, Kirovohrad, Vinnytsia, Khmelnytsky e Leopoli. "Sfortunatamente ci sono stati anche dei successi - ha affermato Zelensky citando in particolare l'attacco su Kharkiv -. Ma senza vittime".
"Sono grato a tutti coloro che lottano e lavorano per mantenere l'accesso dell'Ucraina al mercato mondiale. I risultati sono buoni: la Russia sta gradualmente perdendo il controllo del Mar Nero e si sta ritirando verso la parte orientale dello specchio d'acqua. Arriveremo anche lì": lo ha detto in un videomessaggio il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo riporta Ukrainska Pravda.
Le forze russe hanno lanciato nella notte contro l'Ucraina 38 droni kamikaze Shahed-136/131 e un missile aereo guidato Kh-59: lo ha reso noto lo Stato Maggiore dell'esercito ucraino, sottolineando che le forze di difesa aerea di Kiev hanno abbattuto il missile da crociera Kh-59 e 24 velivoli senza equipaggio. Lo riporta Ukrinform. "La notte del 3 novembre, gli occupanti russi hanno lanciato un altro attacco contro l'Ucraina, utilizzando 38 Uav (droni, ndr) d'attacco Shahed-136/131 e un missile aereo guidato Kh-59", si legge in un comunicato. "Le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto 24 droni e il missile Kh-59 - prosegue la nota -. Si stanno chiarendo le informazioni sulle conseguenze dell'attacco terroristico".
L'Ucraina ha classificato oggi Nestlé nella sua lista dei "sostenitori internazionali della guerra" a causa delle sue attività in Russia, accusando il colosso alimentare vodese di "nutrire l'aggressore". "Nonostante l'aggressione della Russia contro l'Ucraina, Nestlé continua a operare nel paese aggressore, fornendo prodotti alla popolazione e sviluppando la propria produzione nel paese", afferma l'Agenzia nazionale per la lotta alla corruzione (NAZK) in un comunicato. Nestlé entra quindi a far parte "dell'elenco dei sostenitori internazionali della guerra", viene aggiunto. Questa designazione, data dall'agenzia alle aziende internazionali, non ha conseguenze legali. Secondo la NAZK, oltre a "nutrire l'aggressore", il gruppo "dimostra anche alla Russia stessa che essa continua a essere integrata nel mercato mondiale, nonostante i numerosi crimini di guerra commessi in Ucraina".
Le accuse
Dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, molte aziende occidentali hanno scelto di lasciare la Russia. Quelle rimaste sono pesantemente criticate dalle autorità ucraine, che le accusano di fornire aiuti finanziari a Mosca. Interrogata a proposito delle dichiarazioni dell'agenzia ucraina, Nestlé ha rimandato a un vecchio comunicato in cui dichiara di "essere al fianco del popolo ucraino e dei suoi 5'500 dipendenti nel paese". "Dall'inizio della guerra in Ucraina, abbiamo ridotto drasticamente il nostro portafoglio in Russia e attuato le azioni che abbiamo annunciato nel marzo 2022". In particolare, il gruppo afferma di aver "sospeso la maggior parte delle offerte di prodotti" disponibili prima della guerra e di aver "interrotto tutte le importazioni ed esportazioni non essenziali da e verso la Russia".
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la legge che revoca la ratifica della Russia del Trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari. Il trattato del 1996 mette al bando tutte le esplosioni nucleari, compresi i test dal vivo di armi nucleari, ma non è mai entrato in vigore perché alcuni Paesi chiave - tra cui Stati Uniti e Cina - non lo hanno mai ratificato.
Commentando la conversazione di Giorgia Meloni con il duo di comici russi Vovan e Lexus, la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha criticato la premier per non aver condannato le correnti ultranazionaliste nella politica ucraina. Zakharova cita in particolare la risposta data da Meloni al presunto politico africano con cui credeva di parlare, il quale le ricordava l'eredità nella politica ucraina del leader nazionalista Stepan Bandera, "che la Russia presenta come Hitler". "Non sono d'accordo su questo" aveva affermato Meloni nel corso delle scherzo telefonico, "penso che il nazionalismo sia un problema che ha Putin". Poi, di fronte all'insistenza dell'interlocutore, la presidente del Consiglio ha aggiunto che gli ucraini "stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli".
Il commento
Sul suo canale Telegram Zakharova afferma che in questo modo Meloni ha detto che il governo di Kiev "ha il diritto di glorificare" nazionalisti ucraini come Bandera e Roman Shukhevych. La portavoce della diplomazia russa, rivolgendosi idealmente alla premier, le chiede se sarebbe pronta a glorificare dirigenti fascisti come Achille Starace o Achille Pavolini, "o le famigerate Brigate Nere che operarono tra il 1943 e il 1945 nell'Italia settentrionale come ala militare del Partito repubblicano fascista". "Capisco - insiste Zakharova - che lei sia molto occupata con faccende molto importanti ed è improbabile che trovi il tempo per i libri. Ma sicuramente può trovare un'ora e mezza per un film. 'Der Fall Collini' è un film tedesco in cui appaiono anche attori italiani. Nessuno la accuserà di lasciarsi trasportare dalla propaganda del Cremlino. E forse capirà".
Secondo i report ufficiali dei procuratori minorili, 510 bambini sono stati uccisi e altri 1139 hanno riportato ferite di varia gravità a seguito dell'invasione russa, riporta Ukrinform. I dati non sono definitivi, perché gli attacchi si susseguono. Ieri un ragazzo di 16 anni è morto in seguito a un bombardamento nel villaggio di Pozhnya nella regione di Sumy. La maggior parte dei bambini sono rimasti feriti nella regione di Donetsk (492); Kharkiv (304); Kherson (132); Kiev (129), Zaporizhzhia (99).
Tre droni ucraini hanno tentato di attaccare ieri sera la centrale nucleare russa di Kursk, nella città di Kurchatov, e uno di questi è esploso vicino a un sito di stoccaggio di scorie nucleari. Lo riporta il canale Telegram russo di notizie Shot. Secondo il media, il primo drone è stato trovato inesploso intorno alle 20:20 (le 19:20 in Svizzera) vicino al checkpoint del complesso amministrativo della centrale. Il secondo è stato rilevato verso le 21:30 locali ed è stato neutralizzato con i sistemi di guerra elettronica. Il terzo è stato intercettato intorno alle 23:40, è caduto vicino a un deposito di scorie nucleari ed è esploso. La facciata del magazzino è stata danneggiata, ma non sono stati segnalati feriti o vittime. La centrale nucleare di Kursk si trova a circa 110 km dal confine con l'Ucraina e il tentato attacco di ieri non ha pregiudicato il funzionamento dell'impianto, conclude Shot.
La Russia ha "ordinato più volte l'esecuzione dei soldati" che non obbedivano agli ordini in Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano John Kirby in un briefing sottolineando che Mosca "non tiene in nessun modo alla vita dei propri militari". La Russia sta giustiziando i soldati che tentano di ritirarsi da una nuova sanguinosa offensiva nell'Ucraina orientale e ha subito perdite "significative" in mezzi corazzati e personale, ha detto il funzionario della Casa Bianca. "Abbiamo informazioni che l'esercito russo ha effettivamente giustiziato soldati che si rifiutavano di eseguire gli ordini", ha dichiarato Kirby nel briefing.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento video, ha chiesto ai leader dell'Ue riuniti al Consiglio europeo a Bruxelles di "continuare a fare pressioni sulla Russia", in particolare procedendo "rapidamente con il prossimo pacchetto di sanzioni" e che sia "più grande e più forte dei precedenti". Lo fa sapere una fonte diplomatica. "Questa guerra - ha affermato - serve a decidere come deve essere l'Europa. E spetta a noi decidere, non al Cremlino. L'Ucraina sta facendo tutto il possibile per porre fine a questa guerra il prima possibile con la nostra vittoria: nella difesa e nella costruzione delle istituzioni, negli affari internazionali e nell'esercitare pressione sull'aggressore. E ringrazio ognuno di voi che ci aiuta a combattere. In scontri come questo, il vincitore è colui che fornisce una strategia a lungo termine. Ogni programma di sostegno per l'Ucraina è un chiaro segnale alla Russia che la sua aggressione è vana". Zelensky ha poi sottolineato che il tetto ai prezzi del petrolio "deve essere rivisto". Ha poi notato l'importanza di lavorare insieme per "rafforzare l'industria militare" perché questo "rende tutti più forti".
Sulle tensioni in Medio-Oriente: "Dobbiamo evitare una guerra"
Per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente, "sottolineo la necessità di unità (...) Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che nella regione scoppi un incendio internazionale ancora più grande. I nemici della libertà sono molto interessati a portare il mondo libero al secondo fronte. Dobbiamo vedere chiaramente questo scenario di un incendio più grande in Medio Oriente e contrastarlo insieme".
Gli Stati Uniti prevedono un nuovo pacchetto da 150 milioni di dollari per l'Ucraina. Lo afferma il segretario di Stato Antony Blinken, sottolineando che gli aiuti includeranno armi ed apparecchiature. "La Russia ha iniziato questa guerra e potrebbe terminarla in qualsiasi momento ritirando le le sue forze dall'Ucraina e mettendo fine al brutale attacco", ha aggiunto Blinken.
I servizi di sicurezza russi (Fsb) hanno affermato di aver ucciso, durante un tentativo di arresto in Russia, un uomo che, reclutato dall'Ucraina, si preparava a piazzare una bomba in un centro di arruolamento militare. Secondo l'Fsb, questo cittadino russo doveva commettere un "atto terroristico pianificato dai servizi speciali ucraini nella regione di Tver", situata a 180 chilometri a nord-ovest di Mosca.
L'obiettivo
L'uomo era accusato di aver trasmesso informazioni all'Ucraina su "installazioni militari e infrastrutture energetiche nella regione" e di aver pianificato di far esplodere una bomba artigianale nell'edificio del commissariato militare nella città di Tver, secondo la stessa fonte. "L'autore ha opposto resistenza armata durante il suo arresto ed è stato neutralizzato", ha aggiunto l'Fsb, che ha affermato di aver sequestrato "un ordigno esplosivo improvvisato pronto all'uso e una granata" da casa sua.
Arrestato anche un secondo uomo
Inoltre, il comitato investigativo russo, responsabile delle principali indagini penali, ha annunciato l'arresto di un uomo originario della città ucraina di Melitopol, occupata dalle forze russe. Il 33enne, che vive in Russia dal 2015, è accusato di aver voluto uccidere gli studenti diplomati di una scuola di aviazione militare nella regione di Krasnodar avvelenandoli. Secondo gli investigatori, "ha fornito loro bevande alcoliche e dolciumi contenenti un farmaco tossico in dosi elevate".
Lontano dagli occhi dell'opinione pubblica e dalla sanguinosa linea del fronte, l'Ucraina e la Russia continuano a parlarsi e stanno negoziando su alcune questioni umanitarie fondamentali: lo scambio di prigionieri di guerra e il ritorno delle salme dei soldati morti; il passaggio di navi dai porti ucraini del Mar Nero e, più recentemente, il ritorno dei bambini ucraini dalla Russia. Lo rivela il Washington Post da Kiev precisando che in alcuni casi gli scambi tra i due Paesi in guerra avviene tramite intermediari tra i quali Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Vaticano e Comitato Internazionale della Croce Rossa. La maggior parte dei colloqui, tuttavia, avvengono direttamente anche in "spiacevoli e duri e spiacevoli incontri faccia a faccia al confine ucraino-russo e a Istanbul", come hanno raccontato al quotidiano americano alcuni funzionari ucraini coinvolti nei negoziati che nessuna delle due parti vuole rendere pubblici.
In meno di 10 mesi di quest'anno, 385 mila persone, di cui circa 80 mila volontari, sono entrate nel servizio militare nella Federazione Russa. Lo ha annunciato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitry Medvedev in una riunione sul reclutamento delle Forze armate della Federazione Russa. Lo riporta la Tass. "Dal 1 gennaio al 25 ottobre di quest'anno, quasi 385 mila persone sono entrate nel servizio militare nell'interesse del gruppo unito di truppe. Di queste, 305 mila sono militari arruolati con un contratto di servizio militare e circa 80 mila sono volontari", ha detto Medvedev.
Putin: "Nel 2024 bisogna arruolare più soldati"
Intanto, il presidente russo Vladimir Putin ha dato istruzioni per arruolare più soldati a contratto nel 2024, ha precisato ancora Medvedev, citato dalla Tass. "Il comandante in capo ha deciso di continuare il lavoro per dotare le forze armate di militari volontari nel 2024", ha detto Medvedev durante un incontro, sottolineando che per il prossimo anno è prevista la formazione di un altro corpo d'armata, sette divisioni, 19 brigate, 49 reggimenti e una flottiglia nelle forze armate russe.
La situazione "rimane tesa"
"La situazione nel mondo e intorno alla Russia rimane tesa" e "questo vale anche per la zona delle operazioni militari speciali e per i paesi vicini dove il blocco Nato aumenta costantemente il suo potenziale militare. Per proteggere efficacemente l'indipendenza e la sicurezza del nostro Stato, verranno adottate una serie di misure per l'espansione, l'aumento del numero delle forze armate della Federazione Russa, il loro rafforzamento", ha detto Medvedev.
Le immagini satellitari di Avdiivka, città del Donetsk verso la quale i russi stanno conducendo una feroce offensiva, mostrano le gravi perdite militari di Mosca. Lo riporta Newsweek con riferimento alle istantanee pubblicate da Maxar Technologies e Planet Lab. Domenica scorsa Kiev ha dichiarato che la Russia ha perso più di 6'000 soldati in una settimana di combattimenti intorno alla città, oltre a più di 400 veicoli blindati e carri armati.
"Ci sono forze sufficienti per operazioni separate in alcune aree del fronte. E il gruppo di russi nei territori temporaneamente occupati, come abbiamo già detto, è di oltre 400'000 militari russi. E, naturalmente, si tratta di un numero considerevole di personale". Lo ha dichiarato il portavoce dell'intelligence della difesa ucraina Andriy Yusov, come riportato da Rbc Ucraina. Secondo lui, sul territorio ucraino c'è un gran numero di armi nemiche. Allo stesso tempo, nuove armi vengono smantellate e fornite al fronte. Yusov ha osservato che la mobilitazione in Russia continua, è durata tutta l'estate. "Non stiamo parlando di una ripetizione dello scenario che si è verificato il 22 febbraio. Ma in alcune aree, il nemico continuerà a cercare di condurre operazioni offensive separate", ha riassunto Yusov.
Nella regione di Kherson, a causa della difficile situazione della sicurezza, è stata decisa l'evacuazione forzata di 802 bambini da 23 insediamenti. Lo riferisce il ministero della Reintegrazione su Telegram. "La decisione dell'Amministrazione statale regionale di Kherson sulla questione dell'evacuazione obbligatoria della popolazione sotto legge marziale è stata sostenuta all'unanimità" riferisce il ministero spiegando che "a causa della difficile situazione della sicurezza nella regione di Kherson, è stata approvata l'evacuazione forzata di 802 bambini da 23 insediamenti". Nello specifico, l'evacuazione "sarà effettuata dai distretti di Beryslav, Kakhovka e Kherson".
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha firmato i protocolli per l'entrata della Svezia alla Nato e ha mandato i documenti al parlamento turco per l'approvazione finale. Lo rende noto la presidenza della Repubblica di Ankara.
La Russia ha speso circa 167 miliardi di dollari per la guerra contro l'Ucraina tra febbraio 2022 e agosto 2023: lo scrive su X il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che cita Forbes Ucraina. Questo ammontare "include le spese di guerra dirette e le attrezzature perse. Migliaia di russi vengono massacrati ogni settimana, ma le loro vite non hanno alcun valore per il Cremlino", ha aggiunto.
"Con questi soldi, Mosca potrebbe costruire quasi 24.000 asili nido in tutta la Russia, o oltre 4.500 reparti di maternità, o circa 17.000 scuole, o circa 1.300 ospedali, o ricostruire il 20% di tutte le strade asfaltate in Russia", prosegue il ministro. "Invece, i criminali di guerra russi hanno bombardato asili nido, reparti maternità, scuole e ospedali ucraini, distruggendo quasi 120.000 strutture civili in tutto, compreso l'ultimo attacco al terminal Nova Poshta a Kharkiv - sottolinea Kuleba -. La Russia di Putin è il male più atroce a cui il mondo ha assistito dalla Seconda Guerra Mondiale".
"La guerra preferita del Cremlino"
Secondo il ministro, "l'aggressione russa contro l'Ucraina è sempre stata la guerra preferita del Cremlino. Putin e gli altri colpevoli russi devono affrontare la giustizia per i loro crimini. Devono lasciare l'Ucraina e concentrarsi sulla risoluzione dei problemi del proprio popolo invece di portare morte e distruzione ad altre nazioni". "La Russia di Putin è il male più atroce a cui il mondo ha assistito dalla seconda guerra mondiale", scritto Kuleba.
L'Ucraina ha speso oltre 1000 miliardi di grivnie ucraine (27,4 miliardi di dollari) per la difesa quest'anno. Lo ha dichiarato il primo ministro Denys Shmyhal, come riporta il Kyiv Independent. Parlando a una riunione di governo, Shmyhal ha detto che la cifra rappresenta la spesa per la difesa dal bilancio statale nei primi nove mesi del 2023. Nel totale rientrano gli stipendi militari, per un valore di 18,7 miliardi di dollari, e i soldi spesi per l'acquisto di attrezzature, armi, munizioni e altre forniture per le forze armate, 9,5 miliardi di dollari.
Le forze ucraine hanno distrutto la notte scorsa nove elicotteri russi, un sistema di difesa aerea, un deposito di munizioni e varie attrezzature negli aeroporti occupati di Lugansk, nell'omonima regione, e Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia. Lo hanno reso noto le forze di Kiev per le operazioni speciali, come riportano i media ucraini. Secondo le forze speciali, scrive Ukrainska Pravda, decine di soldati russi sono stati uccisi o sono rimasti feriti nell'operazione, denominata "Dragonfly". Anche le piste degli aeroporti, sottolinea Rbc-Ucraina, sono state danneggiate.
La Russia può permettersi di rimanere in guerra con l'Ucraina al massimo fino al 2026: Mosca dispone di risorse umane sufficienti per molto tempo, ma problemi di tipo economico e tecnologico limiteranno le sue capacità belliche. Lo ha detto il capo dell'intelligence militare ucraina, Kirilo Budanov, in un'intervista a Ukrainska Pravda. "Dal punto di vista economico, la Russia può permettersi (la guerra) senza problemi fino al 2025 - ha affermato Budanov -. In termini di quantità di equipaggiamento, durerà al massimo fino al 2026. Forse un po' prima, perché il ritmo di rinnovo degli equipaggiamenti che si registra attualmente non è così elevato".
Verso una Terza Guerra Mondiale?
Rispondendo poi a una domanda su una possibile terza guerra mondiale alla luce dei conflitti in corso, il capo dell'intelligence militare ucraina ha risposto: "questa è la mia valutazione soggettiva: sulla base della totalità della geografia, vediamo diversi conflitti che a prima vista sembrano regionali, ad eccezione dell'Ucraina, ma sono tutti collegati dagli stessi Paesi coinvolti in questi processi. Quindi sì, dopo tutto credo che ci stiamo avvicinando alla guerra globale abbastanza rapidamente". Intanto, nella notte una formazione di soldati russi appartenenti ai gruppi di sabotaggio e ricognizione ha tentato di attraversare le linee ucraine nell'area di Sumy ed è stato respinto dalle difese di Kiev. Lo riferisce su Telegram il tenente generale ucraino Sergei Naev. Volevano arrivare alle infrastrutture critiche. "Oggi, a mezzanotte, mentre svolgevano compiti presso un posto di osservazione, i soldati di una brigata di difesa territoriale che svolgevano compiti nell'area della comunità territoriale di Sumy hanno individuato un gruppo di ricognizione del nemico composto da 8 membri" ha raccontato Naev spiegando che questi "hanno cercato di attraversare il confine di Stato dell'Ucraina e intendevano dirigersi verso una delle infrastrutture civili critiche" ma sono stati respinti dall'artiglieria e dai mortai di Kiev, subendo anche alcune perdite.
Una donna è rimasta ferita la notte scorsa in seguito ad un attacco con droni delle forze russe nella regione di Odessa, che ha danneggiato alcuni magazzini e abitazioni nelle aree adiacenti al porto di Izmail: lo hanno reso noto il capo dell'Amministrazione militare regionale, Oleg Kiper, e il Comando Operativo Sud. In particolare, ha spiegato Kiper, è stato preso di mira il distretto di Izmail, a sud-est della città di Odessa, "dove sono stati registrati danni alle infrastrutture portuali e agli edifici residenziali. Sul posto sono scoppiati degli incendi... Una persona è rimasta ferita, si tratta di una donna nata nel 1935 che ha riportato ustioni". Da parte sua, il Comando Operativo Sud ha precisato che su 28 droni russi distrutti dalle forze ucraine nella notte, quattro sono stati intercettati nella regione di Mykolaiv e 10 nella regione di Odessa.
Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato stamattina in Kirghizistan, per la sua prima visita ufficiale all'estero da quando la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso un mandato di arresto contro lo "zar". Lo hanno annunciato le agenzie di stampa russe e kirghise.
Non rischia un arresto
Putin incontrerà oggi il suo omologo kirghiso Sadyr Japarov e domani parteciperà al vertice dei leader della Comunità degli stati indipendenti (Csi), che riunisce diverse ex repubbliche sovietiche. Il presidente russo, che ha rinunciato a partecipare a diversi vertici internazionali a causa del mandato d'arresto della Cpi per "deportazione" di bambini ucraini, non corre il rischio di essere arrestato durante questo viaggio: il Kirghizistan, paese dell'Asia centrale vicino a Mosca, non ha ratificato lo Statuto di Roma istitutivo della Corte penale internazionale.
La prima visita dopo la vittoria di Baku
L'incontro di Putin con Aliev è anche il primo dopo la vittoria di Baku nel Nagorno-Karabakh. Il premier armeno Nikol Pashinian, i cui rapporti con la Russia sono diventati tesi, sarà invece assente al vertice della Csi. Nel corso di questa visita, che coincide con il 20esimo anniversario dell'apertura della base militare russa Kant in Kirghizistan, Putin parlerà anche con il presidente kirghiso Sadyr Japarov. Al vertice di domani dei Paesi dell'ex Unione Sovietica ci sarà il principale alleato dello zar, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, ma anche dei leader più dubbiosi sull'invasione dell'Ucraina come il kazako Kassym-Jomart Tokayev e l'uzbeko Shavkat Mirziyoyev.
I soccorritori hanno recuperato il corpo di un bambino da sotto le macerie della casa della città russa di Belgorod colpita dai detriti di un drone ucraino abbattuto, portando a tre il bilancio delle vittime dell'accaduto. Lo riferiscono le autorità locali. "Questa notte a seguito della caduta di un veicolo aereo senza equipaggio alla periferia di Belgorod due edifici residenziali sono stati distrutti, mentre altre costruzioni e alcune automobili sono rimaste danneggiate: sono morte tre persone, una delle quali era un bambino", ha scritto il governatore Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram.
Aumentati gli attacchi ucraini negli ultimi mesi
Nelle prime ore di oggi il ministero della Difesa russo aveva segnalato su Telegram che la difesa aerea ha "sventato" un attacco di droni effettuato da Kiev nella regione di Belgorod intorno alle 23:50 di ieri ora locale. Negli ultimi mesi gli attacchi ucraini contro il territorio russo sono aumentati, sullo sfondo della controffensiva lanciata da Kiev all'inizio di giugno. Martedì un bombardamento ucraino ha ucciso altri due civili sempre nella regione di Belgorod, secondo le autorità locali.
I territori riconquistati
Intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che "ad oggi l'Ucraina ha riconquistato più della metà del territorio preso dalla Russia dal 2022". "Le armi e le attrezzature annunciate oggi contribuiranno a sostenere i progressi dell'Ucraina e a creare ulteriore slancio", ha aggiunto ieri sera Blinken in un post sul suo account X.
Nuovi invio di armi da parte degli USA
Il Dipartimento della Difesa americano ha annunciato un nuovo invio di armi a Kiev da 200 milioni di dollari. Nel pacchetto ci sono missili Aim-9M per la difesa aerea, munizioni per Himars, colpi d'artiglieria e armi leggere con oltre 16 milioni di munizioni. "Gli Stati Uniti sono impegnati a collaborare con gli alleati per fornire all'Ucraina ciò di cui ha bisogno per difendersi sul campo di battaglia. L'amministrazione Biden invita il Congresso a rispettare il suo impegno nei confronti del popolo ucraino approvando ulteriori finanziamenti", si legge in un comunicato del Pentagono.
Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto nella notte 28 droni kamikaze Shahed-131/136 lanciati dalla Russia su un totale di 33: lo ha reso noto l'Aeronautica militare, come riporta Rbc-Ucraina. I droni sono stati lanciati da nord e sud e sono stati intercettati in sei regioni del Paese, ha precisato l'Aeronautica. Una donna di 68 anni è rimasta ferita nei bombardamenti russi effettuati ieri contro nove comunità di frontiera della regione ucraina di Sumy, rende noto l'amministrazione militare locale su Telegram.
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha chiesto, intervenendo in videocollegamento all'assemblea del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale, un piano di supporto finanziario in cinque punti. Esso deve comprendere sanzioni a livello globale, la confisca degli asset russi e dei Paesi che la appoggiano per "compensare i danni subiti", garanzie a lungo termine sul supporto al Paese, un "pieno controllo" e rendicontazione dei fondi ricevuti e un meccanismo di garanzie per gli investimenti privati nel Paese in modo da moltiplicare le donazioni. "Siamo grati a tutti i leader e le nazioni che hanno supportato l'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa. È importante ora garantire la continuità del supporto perché la resilienza dipende da questo. L'aggressore non deve pensare di poter durare più a lungo di noi", ha aggiunto Zelensky.
Il Dipartimento della Difesa americano ha annunciato un nuovo invio di armi all'Ucraina da 200 milioni di dollari. Lo riferisce il Pentagono in una nota. Nel pacchetto ci sono missili Aim-9M per la difesa aerea; munizioni per Himars; colpi di artiglieria da 155 mm e 105 mm; armi leggere e oltre 16 milioni di munizioni per queste. "Gli Stati Uniti sono impegnati a collaborare con gli alleati per fornire a Kiev ciò di cui ha bisogno per difendersi sul campo di battaglia. L'amministrazione Biden invita il Congresso a rispettare il suo impegno nei confronti del popolo ucraino approvando ulteriori finanziamenti", si legge nella nota.
Il segretario alla Difesa americano Lloyd J. Austin III nel corso del suo intervento al Gruppo di Contatto alla Nato - che ha visto la presenza anche di Volodymyr Zelensky - ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev da 200 milioni. Nel pacchetto è compresa, tra l'altro, la fornitura di missili Aim-9 Sidewinder a corto raggio, munizioni per i razzi Himars e missili anticarro Tow. "In totale l'impegno dell'America ammonta a circa circa 43,9 miliardi di dollari dall'inizio della guerra", ha spiegato Austin.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è oggi a Bruxelles per incontrare tra gli altri il premier belga Alexander De Croo. Al centro dei colloqui, a quanto si è appreso, il sostegno militare all'Ucraina. Oggi a Bruxelles è prevista anche la riunione dei ministri della Difesa della Nato. Zelensky è stato accolto al quartier generale della Nato dal Segretario generale Jens Stoltenberg, che oggi presiederà la riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza. Il programma del presidente ucraino a Bruxelles non è stato al momento divulgato. In un punto stampa assieme a Zelensky, Stoltenberg ha detto "noi siamo al fianco dell'Ucraina, è importante per tutta la Nato. Oggi ci sarà il Gruppo di contatto, e mobiliteremo più supporto" per Kiev. "La battaglia dell'Ucraina è la nostra, vi aiuteremo finché sarà necessario", ha aggiunto.
La Russia ha quasi completato il suo lavoro sulle armi strategiche avanzate e ha condotto con successo l'ultimo test del missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik, ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una sessione plenaria del Valdai International Discussion Club, secondo quanto riferisce la Tass. "In questo momento abbiamo effettivamente completato il lavoro sulle armi strategiche avanzate di cui avevo parlato e annunciato diversi anni fa. Abbiamo condotto con successo l'ultimo test del missile da crociera a raggio globale Burevestnik a propulsione nucleare", ha detto il leader russo. "Abbiamo praticamente completato il nostro lavoro sul Sarmat, un missile super pesante. La questione ora è finalizzare alcune procedure burocratiche e iniziare la sua produzione e dispiegamento di massa. E lo faremo molto presto", ha aggiunto Putin, secondo Interfax.
Vladimir Putin ha affermato di aver proposto che la Russia entrasse nella Nato, ma che la proposta fu respinta. Lo scrive la Tass, secondo cui il presidente russo, intervenendo al club Valdai, ha anche sottolineato che "la Russia non ha iniziato la cosiddetta 'guerra' in Ucraina ma sta cercando di porvi fine". "La crisi ucraina non è un conflitto territoriale, vorrei sottolinearlo. La Russia è il paese più grande del mondo in termini di territorio", ha detto Putin. "Non abbiamo alcun interesse a conquistare ulteriori territori. Abbiamo abbastanza aree da sviluppare, che si tratti della Siberia, della Siberia orientale o dell'Estremo Oriente. Questo non è un conflitto territoriale e nemmeno una questione di stabilire un equilibrio geopolitico regionale", ha evidenziato. "La questione è molto più ampia e fondamentale", ha aggiunto Putin. "Stiamo parlando dei principi su cui si baserà un nuovo ordine mondiale", ha detto. "Una pace duratura sarà stabilita solo quando tutti si sentiranno al sicuro", ha affermato. Alcuni Paesi occidentali hanno mostrato un'arroganza eccessiva, ha detto ancora: L'arroganza dei nostri cosiddetti partner in Occidente era semplicemente esagerata. Non c'è altro modo per dirlo".
È salito a 50 il bilancio delle vittime per il bombardamento russo sul villaggio di Groza, vicino a Kupiansk, nella region di Kharkiv. Lo riporta su Telegram il ministro degli Interni Igor Klimenko. "Secondo i primi accertamenti, la struttura è stata colpita da un Iskander", ha spiegato il ministro.
L'Ufficio del procuratore generale ha chiarito che i morti nell'attacco russo al villaggio di Groza, vicino Kupiansk, sono 49. Lo riporta Rbc Ucraina. Il capo dell'amministrazione statale regionale di Kharkiv, Oleg Sinegubov, ha specificato su Telegram che il bombardamento è avvenuto alle 13.15 e che oltre a un negozio è stato colpito anche un bar con molti civili: "I soccorritori continuano a lavorare sul posto. Allo stesso tempo, i medici stanno fornendo l'assistenza necessaria alle vittime". Tra i feriti, invece, al momento risulta solo un bambino e non due come precedentemente riportato.
"Perché Joe Biden non fa contribuire l'Europa" alle spese per l'Ucraina? È la domanda che pone Donald Trump su Truth, notando come il Vecchio Continente è indietro di 175 miliardi di dollari rispetto agli Stati Uniti negli aiuti a Kiev. "Neanche un dollaro in più dovrebbe essere speso fino a quando l'Europa non avrà eguagliato l'America nelle spese per difendere l'Ucraina", afferma Trump.
La Slovacchia blocca i versamenti
La presidente slovacca Zuzana Čaputová si sarebbe opposta all'invio di ulteriore assistenza militare all'Ucraina, in seguito all'elezione del primo ministro filorusso Robert Fico. Lo riportano i media locali. Secondo il quotidiano Dennik N il Ministero della Difesa slovacco aveva preparato un nuovo pacchetto di aiuti per l'Ucraina che la Čaputová avrebbe potuto firmare mentre era ancora in carica il predecessore di Fico, ma la presidente si è rifiutata affermando che le elezioni parlamentari debbano essere rispettate. Il politologo Grigorij Meseznikov prevede che Fico manterrà le promesse fatte in campagna elettorale circa lo stop all'invio di armi a Kiev e che ci sarà attrito tra Bratislava e Bruxelles sia sull'adesione dell'Ucraina all'Ue sia sulle sanzioni europee contro la Russia.
Gli uomini delle Forze speciali Stuhna e Bratstvo delle unità dell'Intelligence della Difesa ucraina (Gur) sono sbarcati sul territorio della penisola di Crimea e hanno colpito gli occupanti russi. Lo scrive su Telegram lo stesso Gur. "Le forze speciali del commando Gur sono sbarcate nella Crimea occupata e hanno inflitto una sconfitta agli invasori di Putin", assicura il Gur, che ha postato su Telegram un video che mostra barchini veloci e moto d'acqua che si dirigono verso la costa della Crimea, annessa unilateralmente dalla Russia nel 2014. Dopo lo sbarco sulla costa della penisola, i militari delle unità speciali srotolano la bandiera ucraina.
È stata condannata a oltre otto anni di carcere in contumacia la giornalista russa Marina Ovsyannikova che l'anno scorso in diretta sulla televisione di stato protestò contro l'intervento militare su vasta scala della Russia in Ucraina. Lo rendono noto fonti del tribunale. Ovsyannikova, 45 anni, è fuggita dalla Russia con la figlia e si trova in Francia, a un anno dalla fuga dagli arresti domiciliari. L'ex redattrice di Channel One è stata condannata a otto anni e sei mesi. La procura russa aveva chiesto una pena a nove anni e mezzo di reclusione per Ovsyannikova, diventata famosa per aver fatto irruzione durante un telegiornale con un cartello con le scritte "Fermate la guerra" e "Ti stanno mentendo". La richiesta durante il processo in contumacia era una condanna per aver diffuso "notizie false", accusa che include qualsiasi informazione sulla guerra della Russia in Ucraina che sia in contrasto con la narrativa ufficiale .
Decine di persone in lutto hanno reso omaggio al fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin, 40 giorni dopo che il jet su cui stava viaggiando si è schiantato a nord di Mosca, uccidendo lui e tutti passeggeri, tra cui altre due figure di spicco del gruppo di mercenari.
Nell'Ortodossia orientale, si ritiene che l'anima compia il suo viaggio finale verso il paradiso o l'inferno il 40esimo giorno dopo la morte. Sulla sua tomba a San Pietroburgo, sua madre, Violetta, e suo figlio, Pavel, hanno deposto fiori, riporta Sky News condividendo alcune immagini. Alcuni sostenitori hanno sventolato le bandiere nere di Wagner che sfoggiano un teschio e il motto "Sangue, Onore, Patria, Coraggio".
Ai memoriali a Mosca e in altre città russe, decine di combattenti di Wagner e semplici russi hanno reso omaggio a Prigozhin, anche se non ci sono state manifestazioni di massa. La televisione statale russa non ha invece dato alcuna notizia in merito.
Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal si è detto convinto che in futuro l'Ucraina diventerà un nuovo centro per la produzione di prodotti militari di alta qualità in Europa. Lo riporta Ukrinform.
"Tutti sono consapevoli dei rischi, ma chi pensa in modo strategico capisce anche che l'Ucraina diventerà un nuovo centro di produzione militare in Europa. Oggi stiamo già collaborando con i Paesi partner per il ripristino dell'equipaggiamento militare occidentale. Inoltre, si sta elaborando la creazione di un ciclo chiuso per la produzione di armi, equipaggiamento militare e munizioni in Ucraina, stiamo creando joint venture e centri di servizio", ha detto Shmyhal durante il primo Forum internazionale delle industrie della difesa a Kiev.
L'accordo con Biden
La localizzazione della produzione di arsenale difesa in Ucraina è stato concordato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden durante l'ultima visita di Volodymyr Zelensky negli Usa. Lo ha annunciato su Telegram il consigliere presidenziale ucraino Andry Yermak. "La produzione propria di difesa è un passo importante verso la vittoria. Nel prossimo futuro, gli esperti di entrambe le parti inizieranno a incontrarsi per definire una tabella di marcia per la cooperazione. Parallelamente, si sta lavorando a una nuova struttura di sicurezza globale", ha aggiunto.
"Oggi, in questo forum, annunciamo la creazione dell'Alleanza delle industrie della difesa. Un'alleanza che valorizza il diritto internazionale ed è capace di lavorare per la reale tutela del diritto internazionale. Tutela della sicurezza - e non sto parlando solo dell'Ucraina, ma anche della sicurezza di qualsiasi nazione del mondo dalle aggressioni". Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo al primo Forum Internazionale delle Industrie della Difesa di Kiev.
"Costruire un nuovo arsenale del mondo libero insieme all'Ucraina"
"Abbiamo redatto una dichiarazione di base corrispondente come fondamento di questa alleanza, alla quale possono aderire i produttori di armi e attrezzature militari di tutto il mondo che condividono la nostra intenzione di fornire una reale protezione dalle aggressioni", ha aggiunto.
"Oggi, al suo inizio, 13 importanti aziende hanno già firmato questa dichiarazione, dimostrando la loro disponibilità a costruire un nuovo arsenale del mondo libero insieme all'Ucraina". Il leader ucraino ha poi evidenziato che Kiev "sta sviluppando un regime economico speciale per il complesso industriale-difensivo. Per dare a tutte le aziende" che vogliono venire in Ucraina "l'opportunità di realizzare il proprio potenziale".
L'agenzia Tass riferisce che il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con i cittadini per il Giorno della riunificazione delle regioni del Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson con la Russia: "Cari cittadini russi, mi congratulo con voi per il Giorno della riunificazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson con la Russia.
Un anno fa, il 30 settembre, ha avuto luogo un evento decisivo, veramente storico e fatidico: l'ammissione di quattro nuovi soggetti della Federazione alla Russia. Milioni di residenti delle regioni hanno fatto la loro scelta: stare con la loro patria", ha detto.
A poco più di un mese dal disastro aereo in cui è morto il capo dei mercenari della Wagner, Evgheni Prigozhin, Putin ha incaricato uno dei più noti comandanti del famigerato gruppo paramilitare di formare nuove unità di volontari per combattere in Ucraina. L'ufficiale scelto è Andrey Troshev: un colonnello in pensione meglio noto col suo nome di battaglia di Sedoy, "capelli grigi", e sotto sanzioni europee per il suo ruolo nella guerra in Siria. Putin e Troshev si sarebbero incontrati giovedì sera, almeno stando al Cremlino, che ha pubblicizzato ampiamente il faccia a faccia, con tanto di video trasmessi in tv: segno che Mosca vuole mostrare apertamente di puntare alla formazione di nuovi gruppi di volontari che rimpiazzino o semplicemente rimodellino il Gruppo Wagner. Tuttavia, si vuole che esse siano fermamente sotto il controllo del governo russo. Non per niente durante l'incontro Putin ha sottolineato che i benefici finanziari dello Stato per chi combatte in Ucraina valgono anche per i gruppi di volontari.
Il futuro della Wagner
Il futuro della Wagner e dei suoi mercenari resta comunque avvolto nelle nebbie dell'incertezza. Secondo alcuni funzionari americani sentiti dal New York Times, Putin non vuole rinunciare all'esperienza sul campo di battaglia di queste milizie, da anni braccio armato del Cremlino in tanti scenari di guerra nel mondo e più volte accusate di atrocità. E i gruppi di volontari possono servire a Mosca per evitare nuove impopolari mobilitazioni forzate come quella del settembre dello scorso anno, sebbene oggi lo zar abbia firmato il decreto sulla coscrizione autunnale per il servizio militare che riguarderà 130'000 russi. Dopo l'ammutinamento dei mercenari di Prigozhin - morto due mesi dopo assieme ai suoi luogotenenti in un disastro aereo per il quale tanti sospettano proprio il Cremlino - Putin vuole comunque assicurarsi che i gruppi armati siano in effetti fedeli al ministero della Difesa russo (col quale Prigozhin era invece in perpetuo e aperto contrasto).
Ruolo di Troshev
E qui Troshev potrebbe giocare un ruolo fondamentale. In un'intervista rilasciata a Kommersant poco dopo la rivolta della Wagner, Putin aveva detto di aver proposto il colonnello Troshev, pure lui originario di San Pietroburgo, per sostituire Prigozhin come capo dei mercenari, ma che lo stesso Prigozhin si era opposto alla scelta. Impossibile dire se le cose stiano come le racconta il leader del Cremlino, ma certo Troshev pare godere della fiducia di Putin, e Mosca ha sottolineato che il colonnello adesso "lavora" per il ministero della Difesa. L'ordine di Putin di formare nuovi gruppi di volontari arriva appena due giorni dopo che l'esercito ucraino aveva annunciato di aver avvistato tra le file delle forze russe "circa 500" ex combattenti della Wagner: combattenti che però - secondo la narrazione non verificabile di Kiev - non formerebbero un'unità a parte ma sarebbero divisi tra i vari battaglioni che hanno invaso l'Ucraina. Anche due fonti del Guardian sostengono che alcuni ex mercenari abbiano firmato contratti col ministero della Difesa russo o con altri gruppi armati filo-Cremlino, ma altri si sarebbero rifiutati perché ancora legati al defunto Prigozhin.
"Missile ad alta precisione ammodernato"
Mentre la guerra continua, Dmitry Medvedev è tornato alle sue dichiarazioni da falco affermando di aver assistito al lancio di prova di un non meglio precisato "missile ad alta precisione ammodernato" al poligono di Kapustin Yar, in Russia meridionale. Stando alla Tass, il numero due del Consiglio di sicurezza russo avrebbe avvisato che il nuovo missile sarebbe stato sviluppato apposta per "l'operazione militare speciale" in Ucraina. Anche Kiev punta ad armi nuove e più potenti e oggi ha inaugurato un forum sulle armi incoraggiando i partecipanti a vedere un'opportunità commerciale nel rilancio dell'industria bellica nazionale.
Oggi il Consiglio federale ha adottato ulteriori sanzioni in relazione con la fornitura di droni iraniani alla Russia, associandosi così alle nuove misure decise dall’Unione europea (UE) come conseguenza dell’impiego di droni iraniani nell’ aggressione militare della Russia contro l’Ucraina. Lo comunica il Consiglio federale stesso, spiegando che le modifiche entrano in vigore questa sera alle ore 18.
Le sanzioni
In considerazione del sostegno militare fornito dall'Iran all'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina, contraria al diritto internazionale, e del fatto che la Russia si avvale di veicoli aerei senza pilota (droni) di fabbricazione iraniana, oggi il Consiglio federale ha adottato ulteriori sanzioni nei confronti della Repubblica Islamica dell'Iran, riprendendo così le misure emanate dall'UE il 20 luglio 2023 nell'ambito di un nuovo regime sanzionatorio. La vendita, la fornitura, l'esportazione e il transito di componenti utilizzati per la costruzione e la produzione di veicoli aerei senza pilota (droni) sono ora vietati. Inoltre, sono previste sanzioni finanziarie e restrizioni di viaggio mirate per persone e organizzazioni che sostengono il programma di droni iraniano. La Svizzera ha ripreso queste nuove sanzioni nell'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica dell'Iran. La Svizzera adotta gli elenchi delle sanzioni dell'UE relative alla fornitura di droni iraniani in Russia già dall'autunno 2022; l'ultimo elenco è stato ripreso il 16 agosto 2023 nell'ambito dell'ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina. Con la decisione odierna, il Consiglio federale prosegue lo stretto partenariato tra la Svizzera e l'UE in materia di sanzioni.
La Svizzera dichiara lo sminamento umanitario in Ucraina una priorità e mette a disposizione per i prossimi quattro anni 100 milioni di franchi supplementari a questo scopo, consentendo così la ripresa della attività nel paese. Il pacchetto sarà finanziato in parti uguali dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) e dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). L'Ucraina è diventata uno dei Paesi con la maggiore presenza di mine al mondo: si stima che un terzo del suo territorio sia disseminato di mine e altri ordigni esplosivi, ha spiegato la consigliera federale Viola Amherd, responsabile del DDPS.
La popolazione torna nei territori riconquistati
La popolazione civile, fuggita nel 2022 in seguito all'invasione russa, sta ora tornando nei territori riconquistati dall'esercito ucraino, in particolare nel Nord e nel Sud del Paese. In queste zone, che hanno subito pesanti combattimenti, gli incidenti si susseguono: i contadini innescano mine anticarro mentre lavorano nei campi e i civili, compresi i bambini, vengono dilaniati da ordigni esplosivi o mine antiuomo nei loro giardini o mentre sgombrano le macerie delle loro case. Lo sminamento quindi è assolutamente urgente e costituisce un prerequisito per la ricostruzione del Paese, storicamente considerato "il granaio d’Europa". Per queste ragioni, la Confederazione ha deciso di potenziare l'attuale programma di cooperazione internazionale con una priorità per lo sminamento umanitario. Rispetto agli 1,8 miliardi già destinati all'Ucraina dal Consiglio federale, con questo pacchetto ci sarebbero 50 milioni in più, quelli che verserà il DDPS, ha precisato Ignazio Cassis, capo del DFAE. In occasione della presentazione del primo pacchetto umanitario, il Consiglio federale ha dato mandato ai nostri due dipartimenti di valutare l'impegno nel settore dello sminamento abbiamo presentato questa proposta che è stata accettata, ha aggiunto il ministro degli esteri. Cassis ha anche annunciato che parteciperà alla prossima conferenza internazionale a Zagabria sullo sminamento e che nel 2024 una conferenza sul medesimo tema sarà organizzata a Ginevra.
Competenze e impegno in loco
La Svizzera inoltre dispone di competenze all'avanguardia in questo campo visto che a Ginevra ha sede il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD), che nell'ultimo decennio ha fornito all'Ucraina formazione, supporto strategico e consulenza tecnica per rafforzare la capacità delle istituzioni governative. Inoltre un'organizzazione svizzera, la Fondation suisse de déminage (FSD), è già presente in Ucraina e nella Confederazione hanno sede diversi produttori di macchinari per lo sminamento. La Confederazione ha sostenuto lo sminamento umanitario in Ucraina stanziando 15,2 milioni di franchi negli ultimi due anni, in particolare a sostegno delle attività del GICHD e della FSD. Il DDPS ha donato alle organizzazioni umanitarie ucraine un dispositivo di sminamento della Fondazione Digger, con sede nel Giura, e finanzia la formazione di esperti ucraini in sminamento umanitario da parte del GICHD. Con il pacchetto aggiuntivo di 100 milioni, la Svizzera potrà ulteriormente ampliare il lavoro di sminamento svolto da queste e altre organizzazioni, fornire attrezzature e formazione agli sminatori ucraini, sostenere il governo nel coordinamento di questa impresa ed esplorare approcci innovativi, ha concluso Amherd.
La Russia conferma di portare al 6% del Pil le spese per la difesa del prossimo anno - annunciando un aumento del 70% - per chiarire che l'offensiva in Ucraina resta la priorità numero uno per lo zar, che torna a evocare la minaccia atomica sul mondo: I lavoratori del settore nucleare russo stanno infatti "introducendo tecnologie all'avanguardia nei settori dell'energia e dello spazio" e "nella creazione di armi avanzate capaci di mantenere l'equilibrio strategico nel mondo", ha voluto sottolineare Vladimir Putin, mettendo in evidenza una corsa alle armi che continua ad alimentare le tensioni internazionali, tra le prospettive di una guerra ancora lunga.
Spese militari
L'aumento delle spese militari della Russia previsto per il 2024 è "assolutamente necessario" a causa della "guerra ibrida" scatenata contro Mosca, ha chiarito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ribadendo come Mosca "continua l'operazione militare speciale (in Ucraina) e questo comporta alti costi". Dall'inizio del conflitto, lo scorso anno, la Russia ha incrementato la produzione di armi e immesso ingenti fondi nel suo comparto militare nonostante l'inflazione elevata e un rublo più debole. Un documento del ministero delle Finanze russo afferma che la spesa per la difesa è destinata ad aumentare di oltre il 68% su base annua fino a quasi 10,8 trilioni di rubli (111,15 miliardi di dollari), pari al 6% del Pil e superiore alla spesa per la politica sociale, e secondo i dati calcolati dall'Afp sarà tre volte più alto della spesa per istruzione, protezione ambientale e sanità messe insieme. L'aumento della spesa per la difesa arriva mentre la banca centrale russa avverte che la crescita economica è destinata a rallentare nella seconda metà di quest'anno. Ma il presidente Putin ha ampiamente ignorato gli effetti economici dell'invasione, celebrando invece la resistenza della Russia alle sanzioni occidentali. E mentre porta l'economia russa a investire sempre più sulla guerra, lo zar rinsalda le alleanze e incontra al Cremlino Ramzan Kadyrov, dopo le voci circolate sui social che il leader ceceno fosse gravemente malato, o addirittura morto.
Kiev
Dall'altra parte del fronte, anche Kiev pensa alle alleanze e riceve la visita dei ministri della Difesa francese, Sébastien Lecornu, e britannico, Grant Shapps - al centro ulteriori aiuti militari - e del segretario della Nato Jens Stoltenberg. "Più forte diventa l'Ucraina, più ci avviciniamo alla fine della guerra", ha affermato il capo dell'Alleanza atlantica dopo aver incontrato Volodymyr Zelensky, assicurando che le forze ucraine "stanno guadagnando gradualmente terreno" nella controffensiva e che in futuro, l'ingresso di Kiev la Nato più forte. Più concretamente, Zelensky ha sottolineato come Stoltenberg si sia "impegnato ad intervenire per difendere le infrastrutture energetiche ucraine", con l'inverno alle porte e i raid russi che tornano ad abbattersi sugli impianti critici: nell'ultima giornata, un raid di Mosca ha colpito un impianto di gas ad Avdiivka. Sul terreno, mentre le forze ucraine sostengono di contenere l'avanzata delle truppe russe nel sud e nell'est, i miliziani russi filo-ucraini della 'Legione Libertà della Russia' hanno annunciato un nuovo sconfinamento nella regione di Belgorod, dopo le incursioni del giugno scorso. Parlando di una "battaglia" in territorio russo, i 'legionari' hanno rivendicato di aver procurato "perdite di manodopera e attrezzature" tra gli invasori, mentre nessun commento è stato rilasciato dalle autorità russe. In serata si è poi riacceso lo scontro di confine tra Minsk e Varsavia, con il ministero della Difesa bielorusso che ha denunciato una "violazione dello spazio aereo" da parte di un elicottero polacco che - a detta del governo Lukashenko - sarebbe entrato per due volte nei cieli bielorussi. Un'accusa puntualmente negata dalle forze armate polacche.
Il missile caduto a novembre 2022 in Polonia, nella zona di confine con l'Ucraina, apparteneva agli ucraini.
Lo ha affermato il ministro della Giustizia polacco Zbigniew Ziobro riportando i risultati dell'inchiesta sull'esplosione del razzo a Przewodów, nella quale sono morte due persone. "L'indagine condotta dalla procura polacca ha portato all'emissione di un parere che indica categoricamente che questo missile era ucraino, sempre di produzione sovietica o russa. Per quanto riguarda il luogo di lancio e l'appartenenza a un gruppo militare specifico, si trattava di un razzo ucraino",
ha detto Ziobro citando il parere degli esperti, secondo quanto riportato dall'agenzia Pap. Per quanto riguarda i rapporti con gli ucraini per le indagini, "mi dispiace moltissimo ma per molti mesi non c'è stata tale cooperazione in questa materia", ha affermato il ministro, sottolineando che la procura polacca collabora con l'Ucraina per "documentare i crimini russi commessi". Nell'inchiesta su Przewodów, la parte ucraina non avrebbe invece avuto lo stesso atteggiamento:
"Non penso che questa sia una decisione a livello di procura. Penso che queste siano decisioni ad alto livello politico dello Stato ucraino", ha detto il ministro della Giustizia.
Le autorità ucraine hanno evacuato oggi tutti i bambini da diverse città e villaggi vicini alla linea del fronte nella regione di Zaporizhzhia (sud), punto focale della controffensiva contro l'esercito russo. "Abbiamo portato a termine il compito assegnato dal governo ucraino" e "abbiamo evacuato tutti i bambini con le loro famiglie" dalle località di Gulyaipole, Preobrazhenka, Yegorivka, Stepnogirsk e Novopavlivka, ha detto in televisione il vice governatore Yevgen Myronenko.
Evacuati 59 bambini
Secondo i media ucraini sono stati evacuati complessivamente 59 bambini. L'evacuazione di queste località era stata annunciata ad agosto, a causa della situazione di sicurezza "difficile". Le forze ucraine hanno riportato avanzamenti limitati nelle ultime settimane nella regione di Zaporizhzhia, dove si trovano ad affrontare posizioni fortificate dell'esercito russo. Tuttavia, all'inizio di settembre, le truppe ucraine sono riuscite a riconquistare la città di Robotyné, situata molto vicino alle città e ai villaggi interessati dalle evacuazioni. I combattimenti si svolgono attualmente a est di questo villaggio, vicino a Verbové.
Il capo del servizio stampa del Gruppo orientale delle Forze armate ucraine Ilya Yevlash ha confermato in un commento a Rbc-Ucraina che i combattenti della milizia Wagner sono tornati nell'Est del Paese occupato dai russi. "Sul territorio del Gruppo delle Forze orientali sono presenti combattenti della milizia Wagner. Stiamo parlando di circa 500 persone, parte della formazione di circa 8mila mercenari che si trovavano nei campi in Bielorussia, e che ora negoziano contratti con il ministero della Difesa russo", dopo la fallita insurrezione di Yevgeny Prigozhin il 24 giugno scorso. Yevlash, nella sua dichiarazione, ha sottolineato che i mercenari del gruppo Wagner adesso non rappresentano una svolta per i russi nei combattimenti: "Non rappresenteranno una minaccia significativa, come prima, dal momento che il loro leader, Prigozhin, non c'è più. Queste persone sono effettivamente tra i militari più addestrati dell'esercito russo, ma non diventeranno una minaccia significativa, un punto di svolta", ha concluso.
La Russia ha iniziato a costruire collegamenti ferroviari diretti con le città ucraine occupate di Mariupol, Volnovakha e Donetsk - nella regione di Donetsk - che potrebbero ridurre la dipendenza logistica di Mosca dal ponte di Crimea: lo ha detto il consigliere del sindaco in esilio di Melitopol, Petro Andriushchenko. Il funzionario, riporta il Kyiv Independent, ha osservato che se questi sforzi avranno successo, la Russia collegherà la linea ferroviaria Mariupol-Aslanove-Kalchyk-Volnovakha nell'Ucraina occupata con le città russe di Taganrog e Rostov-sul-Don. Volnovakha ha un collegamento ferroviario anche con Rozivka e Melitopol nella regione di Zaporizhzhia, oltre che con la Crimea occupata, ha aggiunto.
La costruzione di questi nuovi collegamenti sarebbe un vantaggio per la logistica militare e civile russa nei territori occupati e ridurrebbe la dipendenza di Mosca dal ponte di Kerch in Crimea, ha commentato Andriushchenko. Secondo il funzionario, i lavori per le nuove tratte ferroviarie sono già iniziati, in particolare per un ponte sul fiume Kalmius vicino al villaggio di Hranitne, nel Donetsk.
La Russia continua il suo braccio di ferro con la Corte penale internazionale (Cpi). Il ministero dell'Interno ha fatto sapere di aver inserito nella lista dei ricercati il presidente dell'organo giudiziario internazionale, il polacco Piotr Hofmanski. "Ricercato in base a un articolo del Codice penale russo", si legge nell'informativa inserita nel sito del dicastero, anche se questo articolo non viene specificato. Non ci sono dubbi, comunque, che si tratti di una risposta all'ordine di arresto spiccato dalla Cpi nel marzo scorso nei confronti di Vladimir Putin con l'accusa di crimini di guerra. Oltre che nei confronti di Hofmanski, le autorità russe hanno emesso ordini di cattura per due suoi vice: i giudici Luz del Carmen Ibanez Carranza e Bertram Schmitt. Ma uguali misure erano state prese in primavera contro altri magistrati della Cpi, compreso il procuratore, Karim Ahmad Khan.
L'ordine di arresto contro Putin
Il conflitto tra Mosca e la Cpi è cominciato il 17 marzo scorso, quando la Corte internazionale, di cui la Russia non riconosce la giurisdizione (come del resto gli Stati Uniti), ha emesso un ordine di arresto nei confronti del presidente russo e della commissaria per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, accusandoli del "crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell'Ucraina alla Russia". Imputazioni respinte dalle autorità di Mosca, secondo le quali i bambini trasferiti dall'Ucraina non sono stati spostati contro il volere dei parenti ma sono stati portati in salvo venendo fatti evacuare da aree soggette a bombardamenti o altre violenze conseguenza del conflitto. L'ordine di arresto nei suoi confronti ha limitato le possibilità di Putin di viaggiare all'estero per partecipare ad eventi internazionali. Il presidente tra l'altro non ha potuto recarsi in Sudafrica per partecipare il mese scorso al vertice dei Paesi Brics. Ma nel mese di ottobre è in programma la prima missione fuori dai confini nazionali dopo la misura restrittiva, con una visita in Cina, altro Paese che non aderisce al tribunale internazionale.
I ricercati dalla magistratura russa
Sebbene le accuse di Mosca nei confronti del presidente Hofmanski e dei suoi due vice non siano state rese note, è lecito aspettarsi che non si scosteranno di molto da quelle già mosse al procuratore Karim Khan e a due giudici inseriti come lui nella lista dei ricercati dalla magistratura russa. Tra queste, "attacco a un rappresentante di uno Stato estero sotto tutela internazionale con lo scopo di complicare le relazioni internazionali" e l'incriminazione di "una persona che si sa innocente".
Era nell'aria. Su Wikipedia qualcuno aveva segnato come morto il comandante della flotta russa del Mar Nero, l'ammiraglio Viktor Sokolov, già all'indomani dell'attacco ucraino a Sebastopoli. Ora la conferma da parte del comando delle Operazioni Speciali. Non solo. Nell'edificio neoclassico del centro della città fondata da Caterina la Grande avrebbero trovato la morte 34 ufficiali mentre ben 105 "invasori" sarebbero rimasti feriti. E l'edificio in sé viene giudicato "irreparabile". Mano a mano che emergono nuovi dettagli è sempre più chiaro il livello del danno patito dai russi a Sebastopoli e, per contro, il successo messo a segno dagli ucraini, che evidentemente sapevano dove e quando e colpire; sempre secondo gli ucraini, l'attacco alla nave da sbarco Minsk, avvenuto a metà settembre, avrebbe spezzato via 62 marinai, già a bordo del vascello perché sarebbero dovuti partire il giorno successivo. Naturalmente è impossibile verificare in modo indipendente queste informazioni - i russi parlano di un solo uomo disperso al comando della flotta e di danni "minimi" - ma se così fosse si tratterebbe di uno smacco atroce per il Cremlino.
Risposta russa su Odessa
Mosca nella notte si è vendicata colpendo Odessa. A casaccio però. L'ondata di missili ha provocato due morti e un ferito, ha danneggiato "significativamente" le strutture del porto, un hotel abbandonato sul lungomare e un silos con 1'000 tonnellate di grano. In rete i canali filorussi pretendevano che l'albergo fosse in realtà un centro di comando dell'esercito ucraino ma persino alcuni profili legati alla propaganda hanno smentito la teoria. "Questo era il mio hotel", ha scritto su X l'imprenditore Andrey Stavnitser. "Sognavo di costruire un bellissimo e moderno lungomare a Odessa. Come a tutti gli abitanti di qui, l'edificio non mi piaceva - un monumento alla sciatteria e al cattivo gusto - e sognavo di ristrutturarlo. Ma ricostruiremo tutto. E Odessa sarà bella come i russi non hanno mai potuto immaginare nei loro più terribili incubi". Il ministero della Difesa ucraino sui social media ha definito l'attacco alla città un "patetico tentativo di ritorsione" per il colpo messo a segno a Sebastopoli e l'ha classificato come "una violazione del diritto internazionale umanitario, poiché ha preso di mira sia le truppe che le infrastrutture civili, anche per la fornitura di energia elettrica". Stando all'Aeronautica militare, la Russia ha lanciato contro l'Ucraina 12 missili da crociera Kalibr, due missili antinave Onyx e 19 droni kamikaze. I bombardamenti sono poi proseguiti costanti nel resto delle zone del fronte mentre un drone ucraino ha attaccato l'aeroporto di Khalino, nella regione russa di Kursk.
Consegnati gli Abrams
Ma dal punto di vista militare la notizia di giornata è senz'altro l'arrivo dei carri armati americani Abrams, benché non si sappia il loro numero preciso (gli Usa ne avevano promessi un trentina). "Buone notizie. Gli Abrams sono già in Ucraina e si preparano a rafforzare le nostre brigate: sono grato ai nostri alleati per aver rispettato gli accordi, stiamo cercando nuovi contratti e ampliando la geografia delle forniture", ha commentato il presidente Volodymyr Zelensky. A Ginevra, invece, le notizie sono pessime. Erik Mose, presidente della Commissione d'inchiesta sull'Ucraina, ha dichiarato al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che il suo team ha raccolto ulteriori prove nel Kherson che indicano "un uso della tortura sistematico da parte delle forze armate russe nelle aree in precedenza sotto il loro controllo". In alcuni casi le vittime "sono morte", in altri i familiari sono stati costretti "a udire" le violenze sessuali ai danni dei loro cari.
Mose ha affermato che i tentativi della Commissione di comunicare con Mosca sono rimasti senza risposta nonostante gli sia stata data l'opportunità di rispondere alle accuse durante l'udienza del Consiglio: "Nessun rappresentante russo ha partecipato".
La Russia ha lanciato un nuovo attacco nella regione di Odessa con 19 droni e 14 missili. Lo ha reso noto il governatore Oleg Kiper che, su Telegram, ha parlato di numerosi "colpi" tra cui l'attacco a un'"infrastruttura portuale". "Un civile è rimasto ferito dall'onda d'urto", ha aggiunto Kiper, precisando che l'uomo è stato trasferito in ospedale. Secondo l'esercito ucraino, la Russia ha condotto l'assalto con 19 droni Shahed di fabbricazione iraniana, due missili supersonici Onyx e altri 12 missili Kalibr. Secondo la stessa fonte, è stato mobilitato anche un sottomarino. Tutti i droni e gli 11 missili Kalibr sono stati abbattuti dalle difese aeree, ha proseguito l'esercito, aggiungendo che la località balneare di Odessa ha subito danni "significativi" e che un incendio, rapidamente spento, è scoppiato in un edificio alberghiero. I proiettili Onyx hanno distrutto depositi di grano senza causare vittime, sempre secondo l'esercito, che ha riferito di magazzini e aziende danneggiati dalla caduta di detriti nei sobborghi di Odessa.
Da dove sono stati lanciati missili e droni
L'Aeronautica militare ucraina ha precisato successivamente che Mosca ha lanciato i droni kamikaze Shahed dal sud-est della Russia (Primorsko-Akhtarsk), mentre i missili Kalibr sono stati lanciati da una nave e un sottomarino nel Mar Nero (regioni di Feodosia e Novorossiysk) ed i missili supersonici Onyx dalla regione di Sebastopoli nella Crimea occupata. Lo riporta Rbc-Ucraina.
L'Ucraina ha sfondato per la prima volta una sezione della principale linea difensiva russa sul fronte meridionale del Paese: lo riporta il Telegraph, che cita riprese video dalle prime linee. I veicoli corazzati di Kiev sono stati filmati oltre la prima rete di trincee, fossati anticarro e campi minati russi: "Sembra che l'Ucraina sia avanzata nella breccia della cosiddetta linea Surovikin", scrive il quotidiano britannico. Le forze ucraine erano già penetrate nelle posizioni difensive con assalti di fanteria su piccola scala per eliminare le trincee russe in direzione del villaggio di Verbove, nella regione di Zaporizhzhia. Le riprese fatte ieri dai droni in prima linea, e verificate col metodo della geolocalizzazione, sembrano mostrare veicoli Stryker, Marder e Mrap delle Forze armate ucraine che avanzavano su una strada di campagna verso la periferia occidentale del villaggio di Verbove. La colonna era seguita da veicoli per lo sminamento e da veicoli corazzati M113 per il trasporto delle truppe, di fabbricazione americana.
"Un importante segno di progresso nella controffensiva ucraina"
L'avanzata significa che le forze ucraine stanno operando con attrezzature pesanti attraverso le difese messe in atto dall'ex comandante dell'invasione russa - il generale Sergey Surovikin, soprannominato generale Armageddon - per ostacolare la controffensiva ucraina, scrive il Telegraph. "La capacità di portare i veicoli corazzati verso e attraverso le più formidabili difese russe erette per fermarli e di farli operare vicino alle posizioni difensive russe è un importante segno di progresso nella controffensiva ucraina", ha commentato da parte sua l'Istituto per lo studio della guerra. Ulteriori filmati geolocalizzati pubblicati il 20 e 21 settembre, prosegue il centro studi statunitense, indicano che le forze ucraine sono avanzate anche a ovest e a sud-ovest di Verbove.
Volodymyr Zelensky e la moglie Olena sono arrivati alla Casa Bianca dove sono stati ricevuti da Joe Biden e la first lady Jill. Il leader ucraino e il presidente americano avranno un colloquio nello Studio Ovale, mentre le consorti terranno un incontro privato. Biden e Zelensky si sposteranno poi per un meeting allargato anche alla vice presidente americana Kamala Harris. Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, prima dell'incontro tra i due leader, ha annunciato che ol presidente USA offrirà al suo omologo un nuovo pacchetto di aiuti militari statunitensi che includerà sistemi "significativi" che aumenteranno "le capacità di difesa aerea" dell'Ucraina.
Volodymyr Zelensky incassa una batosta a Washington dove, nonostante il sostegno incondizionato di Joe Biden e l'annuncio di un nuovo pacchetto di armi a Kiev, i repubblicani della Camera fanno muro contro il supporto a tempo indeterminato all'Ucraina gelando le aspettative del leader ucraino e le richieste del commander-in-chief. "Se non riceviamo gli aiuti perderemo la guerra", è stato l'appello accorato di Zelensky ai circa 70 senatori incontrati assieme al leader della maggioranza democratica, Chuck Schumer, e quello della minoranza repubblicana, Mitch McConnell. Il presidente ucraino, in tenuta militare ma con la camicia, ha ringraziato "i senatori e i deputati per il loro sostegno", ma ha evitato di rispondere alle domande dei giornalisti. "I dettagli delle nostre conversazioni li teniamo per noi", ha dichiarato secco non nascondendo una certa delusione.
Gli USA: "Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci"
Gli equilibri al Congresso americano sono cambiati rispetto a nove mesi fa e, soprattutto alla Camera, il fronte degli scettici sugli aiuti è sempre più ampio. A gelare le aspettative di Zelensky e le richieste di Biden ci ha pensato lo speaker repubblicano Kevin McCarthy escludendo, o comunque non impegnandosi formalmente a mettere in agenda l'approvazione del pacchetto da 24 miliardi di dollari di aiuti entro la fine dell'anno, come chiesto dal presidente. "Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10.000 persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo all'Ucraina", ha attaccato McCarthy. Sui fondi a Kiev lo speaker è sempre più ostaggio del manipolo di deputati trumpiani, e non solo, e proprio nella giornata della visita di Zelensky ha subito un'altra sconfitta quando un pugno di repubblicani ha affondato per la seconda volta questa settimana un voto procedurale per far avanzare la legge di spesa per la difesa. Un altro passo verso lo shutdown che Donald Trump ha chiesto ai suoi uomini di attuare per affondare "il corrotto Biden" e togliergli i fondi "per i processi contro di me". McCarthy ha anche evitato di farsi fotografare con il leader di Kiev e gli ha negato una sessione congiunta del Congresso con la scusa che non c'era tempo. Insomma un'accoglienza completamente diversa rispetto al dicembre di un anno fa, quando il leader ucraino fu accolto come un eroe. Come se non bastasse, 23 deputati e sei senatori repubblicani hanno scritto una lettera a Biden criticando la strategia della Casa Bianca sulla guerra perché "poco chiara" e lamentando l'impegno a tempo indeterminato verso Kiev.
Il timore statunitense
Dopo Capitol Hill, Zelensky si è spostato al Pentagono dove ha avuto un colloquio con il segretario alla Difesa Lloyd Austin con il quale ha deposto una corona di fiori al memoriale dell'11 settembre e ha fatto un punto sullo stato della controffensiva. L'intensa giornata del presidente ucraino nella capitale americana si è chiusa alla Casa Bianca con l'incontro con Biden, il sesto in persona tra i due. Nello Studio Ovale il commander in chief ha annunciato l'intenzione di inviare il nuovo pacchetto di armi, naturalmente previo via libera del Congresso, che oggi è sembrato molto lontano. Pur ribadendo il sostegno a Kiev "per tutto il tempo necessario", Biden ha dato un'altra delusione a Zelensky non inserendo nella lista delle nuove armi gli agognati Atacms, quei missili a lungo raggio che servirebbero all'esercito ucraino per difendersi contro gli attacchi russi. Nel pacchetto annunciato ci sono infatti "significativi sistemi di difesa aerea" ma, per l'ennesima volta, non gli Army Tactical Missile Systems. "Nessuna decisione è ancora stata presa, ma non sono fuori discussione", ha assicurato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. Ufficialmente il Pentagono afferma che gli Stati Uniti non ne possiedono abbastanza da condividerli con i loro alleati e, inoltre, che non farebbero la differenza per gli ucraini in questo momento nella guerra. Di fatto il vero timore di Washington è che quei missili possano essere usati per attaccare in territorio russo con conseguenze inimmaginabili per l'Ucraina e il mondo.
La Polonia smetterà di fornire aiuti militari all'Ucraina perché dovrà armare il suo esercito. Lo ha affermato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki in tv, come riportano i media ucraini. "L'Ucraina si sta difendendo da un brutale attacco da parte della Russia, e capisco questa situazione, ma, come ho detto, difenderemo il nostro Paese. Non trasferiamo più armi all'Ucraina, perché ora stiamo armando la Polonia", ha detto il premier polacco. Una dichiarazione inattesa poche ore dopo che Varsavia aveva convocato "d'urgenza" l'ambasciatore ucraino per protestare contro l'attacco di Zelensky, che, nell'intervento alle Nazioni Unite, aveva puntato l'indice contro alcuni paesi per i quali la solidarietà all'Ucraina è solo "teatro politico", mentre con le loro azioni "preparano il terreno alla Russia".
Le tensioni
Da mesi le relazioni polacco-ucraine si erano notevolmente complicate a causa dell'embargo imposto da Varsavia sull'import di grano di Kiev. Il governo polacco vuole tenere fuori dai propri confini le sementi ucraine per proteggere i propri agricoltori, che costituiscono un'importate base elettorale per l'attuale partito di governo. Tensioni che si sono accentuate dopo la decisione della Commissione europea di non estendere le restrizioni all'importazione del grano di Kiev e il rifiuto di Polonia, Slovacchia e Ungheria di far cadere il divieto.
La Russia deve ritirare le sue truppe dal territorio ucraino, porre fine alla guerra e rispettare la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. È quanto ha chiesto oggi il presidente della Confederazione Alain Berset nel suo discorso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu a New York. "Con l'aggressione militare russa contro l'Ucraina, la Carta viene violata su larga scala", ha detto Berset davanti all'organo più importante delle Nazioni Unite. Nella stessa sede oggi si è presentato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha promosso il suo piano di pace.
Solidarietà della Svizzera con l'Ucraina
Berset ha dato il benvenuto a Zelensky e ha espresso la solidarietà della Svizzera al popolo ucraino. Il diritto internazionale umanitario impone obblighi a tutte le parti in conflitto. Tuttavia, la Federazione Russa nega la propria responsabilità nei confronti dei migliaia di morti e feriti in Ucraina e dei milioni di sfollati. "Le conseguenze di questa guerra sono globali: la sicurezza alimentare mondiale è a rischio, il settore energetico è ostacolato, i rischi nucleari aumentano, le disuguaglianze crescono", ha detto Berset.
Aiuto alla ricostruzione
La Svizzera si impegna in Ucraina per alleviare la sofferenza della popolazione civile, rendere giustizia alle vittime e promuovere una soluzione politica al conflitto. "Abbiamo aperto le nostre porte alle persone in fuga dalla guerra, forniamo assistenza umanitaria e collaboriamo con il governo ucraino nel processo di ricostruzione", ha dichiarato Berset. I compiti che attendono l'Ucraina sono immensi. Berset ha fatto un esempio: in Ucraina una superficie grande quattro volte la Svizzera è minata. La Svizzera contribuisce allo sminamento umanitario con il suo know-how e le sue forniture di materiale.
Gli Usa e i suoi alleati hanno interferito nelle vicende ucraine sin dalla caduta dell'Urss per indurre politiche filo occidentali a Kiev: è l'accusa lanciata dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lavrov ha detto che è colpa dell'Occidente l'aumentato rischio di conflitto globale. Parlando al summit sull'Ucraina, Lavrov ha ribadito il cavallo di battaglia del Cremlino secondo cui qualsiasi governo anti-russo a Kiev non è altro che un burattino degli Usa, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero "ordinare" a Volodymyr Zelensky di negoziare con Mosca. "Mosca non rifiuta il negoziato, è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha firmato un decreto per vietare un dialogo col presidente Putin", ha aggiunto ribadendo.
Il consigliere federale Ignazio Cassis ritiene che il piano di pace ucraino sia "interessante, ma non abbastanza buono": le iniziative unilaterali che non ottengono il consenso di entrambe le parti "non vanno molto lontano", ha dichiarato oggi alla stampa svizzera a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. "Non vogliamo che la guerra s'intensifichi ulteriormente", ha dichiarato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Egli ha comunque accolto con favore la proposta di pace in dieci punti che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ribadisce oggi davanti al Consiglio di sicurezza e che ha già ottenuto il sostegno di almeno 140 dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite. Essa prevede il ritiro totale della Russia da tutte le regioni occupate e il pagamento di riparazioni di guerra - condizioni che Mosca non accetterà.
L'appoggio elvetico al tribunale speciale per i crimini di guerra
Ieri Cassis aveva indicato che la Svizzera sostiene l'idea di un tribunale per il crimine di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina. La Corte penale internazionale (CPI) ha emesso in marzo un mandato d'arresto internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin, ma non ha la competenza di indagare l'aggressione di Mosca contro Kiev in generale. Pertanto tra i diplomatici circola già da mesi l'idea di creare un tribunale speciale come avvenne ad esempio dopo la guerra in Jugoslavia. Per il capo del DFAE una simile corte va però fondata in un quadro multilaterale ampio e con un sostegno internazionale equilibrato.
L'invito a "usare con moderazione il veto"
Alla riunione odierna del Consiglio di sicurezza sull'Ucraina partecipa anche il presidente della Confederazione Alain Berset. La Svizzera fa parte dell'organo fino alla fine del 2024. In una dichiarazione congiunta dei dieci membri non permanenti del Consiglio, resa nota poco prima dell'inizio dell'incontro, Cassis e i suoi nove omologhi hanno ribadito il loro impegno per il multilateralismo. Essi hanno invitato i cinque membri permanenti a mostrare "moderazione" nell'uso del veto, in particolare per prevenire atrocità di massa. In seguito a una risoluzione presentata dal Liechtenstein e approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, le cinque grandi potenze devono giustificare pubblicamente l'uso di tale strumento. Nella loro dichiarazione i dieci membri non permanenti hanno pure ribadito la loro richiesta di riforma per rendere il Consiglio di sicurezza "più efficiente" e più rappresentativo nell'affrontare le sfide in materia di sicurezza internazionale.
Gli altri incontri odierni
Oggi Cassis ha anche incontrato il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) Rafael Grossi per dare seguito ai principi lanciati in una riunione di maggio sotto la presidenza svizzera del Consiglio di sicurezza per evitare un "disastro nucleare" a Zaporizhzhia. Tra gli altri incontri odierni del ticinese vi è stato in particolare quello con i suoi omologhi azero e armeno nonché turco e rappresentanti dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) in relazione alla ripresa delle violenze nel Nagorno-Karabakh. Parlando con la stampa elvetica, ha ricordato che la Svizzera ha contribuito ai negoziati per un cessate il fuoco tra Azerbaigian e Armenia prima della recente ripresa degli scontri tra Baku e i separatisti armeni che costituiscono la maggioranza della popolazione della regione contesa. Cassis ha anche avuto un incontro bilaterale con il suo omologo americano Antony Blinken, il quale lo ha ringraziato per aver facilitato lo scambio di detenuti tra Stati Uniti e Iran nei giorni scorsi.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che la presenza della Russia al Consiglio di Sicurezza è "illegittima", e "il potere di veto in mano all'aggressore è quello che ha spinto l'Onu in questa situazione di stallo". Parlando al summit del Cds sull'Ucraina, Zelensky ha sottolineato che "in caso di atrocità di massa il potere di veto dovrebbe essere sospeso e l'Assemblea Generale Onu dovrebbe avere il potere di superare il veto". Zelensky ha rilanciato la sua "formula" di pace in 10 punti per mettere fine alla guerra, ribadendo come condizioni indispensabile il ritiro della Russia e il ripristino dei confini prima dell'invasione della Crimea nel 2014. "Possa la pace prevalere, possano le nostre istituzioni e le nostra cooperazione diventare più forti", ha aggiunto, invitando altre nazioni a sostenere il piano.
Il ministro dell'economia Guy Parmelin ha difeso il "no" del governo federale all'adesione della Svizzera alla task force internazionale per rintracciare il denaro degli oligarchi russi. L'adesione alla task force non sarebbe nell'interesse del Paese, ha dichiarato alla NZZ am Sonntag. Un'adesione di questo tipo sarebbe anche un segnale politico. "In un mondo sempre più polarizzato, la Svizzera, in quanto Paese neutrale, ha interesse a mantenere una certa moderazione", ha dichiarato il Consigliere federale vodese dell'UDC nell'intervista, pubblicata online ieri sera.
Le possibili conseguenze della task force
Parmelin ha avvertito che il lavoro della task force potrebbe aumentare la pressione sulla Svizzera. "Anche all'interno dell'organismo potrebbero esserci pressioni di cui la Svizzera dovrebbe farsi carico, ad esempio quelle degli Stati Uniti oltre alle sanzioni dell'UE". La Svizzera deve mantenere la propria libertà decisionale su questo tema, ha detto. La task force è un'organizzazione dei Paesi industrializzati del G-7, cioè un organismo politico che serve gli interessi degli Stati partecipanti, ha detto il ministro. "Questi interessi non coincidono necessariamente con quelli della Svizzera".
Possibile rivalutazione
Parmelin ha poi aggiunto che il Consiglio federale riesaminerà "certamente" la questione dell'adesione qualora altre importanti piazze finanziarie, come Singapore, dovessero entrare a far parte della task force. Il consigliere federale non crede che la Svizzera possa subire ulteriori pressioni. "Finora non ho sentito alcuna pressione di questo tipo a livello ministeriale. Al contrario, ci sono sempre elogi per la buona cooperazione nell'adozione delle sanzioni dell'UE".
Le accuse mosse contro Berna
La prossima settimana la Camera del popolo voterà su una mozione dei Verdi per una rapida adesione della Svizzera alla task force. A marzo, i diplomatici di Francia, Italia, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito avevano chiesto alla Svizzera di essere maggiormente coinvolta nella ricerca del denaro degli oligarchi. Avevano accusato la Confederazione di aver bloccato troppo pochi fondi.
Congelati fondi per miliardi
Anche l'ambasciatore statunitense in Svizzera, Scott Miller, aveva criticato la mancanza di cooperazione della Svizzera nelle sanzioni contro la Russia. La Svizzera potrebbe bloccare da 50 a 100 miliardi di franchi di beni russi, oltre ai 7,75 miliardi di franchi congelati. I Paesi che non si impegnano nella confisca dei beni russi devono aspettarsi pressioni, aveva dichiarato Miller in un'intervista a metà marzo.
Accuse rispedite al mittente
La Svizzera ha respinto fin dall'inizio le accuse degli ambasciatori del G7. L'ammontare dei beni congelati in Svizzera di persone, aziende e organizzazioni sanzionate è apprezzabile nel confronto internazionale, aveva dichiarato la Confederazione in una dichiarazione rilasciata in primavera. All'epoca, la somma dei beni congelati in Svizzera corrispondeva a un buon terzo dei 21,5 miliardi di euro congelati nell'intera UE.
Esplosioni vengono segnalate in queste ore nella città meridionale di Odessa, con l'allarme antiaereo scattato in tutta l'Ucraina dopo il lancio di missili da crociera da parte di bombardieri strategici russi. Lo riportano i media locali. Le truppe russe hanno attaccato la regione di Odessa con missili e droni, sono stati danneggiati un deposito di grano e dei terreni agricoli, ha dichiarato l'amministrazione militare regionale su Telegram, citata da Ukrinform.
Nessuna vittima
"Le nostre unità di difesa aerea hanno distrutto due droni da combattimento e cinque missili. Purtroppo, alcuni obiettivi sono stati colpiti da proiettili nemici nel distretto di Berezivka. I terroristi russi hanno causato danni alle infrastrutture agricole: terreni agricoli e un deposito di grano", si legge nel messaggio. Non sono state segnalate vittime. I servizi di emergenza stanno ancora lavorando.
In un'intervista pubblicata ieri, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, avverte che bisognerà "prepararsi a una lunga guerra in Ucraina. La maggior parte delle guerre durano più a lungo di quanto previsto quando iniziano - afferma Stoltenberg al media tedesco Funke -. Dobbiamo quindi prepararci per una lunga guerra in Ucraina".
Gli scenari
"Vogliamo tutti una pace rapida - continuato il segretario generale della Nato -, ma allo stesso tempo dobbiamo riconoscere questo: se il presidente Volodymyr Zelensky e gli ucraini smetteranno di combattere, il loro Paese non esisterà più; se il presidente Vladimir Putin e la Russia depongono le armi, avremo la pace".
L'entrata nella Nato dell'Ucraina
Per quanto riguarda il desiderio di Kiev di aderire alla Nato, Stoltenberg assicura: "Non c'è dubbio che prima o poi l'Ucraina entrerà" nell'Alleanza atlantica. "Quando questa guerra finirà avremo bisogno di garanzie di sicurezza per l'Ucraina, altrimenti la storia potrebbe ripetersi", avverte il segretario generale della Nato.
Le armi e le munizioni che i soldati Usa stanno muovendo attraverso l'Europa per trasferirle in Ucraina rischiano di essere rubate o di andare perdute perché le misure di sicurezza non vengono osservate in modo efficace. E' l'allarme contenuto in un rapporto del Pentagono che punta il dito in particolare contro un sito logistico in Polonia. La valutazione degli ispettori del dipartimento della difesa americano è avvenuta tra gennaio e giugno.
I trasferimenti interessati
Nel rapporto del Pentagono si citano due trasferimenti di armi. Il primo riguardava 60 container arrivati tramite in treno dalla Germania, insieme a sei obici M109A6 e sei porta munizioni per artiglieria M992. L'altro era il trasferimento di 14 Bradley M2A2, 12 obici e sette portamunizioni M992 trasportati a bordo di camion commerciali. In entrambi i casi, gli investigatori del dipartimento della difesa hanno constatato che i soldati incaricati di sorvegliare l'attrezzatura "non erano completamente preparati" per la loro missione. A giugno, inoltre, diverse scatole di munizioni sono state rubate da un treno ma poi recuperate dalla polizia polacca.
L'esercito ucraino ha ottenuto un successo parziale a Andriivka, vicino a Bakhmut, nel Donetsk: ha reso noto nel rapporto della mattina lo Stato maggiore di Kiev, come riportano i media nazionali. "Le forze di difesa hanno ottenuto un successo parziale nella zona di Klishchiyivka nel corso delle operazioni di assalto, hanno catturato Andriivka nella regione di Donetsk, hanno inflitto al nemico perdite significative in termini di uomini e attrezzature e stanno consolidando le loro posizioni", ha dichiarato lo Stato Maggiore in un comunicato.
Ci sono "prospettive" per una cooperazione in campo militare tra la Russia e la Corea del Nord. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin in un'intervista alla televisione Rossiya 1, ripresa dall'agenzia Ria Novosti. "La Russia è un Paese autosufficiente, ma nell'ambito delle attuali regole ci sono delle opportunità a cui prestiamo attenzione e che discutiamo", ha sottolineato Putin.
Il commento ucraino
"La Corea del Nord fornisce armi alla Russia già da un mese e mezzo, in particolare proiettili da 122 e 152 millimetri, nonché missili Grad ", ha affermato dal canto suo davanti ai media il capo dell'intelligence militare ucraino Kyrylo Budanov, commentato il vertice odierno tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin nell'Estremo Oriente russo. Lo riporta Unian.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha fatto un brindisi a "nuove vittorie per la Russia" e all'amicizia tra Mosca e Pyongyang durante una cena ufficiale che ha fatto seguito ai suoi colloqui con il presidente russo Vladimir Putin. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. Il presidente russo Vladimir Putin ha risposto con un brindisi al "rafforzamento della cooperazione" con la Corea del Nord.
Si sono conclusi, dopo due ore, i colloqui tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un, prima in presenza delle delegazioni e poi faccia a faccia. Lo ha riferito il servizio stampa del Cremlino. Ora è in programma una cena ufficiale.
La Russia "si è alzata in piedi per difendere la sua sovranità e sicurezza opponendosi alle forze egemoniche", ha aggiunto il leader, citato dall'agenzia russa Ria Novosti riguardo all'incontro con il presidente russo Vladimir Putin.
I ministri degli Esteri e della Difesa russi e nordcoreani partecipano ai colloqui in corso al cosmodromo russo di Vostochny tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un. In precedenza la parte russa aveva annunciato che i negoziati si sarebbero svolti alla presenza delle delegazioni e poi, se necessario, sarebbero proseguiti soltanto tra i due leader. Secondo l'agenzia Tass, della delegazione coreana fanno parte anche il capo del dipartimento del Comitato centrale del Partito dei lavoratori, generale Park Jong Chong, e i segretari del Comitato centrale Oh Soo Yong e Park Tae Seong. Da parte russa sono presenti anche il ministro dei Trasporti Vitaly Savelyev e quello delle Risorse naturali Alexander Kozlov.
La Corea del Nord sostiene tutte le decisioni delle autorità russe e intende rimanere al fianco di Mosca per "combattere contro l'imperialismo". Lo ha detto il leader Kim Jong-un, citato dall'agenzia Interfax, in occasione del suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Le immagini della televisione di Stato russa hanno mostrato Putin che si diceva "molto contento" di vedere Kim mentre le due delegazioni si incontravano per i colloqui a cui partecipano anche il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov
Prima dell'avvio dei colloqui i due capi di stato hanno visitato un sito di assemblaggio e lancio di razzi presso il cosmodromo di Vostotchny, nella Russia orientale. "I leader hanno ispezionato i siti del nuovo cosmodromo: un'officina di assemblaggio per il lanciatore Angara (la nuova generazione di razzi russi, ndr), un sito di lancio per i lanciatori Soyuz-2 e un sito di lancio in costruzione per Angara", ha dichiarato il Cremlino in un comunicato.
Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un si sono incontrati al centro spaziale Vostochny, nella regione russa dell'Amur, nell'Estremo Oriente russo. Secondo un corrispondente della Tass, i due leader hanno avuto una breve conversazione. Successivamente, Putin e Kim terranno negoziati nel formato esteso e, possibilmente, un incontro privato.
Il treno del leader nordcoreano si è fermato vicino all'edificio di prova e assemblaggio del centro spaziale. Kim e la sua delegazione sono scesi dal treno e hanno camminato su un tappeto rosso davanti alle guardie d'onore, che portavano le bandiere delle due nazioni. Il presidente russo è arrivato questa mattina stessa a Vostochny dalla regione di Primorye, dove ha partecipato al Forum economico orientale.
Kim Jong Un è stato accolto dal ministro delle Risorse naturali Alexander Kozlov e dal capo del Dipartimento del Protocollo di Stato del Ministero degli Esteri russo, Igor Bogdashov.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto in precedenza - scrive la Tass - che i colloqui si concentreranno principalmente sulla cooperazione bilaterale, compresi i legami commerciali ed economici e gli scambi culturali. Oltre a ciò - aggiunge - i leader avranno un ampio scambio di opinioni sulla situazione nella regione e sugli affari internazionali in generale.
Finora le squadre della Fondazione svizzera per lo sminamento (FSD) attive in Ucraina hanno messo in sicurezza oltre 120'000 metri quadrati di terreno. Lo comunica la stessa organizzazione, stilando un bilancio, ma saranno necessari "secoli" per bonificare l'intero Paese.
Attivi 200 collaboratori
In Ucraina si trovano più di 200 collaboratori della FSD, che sono al lavoro nelle regioni di Kharkiv e Chernihiv. Il loro compito è indagare su zone potenzialmente pericolose e organizzare incontri di sensibilizzazioni ai rischi nelle scuole e nei villaggi. A Chernihiv, il progetto di sminamento ha raggiunto la sua velocità di crociera e sarà rafforzato con altri tre team supplementari in gennaio, informa la FSD. A Kharkiv le nuove squadre stanno completando la loro formazione e finendo di acquisire le attrezzature necessarie, per poi entrare in servizio nelle prossime settimane.
I finanziamenti
La FSD si sta inoltre adoperando per ottenere nuovi finanziamenti, così da ampliare la propria area di intervento. Per il 2023 è già stata assicurata una somma di 20 milioni di franchi.
Il treno blindato su cui viaggia il leader nordcoreano Kim Jong Un è entrato in Russia. Lo ha confermato l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, in vista di un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Il treno ha attraversato la regione di Primorsky dalla Corea del Nord, ha detto l'agenzia, mostrando le immagini di un treno verde scuro trainato lungo un binario da una locomotiva delle ferrovie russe. L'ingresso in Russia era stato rivelato in precedenza dal ministero della Difesa della Corea del Sud.
L'incontro con Putin entro la settimana
Kim incontrerà Putin "entro questa settimana", secondo i media russi. Esperti dicono che Mosca probabilmente chiederà a Pyongyang proiettili di artiglieria e missili anticarro in cambio di tecnologia satellitare avanzata e sottomarini a propulsione nucleare. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto ai media russi che i due leader discuteranno di "temi sensibili" ignorando gli "avvertimenti" degli Stati Uniti, secondo cui la Corea del Nord "pagherebbe un prezzo" se fornisse a Mosca armi per il conflitto in Ucraina. "Nel costruire le nostre relazioni con i nostri vicini, compresa la Corea del Nord, per noi la cosa più importante sono gli interessi dei nostri due Paesi, non gli avvertimenti di Washington", ha aggiunto Peskov.
Il leader nordcoreano Kim Jong Un sarebbe partito per la Russia su un treno per un vertice con il presidente Vladimir Putin. Lo riferisce l'emittente sudcoreana YTN, ripresa dal Guardian. Secondo l'emittente sudcoreana YTN, Kim Jong-un si sta lentamente spostando all'interno della Corea del Nord verso il confine nord-orientale a bordo di un treno privato. Secondo Ytn, sarebbe possibile dopodomani un incontro con Putin. Fonti citate dall'agenzia russa Interfax hanno confermato che il leader nordcoreano è atteso in questi giorni per una visita nell'Estremo Oriente russo. "Ci stiamo preparando per questa visita da lungo tempo", ha detto il rappresentante del governo locale di una delle regioni di questa parte della Russia. Non sono stati forniti altri dettagli. La precedente visita di Kim Jong-un in Russia, nel 2019, era cominciata con l'ingresso del suo treno blindato alla stazione di Chasan, in territorio russo al confine con la Corea del Nord. Successivamente si era recato a Vladivostok. Anche le visite del padre e del nonno dell'attuale leader, Kim Jong Il e Kim Il Sung, erano cominciate da Chasan.
Mosca vuole mobilitare fino a 700 mila persone in Russia e nei territori ucraini occupati per compensare le forti perdite subite finora: lo afferma lo Stato Maggiore dell'esercito di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. Secondo lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, a causa delle grandi perdite subite dall'inizio dell'invasione, nel prossimo futuro Mosca inizierà una massiccia mobilitazione forzata della popolazione - sia in Russia sia nei territori occupati dell'Ucraina - che secondo alcune stime potrebbe coinvolgere da 400 mila a 700 mila persone.
Intanto, il capo del Consiglio di difesa della città, Oleksandr Vilkul, come riporta Rbc-Ucraina, ha reso noto che "missili ad alta velocità" si stanno dirigendo verso Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella regione di Dnipropetrovsk. In precedenza, Vilkul aveva reso noto che esplosioni erano state udite questa mattina in città. Diverse regioni ucraine sono in stato di allerta aerea, ha reso noto l'Aeronautica militare.
L'Ucraina ha ricevuto il primo lotto di combustibile nucleare americano, che permetterà al Paese di porre fine al monopolio russo in questo settore: lo ha dichiarato al canale United News il ministro dell'Energia, Herman Galushchenko, come riporta Rbc-Ucraina.
"Un giorno storico", "la fine del monopolio russo"
"Oggi è un giorno storico, un evento storico, perché per la prima volta abbiamo caricato i reattori di tipo 440 con il combustibile prodotto dalla Westinghouse insieme agli specialisti ucraini", ha affermato Galushchenko. "Oggi poniamo fine al monopolio russo su questo tipo di combustibile", ha aggiunto.Il ministro ha spiegato che fino a poco tempo fa questo tipo di combustibile era prodotto esclusivamente dalla Russia, e quindi molti Paesi dipendevano da Mosca. "Oggi metteremo fine a questo. Sono già stati firmati alcuni documenti con alcuni Paesi come Finlandia, Repubblica Ceca e Slovacchia. In futuro, lavoreremo per sostituire completamente la Russia in questo settore", ha sottolineato.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto che la Russia non venga "emarginata" nei colloqui per rilanciare l'accordo per l'esportazione di grano ucraino attraverso il Mar Nero.
"Nessun processo che emargini la Russia sull'iniziativa del grano del Mar Nero sarà praticabile", ha detto Erdogan ai giornalisti dopo la chiusura del vertice del G20 a Nuova Delhi, annunciando un prossimo incontro sulla questione tra i rappresentanti di Russia, Ucraina e Nazioni Unite, senza specificare una data o un luogo preciso.
Questa mattina le truppe russe hanno lanciato attacchi missilistici in Ucraina contro le città di Kryvvi Rih, Zaporizhzhia e Sumy, uccidendo una persona e ferendone almeno 45. Lo riferisce il Kyiv Independent citando fonti ufficiali. La Russia ha colpito una stazione di polizia a Kryvvi Rih, nell'oblast di Dnipropetrovsk, danneggiando anche gli edifici residenziali vicini, ha riferito il ministro ucraino dell'Interno Ihor Klymenko, secondo cui un agente di polizia è stato ucciso e altri sei dipendenti sono rimasti feriti.
Gli attacchi
Stando all'ultimo aggiornamento, negli attacchi di questa mattina a Kryvvi Rih sono rimaste ferite complessivamente 41 persone, ha riferito Oleksandr Vilkul, capo dell'amministrazione militare della città. Diciannove persone sono state ricoverate in ospedale. Secondo il governatore dell'oblast di Dnipropetrovsk Serhii Lysak, tre edifici amministrativi e sette edifici residenziali sono stati danneggiati, scrive Kyiv Independent. Nel nord-est di Sumy, inoltre, un missile russo ha colpito un condominio a due piani, provocando un incendio su larga scala e danneggiando oltre 20 case e otto veicoli, ha riferito il dipartimento regionale del servizio di emergenza statale. Secondo la polizia dell'oblast di Sumy, nell'attacco sono rimaste ferite tre persone, tra cui una coppia di anziani salvata dalle macerie. Un altro uomo è stato ferito a Zaporizhzhia, stando al sindaco ad interim Anatolii Kurtiev. L'onda d'urto ha frantumato le finestre di diversi grattacieli e istituti scolastici, ha detto Kurtiev su Telegram.
Kiev ha iniziato a esportare grano attraverso i porti croati: lo ha detto la ministra dell'economia ucraina Yulia Svyridenko, come riporta Rbc-Ucraina. Svyridenko ha discusso dell'export di grano con il premier croato Andriy Plenkovich durante un incontro bilaterale al vertice dell'iniziativa dei Tre Mari a Bucarest.
I soldati ucraini impegnati al fronte sono la "priorità principale" del ministero della difesa, che deve intraprendere cambiamenti "immediati" per il "loro bene": lo ha detto oggi il presidente Volodymyr Zelensky nel presentare il nuovo ministro della difesa Rustem Umerov. "Il ministero della difesa è responsabile del coordinamento dell'intero settore della difesa - ha scritto Zelensky su Telegram -. Il soldato ucraino è la priorità principale delle forze di difesa. Se sono necessari cambiamenti nelle forze di difesa per il bene e la forza del soldato, allora tali cambiamenti devono essere immediati. Questo vale per tutto: dalle procedure burocratiche che sottraggono tempo ed energia ai soldati, alle forniture per i nostri soldati". "Tutto ciò che può essere digitalizzato deve essere digitalizzato - ha aggiunto -. Ogni procedura burocratica che può essere cancellata deve essere cancellata. Ogni articolo che può salvare la vita e la salute dei soldati deve essere trovato e fornito all'esercito ucraino. Abbiamo bisogno di una nuova filosofia di atteggiamento nei confronti dei soldati ucraini: le persone non sono sacrificabili. Il loro tempo e il loro impegno sono un valore per lo Stato".
"Serve più fiducia"
Zelensky ha inoltre sottolineato che "le Forze di difesa dell'Ucraina hanno la più grande esperienza al mondo di difesa di successo nella guerra moderna. Tutto ciò che garantisce tale protezione dovrebbe funzionare per ogni soldato ucraino, per il nostro Stato in generale e per la sicurezza dei nostri partner. Questo deve essere fatto. Volutamente. Questo vale per tutto: dall'addestramento dei soldati al supporto medico delle brigate, dal supporto in combattimento alla comunicazione con i parenti dei nostri soldati". "E, soprattutto, serve più fiducia - ha concluso -. Fiducia nelle decisioni prese, fiducia negli acquisti fatti, fiducia nella fornitura pianificata ed eseguita e fiducia nella comunicazione tra le unità e nei collegamenti di cui hanno bisogno del sistema di difesa dell'Ucraina. Sono sicuro che Rustem Umerov sarà in grado di fornirla".
"Potrebbe sembrare un po' egoista, ma ho bisogno che mio marito, non una figura storica, sia al mio fianco" e anche "ai nostri figli manca il padre", ma "restiamo forti, abbiamo forza sia emotiva che fisica. E sono sicura che ce la faremo insieme": lo ha detto la 'first lady' ucraina Olena Zelenska in una intervista insolitamente intima alla Bbc, in cui racconta l'impatto emotivo che la guerra ha avuto sulla sua famiglia.
"Non ci vediamo quanto vorremmo"
Quando la Russia ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022, Olena Zelenska ha trascorso mesi nascosta in luoghi segreti con i suoi figli con "una costante sensazione di adrenalina" - racconta - ma con il passare del tempo, ha ritenuto che fosse "necessario" iniziare a vivere la vita "nelle condizioni esistenti". La guerra ha portato l'ex sceneggiatrice sotto i riflettori, e da allora ha viaggiato per il mondo per incontrare leader e tenere discorsi. "Non viviamo insieme con mio marito, la famiglia è separata" - ha detto Olena Zelenska alla BBC: "Abbiamo l'opportunità di vederci ma non così spesso come vorremmo. A mio figlio manca suo padre".
Incertezza
"Mi addolora vedere che i miei figli non possano pianificare nulla" - ha aggiunto -. Mia figlia ha 19 anni, a quell'età si sognano viaggi, nuove sensazioni, emozioni. Lei non ha questa opportunità".
Esempio
Olena e Volodymyr stanno insieme dai tempi del liceo, e hanno poi continuato a lavorare insieme: lui come attore e lei come sceneggiatrice. "Credo in lui. E lo sostengo. So che ha abbastanza forza. Per qualsiasi altra persona che conosco, penso che sarebbe molto più difficile questa situazione. È davvero una persona molto forte e resiliente. E questa resilienza è ciò di cui tutti abbiamo bisogno in questo momento". E anche lei si è fatta forza: "Spero davvero di poter ispirare qualcuno, di poter dare speranza o consigli a qualcuno, o di dimostrare con il mio esempio che viviamo, lavoriamo, andiamo avanti". E i prossimi giorni? "Gli ucraini non possono essere sicuri del domani o avere fiducia nel futuro", ha spiegato. "Abbiamo una grande speranza per la vittoria, ma non sappiamo quando arriverà. E questa lunga attesa, lo stress costante, hanno il loro prezzo."
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato nel suo discorso serale di voler sostituire il ministro della Difesa Oleksii Reznikov. Al suo posto Rustem Umerov.
"Ho deciso di sostituire il ministro della Difesa ucraino. Oleksii Reznikov ha vissuto più di 550 giorni di guerra su larga scala. Credo che il ministero abbia bisogno di nuovi approcci e di altre forme di interazione sia con i militari che con la società.
Rustem Umerov dovrebbe ora dirigere il ministero. La Verkhovna Rada lo conosce bene e Umerov non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Mi aspetto che il Parlamento sostenga questo candidato" ha concluso Zelensky.
Reznikov era stato accusato di essere coinvolto in un caso di corruzione su alcune forniture militari a prezzo gonfiato ed era dato per dimissionario già da qualche giorno. Ora potrebbe essere riciclato come ambasciatore nel Regno unito.
Reznikov aveva sempre respinto le accuse di corruzione, anche se secondo un'inchiesta realizzata da diversi media ucraini, nell'autunno del 2022 il ministero della Difesa aveva firmato un contratto con un'azienda turca per la fornitura di uniformi invernali, il cui prezzo dopo la firma è triplicato. Il suo posto sarà preso dal capo del Fondo del demanio statale Rustem Umerov.
Le forze ucraine hanno liberato finora 47 chilometri quadrati di territorio vicino alla città occupata di Bakhmut, nell'est del Paese, di cui tre la settimana scorsa: lo ha reso noto su Telegram la viceministra della Difesa, Hanna Malyar.
"Nel settore di Bakhmut, il nemico sta conducendo azioni difensive per frenare l'avanzata delle nostre truppe e sta tentando senza successo di riguadagnare il terreno perduto nelle aree di Klishchiyivka, Kurdyumivka, Ozaryanivka nella regione di Donetsk - ha aggiunto -. Abbiamo ottenuto qualche successo nell'area di Klishchiyivka".
Mosca ha reso noto di aver colpito un porto ucraino sul Danubio al confine con la Romania: lo ha dichiarato l'Esercito.
L'Ucraina ha definito una "vittoria dell'umanesimo" la decisione del Comitato del Nobel di revocare l'invito all'ambasciatore russo alla cerimonia di premiazione di quest'anno a Stoccolma. "Una vittoria dell'umanesimo", ha scritto su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri Oleg Nikolenko, il quale ha auspicato che una "decisione simile" venga presa in occasione della consegna del Premio Nobel per la Pace, che si terrà a Oslo. Per ora il Comitato ha mantenuto l'invito senza restrizioni alla cerimonia di consegna del Nobel per la pace, escludendo invece dalle altre premiazioni Russia, Bielorussia e Iran.
La fondazione Nobel ha appena annunciato che revocherà l'invito all'ambasciatore russo, a quello iraniano e a quello bielorusso per la cerimonia di premiazione dei Nobel, secondo quanto riportato dalla Tv di servizio pubblico svedese, Svt. In un comunicato, la fondazione Nobel riporta che le "forti reazioni in Svezia" l'hanno spinta a cambiare decisione: "Il consiglio della fondazione Nobel ha deciso di ripetere l'eccezione alla prassi ordinaria dell'anno scorso e non invitare la Russia, la Bielorussia e l'Iran alla cerimonia a Stoccolma". Alla cerimonia a Oslo per il Nobel della Pace saranno però invitati tutti gli ambasciatori.
Le proteste
Prima del dietrofront della fondazione, diversi esponenti politici svedesi hanno criticato la decisione e annunciato di non voler assistere alla cerimonia, qualora vi partecipasse l'ambasciatore russo. Perfino il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia si è detto "sorpreso" della decisione di invitare l'ambasciatore di Mosca e secondo quanto dichiarato dall'ufficio stampa della Famiglia Reale, si sarebbe riservato di "riflettere" se partecipare o meno alla cerimonia a dicembre. Le pressioni hanno portato ad un cambiamento della lista degli invitati a Stoccolma ma, come detto, alla cerimonia di Oslo per il Nobel della Pace saranno invitati tutti gli ambasciatori.
Le forze armate russe hanno distrutto nella notte una barca sommergibile senza equipaggio che tentava nuovamente di colpire il ponte della Crimea. Lo scrive l'agenzia Tass, citando il ministero della Difesa russo. Il drone navale è stato colpito verso le 2.10 ora locale nel Mar Nero. Le forze armate russe hanno poi distrutto in un secondo momento altri due droni navali diretti contro il ponte della Crimea, riporta sempre il ministero della Difesa russo.
La polizia ucraina ha reso noto che sono stati segnalati oggi allarmi bomba in tutte le scuole di Kiev, nel primo giorno del nuovo anno scolastico: lo riportano i media ucraini. "Abbiamo ricevuto informazioni sulla presenza di bombe nelle scuole di Kiev... Tutti gli istituti scolastici sono controllati dalle forze di polizia di Kiev", si legge in un comunicato. Le autorità decideranno insieme alla polizia se è necessaria l'evacuazione dei bambini e degli insegnanti, prosegue la nota. "Tutti gli istituti scolastici sono controllati dalle forze di polizia di Kiev con il coinvolgimento del Servizio di emergenza dello Stato", ha detto all'agenzia di stampa Afp una portavoce della polizia, Yulia Girdvilis, invitando la popolazione a "mantenere la calma".
Quattro milioni di studenti cominciano la scuola
Quasi quattro milioni di studenti stanno tornando a studiare oggi in Ucraina, sia virtualmente che in classe, ha dichiarato il ministero dell'Istruzione ucraino. Dall'inizio dell'invasione del Paese da parte della Russia il 24 febbraio 2022, migliaia di scuole ucraine sono state danneggiate o distrutte. "La nazione ha preservato l'opportunità per i bambini di andare a scuola in Ucraina", ha dichiarato sui social media il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. "Gli insegnanti ucraini sono dei veri eroi", ha aggiunto. Più di 3,6 milioni di bambini frequentano la scuola in Ucraina, di cui quasi 900'000 studiano a distanza, ha precisato Yermak. "L'importante è che i nostri figli studino", ha dichiarato il generale Valery Zaluzhny, comandante in capo delle forze armate ucraine. "E i nostri educatori, insegnanti e docenti insegneranno. Perché la conoscenza e la cultura sono ciò che ci distingue dal nemico", ha sottolineato. Da parte sua, il sindaco della città occidentale di Leopoli, Andriy Sadovy, ha affermato che gli studenti impareranno a pilotare i droni, pubblicando una foto di ragazzi dietro ai computer. "Questa è la nostra nuova realtà", ha dichiarato sui social media.
La Russia ha creato una barriera sottomarina di navi affondate attorno al ponte di Crimea (o ponte di Kerch) per proteggerlo da eventuali altri attacchi ucraini con droni marini. Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. "La Russia sta impiegando una serie di difese passive, come generatori di fumo e barriere sottomarine, oltre a misure di difesa attiva come i sistemi di difesa aerea, per rafforzare la sicurezza degli attraversamenti e minimizzare i danni di futuri attacchi", si legge nel rapporto pubblicato su X.
Il ponte
"L'importanza del ponte sia per la logistica sia per il simbolismo dell'occupazione russa richiede queste ampie misure di protezione", commentano gli esperti di Londra. Le immagini satellitari, aggiungono, confermano - a partire dal 29 agosto - la creazione di una "barriera sottomarina di navi sommerse e bracci di contenimento per scoraggiare gli attacchi dei veicoli di superficie senza equipaggio (Usv) contro il ponte di Crimea". In particolare, nella parte meridionale del ponte, questa barriera comprende diverse navi distanti 160 metri l'una dall'altra, collocate nello stesso punto in cui il ponte è stato colpito il 17 luglio scorso dagli Usv ucraini "Sea Baby". Altre contromisure per proteggere il ponte, conclude il rapporto, includono l'uso di generatori di fumo Tda-3 montati su camion, che sono stati testati il 24 maggio scorso e sono stati impiegati il 12 agosto.
Tre persone sono rimaste ferite nell'attacco missilistico russo nella regione ucraina di Vinnytsia che ha colpito un'impresa privata: lo ha reso noto il capo dell'Amministrazione militare regionale, Serhiy Borzov, come riporta Rbc-Ucraina. Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in collegamento video al Forum The European House-Ambrosetti a Cernobbio ha dichiarato che "senza la Crimea, senza il Donbass e i territori occupati non ci potrà essere una pace sostenibile in Ucraina e quindi nemmeno nell'area europea". "L'Ucraina - ha aggiunto - essendo una nazione civilizzata non riconosce la parte di Crimea che appartiene alla federazione russa, altri Paesi non riconoscono questo e quindi la situazione non è sostenibile e ci sarà un caos permanente, è questo che cerca la Russia. Questo può essere risolto in modo diplomatico o militare. Le truppe russe dovrebbero lasciare la penisola senza ulteriori pressioni, consentirebbe di risparmiare vite".
Il sindaco di Mosca, Sergey Sobyanin, ha reso noto che le unità di difesa aerea russe hanno intercettato oggi un altro drone - dopo quello di ieri - mentre si dirigeva verso la capitale. Lo riporta la Tass. "Oggi le unità di difesa aerea in servizio hanno intercettato un altro drone che cercava di avvicinarsi a Mosca", ha scritto il sindaco sul suo canale Telegram, precisando che il velivolo senza pilota è stato intercettato nella zona di Lyubertsy, una città satellite alle porte di Mosca. Non sono stati segnalati danni o vittime, ha aggiunto Sobyanin.
Drone abbattuto
Poco fa, il ministero della Difesa russo ha reso noto di avere abbattuto questa mattina un altro drone ucraino nella regione di Belgorod: lo riporta la Tass. "Questa mattina alle 7:30 ora di Mosca (le 6:30 in Svizzera), le forze russe hanno sventato il tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico alle strutture russe con un drone di tipo aereo - ha dichiarato il ministero -. Il velivolo senza equipaggio è stato distrutto dai sistemi di difesa aerea sopra la regione di Belgorod". Il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha affermato da parte sua che non ci sono state vittime o danni.
La Svizzera adotta nuove sanzioni nei confronti della Bielorussia. Lo ha comunicato oggi il Consiglio federale, annunciando di aver ripreso le ultime misure decise dall'Unione europea il 3 agosto. In una nota, il Governo ricorda che il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) aveva già esteso il 15 agosto le sanzioni svizzere, come da sua competenza, a 38 persone e 3 organizzazioni. Quelle adottate oggi, che entreranno in vigore alle 18.00, si giustificano col fatto che la Bielorussia è tuttora coinvolta nell'aggressione russa contro l'Ucraina, spiega l'esecutivo.
Nuove sanzioni
Le nuove disposizioni riguardano il divieto di esportare beni e tecnologie per un uso nell'aviazione o nell'industria spaziale. Oltre ai veicoli di navigazione aerea o spaziale, l'elenco dei beni oggetti di divieto include, tra gli altri, reattori, propulsori e pneumatici di gomma. Sono previste deroghe per i veicoli di navigazione aerea utilizzati anche nel settore medico. È stata inoltre estesa la lista dei beni destinati al rafforzamento militare e tecnologico della Bielorussia. Ora, ad esempio, non è più possibile esportare dispositivi semiconduttori o circuiti elettronici. Aggiornati anche i divieti di esportazione concernenti i beni e le tecnologie a duplice impiego e i beni destinati al rafforzamento militare e tecnologico della Bielorussia.
Il Gruppo Wagner ha lanciato oggi sul suo canale Telegram una campagna di reclutamento invitando gli aspiranti combattenti a contattare il suo call center. Requisito principale: una buona forma fisica. "Ragazzi, chi vuole trovare un lavoro deve rendersi conto che già ora è necessario raccogliere un pacchetto di documenti per l'assunzione", recita l'annuncio. "Vi invitiamo a rivolgervi all'agenzia 'turistica' WAGNER GROUP©", prosegue il messaggio fornendo un numero di telefono e un indirizzo di posta elettronica da contattare. Tra i documenti necessari, sottolinea, sono obbligatori il passaporto, una fedina penale pulita, oltre a un elettrocardiogramma e il certificato che attesti la salute orale. "Ma il fattore più importante è il superamento del test di idoneità fisica - conclude l'annuncio -: Corsa di 1 chilometro in 4 minuti e 30 secondi. Trazioni alla sbarra per 13 volte". Lo scorso 24 agosto, all'indomani dell'incidente aereo costato la vita al fondatore Yevgeny Prigozhin, i mercenari della Wagner si erano impegnati a "portare a termine tutti i compiti" che erano stati loro assegnati.
Il test del Dna, effettuato in Russia, ha confermato l'identificazione del capo della Wagner Yevgheny Prigozhin fra i morti dell'incidente aereo di mercoledì. Lo conferma la commissione d'inchiesta russa sull'incidente, citata dalle agenzie. "I test genetici molecolari" sui resti ritrovati dopo lo schianto del jet privato di Prigozhin nella regione di Tver, fra Mosca e San Pietroburgo, "sono terminati", ha fatto sapere la Commissione d'inchiesta russa, e le identità delle 10 vittime di cui sono stati ritrovati i resti "corrispondono alla lista" dei passeggeri e dei membri dell'equipaggio dell'aereo, fra i quali figuravano, oltre a Prigozhin, anche il fondatore del Gruppo Wagner, Dmitri Utkin. Il comunicato non fornisce altri dettagli.
Il numero di mercenari russi in Bielorussia sta gradualmente diminuendo: la maggior parte di loro torna in Russia. Lo ha detto il portavoce del Servizio di Guardia di Frontiera ucraino, Andriy Demchenko, al canale United News, come riporta Ukrinform. "Anche prima degli eventi del 23 agosto, che hanno avuto luogo nella Federazione Russa, abbiamo registrato che il numero di mercenari russi in Bielorussia stava diminuendo", ha affermato Demchenko riferendosi all'incidente aereo di mercoledì costato la vita a Yevgeny Prigozhin. "Non in modo significativo, ma gradualmente il numero di mercenari in Bielorussia stava diminuendo - ha precisato -. E ora è chiaro che dal 23 il loro numero ha continuato a diminuire".
La Russia non ha sospeso la mobilitazione e sta valutando la possibilità di arruolare altre 450.000 persone: lo ha detto il capo dell'intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, in un'intervista a Radio Liberty. Lo riporta Ukrainska Pravda. "Adesso stanno valutando un'opzione, questa non è ancora del tutto risolta, altri 450mila per la leva", ha affermato Budanov ricordando che lo scorso autunno Mosca ha arruolato circa 350.000 russi. Ma la mobilitazione segreta continua, ha aggiunto, e attualmente vengono richiamate ogni mese dalle 20.000 alle 22.000 persone. "Di per sé, questo porta alla seguente domanda: 'Perché una tale cifra, se le perdite, come si dice, sono trascurabili?' Ebbene, vedrete che la verità sarà da qualche parte nel mezzo", ha spiegato Budanov.
Mosca ha affermato di aver abbattuto 42 droni ucraini in Crimea, descrivendo un massiccio attacco alla penisola annessa dove Kiev ha dichiarato ieri di aver effettuato una rara operazione di commando. "Nove droni sono stati distrutti in seguito all'impatto del fuoco sul territorio della Repubblica di Crimea. Trentatre droni sono stati neutralizzati a distanza e si sono schiantati senza raggiungere il (loro) obiettivo", ha indicato la Difesa russa su Telegram. Il ministero non ha fornito informazioni su eventuali danni o vittime a seguito della distruzione dei dispositivi. Il governatore di Sebastopoli Mikhail Razvojayev aveva riferito in precedenza che diversi aerei erano stati abbattuti "nella zona di Capo Chersoneso" situata nel sud-ovest della penisola, a circa 10 km da Sebastopoli, porto d'origine delle navi russe.
I servizi di emergenza non hanno riscontrato "nessun danno alle infrastrutture civili", ha affermato Razvojayev. Dal lancio dell'offensiva contro l'Ucraina nel febbraio 2022, la Crimea è stata obiettivo frequente di attacchi ad aerei e navi con droni. Alla fine di luglio, 25 di questi apparecchi diretti contro la penisola erano stati abbattuti da Mosca senza provocare vittime. Altri ventotto avevano subito la stessa sorte a metà luglio.
Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso le sue condoglianze a tutti coloro che sono morti nello schianto ieri del jet della Wagner. Lo riferiscono le agenzie russe. Il leader del Cremlino ha reso omaggio al "contributo dei combattenti della Wagner contro il neonazismo" in Ucraina, assicurando che "non sarà dimenticato".
"Un uomo dal destino difficile"
Riferendosi al capo del leader del gruppo paramilitare Yevgeny Prigozhin, Putin ha detto, durante un incontro con il capo dei separatisti del Donetsk Denis Pushilin, che "era un uomo dal destino difficile ma di talento" e che, "da quanto ne so, era tornato dall'Africa proprio ieri e aveva incontrato qui alcune autorità". L'inchiesta sullo schianto dell'aereo sarà esaustiva, ha assicurato Putin. "Il capo del Comitato investigativo - ha aggiunto - mi ha fatto rapporto stamane."
Il corpo di Yevgeny Prigozhin, che secondo le autorità russe era a bordo di un jet privato schiantatosi ieri tra Mosca e San Pietroburgo, sarebbe stato identificato con "prove circostanziali", ma la conferma potrà venire solo dal test del Dna. Lo scrive il sito di notizie russo Fontanka, il quale afferma di avere parlato con un membro della squadra di investigatori sul luogo dello schianto, ha sottolineato che i corpi ritrovati sono carbonizzati e quindi non è possibile un riconoscimento visivo.
Un canale Telegram, "VChK-OGPU", afferma che un segno indiretto che uno dei corpi trovati è quello del leader del gruppo paramilitare Wagner è che gli manca una falange di un dito della mano.
Le forze ucraine hanno piantato la bandiera ucraina sul suolo della Crimea occupata durante l'operazione speciale condotta oggi: lo ha reso noto il servizio stampa dell'intelligence militare ucraina, come riporta Rbc-Ucraina. Questa notte in Crimea si è svolta un'operazione del Servizio di sicurezza dello Stato ucraino con il supporto della marina militare, scrive Rbc-Ucraina citando il servizio stampa dell'intelligence militare: unità speciali su moto d'acqua sono sbarcate sulla costa vicino agli insediamenti di Olenevka e Mayak. "Durante la missione, i difensori ucraini hanno ingaggiato una combattimento con le unità di occupazione - si legge in un comunicato -. Di conseguenza, il nemico ha subito perdite tra il personale e ha distrutto le attrezzature nemiche. E nella Crimea ucraina è tornata a sventolare la bandiera nazionale". "Tutti gli obiettivi e i compiti sono stati portati a termine. Al termine dell'operazione speciale, i difensori ucraini hanno lasciato la scena senza perdite", prosegue la nota.
Dall'inizio della guerra in Ucraina, la Svizzera ha stanziato fino al 31 luglio 2,03 miliardi di franchi per le persone colpite dal conflitto. La maggior parte dei fondi è destinata all'accoglienza e al sostegno di quelle che beneficiano dello status di protezione S. Quasi 1,7 miliardi, pari all'82% del totale, sono stati destinati a questo scopo, scrive il Consiglio federale in risposta a un'interpellanza di Lorenzo Quadri (Lega/TI). Tale somma, che comprende il sostegno della Confederazione ai Cantoni per l'assistenza sociale e vari programmi di sostegno cantonali, è stata stanziata dalla Segreteria di Stato della migrazione.
Le cifre
295 milioni (pari al 14 %) provengono dalle unità responsabili della cooperazione internazionale per l'aiuto umanitario e per le misure di cooperazione economica e allo sviluppo. I fondi sono stati impiegati per il soccorso invernale, la consegna di oltre 1'200 tonnellate di materiale di soccorso, il sostegno ai sistemi sanitari, alla decentralizzazione, alla digitalizzazione, alla formazione professionale e alle PMI e per il rafforzamento del settore agricolo. Alcuni progetti e fondi multilaterali sono destinati a più Paesi. Circa 45 milioni di franchi sotto forma di spese della cooperazione internazionale sono andati a beneficio delle popolazioni colpite dalla guerra che vivono nei Paesi della regione, in particolare in Moldova. 32 milioni (pari al 2 %) sono stati messi a disposizione dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport per finanziare la fornitura di materiale all'Ucraina (per es. camion dei pompieri, attrezzature mediche, abbigliamento invernale). Circa 10 milioni sono impiegati per sostenere l'attuazione, da parte di organizzazioni internazionali, di progetti nei Paesi limitrofi all'Ucraina, per esempio nei settori dell'integrazione, delle infrastrutture, della protezione e dell'inserimento nel mercato del lavoro. Altri uffici federali hanno contribuito con circa 25 milioni (l'1%) per prestare aiuto alla popolazione colpita, tutelando i beni culturali, sostenendo ricercatrici e ricercatori ucraini in Svizzera o partecipando all'organizzazione della Ukraine Recovery Conference a Lugano
Il Gruppo Wagner ha invitato oggi i suoi mercenari a non fare "nulla di stupido" alla luce della morte del fondatore Yevgeny Prigozhin. "Fratelli! Al momento, stiamo aspettando informazioni dai nostri comandanti. Non saltate alle conclusioni! Ora siamo tutti in preda alle emozioni, ma dobbiamo mantenere il controllo. Non fate nulla di stupido...", si legge in un messaggio pubblicato sul canale Telegram del gruppo.
"Oggi celebriamo il 32/o anniversario della nostra indipendenza: l'indipendenza dell'Ucraina. Una festa delle persone libere. Una festa delle persone forti. Una festa delle persone con dignità. Una festa tra pari. Uomini e donne ucraini. Tutti. In tutto il nostro Paese. Questo è un valore per ognuno di noi. Ed è per questo che stiamo lottando. E tutti sono importanti in questa lotta. Perché questa è una lotta per qualcosa che è importante per tutti. Un'Ucraina indipendente. Felice giorno dell'indipendenza, Ucraina! Gloria all'Ucraina!": lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Scholz: "A fianco di Zelensky, ammiriamo il vostro coraggio"
"Siamo al tuo fianco presidente Zelensky. Oggi celebrate l'indipendenza e la libertà della vostra nazione. Sono proprio questi i principi che tutto il vostro Paese sta difendendo nella vostra coraggiosa lotta contro la brutale aggressione della Russia. Ammiriamo il vostro coraggio e la vostra forza". Lo ha scritto su X il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in occasione della festa nazionale del Giorno dell'indipendenza dell'Ucraina, taggando direttamente il presidente Zelensky.
Von der Leyen: "Auguri agli ucraini, ispirazione per gli europei"
"La forza dell'Ucraina risiede nel suo popolo. Nel loro coraggio, nella loro forza e nella loro duratura speranza in un futuro di pace e prosperità in un'Europa unita. Sono un'ispirazione per tutti gli europei. Auguri al presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky e al popolo ucraino per il giorno dell'indipendenza dell'Ucraina". Lo scrive su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Yevgeny Prigozhin e Dmitry Utkin erano a bordo dell'aereo Embraer precipitato. Lo conferma la Rosaviatsia, l'Agenzia federale russa per il trasporto aereo, citata dalla Tass. I servizi di emergenza russi, citati da Interfax, riportano inoltre che i corpi di tutte le dieci persone che viaggiavano a bordo dell'aereo di Yevgney Prigozhin precipitato tra Mosca e San Pietroburgo sono stati recuperati e l'operazione di ricerca è stata completata.
Morti altri membri della Wagner
Oltre a Prigozhin e al suo braccio destro, il comandante Dmitry Utkin, sull'aereo era presente anche un altro vice del Gruppo Wagner, Valery Chekalov, ex uomo d'affari, associato alle strutture commerciali di Prigozhin e presunto responsabile del servizio di sicurezza della milizia. Lo riporta Baza. Tra i passeggeri, sono stati segnalati anche altri membri del Gruppo Wagner: Yevgeny Makaryan, Alexander Totmin, che avrebbe combattuto in Sudan, Serghei Propustin, lanciatore di granate, e Nikolai Matuseyev, sul quale non è stato possibile trovare informazioni.
A lutto la sede di San Pietroburgo
La sede del Gruppo Wagner di San Pietroburgo mostra una croce formata dalle luci accese degli uffici, a simboleggiare il lutto per la scomparsa del capo della milizia Yevgney Prigozhin e del suo braccio destro Dmitry Utkin. Le immagini sono state diffuse da diversi medi russi, come Meduza.
Grey Zone: "Utkin è morto, sarà per sempre comandante di Wagner"
"Dmitry Valeryevich Utkin, eroe della Russia e detentore di quattro ordini del coraggio, conosciuto in tutto il mondo anche con il suo nome di battaglia Wagner, che era e anche dopo quanto accaduto sarà per sempre comandante del 'Gruppo Wagner' - è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia. Ma anche all'inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia!". Lo scrive Grey Zone, canale Telegram vicino al Gruppo Wagner.
Opposizione Minsk: "Prigozhin assassino, non ci mancherà"
La leader dell'opposizione bielorussa in esilio Svetlana Tikhanovskaya ha dichiarato che il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, era un "assassino" che "non mancherà a nessuno", dopo la caduta dell'aereo del leader mercenario in Russia. "Il criminale Prigozhin non mancherà a nessuno in Bielorussia. Era un assassino e deve essere ricordato come tale", ha scritto Tikhanovskaya su X, ritenendo che "la sua morte potrebbe smantellare la presenza di Wagner in Bielorussia", Paese alleato di Mosca.
Un aereo con 10 persone a bordo si è schiantato tra Mosca e San Pietroburgo. Lo hanno reso noto i servizi di emergenza russi, aggiungendo che non ci sono superstiti. "Nell'aereo precipitato nella regione di Tver, in Russia, Evgeny Prigozhin era elencato tra i passeggeri". Lo riferisce Rosaviatsia, l'agenzia federale del trasporto aereo russo, citato dai media russi. Secondo il canale Telegram vicino a Wagner Grey Zone, "il business jet Embraer Legacy 600 con numero di registrazione RA-02795, che apparteneva a Yevgeny Prigozhin, è stato abbattuto dal fuoco della difesa aerea del ministero della Difesa russo".
"Inizialmente a bordo c'erano sette persone. Prima che l'aereo si schiantasse, i residenti locali hanno ascoltato due raffiche di caratteristiche difese aeree, e ciò è confermato dalle scie di condensazione nel cielo in uno dei video, così come dalle parole di testimoni oculari diretti", scrive Grey Zone nel messaggio pubblicando alcune immagini e video dell'aereo che cade e dei rottami in fiamme. Tra i passeggeri a bordo dell'aereo ci sarebbe stato anche il numero due e co-fondatore del gruppo mercenario Wagner, Dmitry Utkin. Lo scrive il Kyiv Post che cita canali Telegram russi, anche se non ci sono conferme ufficiali.
L'intervento russo in Ucraina è stato motivato dal desiderio di "fermare la guerra di sterminio intrapresa dall'Occidente". Lo ha detto il presidente Vladimir Putin intervenendo in videoconferenza al summit del Brics a Johannesburg. Lo riferisce la Tass. "La Russia ha deciso di sostenere la gente che sta combattendo per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua lingua e il suo futuro", ha detto Putin riferendosi alle popolazioni del Donbass. "Le nostre azioni in Ucraina - ha aggiunto - hanno una sola ragione: mettere fine alla guerra scatenata dall'Occidente e i suoi satelliti in Ucraina contro il popolo del Donbass".
Il presidente russo ha proseguito affermando che i paesi del Brics sono "contro ogni egemonia e la propaganda di alcuni paesi su una loro esclusività e la loro nuova politica basata su questo postulato, una politica di continuazione del colonialismo e del neocolonialismo". Putin ha quindi ringraziato gli altri paesi membri per i loro tentativi di raggiungere una pace negoziata "giusta" in Ucraina. "Siamo grati ai nostri colleghi del Brics che partecipano attivamente agli sforzi per mettere fine a questa situazione e per raggiungere una soluzione giusta con mezzi pacifici", ha detto Putin.
Il generale Serghei Surovikin è stato sostituito al comando dell'Aeronautica dal generale Viktor Afzalov, secondo quanto scrive l'agenzia Ria Novosti citando sue fonti. Surovikin, già comandante delle forze russe in Siria e capo delle operazioni in Ucraina dall'ottobre 2022 al gennaio di quest'anno, ha comandato le forze aerospaziali dal 2017. Negli ultimi mesi si erano diffuse voci, mai confermate, di una sua rimozione e anche di un suo arresto per un presunto appoggio al capo della Wagner Yevgeny Prigozhin nel tentato ammutinamento del 24 giugno. Di Surovikin non si hanno più notizie certe proprio dal 24 giugno, quando ha diffuso un video invitando i ribelli della Wagner a mettere fine alla loro marcia verso Mosca prima che fosse "troppo tardi".
Qualche giorno dopo il "Financial Times" aveva scritto di aver saputo che era stato fermato, anche se non era chiaro se perché "accusato di essere un complice della rivolta o se semplicemente detenuto per essere interrogato". Ma la figlia del generale aveva smentito tali informazioni. Sempre alla fine di giugno, interrogato sull'argomento, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva definito queste voci come semplici "pettegolezzi". Ieri un autorevole giornalista russo, l'ex redattore capo dell'emittente radio Echo di Mosca Alexei Venediktov, e un influente blog militare, Rybar, erano tornati a parlare di un siluramento di Surovikin.
Domino's Pizza abbandona la Russia dichiarando bancarotta, non essendo riuscita a trovare un compratore locale, come invece hanno fatto molte altre società occidentali che hanno lasciato il Paese dopo l'inizio del conflitto in Ucraina. Lo ha annunciato DP Eurasia, la società da cui dipende l'attività di Domino's Pizza in Russia, oltre che in Turchia, Azerbaigian e Georgia. Lo riferisce il quotidiano del mondo imprenditoriale russo Kommersant. "In un ambiente sempre più difficile, Domino's Pizza Russia è costretta a fare questo passo, che porterà alla fine dei tentativi di vendere la società", si legge in una nota. "La richiesta di bancarotta verrà presentata secondo i requisiti di legge", si aggiunge nel comunicato". Domino's Pizza Russia, la terza azienda del Paese per le consegne a domicilio, ha una rete di 142 pizzerie.
Le forze russe hanno bombardato la regione di Kherson, ferendo un civile, e hanno attaccato quella di Kharkiv, uccidendo un uomo. Lo riferiscono le autorità ucraine, citate dal Kyiv Independent.
L'amministrazione militare della regione di Kherson ha riferito che l'artiglieria russa ha colpito cinque volte il villaggio di Zolota Balka, che si trova sulla sponda occidentale del fiume Dnipro, ferendo un uomo di 69 anni. L'area è soggetta a bombardamenti russi quotidiani e ad attacchi aerei dall'altra parte del fiume, dove le truppe di Mosca sono stazionate da quando sono state respinte dalla sponda occidentale durante la controffensiva ucraina del novembre dello scorso anno. Il servizio di emergenza statale ha anche riferito che le forze russe hanno colpito un ospedale non funzionante e un'area residenziale nella città di Vovchanks, nella regione di Kharkiv, uccidendo un uomo di 71 anni.
Il primo ministro olandese Mark Rutte ha ufficializzato l'impegno di Paesi Bassi e Danimarca a fornire 42 caccia F-16 all'Ucraina.
Durante una conferenza stampa congiunta in una base aerea di Eindhoven il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito affermando che "il terzo punto di oggi è assolutamente storico, potente e stimolante per noi". "Questo è un altro passo verso il rafforzamento dello scudo aereo dell'Ucraina." Il presidente ucraino ha aggiunto: "Mark Rutte e io abbiamo raggiunto un accordo sul numero di F-16 da trasferire all'Ucraina, dopo che i nostri piloti e ingegneri avranno completato il loro addestramento. 42 jet. E questo è solo l'inizio".
Anche senza essere un mediatore ufficiale, la Svizzera può incoraggiare con discrezione il dialogo fra Mosca e Kiev. A dirlo è l'alto diplomatico elvetico Thomas Greminger, secondo cui in Europa c'è stabilità solo con la Russia e non andandole contro.
Nessun mediatore "classico"
Berna può fare molto dietro le quinte, si dice convinto Greminger, che dirige il Centro di politica di sicurezza a Ginevra, finanziato principalmente dalla Confederazione. Le parti in conflitto "non vogliono mediatori di tipo classico", fa notare in un'intervista rilasciata all'edizione odierna della NZZ am Sonntag.
La sicurezza futura
Il centro sta lavorando sulla questione dello status e delle garanzie di sicurezza che l'Ucraina dovrà avere in futuro. "Abbiamo fatto in modo che i due belligeranti fossero informati delle proposte", aggiunge il diplomatico. Tuttavia, finora non si è giunti ad alcun risultato politicamente rilevante
Berna neutrale e più generosa
In ogni caso, continua il 62enne, per la comunità internazionale e per la Svizzera è un vantaggio che Berna resti neutrale. Anche gli interlocutori russi apprezzano la sede di Ginevra e sono molto più pragmatici di quanto suggerisca la posizione ufficiale, assicura. Stando all'ex segretario generale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), la Svizzera deve fare di più in campo umanitario e per la ricostruzione dell'Ucraina. Nello specifico, dovrebbe mostrarsi più generosa nell'accogliere i rifugiati.
Fine della guerra ancora lontana
Per l'esperto, la fine della guerra non è in vista, anzi, "lo scenario più probabile è il proseguimento di un conflitto lungo e intenso come quello a cui stiamo assistendo". A un certo punto comunque, i costi rischiano di diventare troppo elevati, il che renderebbe necessario un piano B.
Compromessi tra Russia e Ucraina
Greminger evoca "possibilità teoriche di compromesso", come cedere temporaneamente dei territori occupati alla Russia, per poi negoziarne la restituzione una volta cambiato il potere al Cremlino. In fin dei conti, afferma il diplomatico, tutto si riassume a una domanda: le parti preferiscono una guerra molto lunga e costosa o la fine del conflitto, anche se insoddisfacente?
"I nostri soldati risponderanno alla Russia per questo attacco terroristico: sarà una risposta notevole". Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo che 7 persone, tra cui una bambina di sei anni, sono rimaste uccise e altre 148 ferite in un attacco missilistico russo che ieri ha colpito la piazza centrale della città settentrionale di Chernihiv.
Il video discorso
Nel suo video discorso notturno, al termine di una visita in Svezia, Zelensky afferma che tra i 148 feriti, 15 sono bambini, e ha identificato la bimba uccisa con il nome di Sofia.
Il teatro colpito da un raid russo nel centro della città ucraina di Chernihiv stava ospitando un raduno di produttori di droni e scuole di addestramento di ricognizione aerea come parte di una giornata dimostrativa 'Uccelli feroci', sebbene solo i partecipanti all'evento conoscessero il luogo esatto. Lo scrive Ukrainska Pravda citando l'annuncio della giornata dimostrativa e Maria Berlinska, tra i responsabili dell'organizzazione dell'iniziativa.
"Solo i partecipanti verificati conoscevano il luogo dell'incontro"
"L'evento è stato ufficialmente concordato in anticipo con le autorità locali, il luogo è stato fornito dalle autorità locali. L'annuncio che ci sarebbe stato un evento era di pubblico dominio, ma il luogo specifico è stato segnalato solo a i partecipanti verificati e registrati poche ore prima dell'evento. Tutti i dati dei partecipanti vengono forniti alle autorità competenti", ha affermato la responsabile su Facebook.
Al via un'indagine operativa
"Ora stiamo lavorando con la Sbu (i servizi di sicurezza ucraini), fornendo tutti i dati necessari per un'indagine operativa", ha aggiunto, sottolineando che "non si trattava di una mostra d'affari ma una riunione chiusa di ingegneri, militari e volontari sul tema delle tecnologie militari per il fronte".
Le forze russe hanno bombardato il centro della città di Chernihiv, nel nord dell'Ucraina. Secondo il ministero dell'interno almeno 5 persone sono morte e altre 37 sono rimaste ferite. Il centro della città di Chernihiv è stato preso di mira dalle forze russe "probabilmente con un missile balistico", afferma Chaus.
Zelensky: "Un missile ha colpito proprio il centro della città"
Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l'esercito russo ha colpito la piazza centrale della città: "un missile russo ha colpito proprio il centro della città, nella nostra Chernihiv", ha detto Zelensky su Telegram. "Una piazza, il politecnico, un teatro. Un sabato qualunque, che la Russia ha trasformato in un giorno di dolore e perdita. Ci sono morti, ci sono feriti", ha scritto.
La Russia rimane "pienamente impegnata nel principio che la guerra nucleare è inaccettabile", crede che "non ci possano essere vincitori in un tale conflitto e di conseguenza non vada mai scatenato". Lo ha dichiarato il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, in un'intervista citata dall'agenzia Tass.
"È necessario prevenire qualsiasi scontro militare tra potenze nucleari, perché rischia di trasformarsi in uno scontro nucleare: l'obiettivo più importante attualmente è che ogni potenza nucleare eserciti la massima moderazione", ha sottolineato Lavrov. Il ministro degli esteri russo ha poi affermato che "il possesso di armi nucleari nel contesto della deterrenza è oggi l'unica risposta possibile ad alcune significative minacce esterne" alla sicurezza della Russia, sottolineando che lo "sviluppo della situazione" intorno all'Ucraina conferma la validità delle preoccupazioni di Mosca in questo settore.
"La deterrenza nucleare è esclusivamente difensiva"
"La politica dello Stato nel campo della deterrenza nucleare - ha assicurato Lavrov - è esclusivamente difensiva e finalizzata a mantenere il potenziale delle forze nucleari al livello minimo necessario per la difesa garantita della sovranità e dell'integrità territoriale, prevenendo l'aggressione contro la Russia e i suoi alleati".
"L'Occidente non intende negoziare nulla con Mosca"
Il ministro ha quindi sostenuto che "le riunioni multilaterali sull'Ucraina a Gedda e Copenaghen a cui la Russia non è stata invitata mostrano che l'Occidente non intende negoziare nulla con Mosca". Al momento "non ci sono prospettive per colloqui" sull'Ucraina "tra la Russia e l'Occidente" poiché "gli sponsor occidentali continuano a spingere Kiev ad alzare la posta", ha aggiunto Lavrov. A suo dire, inoltre, "più a lungo dureranno gli scontri armati, meno interesse avranno gli investitori occidentali a contribuire alla ripresa postbellica in Ucraina e più debole sarà la loro fiducia nel successo di Kiev sul campo di battaglia".
"Kiev non sarà in grado di onorare il suo debito pubblico"
Nell'intervista Lavrov ha anche messo in dubbio che "Kiev potrà essere in grado di onorare il suo debito pubblico. I contribuenti nei paesi occidentali non avranno altra scelta che portare l'onere del debito non pagato, causando più inflazione e abbassando il tenore di vita".
Il Giappone ha fatto alzare in volo suoi jet da combattimento oggi dopo aver avvistato aerei di pattuglia russi al largo del Mar del Giappone e del Mar Cinese Orientale. Lo rende noto lo Stato Maggiore di Tokyo. Due aerei hanno volato lungo la costa tra le regioni centrali e meridionali del Giappone, passando attraverso lo stretto di Tsushima e tornando allo stesso modo, ha detto il Joint Staff in una breve dichiarazione. "In risposta", ha quindi specificato, "sono stati lanciati aerei da combattimento dell'Air Self-Defense Force giapponesi". Oggi il primo ministro giapponese Fumio Kishida incontrerà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il leader sudcoreano Yoon Suk Yeol in un vertice presso la residenza presidenziale di Camp David.
La Turchia ha avvertito la Russia di evitare ulteriori escalation dopo che la marina russa ha sparato colpi di avvertimento verso una nave da carico di proprietà turca battente bandiera di Palau lo scorso fine settimana. Lo ha dichiarato l'ufficio del presidente Recep Tayyip Erdogan. "Dopo l'intervento (russo), i nostri interlocutori nella Federazione Russa sono stati avvertiti in modo appropriato di evitare tali iniziative, che aggravano le tensioni nel Mar Nero", ha dichiarato la presidenza turca, rompendo un silenzio durato giorni sull'incidente.
La Bielorussia "aiuterà sempre la Russia", ma se gli ucraini non varcheranno i confini bielorussi, Minsk non entrerà in guerra contro Kiev. Lo ha detto il presidente Aleskandr Lukashenko in un'intervista con la giornalista ucraina Diana Panchenko, ripresa dalle agenzie russe. Lukashenko ha ammesso che alcune unità dell'esercito russo sono entrate durante il conflitto in territorio ucraino dalla Bielorussia. Il presidente bielorusso ha poi detto che il conflitto in Ucraina poteva essere evitato, e "può essere fermato ora".
Lukashenko ha auspicato l'avvio di negoziati "senza precondizioni". "Penso - ha sottolineato il presidente bielorusso - che questo sia un principio classico della diplomazia. C'è il bisogno di sedersi al tavolo negoziale e discutere di tutto, compresi la Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Tutto deve essere discusso. Ci sediamo e mettiamo a punto un'agenda".
Gli Stati baltici e la Polonia stanno discutendo la possibilità di chiudere completamente i confini con la Bielorussia. Lo ha comunicato oggi la ministra degli Interni lituana, Agne Bilotaite, precisando che una decisione in merito verrà presa nel corso di un trilaterale che si terrà il prossimo 28 agosto a Varsavia, con la partecipazione dei ministri degli Interni di Lituania, Lettonia e Polonia. Bilotaite ha dichiarato di aver già discusso la questione della chiusura totale della frontiera con la Bielorussia con il suo omologo polacco, Mariusz Blaszczak, la scorsa settimana.
"La chiusura può essere efficace solo se attuata da tutti e tre i paesi confinanti"
Il ministro degli Interni lettone, Maris Kucinskis, ha commentato la notizia osservando che "la chiusura del confine con la Bielorussia può essere efficace contro gli elementi della guerra ibrida attuata dal regime di Lukashenko solo se attuata da tutti e tre i Paesi di confine - Lettonia, Lituania e Polonia - contemporaneamente".
Crescono i timori
Nel corso delle ultime settimane, i tre Paesi hanno guardato alla situazione in Bielorussia con crescenti timori. La presenza della Wagner nel Paese e la paura di provocazioni ha indotto Lituania, Lettonia e Polonia ad aumentare sensibilmente il livello di attenzione ai confini, anche con l'invio - in particolar modo nel caso della Polonia - di forze aggiuntive alle frontiere. Il sensibile aumento dei flussi migratori clandestini in arrivo dalla Bielorussia hanno inoltre alzato il livello di guardia su possibili utilizzi dei migranti come strumento di guerra ibrida.
Il Servizio di sicurezza civile ucraino (Sbu) ha confermato per la prima volta la responsabilità degli attacchi dello scorso ottobre e del mese scorso al ponte di Crimea.
Droni esplosivi: una nuova invenzione del Servizio di sicurezza ucraino
La CNN ha ottenuto in esclusiva dalla Sbu i video dell'attentato di luglio in cui si vede un primo drone, imbottito con 850 kg di esplosivo, avvicinarsi al pilone colpito e un secondo drone che si dirige verso il lato ferroviario del ponte. Il capo dell'Sbu, Vasyl Maliuk, ha detto alla CNN che l'attacco di luglio è stato realizzato con droni marini sperimentali (i "Sea Baby") e che ne seguiranno altri. L'attacco del 17 luglio ha causato danni alle corsie stradali del ponte e, secondo funzionari russi, ha ucciso due civili. Maliuk ha dichiarato alla CNN che i "Sea Baby" sono il risultato di mesi di sviluppo iniziato subito dopo l'invasione del paese il 24 febbraio 2022. "I droni di superficie sono un'invenzione unica del Servizio di sicurezza ucraino", ha affermato.
Nessun coinvolgimento da parte di società private
"Nessuna società privata è coinvolta. Con questi droni abbiamo recentemente colpito con successo il ponte di Crimea, la grande nave d'assalto Olengorskiy Gornyak e la petroliera Sig", ha aggiunto. Il riferimento è alla petroliera Sig colpita nel Mar Nero, che secondo i funzionari ucraini trasportava carburante per l'esercito russo. L'attacco alla Olengorskiy Gornyak, commenta la CNN, ha dimostrato un raggio d'azione più ampio per l'esercito ucraino, colpendo un'imbarcazione con forse 100 persone a bordo, nel porto navale russo di Novorossisk, sulla costa orientale del Mar Nero.
Questa volta si tratta di un messaggio esplicito
L'attacco di luglio al ponte di Crimea è stato ripreso - come si vede nel video fornito all'emittente tv americana - dall'interno dell'imbarcazione senza pilota, oltre che dall'esterno attraverso le telecamere a circuito chiuso installate sul ponte stesso. Fonti dell'Sbu, infatti, hanno anche fornito alla CNN due video a circuito chiuso che mostrano il momento dell'impatto del drone marino sulla sezione stradale del ponte, e poi l'esplosione di un secondo drone che colpisce dalla direzione opposta la sezione ferroviaria della struttura circa cinque minuti dopo. Finora Kiev aveva tenuto un basso profilo sugli attacchi al ponte di Crimea (o ponte di Kerch), confermando il proprio coinvolgimento attraverso dichiarazioni anonime e vaghi riferimenti a "oggetti galleggianti non identificati", scrive la CNN sottolineando che la rivendicazione della responsabilità da parte di Maliuk segna un tentativo "insolitamente diretto" di allertare Mosca sulla minaccia che questi nuovi droni rappresentano.
Maliuk fa intendere che non finisce qui
"Stiamo lavorando a una serie di nuove interessanti operazioni, anche nelle acque del Mar Nero. Vi assicuro che sarà emozionante, soprattutto per i nostri nemici", ha dichiarato Maliuk. Il capo dell'Sbu ha anche rivendicato la responsabilità del primo attacco ucraino al ponte, l'8 ottobre scorso, ma ha rifiutato di fornire dettagli al riguardo.
In caso di danni alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia non c'è un rischio di elevata radioattività in Svizzera. "Possiamo escludere l'assunzione di compresse allo iodio", afferma Gerald Scharding, responsabile della Centrale nazionale d'allarme, in un'intervista pubblicata oggi dalle testate di Tamedia.
"Forse" misure nel settore agricolo
Nel peggiore dei casi, "forse" sarebbero adottate misure nel settore agricolo, che potrebbero includere il divieto di pascolo, ma ciò richiederebbe il rilascio di gran parte delle sostanze radioattive presenti nell'impianto.
Quantità limitata di radioattività
"La cosa importante è che i reattori di Zaporizhzhia siano stati spenti", aggiunge Scharding. Ciò significa che potrebbe essere rilasciata solo una quantità limitata di radioattività, il che alleggerisce la situazione per la Svizzera. "Per la popolazione locale gli effetti sarebbero però comunque gravi".
Assunzione di compresse a iodio escluso
La Centrale nazionale d'allarme sta esaminando anche le conseguenze di un attacco nucleare contro l'Ucraina. La popolazione dovrebbe trovare rifugio negli edifici entro un raggio di 500 chilometri. La Svizzera non rientra in questo raggio. "Anche in questo caso, l'assunzione di compresse allo iodio in Svizzera è escluso". Secondo Scharding, la probabilità che il vento soffi direttamente dall'Ucraina verso Svizzera è inferiore al 20%.
Danneggiamento della centrale nucleare
La centrale nucleare di Zaporizhzhia, situata nel sud-est dell'Ucraina, è sotto occupazione russa dal marzo 2022. Da allora, l'impianto e le linee elettriche per i sistemi di raffreddamento sono stati danneggiati più volte nel corso delle ostilità. Kiev e Mosca si incolpano a vicenda.
Il presidente russo Vladimir Putin visiterà la Turchia "nei prossimi giorni": lo riporta il quotidiano turco Milliyet, sottolineando che si tratterà della sua prima visita in un Paese membro della Nato dall'inizio della guerra in Ucraina. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e Putin hanno parlato in un recente colloquio telefonico della possibile visita del leader russo in Turchia senza precisare una data, ma da settimane i media locali ipotizzano che questa avvenga a fine agosto. Il giornale sottolinea che Ankara ha intensificato gli sforzi diplomatici per ripristinare l'Iniziativa del grano in vista dell'arrivo di Putin.
Il traffico sul ponte di Crimea, interrotto questa mattina, è ripreso regolarmente. Lo riferisce sul suo canale Telegram il centro informazioni per i traffico sulla infrastruttura che collega la penisola annessa da Mosca al territorio russo. Alcuni canali Telegram locali avevano riferito di un allarme aereo nella zona della struttura nella penisola annessa alla Russia. Il ministero della Difesa russo aveva detto che sabato le forze ucraine avevano cercato di colpire il ponte con due missili, che erano stati abbattuti.
Le forze di Kiev hanno riconquistato la settimana scorsa tre chilometri quadrati di territorio nel settore di Bakhmut, nell'Ucraina orientale: lo ha reso noto in un briefing la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, come riporta Ukrainska Pravda. "Nel settore di Bakhmut, tre chilometri quadrati sono stati liberati la scorsa settimana. In totale, sono già stati liberati 40 chilometri quadrati sul fianco meridionale del settore di Bakhmut", la città conquistata dalla Russia a maggio, ha affermato Malyar.
Il traffico sul ponte di Crimea è stato interrotto questa mattina: lo riporta Rbc-Ucraina. Alcuni canali Telegram locali, aggiunge il media, riferiscono di un allarme aereo nella zona della struttura nella penisola annessa alla Russia.
Esplosioni sono state udite questa mattina a Kherson: lo riporta l'emittente statale ucraina Suspilne, che cita i suoi corrispondenti. Le esplosioni seguono gli attacchi russi di ieri nella regione che hanno provocato la morte di sette persone, inclusa un'intera famiglia: una coppia e i loro due figli di 12 anni e una neonata di appena 23 giorni.
Un video pubblicato sui social e rilanciato dai media ucraini mostrerebbe un comandante russo catturato durante un raid delle forze speciali ucraine che mostra alle forze di Kiev le posizioni delle truppe di Mosca in un'area occupata di Kherson. Secondo quanto riportato da Kyiv Post, che cita l'account russo di Telegram Grey Zone, l'uomo nel video sarebbe il maggiore Tomov, comandante del battaglione 1822 delle forze armate russe scomparso all'inizio di questa settimana.
Ancora dubbia l'autenticità del video
Il comandante sarebbe stato catturato durante un'operazione condotta dalle forze speciali ucraine su un insediamento sulla riva sinistra occupata del fiume Dnipro. Il video mostrerebbe il maggiore Tomov accovacciato su una mappa mentre dà informazioni sulle posizioni delle truppe di Mosca sul lato del fiume occupato dai russi. Il video non è stato tuttavia verificato in modo indipendente.
La Polonia invierà anche elicotteri da combattimento, oltre a 10'000 truppe aggiuntive, al confine con la Bielorussia: lo ha detto il ministro della Difesa del Paese, Mariusz Blaszczak, in un'intervista al programma tv Wiadomosci. "Non ho dubbi che le provocazioni (di Minsk, ndr) si ripeteranno, ma l'esercito polacco è preparato a molti scenari diversi e reagirà adeguatamente alla minaccia", ha detto Blaszczak. "Vi assicuro che il confine è ben protetto - ha aggiunto -. Ho deciso di inviare forze aggiuntive per proteggerlo, inclusi elicotteri da combattimento". L'invio dei 10mila soldati era stato annunciato giovedì.
"Difenderemo con determinazione il nostro territorio"
"Il trasferimento dei wagneriani in Bielorussia pone una grave sfida alla sicurezza, soprattutto nel contesto degli attacchi ibridi bielorussi-russi al nostro confine", ha affermato il ministro. "La nostra posizione è chiara: la Nato e gli alleati sono pronti a rispondere immediatamente a qualsiasi aggressione", ha aggiunto, sottolineando che "ogni pezzo di territorio della Polonia e dell'Alleanza sarà difeso con piena determinazione". Il ministero della Difesa polacco "monitora costantemente la situazione e sta facendo di tutto per rafforzare la sicurezza" della popolazione, ha proseguito Błaszczak: "Spostare le unità militari verso est, rafforzare la linea difensiva e aumentare il numero dei soldati sono azioni che proteggono i nostri cittadini", ha spiegato. E poi: "Certo, dobbiamo avere una visione fredda della situazione, prima la deterrenza".
Lo schieramento
"In totale, ci saranno circa 10.000 soldati al confine e nelle zone di confine, di cui 4.000 sosterranno direttamente la Guardia di frontiera, mentre il resto si addestrerà e guarderà in riserva. Questa è una dimostrazione della presenza dell'esercito polacco, della nostra fermezza e determinazione", ha sottolineato Błaszczak. Alla domanda su come il suo ministero aumenterà la sicurezza del corridoio di Suwałki (la striscia di terra che collega l'enclave russa di Kaliningrad alla Bielorussia, tra Polonia e Lituania), Błaszczak ha risposto: "Questi sono punti sensibili, motivo per cui stiamo rafforzando ed espandendo le unità di stanza lì. È lì che le ultime attrezzature vanno per prime".
Esplosioni sono state udite oggi a Kerch, nella Crimea annessa, e colonne di fumo sono state avvistate vicino al ponte di Crimea (conosciuto anche come ponte di Kerch): lo riporta Rbc-Ucraina, che cita canali Telegram locali.
Alexei Aksyonov, capo della Crimea annessa alla Russia, ha affermato che "due missili ucraini sono stati abbattuti dalle difese russe vicino al ponte". Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
Gli intensi combattimenti nel sud dell'Ucraina, nell'oblast di Zaporizhzhia, dov'è in corso una controffensiva di Kiev attorno a Orikhiv, sta obbligando le forze di occupazione russe a indebolire le loro difese nella regione di Kherson, dove subiscono continue incursioni anfibie dalla sponda destra a quella sinistra del fiume Dnipro, che delimita il fronte.
Lo scrive nel suo bollettino quotidiano, pubblicato dal Guardian, il ministero della Difesa britannico, che cita i servizi segreti militari di Londra.
Hacker russi hanno pubblicato un documento interno della Confederazione su un possibile scambio di blindati Piranha a favore dell'Ucraina. La Segreteria di Stato dell'economia (SECO) ha confermato l'autenticità del documento a Keystone-ATS. A essere trapelata è una convenzione linguistica sulle domande relative alla riesportazione di materiale bellico in relazione all'Ucraina. Giornali della testata Tamedia ne hanno dato notizia oggi. Il documento era stato pubblicato sul canale di messaggi Telegram del gruppo di hacker russi Joker DPR mercoledì sera.
Cosa dice il documento
Il foglio della SECO, in parte confidenziale, parla di possibili piani in relazione a uno scambio di panzer di fabbricazione svizzera per sostenere ulteriormente l'Ucraina nella guerra contro la Russia. Secondo il documento, la Danimarca potrebbe fornire i Piranha a uno Stato baltico che a sua volta li invierebbe in Ucraina. Tuttavia, la SECO non ha ricevuto alcuna richiesta concreta per questa trattativa, ha dichiarato il suo portavoce a Keystone-ATS. Secondo la Segreteria, il documento era stato messo a disposizione di uffici dell'Amministrazione federale e delle ambasciate all'estero come convenzione linguistica da usare in contesti esteri. Il portavoce ha spiegato che l'indiscrezione non è problematica in termini di contenuto, dato che è una versione risalente all'inizio del 2023 e che le informazioni in essa contenute erano già state pubblicate.
"Dimostra quanto la Svizzera sia vulnerabile"
Per il momento non è chiaro come il documento sia finito nelle mani degli hacker, i quali hanno affermato di aver trovato il documento svizzero in una e-mail di un membro dell'esercito di Kiev. Gli ucraini, a loro volta, lo avevano ricevuto dai servizi segreti statunitensi. La SECO ha aperto un'indagine. Il suo portavoce ha dichiarato che la questione è stata presa "molto seriamente". Il presidente della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati, Werner Salzmann (UDC), considera l'accaduto "molto preoccupante". "Dimostra quanto la Svizzera sia vulnerabile agli attacchi informatici", ha detto alla Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca (SRF). Il "senatore" si è inoltre detto sorpreso anche in relazione al contenuto del materiale trapelato: "Avevamo sempre criticato il fatto che tali accordi di scambio fossero una violazione della neutralità".
Le truppe russe avanzano nel nordest dell'Ucraina e in particolare nella regione di Kharkiv, tanto che Kiev ha ordinato l'evacuazione di 37 insediamenti nel distretto di Kupiansk. L'esercito russo fa simultaneamente sapere che sta "migliorando le sue posizioni" nel nordest. Le autorità ucraine stanno avviando l'evacuazione obbligatoria da 37 insediamenti nel distretto di Kupiansk nella regione di Kharkiv, riferisce il giornale in linea ucraino Ukrainska Pravda citando il canale Telegram dell'amministrazione militare di Kupyansk, a causa dell'aumento dei bombardamenti russi.
La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ha perso il collegamento alla linea principale ad alta tensione la notte scorsa ed "è sull'orlo di un altro blackout": lo scrive su Telegram la società statale ucraina per l'energia nucleare, Energoatom. "Il 10 agosto la centrale nucleare di Zaporizhzhya, temporaneamente occupata, ha perso il collegamento alla sua principale linea di trasmissione di energia esterna con una tensione di 750 kVA. In seguito, la centrale ha dovuto passare all'unica linea elettrica di riserva da 330 kVA disponibile, la cui disconnessione minaccia la perdita di energia esterna (blackout)", si legge in una nota.
Stato: "Arresto di caldo"
"In questo scenario, la principale minaccia alla sicurezza nucleare e radioattiva è rappresentata dal fatto che l'unità 4 della centrale nucleare di Zaporizhzhia è in stato di 'arresto a caldo' - ha sottolineato Energoatom. Gli occupanti gestiscono l'unità 4 in violazione delle condizioni di funzionamento dei reattori delle centrali nucleari". Secondo Taras Tkach, direttore esecutivo ad interim di Energoatom, in caso di perdita completa dell'energia elettrica esterna, le pompe di circolazione principali dell'impianto verranno spente e l'unità di potenza passerà alla cosiddetta modalità di "circolazione naturale". "In questo caso, è necessario raffreddare urgentemente la centrale in assenza di pompe di raffreddamento", ha affermato Tkach. Questa modalità è impegnativa per il reattore, la sua durata è limitata e può portare a un guasto delle apparecchiature principali del reattore, ha aggiunto Energoatom. "L'ulteriore occupazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte della Russia e l'illegittima e impreparata gestione russa, che non si assume alcuna responsabilità per la sicurezza nucleare e radioattiva dell'impianto, avvicinano costantemente la centrale al disastro - si legge ancora nel comunicato. Per questo motivo, la centrale nucleare di Zaporizhzhia deve essere immediatamente riportata sotto il pieno controllo del legittimo operatore, Energoatom, con il conseguente ritorno alla normale operatività e il ripristino della sicurezza nucleare e radioattiva dell'impianto. Ciò richiede un'azione urgente da parte dell'intera comunità internazionale".
Il ministero della Difesa russo ha detto di aver abbattuto 13 droni ucraini, 11 vicino la Crimea e altri due diretti verso Mosca. "Due Uav che volavano in direzione della città di Mosca sono stati distrutti", ha riferito il ministero in una nota. "Vicino la città di Sevastopol, due Uav sono stati centrati dai dispositivi di sicurezza anti-aerea, altri nove sono stati intercettati e sono precipitati nel Mar Nero prima di raggiungere l'obiettivo".
Il presidente russo Vladimir Putin ha deciso ieri di congelare gli accordi fiscali con oltre 30 Paesi, classificati come ostili dal Cremlino, tra cui la Svizzera. Oggi Berna ha dichiarato di non esserne stata informata attraverso i canali diplomatici solitamente utilizzati. La Svizzera è al corrente del decreto firmato da Putin, ha comunicato la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) a Keystone-ATS. L'accordo del 15 novembre 1995 tra Svizzera e Russia per evitare la doppia imposizione rientra tra le intese summenzionate. Nonostante la decisione de capo del Cremlino, dato che la Confederazione non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale, essa presume che l'accordo sia ancora in vigore bilateralmente.
Gli accordi interessati
Sono stati sospesi alcuni articoli di convenzioni volte a evitare la doppia imposizione e l'evasione fiscale, stipulate in particolare con Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, oltre che con la Svizzera. Mosca ha giustificato questa misura con presunte "violazioni degli interessi economici e di altri interessi legittimi della Federazione Russa".
I Paesi "non amici" della Russia
Le relazioni tra il Cremlino e l'Occidente sono ai minimi storici da quando, più di 17 mesi fa, la Russia ha attaccato l'Ucraina. L'Unione europea (UE), insieme agli Stati Uniti e al Regno Unito, ha reagito imponendo sanzioni economiche di ampia portata contro la Russia, manovra a cui anche la Svizzera partecipa. Mosca, da parte sua, ha classificato 50 Paesi come "Paesi non amici" e tra questi rientrano la Svizzera, le nazioni dell'UE, gli Stati Uniti e l'Australia.
Sedici persone sono rimaste ferite questa mattina in seguito a un'esplosione in un impianto ottico-meccanico di Sergiev Posad, a circa 71 km a nordest di Mosca. Lo hanno reso noto funzionari del servizio di emergenza, secondo i quali l'esplosione non è stata provocata da un drone: il servizio di emergenza ha indicato che l'esplosione è avvenuta a causa di un'interruzione dei processi tecnologici, riporta Ria Novosti. Lo riporta la Tass. "L'esplosione si è verificata sul territorio dell'impianto ottico-meccanico di Zagorsk, nella zona della caldaia. L'onda d'urto ha fatto saltare le finestre di diverse case", ha dichiarato una fonte del servizio di emergenze. Le autorità hanno annunciato l'evacuazione totale dell'impianto. L'impianto ottico-meccanico di Zagorsk è uno dei principali sviluppatori e produttori di dispositivi ottici e optoelettronici per le forze dell'ordine, l'industria e la sanità.
È salito a 9 il numero delle vittime del duplice attacco russo di ieri a Pokrovsk nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel consueto videomessaggio serale. I feriti sono 82, tra cui due bambini di cui uno in gravi condizioni. "Si chiama Nikita, ha solo 11 anni", ha detto Zelensky, confermando che il secondo attacco è avvenuto quando i soccorsi per il primo erano già cominciati. "Questo è un atto deliberato dei terroristi per causare il maggior dolore, il maggior danno. La Russia si assumerà la massima responsabilità per questo, devono esserci sentenze contro i terroristi", ha aggiunto.
I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto due droni diretti verso Mosca. Lo ha annunciato il sindaco Sergey Sobyanin citato dalla Tass. "Due droni hanno tentato di sorvolare la città - ha scritto su Telegram -. Entrambi sono stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea, uno nella zona di Domodedovo e un altro vicino all'autostrada di Minskoe. Non si registrano feriti". Anche il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver abbattuto due droni nella regione di Mosca, confermando quanto scritto su Telegram dal sindaco della capitale, Sergey Sobyanin. "Nella notte è stato sventato il tentativo del regime di Kiev di compiere un attacco terroristico con velivoli senza pilota sul territorio della regione di Mosca. Due droni - spiega una nota - sono stati abbattuti dal sistema anti-aereo" senza causare vittime o danni.
Il governo britannico di Rishi Sunak ha annunciato oggi nuove sanzioni contro l'asserita fornitura di componenti per uso militare alla Russia, nell'ambito di un'iniziativa definita dal ministro degli Esteri, James Cleverly, "senza precedenti" nei confronti della macchina bellica "di Vladimir Putin". Lo riporta il Foreign Office in una nota precisando che le misure riguardano altri 22 soggetti fra società e individui, comprese due aziende turche, una svizzera e una di Dubai (Emirati Arabi Uniti, o Eau). Rafforzate inoltre le sanzioni contro Iran e Bielorussia, sotto tiro da tempo per la cooperazione militare con Mosca. È la prima volta che Londra prende di mira - in funzione anti russa e sullo sfondo della guerra in Ucraina - aziende basate in Paesi alleati in seno alla Nato (due in Turchia e una in Slovacchia), o comunque amici come la Svizzera e gli Emirati.
Le aziende sanzionate
Oltre ai 22 soggetti di Paesi terzi inseriti in questo ennesimo pacchetto di sanzioni, la lista aggiuntiva odierna comprende tre società specializzate in elettronica con sede in Russia. Vi sono poi nuovi provvedimenti contro produttori iraniani di droni ritenuti legati al corpo della Guardia Islamica Rivoluzionaria iraniana (i cosiddetti pasdaran, già ampiamente sanzionati da Regno Unito, Usa e Ue), nonché contro ulteriori soggetti del complesso militar-industriale bielorusso. L'elenco comprende due aziende turche che si occupano di esportazioni nel settore della microelettronica e una con base a Dubai che produce tecnologia per droni (anche civili). Secondo il Foreign Office, si tratta di bersagli "strategici" sul fronte "delle forniture e degli aiuti alla macchina da guerra di Putin a sostegno dell'invasione illegale dell'Ucraina".
L'obiettivo della misura
"Le cruciali sanzioni di oggi ridurranno ulteriormente - ha dichiarato Cleverly, commentando l'annuncio - il potenziale dell'arsenale della Russia" e mirano a restringere "la rete della catena di rifornimenti diretti alla già affannata industria della difesa di Putin". "Non c'è luogo - ha quindi sentenziato il ministro in relazione al coinvolgimento di Paesi terzi - in cui chi sostiene la macchina militare russa possa nascondersi" dalle ritorsioni.
Il servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu) ha annunciato di aver arrestato un'informatrice russa che stava organizzando un attacco aereo russo nella regione di Mykolaiv durante la visita del presidente Volodymyr Zelensky. Lo riporta l'Ukrainska Pravda. "Il servizio di sicurezza ha arrestato un'informatrice dei servizi speciali russi, che, alla vigilia del recente viaggio del presidente nella regione di Mykolaiv, stava raccogliendo informazioni sulla visita programmata", ha dichiarato il servizio di sicurezza, spiegando che la donna, che lavorava in un negozio in una base militare, "ha cercato di stabilire l'orario e l'elenco dei luoghi dell'itinerario provvisorio del capo dello Stato nella regione".
Il Sbu ha diffuso una foto sfocata della donna, trattenuta dagli ufficiali, insieme a messaggi telefonici e note scritte a mano sulle attività militari. Il presidente ucraino ha visitato la regione di Mykolaiv a giugno dopo la rottura della diga di Kakhovka, che ha causato l'allagamento di gran parte dell'Ucraina meridionale, e alla fine di luglio dopo i bombardamenti mortali. L'informatrice è accusata di diffusione non autorizzata di informazioni sul movimento di armi e truppe e rischia fino a 12 anni di carcere, segnalano i servizi di sicurezza.
Via subito dall'Ucraina: è l'auspicio rivolto alla Russia dal presidente della Confederazione Alain Berset, che esorta peraltro anche a non dimenticare altri focolai di crisi. "La mia posizione è sempre stata chiara: con questo attacco la Russia ha violato palesemente le fondamentali regole internazionali", afferma il 51enne in un'intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick, che ha raggiunto l'uomo politico al Festival di Locarno. "Abbiamo bisogno di una soluzione per fermare gli atti di guerra. La Russia deve accettare il diritto internazionale e ritirarsi immediatamente dall'Ucraina. In quanto membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Russia ha una responsabilità speciale".
"La solidarietà non riguarda solo l'Europa"
Ma lo stesso Berset - chiede il giornalista - non può quale presidente fare qualcosa riguardo al tema, entro la fine dell'anno? "La Russia ha il diritto di veto, quindi non ci si può aspettare una soluzione in seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU", risponde il "ministro". "Per questo è ancora più importante rimanere solidali con l'Ucraina. La Confederazione ha deciso di fornire un forte sostegno finanziario alla ricostruzione". Allo stesso tempo, "non dobbiamo dimenticare gli altri punti critici del mondo", prosegue il capo del Dipartimento federale dell'interno, che ha annunciato le sue dimissioni dal Consiglio federale per fine anno. "In qualità di presidente della Confederazione, quest'anno sono stato in Mozambico, Botswana e Repubblica Democratica del Congo: la solidarietà non riguarda solo il continente europeo, dobbiamo guardare anche oltre".
È iniziato a Gedda, in Arabia Saudita, il summit tra i consiglieri politici e diplomatici di oltre trenta Paesi sulla formula per mettere in campo un negoziato nella guerra in Ucraina. Alla riunione partecipano i Paesi del G7, i Paesi europei e le istituzioni Ue, e i Paesi Brics. A Gedda è arrivato anche l'inviato della Cina per gli Affari euroasiatici, Li Hui. La Russia non è stata invitata.
Dieci punti per la pace
Sul tavolo si parte dalla formula di dieci punti proposta per la pace dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Mi aspetto colloqui difficili ma di successo perché tra di noi c'è la verità", ha spiegato Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Zelensky, che rappresenterà Kiev alla riunione. "La formula di pace del Presidente Zelensky è il modo per porre fine alla guerra. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto implementando punti specifici che andranno a beneficio di tutte le altre nazioni e della sicurezza globale", ha aggiunto Yermak.
Esplosioni sono avvenute nelle prime ore di oggi vicino al Ponte di Crimea, secondo i media locali. Funzionari citati da fonti russe hanno dichiarato che sono state udite deflagrazioni nella città contesa di Kerch, e il traffico sul ponte è stato bloccato. Media di Mosca affermano che un attacco di droni marini nello Stretto di Kerch avrebbe bersagliato la chimichiera (tipo di petroliera adibita al trasporto di prodotti chimici) russa Sig, e un gruppo di soccorritori è stato inviato sul posto.
Le conseguenze
All'agenzia di stampa Tass, il Centro di coordinamento per il soccorso in mare della città russa di Novorossiysk ha detto che "la sala macchine" della petroliera "è stata danneggiata, anche se non molto". La fonte ha aggiunto che l'equipaggio della nave è al sicuro.
La Svizzera non prende parte al vertice di alto livello sul conflitto in Ucraina che si tiene questo weekend in Arabia Saudita. Attesi sono i rappresentanti di circa venti Stati. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha spiegato all'agenzia Keystone-ATS che l'incontro di Gedda è una continuazione di quello di Copenaghen, e nemmeno in quell'occasione la Confederazione era presente. L'assenza di Berna era stata segnalata per prima dalle testate CH-Media.
Chi ci Al summit è prevista la presenza tra gli altri di rappresentanti di Ucraina, Stati Uniti, Unione europea, Regno Unito, Germania, Cile, Indonesia, Egitto e Turchia. La Russia invece non prenderà parte all'incontro. Il DFAE ha sottolineato che accoglie positivamente lo svolgimento di simili vertici, molto importanti per cercare una via d'uscita pacifica dal conflitto. La Svizzera segue i lavori "con attenzione" e rimane in contatto con le autorità ucraina.
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la legge che prevede, a partire dal primo gennaio 2024, di innalzare dai 27 ai 30 anni il limite massimo per la chiamata alla leva. Lo riportano i media russi. Diversamente da quanto proposto inizialmente (nella prima delle tre letture alla Duma) l'età minima resta di 18 anni e non viene innalzata a 21 anni. Questo significa che viene allargato il bacino delle persone che possono essere chiamate a prestare servizio militare fino a includere gli uomini dai 18 ai 30 anni d'età.
L'Ucraina afferma di aver messo fuori uso una nave militare russa della flotta del Mar Nero nell'attacco - che Mosca rivendica di aver sventato - al porto russo di Novorossijsk, in Crimea. Lo scrivono vari canali Telegram ucraini e il Guardian. Secondo il servizio di intelligence ucraino, la nave colpita è la Olenegorsky Gornyak, che avrebbe riportato uno squarcio nello scafo e sarebbe ora fuori uso. Un video sui social e sui canali Telegram ucraini, la cui veridicità non è verificabile, mostra in soggettiva un presunto drone marittimo che colpisce il fianco di una nave. Un altro video mostra una nave piegata su un fianco.
Nelle ultime due settimane la Russia ha condotto una serie di attacchi contro i porti ucraini sul Danubio, per colpire il commercio di cereali di Kiev, utilizzando droni kamikaze iraniani Shahed invece dei più potenti missili da crociera: questo per evitare un'escalation del conflitto che possa coinvolgere la Nato. Lo scrive l'intelligence militare britannica nel suo bollettino quotidiano rilanciato dal Guardian. Secondo il ministero della Difesa di Londra, i droni iraniani, che Mosca considera "ragionevolmente precisi", hanno colpito a non più di 200 metri dai confini Nato il porto ucraino di Ismail, sulla sponda opposta del Danubio rispetto alla Romania, membro dell'Alleanza atlantica. "C'è una possibilità realistica che la Russia usi gli Uav tipo Owa (veicoli aerei senza pilota unidirezionali, ndr) per colpire questa zona, nella convinzione di ridurre il rischio di una escalation rispetto all'uso di missili cruise: la Russia li considera probabilmente ragionevolmente precisi, pur avendo una testata molto più ridotta rispetto ai missili cruise", si legge nel bollettino.
La Polonia ha denunciato l'aumento del rischio di "provocazioni" russe e bielorusse al suo confine orientale e ha annunciato un rafforzamento delle capacità di sorveglianza, in particolare mediante il dispiegamento di elicotteri. "Se è giustificato, i soldati useranno le loro armi", ha detto il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, dopo il caso dei due elicotteri di Minsk che martedì avrebbero sconfinato. Mentre il premier Mateusz Morawiecki, ricevendo il presidente lituano, ha parlato di operazioni "destabilizzanti che aumenteranno ulteriormente". "Russia e Bielorussia stanno aumentando la pressione al confine, il numero delle loro provocazioni, e dobbiamo essere consapevoli del fatto che aumenteranno ulteriormente", ha detto il primo ministro.
Alta tensione fra Varsavia e Minsk
"Queste operazioni consistono nel destabilizzare, seminare dubbi, caos, incertezza e, allo stesso tempo, dimostrare la debolezza del fianco orientale della Nato a tutti i nostri partner" all'interno dell'Alleanza atlantica, ha spiegato il capo del governo polacco che oggi ha ricevuto il presidente lituano Gitanas Nauseda. Tra Varsavia e Minsk resta ancora alta la tensione due giorni dopo lo sconfinamento in territorio polacco di due elicotteri, che ha portato alla convocazione degli ambasciatori. Lo sconfinamento è stato negato dai bielorussi, secondo cui si è trattato di un pretesto per "giustificare ancora una volta l'aumento nel numero di forze e mezzi vicino al confine". La Polonia e i suoi vicini sul fianco orientale dell'Alleanza atlantica hanno espresso preoccupazione per la potenziale minaccia rappresentata dalla Bielorussia, che ora ospita la compagnia mercenaria Wagner. Secondo Morawiecki, "circa 4'000" miliziani sono attualmente di stanza nel Paese alleato della Russia.
Il Gruppo Wagner continua a reclutare nuovi mercenari, contrariamente a quanto ha affermato il suo fondatore, Yevgeny Prigozhin, lunedì scorso: lo scrive il media indipendente russo Important Stories. Il media afferma di aver trovato canali Telegram in cui mercenari di Wagner hanno riferito che la società prevede di riprendere il reclutamento questo mese. Il 31 luglio Prigozhin aveva dichiarato che "finché non ci sarà carenza di personale, non c'è intenzione di reclutarne di nuovo: tuttavia non appena la madrepatria avrà bisogno di creare un nuovo (ulteriore) gruppo che sia in grado di difendere gli interessi del nostro Paese, sicuramente procederemo al reclutamento". Un giornalista di Important Stories si è finto interessato a entrare nel gruppo e gli è stato detto che il reclutamento di Wagner avviene il venerdì. Un rappresentante del gruppo ha inoltre detto al giornalista che il reclutamento è stato interrotto solo durante la "ribellione" armata di giugno. Il rappresentante ha poi affermato che i candidati devono avere il passaporto, poiché il reclutamento riguarda le attività del gruppo nei Paesi africani.
Le forze di difesa aerea ucraine hanno distrutto nella notte quasi 15 droni kamikaze di tipo Shahed durante un attacco russo: lo ha riferito su Telegram il capo l'Amministrazione militare della capitale, Serhiy Popka, come riporta Rbc-Ucraina. I droni russi sono stati abbattuti durante l'avvicinamento a Kiev, ha aggiunto Popko. "È l'ottavo attacco consecutivo di munizioni di sbarramento Shahed a Kiev. E ancora una volta, come ieri, si è trattato di un attacco massiccio", ha osservato il capo l'Amministrazione militare della capitale precisando che "il raid aereo nella capitale è durato esattamente tre ore". Al momento non si registrano vittime o danni. Secondo Rbc-Ucraina le forze di Kiev hanno abbattuto tutti i droni lanciati dai russi su Kiev.
È iniziata nel Mar Baltico un'esercitazione militare russa a cui prendono parte oltre 30 navi da guerra e imbarcazioni della Marina, più di 30 aerei e circa 6.000 militari, ha affermato il ministero della Difesa di Mosca, citato dalle agenzie russe. "Dal 2 agosto, nel Mar Baltico, sotto la guida del comandante in capo della Marina, ammiraglio Nikolai Evmenov, si svolge l'esercitazione navale Ocean Shield-2023", ha affermato il ministero. "Si prevede di testare la prontezza delle forze della Marina a proteggere gli interessi nazionali della Federazione Russa in un'area operativamente importante".
Il ministero della difesa polacco ha confermato che ieri, 1° agosto, nella zona di Bialowieza sul confine fra la Polonia e Bielorussia, due elicotteri bielorussi hanno violato lo spazio aereo polacco. In un comunicato pubblicato sul sito del ministero si legge che la parte polacca è stata informata in anticipo che nella zona della frontiera ci saranno da parte bielorussa gli esercizi di addestramento dei piloti. La violazione, sempre secondo il comunicato, è avvenuta a quota così bassa che rendeva difficile la scoperta degli elicotteri da parte dei sistemi di rilevamento militari polacchi. Ieri mattina verso le ore 8, gli elicotteri sono stati immortalati dagli abitanti della zona; una foto realizzata da Eliza Kowalczykè è stata pubblicata sulla sua pagina Facebook. Solo in serata però il comunicato ministeriale ha confermato l'evento, negato per tutta la giornata di ieri dai militari polacchi. Secondo il comunicato il ministero ha comunque informato sull'incidente le forze del Patto Atlantico; per oggi il ministero degli esteri di Varsavia ha convocato l'incaricato d'affari bielorusso.
Un attacco di droni esplosivi russi ha danneggiato le infrastrutture portuali e provocato incendi nell'oblast di Odessa, nel sud dell'Ucraina. Lo ha annunciato stamattina il governatore regionale Oleg Kiper. "A causa dell'attacco sono scoppiati incendi nelle strutture portuali e nelle infrastrutture industriali della zona e un ascensore è stato danneggiato", ha scritto Kiper su Telegram. Al momento non vengono segnalati feriti. I sistemi di difesa aerea sono entrati in azione questa notte contro droni russi a Kiev e nella circostante regione della capitale ucraina, così come nell'oblast meridionale di Odessa, hanno reso noto i media locali, aggiungendo che l'allarme antiaereo è scattato anche nelle regioni di Vinnytsia, Zhytomyr e Chernihiv.
Il ministero della Difesa bielorusso ha ufficialmente respinto le accuse secondo cui due elicotteri di Minsk avrebbero violato il confine polacco. "Le accuse secondo cui gli elicotteri Mi-24 e Mi-8 dell'aeronautica bielorussa e delle truppe di difesa aerea avrebbero violato il confine con la Polonia sono inverosimili e sono state fatte dalla leadership militare e politica polacca allo scopo di giustificare ancora una volta il rafforzamento militare vicino al confine bielorusso", ha dichiarato il ministero della Difesa bielorusso in una nota, ripresa dall'agenzia Interfax.
La Polonia ha denunciato che due elicotteri della Bielorussia hanno violato il suo spazio aereo. Lo riferisce l'agenzia Tass, aggiungendo che il ministero degli Esteri di Varsavia ha convocato l'incaricato d'affari di Minsk.
Citando i servizi di emergenza locali, l'agenzia di stampa Tass riferisce di un velivolo senza pilota abbattuto sulla capitale dalle forze di difesa aeree russe e di un altro drone che ha colpito un grattacielo di uffici in città.
Velivoli abbattuto
"Diversi droni sono stati abbattuti mentre cercavano di dirigersi verso Mosca. Uno ha colpito lo stesso grattacielo dell'ultima volta", ha detto su Telegram il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin aggiungendo che non si segnalano feriti. Il ministero della Difesa russo citato dall'agenzia Tass parla di due droni abbattuti su Mosca. Stando al dicastero i velivoli senza pilota sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea del Paese sulle aree di Odintsovo e Narofominsk, mentre un terzo drone è stato disattivato con l'uso di mezzi di guerra radio-elettronica e si è poi schiantato su uno dei grattacieli della capitale. "Secondo dati provvisori, non ci sono vittime a seguito dell'attacco di droni contro un palazzo nel quartiere Iq della città di Mosca. La vetrata della struttura al livello del 17mo piano ha subito danni", ha detto alla Tass una fonte dei servizi di emergenza della città.
Attacchi nel Mar Nero
L'esercito russo ha dichiarato di aver respinto la notte scorsa un attacco ucraino con tre droni marini contro le sue motovedette nel Mar Nero. "I tre droni marini nemici sono stati distrutti" dal fuoco delle navi russe, ha affermato il ministero della Difesa in un comunicato, aggiungendo che le motovedette sono state attaccate a 340 km a sud-ovest di Sebastopoli, il porto della flotta russa del Mar Nero nella Crimea annessa. I droni ucraini, precisa la nota, avevano preso di mira le "motovedette Sergey Kotov e Vasily Bykov, che stavano monitorando le rotte di navigazione nella parte sud-occidentale del Mar Nero, 340 chilometri a sud-ovest di Sebastopoli". Lo riporta la Tass. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, tutti i tre droni marini ucraini sono stati distrutti dalle armi standard delle navi russe. Entrambe le motovedette continuano a svolgere la loro missione, conclude il comunicato.
La Russia si prepara ad allargare ancora di più le file del suo esercito. Con le nuove leggi della Duma, il Parlamento russo, Mosca potrebbe arrivare a schierare fino a cinque milioni di soldati, stando a Novaya Gazeta. L'arruolamento sarà facilitato grazie a cambiamenti "sensibili", scritti "per la mobilitazione generale", che ampliano l'età di leva dai 18 ai 30 anni, mentre prima era fino a 27 anni. Non solo, con la nuova riforma verrà aumentata l'età massima anche dei riservisti, che ora potranno essere richiamati a combattere fino ai 70 anni. Con le nuove disposizioni, inoltre, ai governatori è stato permesso di avere propri eserciti regionali, dotati di armi e inviati a difendere i confini, combattere i sabotatori e proteggere l'ordine pubblico. All'esercito del Cremlino, poi, bisogna aggiungere anche la mobilitazione forzata dai territori che la Russia ha occupato in Ucraina. Dall'inizio del 2022 Mosca ha mobilitato con la forza tra i 55 mila e i 60 mila uomini secondo Kiev, mandandoli direttamente in prima linea.
Multe più care per i disobbedienti
Per chi decide di disobbedire al comando, scegliendo di non indossare la divisa militare, il disincentivo sono le multe salatissime. La nuova legge ha decuplicato l'ammenda per coloro che non si presentano alla commissione di leva e ha vietato ai coscritti di lasciare la Russia dal momento in cui la convocazione è nel registro elettronico. Una scelta fatta per arginare il fenomeno delle fughe dal Paese, che ha coinvolto migliaia di giovani russi renitenti alla leva.
La minaccia nucleare
Se questo non dovesse bastare per vincere la guerra con l'Ucraina la Russia continua a brandire anche lo spettro delle armi nucleari. Con la minaccia ribadita domenica dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev: "Se immaginiamo che l'offensiva degli ucraini con l'appoggio della Nato abbia successo e ci porti via parte della nostra terra, allora dovremmo usare le armi nucleari in virtù delle regole del decreto del presidente della Russia del 02.06.2020".
La guerra in Ucraina continua a infuriare soprattutto sul fronte sud, anche con attacchi dal valore simbolico. I russi hanno preso di mira la città natale di Volodymyr Zelensky, provocando una nuova strage di civili: almeno 6 morti, tra cui una bambina, e decine di feriti tra le macerie di un condominio. Gli ucraini hanno inviato altri droni in territorio russo per ricordare al nemico quanto sia vulnerabile. Il conflitto poi prosegue anche sul piano parallelo del grano. Kiev ha denunciato la distruzione di "180mila tonnellate" di raccolto da parte delle forze di invasione, e per aggirare l'ostacolo ha strappato un'intesa con Zagabria per garantire l'export attraverso i porti croati.
Il raid su Kryvyi Rig
Kryvyi Rig, città di 600mila abitanti a sud-ovest di Dnipro dove il leader ucraino è nato e cresciuto, è stata investita nelle prime ore del mattino da un raid con missili balistici. Che hanno centrato un edificio residenziale di nove piani, provocando un enorme buco sulla facciata e facendo scoppiare un incendio, mentre parte del palazzo è crollato. Le autorità locali si sono subito rese conto della gravità dell'attacco, perché si è temuto che decine di persone fossero rimaste intrappolate nelle macerie. Almeno sei corpi sono stati recuperati senza vita, tra i quali quelli di una bambina di 10 anni e della mamma, e si sono contati una settantina di feriti. "I russi continuano a terrorizzare città e persone pacifiche", l'atto d'accusa di Zelensky, che ha visto la sua città bersagliata diverse volte dall'inizio dell'invasione.
"È una risposta agli attacchi ucraini"
Mosca, nel consueto punto sulle operazioni, ha invece posto l'accento su una "intensificazione degli attacchi alle infrastrutture militari" ucraine. Il ministro della Difesa Serghei Shoigu l'ha motivata come una risposta agli "attacchi terroristici contro le infrastrutture civili" condotti dalle forze di Kiev in territorio russo, per compensare il "fallimento della cosiddetta controffensiva". Un "atto di disperazione", l'analogo commento del Cremlino. In una fase in cui le incursioni ucraine oltreconfine sono ormai sistematiche. Nell'ultima un drone avrebbe colpito una stazione di polizia nella regione russa di Bryansk, pur senza provocare vittime, ma a fare più rumore è stato il raid effettuato il giorno prima su Mosca, che ha danneggiato due torri nel quartiere degli affari della capitale. Tanto da far dire a Zelensky che la guerra "sta tornando nel territorio della Russia e nei suoi centri simbolici".
I fronti caldi del conflitto
La sfida sui simboli è l'appendice di un conflitto che continua senza esclusione di colpi, e soprattutto senza che nessuna delle due parti riesca a prevalere. Nel sud l'esercito ucraino sta raddoppiando gli sforzi per sfondare le spesse difese nemiche, ed ha rivendicato di continuare a guadagnare terreno nell'area di Bakmhut. L'Armata di Putin tiene alta la pressione su Kherson e nel Donbass e si fa avanti nell'est intorno a Kupiansk, nell'oblast di Kharkiv.
L'accordo sul grano
Kiev deve poi spezzare un altro assedio, quello del grano, da quando Mosca ha deciso di non rinnovare l'intesa mediata dalla Turchia. Secondo le autorità ucraine i russi hanno distrutto circa 180 mila tonnellate di raccolti in nove giorni questo mese, colpendo ripetutamente le infrastrutture portuali, a partire da Odessa. Per trovare una soluzione è stato chiesto un aiuto a Zagabria, con un apparente buon risultato. Il ministro degli esteri Dmytro Kuleba, ricevendo il collega Gordan Grlić-Radman, ha annunciato che c'è un'intesa per "utilizzare i porti croati sul Danubio e sul Mare Adriatico per il trasporto del grano ucraino". Anche la Lettonia ha messo a disposizione i propri porti. Sul fronte diplomatico tutto appare rimandato al vertice per la pace convocato dai sauditi a Gedda i primi di agosto. Riunione che Mosca "monitorerà", pur senza parteciparvi, ha fatto sapere il Cremlino.
"L'ostacolo più grande alla fine della guerra è la convinzione" del presidente russo Vladimir Putin "di poter resistere più a lungo dell'Ucraina e dei molti paesi che sostengono" Kiev. Lo afferma il segretario di Stato americano Antony Blinken al media australiano "60 Minutes". "Stiamo lavorando molto duramente per liberarlo da questa idea", continua Blinken. "Naturalmente la guerra potrebbe finire domani se Putin decidesse di fermarsi. E prima di tutto siamo determinati, così come lo sono tanti altri paesi, a continuare ad aiutare l'Ucraina a difendersi, a riprendersi il territorio che la Russia le ha sottratto con la forza".
"E non si tratta solo di un'aggressione contro l'Ucraina e i suoi cittadini - sottolinea il segretario di Stato americano -, ma lo è anche contro gli stessi principi che sono al centro del mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo: l'idea che i paesi debbano rispettare la loro integrità territoriale, la loro sovranità, la loro indipendenza.
Se lasciamo che ciò che la Russia sta facendo in Ucraina vada avanti impunemente, allora si aprirà un vaso di Pandora e ogni aspirante aggressore in tutto il mondo dirà "beh, se possono farla franca, posso farla franca anche io". Questa è una ricetta per un mondo in conflitto".
Negoziati tra Ucraina e Stati Uniti per un accordo bilaterale di garanzia della sicurezza inizieranno già dalla prossima settimana, ha riferito su Telegram il capo dell'ufficio del presidente ucraino Andrii.
"Sebbene l'Ucraina non possa aderire alla Nato a causa della guerra in corso, è essenziale che il nostro Stato garantisca garanzie affidabili durante questa fase di transizione", ha affermato Yermak.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito domenica che "la guerra" sta arrivando in Russia dopo che droni ucraini sono stati abbattuti su Mosca, apparentemente dopo aver colpito un edificio nel cuore della capitale russa.
"A poco a poco, la guerra sta tornando nel territorio della Russia, nei suoi centri simbolici e nelle sue basi militari, e questo è un processo inevitabile, naturale e assolutamente giusto", ha detto Zelensky in visita nella città occidentale di Ivano-Frankivsk.
"La Russia continua a potenziare la Marina e avrà altre 30 nuove navi da guerra che si uniranno alla sua flotta già da quest'anno". Lo ha annunciato il presidente russo, Vladimir Putin, alla parata annuale della Marina a San Pietroburgo, scrive l'agenzia Tass. "Oggi, la Russia sta attuando con fiducia obiettivi su larga scala della politica marittima nazionale e aumentando gradualmente la potenza della sua flotta. Solo quest'anno, 30 navi da guerra di varie classi si uniranno ad essa", ha detto Putin nel suo discorso.
"La corvetta missilistica Merkury è una delle navi che sono entrate in servizio di combattimento", ha proseguito lo zar. "I nostri marinai danno tutto, mostrano vero eroismo e combattono con coraggio, come i nostri grandi antenati, in nome della nostra patria", ha aggiunto Putin, ringraziando il personale della Marina russa per aver portato a termine i loro obiettivi in modo impeccabile.
I russi hanno lanciato la notte scorsa due droni sul distretto di Kryvyi Rih (Dnipropetrovsk), la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea ucraine. Lo ha reso noto su Telegram il sindaco della città, Oleksandr Vilkul. "Le forze del gruppo militare Sud hanno abbattuto 2 droni Shared sul territorio del distretto di Kryvyi Rih. Il magazzino di un'azienda agricola è stato danneggiato a causa della caduta di detriti. Sul territorio è scoppiato un incendio, che è stato prontamente spento. Altre conseguenze sono oggetto di indagine. Non ci sono state vittime e non ci sono stati altri attacchi nel distretto di Kryvyi Rih", ha scritto Vilkul. Il sindaco ha aggiunto che "nel distretto di Nikopol, gli occupanti hanno sparato quattro volte con l'artiglieria pesante contro la città di Nikopol e le comunità di Marganetska e Myrivska durante la notte. Non ci sono state vittime".
Bombe sulla regione di Kherson
Due persone sono rimaste ferite in seguito agli attacchi russi di ieri nella regione di Kherson, nell'Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin, come riporta Rbc-Ucraina. Nel corso della giornata le forze russe hanno effettuato 69 attacchi, sparando 313 proiettili da mortai, artiglieria, lanciamissili multipli Grad, carri armati, aviazione e droni, ha precisato Prokudin sottolineando che 44 proiettili sono stati sparati contro la città di Kherson.
Il ministero della Difesa russo ha reso noto questa mattina di aver respinto nella notte un attacco ucraino con 25 droni aerei contro la Crimea annessa: 16 velivoli senza pilota sono stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea, mentre gli altri nove sono stati neutralizzati da sistemi di difesa elettronica. "Il regime di Kiev ha tentato di effettuare nella notte un attacco terroristico con 25 droni di tipo aereo su strutture sul territorio della penisola di Crimea", si legge in un comunicato riportato dalla Tass. I nove droni neutralizzati elettronicamente "si sono schiantati nelle acque del Mar Nero e a Capo Tarkhankut".
Due droni hanno causato una forte esplosione al centro di Mosca, colpendo un grattacielo adibito in parte a uffici e appartamenti residenziali. "I vetri sono andati in frantumi a seguito dell'esplosione al livello del quinto e del sesto piano dell'edificio di 50 piani sull'argine di Presnenskaya", ha detto alla Tass una fonte dei servizi di emergenza. Le persone presenti nel grattacielo sono state evacuate. Un video dell'attacco è stato diffuso sui social.
Nessun ferito
"I droni ucraini hanno attaccato stanotte. Le facciate di due torri di uffici della città sono state leggermente danneggiate. Non ci sono vittime o feriti", ha affermato il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin su Telegram.
Un drone distrutto da mezzi di difesa aerea russi
Secondo quanto riporta il ministero della Difesa russo la mattina del 30 luglio "il regime di Kiev ha tentato di lanciare un attacco terroristico contro le strutture di Mosca utilizzando droni. Un drone ucraino è stato distrutto da mezzi di difesa aerea sul territorio del distretto di Odintsovo della regione di Mosca. Altri due droni sono stati annientati da strumenti elettronici e, avendo perso il controllo, si sono schiantati su un complesso di edifici non residenziali di Moscow City, uno sviluppo commerciale a ovest della città".
Gli attacchi con i droni
Mosca e i suoi dintorni, che si trovano a circa 500 chilometri dal confine ucraino, erano stati raramente presi di mira durante il conflitto in Ucraina. L'attacco di stanotte è l'ultimo di una serie di recenti assalti con droni, tra cui anche uno sul Cremlino, che Mosca ha attribuito a Kiev
Due persone sono morte e un'altra è rimasta ferita in un attacco missilistico russo su Zaporizhzhia. Lo riferisce su Telegram il sindaco ad interim della città, Anatoly Kurtev, scrive Ukrinform.
"Un razzo nemico ha colpito un'area aperta. Sfortunatamente, un uomo e una donna sono rimasti uccisi. Un'altra donna è rimasta ferita", scrive Kurtev. Diversi edifici, un istituto scolastico e un supermercato sono rimasti danneggiati a seguito dell'attacco.
"La Russia nella storia non è mai stata una minaccia per la Svizzera, le sanzioni decise dalla Confederazione contro Mosca per la guerra in Ucraina stanno portando il paese in un vicolo cieco, Berna si può al momento scordare di svolgere un qualunque ruolo di mediazione, ma le due nazioni torneranno ad essere amiche": è questo, in estrema sintesi, il pensiero di Sergei Garmonin, ambasciatore russo in Svizzera. "Ritengo che la strada delle sanzioni intrapresa dalla Svizzera porti a un vicolo cieco", afferma il diplomatico in un'intervista pubblicata oggi dalla Weltwoche. "Purtroppo la Confederazione non ha mantenuto la posizione assunta dal 2014, che era quella di impedire solo l'elusione delle sanzioni attraverso il suo territorio. Ha invece adottato tutte le restrizioni illegittime dell'Ue contro il nostro paese. Ciò è avvenuto sotto l'evidente pressione collettiva dell'Occidente. Sono bastati pochi giorni, nel febbraio 2022, perché la Svizzera cambiasse posizione. Molti interlocutori lo riconoscono nelle discussioni". In relazione a queste pressioni Garmonin cita ad esempio un'intervista dell'ambasciatore americano e una lettera degli ambasciatori del G7, che in entrambi i casi fornivano indicazioni su come Berna avrebbe dovuto comportarsi.
Gli aiuti dell'Occidente "non portano ai risultati sperati"
"La Russia non ha mai minacciato la Svizzera. Al contrario, il mio paese ha svolto un ruolo importante nella storia della Confederazione. Dopo il Congresso di Vienna del 1815, la Russia, insieme ad altre grandi potenze, si fece garante della sua neutralità perpetua. L'eccezionale diplomatico russo e primo inviato in Svizzera, Giovanni Capodistria, partecipò alla stesura della costituzione. Anche oggi gli svizzeri non dovrebbero avere dubbi sulle buone intenzioni del nostro paese. La 'esaltazione guerresca' - come è stata definita dal presidente della Confederazione Alain Berset - e la folle idea di infliggere una sconfitta strategica alla Russia dominano il pensiero delle élite di potere in Occidente", prosegue l'intervistato, il cui padre e il cui nonno sono stati soldati dell'Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale. "Ma questo non durerà per sempre. È evidente che anche il più attivo sostegno militare dell'Occidente non può portare ai risultati sperati".
"Fuori discussione la mediazione elvetica per la pace"
Berna - chiede il giornalista - può ancora svolgere un ruolo nel conflitto e contribuire alla pace? "La rappresentanza e la mediazione della Svizzera sono al momento fuori discussione", risponde l'interlocutore. "Come sapete, l'Unione europea ha riconosciuto la Confederazione come paese partner per quanto riguarda le sanzioni contro la Russia. Berna ha un atteggiamento positivo al riguardo. Lo si evince in particolare dal comunicato stampa del Consiglio federale del 23 giugno 2023: la decisione dell'UE, si legge, è 'un altro riconoscimento dell'eccellente cooperazione della Svizzera con i paesi partner nell'attuazione delle sanzioni nei confronti della Russia'. Come si possa offrire contemporaneamente mediazione, rappresentanza o altri buoni uffici è incomprensibile". L'ambasciatore sottolinea diversi episodi che hanno segnato il peggioramento delle relazioni fra le due nazioni dopo l'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio 2022. "L'anno scorso sono state annullate numerose esibizioni di artisti russi e gruppi musicali di fama internazionale in Svizzera, tra cui le tournée dell'Orchestra Mariinsky con il virtuoso pianista Denis Matsuev. Il famoso direttore d'orchestra Valery Gergiev è stato costretto a dimettersi dalla carica di direttore musicale del Festival di Verbier. Ai rappresentanti russi è stato impedito di partecipare alle celebrazioni della Fondazione Sergei Rachmaninov a Villa Senar. Potrei continuare l'elenco. Purtroppo le tendenze russofobiche sono aumentate in modo significativo, soprattutto a causa dei media elvetici".
I problemi riscontrati dai russi in Svizzera
Continuano intanto le minacce al personale delle rappresentanze diplomatiche di Mosca in Svizzera. "C'è di di più: le auto sono state danneggiate, i tubi dei freni sono stati tagliati. Alla nostra ambasciata sono stati recapitati pacchi dal contenuto sospetto. Ci sono stati anche casi di vandalismo, per esempio la ripetuta profanazione del monumento di Suvorov ad Andermatt. E sì che il generalissimo russo ha contribuito a liberare la Svizzera dal dominio straniero". I cittadini russi in Svizzera hanno inoltre seri problemi nel settore bancario, anche se non figurano nelle liste delle sanzioni, prosegue Garmonin. "Ad esempio, non possono aprire nuovi conti o devono chiudere quelli già esistenti. Vi è anche una persecuzione delle associazioni dei nostri connazionali".
"Russi e svizzeri torneranno amici"
Stando così le cose, russi e svizzeri - chiede il cronista - torneranno ad essere amici, un giorno? "Non ho dubbi su questo", risponde l'ambasciatore. "Sono anzi sicuro che torneremo a essere amici. Non abbiamo voltato le spalle alla Svizzera. Spero che la Confederazione sia uno dei primi paesi a costruire di nuovo dei ponti con la Russia quando l'Occidente porrà fine alla sua inutile pressione sanzionatoria nei confronti del nostro stato. Per questo siamo sempre favorevoli a mantenere ed espandere i nostri contatti umani, anche in un momento così difficile per le relazioni bilaterali. Saranno certamente la base per un nuovo inizio", conclude l'intervistato.
Il presidente russo, Vladimir Putin, sostiene che i combattimenti in Ucraina si siano intensificati nei giorni scorsi, soprattutto in direzione di Zaporizhzhia. Lo riporta l'agenzia Interfax. "Per quanto riguarda gli ultimi giorni, confermiamo davvero che le ostilità si sono notevolmente intensificate. Gli scontri principali si sono svolti, come si dice in Occidente, nella direzione dell'attacco principale: Zaporozhizhia", ha detto Putin. Lo zar sostiene che le forze ucraine avrebbero perso 200 combattenti nelle ultime 24 ore e che questa cifra sia "più di dieci volte superiore" a quella delle perdite nelle file russe.
"Sfortunatamente, al momento è impossibile tornare" all'accordo sul grano "perché non è in fase di attuazione": lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aggiungendo che il presidente Vladimir Putin "ha chiarito che la Russia è pronta a riprendere immediatamente l'accordo non appena sarà attuato". Lo riporta l'agenzia Interfax. La settimana scorsa Mosca ha annunciato di non rinnovare l'accordo sulle esportazioni di grano dai porti ucraini dopo aver dichiarato che, a suo dire, non sarebbero stati rimossi "gli ostacoli" alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti.
I servizi di sicurezza russi avevano avvertito il presidente Vladimir Putin con almeno due o tre giorni di anticipo che il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, stava preparando una possibile ribellione. Lo scrive il Washington Post, che cita valutazioni dell'intelligence condivise con il giornale. Alla luce di questa indicazione, sono state prese misure per aumentare la sicurezza in diverse strutture strategiche, tra cui il Cremlino, dove è stato aumentato il personale della guardia presidenziale e sono state distribuite più armi. Tuttavia, sottolinea il quotidiano statunitense, non sono state prese altre misure. Quando Prigozhin ha lanciato il suo tentativo di ammutinamento la mattina del 24 giugno, riporta il Wp citando funzionari della sicurezza ucraina e di altri Paesi europei, Putin era paralizzato e incapace di agire con decisione. E per la maggior parte della giornata non è stato impartito alcun ordine, hanno sottolineato i funzionari. "Putin ha avuto il tempo di prendere la decisione di liquidare (la ribellione) e arrestare gli organizzatori", ha detto uno dei funzionari di sicurezza europei che, come gli altri, ha parlato a condizione di anonimato. "Poi, quando (la rivolta) è cominciata, c'è stata la paralisi a tutti i livelli... C'è stato sgomento e confusione assoluti. Per molto tempo non hanno saputo come reagire".
Un team Unesco visiterà nei prossimi giorni Odessa per una prima valutazione preliminare dei danni causati dai bombardamenti dei giorni scorsi attribuiti alle forze russe. Lo riferisce il ministero della Cultura di Kiev citato dai media locali. L'Unesco ha condannato "con la massima fermezza" i "brutali attacchi compiuti dalle forze russe" che hanno colpito diversi siti nel centro della città, Patrimonio dell'Umanità, tra cui la Cattedrale della Trasfigurazione di 200 anni. "Queste terribili distruzioni segnano una nuova escalation di violenza contro il patrimonio culturale dell'Ucraina", ha denunciato domenica il direttore generale dell'agenzia delle Nazioni Unite per la cultura, l'istruzione e la scienza, Audrey Azoulay.
Un deposito di munizioni è stato colpito da un attacco ucraino in Crimea, 11 droni lanciati da Kiev sono stati abbattuti: lo ha reso Sergei Aksenov, governatore della penisola annessa da Mosca unilateralmente nel 2014. Lo riporta la Tass. "Nel cielo sopra la Crimea, 11 Uav nemici sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea e da apparecchiature di guerra elettronica. Un deposito di munizioni nel distretto di Dzhankoysky è stato colpito. Anche una casa privata nel distretto di Kirovsky è stata danneggiata da frammenti di Uav", ha detto Aksenov. Saranno evacuate le zone che si trovano nel raggio di 5 chilometri dal luogo dove un attacco ucraino ha colpito un deposito di munizioni nel distretto di Dzhankoi in Crimea. Secondo il governatore non ci sarebbero vittime.
La Russia ha detto di aver "soppresso" due droni ucraini a Mosca, accusando Kiev di aver lanciato un "atto terroristico" sulla capitale russa. "Un tentativo del regime di Kiev di compiere un atto terroristico utilizzando due droni su obiettivi nel territorio della città di Mosca è stato fermato", ha affermato il ministero della Difesa russo. "I droni sono stati soppressi e si sono schiantati. Non ci sono vittime", viene aggiunto.
Dove sono caduti
L'agenzia di stampa Tass ha riferito che un drone è caduto su Komsomolsky Prospekt, vicino al ministero della Difesa russo, mentre un altro ha colpito un centro commerciale in via Likhacheva vicino a una delle principali tangenziali di Mosca.
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko durante l'incontro con il presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo ha affermato che i membri del Gruppo Wagner "iniziano a stressarlo" perché "vogliono marciare verso Varsavia". Lo riferisce l'agenzia di stampa russa Interfax.
Le affermazioni
"I Wagner stanno iniziando a stressarci. Dicono: 'Vogliamo andare in Occidente, permettetecelo'. Chiedo perché vogliano andare in Occidente. 'Beh, vogliamo fare un'escursione in Polonia, a Rzeszow'", ha riferito Lukashenko. Il quale ha portato a Putin una mappa sul trasferimento delle forze armate polacche ai confini dello Stato dell'Unione.
Il ministero della Difesa di Mosca riferisce che quattro giornalisti russi sono rimasti feriti in un attacco con munizioni a grappolo lanciato dall'esercito ucraino nella regione di Zaporizhzhia. Inoltre, un fotografo che lavora per il giornale tedesco Deutsche Welle, Eugene Shilko, è stato ferito in un attacco russo con bombe a grappolo nel Donetsk. Lo riporta il media tedesco su Telegram.
Ria Novosti
Questa la notizia condivisa da Ria Novosti: "Quattro operatori dei media hanno riportato ferite di varia gravità e sono stati rapidamente trasferiti in strutture mediche sul campo". In precedenza l'agenzia di stampa russa ha reso noto che un suo reporter di guerra - Rostyslav Zhuravlev - è rimasto ucciso in un bombardamento. Anche il fotografo corrispondente militare dell'agenzia di stampa è stato colpito ed è rimasto ferito. Il bombardamento è avvenuto nei pressi del villaggio di Pyatikhatki, a sud di Zaporizhzhia, dove un gruppo di giornalisti è finito sotto il fuoco. Il capo militare delle forze russe a Zaporizhzhia ha scritto su Telegram che il bombardamento ha colpito un'auto civile nel villaggio di Vladimirovka su cui si trovava il corrispondente di guerra di Ria Novosti Rostislav Zhuravlev.
4 giornalisti russi feriti dalle bombe a grappolo
Il ministero della Difesa di Mosca riferisce che quattro giornalisti russi sono rimasti feriti in un attacco con munizioni a grappolo lanciato dall'esercito ucraino nella regione di Zaporizhzhia. Lo scrive Ria Novosti: "Quattro operatori dei media hanno riportato ferite di varia gravità e sono stati rapidamente trasferiti in strutture mediche sul campo".
La comunicazione
Il capo militare delle forze russe a Zaporizhzhia ha scritto su Telegram che il bombardamento ha colpito un'auto civile nel villaggio di Vladimirovka su cui si trovava il corrispondente di guerra di Ria Novosti Rostislav Zhuravlev. "Durante l'evacuazione, Rostislav Zhuravlev, è morto per le ferite riportate a causa dello scoppio di una submunizione a grappolo", ha dichiarato il ministero. Inoltre, il corrispondente fotografico di Ria Novosti, Konstantin Mikhalchevsky, è stato ferito, riporta Ria Novosti.
Le ferite di due giornalisti
"Il corrispondente di Izvestiya Roman Polskov e il cameraman Dmitriy Shikov sono rimasti feriti nella zona dell'operazione militare speciale quando i militanti ucraini hanno sparato contro di loro. Il giornalista ha riportato la rottura di una gamba e ferite da schegge alla gamba, all'addome e alla schiena. Il cameraman ha riportato ferite da schegge e una frattura delle ossa dell'anca", ha riferito Ren Tv.
La sepoltura
Dmitry Kiselyov, direttore generale dell'agenzia di stampa Rossiya Segodnya, ha dichiarato che Zhuravlev sarà sepolto secondo i desideri della madre a Ekaterinburg, dove è nato. Kiselyov ha descritto il corrispondente militare deceduto come un professionista esperto che si è recato per primo nelle zone più pericolose e ha riportato informazioni accurate e importanti. Il bombardamento è avvenuto intorno a mezzogiorno nei pressi della località Pyatikhatki. Il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato che i giornalisti di Ria Novosti e Izvestiya stavano preparando materiale sul bombardamento degli insediamenti della regione di Zaporizhzhia da parte delle forze ucraine con munizioni a grappolo.
Il giornalista tedesco ferito e un ufficiale ucraino ucciso
Shilko era nella città di Druzhkovka, nel distretto di Kramatorsk, a 23 chilometri dalla linea del fronte. Le sue condizioni sono stabili. Nell'attacco un ufficiale ucraino sarebbe stato ucciso, mentre diversi altri sarebbero rimasti gravemente feriti.
L'ambasciatore russo in Polonia è stato convocato d'urgenza oggi presso il ministero degli Esteri in seguito alle dichiarazioni di Vladimir Putin che Varsavia ha definito "provocatorie". Ieri il presidente russo ha accusato la Polonia di avere "piani di vendetta" e di voler rivendicare i territori dell'Ucraina occidentale, un'accusa ricorrente da parte delle autorità russe.
Le parole del leader russo
Durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, Putin ha anche sostenuto che le regioni occidentali dell'attuale Polonia sono state "un regalo di Stalin" ai polacchi alla fine della Seconda guerra mondiale. La convocazione dell'ambasciatore russo fa seguito alle "dichiarazioni provocatorie del presidente russo Vladimir Putin, nonché alle minacce e ad altre azioni ostili della Federazione Russa nei confronti della Polonia e dei nostri alleati", ha dichiarato il vice ministro polacco Pawel Jablonski.
L'incontro
"L'incontro è stato molto breve", ha dichiarato alla stampa. "I confini tra i nostri Paesi sono assolutamente intoccabili e la Polonia si oppone a qualsiasi revisione", ha detto. Ieri sera, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha risposto a Putin su Twitter, scrivendo che "Stalin era un criminale di guerra, responsabile della morte di centinaia di migliaia di polacchi" durante e dopo la Seconda guerra mondiale.
L'obiettivo dell'Occidente non è quello di mettere in imbarazzo la Russia o lo stesso presidente Vladimir Putin: lo ha detto il capo dell'MI6, i servizi segreti esteri britannici, Richard Moore, in un'intervista a Politico.
L'intervista
Dall'inizio della guerra, alcuni leader occidentali - in particolare il presidente francese Emmanuel Macron, ricorda il media statunitense - hanno espresso preoccupazione per il rischio di "umiliare" Putin. E sembra che Moore sia dello stesso parere. "Nessuno vuole umiliare Putin, tanto meno nessuno vuole umiliare la grande nazione russa", ha affermato. "Ma la strada per loro è molto chiara: ritirare tutte le loro truppe".
Un possibile negoziato
Moore ha in seguito aggiunto: "La maggior parte dei conflitti si conclude con una sorta di negoziato. Spetta all'Ucraina definire i termini della pace, non a noi. Il nostro compito è cercare di metterli nella posizione più forte possibile per negoziare, da una posizione di forza, ed è quello che intendiamo fare".
Le forze ucraine hanno colpito ieri con bombe a grappolo il villaggio russo di confine di Zhuravlevka, nella regione occidentale di Belgorod: lo ha reso noto su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov. "Nella regione di Belgorod, sono stati sparati (dall'esercito ucraino) 21 proiettili di artiglieria e tre munizioni a grappolo da un lanciarazzi multiplo contro il villaggio di Zhuravlevka", ha scritto oggi Gladkov riferendosi agli attacchi di venerdì.
Gli sponsor occidentali di Kiev sono chiaramente insoddisfatti della cosiddetta controffensiva ucraina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, riporta l'agenzia Tass. I tentativi occidentali di coinvolgere più Paesi nel conflitto in Ucraina - ha poi aggiunto Putin sempre secondo quanto riportato da Tass sono un "gioco molto pericoloso", foriero di conseguenze. Un'aggressione scatenata contro la Bielorussia - ha ancora detto Putin, citato da Tass - è un'aggressione contro la Russia e Mosca risponderà con tutti i mezzi disponibili.
Le munizioni a grappolo fornite dagli Stati Uniti e schierate in Ucraina stanno avendo un impatto sulla controffensiva ucraina contro le forze russe: "Abbiamo ricevuto alcuni feedback iniziali da Kiev e le stanno usando in modo abbastanza efficace", ha detto ai giornalisti il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, citato dai media internazionali.
La controffensiva ucraina prova a ritrovare slancio con le controverse bombe a grappolo, che dopo giorni di annunci entrano ufficialmente in uso tra le munizioni di Kiev nei raid contro i russi nel sudest del Paese. Ad affermarlo sono stati per primi funzionari ucraini citati dal Washington Post, secondo cui le bombe - bandite da oltre 120 Paesi per la loro estrema pericolosità sulla popolazione civile - sono già state lanciate nel tentativo di smantellare le posizioni russe ben fortificate che hanno rallentato l'offensiva estiva di Kiev. La notizia è stata poi confermata dalla Casa Bianca. L'intento di Kiev è chiaro: accelerare la riconquista dei territori occupati che la Russia non ha alcuna intenzione di cedere. Anzi, per il terzo giorno consecutivo Mosca ha colpito nella notte Odessa provocando un morto e danni anche al consolato cinese. Due morti e 20 feriti si contano anche in raid su Mykolaiv.
La tensione sul Mar Nero
Sale ancora la tensione sul Mar Nero quindi, dopo la rottura del patto sul grano da parte del Cremlino: Kiev ha annunciato che tutte le navi che raggiungeranno porti russi o dei territori occupati in Ucraina saranno considerate come potenziali "imbarcazioni militari", in risposta alla decisione simile presa da Mosca per i mezzi diretti ai porti ucraini. Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense Adam Hodge, la Russia sta prendendo in considerazione attacchi a navi civili che trasportano grano dall'Ucraina sul Mar Nero per poi incolpare le forze ucraine. In ogni caso, l'intenzione di Mosca è di voler fermare in modo più attivo qualsiasi nave mercantile nel bacino, secondo il ministero della Difesa britannico. Venerdì il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunirà per parlare delle "conseguenze umanitarie" del ritiro della Russia dall'accordo sul grano, mentre cresce il coro occidentale di condanna contro Mosca. A partire dall'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, che ha invitato la comunità internazionale a "rispondere in modo determinato" al tentativo di Mosca di "affamare il mondo". Ma la Russia tira dritto e continua la sua campagna di morte sulle città ucraine che si affacciano sul Mar Nero e non solo: nella notte, le forze di Kiev hanno affermato di aver abbattuto 18 tra missili da crociera e droni kamikaze sui 38 lanciati dagli invasori. Se i danni maggiori si sono registrati a Odessa e Mykolaiv, bombe russe si sono abbattute anche nel nord, provocando un morto nell'oblast di Kharkiv.
Zelensky: "Vogliono distruggere la vita in Ucraina"
L'Onu ha condannato "gli attacchi della Russia contro i porti ucraini nel Mar Nero", mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha bollato i raid su Odessa e Mykolaiv come "tentativi di distruggere la vita del nostro Paese". Intanto, dall'altra parte del fronte sono diventate ormai quotidiane le segnalazioni di attacchi in Crimea: nella notte, il governatore filorusso della penisola occupata Sergei Aksionov ha denunciato che un drone ucraino ha ucciso un'adolescente, mentre un altro è stato abbattuto nel pomeriggio senza provocare vittime. Nel frattempo si guarda anche a nord dell'Ucraina, in Bielorussia: il ministero della Difesa di Minsk ha riferito infatti che combattenti del gruppo Wagner si addestreranno con le forze speciali del Paese. Kiev ha più volte ribadito di non temere un attacco imminente dall'alleato di Putin, ma resta l'allerta al confine.
Le conseguenze diplomatiche
Con la guerra che non vede tregua all'orizzonte, l'Occidente spinge sul sostegno militare a Kiev: Borrell ha proposto "di finanziare fino a 5 miliardi all'anno per i prossimi 4 anni la difesa Ucraina nell'ambito dell'European Peace Facility" dell'Ue. La diplomazia sembra intanto rimanere al palo e le tensioni tra i due blocchi non accennano a diminuire. Al contrario, Mosca ha convocato l'incaricato d'affari britannico Tom Dodd informandolo di aver emesso restrizioni di viaggio all'interno della Russia per i diplomatici inglesi, in risposta alle "azioni ostili" di Londra.
Gli Stati Uniti hanno annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti militari all'Ucraina, per un totale di circa 1,3 miliardi di dollari. Lo ha annunciato ufficialmente il Pentagono. I nuovi aiuti comprendono capacità di difesa aerea e munizioni. "Questo annuncio rappresenta l'inizio di un processo di appalto per fornire ulteriori capacità prioritarie all'Ucraina", ha spiegato il Dipartimento della difesa americano. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha subito ringraziato su Twitter: "Grazie Potus (acronimo per Presidente degli Stati Uniti, ndr) per un nuovo potente pacchetto di supporto alla difesa del valore di 1,3 miliardi di dollari". "I sistemi missilistici antiaerei Nasams con munizioni, proiettili di artiglieria, attrezzature per lo sminamento e altra assistenza tanto necessaria salveranno le vite degli ucraini e avvicineranno la nostra vittoria comune. Apprezziamo il supporto instancabile degli amici statunitensi", ha aggiunto il leader ucraino.
Il presidente russo Vladimir Putin ha confermato la sua disponibilità a tornare nell'accordo del grano se gli ostacoli alle esportazioni agricole russe saranno rimossi. Lo riporta la Tass. In ogni caso, secondo il leader del Cremlino la Russia è pronta a sostituire il grano ucraino sul mercato mondiale attraverso donazioni e vendite. "La continuazione dell'accordo sul grano nella sua forma attuale ha perso ogni significato", ha detto Putin in una riunione del governo. "Ovviamente prenderemo in considerazione la possibilità di tornarci, ma solo a una condizione: se tutti i principi in base ai quali la Russia accettato di partecipare all'accordo saranno pienamente presi in considerazione e rispettati." Putin ha poi accusato l'Occidente di "arricchirsi con l'accordo sul grano" e di "aver fatto di tutto per farlo fallire". La Russia ha mostrato "una pazienza eccezionale" estendendo regolarmente l'intesa, ha detto il leader del Cremlino secondo cui l'Occidente "impedisce anche le consegne gratuite di fertilizzanti da parte della Russia ai paesi più poveri".
I raid notturni delle forze armate russe hanno distrutto 60mila tonnellate di grano ucraino, secondo quanto sostiene Kiev. 60mila tonnellate di grano che erano destinate all'esportazione e stoccate nel porto ucraino di Chornomorsk, vicino a Odessa, come ha dichiarato il ministro dell'Agricoltura ucraino Mykola Solsky.
"Ci vorrà almeno un anno per riparare completamente le infrastrutture danneggiate", ha commentato Solsky, secondo il quale le forniture di cereali "avrebbero dovuto essere spedite attraverso il corridoio del grano 60 giorni fa". Il ministero della Difesa russo sostiene dal canto suo che le sue truppe avrebbero attaccato e colpito nella notte "strutture dell'industria militare, infrastrutture per il carburante e depositi di munizioni delle forze armate dell'Ucraina" nella zona di Odessa, "nonché la base aerea di Kanatovo dell'aeronautica militare ucraina". Lo riporta l'agenzia Interfax.
"Durante l'attacco notturno alla regione di Odessa, i razzi hanno colpito il terminal del grano e del petrolio, danneggiato i serbatoi e le attrezzature per il carico ed è scoppiato un incendio", ha reso noto Vladyslav Nazarov, portavoce del comando militare ucraino Sud, citato dall'emittente statale ucraina Suspilne. Nella città di Odessa sono stati danneggiati diversi condomini, sei civili tra cui un bambino di nove anni sono rimasti feriti. Nella regione di Odessa inoltre è stato colpito un impianto industriale e due magazzini. "I terroristi russi hanno deliberatamente preso di mira le infrastrutture per il commercio del grano e ogni missile russo è un colpo non solo per l'Ucraina, ma per tutti coloro che nel mondo vogliono una vita normale e sicura", ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La Svizzera deplora il mancato rinnovo da parte della Russia dell'accordo internazionale sui cereali. La Confederazione spera in un rinnovo nel prossimo futuro per garantire la sicurezza alimentare globale, si legge in un comunicato odierno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Mosca ha sospeso ieri l'accordo sull'esportazione di grano ucraino attraverso il Mar Nero, concluso un anno fa. L'intesa è scaduta ufficialmente nella stessa serata. Dall'estate scorsa, l'accordo aveva permesso all'Ucraina di vendere più di 30 milioni di tonnellate di grano via mare ad altri Paesi e ciò nonostante la guerra in corso con la Russia.
"Il diritto umanitario internazionale va rispettato"
In occasione di un incontro tenutosi ieri a New York, i rappresentanti della Svizzera hanno lanciato un appello per la sicurezza alimentare globale, in particolare in vista dell'estensione dell'Iniziativa del Mar Nero. La Svizzera ha sostenuto gli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite e della Turchia per raggiungere un'intesa tra le parti e per estendere l'iniziativa, sottolinea la nota. Durante l'incontro ad alto livello presieduto dal ministro degli Esteri britannico James Cleverly, a cui ha anche partecipato il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, la Svizzera ha inoltre ribadito il proprio sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina. Ha inoltre ricordato l'obbligo di tutte le parti di rispettare il diritto umanitario internazionale.
La Russia "è pronta a sostituire la fornitura di grano ucraino ai paesi che ne hanno bisogno gratuitamente" dopo il ritiro di Mosca dall'intesa. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass. Questi ha aggiunto che le forniture di grano dalla Russia all'Africa saranno discussi al vertice di San Pietroburgo" del 27 e 28 luglio.
La mancata proroga
Ieri Mosca ha annunciato di non rinnovare l'accordo sulle esportazioni di grano dai porti ucraini dopo aver dichiarato che, a suo dire, non sarebbero stati rimossi "gli ostacoli" alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti. "Apprezziamo molto il ruolo del signor Guterres nella conclusione di questo accordo e apprezziamo molto gli sforzi del signor Guterres nel cercare di convincere i paesi europei ad adempiere agli obblighi che si sono assunti", ha detto Peskov nominando il segretario generale dell'Onu. "Sfortunatamente - ha proseguito - ciò non è avvenuto. L'espressione 'senza scrupoli' è assolutamente applicabile ai paesi europei".
I rischi
Secondo quanto riporta l'agenzia Interfax, Peskov ha anche dichiarato che esportare i cereali ucraini sul Mar Nero senza le "adeguate garanzie di sicurezza" della partecipazione della Russia all'accordo sul grano può far sorgere dei "rischi" perché si tratta di "una zona che è direttamente vicina all'area di combattimento". "Se qualcosa viene formalizzato senza la Russia, allora questi rischi dovrebbero essere presi in considerazione", ha detto Peskov.
La posizione di Zelensky
Ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato di aver inviato lettere ufficiali al presidente turco Recep Tayyip Erdogan e a Guterres con una proposta per continuare il lavoro sull'accordo sul grano in un formato tripartito, senza la Russia. "Ucraina, Nazioni Unite e Turchia possono garantire congiuntamente il funzionamento del corridoio alimentare e l'ispezione delle navi. E questo è necessario per tutti nel mondo", aveva affermato. Peskov ha pure accusato l'Ucraina di usare il corridoio del grano sul Mar Nero per "scopi di combattimento". "Questo è un aspetto molto importante che non dovrebbe essere dimenticato", ha detto il portavoce del Cremlino secondo l'agenzia Interfax.
La decisione di non rinnovare l'accordo sul grano ucraino, annunciata ieri da Mosca, avrà "poche ripercussioni" sulla Svizzera. Secondo Pierre-Yves Perrin, direttore della Federazione svizzera dei produttori di cereali (FSPC), "le forniture di grano sono garantite". Le conseguenze per la Svizzera saranno piuttosto minime: ne è convinto l'ingegnere agricolo, ripreso dai microfoni della radiotelevisione svizzero romanda RTS questa mattina. Tuttavia "Potremmo avere alcune difficoltà con la logistica e il trasporto, ma le forniture sono garantite", ha sottolineato Perrin.
Le conseguenze maggiori "sui cereali da foraggio"
Secondo il direttore della FSPC i cereali da foraggio, che vengono importati in massa per coprire il fabbisogno interno del Paese, potrebbero essere interessati maggiormente dalla scadenza dell'accordo. "È su questo tipo di frumento che i mercati saranno più rigidi nelle prossime settimane", afferma. "Forse sarà un po' complicato, ma le quantità necessarie potranno arrivare in Svizzera", rassicura Perrin. L'accordo sulle esportazioni di cereali ucraini, fondamentale per l'approvvigionamento alimentare globale, è scaduto ieri e la Russia ha annunciato prontamente di non voler estendere l'accordo firmato nel luglio 2022 con l'Ucraina, sotto l'egida delle Nazioni Unite e della Turchia.
La preoccupazione internazionale
Da tempo Mosca minacciava di ritirarsi dal patto sul grano. Ora l'annuncio del Cremlino preoccupa il mondo intero, aumentando i timori per la sicurezza alimentare del pianeta.
Dal 30 luglio il campo di addestramento del Gruppo Wagner a Molkino, nel sudovest della Russia, cesserà di esistere. Lo riportano gli stessi mercenari sui canali Telegram vicini alla milizia di Yevgeny Prigozhin, oltre ad alcuni media russi come l'indipendente Meduza. Nel video, pubblicato per primo dal canale Unloading Wagner, si vedono i wagneristi ammainare le bandiere della milizia privata e quelle della Russia.
La Confederazione si affida all'esperienza della Svizzera e sostiene lo sminamento in Ucraina con uno stanziamento complessivo pari a 5,7 milioni di franchi. Lo ha reso noto oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). "Lo sminamento umanitario è fondamentale per la ricostruzione in Ucraina. È un presupposto fondamentale per l'accesso umanitario, per il ritorno delle persone sfollate, per la stabilizzazione sociale ed economica, per le attività agricole e per la ricostruzione delle infrastrutture distrutte", aveva dichiarato il Consigliere federale Ignazio Cassis alla Ukraine Recovery Conference 2023 lo scorso 22 giugno a Londra.
Il piano
Nel Piano d'azione per la lotta contro le mine 2023–2026, il DFAE e il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) hanno già previsto di ampliare il sostegno al Paese in guerra. Con un credito aggiuntivo approvato dal Parlamento nella sessione estiva del 2023, la Confederazione può attuare ulteriori misure nel campo dello sminamento umanitario. Lo stanziamento sarà destinato ai progetti istituiti del Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD) e della Fondation suisse de déminage (FSD). Il DFAE e, dal 2024 anche il DDPS, finanzieranno le attività del GICHD con 3,2 milioni di franchi dal 2023 al 2025. "Con il sostegno del DFAE, i team dell'FSD individuano le zone contaminate, informano la popolazione locale sui pericoli e sul comportamento corretto da seguire e si occupano della bonifica da mine e munizioni inesplose", si legge nel comunicato. "L'FSD recluta e forma il 90% del personale direttamente in loco".
La decisione sull'accordo sul grano è definitiva e non sono previsti ulteriori negoziati. Lo ha dichiarato la missione russa alle Nazioni Unite, come riportato dal Kommersant.
Guterres: "milioni pagheranno per lo stop"
Dal canto suo il segretaro generale dell'Onu Antonio Guterres ha dichiarato che "milioni di persone pagheranno il prezzo per l'uscita della Russia dall'accordo sul grano". "
Senza la proroga dell'accordo sul grano ucraino "i prezzi in tutto il mondo aumenteranno di nuovo". Lo sostiene il ministro ucraino degli Esteri Dmytro Kuleba come riportato da Rbc Ukraine su Telegram. "La Russia ha lentamente ucciso l'accordo sul grano da un'estensione all'altra", ha dichiarato Kuleba ricordando come l'anno scorso, quando è stata attuata l'iniziativa sui cereali del Mar Nero, "i prezzi alimentari globali sono scesi del 20%", mentre la mancata proroga "significa che i prezzi in tutto il mondo aumenteranno di nuovo". Il ministro ritiene che Mosca "usi la fame come strumento" per ricattare il mondo intero.
L'Ucraina è pronta a continuare le esportazioni nonostante l'uscita della Russia dall'accordo sul grano. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha detto che c'erano due accordi, uno tra "Ucraina, Turchia e Onu" e "l'altro tra Russia, Turchia e Onu", questo significa che la Russia "sta violando gli accordi con il segretario generale dell'Onu Guterres e con il presidente Erdogan, non con noi". Lo riporta Rbc Ukraine. Zelensky conclude dicendo: "non avevamo accordi con loro".
I funzionari russi hanno invitato i turisti che si trovano in Crimea a tornare a casa passando per i territori ucraini occupati dai russi, così da evitare l'utilizzo del ponte che collega la penisola alla terraferma, attaccato stamattina da Kiev. "Chiedo ai residenti e agli ospiti della penisola di astenersi dal viaggiare sul ponte di Crimea e di scegliere, ai fini della sicurezza, un percorso alternativo via terra attraverso le nuove regioni", ha dichiarato il capo della Crimea insediato da Mosca, Sergei Aksyonov.
Un tratto di strada di circa 400 chilometri attraverso i territori tenuti dall'esercito russo, alcuni dei quali gravemente colpiti dai combattimenti. Per facilitare l'uscita dalla Crimea, la televisione di Stato russa ha ricordato alle persone di portare con sé il passaporto e ha anche mandato in onda una mappa del percorso, che passa attraverso la Melitopol occupata fino al porto di Mariupol e termina nella città meridionale russa di Rostov.
Il presidente Vladimir Putin ha ordinato alle autorità di riparare il ponte e aiutare i turisti bloccati in Crimea. I funzionari filorussi dell'Ucraina occupata hanno dichiarato che ridurranno gli orari del coprifuoco per consentire il passaggio dei turisti e che l'esercito russo rafforzerà la sicurezza.
Un Sukhoi Su-25, aereo da attacco russo, si è schiantato nell'estuario di Ejsk, una baia del Mar d'Azov nel territorio controllato da Mosca, davanti a centinaia di bagnanti su materassini e in salvagente che hanno rilanciato sui social video e immagini. Lo riportano i media russi e ucraini. Il pilota è riuscito ad auto espellersi dal velivolo prima dello schianto. Durante la discesa, riferisce il sito Baza, la cupola del paracadute è caduta sul pilota e le imbracature si sono aggrovigliate, il militare ha rischiato di annegare ma infine è stato recuperato dai soccorritori che lo hanno rianimato.
"Condanno fermamente la mossa cinica della Russia di porre fine all'iniziativa per i cereali del Mar Nero, nonostante gli sforzi delle Nazioni Unite e della Turchia". Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "L'Ue sta lavorando per garantire la sicurezza alimentare per le persone vulnerabili in tutto il mondo. I corridoi di solidarietà Ue continueranno a portare i prodotti agroalimentari dall'Ucraina ai mercati globali", aggiunge.
Erdogan: "Putin proseguirà l'accordo sul grano"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è detto convinto "che Vladimir Putin voglia portare avanti l'accordo" sui cereali ucraini. "L'iniziativa del Mar Nero, che sta per entrare nel suo primo anno, è passata alla storia come un importante successo diplomatico. Sono state spedite più di 33 milioni di tonnellate di prodotti cerealicoli. A molti Paesi è stato impedito di essere trascinati in una crisi alimentare. Grazie a tutte le parti coinvolte. Credo che il presidente Putin voglia che questo ponte umanitario continui. Quando tornerò dal mio viaggio, avrò un incontro con il presidente russo. Parleremo di questo argomento quando ci incontreremo ad agosto in Turchia", ha affermato Erdogan in conferenza stampa all'aeroporto Atatürk prima della sua partenza per l'Arabia Saudita, citato da Hurriyet.
L'accordo sul grano ucraino si è concluso. Lo afferma il Cremlino, citato dalla Tass. Oggi gli accordi del Mar Nero hanno effettivamente cessato di avere effetto. La parte dell'accordo sul grano che riguarda la Russia non è stata rispettata. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Gli accordi del Mar Nero hanno cessato di essere validi oggi - ha spiegato Peskov - Come ha detto in precedenza il presidente della Federazione Russa, la scadenza era il 17 luglio. Purtroppo, la parte relativa alla Russia in questo accordo sul Mar Nero non è stata finora attuata. Pertanto, il suo effetto è terminato". Peskov ha aggiunto che Mosca tornerà immediatamente all'attuazione degli accordi del Mar Nero non appena la parte dell'accordo sul grano che riguarda la Russia sarà completata. "L'accordo sul grano è stato interrotto. Non appena la parte che riguarda la Russia sarà completamente rispettata, torneremo immediatamente alla sua attuazione", ha detto il portavoce presidenziale, aggiungendo che l'attacco al ponte di Crimea non influenzerà la posizione di Mosca riguardo l'accordo.
Il portavoce del Servizio di sicurezza civile ucraino (Sbu) Artem Dekhtyarenko, intervistato da Rbc-Ukraine, ha affermato che "tutti i dettagli 'dell'incidente sul ponte di Crimea della notte scorsa' saranno rivelati dopo la vittoria dell'Ucraina sulla Russia". "Nel frattempo, osserviamo con interesse come uno dei simboli del regime di Putin non sia riuscito ancora una volta a resistere agli attacchi", ha detto Dekhtyarenko
L'attacco della notte scorsa al ponte di Crimea è stato commesso dai servizi speciali ucraini: lo ha reso noto il Comitato investigativo russo, come riporta la Tass. "Secondo i risultati delle indagini, una delle sezioni del ponte di Crimea è stata danneggiata nella notte del 17 luglio a causa di un attacco terroristico commesso dai servizi speciali ucraini - si legge in un comunicato -. Due civili, un uomo e una donna che attraversavano il ponte in auto, sono stati uccisi. La loro figlia minorenne ha riportato ferite".
Anche per il presidente del consiglio di Stato della Crimea, Vladimir Konstantinov, Kiev è responsabile dell'attacco. Lo riporta la Tass. "Ieri sera il regime terroristico di Kiev ha commesso l'ennesimo crimine attaccando il ponte di Crimea. Kiev doveva sapere che la strada è una struttura puramente civile, ma cose come queste non hanno mai fermato i terroristi", ha scritto su Telegram il capo del Parlamento della Crimea annessa.
Media ucraini e russi parlano di esplosioni avvenute sul Ponte di Crimea, con un bilancio di almeno due morti. Precedentemente le autorità russe della regione avevano riferito di una "emergenza" sulla struttura, che ha imposto la chiusura del traffico sul ponte. Secondo l'agenzia Rbc Ukraine e il canale filorusso Grey Zone, le deflagrazioni sarebbero avvenute alle 3:04 e alle 3:20 ora locale. Due persone a bordo di un'auto sarebbero morte per il crollo di una campata della struttura. Il governatore dell'oblast russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha confermato la morte di un uomo e una donna della regione a seguito di "un'emergenza" sul Ponte di Crimea. La figlia minore della coppia è rimasta ferita nell'incidente, secondo quanto scrive Gladkov su Telegram. Le autorità del territorio russo di Krasnodar riportano da parte loro la notizia di un "bambino che ha riportato un trauma cranico di gravità moderata" sul ponte.
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che la controffensiva ucraina "non ha successo", valutando invece "positivamente" il corso dell'operazione militare speciale russa in Ucraina, dove l'esercito di Mosca "sta agendo in modo eroico". Lo riporta la Tass.
Secondo Putin, la controffensiva delle forze armate ucraine non porta risultati. "Tutti i tentativi del nemico di sfondare le nostre difese, e questo è un compito che include l'uso di riserve strategiche, non hanno avuto successo durante l'intera offensiva. Il nemico non ha successo", ha affermato, valutando invece "positivamente" le operazioni russe al fronte.
"Le nostre truppe si stanno comportando in modo eroico. Inaspettatamente per il nemico, in alcune zone passano all'offensiva, prendono le posizioni più vantaggiose", ha dichiarato il presidente russo in un'intervista per il canale Rossiya-1.
L'ultima nave a cui è stato concesso un passaggio sicuro dall'accordo sul grano del Mar Nero ha lasciato il porto di Odessa. Lo riporta Sky News, ricordando che il termine per prorogare l'accordo si avvicina rapidamente: Ucraina e Russia hanno tempo fino a domani per il rinnovo dell'intesa, sul quale si attende l'ok di Mosca.
Il presidente russo Vladimir Putin ha ripetutamente minacciato di porre fine all'intesa, considerata cruciale per scongiurare una crisi alimentare mondiale e combattere la fame nei paesi in via di sviluppo.
Il governatore filorusso di Sebastopoli, Mikhail Razvozhaev, ha affermato che le forze russe hanno respinto la notte scorsa un attacco con droni lanciato dagli ucraini nell'area della baia di Sebastopoli e di Balaklava, nella Crimea annessa. Lo riporta il Kyiv Independent. Secondo Razvozhaev, Sebastopoli è stata attaccata anche con droni marini. Non ci sono per il momento notizie di eventuali vittime o danni.
Un civile è morto durante i bombardamenti russi di ieri nella regione di Kherson: lo ha reso noto su Telegram il governatore della regione, Oleksandr Prokudin, come riporta Ukrinform.
"Ieri il nemico ha lanciato 69 attacchi" nella regione, "sparando 415 proiettili da mortai, artiglieria, Grad (lanciamissili multipli, ndr), aerei, lanciagranate e droni. Il nemico ha sparato dieci proiettili contro la città di Kherson", ha scritto Prokudin sottolineando che "l'aggressione russa ha provocato un morto".
Il gruppo paramilitare Wagner non esiste, almeno dal punto di vista giuridico: lo ha detto al quotidiano Kommersant il presidente russo Vladimir Putin, parlando per la prima volta del suo incontro al Cremlino con il fondatore della milizia di mercenari, Yevgeny Prigozhin, pochi giorni dopo l'ammutinamento del 24 giugno. "Ebbene, la Wagner non esiste!", ha esclamato Putin rispondendo al giornalista del Kommersant che gli chiedeva se il gruppo rimarrà come una unità di combattimento. "Non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private! Semplicemente non esiste!", ha aggiunto: "C'è un gruppo, ma legalmente non esiste!". "Si tratta di una questione separata rispetto alla legalizzazione vera e propria. Ma è una questione che dovrebbe essere discussa dalla Duma di Stato, dal governo. Non è una questione semplice", ha spiegato Putin riferendosi ad un eventuale riconoscimento giuridico del gruppo Wagner.
Incontro al Cremlino
Il leader russo ha poi parlato pubblicamente per la prima volta dei temi affrontati durante l'incontro al Cremlino a cui hanno partecipato 35 comandanti della Wagner, incluso Prigozhin. L'incontro è avvenuto il 29 giugno, solo cinque giorni dopo il fallito ammutinamento. "Cosa è successo veramente?" ha chiesto Putin rispondendo a una domanda sull'incontro: "Tutto è molto semplice e ovvio per la società russa. I combattenti di Wagner hanno combattuto con dignità, quindi... Il fatto che siano stati coinvolti in questi eventi è deplorevole ...", ha aggiunto riferendosi alla rivolta guidata da Prigozhin. "Durante l'incontro ho valutato da un lato ciò che avevano fatto sul campo di battaglia (in Ucraina) e dall'altro ciò che avevano fatto durante gli eventi del 24 giugno - ha spiegato il presidente russo -. In terzo luogo, ho mostrato loro le possibili opzioni per il loro ulteriore servizio, compreso l'uso della loro esperienza di combattimento. Tutto qui".
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha emesso oggi un ordine esecutivo che approva la mobilitazione di forze di riserva selezionate fino ad un massimo di 3000 persone, aumentando le forze armate a sostegno dell'operazione Atlantic Resolve, finalizzata a contrastare le azioni russe in Ucraina. Questa operazione sarà designata come operazione contingente, ha spiegato in una conferenza stampa il generale dell'esercito Douglas A. Sims II, direttore delle operazioni dello stato maggiore. "Questo riafferma il fermo sostegno e l'impegno a difendere il fianco orientale della Nato sull'onda della guerra illegale e non provocata della Russia contro l'Ucraina", ha aggiunto.
"Putin ha già perso la guerra" in Ucraina: lo ha affermato oggi il presidente Usa Joe Biden nella conferenza stampa a Helsinki col presidente finlandese Sauli Niinisto dopo il summit con i leader nordici. La Russia, ha aggiunto, "non può proseguire la guerra in Ucraina per anni" e Putin "prima o poi deciderà che non è nell'interesse della Russia continuarla".
Pace e sicurezza "sono indispensabili"
Stando a Biden, "la pace e sicurezza in Europa sono indispensabili per la pace e la sicurezza" americana e nel mondo. A detta del presidente statunitense il summit con i leader nordici è stato "molto produttivo" e ha ribadito il sostegno incondizionato a Kiev in una guerra che "riguarda la sicurezza e la liberta'. Biden ha sottolineato che gli Usa difenderanno "ogni centimetro del territorio della Nato, compresa la Finlandia", ultimo membro ad entrare formalmente nell'alleanza. "Il summit della Nato ha mostrato che siamo più uniti che mai", ha aggiunto.
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha smentito oggi indiscrezioni dei media secondo cui colloqui ufficiali per la pace in Ucraina potrebbero tenersi questo mese. "Non abbiamo ricevuto alcuna indicazione in merito. Ci sono ragioni per ritenere che si tratti di una fake news, considerando la persistente intenzione di Kiev e dei suoi referenti occidentali di inasprire le ostilità", ha affermato Lavrov in un'intervista al quotidiano online Lenta.ru. Lo riporta la Tass.
"Nessun ritorno alle relazioni precedenti"
Il 26 giugno l'emittente tv tedesca Ard aveva riferito che il 24 giugno si è tenuto a Copenaghen un incontro internazionale sull'Ucraina "in condizioni di stretta segretezza" con la partecipazione di diplomatici dei Paesi occidentali, nonché di rappresentanti di Brasile, India, Cina e Sudafrica. In quell'occasione sarebbe stato affermato che colloqui ufficiali per la pace in Ucraina erano previsti a luglio. Mosca non tornerà alle relazioni precedenti con i Paesi che adesso considera ostili, ha poi affermato il ministro degli Esteri russo. "È anche ovvio che non ci sarà un ritorno alle nostre relazioni precedenti con i Paesi non amici", ha dichiarato al portale Lenta.ru. "Se decidono di rinunciare alla loro linea anti-Russia all'improvviso, vedremo cosa significa esattamente e decideremo la nostra linea successiva basandoci sui nostri interessi. Questo riguarda l'Occidente collettivo", ha aggiunto Lavrov. Secondo il ministro degli Esteri i Paesi Nato si sono impegnati a fornire armi a più lungo raggio all'Ucraina con l'obiettivo di "prolungare la guerra di logoramento". Il vertice Nato a Vilnius ha mostrato che l'Alleanza è tornata agli schemi della Guerra Fredda, ha detto Lavrov citato dalla Tass, aggiungendo che "Mosca studierà attentamente i risultati del vertice e risponderà alle minacce al meglio delle sue possibilità".
"La Nato torna agli schemi da Guerra Fredda"
Secondo il ministro degli Esteri i Paesi Nato si sono impegnati a fornire armi a più lungo raggio all'Ucraina con l'obiettivo di "prolungare la guerra di logoramento". Il vertice Nato a Vilnius ha mostrato che l'Alleanza è tornata agli schemi della Guerra Fredda, ha detto Lavrov citato dalla Tass, aggiungendo che "Mosca studierà attentamente i risultati del vertice e risponderà alle minacce al meglio delle sue possibilità".
F-16, una minaccia nucleare per Mosca
Inoltre, il ministro russo ha affermato che gli F-16 in Ucraina rappresenteranno una minaccia "nucleare" per Mosca. "Considereremo il solo fatto che le forze armate ucraine dispongano di tali sistemi come una minaccia dell'Occidente in campo nucleare", ha dichiarato Lavrov. "La Russia non può ignorare la capacità di questi aerei di trasportare testate nucleari", ha sottolineato il capo della diplomazia russa, assicurando che Mosca ha avvertito Stati Uniti, Regno Unito e Francia.
Le forze ucraine hanno abbattuto nella notte una decina di droni russi sui cieli di Kiev nel corso del terzo attacco aereo lanciato da Mosca sulla capitale in tre giorni: lo ha reso noto su Telegram l'amministrazione militare della città, come riporta Ukrinform. "Il 505/o giorno dell'invasione su vasta scala della Federazione Russa in Ucraina. Per il terzo giorno consecutivo, Kiev viene attaccata dalle munizioni di sbarramento degli Shahed" ha affermato il capo dell'amministrazione militare della città, Sergiy Popko. "Questa notte c'è stato un massiccio attacco di droni iraniani. I velivoli senza equipaggio sono entrati nella capitale da diverse direzioni. Circa una decina di obiettivi nemici sono stati identificati e distrutti dalle forze e dai mezzi di difesa aerea nello spazio aereo di Kiev", aggiunge. Nell'attacco un civile ha perso la vita e altri quattro sono rimasti feriti, due dei quali sono stati ricoverati in ospedale. Popko ha precisato che questi ultimi sono una ragazza di 19 anni e un uomo di 23 anni, entrambi colpiti da schegge di vetro.
Magari non sarà proprio "storico" come va ripetendo il segretario generale Jens Stoltenberg, ma il summit di Vilnius della Nato si chiude con diversi risultati concreti. Soprattutto per l'Ucraina, che incassa l'impegno degli alleati del G7 a fornire "garanzie di sicurezza" per Kiev per assisterla nel suo percorso verso l'Alleanza ed evitare che la Russia l'attacchi di nuovo.
Zelensky corregge il tiro
Volodymyr Zelensky ha ringraziato e ha corretto il tiro, abbandonando i toni accusatori della vigilia. "Per noi si tratta di un grande successo", ha dichiarato alla stampa. Restando fermo su un punto però: nulla può "sostituire" l'articolo 5 della Nato. Tutto bene dunque per quanto, indubbiamente, una parte dei leader si è dimostrata infastidita, privatamente e a volte persino pubblicamente, per l'uscita sopra le righe del presidente ucraino su Twitter e quell'accusa di "assurdità" alla mancanza di un chiaro calendario per l'ingresso nell'Alleanza. Stoltenberg, dopo l'inaugurazione del Consiglio Nato-Ucraina, ha notato come Kiev "non sia mai stata più vicina di così" al Patto Atlantico e che gli alleati la sosterranno sia nel vincere la guerra - a Vilnius si sono susseguiti nuovi annunci di forniture militari, dalla Francia alla Germania - sia nell'attuare le riforme.
L'Ucraina sarà un giorno nella Nato
Perché l'Ucraina deve fare i compiti a casa e su questo non si scappa. Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace è però tra quelli che non si è trattenuto e, seppur bonariamente, ha incoraggiato gli ucraini a mostrare un po' di "gratitudine" verso le opinioni pubbliche occidentali e non considerarle solo alla stregua di un "magazzino Amazon" da dove partono le consegne dei pacchi pieni di armi. Persino Joe Biden - pur lodando il popolo ucraino per "il coraggio che sta ispirando il mondo" - ha mostrato un certo fastidio. "Tutti gli alleati concordano che l'Ucraina sarà un giorno nella Nato", ha sottolineato nel corso della cerimonia di presentazione delle garanzie di sicurezza del G7. "Non credo che sia una sorpresa per nessuno di noi qui e spero che non sia una sorpresa per lei, signor presidente". Parole sibilline. "Aiuteremo l'Ucraina a costruire forti strutture di difesa, di cielo, mare e terra, in modo che diventi una fonte di stabilità nella regione", ha chiosato Biden. "Ed è una potente dichiarazione per l'Ucraina".
L'impegno dei leader
Il documento del G7 è sostanzioso. I leader si impegnano a garantire una "fornitura continua di equipaggiamento militare moderno", che comprenderà navi, jet, difesa missilistica, artiglieria e armi "a lungo raggio" attraverso "impegni e accordi di sicurezza bilaterali allineati a questo quadro multilaterale, in conformità con i nostri rispettivi requisiti legali e costituzionali".
Per il Cremlino un passo errato e pericoloso
Prima del pieno ingresso nella Nato - "nessuno vuole una guerra mondiale, lo capiamo, ma chiediamo segnali per galvanizzare la nostra gente e siamo pronti ad entrare al termine del conflitto", ha detto Zelensky - si apre dunque per l'Ucraina il modello israeliano-porcospino: armi fino ai denti per diventare un boccone indigesto alla Russia. Tant'è vero che il Cremlino ha reagito con rabbia. "È un passo estremamente errato e potenzialmente molto pericoloso, così facendo il G7 viola la nostra sicurezza", ha tuonato il portavoce di Vladimir Putin, accreditando indirettamente la strategia occidentale e perdendo forse l'occasione per mettere in risalto l'insoddisfazione ucraina per un cronoprogramma più stringente.
Un accordo che consolida il fronte interno
Ma l'accordo siglato al G7, aperto ad altre nazioni che vogliono sottoscriverlo, non è solo una mossa a favore dell'Ucraina e un avvertimento alla Russia (non conti sul fattore tempo perché gli alleati sono pronti alla maratona); lo è pure per consolidare il fronte interno. La premier estone Kaja Kallas ha detto in chiaro quello che altri confidano a margine del vertice: "Mettere per iscritto" questi impegni di sicurezza serve a chiarire che la linea non cambierà "anche se ci dovessero essere dei cambi di governo dopo le elezioni". E non a caso molti dei Paesi firmatari vogliono portare l'accordo nei parlamenti per la ratifica. Un riferimento che pare tarato sulle presidenziali Usa del prossimo anno con lo spettro di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
"Dai colloqui di oggi capisco che le condizioni necessarie per l'ingresso nella Nato saranno raggiunte quando ci sarà la pace in Ucraina". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. "Caro Volodymyr - ha detto da parte sua Stoltenberg -, è un onore averti qui al summit Nato: quando Putin ha invaso l'Ucraina ha sottostimato il coraggio del popolo ucraino e la determinazione della leadership ucraina, ma anche l'unità della Nato. Il summit di Vilnius marca l'inizio di una nuova relazione con l'Ucraina. L'Ucraina è vicina alla Nato come mai prima d'ora".
"Un segnale importante"
Zelensky ha aggiunto che "capiamo che alcuni hanno paura di parlare di membership ora perché nessuno vuole una guerra mondiale ed è comprensibile. Ma abbiamo bisogno di avere segnali". "Se oggi il G7 concorderà la dichiarazione per le garanzie di sicurezza sarà un passo importante perché nel testo si dice che valgono per coprire il nostro percorso sulla via per la Nato", ha aggiunto, sottolineando che "le promesse del G7 non possono sostituire l'ingresso dell'Ucraina nella Nato come Stato membro. Capisco che la questione della timeline dell'invito nella Nato sia un segnale tecnico. Ma non gestiamo solo burocrazia. Sarebbe un fattore per motivare la società e per me sarebbe stato importante e lo paragono allo status di candidato per l'Ue. Anche quello era un segnale, non era attuale un ingresso nell'Ue. Ma era un segnale potente per la Russia che l'Ucraina sarà uno Stato indipendente", ha ancora spiegato Zelensky.
"Un caloroso benvenuto ai nostri partner più stretti, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea, e anche all'Unione europea. È bello vedervi di nuovo tutti insieme. La Nato è un'Alleanza regionale tra Europa e Nordamerica, ma le sfide che dobbiamo affrontare sono globali e la nostra sicurezza è interconnessa. Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg dando il via al Consiglio Atlantico allargato ai partner. "Ciò che accade nella regione euro-atlantica - ha affermato - è importante per l'Indo-Pacifico e ciò che accade nell'Indo-Pacifico è importante per l'Euro-Atlantico. La guerra in Ucraina ha ramificazioni globali. Le minacce terroristiche e informatiche non conoscono confini. E i regimi autoritari si stanno avvicinando. Dobbiamo quindi difendere insieme l'ordine internazionale basato sulle regole. Per questo motivo, accolgo con favore la presenza dei partner qui con noi oggi."
Con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Vilnius è stato raggiunto un accordo per un'ulteriore fornitura di missili antimissile Patriot con relativi lanciatori all'Ucraina, secondo quanto scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram. "C'è un accordo per ulteriori lanciatori e missili Patriot dalla Germania. Questo è molto importante per proteggere la vita in Ucraina dal terrore russo! Sono grato per la disponibilità della Germania a sostenere a lungo termine l'Ucraina e la nostra difesa della libertà", scrive Zelensky al termine dell'incontro con Scholz a margine del vertice della Nato nella capitale lituana.
La Svezia e poi, "a guerra finita", probabilmente anche l'Ucraina si andranno ad aggiungere ai 31 Paesi che fanno già parte della Nato. Acronimo dell'inglese North Atlantic Treaty Organization, l'alleanza militare a carattere difensivo venne fondata nel 1949 da dieci Paesi europei e due nordamericani per controbilanciare la crescente forza dell'Unione delle repubbliche sovietiche (Urss), in un mondo che usciva dalla Seconda guerra mondiale per entrare nella Guerra fredda.
I paesi fondatori
Gran Bretagna, Francia, Italia, Islanda, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Danimarca, Norvegia e Portogallo, e ancora Stati Uniti e Canada. Questi i 12 Paesi che si riunirono a Washington il 4 aprile del 1949 per firmare il trattato istitutivo della Nato. La base giuridica era l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, in cui si riafferma il diritto intrinseco degli Stati indipendenti alla difesa individuale o collettiva. Proprio quest'ultima risponde al principale obiettivo dell'Alleanza, ovvero l'impegno dei membri a proteggersi reciprocamente in caso di attacco a uno di loro. Un principio sancito dall'articolo 5 di un Trattato per certi versi semplice, che contiene solamente 14 punti.
Le prime adesioni
Poco dopo la fondazione dell'Alleanza ci furono anche le prime adesioni. Prima Grecia e Turchia, nel 1952, poi tre anni più tardi la Germania Ovest, lo stesso anno in cui i sovietici crearono un'organizzazione specchio della Nato con la firma del Patto di Varsavia. La Spagna, nel 1982, fu l'ultimo Paese a entrare prima della caduta del Muro del Berlino del 1989. Un evento spartiacque per la composizione stessa della Nato: da lì in avanti l'Alleanza si espanderà verso est. Da annotare, in questo periodo di tempo, anche l'uscita della Francia dal Comando militare integrato, nel 1966, per volere di Charles De Gaulle. Parigi rientrerà solo nel 2009.
L'allargamento a est
La fine dell'Urss determinò un cambio di rotta per la Nato: da lì in avanti entrarono a far parte dell'Alleanza ex appartenenti al Patto di Varsavia ed ex Paesi del blocco comunista. Nel 1997 furono invitate Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, che entrarono definitivamente nel 1999, lo stesso anno in cui la Nato intervenne militarmente in Kosovo. Pochi anni prima, nel 1995, era accaduto lo stesso in Bosnia ed Erzegovina sempre nell'ambito della dissoluzione della Jugoslavia. Nel 1999 venne ufficializzata la procedura che permetteva i nuovi ingressi, il cosiddetto Piano d'azione per l'adesione (Map) che adesso alcuni Stati vorrebbero eliminare per favorire l'ingresso dell'Ucraina nell'alleanza. Nel 2004 ci fu l'allargamento più grande dalla fondazione del 1949: nello stesso anno aderirono i Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), ma anche Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia. Cinque anni dopo, nel 2009, entrarono anche Croazia e Albania e, sempre dai Balcani, il Montenegro aderì nel 2017. Nel 2020 fu la volta della Macedonia, l'ultimo ingresso prima della discussa adesione della Finlandia, nel 2023, che ha portato a 31 il numero totale dei Paesi alleati.
I leader hanno concordato che "estenderanno all'Ucraina l'invito ad entrare nell'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte". Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al termine del primo giorno del vertice di Vilnius. "È un chiaro percorso d'ingresso per Kiev". Si tratta di un pacchetto, insieme al Consiglio Nato-Ucraina e al sostegno pluriennale, che dà un messaggio forte, positivo e unito per l'Ucraina", ha aggiunto Stoltenberg. Non c'è una timeline per il processo d'ingresso nella Nato, si basa sul raggiungimento delle condizioni, è sempre stato così", ha precisato Stoltenberg. "È il messaggio più forte che abbiamo mai mandato all'Ucraina e nel comunicato sosteniamo che l'Ucraina è andata oltre la necessità di avere il Map", ha notato commentando un tweet di Zelensky. "Le condizioni sono precisate nell'articolo 10 del Patto Atlantico e sono gli alleati a dover giudicare se sono rispettate o no".
Il presidente ucraino, Volodymr Zelensky, è arrivato a Vilnius dove parteciperà al vertice Nato. "Apprezziamo i nostri alleati, la nostra sicurezza in comune e la possibilità di discutere apertamente", ha twittato Zelensky. "L'Ucraina sarà rappresentata al vertice Nato di Vilnius. È una questione di rispetto. Anche Kiev merita rispetto e mentre ci stiamo recando nella capitale lituana abbiamo sentito che stanno trattando alcuni temi senza di noi. Questi riguardano l'invito a diventare membri della Nato, non l'adesione di Kiev", continua a scrivere Zelensky. "È assurdo che non vengano stabiliti né i tempi né l'invito all'Ucraina per diventare membro quando, contemporaneamente, si parla vagamente delle condizioni con le quali chiederci di far parte dell'Alleanza atlantica. Sembra che non ci sia alcuna disponibilità a farci entrare nella Nato e questo può motivare la Russia a continuare con la guerra". Il presidente ucraino conclude il messaggio affermando che "l'incertezza è debolezza e di questo parlerò apertamente all'incontro":
I ministri degli Esteri dei Paesi nordici e baltici (Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia e Svezia) hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in cui invitano la Nato a sostenere in maniera concreta il processo di integrazione dell'Ucraina nella Nato. "Non possiamo lasciare", si legge nella dichiarazione, "che la Russia raccolga i frutti dell'aggressione. Il futuro dell'Ucraina e del suo popolo è nella famiglia euro-atlantica. L'Unione europea lo ha confermato concedendo all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione all'Ue. Siamo impegnati nel continuo rafforzamento delle capacità di autodifesa dell'Ucraina", si legge nel testo.
"Ad oggi, dall'inizio dell'assalto su vasta scala della Russia, gli aiuti promessi all'Ucraina ammontano a più di 8,5 miliardi di euro e il nostro sostegno durerà quanto necessario. Allo stesso tempo, dobbiamo creare un quadro affidabile e permanente per garantire il futuro dell'Ucraina, colmando le lacune nel percorso dell'Ucraina verso la futura adesione alla Nato".
Fumata bianca. La Turchia e la Svezia hanno trovato un accordo e il presidente Recep Tayyip Erdogan si impegnerà a trasmettere "il prima possibile" le carte al Parlamento per permettere una veloce ratificazione dell'ingresso di Stoccolma nella Nato. Alla vigilia dell'inizio del summit di Vilnius dell'alleanza atlantica l'incontro trilaterale promosso dal segretario generale Jens Stoltenberg ha dato i suoi frutti. "È una giornata storica", ha commentato in conferenza stampa.
Cosa prevede l'accordo
L'accordo prevede che la Nato crei - ed è una prima assoluta - un Coordinatore per la lotta contro il terrorismo e che la Svezia implementi gli accordi sulla rimozione delle limitazioni per l'export di armi verso Ankara. Inoltre Stoccolma si impegnerà a sostenere il processo d'ingresso della Turchia nell'Ue, in quanto Stato membro. E questo è un particolare rilevante. "Apriamo la strada per la Turchia nell'Unione Europea e noi daremo il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato, come abbiamo fatto con la Finlandia", aveva detto il sultano in prima di salpare per la capitale lituana. Creando, ovviamente, un terremoto. "L'Ue ha un processo molto strutturato di allargamento e i diversi passaggi devono essere soddisfatti da ogni candidato", ha risposto a stretto giro la portavoce della Commissione Europea. È un percorso che "guarda al merito" e non può essere legato a quello dell'adesione della Svezia nella Nato. "Non possono che essere separati", ha tagliato corto la portavoce. In serata però il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha avuto un faccia a faccia con Erdogan. "Sono state esplorate le opportunità per riportare la cooperazione Ue-Turchia in primo piano e rivitalizzare le nostre relazioni. Il Consiglio Europeo ha invitato l'Alto rappresentante e la Commissione Europea a presentare un rapporto per procedere in modo strategico e lungimirante", ha scritto su Twitter. "Abbiamo anche discusso dell'adesione della Svezia alla Nato anche in vista del miglioramento delle relazioni Ue-Turchia", ha aggiunto.
I negoziati con la Turchia in stallo dal 2018
Che sia stata una provocazione o meno, l'uscita di Erdogan ha avuto qualche effetto. Certo, il Consiglio Ue sul punto è nettissimo. "La Turchia ha ottenuto lo status di Paese candidato all'Ue nel dicembre 1999. Nell'ottobre 2005 l'Ue e la Turchia hanno avviato negoziati di adesione, che si trovano tuttavia in una fase di stallo dal giugno 2018 a causa della continua regressione in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali". Ma la giornata di trattative, evidentemente, è stata sufficiente a portare Erdogan a più miti consigli. Ora resta solo l'Ungheria ad opporsi all'ingresso della Svezia. "Credo che il problema sarà risolto", ha assicurato Stoltenberg. L'osso duro, nel gioco, non è mai stato Orban.
"Sono felice di annunciare che il presidente Erdogan ha concordato di concedere l'ingresso della Svezia nella Nato il prima possibile". Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al termine dell'incontro trilaterale con i leader di Svezia e Turchia. "Siamo stati in grado di riconciliare le preoccupazioni della Turchia e della Svezia, ora abbiamo nel testo concordato fatti passi avanti su come implementare la lotta al terrorismo, lavorare insieme come alleati e far sì che le restrizioni sull'export delle armi da Stoccolma ad Ankara siano rimosse", ha detto Stoltenberg. Alla Nato verrà creato un Coordinatore speciale per la lotta contro il terrorismo, ha notato il segretario generale.
"Oggi è giorno storico. Abbiamo un chiaro impegno da parte di Ankara di presentare la ratificazione della Svezia al Parlamento il primo possibile e di lavorare perché la ratificazione avvenga il prima possibile. Ma non è mio compito dare dei tempi su quanto tempo ci vorrà, dobbiamo rispettare i tempi del Parlamento turco", ha aggiunto. Budapest ora resta l'altro paese a dover dare luce verde. "Credo che il problema dell'Ungheria verrà risolto", ha notato.
La Svezia sosterrà ingresso di Ankara nell'Ue
Infine Stoltenberg ha affermato che "non sta alla Nato commentare il processo di ingresso della Turchia nell'Ue ma la Svezia ha concordato, come membro dell'Ue, di sostenere il rinvigorimento del processo di ingresso di Ankara".
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha confermato che il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin ha incontrato il presidente Vladimir Putin. L'incontro è avvenuto il 29 giugno, pochi giorni dopo l'inserruzione del 24 giugno. Lo riferisce la Tass.
Peskov ha confermato le indiscrezioni pubblicate dalla testata francese Libération, precisando che all'incontro hanno partecipato 35 persone, compresi Prigozhin e comandanti di vari reparti della Wagner. "L'incontro è durato quasi tre ore", ha aggiunto il portavoce.
L'esercito ucraino ha riconquistato 14 chilometri quadrati nell'est e nel sud del Paese la scorsa settimana come parte della sua controffensiva. Lo ha detto oggi il portavoce Andrii Kovaliov. "Più di 10 chilometri quadrati sono stati liberati nel sud dell'Ucraina la scorsa settimana", ha detto alla televisione ucraina, aggiungendo che altri 4 km quadrati sono stati liberati anche "nel settore Bakhmut", a est. Queste cifre portano a 193 chilometri quadrati l'area totale occupata dall'Ucraina dal lancio della sua controffensiva all'inizio di giugno. Secondo Kovaliov, l'esercito ucraino ha conquistato "169 km quadrati nei settori di Melitopol e Berdyansk", le due principali città dell'Ucraina meridionale attualmente sotto il controllo russo, e 24 chilometri quadrati nel settore di Bakhmut.
Il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin sarebbe a Mosca e avrebbe incontrato il presidente russo Vladimir Putin. Lo riporta Libération, citando fonti "dei servizi di informazione occidentali". Da inizio luglio, scrive il quotidiano francese, "Prigozhin sarebbe al Cremlino, dove è stato convocato dai suoi principali comandanti". Prigozhin, precisa Libération, avrebbe incontrato Putin e sarebbe stato ascoltato dal generale Viktor Zolotov, comandante della guardia nazionale Rosgvardia e fedelissimo del presidente, e da Serghei Naryshkin, capo dei servizi di informazione esterni russi.
Quattro persone sono state uccise durante un attacco russo alla città di Orikhiv, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale, Yury Malashko, come riporta Ukrainska Pravda. L'attacco, ha precisato, è avvenuto con una bomba aerea guidata mentre venivano distribuiti aiuti umanitari. "I russi hanno commesso un crimine di guerra nella città in prima linea di Orikhiv - ha scritto Malashko -. Hanno colpito con una bomba aerea guidata durante la distribuzione di aiuti umanitari in un quartiere residenziale. Quattro persone sono morte sul colpo: tre donne di 43, 45 e 47 anni e un uomo di 47 anni". Nell'attacco sono inoltre rimaste ferite 13 persone, rende noto l'Ufficio del procuratore generale ucraino, riferisce Ukrinform.
L'alto tasso di mortalità tra i soldati russi feriti in Ucraina è causato da cure mediche inadeguate: si potrebbe prevenire fino al 50% dei decessi. Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence.
La Russia è quasi certamente alle prese con una crisi delle forniture mediche da combattimento dopo aver subito una media di circa 400 vittime al giorno per 17 mesi, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter. L'afflusso di vittime militari ha probabilmente compromesso la normale fornitura di alcuni servizi medici civili russi, soprattutto nelle regioni di confine con l'Ucraina, aggiunge Londra.
È probabile che fino al 50% delle vittime russe sul campo di battaglia avrebbe potuto essere evitato con un primo soccorso adeguato, sottolineano gli esperti del ministero citando il capo della divisione di addestramento alla medicina da combattimento dell'azienda Kalashnikov.
L'evacuazione molto lenta dei feriti, insieme all'uso inappropriato del rozzo laccio emostatico da combattimento in dotazione ai servizi sanitari russi, è una delle principali cause dei decessi e delle amputazioni evitabili, conclude il rapporto.
In un'intervista rilasciata a Martha Raddatz di Abc News, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che gli aiuti statunitensi a Kiev devono rimanere una priorità politica nonostante i "segnali pericolosi" di alcuni politici Usa. "È importante per noi preservare il sostegno bipartisan all'Ucraina", ha sottolineato Zelensky.
Per quanto riguarda la controffensiva di Kiev, il presidente ucraino ha dichiarato di non sentirsi sotto pressione per accelerarne il ritmo: "Oggi l'iniziativa è dalla nostra parte", ha detto. Zelensky non ha quindi smentito le notizie secondo cui un obiettivo chiave della controffensiva ucraina sia di raggiungere il confine con la Crimea e spingere il presidente russo Vladimir Putin a negoziati. Una volta che le forze ucraine raggiungeranno quel punto "è molto probabile che Putin sarà costretto a cercare il dialogo con il mondo civile", ha affermato Zelensky.
Il presidente ucraino ha detto che la rivolta della Wagner ha rivelato la debolezza di Putin. "Ci sono segnali che potrebbe esserci un altro ammutinamento in Russia, una rivoluzione", ha affermato Zelensky. In merito al prossimo vertice Nato, il presidente ucraino ha espresso la speranza che da Vilnius possano arrivare concrete garanzie di sicurezza per Kiev. "Siamo un Paese rispettato, che sta davvero lottando per i valori umani, per i diritti umani, per la libertà e per la democrazia", ha sottolineato Zelensky.
In seguito all’incontro online a Lugano tra Cassis e Zelensky, tutto lasciava presagire che i rapporti tra la Svizzer e l’Ucraina non potessero essere intaccati. Questi potrebbero invece traballare in seguito a un rapporto del servizio di intelligence federale (SIC) i cui contenuti sono stati rivelati dalla NZZ am Sonntag.
Il rapporto
Nel documento, il SIC avrebbe criticato i “tratti autoritari” dell’attuale leader ucraino Volodymyr Zelensky. In vista delle elezioni presidenziali che si terranno l’anno prossimo, il presidente starebbe tentando di sbarazzarsi della concorrenza.
La concorrenza
Une delle possibili minacce per il leader in carica potrebbe essere l’attuale sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko. Secondo il rapporto del SIC i paesi occidentali dovrebbero esercitare delle pressioni sul presidente in carica così da evitare eventuali derive autoritarie.
Per la prima volta il ministero della Difesa ucraino ha riconosciuto la responsabilità di Kiev nell'attacco al ponte di Crimea dell'8 ottobre 2022.
L'attacco al ponte
La vice ministro della Difesa Hanna Malyar nel 500esimo giorno della guerra ha pubblicato su Telegram un elenco delle azioni più importanti messe a segno dall'esercito, tra queste proprio l'attacco al ponte: "273 giorni da quando è stato effettuato il primo attacco sul ponte di Crimea per interrompere la logistica dei russi", ha scritto. Il ponte di Crimea fu fatto saltare in aria con esplosivo portato da un camion bomba.
Bombe a grappolo
Intanto il presidente Volodymyr Zelensky è rientrato in Ucraina dalla Turchia con alcuni dei militari che difesero per mesi l'acciaieria Azovstal di Mariupol, rilasciati in uno scambio di prigionieri. Mosca parla però di accordi violati, "sia dalla parte turca che da Kiev". L'Ucraina ha pure assicurato che le bombe a grappolo "non saranno utilizzate sul territorio russo ufficialmente riconosciuto".
Nomina militare
Zelensky ha pure nominato l'ufficiale militare Oleksiy Pivnenko comandante della Guardia nazionale. Lo riferisce Ukrinform. "Ora abbiamo tra noi l'eroe dell'Ucraina Oleksandr Pivnenko, un potente soldato della Guardia nazionale, un ufficiale combattente che si è distinto nelle battaglie contro gli occupanti russi, in particolare nelle battaglie per Bakhmut. Ho nominato l'eroe dell'Ucraina Oleksandr Pivnenko comandante della Guardia nazionale ucraina", ha dichiarato.
Adesione alla Nato
Dal canto suo, la Germania insisterà per ritardare l'adesione dell'Ucraina alla Nato per timore che la mossa possa portare l'Alleanza alla guerra con la Russia, afferma il Telegraph citando fonti della stessa Nato. Secondo le informazioni del quotidiano britannico, Berlino utilizzerà il vertice annuale della Nato in programma la prossima settimana a Vilnius per sollecitare gli altri paesi a concentrarsi sulle garanzie di sicurezza piuttosto che sulle proposte di adesione. La Germania "non vuole vedere" il presidente russo "Vladimir Putin testare potenzialmente l'articolo 5", affermano le fonti del Telegraph. In base a tale clausola, qualsiasi stato Nato attaccato da un aggressore esterno ha il diritto di richiedere l'intervento militare dal resto degli alleati. Intanto il presidente Usa Joe Biden parte oggi per l'Europa.
Nel 500mo giorno di guerra, Volodymyr Zelensky è arrivato sull'Isola dei Serpenti dove ha deposto fiori per i soldati caduti.
Il messaggio su Telegram
Lo scrive lo stesso leader su Telegram: "500 giorni di guerra totale. L'isola dei serpenti. L'isola libera della libera Ucraina. Sono grato a tutti coloro che hanno combattuto qui contro gli occupanti. Abbiamo commemorato gli eroi che hanno dato la vita in questa battaglia, una delle più importanti della guerra. Gloria e onore a tutti coloro che combattono per la sicurezza Mar Nero". Il video mostra il presidente arrivato in barca, accompagnato dal capo dell'ufficio presidenziale Andriy Yermak.
Liberazione il 30 giugno 2022
L'isola dei Serpenti, liberata dalle forze ucraine il 30 giugno 2022, divenne famosa quando i soldati di Kiev a poche ore dall'invasione russa e con i missili dell'incrociatore Moskva puntati contro urlarono la frase simbolo della resistenza: "Nave da guerra russa, vai a farti fottere". I tredici militari ucraini a presidio di un avamposto strategico nel Mar Nero, sorpresi dalla flotta di Vladimir Putin e costretti a una sfida decisamente impari, rifiutarono così la resa.
La difesa dell'Isola
La difesa impossibile dell'Isola dei Serpenti è diventata così l'epopea della difesa dell'Ucraina, abilmente iconizzata in un francobollo sogno dei collezionisti in cui un soldato mostra il dito medio all'ammiraglia del Cremlino, poi affondata, come cemento ulteriore nella costruzione del mito. Nel frattempo, molti degli "eroi" di Zmiiny (questo il nome in ucraino) sono tornati a casa grazie a uno scambio di prigionieri, dopo essere stati dati inizialmente per morti. "La notte più buia è sempre prima dell'alba. Quest'alba sull'Isola dei Serpenti è stata fonte di ispirazione. L'Isola della Vittoria che abbiamo visitato con il presidente e la sua squadra. 500 giorni, 9 anni di guerra: l'Isola dei Serpenti è un simbolo dell'invincibilità dell'Ucraina. Riconquisteremo tutto", ha scritto su Twitter Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente ucraino, che ha accompagna Zelensky nella sua visita.
Dopo lunghi giorni di silenzio seguiti alla "marcia su Mosca" del 24 giugno, il fondatore della milizia Wagner ricompare sui social con un post al vetriolo contro i media statati russi, citato da Novaya Gazeta.
Le affermazioni
"Leggere i giornali, sentire le storie in tv, mi fa stare molto male, i bastardi della tv, che ieri ammiravano i ragazzi della Wagner, ora stanno versando ogni tipo di veleno... Ricordate, bastardi della tv, che non sono stati i vostri figli a combattere nelle nostre file, non sono stati i vostri figli a morire, ma voi, bastardi, state facendo audience con storie come questa".
"Prigozhin da non sottovalutare"
Novaya Gazeta, nell'articolo dal titolo 'Yevgeny Prigozhin continua la battaglia', sottolinea che 'il proprietario della Wagner non va sottovalutato'. "In effetti, tutti i principali media dello Stato hanno fornito ampi materiali devastanti sulla "campagna per la giustizia" di Prigozhin contro Mosca. Adesso è più difficile per l'ex cuoco di Putin difendersi in campo mediatico: il suo impero propagandistico è crollato sotto i nostri occhi, non sono rimasti quasi più fedeli. I suoi dipendenti stanno già raccontando ai giornalisti le regole e le usanze nella fabbrica dei troll e nel gruppo dei media', racconta la pubblicazione indipendente.
L'Ucraina non entrerà nella Nato come risultato del prossimo vertice dell'Alleanza a Vilnius ma il summit sarà un importante passo nel cammino di Kiev verso la Nato. Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca, spiegando che al vertice si discuteranno quasi passi sono necessari perché Kiev sia idonea a entrare nella Nato. Ha però aggiunto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà il benvenuto al vertice Nato che si terrà nella capitale lituana.
La controffensiva ucraina "sta avanzando" ma "non così velocemente come vorremmo". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in alcune anticipazioni di un'intervista rilasciata ad Abc News. La controffensiva ha permesso alle forze ucraine di prendere "l'iniziativa" nella guerra contro i russi , ma "vogliamo farlo più velocemente", ha detto il presidente ucraino, aggiungendo di sostenere la valutazione dei suoi militari secondo cui l'operazione, iniziata il mese scorso, "stava andando secondo i piani. Tutti vorremmo vedere la controffensiva compiuta in un periodo di tempo più breve, ma c'è la realtà", ha detto Zelensky. "Non siamo bloccati in un posto" e "oggi l'iniziativa è dalla nostra parte", ha sottolineato. "Stiamo avanzando, anche se non così velocemente (come vorremmo). Ma stiamo avanzando". Nell'intervista Zelensky ha poi affermato che è ancora "troppo presto" per riportare grandi successi sul campo di battaglia.
È salito a cinque il numero delle vittime dell'attacco russo della scorsa notte sulla città occidentale di Leopoli: ha annunciato il governatore Maksym Kozytskyi su Telegram. "Sfortunatamente, il numero delle persone uccise a causa dell'attacco missilistico notturno su Leopoli è salito a cinque. Il corpo di una donna è stato recuperato dalle macerie. Le mie condoglianze alla famiglia", ha scritto. I lavori per la rimozione dei detriti sono ancora in corso. Il dipartimento di Leopoli del servizio di emergenza statale dell'Ucraina ha riferito che oltre a cinque morti, 36 persone sono rimaste ferite nell'attacco russo che stanotte ha colpito la città. In un post su Facebook, il servizio ha riferito che 7 persone sono state estratte vive dalle macerie e 64 sono state evacuate.
"La ricostruzione dell'Ucraina richiederà da tutti i partner 384 miliardi di euro nei prossimi 10 anni". È quanto si legge nello Strategic Foresight Report 2023 della Commissione europea, che analizza le sfide future dell'Europa. Il dato, si legge, è basato su una valutazione congiunta del governo ucraino, del Gruppo della Banca Mondiale, della Commissione europea e delle Nazioni Unite.
A dura prova le basi del multilateralismo
"La guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha messo a dura prova le basi del multilateralismo e dell'ordine internazionale basato sulle regole. La Cina sta entrando in una nuova era, incentrata sull'influenza economica e sull'assertività diplomatica, mirando a un cambiamento sistemico dell'ordine internazionale. Rimane un rivale sistemico e un concorrente economico, pur essendo un partner multilaterale. Gli Stati Uniti stanno seguendo un percorso di profonda integrazione tra politica interna ed estera", si legge nel rapporto. "Ciò comporta il rafforzamento della base industriale, la protezione delle tecnologie di nuova generazione, la collaborazione con i partner internazionali per lo sviluppo di partenariati economici, tecnologie di prossima generazione, collaborando con i partner internazionali per sviluppare partenariati economici incentrati su sfide globali e mobilitando gli investimenti nelle economie emergenti", prosegue il rapporto, in cui si sottolinea: "gli Stati Uniti rimangono inoltre partner strategico dell'Ue. Allo stesso tempo, il percorso strategico della Cina e degli Stati Uniti sta galvanizzando la rivalità geopolitica, economica e tecnologica a livello globale". "Assistiamo a una battaglia di narrazioni che è diventata una battaglia di offerte e che ora chiaramente sta diventando una battaglia di modelli. Dobbiamo riconoscere che il tempo in cui la democrazia liberale era il modello della scelta ovvia è finito", ha sottolineato il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic presentando il rapporto, che sarà sottoposto ai paesi membri al Consiglio Affari generali del 10 luglio.
La Russia e l'Ucraina hanno concluso un reciproco scambio di prigionieri, come annunciato dalle rispettive compagini. In totale, annuncia il ministero della difesa russo citato da "Kommersant", 45 militari di Mosca "sono stati restituiti dal territorio controllato da Kiev". Il capo dell'ufficio della presidenza ucraina Andriy Yermak, secondo quanto riporta Rbc Ukraine, ha invece commentato che "anche oggi abbiamo buone notizie", perché "siamo riusciti a ridare la libertà a 45 tra soldati delle Forze armate, della Guardia nazionale, del Servizio di guardia di frontiera dello Stato e due civili".
Quattro persone sono morte dopo che un missile ha colpito un condominio nella città di Leopoli, nell'Ucraina occidentale. Lo rende noto il ministro degli Interni Igor Klymenko citato da Unian. "L'operazione di ricerca e soccorso continua. Alle 7 ora locale, 4 persone sono morte. 7 sono state soccorse, 64 sono state evacuate. I soccorritori continuano a smantellare i detriti, ci sono ancora persone sotto le macerie", ha riferito. I feriti sono 32.
Nell'attacco su Leopoli, a centinaia di chilometri dal fronte, i missili hanno colpito un condominio distruggendo il terzo e il quarto piano. Il sindaco di Leopoli Andriy Sadovy ha definito quello della notte scorsa "il più grande attacco alle infrastrutture civili della città dall'inizio dell'invasione russa", come riporta Rbc-Ukraine. "Ci sono morti e feriti. Più di 50 appartamenti sono stati distrutti", ha scritto su Telegram.
Esplosioni questo pomeriggio nel tribunale di Shevchenkiv a Kiev. Stando alle prime ricostruzioni, un ordigno è stato detonato da un uomo che era stato portato nell'edificio per un'udienza. L'autore del gesto, deceduto sul posto, era accusato di un attentato nel 2015. L'uomo che ha provocato l'esplosione era accusato di essere l'autore di un attacco terroristico nei pressi della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) il 31 agosto 2015. Lo ha riferito il ministro dell'Interno ucraino Igor Klymenko, secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda. Allora nell'attentato morirono 4 militari e rimasero ferite oltre 130 persone per l'esplosione di granate. Secondo quanto ricostruito dal giornale ucraino, l'udienza di Humenyuk era in programma per oggi. Dopo l'incontro, secondo le prime informazioni, ha fatto esplodere ordigni non identificati nella toilette e ha cercato di scappare. Successivamente, si è barricato in una stanza e mentre le forze dell'ordine tentavano l'assalto per arrestarlo, c'è stata un'altra esplosione a seguito della quale lo stesso Humenyuk è morto e due agenti sono rimasti feriti alle gambe.
Yevgeny Prigozhin ha promesso "nuove vittorie al fronte in un futuro prossimo" per la sua compagnia Wagner nel primo messaggio audio diffuso in una settimana, mentre non si sa ancora dove si trovi. È quanto si sente in un audio postato sul canale Grey Zone, vicino alla Wagner. La voce che parla sembra essere effettivamente quella di Prigozhin.
"Abbiamo bisogno del vostro sostegno più che mai"
L'audio, di una quarantina di secondi, è stato diffuso da Grey Zone ma non da altri canali normalmente utilizzati per trasmettere i messaggi di Prigozhin, in particolare quello considerato ufficiale, il Press-Sluzhba Prigozhina, appartenente alla sua holding Concord. "Oggi - afferma nel messaggio l'autore che viene presentato appunto come il capo della Wagner - abbiamo bisogno del vostro sostegno più che mai. Grazie per questo. Voglio che capiate che la nostra Marcia per la Giustizia (del 24 giugno, ndr.) era diretta a combattere i traditori e a mobilitare la nostra società. E penso che abbiamo ottenuto molto di questo. In un prossimo futuro sono sicuro che vedrete le nostre prossime vittorie al fronte. Grazie ragazzi!".
"Il 90% delle forze di terra russe è al momento impegnato in Ucraina". Lo ha detto il presidente del Comitato militare della Nato, l'ammiraglio Rob Bauer, precisando che le forze russe sono ancora molto capaci per quanto riguarda "l'aviazione, la marina, il cyber e il nucleare". "I nostri piani di difesa futuri non si basano sullo stato attuale delle forze russa ma su quello pre-24 febbraio 2022", ha sottolineato. "I russi andranno a ricostituire le perdite nell'esercito e abbiamo dunque qualche anno di tempo: non dobbiamo mai sottovalutare la loro capacità poiché più volte nella storia hanno dimostrati di sapersi rimettere in piedi", ha aggiunto. Baur ha poi evidenziato che i russi si muovono "con grande circospezione e attenzione" quando operano in zone che confinano direttamente con la Nato. "Non vogliono rischiare un conflitto con noi", ha spiegato.
Il pericolo dei bombardamenti con i droni e la possibilità che la Crimea diventi un obiettivo della controffensiva ucraina non sembra fermare il flusso dei vacanzieri russi verso le spiagge della penisola sul Mar Nero, annessa nel 2014 da Mosca. La lunga attesa è prima di tutto dovuta ai severi controlli a cui sono soggetti i passeggeri dei veicoli e i loro bagagli. La coda di auto per attraversare il Ponte di Crimea è stamane di otto chilometri e il tempo di attesa è stimato in cinque ore, secondo il responsabile per i trasporti dell'amministrazione russa locale, Nikolai Lukashenko, citato dall'agenzia Ria Novosti. Sabato la coda aveva raggiunto in nove chilometri e domenica di otto. Solo durante la notte si è ridotta leggermente, a sei chilometri, per tornare poi ad allungarsi.
"Il ritiro della Wagner dal fronte in Ucraina non pone rischi per il nostro potenziale di combattimento poiché le forze armate russe dispongono di mezzi sufficienti per sostituire il suo apporto". Lo ha dichiarato alla Tass il capo del comitato di difesa della Duma, Andrey Kartapolov. "Al momento dell'ammutinamento - ha aggiunto - non c'erano combattenti Wagner in prima linea poiché erano tutti nelle retrovie. La resistenza alla controffensiva ucraina è stata condotta praticamente senza il loro coinvolgimento. Ad oggi non vi è alcun rischio di calo del potenziale di combattimento, sia nella prospettiva di medio che di lungo termine".
"Sono qui, il primo giorno della presidenza spagnola dell'Ue, per ribadire un messaggio chiaro sul nostro pieno appoggio all'Ucraina che lotta per la propria sopravvivenza". Lo afferma il premier Pedro Sánchez a fianco del presidente Volodymyr Zelensky a Kiev.
Nuovi aiuti a Kiev
"Sono qui con aiuti per 55 milioni di euro: 51 dalla Banca mondiale, altri quattro attraverso l'Onu per energia rinnovabili. Ci auguriamo che l'Ucraina abbia una pace giusta: la posizione dell'Ue è chiara. Tutti uniti condanniamo l'aggressione russa e lavoriamo insieme. E continueremo così sino a quando avremo la pace. Da qui lanciamo un messaggio chiaro a Putin: l'Europa aiuterà Kiev sino a quando sarà necessario", ha aggiunto il premier spagnolo.
"L'Ucraina ha diritto di entrare nella Nato"
Questi ha paure affermato che "siamo arrivati a un accordo con i paesi alleati perché possano addestrare i nostri militari ma alcuni paesi stanno ritardando molto: posso ricordare che nel summit di Vilnius vedremo questo aspetto più chiaramente. L'Ucraina ha il pieno diritto di entrare nella Nato. Questo invito è un primo passo molto importante per noi".
"Mosca punta al terrorismo"
Da parte sua Zelensky ha dichiarato che "siccome non può vincere la guerra, Mosca così punta al terrorismo: è una minaccia non solo per l'Ucraina ma per tutto il mondo. È una cosa molto molto pericolosa. È molto importante che la centrale nucleare passi sotto il comando ucraino, ed è un passaggio molto delicato, perché la Russia può minarla, distruggerla a distanza e poi accusare noi".
L'Ue "non si può immaginare senza l'Ucraina"
Su Telegram il presidente ucraino ha sottolineato quanto "è estremamente simbolico che questa visita avvenga proprio nel primo giorno della presidenza spagnola dell'Ue". "La nostra casa comune europea non può essere immaginata senza l'Ucraina, senza il nostro coraggio e il nostro impegno per la libertà e la giustizia". In una dichiarazione congiunta si legge che "la Spagna ribadisce il suo sostegno alla candidatura dell'Ucraina all'UE, che sarà una delle priorità della sua presidenza. La Spagna sostiene il rafforzamento del partenariato tra NATO e Ucraina, anche attraverso la creazione di un Consiglio NATO-Ucraina".
"Solo l'Ucraina può stabilire termini e tempi per i negoziati di pace." Lo ha detto il premier Pedro Sánchez intervenendo nel parlamento di Kiev, proprio nel giorno in cui si apre il semestre di presidenza spagnola del Consiglio europeo. "Altri paesi stanno proponendo piani di pace. Il loro contributo è molto apprezzato, ma, allo stesso tempo, non possiamo accettarlo completamente. Questa è una guerra di aggressione, con un aggressore e una vittima. Non possono essere trattati allo stesso modo", ha spiegato il premier spagnolo.
Nuovi aiuti a Kiev
Il leader socialista ha anche annunciato nuovi aiuti pari a 55 milioni di euro per Kiev, ha promesso che la fornitura di armi continuerà e ha dato il suo sostegno all'ingresso del paese nell'Ue. "L'Europa è con voi", ha aggiunto.
È la sua terza visita
Il presidente del governo di Madrid sta ora incontrando il presidente Volodymyr Zelensky. Si tratta della terza visita di Sánchez in Ucraina dall'inizio della guerra che cade in un momento particolare, mentre sta iniziando la controffensiva ucraina.
La neutralità svizzera ha favorito la Russia: ne è convinto l'ex presidente tedesco Joachim Gauck, secondo cui il mantenimento di una neutralità assoluta è difficilmente comprensibile. In un'intervista alla "Schweiz am Wochenende", Gauck afferma di non considerare un problema il non allineamento, e non è necessario appartenere alla NATO. Ma in una situazione come in Ucraina "in cui è così chiaro chi sia l'aggressore e chi la vittima", egli fatica a capire la neutralità.
"I tedeschi ammirano la Svizzera"
Ciononostante Gauck - pastore protestante e attivista per i diritti umani ai tempi della Germania Est - spiega che i suoi connazionali ammirano la Svizzera, e desidererebbero "loro stessi avere una storia più pacifica o essere più neutrali".
Svizzera-Ue
L'ex presidente (2012-2017) guarda con scetticismo alla democrazia diretta in Svizzera, tuttavia si dice "impressionato dalla convivenza tra i diversi gruppi linguistici e le varie confessioni". Egli auspica che la Svizzera, "con questa unità nella diversità vissuta da tempo" - sia maggiormente integrata nell'Unione europea.
"Sono già a Kiev. Volevo che il primo atto della presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue fosse in Ucraina insieme a Zelensky." Lo ha scritto su Twitter il premier spagnolo Pedro Sánchez, allegando un video del suo arrivo nella capitale ucraina. "Trasferirò al vostro governo e parlamento tutta la solidarietà europea. Manterremo il nostro sostegno al popolo ucraino fino al ritorno della pace in Europa", ha aggiunto Sánchez.
Ammontano ad almeno 2 miliardi di dollari i danni subiti dall'Ucraina a seguito della distruzione della diga di Nova Kakhovka. Lo comunica - come riporta Ukrinform - il ministero dell'economia ucraino precisando che i danni riguardano i settori dell'edilizia abitativa e dei servizi pubblici, dell'energia, dell'agricoltura, dei trasporti, dell'ambiente e dell'industria.
I dettagli dei dei danni
In dettaglio le perdite - secondo il report - sono state di 950 milioni di dollari nel settore immobiliare, di 600 milioni nel settore energetico, di 300 milioni nei trasporti e di 100 milioni nell'industria.
Il direttore della Cia William Burns ha compiuto un viaggio segreto in Ucraina agli inizi di giugno, durante il quale gli è stata rivelata dai funzionari di Kiev una strategia per riprendere i territori occupati dalla Russia e aprire le trattative per un cessate il fuoco con Mosca entro la fine dell'anno. Lo riporta il "Washington Post" citando alcune fonti, secondo le quali il viaggio è avvenuto prima del fallito ammutinamento di Wagner.
Il piano di Kiev
In vista dell'autunno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi uomini, riporta il "Washington Post", hanno iniziato a pensare come Kiev potrebbe premere per una fine dei combattimenti sulla base di termini accettabili per la Russia e la popolazione ucraina. Lo scenario preferito da Kiev prevede un'avanzata delle sue truppe al confine della Crimea, prendendo in ostaggio la penisola. Senza riprendere la Crimea con la forza, Kiev chiederebbe quindi alla Russia di accettare le garanzie di sicurezza che l'Ucraina può assicurarsi dall'Occidente.
L'Fsb russo è stato incaricato di liquidare il leader della Wagner Yevgeny Prigozhin dopo il fallito ammutinamento dello scorso fine settimana. Lo sostiene il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov in un'intervista a The War Zone, come riferisce Ukrinform. "Sappiamo che l'Fsb è stato incaricato di assassinare Prigozhin. Riusciranno a farlo? Vedremo con il tempo...", afferma Budanov. "Tutti i potenziali tentativi di assassinio non saranno veloci. Ci vorrà del tempo per avere approcci adeguati e raggiungere la fase in cui essere pronti per un'operazione enorme. Ma ancora una volta, vorrei sottolineare che è una grande domanda aperta. Riusciranno ad eseguire l'ordine? Avranno il coraggio di eseguire quell'ordine?", ha aggiunto Budanov.
"Siamo riusciti a prendere l'iniziativa strategica, le Forze di sicurezza e di difesa dell'Ucraina continuano a condurre operazioni offensive e stanno facendo progressi": lo scrive su Telegram il comandante in capo delle forze armate di Kiev, Valerii Zaluzhnyi, riferendo di una conversazione telefonica con il capo di Stato Maggiore congiunto, Mark Milley.
"Ha avuto una conversazione telefonica con il capo dello Stato Maggiore congiunto, il generale Mark Milley. Abbiamo discusso della situazione al fronte... - si legge nel messaggio -. Il nemico oppone una forte resistenza, ma allo stesso tempo subisce pesanti perdite. Sta cercando di mantenere le proprie posizioni con un continuo lavoro di minamento nell'area".
"Ho comunicato al generale Milley le attuali necessità delle nostre truppe in termini di armi, munizioni e attrezzature per lo sminamento. L'ho anche ringraziato per il pacchetto di assistenza militare annunciato dagli Stati Uniti" martedì, conclude Zaluzhnyi.
E' salito ad almeno 11 il bilancio delle vittime dell'attacco russo di ieri a Kramatorsk. I feriti sono saliti a 61, riporta Rbc-Ucraina con riferimento alla polizia. Tra le vittime ci sono anche quattro minorenni. Lo ha reso noto l'emittente statale Suspilne, come riporta il Guardian. Il sindaco di Kramatorsk, Oleksandr Goncharenko, ha confermato il nuovo bilancio affermando che le squadre di "soccorso hanno estratto dalle macerie il corpo di un bambino". Le vittime minorenni salgono così a quattro, fra cui una 17enne e due sorelle di 14 anni, ha reso noto il procuratore generale Andriy Kostin, come riporta Ukrinform. "Le operazioni di soccorso sono in corso. È possibile che ci siano ancora persone sotto le macerie", ha scritto Kostin su Telegram. "Il regime criminale della Federazione Russa continua le sue tattiche di terrore contro i pacifici ucraini", ha aggiunto, precisando che il ristorante di Kramatorsk è stato colpito "da due missili Iskander". Ieri era stato ipotizzato che nell'attacco erano stati usati due missili S-300.
Alcuni membri del gruppo di mercenari russi Wagner rimangono in Ucraina, ma l'esercito ucraino ritiene che la situazione nel nord del paese sia sotto controllo. L'ha sostenuto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L'Ucraina vuole migliorare il suo comparto industriale della difesa a un livello tale da poter produrre armi di tipo occidentale sul suo territorio. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando alla Verkhovna Rada (parlamento) in occasione del Giorno della Costituzione. "Miriamo a produrre e localizzare i sistemi d'arma necessari: difesa antiaerea, carri armati, cannoni per veicoli corazzati forniti dai partner in Ucraina. I nostri soldati avranno sempre armi", ha affermato Zelensky. "Questo non è un sogno, ma ancora una volta una realtà. Comprendiamo che il volume di produzione non è ancora sufficiente. Abbiamo ancora bisogno del supporto globale dei nostri partner. Ma sarà sufficiente, ce la faremo."
Il Consiglio federale è stato informato che oggi il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha esteso l’elenco delle sanzioni riguardanti la Russia. Le modifiche entrano in vigore alle ore 18. La Svizzera adotta quindi le sanzioni nei confronti di ulteriori persone e organizzazioni decise dall’Unione europea (UE) il 23 giugno nell’ambito dell’11esimo pacchetto di sanzioni.
Le decisioni
Il 23 giugno l'UE ha adottato sanzioni finanziarie e restrizioni di viaggio nei confronti di 71 imprese e 33 organizzazioni. Si tratta di individui, aziende e organizzazioni che sostengono la deportazione illegale di bambini ucraini in Russia. Sono stati sanzionati anche membri delle forze armate russe, importanti rappresentanti dei media controllati dallo Stato e membri del gruppo Wagner. I valori patrimoniali di queste persone fisiche, imprese e organizzazioni in Svizzera devono essere congelati e notificati alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Le persone fisiche in questione sono soggette anche al divieto di entrata e di transito in Svizzera.
Allineamento
Al contempo vengono riprese le modifiche emanate dall'UE lo scorso 13 marzo. Si tratta della cancellazione delle voci di tre persone decedute e di due voci elencate due volte. Con la modifica odierna, l'elenco delle sanzioni della Svizzera in relazione all'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina corrisponde a quello dell'UE. Il 23 giugno l'UE ha inoltre inasprito le sanzioni esistenti contro la Russia e ha adottato nuove misure per impedirne l'elusione. Nella seduta di oggi il Governo svizzero è stato informato di queste modifiche e del calendario dei lavori per l'adozione delle nuove misure.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che l'obiettivo colpito nel bombardamento a Kramatorsk non era civile ma un "punto di dispiegamento temporaneo del personale di comando della 56/a Brigata di fanteria motorizzata delle forze armate ucraine". Lo ha detto il portavoce, Igor Konashenkov, citato dall'agenzia Interfax.
I russi hanno bombardato la regione di Kharkiv nel villaggio di Volchanskie Khutor, uccidendo tre civili che si trovavano vicino alle loro case. Lo afferma capo dell'amministrazione militare di Kharkiv Oleg Sinegubov. Le vittime sono 3 uomini di 48, 45 e 57 anni.
No alla riesportazione di 96 carri armati Leopard 1 A5 dismessi, che si trovano attualmente in Italia. Il Consiglio federale ha respinto oggi una richiesta in tal senso formulata dalla Ruag, definendola incompatibile con il diritto vigente.
Mezzi destinati all'Ucraina
Il 27 aprile 2023 la Ruag SA ha presentato alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO) una domanda per il commercio di 96 carri armati Leopard 1 A5 dismessi e non operativi. Attualmente in Italia, i carri armati sarebbero stati ricondizionati in Germania e poi riesportati in Ucraina. Il Consiglio federale è giunto alla conclusione che la vendita dei 96 carri armati non è possibile secondo il diritto vigente. La vendita sarebbe soprattutto in contrasto con la legge sul materiale bellico e comporterebbe un cambiamento nella politica di neutralità della Svizzera.
La Wagner non smobilita anzi rilancia. E minaccia: "Siamo a breve distanza dal confine della Bielorussia con l'Ucraina". Questo il senso delle parole di Brest, responsabile dell'addestramento alle armi pesanti di Wagner, anche lui riparato in Bielorussia dopo il tentato ammutinamento dei mercenari di Prigozhin. L'appello motivazionale di Brest è stato rilanciato dal canale Telegram ufficiale della Wagner. La Wagner, afferma il comandante, "continua a lavorare nella sua modalità calma e si sta aprendo una nuova direzione: la Bielorussia che ha ricevuto l'unità più pronta al combattimento al mondo". "Il contingente Nato è in allarme". Il comandante aggiunge che la milizia "lavora in Siria, Libia, Repubblica Centrafricana, Mali: lavoreremo ovunque saremo inviati". "Il tempo lo dirà: lavoreremo, non andremo da nessuna parte", conclude Brest.
Il cardinale Matteo Zuppi sarà ricevuto dal consigliere per la politica estera del Cremlino Yuri Ushakov. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato da Interfax. Il Cremlino esprime "un alto apprezzamento per le iniziative del Papa per la soluzione del conflitto ucraino", ha aggiunto Peskov. "Su incarico di Vladimir Putin - ha detto Peskov - il consigliere presidenziale Ushakov terrà oggi con Zuppi un colloquio per discutere la situazione riguardante il conflitto in Ucraina e naturalmente le possibili vie per una soluzione politica e diplomatica". "Abbiamo ripetutamente affermato di avere un alto apprezzamento degli sforzi, le iniziative del Vaticano nella ricerca di una soluzione pacifica alla crisi ucraina e accogliamo gli sforzi del Papa nel contribuire alla cessazione del conflitto armato".
Un alto generale russo era a conoscenza dei piani di Yevgeny Prigozhin di ribellarsi ai vertici militari di Mosca: lo scrive il New York Times (Nyt), che cita funzionari statunitensi informati sulla vicenda dall'intelligence americana. Queste fonti stanno cercando di capire adesso se il generale Sergei Surovikin, l'ex comandante russo in Ucraina, abbia contribuito a pianificare l'operazione del fondatore del Gruppo Wagner di sabato scorso in Russia, che ha rappresentato la più grande minaccia per il presidente Vladimir Putin nei suoi 23 anni di potere. Secondo gli analisti, il generale Surovikin è un leader militare rispettato che ha contribuito a rafforzare le difese lungo le linee di battaglia dopo la controffensiva ucraina dello scorso anno, scrive il Nyt. È stato sostituito come comandante supremo a gennaio, ma ha mantenuto la sua influenza nella gestione delle operazioni di guerra e rimane popolare tra le truppe. Secondo i funzionari Usa, anche altri generali russi potrebbero aver sostenuto il tentativo di Prigozhin di cambiare la leadership del ministero della Difesa con la forza. Diverse fonti sentite dal giornale affermano che Prigozhin non avrebbe lanciato la sua rivolta se non avesse creduto che altri in posizioni di potere sarebbero venuti in suo aiuto.
La Nato è pronta a difendersi da ogni minaccia proveniente da "Mosca o Minsk". Lo ha detto il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, dopo che la Bielorussia ha annunciato che accoglierà il capo di Wagner, Yevgeny Prigozhin. Stoltenberg, che ieri sera a cenato all'Aja con alcuni leader europei, incluso il premier olandese Mark Rutte, ha detto che la Nato al prossimo vertice in programma a metà luglio a Vilnius accetterà di rafforzare le difese per proteggere tutti i suoi membri, in particolare quelli che confinano con la Bielorussia.
Il messaggio della Nato
"È troppo presto per esprimere un giudizio definitivo sulle conseguenze del fatto che Prigozhin si sia trasferito in Bielorussia e che anche alcune delle sue forze molto probabilmente saranno dislocate in Bielorussia", ha detto Stoltenberg ai giornalisti. "Ciò che è assolutamente chiaro è che abbiamo inviato un chiaro messaggio a Mosca e a Minsk che la Nato è lì per proteggere ogni alleato e ogni centimetro del territorio della Nato. Quindi non c'è spazio per malintesi a Mosca o Minsk sulla nostra capacità di difendere gli alleati da qualsiasi potenziale minaccia, e questo indipendentemente da ciò che pensi del movimento delle forze Wagner". Stoltenberg ha aggiunto che l'Occidente "non deve sottovalutare la Russia" nonostante il caos del fine settimana, provocato dall'ammutinamento di Prigozhin. Ed ha aggiunto che è fondamentale continuare a sostenere l'Ucraina contro l'invasione della Russia e che gli alleati della Nato avrebbero tracciato un percorso verso l'adesione di Kiev.
"Un pericolo per molti paesi"
Il presidente lituano Gitanas Nauseda ha avvertito del rischio che la Bielorussia ospiti i combattenti Wagner. "Se Wagner schiera i suoi serial killer in Bielorussia, tutti i paesi vicini affrontano un pericolo ancora maggiore di instabilità", ha detto alla conferenza stampa. Il padrone di casa della cena, Rutte, ha respinto le affermazioni di Putin secondo cui l'Occidente voleva che i russi si uccidessero a vicenda: "Confuto ciò che Putin ha suggerito ieri che noi in Occidente vogliamo che la Russia precipiti nel caos interno. Al contrario, l'instabilità in Russia crea instabilità in Europa".
Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha confermato la presenza del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin in Bielorussia. "Le garanzie di sicurezza, come promesso ieri, sono state fornite. Prigozhin oggi è in Bielorussia", ha detto Lukashenko citato dall'agenzia Belta.
"Come (il presidente russo Vladimir Putin, ndr) aveva promesso ieri, sono state fornite garanzie di sicurezza. Vedo che Prigozhin stava già in volo su un aereo. Sì, a dire la verità, oggi è in Bielorussia", ha dichiarato Lukashenko.
I servizi di sicurezza russi (Fsb) hanno archiviato il procedimento penale per ribellione armata nei confronti dei miliziani del gruppo Wagner, rilevando che "i suoi partecipanti hanno interrotto le azioni direttamente volte a commettere l'ammutinamento".
Il jet privato del capo del gruppo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, è atterrato all'aeroporto militare di Machulishchi, vicino a Minsk. L'aereo, scrive l'Ukrainska Pravda, è arrivato all'aeroporto alle 6.40, ora locale (le 5.40 in Svizzera) da Rostov sul Don. Pochi minuti dopo un altro jet è atterrato allo stesso aeroporto da San Pietroburgo.
Dopo la sua clamorosa marcia verso Mosca di sabato scorso, interrotta a poche centinaia di chilometri dalla capitale russa, Prigozhin era stato visto a Rostov, coordinando il ritiro dalla città degli uomini della Wagner. Ieri, dopo due giorni di misteri e speculazioni, ha diffuso un audio nel quale ha sostenuto che il motivo della sua ribellione non era la sua volontà di rovesciare il presidente Vladimir Putin, bensì impedire la "distruzione" della Wagner.
Il gruppo torna a reclutare
Nulla però è ancora chiaro su quello che è veramente successo e su quali saranno le conseguenze. Ne è la riprova il fatto che lo stesso Prigozhin rimane incriminato dalla Procura generale per insurrezione armata e allo stesso tempo la sua compagnia ha ripreso "normalmente" l'attività nel quartier generale di San Pietroburgo e in diverse altre città, dove è ricominciato anche il reclutamento.
Le truppe ucraine "sono avanzate in tutte le direzioni" nella giornata di ieri nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Oggi (ieri, ndr) - il fronte. Regioni di Donetsk, Zaporizhzhia. I nostri guerrieri, le nostre posizioni in prima linea, le aree di operazioni attive al fronte. Oggi (ieri, ndr) i nostri guerrieri sono avanzati in tutte le direzioni e questo è un giorno felice. Ho augurato ai ragazzi altre giornate come questa": ha scritto Zelensky. Secondo lo Stato Maggiore delle forze armate di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina, le forze russe continuano a concentrare i loro sforzi nelle direzioni di Lyman, Bakhmut e Marinka, nella regione di Donetsk, dove nel corso della giornata di ieri sono stati segnalati 38 scontri. Nelle ultime 24 ore i russi hanno effettuato un attacco missilistico, 45 raid aerei e 38 attacchi con lanciarazzi multipli sull'Ucraina. In particolare, sono stati lanciati tre missili S-300. Le forze di difesa hanno abbattuto due missili da crociera Kalibr e sette droni kamikaze Shahed. Inoltre, le forze russe hanno attaccato da nord con quattro droni non identificati, che sono stati distrutti.
I servizi di sicurezza russi hanno minacciato le famiglie dei leader del Gruppo Wagner prima che il fondatore della milizia russa, Yevgeny Prigozhin, decidesse di interrompere la sua marcia verso Mosca sabato scorso: lo riporta il Telegraph, che cita fonti della sicurezza del Regno Unito. Secondo il quotidiano, questo potrebbe aver contribuito alla decisione di Prigozhin di annullare inaspettatamente l'operazione militare. Secondo le stesse fonti, le truppe della Wagner ammontavano solo a 8.000 uomini anziché 25.000 e molto probabilmente avrebbero rischiato una sconfitta se avessero tentato di prendere la capitale.
"Tutti i tentativi di creare disordine interno andranno a fallire". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo intervento in tv alla nazione. Secondo Putin, la rivolta sarebbe stata soffocata comunque, "ma volevamo evitare lo spargimento di sangue".
"Un ammutinamento armato"
In apertura del suo discorso alla nazione, il presidente russo ha condannato quelle che ha definito le "azioni criminali" di chi ha messo in atto un "ammutinamento armato". "Sappiamo e sapevamo che la maggior parte dei combattenti e dei comandanti della Wagner sono patrioti e fedeli alla loro patria, l'hanno dimostrato sul campo di battaglia, liberando diversi territori", ha aggiunto. Secondo Putin "i neonazisti ucraini volevano proprio questo, che soldati russi uccidessero altri russi, che la nostra società si spaccasse, soffocasse nel sangue. Invece tutti i nostri militari, i nostri servizi speciali, sono riusciti a conservare la loro fedeltà al loro Paese, hanno salvato la Russia dalla distruzione". I miliziani della Wagner possono sottoscrivere un contratto per mettersi agli ordini del ministero della Difesa, tornare alle loro famiglie o riparare in Bielorussia, ha aggiunto il presidente russo,
Lukashenko parlerà domani
Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko parlerà e risponderà alle domande dei giornalisti domani. Lo riportano i media statali bielorussi citati da Ria Novosti dopo che si era diffusa la notizia di un suo discorso alla nazione già stasera. A questo proposito, il presidente russo nel suo intervento in tv ha dichiarato di essere "riconoscente al presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko per il suo grande contributo alla soluzione alla crisi con modi pacifici". Dal canto loro, gli Usa hanno avuto comunicazioni buone e dirette con Mosca durante la tentata rivolta della Wagner nel week-end, ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, auspicando che questi canali proseguano. Kirby ha aggiunto di non aver visto nessun segnale dell'intenzione di Vladimir Putin di usare l'arma nucleare in Ucraina, ribadendo che gli Usa non hanno cambiato la loro postura nucleare.
Il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha postato un audio di 11 minuti in cui dà la sua versione di quanto avvenuto negli ultimi giorni in Russia. Le autorità avevano deciso di sciogliere la Wagner il primo luglio a seguito di "intrighi", ha denunciato Prigozhin nel messaggio audio. La Wagner ha dato vita alla sua marcia verso Mosca per "esprimere una protesta" e "non per rovesciare il governo del Paese", ha aggiunto il suo capo. La marcia organizzata verso Mosca dalla Wagner aveva lo scopo di impedire la "distruzione" della compagnia militare privata e chiamare alle loro responsabilità "quegli individui" che "hanno commesso un enorme numero di errori nell'operazione militare speciale" in Ucraina, ha dichiarato ancora Prigozhin. Il militare nel messaggio audio non ha però rivelato il luogo dove si trova.
Accoglienza positiva
Prigozhin ha detto anche che i suoi combattenti hanno avuto il sostegno di civili "felici" nelle città che hanno attraversato mentre avanzavano verso Mosca. "Nelle città russe i civili ci hanno accolti con bandiere russe e simboli di Wagner", ha spiegato. "Erano tutti felici quando siamo passati", ha aggiunto. Il capo di Wagner ha pure affermato che la sua marcia ribelle su Mosca durante il fine settimana ha mostrato che in Russia c'è "un problema di sicurezza molto serio". Secondo Prigozhin, il convoglio si è fermato a 200 chilometri da Mosca e ha "bloccato tutte le infrastrutture militari", comprese le basi aeree lungo il suo percorso.
Cosa era successo
Yevgeny Prigozhin e gli altri ufficiali della Wagner avevano deciso di deporre le armi a Rostov il 30 giugno, rifiutando però di entrare a far parte delle forze armate regolari entro il primo luglio, come era stato imposto dal ministero della Difesa. Ma poiché sono stati "bombardati", hanno intrapreso la cosiddetta "marcia della giustizia" verso Mosca, "non per rovesciare il potere legittimo, ma per esprimere la propria protesta". Intanto, in Bielorussia si preparano a costruire campi che ospiteranno 8mila combattenti del Gruppo Wagner, il tutto a 200 km dal confine con l'Ucraina. Lo riferisce il media russo Verstka sostenendo di aver "confermato", tramite fonti proprie, che "è in pieno svolgimento la costruzione di un campo a Osipovichi, nella regione di Mogilev, per 8'000 combattenti, a 200 km dal confine con l'Ucraina", ma aggiunge che "ci saranno diversi campi".
Prigozhin a Minsk?
Prigozhin sarebbe stato visto al Green City Hotel di Minsk. Lo riportano canali Telegram russi e il Kyiv Post che cita media bielorussi. Il servizio stampa del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko afferma di non sapere se Prigozhin sia arrivato o meno in Bielorussia. Lo riferisce il media russo Fontanka che ha provato a contattare l'ufficio di Lukashenko ricevendo come risposta "non ci sono informazioni di questo tipo" alla domanda sulla presenza del capo della Wagner in Bielorussia.
Il lavoro procede "normalmente"
Intanto la sede della Wagner a San Pietroburgo continua ad "operare normalmente" nonostante gli eventi degli ultimi giorni. Lo annuncia l'organizzazione sul suo canale Telegram, ripresa dall'agenzia Tass. "Nonostante gli ultimi eventi, il Centro continua a funzionare normalmente, in conformità con la legislazione della Federazione Russa", ha scritto la Wagner in un comunicato mentre il destino del gruppo rimane incerto.
"Ho parlato con Joe Biden. Una conversazione positiva e stimolante. Abbiamo discusso delle ostilità e dei processi in corso in Russia. Il mondo deve fare pressione sulla Russia fino al ripristino dell'ordine internazionale". Lo scrive Volodymyr Zelensky su Telegram.
"È importante aumentare ulteriormente le capacità dell'Ucraina di proteggere i cieli. In questo contesto, l'ho ringraziato per il sostegno della coalizione dei jet da combattimento. Abbiamo discusso di un'ulteriore espansione della cooperazione per la difesa, con particolare attenzione alle armi a lungo raggio", ha aggiunto Zelensky.
Dopo i proclami di battaglia, la ritirata e gli applausi della gente di Rostov, per Yevgeny Prigozhin e la sua Wagner è arrivato il momento del silenzio. E degli interrogativi su quello che li aspetta. Il Cremlino ha fatto sapere che il capo della compagnia militare andrà in Bielorussia e lui e i suoi miliziani non saranno processati per l'ammutinamento armato. Ma a molti osservatori sembra impossibile che l'ex cuoco di Putin possa sfuggire alla vendetta del presidente, che altrimenti rischierebbe di perdere ulteriormente la faccia davanti al Paese.
Trovati 4 miliardi di rubli in contanti
Da San Pietroburgo arriva la notizia che durante la perquisizione dell'Hotel Trezzini, ritenuto l'ufficio di Prigozhin, sono stati trovati contanti per il valore di 4 miliardi di rubli, circa 42 milioni di franchi. Denaro che secondo Prigozhin doveva servire a pagare gli stipendi dei miliziani e i risarcimenti per i familiari. Nella stessa città baltica, davanti alla sede della Wagner l'atmosfera è calma. Dentro e intorno all'edificio, che è chiuso per la domenica, si vedono solo guardie private e agenti di polizia. Non ci sono restrizioni al traffico nelle vie adiacenti e tutte le insegne della Wagner rimangono al loro posto, sopra l'entrata e sul tetto. Un clima di normalità in contrasto con il clamore che ha accompagnato la sfida al Cremlino e, durante la scorsa notte, i cori di sostegno degli abitanti di Rostov che salutavano i miliziani in partenza dalla città, con qualcuno di loro che sparava in aria. Da lì Prigozhin è stato visto allontanarsi a bordo di un'auto prima di far perdere le sue tracce.
Garantita l'immunità per Prigozhin e i suoi uomini
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha assicurato che a Prigozhin e ai suoi uomini verrà garantita l'immunità in considerazione dei loro "meriti al fronte". Una concessione non da poco se si considera che, secondo diversi corrispondenti di guerra russi, non meno di 20 militari di Mosca potrebbero essere stati uccisi dalla Wagner, che avrebbe abbattuto un aereo e sei elicotteri. Irina Kuksenkova, del canale Uno della televisione russa, ha affermato che l'aereo abbattuto era un Il-22M con a bordo dieci persone, rimaste uccise.
L'esilio in Bielorussia e il futuro dei miliziani
Se Prigozhin andrà in Bielorussia, non è chiaro cosa sarà dei suoi miliziani. Secondo Peskov, una parte dei 25'000 combattenti sui quali Prigozhin diceva di poter contare avrebbero rinunciato fin dall'inizio a prendere parte all'avventura e almeno loro potranno sottoscrivere i contratti per mettersi a disposizione del ministero della Difesa, una proposta che il loro capo aveva rifiutato. Degli altri non si sa nulla. Soprattutto non si sa se potranno seguire Prigozhin, e per fare cosa. Cioè rimanere in Bielorussia o spostarsi per operare in altri scenari, primi fra tutti quelli africani, dove la Wagner mantiene interessi economici importanti, soprattutto nel settore minerario.
Putin rispetterà i patti?
"Penso che a Prigozhin siano state date garanzie per andarsene in Africa incolume, ed è quello che lui in realtà voleva, e questo starebbe bene sia a lui che a Putin", ha detto Mikhail Khodorkovsky, l'oligarca russo diventato oppositore di Putin che vive a Londra. Ma di questo avviso non sono diversi altri analisti e oppositori. "Non credo che Putin garantirà realmente a Prigozhin l'incolumità, né che lui ci creda", ha sostenuto Yulia Latinina, ex giornalista della radio Echo di Mosca. Secondo il noto blogger dissidente ucraino Anatolii Sharii, la vendetta si abbatterà non solo sul capo ma anche sui miliziani che hanno preso parte alla marcia verso Mosca, che saranno presi "uno a uno".
Il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko, che ieri ha mediato con Prigozhin per fermare l'avanzata delle truppe Wagner in Russia, ha avuto oggi colloqui telefonici con il presidente russo Vladimir Putin e l'ex presidente kazako Nursultan Nazarbayev. Lo scrive l'agenzia Belta, secondo quanto riferisce la Tass.
Lukashenko ha tenuto colloqui con il fondatore della Wagner a seguito di un accordo con il presidente russo Vladimir Putin, scrive la Tass citando il servizio stampa della presidenza bielorussa.
Azioni congiunte tra Putin e Lukashenko
"Questa mattina, il presidente russo Vladimir Putin ha informato il suo collega bielorusso della situazione nel sud della Russia che coinvolge la compagnia militare privata Wagner. I capi di stato hanno concordato azioni congiunte. A seguito di questi accordi, il presidente bielorusso, avendo inoltre chiarito la situazione tramite il proprio canale, dopo il coordinamento con il presidente russo, hanno tenuto colloqui con il fondatore Evgeny Prigozhin", scrive la Tass citando la dichiarazione di Minsk.
Prigozhin: "torniamo indietro per non spargere sangue"
I miliziani della Wagner sarebbero arrivati "a 200 chilometri da Mosca" ma ora starebbero facendo "marcia indietro", tornando verso sud per evitare "spargimento di sangue russo" da una parte o dall'altra. Lo afferma in un nuovo audio Yevgeny Prigozhin.
Diverse fonti riportano la notizia per cui il jet privato di Putin avrebbe lasciato Mosca, e volerebbe a transponder spento - quindi senza lasciare dietro di sé alcuna traccia. Il transponder è stato spento in direzione di S. Pietroburgo, vicino alla regione di Tver, dove Putin ha una residenza. L'aereo sarebbe inoltre equipaggiato per gestire le forze armate.
Precedentemente, a inizio pomeriggio, delle altre fonti parlavano di due jet privati governativi russi partiti da Mosca in direzione S. Pietroburgo.
"La situazione in Russia cambia di ora in ora" e il tutto è poco chiaro. Lo ha affermato la ministra della difesa Viola Amherd, esprimendosi oggi a margine del Congresso estivo del Centro a Sursee (LU). Al momento - ha aggiunto la consigliera federale - è difficile fare un'analisi: "i nostri esperti a livello federale stanno seguendo la situazione molto da vicino". La ministra ha precisato di essere già stata informata degli sviluppi stamane dal servizio di intelligence.
Il lavoro al centro di gestione della crisi sono in pieno svolgimento: si stanno valutando le eventuali conseguenze per i cittadini svizzeri che ancora si trovano in Russia.
Esauriti i voli da Mosca per l'estero, secondo der Spiegel
I voli diretti da Mosca per l'estero sono andati esauriti. Lo riferisce la testata tedesca Der Spiegel dopo che sui social si è ipotizzato che l'elite russa si stia apprestando a lasciare la capitale dopo le minacce del capo della Wagner, Yevgeny Progozhin, di marciare su Mosca. Diversi voli privati dalla Russia sono stati monitorati sulla piattaforma Flightradar24, aggiunge il sito del settimanale tedesco, mentre i biglietti aerei da Mosca per Tbilisi, Astana e Istanbul non sono più disponibili.
"Gli insorti hanno superato Voronezh e stanno avanzando nella regione di Lipeck. Si vantano di aver abbattuto avamposti avanzati della "Rosgvardiya" (la Guardia nazionale russa, ndr.) e di aver preso trofei". Lo sostiene su Telegram il nazionalista russo Igor Girkin, soprannominato "Strelkov il fuciliere o sparatutto".
I combattenti del Gruppo Wagner avrebbero preso il controllo di alcune strutture militari nella città di Voronezh, che si trova a circa 500 km a sud di Mosca. Lo riferisce al sito della Reuters una fonte della sicurezza russa.
Alcune fonti - sebbene non verificate - parlano di un aereo delle forze governative russe che sarebbe stato abbattuto dalla contraerea Wagner. Non è chiara l'estensione di questi apparenti combattimenti tra miliziani e Federazione russa. Nel frattempo, su alcuni canali Telegram apparentemente riconducibili alle milizie Wagner - ma anche questo dato è difficilmente verificabile - si parla di attacchi subiti dalle colonne della stessa, citando esplicitamente l'inizio della "guerra civile".
Le forze dell'ordine russe starebbero conducendo un'irruzione nell'ufficio del Gruppo Wagner di San Pietroburgo. Lo riferisce l'agenzia di stampa locale Fontanka, citata dalla Bbc.
"Le forze dell'ordine sono entrate nel centro della milizia privata Wagner in via Zolnaya, a San Pietroburgo. Due autobus con la polizia antisommossa e le guardie nazionali stanno entrando insieme a personale in borghese", riporta Fontanka affermando che "persone mascherate e con fucili automatici" sono state schierate vicino al ponte Blagoveshchensky di San Pietroburgo, dove si trovano un hotel e un ristorante legati a Yevgeni Prigozhin.
Difenderemo il nostro popolo e il nostro Stato da qualsiasi tradimento". Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, in un discorso alla nazione in diretta tv dopo la ribellione del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin. "Adesso si decide il destino del nostro popolo", ha aggiunto.
"Tutti coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e saranno ritenuti responsabili. Le forze armate hanno ricevuto gli ordini necessari". Mi rivolgo a "coloro che sono stati coinvolti in questo, vi invito a fermare le vostre azioni criminali", ha aggiunto Putin. "Le azioni che hanno diviso la nostra unità sono il rinnegamento del nostro popolo, dei nostri compagni d'armi che ora stanno combattendo al fronte, questa è una pugnalata alle spalle per il nostro Paese e il nostro popolo", ha aggiunto il presidente russo.
"Questo colpo è stato dato al popolo russo anche nel 1917 quando combatteva la Prima guerra mondiale, quando la vittoria gli è stata praticamente rubata. La guerra civile, i russi uccidevano altri russi, i fratelli uccidevano altri fratelli. I vari avventurieri politici hanno tratto vantaggio da questa situazione. Noi non permetteremo la ripetizione di una situazione del genere", ha affermato Putin.
"Siete stati indotti con l'inganno a partecipare ad un'impresa criminale"
L'esercito russo ha annunciato che "garantirà l'incolumità" dei combattenti Wagner se si dissociano dal loro capo, Yevgeny Prigozhin. "Siete stati indotti con l'inganno a partecipare all'impresa criminale di Prigozhin e trascinati ad un ammutinamento armato. Vi esortiamo a ragionare e contattare i rappresentanti del ministero della Difesa russo o le forze dell'ordine il prima possibile. Garantiamo la sicurezza di tutti", ha affermato il ministero in una nota rivolgendosi ai combattenti della Wagner e sostenendo che "molti dei vostri commilitoni si sono già resi conto del loro errore e hanno chiesto di rientrare nelle caserme".
Il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin ha lanciato un appello a "fermare" il comando militare russo, affermando di avere 25.000 uomini e invitando i russi, in particolare i soldati, a unirsi a loro. "Il gruppo Wagner ha deciso che coloro che hanno responsabilità militari per il Paese devono essere fermati", ha detto Prigozhin in un audio, chiedendo di non opporre "resistenza" alle sue truppe e affermando che il ministro della Difesa Shoigu sarà "fermato".
"Siamo in 25.000 e determineremo perché nel Paese regna il caos (...) ", ha aggiunto, appellandosi a "chiunque voglia unirsi a noi" per "porre fine al disordine".
Rivendicati i siti militari di Rostov
Il leader del gruppo paramilitare Wagner ha affermato di essere giunto nelle prime ore di questa mattina al quartier generale dell'esercito russo a Rostov, centro chiave per l'assalto russo all'Ucraina, e di aver preso il controllo di siti militari, compreso un aeroporto.
"Siamo al quartier generale, sono le 07:30" (6.30 in Svizzera ndr), ha detto Yevgueni Prigojine in un video trasmesso su Telegram, "i siti militari di Rostov sono sotto controllo, compreso l'aeroporto", aggiunge, mentre dietro lui si vedono camminare uomini in uniforme.
Il quartier generale militare russo a Rostov sul fiume Don è una base logistica chiave per l'offensiva in Ucraina. "Abbiamo preso l'aeroporto sotto controllo in modo che l'aviazione d'attacco non colpisca noi, ma gli ucraini", ha detto Prigozhin. Ha quindi invitato i russi a non credere a ciò che viene detto dalla tv di Stato. "Quando vi dicono che la Wagner ha interferito con il lavoro ed è per questo che qualcosa sul fronte è crollato... Le cose sul fronte non sono crollate per questo motivo", ha proseguito. "È stata persa un'enorme quantità di territorio. Il numero di soldati uccisi è di tre, quattro volte di più di quanto si legge nei documenti mostrati ai vertici", ha aggiunto. Prigozhin ha affermato che il capo di Stato Maggiore russo Valery Gerasimov "è scappato da qui quando ha scoperto che ci stavamo avvicinando all'edificio". Le autorità di Rostov hanno invitato i residenti a rimanere a casa.
Prigozhin in passato aveva criticato la gestione del conflitto in Ucraina da parte dei vertici militari di Mosca. Il capo delle milizie private Wagner aveva inoltre lamentato lo scarso supporto tattico e in termini di munizioni ricevuto al fronte. Le dichiarazioni rilasciate - che smentivano l'obiettivo "ufficiale" della guerra quale dichiarato da Putin - hanno segnato un ulteriore, forse definitivo, deterioramento dei rapporti con Mosca. Le dichiarazioni di Prigozhin sono in seguito state definite "un appello alla guerra civile" dal Servizio di sicurezza federale russo. Nel frattempo, nella capitale sarebbero state prese misure di antiterrorismo, come la chiusura del mausoleo di Lenin e la disposizione di posti di blocco.
Il presidente russo, Vladimir Putin, parlerà a breve alla nazione. Lo ha detto all'agenzia Tass il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "In effetti, Putin terrà un discorso a breve", ha detto in risposta a una domanda.
Il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin ha accusato l'esercito russo di aver attaccato gli accampamenti militari dei suoi miliziani uccidendo un numero "enorme" di combattenti. Secondo Prigozhin, a ordinare gli attacchi sarebbe stato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. "Hanno effettuato attacchi, attacchi missilistici, sui nostri accampamenti arretrati. Un numero molto elevato di nostri combattenti è stato ucciso", ha detto Prigozhin in un messaggio audio trasmesso dal suo servizio stampa, promettendo di "rispondere" a questi bombardamenti. Le notizie di attacchi militari russi alle retrovie di Wagner sono "false, provocazioni informative", è l'immediata replica del ministero della Difesa russo agli attacchi del capo di Wagner, come riporta Interfax.
Il comandante delle forze di terra ucraine, generale Oleksandr Syrskyi, ha confermato per la prima volta che la forza principale della sua riserva offensiva deve ancora essere impegnata nella guerra contro la Russia dicendo: "Tutto deve ancora avvenire". Lo ha detto lo stesso Syrskyi in un'intervista al Guardian da una base militare nell'est dell'Ucraina, sottolineando tuttavia le difficoltà dei combattimenti e che negli ultimi giorni Mosca ha lanciato sforzi offensivi. "La nostra forza principale non è stata ancora impegnata a combattere e ora stiamo sondando i punti deboli nelle difese nemiche. Tutto deve ancora avvenire".
La Russia ha annunciato di aver "notevolmente ampliato l'elenco dei rappresentanti delle istituzioni europee e degli Stati membri dell'Ue" a cui "è vietato entrare in territorio russo". Secondo Mosca, si tratta di una misura di risposta alle nuove sanzioni europee contro la Russia per la guerra in Ucraina. Lo riporta la Tass citando un comunicato del ministero degli Esteri russo.
Il Consiglio Ue ha aggiunto altre 87 entità all'elenco di quelle che sostengono direttamente il complesso militare e industriale della Russia nella guerra all'Ucraina. E' quanto emerge nell'annuncio ufficiale dell'Ue sull'adozione dell'undicesimo pacchetto di sanzioni, volto a rafforzare le misure già decise e reprimere la loro elusione. L'elenco comprende quattro entità iraniane che fabbricano droni e li forniscono alla Russia, altre entità di paesi terzi coinvolte nell'elusione delle restrizioni commerciali e alcune entità russe coinvolte nello sviluppo, produzione e fornitura di componenti elettronici per le forze armate russe. Contro la campagna di manipolazione dei media viene estesa la sospensione delle licenze di trasmissione ad altri cinque media: Rt Balkan, Oriental Review, Tsargrad, New Eastern Outlook e Katehon.
In considerazione del forte aumento delle pratiche ingannevoli da parte delle navi che trasportano petrolio greggio e prodotti petroliferi, viene vietato l'accesso ai porti dell'Ue e vengono bloccate navi che effettuano trasferimenti da nave a nave, se le autorità competenti hanno ragionevole motivo di sospettare che stia violando il divieto di importare petrolio greggio e prodotti petroliferi russi per via marittima nell'Ue o stia trasportando petrolio greggio o prodotti petroliferi russi acquistati al di sopra del prezzo massimo concordato coalizione sul price cap.
Ammontano a 60 miliardi complessivi gli impegni raccolti come contributi per rimettere in piedi l'Ucraina - da spalmare sull'intero ciclo della ricostruzione, fra interventi immediati e quelli che sarà possibile realizzare dopo la guerra con la Russia - nel corso della Ukraine Recovery Conference chiusasi oggi a Londra. Lo formalizza un comunicato diffuso, attraverso il Foreign Office, dal governo britannico che ha ospitato l'evento. Secondo l'annuncio, si tratta di uno degli interventi internazionali di ricostruzione postbellica più consistenti da dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Per ricostruzione totale 411 miliardi
Secondo la Banca Mondiale, per la definitiva e totale ricostruzione dell'Ucraina si può al momento stimare che serviranno in totale 411 miliardi di dollari. Mentre solo per gli interventi calcolati per le esigenze di quest'anno il governo ucraino calcola di aver bisogno di 14 miliardi: ossia 6,5 in più di quanto messo per ora sul piatto dagli alleati immediatamente entro quest'anno, conferenza di Londra inclusa. L'evento di questi due giorni porta comunque in cascina per Kiev diverse nuove promesse di stanziamento: come i 4,7 miliardi che il Regno Unito si è impegnato a versare gradualmente per aiuti non militari in veste di padrone di casa, a cui Londra affianca lo sblocco di garanzie britanniche su prestiti per ulteriori 3 miliardi dalla Banca Mondiale (sempre da spalmare sui prossimi anni) e 240 milioni di finanziamenti a iniziative bilaterali ; o come la somma aggiuntiva di 1,3 miliardi annunciata dagli Usa per la ricostruzione immediata.
"L'URC23 ha mandato un chiaro messaggio"
Secondo James Cleverly, ministro degli Esteri del governo di Rishi Sunak e copresidente della Conferenza, "la Ukraine Recovery Conference ha mandato un messaggio chiaro sulla volontà degli alleati di restare al fianco dell'Ucraina non solo contro gli attacchi di Putin, ma anche dopo in tempo di pace", in modo da "sostenerla sia nella difesa della sua libertà, sia nella ripresa e nella ricostruzione". Da parte sua, il premier di Kiev, Denys Shmyhal, ha rinnovato un messaggio di "gratitudine al governo del Regno Unito". Evocando un processo di ricostruzione "che inizia quest'anno", ma che andrà proseguito col sostegno dei Paesi amici in risposta a esigenze "vitali" del popolo ucraino; e con il coinvolgimento di "investimenti e capitali privati", oltre che pubblici, secondo il programma di "ripresa rapida in 5 priorità" discusso a Londra. Il comunicato cita poi tutta una serie d'impegni finanziari assunti nella capitale britannica da Stati, organismi internazionali, aziende. A iniziare da quello annunciato dall'Ue per mobilitare 50 miliardi nel prossimo bilancio comunitario pluriennale in favore dell'economia ucraina.
Il governo ucraino stima in 1,5 miliardi di dollari (1,33 miliardi di franchi) i danni ambientali causati dalla distruzione della diga di Kakhovka, sul Dnipro, avvenuta all'inizio di giugno, che ha provocato gravi inondazioni. Questa "stima preliminare non include le perdite all'agricoltura, alle infrastrutture, alle abitazioni o il costo della ricostruzione della centrale stessa", ha dichiarato il primo ministro Denys Chmygal in conferenza stampa a Londra, dove si tiene la seconda conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina, dopo quella di Lugano dell'estate scorsa.
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che i nuovi missili nucleari Sarmat saranno presto pronti per il dispiegamento. Lo scrive la Tass. I Sarmat sono in grado di trasportare 10 o più testate nucleari. Parlando durante un incontro con i diplomati delle scuole militari, Putin ha dichiarato che i primi veicoli di lancio del sistema Sarmat con un nuovo missile pesante saranno presto impiegati "in combattimento" e che "la Russia continuerà a sviluppare la sua triade nucleare come garanzia di sicurezza militare e stabilità internazionale". "In questo settore, un obiettivo chiave è lo sviluppo della triade nucleare, che è la principale garanzia della sicurezza militare della Russia e della stabilità internazionale", ha detto. "Quasi la metà delle unità e delle formazioni delle forze missilistiche strategiche russe sono state armate con sistemi Yars all'avanguardia, e le truppe stanno passando a sistemi missilistici moderni con il veicolo ipersonico Avangard", ha affermato il presidente russo aggiungendo che sarà aumentata la produzione di velivoli senza pilota: "Li consegneremo a tutti i rami delle forze armate".
La risposta di Zelensky
Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non crede che Vladimir Putin sia "pronto" a usare le armi nucleari nel conflitto in Ucraina, perché lo zar "ha paura per la sua vita, la ama molto". Il commento di Zelensky è arrivato durante un'intervista con la Bbc. In ogni caso, ha aggiunto il presidente ucraino, "non c'è modo di dirlo con certezza, soprattutto per quanto riguarda una persona senza legami con la realtà, che nel XXI secolo ha lanciato una guerra su larga scala contro il suo vicino".
La Duma - la Camera bassa del Parlamento russo - ha approvato un progetto di legge che prevede che coloro che stanno scontando pene detentive possano arruolarsi nelle forze armate durante un periodo di mobilitazione, legge marziale o in tempo di guerra, ed essere graziati. Lo riportano diversi media, tra cui Novaya Gazeta Europa. Non possono essere arruolati coloro che sono stati condannati per "terrorismo", "tradimento", "estremismo" e "sabotaggio".
Il gruppo di mercenari Wagner sta di nuovo reclutando, ma questa volta non nelle carceri russe bensì nel cyberspazio, alla ricerca di giovani appassionati di videogiochi per affidare loro missioni di guerra - vere - in Ucraina e in Africa: lo riporta sul suo sito il media di opposizione russo Verstka.
Il profilo ideale
I candidati ideali devono avere un'età compresa tra 21 e 35 anni, una "esperienza nei simulatori di volo su joystick" e un background di gioco per aspirare ad unirsi ai mercenari della Wagner come specialisti di droni. Al patron dell'esercito paramilitare, Yevgeny Prigozhin, serve "chi sta seduto dritto per ore a giocare", recita l'annuncio pubblicato ieri sul social russo Vkontakte. Ai futuri tecnici e operatori di droni non è richiesta alcuna esperienza militare, scrive Nestka: solo una buona forma fisica. Il media russo ha contatto la Wagner al numero indicato nell'annuncio fingendosi un potenziale candidato e oltre alle domande standard su età, precedenti penali e malattie, il rappresentante del gruppo ha chiesto al suo interlocutore anche su che tipo di dispositivi desiderava lavorare. "Abbiamo due tipi di droni: elicotteri e cose più serie", ha affermato, chiedendo inoltre l'area geografica preferita: l'Ucraina o l'Africa.
La Cina ha promesso di non fornire armi alla Russia, ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken dopo gli incontri a Pechino con il ministro degli Esteri Wang Yi e il presidente cinese Xi Jinping. Blinken ha spiegato che l'impegno di Pechino a non fornire armi alla Russia è stato ribadito "ripetutamente" nelle ultime settimane, non solo agli Stati Uniti ma anche ad altri Paesi, riferisce la Bbc. "Si tratta di un impegno importante, di una politica importante, e al momento non abbiamo visto nulla che lo contraddica", e ha aggiunto che gli Stati Uniti restano preoccupati per "le società private cinesi che potrebbero fornire assistenza, in alcuni casi chiaramente diretta a rafforzare la capacità militare della Russia in Ucraina".
Si è parlato anche di Taiwan
Blinken ha dichiarato di aver espresso a Pechino preoccupazione per le azioni "provocatorie" nello Stretto di Taiwan. E di aver chiesto alla Cina di prevenire il "comportamento pericoloso" della Corea del Nord. Il segretario di Stato inoltre ha detto di aver espresso la preoccupazione degli Usa sullo Xinjiang, sul Tibet e Hong Kong. Dopo l'incontro con Xi, Blinken ha aggiunto che gli Stati Uniti non stanno cercando di "contenere economicamente" la Cina.
Le forze di difesa ucraine hanno ucciso circa 219.820 russi tra il 24 febbraio 2022 e il 18 giugno 2023, di cui 650 solo nell'ultimo giorno. Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook.
I dati
Le forze di difesa dell'Ucraina hanno anche distrutto, dall'inizio della guerra, 3'984 carri armati nemici, 7'729 veicoli corazzati da combattimento, 3'847 sistemi di artiglieria, 610 lanciarazzi multipli, 364 sistemi di difesa aerea, 314 aerei da guerra, 304 elicotteri, 3'371 sistemi aerei tattici senza pilota, 1'211 missili da crociera, 18 navi da guerra/cutter, 6'571 autocarri e autocisterne e 52 unità di equipaggiamento specializzato.
Perdite per l'esercito russo
L''esercito russo sta subendo le perdite maggiori dall'apice della battaglia per Bakhmut, sostiene su Twitter il ministero della Difesa britannico, secondo cui i combattimenti più pesanti continuano a concentrarsi nelle regioni di Zaporizhzhia, di Donetsk occidentale e proprio intorno a Bakhmut. "In tutta quest'area", dichiara la Gran Bretagna, "le forze ucraine continuano l'offensiva ottenendo piccoli avanzamenti" sul territorio.
Le proposte di pace di alcuni Paesi sul conflitto in Ucraina contengono idee che potrebbero funzionare. A riferirlo è la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all'agenzia di stampa Tass durante il Forum economico che si sta svolgendo a San Pietroburgo. "Certo che ci sono", ha risposto la portavoce rispondendo alla domanda sulla possibilità di idee concrete sulle proposte di pace. "Ribadisco che siamo grati a tutti i Paesi, tutti gli Stati e le figure pubbliche, perché molte proposte sono state presentate personalmente da personaggi pubblici internazionali - ha aggiunto -. Siamo grati a tutti quelli che stanno parlando della pace, che stanno facendo proposte e che si stanno rendendo disponibili per questo".
Le forze armate ucraine hanno già liberato più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino dagli occupanti russi nel corso della controffensiva. Lo ha dichiarato Oleksii Hromov, vice capo di stato maggiore ucraino, in un briefing a Kiev. "Durante l'ultima settimana, le nostre truppe sono avanzate nelle profondità del nemico fino a 3 km nell'area dell'insediamento di Mala Tokmachka e fino a 7 km a sud di Velika Novosilka. Sono stati liberati sette insediamenti nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia. Sono stati restituiti al controllo più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino", ha sottolineato Hromov.
La situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia è "grave" ma in via di stabilizzazione. Lo afferma il capo dell'Aiea Rafael Grossi, che oggi ha visitato la centrale occupata dalle forze russe. "Possiamo osservare da un lato che la situazione è grave, le conseguenze ci sono e sono reali", ha riferito ai giornalisti Rafael Grossi. "Allo stesso tempo, si stanno prendendo misure per stabilizzare la situazione" dopo la distruzione della diga, ha aggiunto.
"La Russia sta pensando di ritirarsi dall'accordo per l'esportazione del grano ucraino dai porti sul Mar Nero, anche perché il corridoio viene utilizzato dalle forze di Kiev per sferrare attacchi con i droni". Lo ha detto il presidente Vladimir Putin citato dalle agenzie russe.
Se continueranno gli attacchi al territorio russo dall'Ucraina Mosca dovrà prendere in considerazione la creazione di una "zona sanitaria", ovvero una zona di sicurezza in Ucraina, "in modo che non possano raggiungerci". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. Putin ha aggiunto di non vedere al momento la necessità di introdurre la legge marziale nel Paese. Il presidente ha inoltre affermato che "mercenari polacchi" prendono parte agli attacchi contro le regioni russe ma subiscono "forti perdite". La controffensiva ucraina continua su larga scala e utilizza riserve strategiche, ma finora non ha avuto successo in alcuno dei settori, ha affermato il presidente russo. Le perdite delle forze ucraine nella "si avvicinano ad essere catastrofiche" mentre quelle delle truppe russe sono dieci volte meno, sostiene Putin.
Il crollo della diga di Kakhovka ha causato danni per circa 4 miliardi di euro al sistema di bonifica dell'acqua e ai canali d'irrigazione dell'Ucraina, ha annunciato il ministero dell'agricoltura di Kiev citato dai media locali. A meno che l'approvvigionamento idrico non venga ripristinato, l'agricoltura sarà impossibile nel sud dell'Ucraina "nel prossimo futuro", ha osservato il dicastero spiegando che il bacino idrico di Kakhovka era la fonte per il 94% dei sistemi di irrigazione nell'oblast di Kherson, per il 74% di quelli nella regione di Zaporizhzhia e per il 30% di quelli nell'oblast di Dnipropetrovsk.
La Crimea rimarrà senza fornitura d'acqua per un anno
Anche la Crimea sarà duramente colpita dal crollo della diga. Stando a quanto dichiarato dal capo della compagnia energetica statale ucraina Ukrhydroenergo, Ihor Syrota, l'acqua non arriverà per "almeno un anno". "Non c'è approvvigionamento idrico perché il livello dell'acqua nel bacino di Kakhovka è già molto più basso di quello necessario per percorrere il Canale di Crimea. Pertanto molto probabilmente l'acqua non scorrerà in Crimea per almeno un anno", ha spiegato Syrota ai media ucraini. Anche quattro oblast ucraini avranno problemi con l'approvvigionamento idrico.
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha chiesto un accesso più ampio intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia per verificare una "discrepanza significativa" nei dati sul livello dell'acqua presso la diga di Kakhovka utilizzata per raffreddare i reattori dell'impianto: lo afferma il direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, in un comunicato pubblicato sul sito dell'agenzia. Gli esperti dell'Aiea "hanno bisogno di accedere a un sito vicino" alla centrale di Zaporizhzhia "per chiarire il motivo di una discrepanza significativa tra le diverse misurazioni del livello del bacino idrico che fornisce l'acqua per raffreddare i sei reattori e il deposito di combustibile esaurito della struttura", scrive Grossi nella nota.
La Russia e l'Ucraina hanno effettuato un nuovo scambio di prigionieri di guerra, circa 100 per ognuna delle parti. Lo scrive Unian. Mosca ha restituito all'Ucraina 95 prigionieri di guerra, fra cui anche diversi militari che combatterono a lungo per tenere l'impianto Azovstal a Mariupol, oltre un anno fa. Lo rende noto il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andry Yermak. Fra gli ucraini tornati a casa, dice Yermak, figurano uomini della Guardia nazionale, guardie di frontiera, soldati catturati, oltre che a Mariupol, anche sull'Isola dei Serpenti, a Chernobyl e a Bakhmut, e anche due ufficiali.
Le forze armate ucraine hanno preso il controllo del villaggio di Neskuchne, nel distretto di Volnovakha nella regione di Donetsk. Lo ha annunciato su Facebook il 7° Battaglione Separato dell'Esercito Volontario Ucraino, parte della 129a Brigata Separata delle forze di difesa territoriale. La notizia è stata poi confermata dalle guardie di frontiera di Kiev, che hanno affermato che il villaggio "è di nuovo sotto la bandiera ucraina". L'unità - scrive Ukrinform - è guidata dal maggiore Oleksandr Hryshchuk. In giornata le forze armate ucraine avevano annunciato la liberazione di Blagodatnoye, sempre nel Donetsk.
Mosca onora diversi soldati per aver distrutto i carri armati forniti dall'Occidente a Kiev: il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha consegnato le medaglie ai militari dopo l'annuncio di Mosca sulla distruzione di quattro carri armati Leopard di fabbricazione tedesca e cinque veicoli da combattimento Bradley di fabbricazione statunitense. Lo riferiscono i media internazionali. La cerimonia è stata trasmessa dalla tv di Stato, ai militari è stata assegnata la "stella d'oro dell'Eroe di Russia", la più alta onorificenza militare del Paese.
Il ministero dell'interno ucraino ha reso noto che nella regione di Kherson risultano disperse 35 persone, tra cui 7 bambini, in seguito alle inondazioni provocate dal crollo della diga di Kakhovka. Per quanto riguarda le vittime, al momento il bilancio è di 6 persone morte.
La comunicazione
Il direttore della Protezione civile ucraina Viktor Vitovetsky ha reso noto che a causa delle inondazioni provocate dall'esplosione della diga di Kakhovka sono morte sei persone e dieci risultano ferite, tra cui due agenti di polizia e tre dipendenti del servizio di emergenza statale, come riferisce Ukrinform. Vitovetsky ha dichiarato che 46 insediamenti sono stati inondati e più di 3'800 famiglie sono state colpite dagli allagamenti. In precedenza, il ministro degli interni Igor Klymenko ha riferito su Facebook che "sono state evacuate 2'718 persone, tra cui 190 bambini": intanto prosegue l'evacuazione delle persone dalle aree inondate nella regione di Kherson.
La superficie totale alluvionata nell'oblast di Kherson per la rottura della diga di Kakhovka si è quasi dimezzata, passando da 139 a 77,78 chilometri quadrati e il livello medio dell'acqua è calato a 4,01 metri. Restano comunque ancora allagati 46 insediamenti: 32 sulla riva destra, controllata dagli ucraini, e 14 su quella sinistra, occupata dai russi. Lo fa sapere il governatore della regione, Oleksandr Prokudin, sul suo canale Telegram, senza però fornire l'intervallo di tempo a cui la diminuzione si riferisce. Durante la scorsa notte, riporta invece Rbc-Ucraina, citando sempre Prokudin, il livello dell'acqua nell'inondazione è scesa di 26 centimetri. Nei giorni immediatamente successivi alla rottura della diga l'area sommersa è arrivata a coprire 600 km2.
La Svizzera sta inviando aiuti materiali e competenze tecniche all'Ucraina dopo la distruzione della diga di Kakhovka nella notte tra lunedì e martedì. Agli operatori della rete idrica saranno consegnati in tempi brevi pompe e tubi. "Il Dipartimento federale degli affari esteri ha reagito rapidamente alla distruzione della diga di Kakhovka (vicino a Kherson) e alle inondazioni che ne sono seguite", ha indicato il DFAE oggi alla Keystone-ATS, commentando un articolo della "SonntagsZeitung".
"Si lavora per trovare soluzioni"
Due specialisti in acqua potabile e risanamento (WASH) del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) stanno fornendo sostegno all'ambasciata svizzera a Kiev. Assieme a un ingegnere ucraino stanno "lavorando per trovare soluzioni a breve e medio termine" per prevenire danni dopo la distruzione della diga idroelettrica. Un altro membro del CSA è stato inviato presso le Nazioni Unite per coordinare le misure di depurazione dell'acqua con le autorità ucraine.
Dal fuoco incrociato delle accuse reciproche tra Mosca e Kiev sulle responsabilità del crollo della diga di Kakhovka emerge una clip audio che sembra inchiodare i russi. Un minuto e mezzo di conversazione tra due militari dell'armata di Putin intercettata dall'intelligence ucraina e postata su Telegram alza un velo inquietante sulla dinamica e sui rischi dell'esplosione che immediatamente prima del cedimento è stata registrata dai sismografi norvegesi e dai satelliti spia americani.
Le dichiarazioni
"Il problema principale è che la centrale idroelettrica raffredda il loro reattore nucleare (della centrale di Zaporizhzhia, ndr)", afferma un militare russo. E il secondo risponde: "Non c'è problema. Esploderà e sarà tutto finito". Il primo scandisce: "Quindi sono stati i nostri. Non sono loro (gli ucraini), sono i nostri". E l'altro: "Davvero, sono stati i nostri? Hanno detto che sono stati i khokhol (termine dispregiativo per gli ucraini) a farlo saltare in aria". Di nuovo interviene il primo militare: "Il nostro gruppo di sabotatori è lì. Volevano causare paura con questa diga. Non è andata secondo i piani. Il risultato è più di quanto avessero previsto". E l'altro: "Sì, naturalmente. Sarà come Chernobyl, giusto?".
Il dispiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia comincerà dopo il 7 o 8 luglio, quando è prevista la conclusione dei lavori di costruzione delle installazioni necessarie. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin che oggi ha incontrato il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko a Sochi. Lo ha reso noto l'agenzia Interfax.
Kiev ha reso noto che sono almeno 5 le vittime e 13 i dispersi a causa del crollo della diga di Kakhovka, nella regione meridionale di Kherson. Il ministro degli Interni ucraino Igor Klymenko ha reso noto che in totale sono 48 le località inondate dopo l'esplosione della diga di Kakhovka, di cui 14 in aree sotto occupazione russa, e 2'412 persone sono state evacuate sul versante ucraino.
Cinque morti
Quanto alle vittime, 4 persone sono morte nella regione di Kherson e 13 persone sono considerate disperse. Sempre nel Kherson, 11 persone sono rimaste ferite in seguito ai bombardamenti russi durante le evacuazioni. Nella regione di Mykolaiv, inoltre, 23 insediamenti sono stati allagati, 825 persone sono state evacuate e una persona è morta. Stando a quanto segnalato dal governatore filorusso Vladimir Saldo sul suo canale Telegram sarebbero invece 8 le persone morte nella parte controllata dai russi della regione di Kherson a seguito dell'inondazione provocata dalla rottura della diga.
Un poliziotto ucraino è morto e un altro è rimasto ferito questa mattina a causa dell'esplosione di una mina, che fatto saltare in aria l'auto sulla quale si trovavano nella zona di confine della regione di Chernihiv, nel nord-est dell'Ucraina. Lo riporta l'emittente statale Suspіlne. La vittima aveva 39 anni.
La Svezia consentirà a truppe e armamenti Nato di basarsi su territorio svedese in via temporanea e aumenterà il livello di interoperabilità della difesa svedese. Lo scrivono il Primo Ministro svedese Ulf Kristersson e il Ministro della Difesa Pål Jonsson in un articolo sul quotidiano svedese Dagens Nyheter. La decisione è stata presa dal governo per via della "seria situazione nella nostra parte del mondo" e l'intenzione è di rafforzare le collaborazioni di difesa, scrivono. "In questa situazione - affermano - la cooperazione con la Nato e con i Paesi della Nato è fondamentale per la nostra difesa, sia prima che dopo l'adesione della Svezia."
Prepararsi al peggio
Il governo svedese spera di poter aderire alla Nato il prima possibile e ha in tal senso aumentato le sue capacità di difesa. Nel frattempo, Stoccolma sottolinea l'importanza di "prepararsi al peggio" e che qualora ci fosse una crisi o guerra, le forze alleate devono poter operare rapidamente sul territorio svedese. La decisione del governo permetterebbe inoltre di aumentare le capacità logistiche e permettere l'installazione di sistemi di difesa aerea.
Se il livello dell'acqua dovesse continuare a salire dopo l'esplosione della diga di Kakhovka, quasi 16'000 residenti dovranno essere evacuati dalla riva destra della regione di Kherson. Ieri "559 persone sono state evacuate da aree pericolose da volontari, soccorritori e polizia. 2'334 residenti della regione sono già stati evacuati. La maggior parte di loro proviene dal microdistretto di Korabel nella città di Kherson, dove sono stati salvati 1'765 residenti di Kherson. Secondo le stime, circa 16'000 persone dovranno essere evacuate dalla zona inondata sulla riva destra se il livello dell'acqua continua a salire". Lo ha detto Oleksandr Prokudin, governatore ucraino del Kherson, riporta Ukrinform. "600 km quadrati della regione di Kherson sono stati allagati, di cui il 32% nella riva destra ed il 68% nella riva sinistra temporaneamente occupata. 28 insediamenti sono stati allagati sulla riva destra", ha aggiunto Prokudin.
Il ministro dell'interno ucraino, Igor Klymenko, che è stato nominato responsabile dell'emergenza inondazione dopo la rottura della diga di Nova Khakovka, ha detto che finora il disastro ha colpito 29 villaggi e insediamenti, 19 dei quali nella zona controllata da Kiev, sulla riva destra (occidentale) del Dnipro, e 10 su quella occupata dai russi.
La diga in Ucraina sarebbe esplosa dall'interno. Lo riporta il New York Times citando alcuni funzionari ucraini, con i quali molti esperti sarebbero d'accordo considerato che un attacco di artiglieria o comunque dall'esterno non sarebbe stato in grado di causare tali danni. La diga di Kakhovka e la centrale idroelettrica sono sotto controllo dei russi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan propone una commissione d'inchiesta internazionale sull'esplosione della diga di Kekhovka in Ucraina. Lo ha fatto nel corso di una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e una con il presidente russo Valdimir Putin. Secondo il presidente turco la commissione d'inchiesta potrebbe essere formata da delegati di Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite, fa sapere l'agenzia di stampa turca Anadolu. Ankara è pronta a fare la sua parte per assicurare la pace tra Mosca e Kiev, ha aggiunto Erdogan durante la telefonata con Zelensky.
A causa dell'esplosione della centrale idroelettrica di Kakhovska, 16'000 persone si trovano in una «zona critica» sulla riva destra del fiume Dnipro ed è in corso un'evacuazione: lo ha affermato su Telethon il capo del dipartimento di polizia di Kherson, Alexander Prokudin, come riporta Rbc-Ucraina. "Attualmente, sappiamo che circa 16'000 persone si trovano in una zona critica sulla riva destra del Dnipro", ha detto Prokudin. "Alle 7:30 (le 6:30 in Svizzera), i seguenti insediamenti sono stati completamente o parzialmente inondati: Tyaginka, Lvovoe, Otradokamenka (distretto di Berislavsky), Ivanovka, Nikolskoye, Tokarevka, Ponyatovka, Belozerka, il microdistretto di Ostrov (distretto di Kherson)", ha aggiunto. È probabile, ha quindi sottolineato, che altri insediamenti saranno colpiti. "Siamo pronti a questo. Attualmente è stata organizzata l'evacuazione dei residenti di questi insediamenti. Con gli autobus fino alla città di Kherson, poi a Nikolaev e da lì a Khmelnitsky, Odessa, Kropyvnytskyi, Kiev e altre città", ha spiegato, affermando che alle 12:00 (ora locale) dalla stazione ferroviaria di Kherson partirà un treno per gli evacuati diretto a Nikolaev.
2'700 case allagate dopo l'esplosione della diga
Secondo i servizi di emergenza russi, circa 2'700 abitazioni sono state allagate dopo l'esplosione della diga di Kakhovka e 1'300 persone sono state evacuate evacuate. Lo riporta la Tass. In tutta la regione di Kherson è stato dichiarato lo stato di emergenza.
A causa dell'esplosione della diga di Kakhovka,"si è formata una chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate che viene trasportata dalla corrente verso il Mar Nero. Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare. L'evacuazione delle persone dall'area allagata è in corso: quasi ottanta insediamenti sono a rischio": ha reso noto Volodymyr Zelensky sul sito web della presidenza ucraina.
Duro braccio di ferro al Palazzo di Vetro dell'Onu tra Ucraina e Russia, che alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza convocata in seguito alla distruzione della diga di Kakhovka, si accusano reciprocamente di terrorismo. Nel contempo le Nazioni Unite avvertono che "la gravità di questo episodio sarà comprensibile nei prossimi giorni, ma è già chiaro che avrà conseguenze enormi per migliaia di persone". E il capo degli Affari Umanitari dell'Onu Martin Griffiths si è detto anche molto preoccupato dal rischio di contaminazione di mine con il movimento dell'acqua.
"Attacco terroristico"
Per l'ambasciatore di Kiev al Palazzo di Vetro Sergiy Kyslytsya si è trattato di un "attacco terroristico, un atto di terrorismo ecologico e tecnologico". "Questa è la risposta del Cremlino alla richiesta di numerosi paesi di negoziati di pace", ha aggiunto. "La distruzione della diga da parte del regime di Kiev è stato un crimine impensabile che si può identificare come un atto terroristico", ha ribattuto l'ambasciatore russo, Vassily Nebenzia. "Abbiamo avvertito la comunità internazionale e la leadership Onu su questa minaccia - ha sottolineato - Ma Kiev con l'incoraggiamento dagli alleati occidentali ha deciso di portare avanti il suo piano terroristico".
Accuse a Mosca anche dagli USA
Dure accuse a Mosca sono arrivate anche dagli Usa e dagli alleati. Quanto è successo oggi è un'altra "conseguenza tragica" dell'invasione russa dell'Ucraina, ha detto il vice ambasciatore americano Robert A. Wood, sottolineando che la distruzione della diga "ha portato alluvioni devastanti con un impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza di decine di migliaia di ucraini lungo il fiume". "Voglio dire chiaramente che è stata la Russia a iniziare questa guerra e a occupare quest'area dell'Ucraina", ha aggiunto, ricordando che "gli attacchi deliberati su proprietà civili sono proibiti dalle leggi di guerra". La Cina, come di consueto, ha evitato di prendere posizione limitandosi a esprimere la sua "grave preoccupazione". L'ambasciatore Zhang Jun ha chiesto alle parti in conflitto di "rispettare le leggi internazionali" e lanciato un appello alla "moderazione", ribadendo che il suo paese "continuerà a stare dalla parte della pace promuovendo il dialogo per arrivare a una soluzione della crisi".
"Le Nazioni Unite non hanno accesso a informazioni indipendenti sulle circostanze che hanno portato alla distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, in Ucraina, ma una cosa è chiara: questa è un'altra devastante conseguenza dell'invasione russa". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. "Stiamo vedendo gli effetti nella città di Kherson, di Nova Kakhovka e in altre 80 città e villaggi lungo il fiume Dnipro - ha sottolineato - E aggiunge minacce alla centrale nucleare già altamente minacciata di Zaporizhzia". Guterres ha precisato che "l'Onu e i partner umanitari si stanno affrettando a fornire supporto in coordinamento con il governo dell'Ucraina", assicurando che "continueremo il nostro lavoro e i nostri appelli per un accesso umanitario urgente e sicuro". "La tragedia di oggi è un altro esempio dell'orribile prezzo della guerra per le persone", ha detto ancora il segretario generale, sottolineando che "gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili critiche devono cessare".
"La distruzione della diga di Kakhovka, deliberata e pianificata da tempo dalla Russia, provoca un ecocidio regionale. Interi ecosistemi vengono danneggiati in modo irreversibile". "Esortiamo gli Stati e le organizzazioni internazionali a condannare la Russia e ad aderire all'articolo 'Prevenzione dell'ecocidio' contenuto nella Formula per la pace di Zelensky": lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si tratterebbe invece di un attacco dell'Ucraina per privare di acqua la Crimea. "Il livello dell'acqua nel bacino - ha detto Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti - sta scendendo e, di conseguenza, la fornitura di acqua al canale è ridotta, è fortemente ridotta", ha sottolineato il portavoce, riferendosi al canale che dalla diga porta acqua verso la penisola annessa alla Federazione russa nel 2014.
Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha affermato che la diga di Novaya Kakhovka è stata danneggiata da un'esplosione provocata nella sala macchine dalla 205esima Brigata motorizzata dell'esercito russo con lo scopo di creare inondazioni che blocchino la controffensiva di Kiev. Podolyak parlava in un'intervista su un canale Youtube.
In un tweet il consigliere presidenziale ribadisce che scopo dell'operazione è "creare ostacoli insormontabili" all'avanzata delle truppe ucraine. Secondo Podolyak si tratta di "un altro crimine premeditato" di Mosca e la Russia "deve essere immediatamente riconosciuta come un Paese terrorista, con tutte le dure conseguenze legali".
Alle 10:00 ora locale (le 9:00 in Svizzera) 742 persone erano già state evacuate dalle zone colpite dalle inondazioni: lo ha affermato su Facebook il ministro dell'Interno ucraino Ihor Klymenko. "Circa 80 insediamenti si trovano nella zona di potenziali inondazioni. La maggior parte di essi è temporaneamente occupata dal nemico. L'acqua sta arrivando. La situazione è complicata dal fatto che alcune strade sono state spazzate via. Ciò rende impossibile raggiungere alcuni insediamenti . Le squadre di evacuazione stanno cercando altri percorsi. Alle 10:00, l' evacuazione ha già 742 persone", ha scritto Klymenko.
Non c'è "alcun pericolo nucleare immediato" alla centrale di Zaporizhzhia dopo la parziale distruzione della diga idroelettrica di Kakhovka sul fiume Dnipro, nella regione di Kherson (sud) occupata da Russia: lo ha reso noto l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). "Gli esperti dell'Aiea" presenti sul sito "stanno monitorando da vicino la situazione", ha aggiunto l'organismo Onu in un tweet, mentre l'impianto utilizza l'acqua del fiume per raffreddare il combustibile dei noccioli dei reattori.
Kiev: "cresce rischio disastro nucleare"
Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente ucraino Zelensky, ha da parte sua affermato che il pericolo di un "disastro nucleare" alla centrale di Zaporizhzhia "aumenta rapidamente. Il mondo è di nuovo sull'orlo di un disastro nucleare, perché la centrale nucleare di Zaporizhzhia ha perso la sua fonte di raffreddamento. E questo pericolo sta aumentando rapidamente", ha dichiarato Podolyak in un messaggio ai media.
A causa dell'esplosione nella centrale idroelettrica di Kakhovka, 16'000 persone si trovano in una "zona critica" sulla riva destra del fiume Dnipro ed è in corso un'evacuazione: lo ha affermato su Telegram il capo del dipartimento di polizia di Kherson, Alexander Prokudin, come riporta Rbc-Ucraina. "Attualmente, sappiamo che circa 16'000 persone si trovano in una zona critica sulla riva destra del Dnipro", ha detto Prokudin.
"Alle 7:30 (le 6:30 in Svizzera), i seguenti insediamenti sono stati completamente o parzialmente inondati: Tyaginka, Lvovoe, Otradokamenka (distretto di Berislavsky), Ivanovka, Nikolskoye, Tokarevka, Ponyatovka, Belozerka, il microdistretto di Ostrov (distretto di Kherson)", ha aggiunto.
È probabile, ha quindi sottolineato, che altri insediamenti saranno colpiti. "Siamo pronti a questo. Attualmente è stata organizzata l'evacuazione dei residenti di questi insediamenti. Con gli autobus fino alla città di Kherson, poi a Nikolaev e da lì a Khmelnitsky, Odessa, Kropyvnytskyi, Kiev e altre città", ha spiegato, affermando che alle 12:00 (ora locale) dalla stazione ferroviaria di Kherson partirà un treno per gli evacuati diretto a Nikolaev.
"Non chiamatela controffensiva, sarà un attacco generalizzato, da più punti, per riprenderci quel che è nostro. Spiace per il Papa, persona fantastica che stimo, ma abbiamo mediatori migliori di lui. Quelli che hanno convinto Putin a ritirarsi da Bucha e Irpin, da Kharkiv e Kherson: i soldati delle Forze Armate ucraine. Sono loro i nostri migliori mediatori". È quanto dichiara al Corriere della Sera l'ex presidente ucraino Petro Poroshenko, oggi imprenditore miliardario. "Ho speso di tasca mia già 70 milioni di dollari - aggiunge - camion, generatori, elmetti, mitragliatrici pesanti, robot blindati per recuperare i feriti dalla linea del fuoco. Posso rimanere senza un soldo, ma non scappo dalla mia patria".
Tempo
"Con gli accordi di Minsk abbiamo guadagnato tempo", afferma l'ex presidente, che li ha firmati. "Sapete quanti battaglioni avevo a nord di Kiev quando sono diventato presidente? Zero. E il budget statale? Sottozero. E di carri armati funzionanti? Una miseria. Gli accordi di Minsk prevedevano l'uscita degli invasori russi, la restituzione di prigionieri e una serie di azioni che Putin non ha mai attuato".
Tre scenari
Poroshenko ora vede tre scenari di pace: "Vittoria, soluzione israeliana, soluzione afghana. La prima: cacciamo l'armata russa e Putin perde il potere. La seconda è caldeggiata da tanti che ci dicono siamo stanchi di guerra, vi difenderete come fa Israele, ormai avete tante armi. Il problema è che noi non abbiamo contro i palestinesi, ma una potenza nucleare. Terzo: ci abbandonate come avete fatto con l'Afghanistan. Possibile, ma a quel punto Putin arriverà anche da voi".
La centrale idroelettrica di Kakhovka è stata completamente distrutta "a seguito dell'esplosione della sala macchine dall'interno" e non è riparabile: lo riferisce l'emittente statale ucraina Suspilne, che cita la società statale che gestisce numerose centrali. Secondo un corrispondente dell'agenzia russa Ria Novosti sul posto, le forze ucraine continuerebbero a bombardare con l'artiglieria l'area della diga di Novaya Kakhovka. Secondo le autorità filorusse locali, la diga era già stata colpita durante la notte da un bombardamento con razzi ucraini che ne ha provocato la parziale distruzione. Il premier ucraino Denys Shmyhal ha inoltre scritto su Telegram che "fino a 80 insediamenti rischiano di essere inondati" a causa dell'attacco alla centrale idroelettrica di Kakhovka".
Lo sbarramento è stato costruito in epoca sovietica. Le autorità ucraine stanno organizzando un'evacuazione dalle zone a rischio.
L'atteso videomessaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alle Camere federali sarà trasmesso giovedì 15 giugno alle ore 14.00 nella sala del Consiglio nazionale. La data è stata annunciata oggi dal presidente della Camera del popolo Martin Candinas (Centro/GR). Il 3 maggio l'ambasciata ucraina in Svizzera aveva presentato una richiesta, domanda approvata dagli Uffici del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati due giorni dopo. La data del discorso è ora stata fissata "d'intesa con il Governo ucraino", ha precisato Candinas.
Sarà durante la pausa pranzo
Da notare che l'intervento del presidente ucraino non si svolgerà durante la normale seduta del Nazionale, ma durante la pausa pranzo. Il 15 giugno la Camera del popolo si ritroverà infatti dalle 8 alle 13 e poi nuovamente dalle 15 alle 19.
Il primo videomessaggio
Dal 1970 sono intervenuti dinanzi alle Camere federali 28 oratori ospiti, tra i quali si annoverano capi di Stato, rappresentanti di organizzazioni internazionali, ministri degli esteri e un presidente del Senato. Tuttavia, non è ancora stato trasmesso alcun videodiscorso di un capo di Stato straniero.
Sky News pubblica oggi un contratto per la fornitura di armi alla Russia da parte dell'Iran del valore di poco più di un milione di dollari: l'emittente britannica ha ottenuto il documento da un'anonima fonte di sicurezza, secondo cui il contratto è "autentico al 100%".
L'emittente precisa che non ha potuto verificarne l'autenticità in modo indipendente, ma sottolinea che se fosse autentico, il documento - di 16 pagine, datato 14 settembre 2022 - sarebbe la prima prova concreta che Teheran ha venduto munizioni a Mosca per la sua guerra in Ucraina. Il contratto, scrive Sky News, "sembra riguardare campioni di proiettili di varie dimensioni e razzi di artiglieria e carri armati per un valore di poco superiore a un milione di dollari". Il contratto, aggiunge, è stato condiviso dalla fonte insieme a cinque pagine di un altro contratto - da circa 740'000 dollari - presumibilmente collegato che include cannoni per un carro armato T-72 e cannoni per un obice, oltre a munizioni.
L'Ucraina non userà i caccia F-16 nella sua attesa controffensiva poiché Kiev sarà pronta a schierare questi aerei solo in autunno o in inverno: lo ha detto il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov in un'intervista all'emittente giapponese Nhk. Rispondendo alla domanda sugli F-16, Reznikov ha affermato che questi aerei non cambieranno la situazione quest'estate. Il ministro ha ricordato che alcuni Paesi occidentali stanno addestrando, o si sono offerti di addestrare, i piloti ucraini per pilotare questi caccia. Ma ci vorrà del tempo, ha sottolineato, aggiungendo che l'Ucraina dovrà anche prendere accordi con i suoi partner per avere ingegneri e tecnici per la manutenzione e la riparazione dei velivoli.
La compagnia privata militare russa Wagner ha detto di avere catturato un tenente colonnello dell'esercito russo capo di una unità che ha aperto il fuoco contro miliziani della stessa Wagner mentre era "ubriaco". L'episodio sarebbe avvenuto il 17 maggio scorso, secondo quanto pubblicato sul canale Telegram del servizio stampa del capo della compagnia privata, Yevgeny Prigozhin. La notizia è stata pubblicata dopo che, venerdì, lo stesso Prigozhin ha accusato le forze regolari russe di avere minato le strade attraverso le quali la Wagner doveva ritirarsi dalla città di Bakhmut, nel Donbass, per consegnarla all'esercito di Mosca.
"Ho dato l'ordine per un'antipatia personale"
Secondo quanto pubblicato sul canale di Prigozhin, il 17 maggio miliziani della Wagner sono stati presi di mira dal fuoco di soldati russi nella regione di Semigorye, vicino a Bakhmut. I miliziani agli ordini di Prigozhin avrebbero risposto al fuoco catturando alcuni dei soldati russi. Tra questi, il loro comandante, identificato come il tenente colonnello Roman Venevitin, capo della 72/a Brigata fucilieri motorizzata. In un video l'ufficiale confessa di avere fatto aprire il fuoco contro gli uomini della Wagner a causa di una "antipatia personale" e aggiunge di avere agito sotto l'influenza dell'alcol. Il ministero della Difesa di Mosca non ha finora commentato l'episodio.
Il 20 maggio Prigozhin ha detto che l'intera Bakhmut era stata conquistata dai suoi uomini e il 25 ha annunciato l'inizio del ritiro per consegnare la città all'esercito di Mosca.
L'Ucraina è pronta a lanciare la sua attesa controffensiva: lo ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky in un'intervista al Wall Street Journal. "Crediamo fermamente che avremo successo", ha commentato il leader ucraino da Odessa. Zelensky ha riconosciuto la superiorità aerea russa e la mancanza di protezione da questa minaccia significa che "un gran numero di soldati morirà" nell'operazione. "Non so quanto tempo ci vorrà", ha dichiarato Zelensky. "Ad essere onesti, può andare in vari modi, completamente diversi. Ma ce la faremo e siamo pronti", ha sottolineato, aggiungendo che Kiev avrebbe voluto avere un maggior numero di armi dall'Occidente per la prossima campagna. Tuttavia, l'Ucraina è pronta a muoversi: "Vorremmo avere certe cose, ma non possiamo aspettare per mesi", ha detto.
Le forze di terra forti e motivate
Il leader ha poi osservato che le forze di terra ucraine sono "più forti e più motivate" delle truppe russe, ma se l'Ucraina non sarà in grado di resistere alla Russia, "quell'animale, quella bestia svilupperà un gusto" per la conquista e andrà oltre, ha aggiunto riferendosi al presidente russo Vladimir Putin.
Preoccupano le elezioni americane
Zelensky si è anche detto preoccupato che qualsiasi cambiamento nell'amministrazione americana possa influire sugli aiuti. "In una situazione come questa, quando c'è sostegno, si ha paura dei cambiamenti", ha detto. "E ad essere onesti, quando si parla di un cambio di amministrazione, mi sento come qualsiasi altra persona: si desidera un cambiamento in meglio, ma può anche accadere il contrario", ha aggiunto.
L'adesione alla Nato
Ma una preoccupazione più immediata per il presidente ucraino, scrive il Wall Street Journal, è quella di garantire un percorso chiaro verso l'adesione del Paese alla Nato al vertice che si terrà a luglio a Vilnius, in Lituania. "Se non riceveremo un segnale a Vilnius, credo che non abbia senso che l'Ucraina partecipi a questo vertice", ha dichiarato. Quanto alla Cina, Zelensky si è augurato che Pechino non rimanga "a guardare la gente morire". Ed ha concluso: "Se sei grande, questo è il significato di grandezza nazionale. Questo non è un quadro o un museo; è una guerra vera e sanguinosa".
L'ispezione di rifugi antiaerei
Intanto, i rifugi antiaerei a Kiev saranno ispezionati entro 10 giorni, con i primi sopralluoghi che cominceranno già oggi. Lo scrive Ukrinform citando il ministro dell'industria strategica, Oleksandr Kamyshin. Un provvedimento che segue le polemiche sorte dopo che la notte fra il 31 maggio e il primo giugno tre persone, fra cui una bambina, sono morte a Kyiv colpita da razzi russi mentre tentavano di rifugiarsi in un vicino bunker che però era chiuso. "Abbiamo concordato con il sindaco di Kyiv Klitschko che riceveremo rapporti dalla commissione ogni mattina e ogni sera controlleremo, insieme, un distretto della città di Kiev. Abbiamo esattamente 10 quartieri, passeremo 10 giorni insieme, esamineremo i rifugi per capire meglio la situazione nei diversi quartieri della città, poi consegneremo un rapporto. I primi rifugi saranno controllati già oggi", ha detto Kamyshin.
Elon Musk ottiene un contratto con il Pentagono per Starlink in Ucraina. Il Dipartimento della difesa, riporta l'agenzia Bloomberg, sta acquistando i terminali di comunicazione via satellite del patron di Tesla per usarli nel paese in conflitto. "Continuiamo a lavorare con partner globali per assicurare che l'Ucraina abbia le affidabili capacità via satellite e di comunicazione di cui ha bisogno", afferma il Pentagono. Gli acquisti di terminali Starlink saranno probabilmente effettuati tramite il programma di assistenza varato dal Congresso americano per l'Ucraina.
I rapporti tra Musk e Pentagono
L'accordo raggiunto segna una nuova pagina nel rapporto non facile fra il Pentagono e Musk. Lo scorso ottobre questi avrebbe detto alla Difesa americana che SpaceX non poteva continuare a pagare il prezzo dei terminali portatili in Ucraina, per poi cambiare successivamente posizione. Sempre in ottobre il patron di Tesla aveva offerto la sua proposta di pace in base alla quale l'Ucraina avrebbe dovuto restare neutrale e cedere la Crimea alla Russia. Una proposta che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva respinto invitando Musk a vedere cosa la Russia aveva fatto nel suo paese.
Starlink "è per uso privato e non militare"
Più di recente Musk ha criticato l'uso dei terminali Starlink da parte dell'Ucraina per combattimento. I terminali "come altri prodotti commerciali sono per uso privato non militare, ma non abbiamo esercitato il nostro diritto di spegnerli. Stiamo cercando di fare la cosa giusta, dove la 'cosa giusta' è una domanda morale molto difficile", aveva allora twittato Musk.
Anche se SpaceX ha rapporti con il Pentagono, le relazioni di Musk con la Casa Bianca sono difficili. Il miliardario infatti ha invitato gli americani a votare per i repubblicani e di recente ha ospitato su Twitter il lancio delle campagna elettorale del governatore della Florida Ron DeSantis.
Il presidente della Confederazione Alain Berset oggi ha approfittato del vertice della Comunità politica europea in Moldavia per avere colloqui bilaterali con altri capi di Stato e di governo, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dopo il vertice, Berset ha dichiarato ai rappresentanti dei media elvetici di aver discusso con il capo dello Stato ucraino tutti gli aspetti in cui la Svizzera è attiva e in cui potrebbe svolgere un ruolo. La conversazione è durata 25 minuti. Con Zelensky ha parlato anche delle esportazioni di materiale bellico e dei 25 carri armati Leopard 2 dell'esercito. La scorsa settimana, il Consiglio federale ha dato il via libera alla loro messa fuori servizio. In questo modo è possibile rivenderli al produttore tedesco. Il presidente ucraino sa però che le Camere federali devono ancora dare il loro assenso, ha aggiunto Berset. Anche il denaro bloccato in Svizzera è stato oggetto del colloquio. A marzo, Berset aveva già parlato via video con Zelensky, che in quell'occasione lo aveva invitato in Ucraina. "Sono ovviamente disposto a recarmi in Ucraina in qualsiasi momento", ha dichiarato oggi Berset. Ma il viaggio deve avere senso. Ora dobbiamo vedere come evolve la situazione.
Incontro con Sánchez su Svizzera-Ue
Altri incontri si sono tenuti con i capi di Stato e di governo di tutti i paesi confinanti con la Svizzera. Berset ha inoltre avuto uno scambio di opinioni con il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, il cui paese deterrà la presidenza del Consiglio dell'Ue nel secondo semestre di quest'anno. I rapporti bilaterali tra Berna e Bruxelles sono stati il tema centrale, ha spiegato Berset. Proprio durante la presidenza spagnola, infatti, si porrà la questione di come proseguiranno le relazioni tra la Svizzera e l'Ue. Berset aveva già incontrato la presidente della Repubblica di Moldavia, Maia Sandu, ieri pomeriggio.
Forte segnale alla Russia
Il presidente della Confederazione ha molto apprezzato il carattere informale del vertice, che permette un contatto senza complicazioni con gli altri, ha detto. Complessivamente, includendo anche le discussioni nel quadro di una tavola rotonda su "sicurezza e pace", ha avuto circa 40 colloqui con ministri di altri paesi. Il vertice, tenuto a sudest della capitale moldava Chisinau, ad appena 20 chilometri dal confine con l'Ucraina, si è svolto per la seconda volta in questo formato. È stato un segnale forte nei confronti della Russia, che sta conducendo una guerra di aggressione contro Kiev. In totale, 47 Stati hanno ricevuto l'invito di partecipare al vertice. Turchia e San Marino hanno però rinunciato all'appuntamento.
Il materiale bellico prodotto in Svizzera non deve poter essere riesportato verso l'Ucraina, paese invaso nel febbraio 2022 dall'esercito russo. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale per 98 voti a 75 e 2 astenuti. Che questa iniziativa parlamentare elaborata dalla Commissione della politica di sicurezza avesse vita difficile era prevedibile: è infatti stata accolta con un solo voto di scarto (13 a 12) in commissione per poi venir bocciata dalla commissione omologa degli Stati. In questi casi, quando vi è disaccordo tra le commissioni, l'oggetto viene presentato al plenum che ha infine deciso per la bocciatura. Le ragioni? L'iniziativa viola il diritto della neutralità e, appellandosi al diritto di urgenza, modifica la legge sul materiale bellico appena rivista in senso restrittivo nel 2021 in risposta all'iniziativa popolare detta "correttiva" che voleva vietare l'export tout court di armi.
Questa iniziativa parlamentare, che fa il paio con altri tentativi di allentare la prassi elvetica in materia di materiale bellico su cui il parlamento dovrà ancora decidere, auspicava un allentamento della legge in materia affinché la dichiarazione di non riesportazione decadesse "se è accertato che la riesportazione del materiale bellico in Ucraina avviene in relazione alla guerra russo-ucraina". Oltre a consentire l'entrata in vigore immediata grazie al diritto di urgenza in caso di accettazione da parte delle due camere, tale eccezione sarebbe stata prorogabile al massimo per due anni, ossia fino al 2025.
Contraria alla parità di trattamento
A nome della minoranza della commissione - che include rappresentanti di tutto lo spettro politico come fatto notare da Fabien Fivaz (Verdi/NE) - il fatto di citare espressamente l'Ucraina viola il principio della parità di trattamento riconosciuto dal diritto internazionale applicabile ai Paesi neutrali. L'altro punto debole dell'iniziativa, secondo Fivaz, è il ricorso al diritto d'urgenza, ciò che impedisce un dibattito di fondo sulla neutralità e sull'eventuale necessità di modernizzare questo strumento di politica estera, coinvolgendo anche il popolo. Fivaz ha rammentato al plenum che il Consiglio federale considera l'iniziativa contraria alla neutralità, un parere condiviso anche da eminenti giuristi. Altri oratori, come Damien Cottier (PLR/NE), seppur favorevoli ad allentare la prassi attuale in materia di export di armi, hanno espresso scetticismo nei confronti dell'iniziativa che cita un paese in particolare, accennando invece alla necessità di una formulazione più generale inclusa in alcune mozioni che contemplano, per esempio, un voto del Consiglio di sicurezza o dell'assemblea generale dell'ONU che riconosca una violazione del diritto internazionale e, in particolare, del divieto del ricorso alla forza.
"Non siamo vassalli della Nato"
Vista la delicatezza del tema, non sono mancati diversi interventi di esponenti democentristi, come Jean-Luc Addor (VS), contrari all'iniziativa parlamentare, considerata un frutto velenoso dovuto alle pressioni di Stati esteri, come la Germania (ma anche Spagna e Danimarca), cui è stato negato il permesso di riesportare materiale bellico prodotto nella Confederazione verso l'Ucraina. La Svizzera, secondo Addor, non deve mettersi a rimorchio della Nato e, quindi, degli Stati Uniti. "Ne va di un principio, la neutralità, che protegge la nostra indipendenza ed autonomia", ha argomentato il deputato democentrista. Altri oratori critici con l'iniziativa hanno lamentato il tentativo di modificare la legge sul materiale bellico appena due anni dopo la sua revisione. Da sinistra, ci si è chiesti se l'iniziativa, qualora fosse stata accolta, avrebbe modificato il rapporto di forza fra Russi ed Ucraini.
Svizzera: sicurezza in pericolo
A nome della maggioranza della commissione, la modifica legislativa si riferisce a un caso singolo in cui vi è un aggredito e un aggressore che ha senza dubbio violato il diritto internazionale ed è anche limitata nel tempo. Insomma, tenuto conto della situazione, la Confederazione deve inviare senza indugio un segnale politico alla comunità internazionale, ha dichiarato Thomas Rechsteiner (Centro/AI), secondo cui è in gioco la sicurezza dell'Europa e, di riflesso, della stessa Confederazione.
Un breve scambio di opinioni e una stretta di mano. È quanto ha caratterizzato l’incontro tra il consigliere federale Alain Berset e il presidente ucraino Volodymir Zelensky, avvenuto oggi al vertice della nuova Comunità politica europea (EPG) in Moldavia di cui ha riferito il Blick.
Di nuovo il tema dell’esportazione di armi
Tornato sulla questione della fornitura delle armi svizzere, Berset è apparso nuovamente reticente in proposito. Benché il conflitto in corso in Ucraina sia una violazione del diritto internazionale "non si può, da un lato, esigere il rispetto internazionale delle regole e poi non rispettarle”, ha aggiunto il “ministro”, citato sempre dal Blick. Ciò non significa però che qualcosa non possa cambiare in futuro. Ricordiamo che oggi Ruag ha presentato alla SECO una richiesta ufficiale di esportazione per i 96 carri armati Leopard 1 acquistati dall'Italia nel 2016. L'azienda tedesca Rheinmetall vuole acquistarli per consegnarli all'Ucraina.
I temi del vertice
All'incontro di vertice è atteso anche il cancelliere tedesco 64enne Olaf Scholz e diversi altri capi di Stato e di Governo. Verosimilmente i colloqui di Bulboaca si focalizzeranno sul conflitto tra Russia e l'Ucraina e le sue conseguenze. L’UE vorrebbe mandare un segnale a Vladimir Putin e fargli capire che il suo Paese è ormai quasi del tutto isolato nel continente. Un altro tema centrale da affrontare è quello della grande dipendenza dei paesi europei dal gas e dal petrolio russi.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è a Odessa. Lo annuncia su Telegram. "Viaggio di lavoro nella regione di Odessa. Ho tenuto - afferma Zelensky - un incontro con il comando militare e i capi delle forze dell'ordine della regione sulla situazione attuale nella regione di Odessa. Ho presentato il nuovo capo della regione Oleg Kiper. Questa è una regione prioritaria del nostro stato indipendente". Spetta al presidente ucrainodecidere "quando è pronto" a negoziare con Mosca. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ribadendo che finora, Vladimir Putin "non ha mostrato alcuna volontà" di discutere un possibile accordo di pace.
"Nessun aumento della produzione per l'esportazione di armi in Ucraina"
L'Italia, intanto, incrementerà la produzione missilistica di sistemi di artiglieria navale, munizioni e giubbotti antiproiettili, da destinare all'Ucraina in vista di un prossimo pacchetto di aiuti. È quanto si apprende da fonti informate. L'aumento della produzione, richiesto anche nell'ambito del gruppo di contatto dei Paesi Nato che si è tenuto una settimana fa a Ramstein, riguarda il programma di difesa europeo e di cooperazione di difesa europea. Dall'aumento di produzione beneficeranno i infatti anche gli altri Paesi dell'Ue.
Le forze russe hanno ucciso almeno 483 bambini in Ucraina dall'inizio della guerra e ne hanno mutilati quasi un migliaio: lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky durante una conferenza in occasione della Giornata internazionale dei bambini. Lo riporta Unian. "Da 15 mesi l'aggressione e il terrore russo non distruggono solo edifici. Stanno distruggendo i diritti umani fondamentali dei nostri bambini. Il diritto a un ambiente sicuro, all'istruzione, allo sviluppo, all'assistenza sanitaria, alla ricreazione e al tempo libero - ha detto il capo dello Stato -. E il più importante diritto inalienabile di un bambino è il diritto alla vita. Un diritto che la Russia ha tolto ad almeno 483 bambini ucraini. Questi sono solo i destini che conosciamo con certezza. La Russia ha ucciso almeno 483 bambini... La Russia ha mutilato quasi un altro migliaio di bambini".
I partigiani russi che la settimana scorsa hanno attaccato le forze del Cremlino dall'Ucraina hanno "migliaia" di candidati in attesa di unirsi ai loro ranghi e continueranno a fare incursioni al confine fino a quando la loro forza non sarà abbastanza grande per lanciare un assalto a Mosca: lo ha dichiarato il loro comandante al quotidiano britannico Times. "Abbiamo capacità serie", ha detto il comandante della Legione Libertà della Russia, che usa il nome di battaglia Caesar: "Abbiamo mortai, veicoli corazzati, (lanciamissili portatili, ndr) stinger, sistemi anticarro portatili e un'unità di ricognizione con droni molto efficace".
Un battaglione
La sua unità ha la consistenza di un battaglione, ha spiegato Caesar - che secondo il Times ha 49 anni ed è cresciuto a Sochi -, ma ha in programma di espandersi man mano che un numero maggiore di russi si renderà conto che è possibile combattere contro il presidente Vladimir Putin e vincere. Un battaglione è tipicamente composto da 500-1'000 uomini. "Continueremo a compiere queste incursioni fino al punto in cui avremo un nostro pezzo di territorio russo, in modo che i veri figli e figlie russi, i veri patrioti, possano unirsi a noi", ha sottolineato Caesar. "Una volta che ciò sarà avvenuto, faremo crescere rapidamente le nostre forze e i nostri numeri e la campagna del Cremlino finirà", ha aggiunto. Gli attacchi della settimana scorsa hanno segnato il primo caso di combattimento prolungato in territorio russo dall'inizio della guerra e la prima incursione armata in Russia dagli scontri di confine tra truppe sovietiche e cinesi nel 1969. Le autorità russe hanno evacuato centinaia di persone prima che i partigiani tornassero in Ucraina, ricorda il Times.
Berlino e e Mosca chiuderanno una serie di consolati nei due Paesi, limitando la propria presenza diplomatica. Lo ha annunciato in conferenza stampa a Berlino il portavoce del ministero degli Esteri tedesco. Il governo russo ha comunicato di voler limitare a 350 la presenza dei dipendenti della diplomazia tedesca e delle istituzioni culturali in Russia, ha spiegato, definendo la richiesta "un passo di ulteriore escalation" rispetto all'espulsione dei diplomatici avvenuta in passato. "Per questo motivo saranno indispensabili dei cambiamenti strutturali". Berlino chiuderà tre consolati in Russia, ma manterrà l'ambasciata a Mosca e il consolato a San Pietroburgo. "La misura voluta da Mosca vedrà una mossa reciproca" e anche la Russia dovrà limitare la sua presenza in Germania, con la chiusura di diversi consolati.
Il governo di Kiev ha riportato finora nel Paese 371 bambini ucraini che erano stato rapiti dalle forze russe: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'ufficio del presidente, Andriy Yermak. "Stiamo lavorando per riportare a casa i nostri figli. Tutti i bambini rapiti dalla Russia devono tornare in Ucraina - ha scritto l'alto funzionario -. Il presidente Volodymyr Zelensky si è incaricato di sviluppare un piano d'azione dettagliato, che abbiamo preparato per suo conto. 'Bring Kids Back UA' è il piano... che contrasterà i crimini della Russia contro i bambini ucraini". "Le autorità ucraine, i governi stranieri e le organizzazioni internazionali stanno unendo i loro sforzi per riportare in patria tutti i nostri piccoli cittadini ucraini. Siamo già riusciti a riportare in Ucraina 371 bambini", ha aggiunto. "Il Consiglio di coordinamento per la protezione e la sicurezza dei bambini sotto il presidente dell'Ucraina, che io dirigo, coordinerà l'attuazione del piano d'azione 'Bring Kids Back UA'", ha concluso.
Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) Rafael Mariano Grossi ha illustrato oggi davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu il piano in cinque punti per proteggere la centrale atomica ucraina di Zaporizhzhia. La riunione a New York è stata presieduta dal consigliere federale Ignazio Cassis, che ha applaudito l'iniziativa e chiesto di fare tutto il possibile per evitare "un disastro nucleare". "Nessun attacco da o contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, non usare l'impianto come deposito o base per armi pesanti o personale militare, non mettere a rischio l'alimentazione esterna dell'impianto, proteggere da attacchi o atti di sabotaggio tutte le strutture, i sistemi e i componenti essenziali per il funzionamento sicuro e protetto, non intraprendere azioni che compromettano questi principi", ha snocciolato Grossi passando in rassegna i cinque punti stilati per prevenire incidenti nella centrale nucleare più grande d'Europa, spesso ritrovatasi dall'inizio dal conflitto sotto il fuoco incrociato dei combattimenti.
"Evitare conseguenze per oltre una generazione"
Dirigendo l'ultima grande seduta sotto la presidenza svizzera dell'organo delle Nazioni Unite, che Berna ha assunto per il mese di maggio, Cassis si è rivolto a Russia e Ucraina, domandando di applicare questi principi. Bisogna evitare "conseguenze per la popolazione e l'ambiente" il cui impatto "vada oltre una generazione", ha affermato il ministro degli esteri. La Svizzera si è consultata nelle scorse settimane con gli altri membri del Consiglio di sicurezza per sottoporre tale questione all'organo più potente delle Nazioni Unite. La situazione resta comunque complicata: Kiev rifiuta ogni soluzione se non il ritiro dei russi dal sito, mentre l'ambasciatore di Mosca all'Onu Vassily Nebenzia ha scaricato la colpa sul nemico, assicurando che garantire la sicurezza nucleare "è sempre stata e rimane una priorità per il nostro Paese".
"Situazione fragile e pericolosa"
Dal canto suo, Grossi ha poi sottolineato che "dobbiamo impedire un pericoloso rilascio di materiale radioattivo e a tal fine, tenendo conto dei sette pilastri indispensabili per la sicurezza nucleare, ho lavorato intensamente e in consultazione con la leadership dell'Ucraina e della Russia". "Come risultato di queste intense consultazioni, ho identificato i cinque principi concreti per aiutare a garantire la sicurezza e la protezione nucleare presso la centrale di Zaporizhzhia", ha detto ancora al Consiglio di sicurezza. "La situazione dell'impianto continua ad essere estremamente fragile e pericolosa", ha aggiunto il diplomatico di passaporto argentino. "Le attività militari continuano nella regione e potrebbero aumentare molto considerevolmente nel prossimo futuro", ha proseguito: "Siamo fortunati che non si sia ancora verificato un incidente nucleare, dobbiamo tutti fare tutto ciò che è in nostro potere per ridurre al minimo le possibilità che ciò accada". Per Grossi, i cinque principi enunciati sono "impegni essenziali per evitare il pericolo di un incidente catastrofico". "L'AIEA intende iniziare a monitorare questi principi attraverso la sua missione in loco", ha puntualizzato, chiedendo "solennemente a entrambe le parti di osservarli", dato che "non vanno a scapito di nessuno ma a vantaggio di tutti".
La Russia ha bombardato due o tre giorni fa il quartier generale dell'intelligence militare ucraina. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dalla Tass, dopo che il suo portavoce Dmitry Peskov aveva definito gli attacchi con i droni su Mosca di oggi come una rappresaglia ad un bombardamento russo su un "centro decisionale" a Kiev avvenuto domenica. La difesa antiaerea russa ha funzionato in modo "soddisfacente" durante gli attacchi con i droni di oggi su Mosca, sebbene resti "del lavoro da fare", ha aggiunto Putin. "Il territorio che si chiama Ucraina in realtà è stato controllato fin dall'inizio, dopo il crollo dell'Urss, da persone guidate dall'Occidente. Non solo hanno intrapreso la strada della lotta con la Russia, ma hanno creato l'anti-Russia su questo territorio", ha inoltre affermato il leader del Cremlino.
Secondo Putin, l'Ucraina sta cercando di spingere la Russia a una spirale di rappresaglie e di "terrorizzare i russi". "Sono preoccupato dai tentativi di provocare una risposta dalla Russia. Vedremo cosa fare a proposito di questo".
Il Sudafrica concederà a Vladimir Putin l'immunità diplomatica per consentirgli di partecipare al vertice dei Paesi Brics (Russia, Brasile, India, Cina e Sudafrica), in programma a fine agosto, nonostante il mandato di arresto emesso a marzo dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del presidente russo. Il ministro sudafricano per le relazioni e la cooperazione internazionale, Naledi Pandor, riporta l'agenzia polacca Onet, ha annunciato che l'immunità sarà concessa a tutti i funzionari internazionali coinvolti in eventi legati al vertice Brics in Sudafrica. Dal canto suo, il capo delle Forze armate sudafricane (Sandf), Rudzani Maphwanya, ha dichiarato che "non arresterà il presidente russo Vladimir Putin se verrà" in Sudafrica per il vertice dei Brics. Lo scrive il sito di una grande emittente privata sudafricana, Enca, sintetizzando dichiarazioni fatte dal militare. In un video rilanciato su Twitter dalla stessa tv, il generale dice che "le Forze di difesa non sono in condizione di arrestarlo": "Queste sono prerogative del ministro (della Giustizia, Ronald) Lamola e del ministro (della Polizia, Bheki) Cele perché la polizia arresta e il ministro Lamola interpreta la legge e indirizza".
Droni hanno colpito diversi edifici di Mosca durante la notte, causando danni "minori" e nessun ferito grave: lo ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin. I servizi d'emergenza hanno detto all'agenzia Ria Novosti che sono stati colpiti due edifici residenziali: uno sulla Via Profsoyuznaya, nel sud-ovest di Mosca, e uno, di 24 piani, sulla Via Atlasova, nel sobborgo di Nuova Mosca, a sud della capitale.
“La popolazione resti calma”
Il governatore della regione di Mosca, Andrei Vorobyov, ha detto da parte sua che diversi droni sono stati abbattuti e ha invitato la popolazione a mantenere la calma.
Attacchi anche in Ucraina
Una persona è morta e altre 4 sono rimaste invece ferite nell'attacco russo di questa notte su Kiev, il terzo in 24 ore, come sottolineato dall'amministrazione militare della città.
Cosa è successo
Frammenti di un drone Shahed-136 hanno colpito un edificio nel distretto di Holosiivskyi di Kiev provocando un incendio. Gli ultimi due piani hanno subìto gravi danni. "Il nemico cambia costantemente le armi per l'attacco - aggiunge il comando militare - dopo il drone combinato missilistico e poi balistico, l'aggressore ha utilizzato esclusivamente UAV". Circa 20 droni sono stati lanciati contro la città. Venti sono anche le persone evacuate dal grattacielo.
Le altre regioni ucraine toccate
Pezzi di drone hanno provocato poi un incendio in una casa nel distretto meridionale di Darnytskyi e bruciato tre auto nel distretto centrale di Pechersky. Detriti sono caduti anche nel distretto di Dnipro e Sviatoshyn. I raid aerei di stanotte hanno colpito non solo Kiev ma anche le regioni centrali di Cherkasy, Kirovohrad, Mykolayiv e nella regione meridionale di Kherson.
Il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha affermato su twitter che qualsiasi accordo di pace accettabile per l'Ucraina deve includere non solo un ripristino dei confini sovrani dell'Ucraina, ma anche una zona smilitarizzata che si estenda per 100-120 chilometri in Russia dai confini dell'Ucraina.
"L'argomento chiave dell'accordo postbellico dovrebbe essere l'istituzione di salvaguardie per prevenire il ripetersi di aggressioni in futuro. Per garantire una reale sicurezza ai residenti delle regioni di Kharkiv, Chernihiv, Sumy, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk e proteggerli dai bombardamenti, sarà necessario introdurre una zona di smilitarizzazione di 100-120 km sul territorio di Belgorod, Bryansk, Kursk, e le repubbliche di Rostov. Probabilmente con un contingente di controllo internazionale obbligatorio nella prima fase".
Il ministero della Difesa russo ha affermato che negli attacchi missilistici compiuti sull'Ucraina le forze di Mosca hanno "spazzato via aeroporti militari", oltre ad aver colpito posti di comando e depositi di armi e munizioni.
Lo riferisce la Tass. Stamattina Kiev denunciava che l'esercito russo aveva colpito una struttura militare nella regione di Khmelnitsky, nell'ovest dell'Ucraina, distruggendo 5 aerei.
Le forze armate ucraine hanno intercettato 37 missili da crociera e 29 droni da combattimento russi lanciati sul suo territorio in una nuova ondata di attacchi aerei durante la scorsa notte. Lo ha dichiarato il capo di stato maggiore ucraino, Valery Zuluzhny, sul suo account Telegram. "Questa notte gli occupanti hanno attaccato dei siti militari e alcuna infrastrutture essenziali dell'Ucraina", lanciando "40 missili cruise" da aerei dal Mar Caspio, e "circa 35 droni", ha scritto.
Secondo il governo ucraino, dall'inizio dell'invasione russa sono in totale 16'226 i bambini ucraini che sono stati deportati in Russia, dei quali solo 300 sono stati riportati alle loro famiglie o comunque in patria, mentre in totale quelli che sono stati localizzati sono 10'513.
Lo scrive il Guardian, che oggi dedica a questa vicenda un reportage, che descrive la paura rivelata da alcune piccole vittime di queste deportazioni riportate in Ucraina. L'articolo parla anche di famiglie russe che hanno cercato di nascondere la presenza di un bimbo ucraino per non farselo portare via, rischiando di perdere i sussidi governativi.
Durante un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev, il 26 maggio, il senatore statunitense Lindsey Graham ha definito la "morte dei russi" come "il miglior denaro mai speso" dagli Stati Uniti. Lo si ascolta in un video pubblicato, tra gli altri, dal The Independent.
"Liberi o morti"
"Liberi o morti", dice il senatore a Zelensky che risponde "adesso voi siete liberi", suscitando la reazione affermativa di Graham. Il presidente ucraino aggiunge che l'Ucraina "sarà libera". A quel punto il senatore repubblicano dichiara che "i russi stanno morendo.. i soldi migliori che abbiamo mai speso".
La risposta: "vecchio pazzo"
Oggi è arrivata la reazione di Mosca tramite il vicecapo della sicurezza nazionale russa ed ex presidente Dmitry Medvedev che su Telegram risponde al senatore Usa apostrofandolo come "vecchio pazzo" e sostenendo che Graham si sbaglia, perché "nella sua amata America, non solo la gente comune viene uccisa di routine, ma si spendono anche soldi sporchi per assassinare i senatori". Medvedev ha concluso ricordando "il triste destino di Robert Kennedy, Huey Long, Clement Carlos Pinckney, John Milton Elliott, Wayne Owens e di altri politici americani".
L'Alleanza atlantica - a quanto apprende l'agenzia di stampa italiana Ansa - molto probabilmente offrirà a Kiev la creazione di un Consiglio Nato-Ucraina come strumento per rafforzare i rapporti politici e affiancare il piano di assistenza militare pluriennale allo studio.
Rapporti più stretti, ma alcuni Paesi vogliono di più
Il Consiglio, infatti, permetterebbe a Kiev di prendere parte in modo molto più approfondito ai lavori della Nato di quanto non sia possibile fare con l'attuale Commissione. Alcuni alleati, specie nel fianco orientale, stanno spingendo perché all'Ucraina venga offerto già al summit di Vilnius (Lituania) un chiaro programma nel tempo per l'ingresso nella Nato ma sul punto, al momento, non c'è accordo tra i 31 membri dell'alleanza.
Commissione Nato-Ucraina al di sotto della Nato-Russia
Al momento, infatti, il formato della Commissione Nato-Ucraina resta a un gradino inferiore del Consiglio Nato-Russia, che per quanto inattivo per ovvie ragioni non è mai stato formalmente ripudiato da nessuna delle due parti. "È quantomeno curioso - sottolinea un'alta fonte diplomatica - che l'Alleanza mantenga questo strumento con la Russia e non l'accordi all'Ucraina, dopo tutto quello che è successo e il sostegno militare e politico senza precedenti che ha ricevuto".
Negoziati a uno stadio avanzato
Il cambiamento non sarebbe cosmetico. Il Consiglio permetterebbe a Kiev di prendere parte in modo molto più stretto ai lavori dell'Alleanza e ad essere partecipe del suo sviluppo e indirizzo. I negoziati, sul punto, sarebbero ad uno stadio molto avanzato, per quanto l'accordo non è stato ancora siglato in via definitiva.
Compromesso
Diverse fonti confermano ad Ansa che l'istituzione del Consiglio sarebbe "un risultato pratico" alla portata delle attuali posizioni registrate in senso all'Alleanza, che fatica a trovare un accordo "più ambizioso" sulle rassicurazioni da dare all'Ucraina per quanto riguarda il suo percorso di adesione, al di là delle più generiche promesse ferme, in termini di linguaggio, al summit di Bucarest (Romania) del 2008. Le trattative peraltro continuano sulle parole esatte da usare nel comunicato finale del summit dei leader: l'ipotesi, circolata in una prima fase, di stilare una "dichiarazione politica separata" sul futuro ingresso di Kiev nella Nato pare al momento tramontata.
Le autorità regionali citate dall'agenzia Tass confermano almeno un'esplosione, aggiungendo che ci sono danni materiali ma "secondo le stime iniziali nessuno sarebbe rimasto ferito".
Esplosioni si erano già verificate in questo territorio russo il 5 maggio scorso presso la raffineria di petrolio Ilsky, presumibilmente causate sempre da un attacco di droni. C'è stato un numero crescente di segnalazioni di attacchi all'interno del territorio russo nelle ultime settimane, tra cui l'incursione transfrontaliera nell'oblast russo di Belgorod.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto oggi pronto a riprendere "quando sarà il momento" i contatti sull'Ucraina con il presidente russo Vladimir Putin, con il quale non parla da dicembre. "E' passato un po' di tempo dalla nostra ultima conversazione telefonica. Ma quando sarà il momento, ho intenzione di parlare di nuovo con Putin", ha detto Scholz in un'intervista pubblicata dal quotidiano Koelner Stadt-Anzeiger. Per quanto riguarda la risoluzione del conflitto "la Russia deve capire che non si tratta di suggellare una sorta di pace fredda, che vedrebbe l'attuale linea del fronte diventare il nuovo confine con l'Ucraina e legittimerebbe solo la spedizione criminale di Putin", ha sottolineato il cancelliere tedesco. "Al contrario, dobbiamo raggiungere una pace equa e la condizione per farlo è il ritiro delle truppe russe" dopo l'invasione iniziata nel febbraio 2022, ha aggiunto. Scholz ha tuttavia esplicitamente rifiutato di dire se questo ritiro debba includere anche la Crimea, che è occupata dal 2014. Il cancelliere tedesco ha ritenuto che spetti all'Ucraina definire esattamente ciò che vuole.
Relazioni ai minimi storici
Scholz e Putin hanno parlato l'ultima volta nel dicembre 2022, per un'ora al telefono. Il capo del governo tedesco aveva allora per l'ennesima volta sollecitato senza successo il capo di Stato russo a ritirare le sue truppe dall'Ucraina, mentre lo zar aveva accusato l'Occidente di portare avanti politiche "distruttive". Da allora le relazioni bilaterali sono ai minimi storici. La guerra in Ucraina ha costretto la Germania a un doloroso e spettacolare voltafaccia diplomatico ed economico, dopo aver scommesso per decenni in questi due ambiti su un riavvicinamento con la Russia. Prima dell'invasione dell'Ucraina, Mosca era il principale fornitore di gas della Germania e uno dei suoi principali fornitori di petrolio. Dopo lo scoppio della guerra, anche la Germania ha deciso di investire pesantemente nel proprio esercito. Ha così rotto con una lunga tradizione di pacifismo nel Paese, conseguenza degli orrori del nazismo.
La Russia ha rilasciato 106 prigionieri ucraini catturati a Bakhmut, ha reso noto il capo dell'ufficio presidenziale Andriy Yermak, citato dai medi nazionali. "Hanno combattuto per Bakhmut e hanno compiuto un'impresa che ha impedito al nemico di avanzare in profondità a Est. Ognuno di loro è un eroe", ha dichiarato Yermak. Tra coloro che sono tornati dalla prigionia, 68 erano considerati dispersi. Alcuni hanno ferite, ustioni, fratture. Il più anziano ha 59 anni, il più giovane ne ha 21. Inoltre, sono stati rimpatriati tre corpi, due stranieri e un ucraino. Finora sono stati rilasciate 2.430 persone, 139 i civili.
Il presidente russo Vladimir Putin è un "obiettivo primario" per i servizi segreti ucraini: lo ha detto il vice capo della Direzione principale dei servizi di Kiev, Vadym Skibitsky, in un'intervista al quotidiano tedesco Welt. "La nostra priorità è distruggere il comandante dell'unità che ha ordinato ai suoi uomini di attaccare l'Ucraina", ha detto Skibitsky, precisando che l'obiettivo principale del suo dipartimento è "Putin, perché coordina e decide cosa succede". Skibitsky ha inoltre minacciato di distruggere il porto di Mariupol, definendolo uno dei punti logistici critici delle forze di Mosca. I servizi incaricati della sicurezza del presidente russo "conoscono il loro lavoro e sanno quello che fanno". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando le dichiarazioni del vice capo dei servizi segreti militari ucraini.
"Bugie". Così il Centro per le comunicazioni strategiche (Spravdi) del governo ucraino ha bollato le ultime notizie diffuse dai media russi sul ferimento del comandante in capo delle Forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny all'inizio di maggio. "Una bugia: i falsi del Cremlino hanno lanciato un altro "flash" che, a seguito di un attacco missilistico russo, il comandante Valery Zaluzhny è stato gravemente ferito", scrive il centro su Telegram, sottolineando che "è falso e di questo c'è la conferma video". Lo Spravdi ha condiviso poi un filmato che mostra l'intervento online del generale a una conferenza a Odessa il 20 maggio
I russi continuano a portare uomini e mezzi dentro vicino a ciascuna delle unità di potenza della centrale nucleare occupata di Zaporozhzhia che è " effettivamente utilizzata come base logistica e militare". Lo denuncia la direzione principale dell'intelligence di Kiev come riportano i media ucraini. "Nonostante i numerosi appelli dell'Aiea e dei leader mondiali, gli occupanti non riducono la loro presenza nella centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ora sul territorio delle unità di potenza n. 1, 2, 4 sono presenti in modo permanente personale russo, veicoli blindati e camion".
Il comandante in capo delle Forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny ha riportato ferite alla testa e da schegge in un attacco missilistico delle truppe russe contro un posto di comando nei pressi di Kherson (sud) all'inizio di maggio. Lo scrive Ria Novosti. Secondo le fonti dell'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, il generale Zaluzhny ha subito un trauma cranico e ferite multiple da schegge durante un attacco delle forse russe a un posto di comando ucraino vicino al villaggio di Posad-Pokrovskoye, nelle vicinanze di Kherson. È stato trasportato a Mykolaiv per i primi soccorsi e successivamente in elicottero all'ospedale militare di Kiev. Secondo una fonte "le condizioni del comandante in capo sono complicate da una malattia pregressa: vivrà, ma non potrà fare il suo lavoro".
Nella battaglia di Bakhmut sono stati uccisi 50'000 soldati ucraini e altri 50-70'000 sono rimasti feriti. Mentre tra le file della Wagner gli uccisi sono stati 20'000, di cui la metà erano ex detenuti arruolati nella compagnia privata militare. Lo ha detto il capo della stessa Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un'intervista al politologo Konstantin Dolgov, ripresa dalla testata RBC. Per la battaglia, ha sottolineato Prigozhin, erano stati arruolati 50'000 detenuti russi, il 20% dei quali è rimasto ucciso.
La Commissione europea ha dato via libera ad una nuova tranche di aiuti da 1,5 miliardi di euro per l'Ucraina. Si tratta della quarta tranche erogata da Bruxelles nell'ambito del pacchetto di assistenza macro-finanziaria da 18 miliardo messo in campo per Kiev. "Dall'inizio di quest'anno abbiamo erogato 7,5 miliardi di euro in assistenza macrofinanziaria. Questi finanziamenti stanno contribuendo in modo significativo a coprire le esigenze finanziarie immediate dell'Ucraina. E ulteriori aiuti arriveranno", ha sottolineato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Un "sostegno finanziario stabile"
"Con questo strumento, l'Ue cerca di aiutare l'Ucraina a coprire il suo fabbisogno finanziario immediato, con un sostegno finanziario stabile, prevedibile e consistente nel 2023. Questo sostegno aiuterà l'Ucraina a continuare a pagare stipendi e pensioni e a mantenere in funzione i servizi pubblici essenziali, come ospedali, scuole e alloggi per le persone trasferite. Inoltre, consentirà all'Ucraina di garantire la stabilità macroeconomica e di ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dalla Russia nella sua guerra di aggressione, come le infrastrutture energetiche, i sistemi idrici, le reti di trasporto, le strade e i ponti", spiega la Commissione in una nota.
Il pagamento avverrà a giugno
"Il pagamento odierno arriva dopo che il 23 aprile la Commissione aveva constatato che l'Ucraina aveva continuato a compiere progressi soddisfacenti nell'attuazione delle condizioni politiche concordate e aveva rispettato i requisiti di rendicontazione, volti a garantire un uso trasparente ed efficiente dei fondi. In particolare, l'Ucraina ha compiuto importanti progressi nel rafforzamento dello Stato di diritto, nel potenziamento della stabilità finanziaria, nel miglioramento del funzionamento del sistema del gas e nella promozione di un migliore clima imprenditoriale. Questo risultato consentirà anche l'erogazione di un ulteriore pagamento mensile di 1,5 miliardi di euro a giugno", spiega ancora l'esecutivo europeo.
Finora dati aiuti per 70 miliardi
E la Commissione ricorda che "complessivamente, dall'inizio della guerra, il sostegno all'Ucraina e agli ucraini ammonta a circa 70 miliardi di euro. Questo comprende il sostegno finanziario, umanitario, di emergenza e militare all'Ucraina da parte dell'Ue, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie europee, nonché le risorse messe a disposizione per aiutare gli Stati membri a soddisfare le esigenze degli ucraini in fuga dalla guerra".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato le posizioni in prima linea del fronte di Vugledar-Marinka nel Donetsk per la Giornata del Corpo dei Marines. Lo riferisce la presidenza ucraina. "Ogni giorno i marines dimostrano di essere una forza potente" e "abbiamo bisogno di più di quel potere. Pertanto, a partire da oggi, stiamo aumentando in modo significativo il potenziale dei marines e creando un Corpo dei Marines", ha affermato, aggiungendo che si formeranno nuove brigate con attrezzature e armi moderne. La presidenza ucraina ha pubblicato alcune immagini che lo ritraggono insieme ai comandanti e i soldati impegnati al fronte. Durante la visita, il presidente ucraino ha conferito alcuni riconoscimenti e premi al personale militare. Al termine dell'evento, i marines hanno consegnato a Zelensky la loro bandiera, le insegne e un targa commemorativa.
Il Comando delle forze per le operazioni speciali ucraino ha rilasciato un video e foto che mostrano la distruzione di Bakhmut, nel Donetsk: "La città oggi. I nostri soldati sono partiti per una missione di combattimento attraverso una città distrutta ma non conquistata", dichiara il Comando, citato da Ukrainska Pravda che pubblica le immagini.
"I nostri occhi a Bakhmut: un operatore di droni che non solo controlla la posizione del nemico e corregge la nostra artiglieria. Cattura anche il modo in cui la città viene uccisa dalle forze di occupazione russe", dice il Comando.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia, nell'Ucraina occupata dai russi, ha di nuovo interrotto l'immissione di corrente in rete. Lo fa sapere l'amministrazione dell'impianto. I russi affermano che la causa è l'interruzione della linea di alta tensione che alimenta la centrale atomica. L'esclusione dell'impianto dalla rete elettrica ucraina, un'operazione considerata pericolosa oltre che dannosa, è diventata prassi frequente da parte dei russi ogni qualvolta ci sono bombardamenti nelle vicinanze.
"A causa di un'interruzione della linea ad alta tensione (...) la centrale è privata della sua alimentazione esterna di elettricità", ha indicato sul suo account Telegram l'amministrazione russa della centrale nucleare ucraina, la più grande d'Europa. Il messaggio aggiunge che sono in corso di accertamento le cause dell'interruzione della linea e che provvisoriamente è entrato in funzione il generatore diesel d'emergenza dell'impianto.
Le forze russe continuano a condurre operazioni offensive sul fronte di Bakhmut e i combattimenti per la città contesa continuano: lo afferma questa mattina lo Stato Maggiore dell'esercito ucraino, come riporta Ukrainska Pravda. "Il nemico continua a concentrare i suoi sforzi principali nel condurre azioni offensive sui fronti di Kupiansk, Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Mariinka. Nel complesso, su questi fronti si sono verificati 53 scontri in un giorno; le città di Bakhmut e Marinka rimangono l'epicentro delle ostilità", si legge nel rapporto.
Pesanti bombardamenti
Successivamente, il portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty, ha affermato a Suspilne che le forze di difesa del Paese continuano a mantenere posizioni nella parte sud-occidentale di Bakhmut combattendo contro i russi. "Il presidente ha ragione: la città è stata sostanzialmente distrutta dalla faccia della terra. Il nemico la distrugge quotidianamente con massicci attacchi aerei e di artiglieria, e le nostre unità riferiscono che la situazione è estremamente difficile. I nostri militari detengono fortificazioni e diversi locali nella parte sud-occidentale della città. Sono in corso pesanti combattimenti", ha osservato.
L'importanza simbolica della città
Secondo Cherevaty, Mosca attribuisce troppa importanza simbolica a Bakhmut. "La Russia attira l'attenzione su questa Bakhmut come se avessero preso il Dnipro. In effetti, non l'hanno presa fino alla fine. La città è distrutta, non porta loro alcun vantaggio militare o politico. Non hanno preso il distretto del centro in 9 mesi, stiamo cercando di pressare sui fianchi, di non dar loro pace e, se possibile, di contrattaccare", ha aggiunto il portavoce.
Il portavoce di Volodymyr Zelensky, Serhii Nykyforov, ha affermato che le dichiarazioni del presidente ucraino in merito a Bakhmut volevano indicare che la città non è caduta in mano ai russi. "Quanto alle risposte del Presidente dell'Ucraina alle domande su Bakhmut. Domanda del giornalista: - I russi dicono che hanno preso Bakhmut. Risposta del Presidente: - Penso di no. In questo modo il presidente ha negato la cattura di Bakhmut", ha scritto Nykyforov in un messaggio su Facebook.
Le forze ucraine hanno semi-circondato Bakhmut
Stando alla viceministra della Difesa ucraina Hanna Maliar, le forze ucraine hanno "semi-circondato" Bakhmut, che la Russia ha rivendicato ieri di aver catturato. "L'avanzata delle nostre truppe nei sobborghi lungo i fianchi, che è ancora in corso, rende molto difficile per il nemico rimanere a Bakhmut. Le nostre truppe hanno preso la città in semi-accerchiamento, il che ci dà l'opportunità di distruggerli. Pertanto, il nemico deve difendersi nella parte della città che controlla. I nostri difensori mantengono il controllo sulle strutture industriali e infrastrutturali e sul settore privato nell'area Litak", ha riferito.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sembra confermare la perdita della città ucraina di Bakhmut. Rispondendo a chi gli chiedeva se la città fosse rimasta sotto il controllo di Kiev, il presidente ha risposto "penso di no". Lo ha detto prima di un incontro con Joe Biden al vertice del G7 in Giappone, secondo quanto riferisce l'agenzia Reuters. "Per oggi è solo nei nostri cuori", ha aggiunto.
Una breve cerimonia ha chiuso la tre giorni del G7 di Hiroshima, con un rinnovato impegno dei leader a sostegno dell'Ucraina. Presente alle ultime due sessioni di lavoro proprio sull'Ucraina e su pace e stabilità il presidente Volodymyr Zelensky.
Il sostegno all'Ucraina
Il leader ribadiscono "ferma assistenza a fornire assistenza diplomatica, finanziaria, umanitaria e militare all'Ucraina" e riaffermano "la loro determinazione a ripristinare la pace in Ucraina e sostenere l'ordine internazionale libero e aperto basato sullo stato di diritto".
Biden annuncia nuovi aiuti militari all'Ucraina
Dopo un incontro avvenuto con Zelensky a margine del G7, il presidente americano Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno nuove armi e munizioni all'Ucraina. Il nuovo pacchetto includerà "munizioni, artiglieria e veicoli blindati", ha dichiarato Biden. L'annuncio segue il via libera da parte di Washington agli alleati per la fornitura di jet da combattimento F-16 a Kiev.
Zelensky: "F16 momento storico per la sicurezza globale"
"Quando i nostri piloti conosceranno l'F16 e quando questi velivoli appariranno nei nostri cieli, avrà importanza non solo per l'Ucraina. Questo sarà un momento storico per l'intera architettura della sicurezza in Europa e nel mondo". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo ai lavori del G7. "Sono grato - ha aggiunto - per la decisione di addestrare i nostri piloti su moderni aerei da combattimento. Lo scudo aereo può essere completo solo quando i sistemi di difesa aerea a terra sono integrati da moderni velivoli in aria. Ora siamo sulla strada per eliminare il gap di capacità".
Il ministero della Difesa russo ha annunciato la "liberazione" di Bakhmut, la città ucraina da mesi teatro di feroci scontri. Lo rende noto l'agenzia Tass. Stamani il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prighozin, aveva annunciato di aver preso "il pieno controllo della città".
"Nella direzione tattica di Artyomovsk (il nome russo di Bakhmut, ndr), le squadre d'assalto della compagnia militare privata Wagner con il supporto dell'artiglieria e dell'aviazione del gruppo tattico meridionale hanno completato la liberazione della città", ha dichiarato il ministero, citato dall'agenzia russa. Da parte sua il Cremlino, citato dalla Tass, riferisce che "Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con le squadre d'assalto del gruppo di mercenari Wagner per la "liberazione di Artyomovsk".
"Posso confermare che Papa Francesco ha affidato al Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, l'incarico di condurre una missione, in accordo con la Segreteria di Stato, che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina, nella speranza, mai dimessa dal Santo Padre, che questo possa avviare percorsi di pace. I tempi di tale missione, e le sue modalità, sono attualmente allo studio". Lo ha detto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atterrato ad Hiroshima con un aereo francese partito dall'aeroporto di Gedda, in Arabia Saudita, dove ha partecipato al vertice della Lega Araba. Il presidente ucraino presenzierà di persona all'ultimo giorno del summit in Giappone. "Giappone. G7. Importanti incontri con partner e amici dell'Ucraina. Sicurezza e cooperazione rafforzata per la nostra vittoria. Oggi la pace diventerà più vicina", scrive su Telegram il presidente ucraino.
I contrattacchi ucraini degli ultimi giorni vicino a Bakhmut, nella regione di Donetsk, hanno molto probabilmente reso impossibile un accerchiamento russo nell'area, anche se Mosca concentra le sue riserve per combattere intorno alla città: lo scrive l'Istituto per lo studio della guerra (Isw) nel suo rapporto quotidiano sull'andamento del conflitto. I contrattacchi "hanno probabilmente eliminato la minaccia di un accerchiamento russo delle forze ucraine a Bakhmut e hanno costretto le truppe russe ad allocare le scarse risorse militari per difendersi da uno sforzo offensivo limitato e localizzato, come probabilmente intendeva il comando ucraino", si legge nel rapporto del centro studi statunitense.
Guadagnato 500 metri di territorio
Tra giovedì e venerdì le truppe ucraine hanno guadagnato fino a 500 metri di territorio in alcune aree della linea del fronte di Bakhmut, ha detto ieri Serhii Cherevatyi, portavoce del Comando operativo orientale dell'esercito ucraino. Sempre ieri, la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ha affermato che le forze russe hanno concentrato la maggior parte delle loro riserve intorno a Bakhmut, rallentando il ritmo delle avanzate ucraine: anche se, secondo l'Isw, "le forze russe probabilmente rimangono deboli sui fianchi di Bakhmut".
Diciotto droni russi sono stati abbattuti dalle forze ucraine sui cieli di Kiev la notte scorsa: lo ha reso noto l'Aeronautica militare ucraina, come riporta il Kyiv Independent. "Dopo la mezzanotte, gli occupanti russi hanno attaccato l'Ucraina da nord con 18 droni d'attacco Shahed-136/131, diretti nella regione di Kiev - hanno affermato i militari -. Sono stati tutti distrutti dalle forze e dai mezzi del Centro di comando aereo dell'Aeronautica Militare".
Il dipartimento di Stato americano ha dato il via libera alle nuove sanzioni americane contro la Russia preannunciate al G7. Colpiti, in particolare, società del settore energetico, della difesa e delle risorse naturali. Ma anche una entità coinvolta nella logistica degli scambi militari tra Mosca e Teheran e il gruppo paramilitare Wagner.
Gli Stati Uniti, si legge in una nota del dipartimento di Stato, continueranno ad agire contro la Russia fino a quando "non metterà fine alla sua guerra brutale e illegale contro l'Ucraina". Attuando gli impegni presi al vertice del G7, Washington annuncia di aver varato misure per "diminuire ulteriormente la capacità della Russia di reperire armi e aggirare le sanzioni nonché per ridurre la dipendenza dall'energia di Mosca".
Le nuove sanzioni americane colpiscono anche persone, "le autorità fantoccio imposte dalla Russia in Ucraina, coloro che sono coinvolti nel furto di grano ucraino e nel trasferimento sistematico e illegale e/o deportazione dei bambini ucraini".
"Non sono pervenuti elementi a conferma di quanto sostenuto dalle fonti russe in merito ad una presunta nube radioattiva". Così una fonte dell'Aiea risponde all'agenzia italiana ANSA in merito alle notizie diffuse da Mosca sui rischi di una nube verso l'Europa.
Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan è stato inserito nella lista dei ricercati della Russia, secondo un avviso emesso dal ministero degli Interni russo, due mesi dopo che la Cpi ha emesso un mandato di arresto per Vladimir Putin. "Data di nascita: 30 marzo 1970. Luogo di nascita: Edimburgo, Scozia (...) Ricercato ai sensi di un articolo del codice penale", recita l'avviso, pubblicato sul sito web del ministero, senza specificare la natura del reato.
Joe Biden ha informato venerdì i leader del G7 che gli Usa sosterranno uno sforzo congiunto con alleati e partner per addestrare i piloti ucraini su velivoli di quarta generazione, compresi gli F-16: lo ha detto alla Cnn un alto dirigente dell'amministrazione, precisando che la formazione non dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti e probabilmente avverrà interamente in Europa. Il personale americano parteciperà all'addestramento insieme ad alleati e partner in Europa. Si prevede che ci vorranno diversi mesi per il completamento. "Poiché la formazione si svolgerà nei prossimi mesi, la nostra coalizione di Paesi che partecipano a questo sforzo deciderà quando fornire effettivamente i jet, quanti ne forniremo e chi li fornirà", ha affermato il funzionario.
"Non abbiamo ricevuto alcuna notifica di emergenza radioattiva", lo scrive l'Agenzia atomica polacca sul suo sito dopo che un deposito di munizioni all'uranio impoverito è stato distrutto da un bombardamento russo. Stando al capo del Consiglio di Sicurezza russo Nikolai Patrushev come conseguenza si è formata una "nube radioattiva" che si muove verso l'Europa.
L'Agenzia atomica polacca spiega di essere "in costante contatto con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'Autorità di regolamentazione nucleare ucraina (Snriu)" e di aver accesso "al Sistema Internazionale di Notifica Precoce di Emergenza Radiazioni (Usie)". Dopo le "informazioni false sul pericolo di radiazioni in Polonia" l'Agenzia spiega che "la situazione nel Paese è normale": i picchi "osservati negli ultimi giorni in Polonia, ma anche nel resto d'Europa, non sono insoliti" e si "verificano regolarmente" con le piogge.
Un deposito di munizioni all'uranio impoverito inviate dall'Occidente è stato distrutto da un bombardamento russo e come conseguenza si è formata una "nube radioattiva" che si muove verso l'Europa. Lo ha detto il capo del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolai Patrushev, citato dall'agenzia Ria Novosti. Secondo Patrushev un aumento dei livelli radioattivi è già stato rilevato in Polonia.
Attacchi russi
Patrushev non dice dove sarebbe avvenuto il bombardamento, ma negli ultimi giorni sono circolate sui canali Telegram immagini di un attacco russo avvenuto il 13 maggio nella regione di Khmelnitsky, ad ovest di Kiev, che ha provocato una gigantesca nuvola nera a forma di fungo atomico. Su vari media russi si è discussa anche l'ipotesi che potessero essere esplose munizioni all'uranio impoverito. Negli ultimi giorni, secondo le informazioni fornite dal ministero della Difesa di Mosca, si sono moltiplicati in Ucraina i bombardamenti russi su depositi di armi provenienti da Paesi Nato con lo scopo di bloccare l'annunciata controffensiva di Kiev.
Gli Stati Uniti "non sono pronti, ora o in un futuro prevedibile, ad intraprendere azioni costruttive" per arrivare alla pace in Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov citato dalle agenzie russe.
Del resto, ha aggiunto Lavrov, è stata proprio Washington a creare "per molti anni" questa situazione "nell'ambito della sua scelta strategica di opporsi alla formazione di un mondo multipolare per mantenere la sua egemonia".
Sono 482 i bambini ucraini rimasti uccisi e 978 quelli feriti dall'inizio dell'invasione russa, il 24 febbraio 2022. Lo ha dichiarato l'ufficio del Procuratore generale ucraino citato da Ukrinform. Nella maggior parte dei casi, si tratta di minorenni che vivevano nella regione di Donetsk.
Critiche al leader serbo-bosniaco Milorad Dodik per un suo annunciato incontro a Mosca nei prossimi giorni con il presidente russo Vladimir Putin sono giunte dal commissario Ue all'allargamento Oliver Varhelyi. Dodik, che è presidente della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina, ha annunciato di recente che incontrerà Putin il 23 maggio prossimo. "I nostri alleati, quelli che sono alleati della Ue, non vanno a Mosca", ha detto Varhelyi, oggi in visita a Sarajevo. "Il nostro sostegno è qui, e per questo sono a Sarajevo. Abbiamo bisogno di risultati concreti", ha aggiunto il commissario europeo, che nella capitale bosniaca partecipa a un Forum politico centrato sulle prospettive del percorso europeo della Bosnia-Erzegovina.
Le forze russe hanno aumentato i bombardamenti delle regioni di Kharkiv, Chernihiv e Sumy, al confine nordest, per "mantenere in tensione l'esercito ucraino e impedirgli di spostarsi verso altri fronti". A sostenerlo è la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, in un aggiornamento su Telegram. "Nell'ultima settimana, dall'8 al 16 maggio 2023, le truppe russe hanno effettuato 162 attacchi nelle aree specificate. L'oblast di Sumy ha subito il maggior numero di bombardamenti - 110. Chernihiv - 29. Kharkiv - 23", ha riferito Malyar. "La Russia sta conducendo una guerra senza regole e viola sistematicamente le norme del diritto umanitario internazionale. Inoltre, con l'artiglieria e gli attacchi aerei nelle zone di confine, il nemico cerca di tenere costantemente sotto tensione le nostre truppe e impedire loro di impegnarsi in altre direzioni".
Avrà sede a L'Aia e avrà un ufficio satellite in Ucraina il Registro dei danni causati dall'aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina, istituito dal summit dei capi di stato e di governo del Consiglio d'Europa in corso a Reykjavik, come è stato annunciato oggi. Hanno aderito all'Accordo Parziale Allargato sul Registro 37 dei 46 Paesi membri (tre, fra cui la Svizzera, hanno annunciato l'intenzione di farlo), oltre che tre Stati osservatori, Canada, Giappone, Stati Uniti, e l'Unione europea. Il Registro, spiega una nota, è istituito per un periodo iniziale di tre anni e sarà utilizzato per registrare prove e informazioni relative a richieste di risarcimento danni, perdite o lesioni derivanti dall'aggressione della Russia contro l'Ucraina. Così, si sottolinea, si apre la strada a un futuro meccanismo internazionale di risarcimento per le vittime dell'aggressione russa.
Chi ha aderito
I Paesi del Consiglio d'Europa che hanno aderito sono Albania, Germania, Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Malta, Repubblica di Moldova, Monaco, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Repubblica Ceca, Regno Unito e Ucraina. Oltre alla Svizzera hanno espresso l'intenzione di farlo anche Andorra e Bulgaria. Fra i Paesi del Consiglio d'Europa che restano fuori ci sono Armenia, Azerbaijan, Bosnia ed Erzegovina, Ungheria, Serbia e Turchia.
Sono oltre 200'000 i soldati russi uccisi dalle forze ucraine dall'inizio dell'invasione del Paese da parte di Mosca: lo annuncia lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, come riportano i media ucraini. Dal 24 febbraio 2022 sono morti 200'590 uomini, inclusi 610 nella giornata di ieri.
Caccia, elicotteri e droni abbattuti
Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l'esercito indica che si registrano anche 308 caccia, 294 elicotteri e 2'748 droni abbattuti. Inoltre le forze di Kiev affermano di aver distrutto 3'771 carri armati russi, 3'166 sistemi di artiglieria, oltre a 18 navi e 982 missili da crociera. Intanto una persona è stata uccisa e quattro sono rimaste ferite oggi in un bombardamento delle forze ucraine sulla città di Donetsk, capoluogo dell'omonima repubblica separatista nell'est dell'Ucraina. Ne dà notizia il sindaco, Alexei Kulemzin. Il bombardamento è avvenuto sul distretto di Petrovsky, precisa sul suo canale Telegram il sindaco, citato dall'agenzia Tass.
Potrebbe essere l'ultima la nave che oggi lascerà l'Ucraina in base all'attuale accordo sul grano del Mar Nero se entro domani non si rinnoverà l'intesa siglata a luglio scorso e poi rinnovata tra Kiev e Mosca con la mediazione dell'Onu e della Turchia. Il passaggio della nave è, afferma un portavoce Onu, un giorno prima che la Russia possa recedere dal patto accusando ostacoli alle sue esportazioni di grano e fertilizzanti. Ieri il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov affermava che c'erano ancora questioni aperte ma che una decisione andava presa.
Tre persone sono rimaste ferite ieri in seguito ai bombardamenti russi nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Yuriy Malashko, come riporta Ukrinform. Le truppe russe hanno bombardato 16 città e villaggi vicino alla linea del fronte, ha precisato Malashko, lanciando un totale di 88 attacchi su 51 obiettivi civili. Un uomo di 48 anni è rimasto ferito a Huliaypole, mentre un 34enne e un 61enne sono rimasti feriti a Uspenivka.
La Russia ha lanciato su Kiev nella notte un attacco aereo di "intensità eccezionale": lo ha reso noto l'amministrazione militare della capitale ucraina, come riporta il Kyiv Independent. Si è trattato del "massimo numero di attacchi missilistici nel più breve lasso di tempo" possibile, ha spiegato l'amministrazione sul suo canale Telegram, aggiungendo che le forze russe hanno probabilmente utilizzato droni, oltre a missili balistici e da crociera.
L'Ucraina afferma di avere distrutto gran parte dei droni e dei missili
Secondo le informazioni preliminari, la difesa aerea ucraina avrebbe distrutto la maggior parte dei droni e dei missili russi, i cui detriti sono caduti nei distretti di Shevchenkivskyi, Sviatoshynskyi, Solomianskyi, Obolonskyi e Darnytskyi.
Non si segnalano vittime
I danni maggiori sono stati segnalati nel distretto di Solomianskyi, dove è scoppiato un incendio in un edificio non residenziale. I detriti dei droni e dei missili sono caduti sulle auto parcheggiate, nei cortili e nei parchi degli altri distretti. Al momento non si segnalano vittime.
Nell'ultima giornata, i russi hanno lanciato attacchi su dieci regioni dell'Ucraina utilizzando droni, missili da crociera, aviazione, artiglieria pesante e mortai. Lo riporta Ukrinform sulla base delle informazioni consolidate delle amministrazioni militari regionali.
L'attacco nel Donetsk
Nella regione di Donetsk, le truppe russe hanno bombardato 12 insediamenti nell'ultimo giorno, tra cui Avdiivka, Kostyantynivka e Bakhmut. Sette persone sono morte e 16 sono rimaste ferite in 24 ore.
Quello a Ternopil
Nella regione di Ternopil ieri sera, a seguito di un attacco dei russi, sono stati colpiti dei magazzini provocando un incendio. Due persone sono rimaste ferite. Un nuovo attacco è stato registrato all'alba: case estive, locali commerciali e uffici e camion sono stati distrutti e danneggiati, senza causare vittime.
Quello a Chernihiv
Nella regione di Chernihiv, le truppe russe hanno bombardato 5 volte il distretto di Novgorod-Siversky con mortai e artiglieria. Nella regione di Sumy, durante la giornata i russi hanno effettuato sei bombardamenti al confine. Sono state registrate 65 esplosioni. Nella notte, l'esercito russo ha poi bombardato due comunità nella regione, danneggiando una linea elettrica e un centro di servizi amministrativi. Nella regione di Zaporizhzhia, i russi hanno attaccato 18 insediamenti nell'ultima giornata, provocando un ferito.
E a Dnipropetrovsk
Nella regione di Dnipropetrovsk l'esercito russo ha attaccato Nikopol con artiglieria pesante. Un uomo di 57 anni è stato ricoverato in gravi condizioni. In città sono stati danneggiati due palazzi, cinque case private, diversi fabbricati agricoli, un garage, un minibus e due linee elettriche. Attacchi sono stati registrati a Kharkiv, nel Lugansk, a Mykolaiv e nel Kherson.
Attacco su più fronti
Nella notte del 14 maggio, i russi hanno attaccato l'Ucraina da diverse direzioni, e la difesa aerea ha distrutto tre missili da crociera e 25 droni. Lo riporta l'aeronautica ucraina su Telegram.
Secondo quanto riferito, sono stati abbattuti "18 droni d'attacco del tipo Shahed-136/131, un Uav tipo "Lancet"; due Uav tattici operativi "Orlan-10"; quattro Uav il cui tipo è attualmente in fase di definizione; tre missili da crociera Kh-101/Kh-555/Kh-55".
Secondo l'ultimo aggiornamento delle stato maggiore ucraino postato su Facebook, nelle ultime 24 la Russia ha subito la perdita in battaglia di 620 militari, portando a circa 199 mila il numero totale dei soldati della Federazione morti dall'inizio dell'invasione. L'ufficiale ucraino Anatolii Shtefan ha riferito che ieri le truppe russe hanno avuto perdite ingenti a Klishchiivka, vicino Bakhmut, nel Donetsk, come riporta Unian.
Attacchi russi
Intanto, un massiccio attacco missilistico è stato lanciato dall'esercito russo durante la notte sulla regione di Kharkiv, in Ucraina orientale, ha riferito il capo dell'amministrazione militare regionale Oleg Sinegubov, citato da Rbc-Ukraine. Sono stati danneggiate infrastrutture di trasporto e un condominio ma non ci sono state vittime. Due persone sono invece rimaste ferite nei raid russi di stanotte su Ternopil, secondo le prime informazioni. Volodymyr Trush, capo dell'amministrazione militare regionale di Ternopil, lo ha annunciato su Telegram, secondo quanto riporta Ukrinform. "Due civili sono rimasti feriti. Secondo le prime informazioni, hanno riportato ferite da schegge e ustioni. Le vittime sono in ospedale. Hanno tutta l'assistenza necessaria", ha scritto.
Il blitz durante l'Eurovision
Secondo Trush, sono stati colpiti magazzini appartenenti a imprese commerciali e a un'organizzazione religiosa. Gli attacchi mentre all'Eurovision si esibiva il duo musicale ucraino Tvorchi, che rappresenta il Paese al Song Contest 2023 con il brano "Heart of Steet".
"Non sono disposto a parlare con Putin, un piccolo leader che uccide anche la sua gente", la soluzione per l'Ucraina "è la controffensiva: quando saremo al confine con la Crimea, il sostegno a Putin all'interno della Russia diminuirà e lui dovrà trovare una via d'uscita. Manca poco".
"Il piano di pace è solo quello ucraino"
Poche parole ma chiare quelle del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ribadiscono la volontà di trovare una "pace giusta per l'Ucraina" ma chiudono la porta, per il momento, a qualsiasi mediazione. Anche quella che faticosamente da oltre quattordici mesi cerca di portare avanti il Vaticano. "Con tutto il rispetto per Sua Santità, noi non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta", dice ancora Zelensky dopo quaranta minuti di faccia a faccia con Papa Francesco, che pure invita a Kiev. Se mai ci può essere un piano di pace è solo quello "ucraino", e lui stesso ha chiesto al Papa di "unirsi alla sua attuazione".
Posizioni distanti
Le dichiarazioni di Zelensky marcano una distanza che sembra incolmabile con quella diplomazia vaticana che vorrebbe portare le due parti, Ucraina e Russia, a sedersi attorno allo stesso tavolo. Il leader ucraino rimarca piuttosto di aver chiesto al Papa "di condannare i crimini russi in Ucraina, perché non può esserci uguaglianza tra la vittima e l'aggressore".
L'intesa sul fronte umanitario
Solo i più ottimisti speravano che oggi in Vaticano si sarebbe aperto il processo di pace o comunque qualche spiraglio almeno per un cessate il fuoco, ma pochi forse immaginavano una chiusura a qualsiasi "via di incontro e sentiero di dialogo verso la pace" su cui il Papa aveva insistito proprio un paio d'ore prima di incontrare il presidente ucraino. Anche nelle comunicazioni del Vaticano, alla fine del confronto, la parola "pace" scivola così in secondo piano. "Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di gesti di umanità nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto", ha riferito il portavoce Matteo Bruni sul colloquio a porte chiuse. E infatti l'unico risultato raggiunto oggi è proprio sul fronte umanitario, ovvero l'impegno assunto dal Papa sui bambini deportati. "Dobbiamo fare ogni sforzo per riportarli a casa", ha concordato il presidente ucraino.
Dal simbolo della pace a quello della guerra
Le differenze tra il Papa e Zelensky si erano notate già nello scambio dei doni: Francesco ha regalato un ramoscello d'ulivo in bronzo, simbolo della pace. Il presidente ha ricambiato con una piastra decorata estratta da un giubbotto antiproiettile. Francesco lo ha accolto con il picchetto d'onore delle guardie svizzere. Zelensky è arrivato, come d'altronde aveva fatto nell'incontro con la premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Mattarella, in tenuta militare. Certo traspare anche una certa emozione in quel gesto del presidente ucraino che porta la mano al cuore quando vede l'anziano Papa che lo aspetta in piedi sulla porta. Ma quando si siede al tavolo del dialogo tira fuori due cartelle scritte forse per sfruttare al meglio l'occasione del colloquio, senza dimenticare nulla.
L'agenda di Zelensky
La giornata di Zelensky a Roma era cominciata al Quirinale con il presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella. "Riconfermo il pieno sostegno dell'Italia all'Ucraina sul piano degli aiuti militari, finanziari, umanitari e della ricostruzione, sul breve e lungo termine. Sono in gioco non solo l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l'ordine internazionale", la rassicurazione del capo dello Stato. Poi la tappa a Palazzo Chigi, dove si è confermata la grande sintonia tra la premier Giorgia Meloni e il presidente ucraino. "Continueremo a fornire sostegno, anche militare, perché l'Ucraina possa arrivare ai negoziati con una posizione solida. Questo è importante perché alla pace non si può arrivare con nessuna posizione di resa", ha scandito Meloni. Una promessa con la quale Zelensky può lasciare Roma soddisfatto. Appena atterrato in Italia d'altra parte aveva rimarcato che il suo obiettivo è la "vittoria" piuttosto che l'apertura di una difficile, ma "urgente", per usare la parola del Papa, via per la pace.
"Fermo sostegno a 360 gradi", militare, finanziario, umanitario, per la ricostruzione, con l'obiettivo di una "pace vera e non una resa" dell'Ucraina. L'Italia ha accolto così Volodymyr Zelensky, sbarcato a Roma prima di recarsi a Berlino per rinnovare il patto di assistenza con gli alleati, in una fase cruciale della guerra. E il leader ucraino ha ringraziato Sergio Mattarella e Giorgia Meloni per questo impegno: "Siete dalla parte giusta della guerra", ha sottolineato nei suoi incontri con il presidente della Repubblica e con la capa del governo prima del faccia a faccia in Vaticano con il Papa.
"Al fianco di Kiev"
Molto fitta la giornata romana di Zelensky, in una capitale blindata, con mille agenti per le strade, droni in cielo e artificieri. A dargli il benvenuto nello scalo militare di Ciampino è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che lo ha poi accompagnato al Quirinale. Al suo interlocutore, con felpa militare d'ordinanza, Mattarella ha ribadito quanto sia alta la posta in palio in questo conflitto: "E' in gioco non solo l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l'ordine internazionale". Per questo, l'Italia è "pienamente al fianco" di Kiev, ha detto il capo dello Stato, che ha tenuto a incontrare nuovamente Zelensky dopo il faccia a faccia di "anni addietro", quando "le condizioni erano diverse". Oggi infatti c'è un Paese aggredito e un aggressore, responsabile tra le altre cose di "una pratica straziante e ignobile" come il rapimento di bambini ucraini, ha ricordato Mattarella. Sono 200mila, secondo Kiev.
Altri aiuti militari
Sostenere l'Ucraina vuole dire innanzitutto altri "aiuti militari" e l'Italia continuerà a fare la sua parte, in raccordo con i partner della Nato. Questo punto è stato chiarito da Meloni ricevendo Zelensky in un clima di grande feeling a Palazzo Chigi: unico modo, ha sottolineato la premier, "perché l'Ucraina possa arrivare ai negoziati con una posizione solida", e "non con una posizione di resa". L'obiettivo resta quello della "pace", che però si otterrà "solo e quando la Russia cesserà le ostilità", ha chiarito la presidente del Consiglio, secondo la quale "gli ucraini stanno combattendo anche per noi".
Aiuti per la ricostruzione
Oltre alle armi, il sostegno all'Ucraina continuerà ad essere a "360 gradi" e passerà dalla ricostruzione. In questa sfida l'Italia "vuole svolgere un ruolo di primo piano", come dimostra la "grande conferenza" con le aziende di entrambi i Paesi che si è tenuta a Roma il 26 aprile. E visto inoltre che l'Ucraina è un "avamposto della sicurezza dell'intero continente", è interesse dell'Italia "riconoscere le legittime aspirazioni europee" di Kiev, ha assicurato Meloni nel colloquio durato oltre un'ora e preceduto da un abbraccio tra "due amici", ha sottolineato la premier, che del supporto senza tentennamenti a Kiev ha fatto uno dei punti cardine della sua azione di politica estera.
"Grazie"
Di questo aiuto Zelensky è pienamente consapevole: "Non lo dimenticherò mai, ti ringrazio Giorgia", le parole del leader ucraino, che ha rivolto un simbolico "abbraccio a tutti gli italiani, uno ad uno". Lo stesso Zelensky evidentemente tiene alla compattezza dell'esecutivo italiano nella sua postura pro-Kiev e per questo ha tenuto a smontare un caso Salvini. Così, durante la lunga intervista con Bruno Vespa ed altri giornalisti sulla terrazza del Vittoriano, ha respinto le voci di un suo rifiuto di incontrare il leader della Lega, che con Silvio Berlusconi condivide una linea più dialogante con Mosca: "Non è vero, lo vedrei volentieri", è stata la sua precisazione. Lo stesso ha fatto Matteo Salvini, che ha smentito le "ricostruzioni surreali" secondo cui avrebbe deciso di disertare un colloquio con il leader ucraino: un incontro, ha puntualizzato, "non è mai stato previsto".
È durato 40 minuti l'incontro in Vaticano tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e papa Francesco. Zelensky ha mantenuto, anche per l'incontro con il pontefice, la tenuta con pantaloni e felpa da militare. "La ringrazio per questa visita", ha detto il Papa accogliendo il presidente ucraino. "E' un grande onore", ha risposto il presidente.
Il Papa ha accolto Zelensky sulla porta dell'Auletta Paolo VI, in piedi appoggiandosi al bastone. Il presidente, salutando il Papa, ha messo la mano sul cuore e ha chinato la testa. Con loro solo l'interprete: il francescano ucraino fra Marek Viktor Gongalo.
Zelensky, seduto al tavolo per il colloquio con il Papa, aveva davanti a sé due fogli scritti.
Dopo aver visto il presidente italiano Sergio Mattarella, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato oggi pomeriggio a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni. Dopo il pranzo di lavoro sono previste dichiarazioni congiunte ai media.
"L'Italia è con Kiev"
L'incontro tra Zelenky e il presidente della Repubblica italiana è durato circa 25 minuti. Mattarella ha assicurato al suo ospite che l'Italia è pienamente al fianco di Kiev nella guerra di aggressione scatenata dalla Russia. Dal canto suo, Meloni ha confermato "aiuti militari all'Ucraina fino a una pace giusta". "Sono grato per la posizione coerente sul sostegno all'Ucraina. L'Italia era ed è dalla parte giusta in questa guerra", le ha fatto eco il presidente ucraino su Telegram.
Roma blindata
Zelenky è arrivato stamane in aereo a Ciampino. Per l'occasione, la capitale è stata blindata: mille gli agenti operativi per garantire la sicurezza del presidente ucraino. Ora è atteso l'incontro tra Zelensky e papa Francesco.
L'incontro con Meloni
Stando all'agenzia di stampa ANSA, il colloquio tra Meloni e Zelensky si è svolto in inglese, senza interpreti, ed è durato 70 minuti .Della delegazione italiana hanno fatto parte il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e l'ambasciatore Francesco Talò, consigliere diplomatico della premier, e l'ambasciatore d'Italia a Kiev Pier Francesco Zazo. Nella delegazione ucraina, fra gli altri, anche Andriy Yermak, il capo dell'ufficio del presidente ucraino.
L'esercito ucraino ha utilizzato i missili a lungo raggio Storm Shadow forniti dal Regno Unito per attaccare aree civili a Lugansk dove sono rimasti feriti anche sei bambini, ha riferito il ministero della Difesa russo citato dalla Tass.
Il raid ucraino
"Ieri gli aerei ucraini hanno effettuato un attacco missilistico contro due aziende a Lugansk. L'attacco è stato fatto con gli Storm Shadow forniti dal Regno Unito, nonostante le dichiarazioni di Londra secondo cui non sarebbero state usate in attacchi contro civili".
L'avanzata di Kiev
Intanto, su Telegram il comandante delle forze di terra dell'esercito ucraino, Oleksandr Syrsky ha scritto: "continua l'operazione difensiva nel settore di Bakhmut. I nostri soldati stanno avanzando in alcune aree del fronte, mentre il nemico sta perdendo attrezzature e uomini. Gloria all'Ucraina e ai nostri eroi! I caccia russi hanno abbattuto sia il Su-24 che ha effettuato l'attacco sia il caccia MiG-29 che lo ha coperto", ha aggiunto.
Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha accolto stamane il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel cortile del Quirinale. I due si sono salutati con una stretta di mano e poi hanno assistito agli onori dei reparti e ai rispettivi inni nazionali. Sul torrino del Quirinale è stata issata la bandiera ucraina.
Viaggio in Italia
Il presidente Zelensky è arrivato stamane con un volo proveniente da Kiev atterrato a Ciampino. Per l'occasione, le autorità italiane hanno predisposto un imponente servizio di sicurezza.
L'esercito ucraino continua a spingere le truppe russe fuori dalle posizioni che avevano guadagnato in direzione della città orientale di Bakhmut: "Oggi le forze armate di Kiev sono riuscite ad avanzare di ulteriori 300 metri in profondità e sta valutando la possibilità di accerchiare gli invasori". Lo ha reso noto il gruppo orientale delle forze armate Sergey Cherevaty citato da Rbc-Ukraine.
L'avanzata
"Oggi, in alcune aree, le nostre unità sono riuscite ad avanzare in profondità fino a 300 metri in direzione Bakhmut. La cosa più importante come risultato di questa operazione di difesa è che il nemico viene costantemente colpito, il personale militare e le attrezzature vengono distrutte", ha detto Cherevaty.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atterrato stamane all'aeroporto di Ciampino a Roma. Ad attenderlo il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Per l'occasione, l'Italia ha organizzato un imponente dispositivo di sicurezza. Sono infatti oltre mille gli uomini delle forze dell'ordine impiegati.
Il dispositivo di sicurezza
La questura di Roma ha varato un piano che prevede anche la no fly zone e il divieto di sorvolo per i droni. Al lavoro artificieri, elicotteri e tiratori scelti. Effettuata l'attività di bonifica e controllo anche nel sottosuolo.
La zona intorno all'hotel Parco dei Principi, ai Parioli, che dovrebbe essere il quartier generale scelto dal presidente ucraino, è presidiata dalle forze dell'ordine. Sorvegliati il fiume Tevere e i parchi, dove la vigilanza è assicurata anche dal reparto a cavallo, mentre il controllo dal cielo è affidato agli elicotteri della polizia. In campo anche le unità antiterrorismo di polizia e carabinieri.
Durante l'incontro con i nuovi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, papa Francesco ha detto stamane che la "neutralità" della Santa Sede può aiutare nella risoluzione dei conflitti.
L'impegno per la pace
"La Santa Sede, in conformità alla propria natura e alla sua particolare missione, si impegna a proteggere l'inviolabile dignità di ogni persona, a promuovere il bene comune e a favorire la fraternità umana tra tutti i popoli. Questi sforzi, che non comportano il perseguimento di scopi politici, commerciali o militari, sono realizzati - ha spiegato il Papa - attraverso l'esercizio di una neutralità positiva".
"Lungi dall'essere una neutralità etica, soprattutto di fronte alle sofferenze umane, ciò conferisce alla Santa Sede una posizione ben definita nella comunità internazionale che le permette di meglio contribuire alla risoluzione dei conflitti e di altre questioni", ha sottolineato Papa Francesco.
"Sesto attacco aereo sulla capitale dall'inizio di maggio". Lo scrive su Telegram il capo dell'amministrazione militare della città di Kiev, Serhiy Popko, riferendo di un attacco avvenuto questa notte contro la capitale. "Questa volta, il nemico ha lanciato un attacco utilizzando solo veicoli aerei senza pilota. Durante l'ultimo allarme aereo nello spazio aereo in direzione della capitale sono state rilevate munizioni iraniane 'Shahed'. Tutti i droni nemici che si stavano muovendo verso Kiev sono stati distrutti con successo" e "nella capitale non si registrano danni o feriti", ha spiegato Popko.
Il dialogo con gli USA
Intanto, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha riferito su Twitter di avere "parlato col segretario di stato Usa Antony Blinken, per coordinare le prossime forniture di armi, la nostra cooperazione con il Sud del mondo e l'istituzione di un Tribunale speciale". Kuleba ha aggiunto di aver dato "molta attenzione all'importanza di fornire all'Ucraina gli F-16 e alle misure necessarie per iniziare l'addestramento dei piloti
Il numero di soldati russi uccisi o feriti dall'inizio della guerra sarebbe di 198.260, in base alle ultime stime dell'esercito ucraino. Lo riporta Ukrinform.
Continuano gli attacchi
Frattanto, continuano i bombardamenti russi sulle postazioni ucraine. L'amministrazione militare della regione di Khmelnytsky, nell'Ucraina occidentale, ha riferito che i russi hanno "colpito nella notte alcune infrastrutture critiche" dell'oblast e ha esortato i residenti a "rimanere nei rifugi" e a "mantenere la calma". Lo riportano i media ucraini, Kyiv Independent e Ukrinform, precisando che intorno alle tre del mattino sono scattati gli allarmi per i raid aerei russi
La Gran Bretagna ha consegnato missili da crociera a lungo raggio Storm Shadow all'Ucraina in vista della prevista controffensiva, secondo la Cnn che cita alti funzionari occidentali. In particolare, lo Storm Shadow ha la capacità di colpire in profondità il territorio controllato dalla Russia nell'Ucraina orientale. Un funzionario occidentale ha dichiarato all'emittente statunitense che il Regno Unito ha ricevuto garanzie dal governo ucraino che questi missili saranno utilizzati solo all'interno del territorio sovrano ucraino e non in Russia.
Lo Storm Shadow è un missile da crociera a lungo raggio con capacità stealth (che permette di diminuire la propria evidenza all'osservazione nemica), sviluppato congiuntamente da Regno Unito e Francia, e viene tipicamente lanciato dall'aria. Con una gittata di oltre 250 chilometri, è appena inferiore alla capacità dei sistemi missilistici tattici dell'esercito di superficie (Atacms), prodotti negli Stati Uniti, che l'Ucraina chiede da tempo.
Nessun passaggio di aerei nel cielo, nessun carro armato tra le truppe che sfilano, niente marcia del Reggimento Immortale con le fotografie dei caduti e nemmeno il ricevimento al Cremlino. Le preoccupazioni per la sicurezza, e in generale per il conflitto in corso, si sono fatte sentire sulla parata di quest'anno per il V Day russo. Ma non sono cambiati i toni di Vladimir Putin. La Russia, ha ribadito il presidente nel discorso sulla Piazza Rossa, si sta difendendo in una guerra che le è stata dichiarata dall'Occidente con lo scopo di distruggerla, ma alla fine vincerà. Anche in questa giornata a far sentire la sua voce dissonante è stato Yevgeny Prigozhin, con le nuove pesantissime accuse lanciata all'esercito di essere "incapace di difendere la Russia" e di fuggire davanti al nemico a Bakhmut. Il capo della Wagner ha preso di mira i suoi bersagli preferiti, i vertici militari, accusandoli di "ingannare" Putin con rapporti falsi sulla situazione in Ucraina e lamentando ancora una volta di non ricevere da loro sufficienti munizioni.
Le inquietudini russe
Solo sei giorni fa le immagini di due droni che esplodevano sul Cremlino erano sembrate scuotere il senso di sicurezza dei russi. A questo si aggiungono i timori tra l'opinione pubblica per la tanto annunciata controffensiva ucraina. Due motivi di inquietudine che probabilmente hanno contribuito ai festeggiamenti sottotono. Quasi un simbolo di questa atmosfera è la solitudine dell'unico carro armato che ha sfilato sulla Piazza Rossa: un pezzo da museo, il leggendario T34 che diede un contributo decisivo alla sconfitta delle divisioni di Hitler. Ma la presenza di questo mezzo corazzato tra gli 8'000 soldati che hanno partecipato alla sfilata (di cui 530 già impegnati nel conflitto in Ucraina) è servita anche a rendere plasticamente il parallelo di Putin tra la lotta per la sopravvivenza della Russia di allora e quella di oggi. La civiltà, ha affermato il presidente dalla tribuna sotto le mura del Cremlino, "è di nuovo ad una svolta cruciale e una guerra è di nuovo scatenata contro la Russia, ma il Paese sarà in grado di garantire la sua sicurezza". A minacciare il Paese, ha spiegato Putin, sono le "élite globaliste occidentali" che si ritengono superiori e che "provocano conflitti sanguinosi e colpi di Stato, seminano l'odio, la russofobia e il nazionalismo aggressivo". "Hanno dimenticato - ha aggiunto - a cosa portarono le folli pretese naziste di dominio del mondo". E hanno dimenticato il ruolo fondamentale dell'Unione Sovietica nello sconfiggere "questo male mostruoso".
Putin parla per la prima volta di "popolo ucraino"
Dunque secondo Putin anche l'Occidente punta al dominio mondiale, e in questo l'Ucraina è solo una pedina presa in ostaggio. Anzi, "il popolo" ucraino, ha scandito il presidente russo, con uno scarto rispetto ai discorsi passati colto dai più raffinati esegeti delle sue parole. Per la prima volta dall'inizio della crisi, sottolinea qualche osservatore, Putin ha ammesso appunto l'esistenza stessa di un popolo ucraino. Ciò che aveva di fatto negato fin dalla pubblicazione nel luglio del 2021 del suo ormai celebre saggio 'Sull'unità storica di russi e ucraini' che poneva le basi ideologiche dell'intervento militare. Lo zar ha anche evidenziato l'importanza della presenza al suo fianco dei leader di sette ex repubbliche sovietiche, con i quali si è concesso una passeggiata sulla Piazza Rossa scendendo dalla tribuna dopo la fine della parata. Forse un tentativo di esorcizzare le paure per i droni ucraini. Insieme con loro e con all'occhiello il nastrino arancione e nero dell'ordine di San Giorgio - la massima onorificenza militare istituita da Caterina la Grande ed ereditata con varie modifiche dall'Urss e dall'attuale Russia - Putin è uscito dalla piazza e ha raggiunto il monumento al milite ignoto, nei Giardini di Alessandro, dove il gruppo ha deposto dei fiori.
Allo stato attuale, un "negoziato" per la pace in Ucraina "non è possibile", perché sia Mosca sia Kiev "sono convinte di poter vincere" la guerra: è quanto sostenuto da António Guterres, segretario generale dell'Onu, in un'intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El País. "Non vedo la Russia al momento disposta a ritirarsi dai territori occupati e credo che l'Ucraina coltivi la speranza di riconquistarli", ha aggiunto Guterres, recatosi in Spagna per ricevere il Premio Europeo Carlo V. "In questo momento non vedo alcuna possibilità immediata - non stiamo parlando del futuro - di una tregua globale, di un negoziato di pace".
Il segretario generale dell'Onu ha spiegato poi che gli sforzi della comunità internazionale sono ora incentrati, "per quanto possibile", nel "dialogare con entrambe le parti per risolvere problemi specifici". L'iniziativa "più importante" in questo senso, ha detto, "è stata l'esportazione di cereali dall'Ucraina e di prodotti alimentari e fertilizzanti dalla Russia attraverso il Mar Nero".
È cominciata sulla Piazza Rossa la parata per l'anniversario della vittoria sul nazismo. Tra i presenti, anche il presidente russo Vladimir Putin che, nel video in diretta mostrato da Ria Novosti, è seduto tra due veterani pluridecorati.
Il discorso di Putin
"Contro la Russia è stata scatenata una vera guerra ma abbiamo sconfitto il terrorismo". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso per il giorno della vittoria. L'Occidente "provoca conflitti sanguinosi", semina i semi della "russofobia" e pretende di "dettare le sue regole a tutte le nazioni", ha aggiunto Putin. L'Ucraina "è diventata ostaggio nelle mani dell'Occidente". "Le élite occidentali hanno dimenticato le conseguenze delle pretese naziste di dominare il mondo", ha detto inoltre il presidente russo. Putin ha chiuso il suo discorso sulla Piazza Rossa inneggiando "alla vittoria". "Niente è più forte della nostra unità".
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è arrivata a Kiev. "È bello tornare a Kiev. Dove i valori a noi cari vengono difesi ogni giorno. È quindi un luogo appropriato per celebrare la Giornata dell'Europa. Accolgo la scelta del presidente Zelensky di rendere il 9 maggio la Giornata dell'Europa anche qui in Ucraina", scrive in un tweet che la ritrae dopo che è scesa dal treno, alla stazione della capitale ucraina.
"Stiamo continuando ad aumentare la pressione sulla Russia. È uno dei punti su cui informerò il presidente Zelensky. L'attenzione è ora rivolta alla rigorosa attuazione delle sanzioni e all'adozione di misure contro l'elusione", ha detto Ursula von der Leyen a uno dei cronisti del pool della European Newsroom. "Siamo determinati a chiudere le scappatoie esistenti. Nessuno ne dubiti", ha proseguito von der Leyen, sottolineando: "La mia presenza a Kiev il 9 maggio è simbolica, ma è anche il segno di un dato cruciale e molto concreta: l'Ue lavora fianco a fianco con l'Ucraina su molte questioni".
Numerosi civili ucraini catturati dai russi sono costretti a scavare trincee in previsione di una controffensiva ucraina, ma non saranno in ogni caso considerati traditori. Lo ha precisato il quartier generale di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra, secondo quanto riferito da Ukrinform. Su iniziativa della organizzazione non governativa Civilians in Captivity, si è svolto presso la sede del Coordinamento un incontro con le famiglie degli ostaggi civili trattenuti dalla Federazione Russa. I rappresentanti del quartier generale, del servizio di sicurezza Sbu e dell'ufficio del difensore civico hanno risposto alle domande poste dalle famiglie degli ucraini catturati. Il rappresentante del difensore civico ha osservato che per il ritorno degli ostaggi civili è necessaria la volontà politica del Paese aggressore e che in ogni caso non dovrebbero essere oggetto di scambio, perché, secondo il diritto umanitario internazionale, i civili dovrebbero essere rilasciati senza alcuna precondizione.
Si cerca di dialogare
"Abbiamo cittadini russi che sono stati condannati. Ma non c'è ancora risposta dalla Russia in merito alla loro disponibilità a scambiarli con la nostra gente. I nostri ostaggi civili sono accusati nella Federazione Russa di resistere alla cosiddetta operazione speciale e sono trattenuti per costringere l'Ucraina a negoziati politici, che non ci saranno. Ma sono in corso negoziati per uscire dallo stallo e un processo per il rilascio dei nostri civili". Il funzionario della Sbu Viktor Kononenko ha assicurato alle famiglie degli ostaggi civili detenuti dalla Russia che i negoziati per ricondurli a casa non si fermeranno mai. Tra le ipotesi, anche quella di scambiare i sacerdoti del Patriarcato di Mosca trattenuti per il loro sostegno agli invasori.
I russi hanno cominciato l'arruolamento a Mariupol, occupata all'inizio della guerra. Lo riferisce il sindaco in esilio della città Vadim Boychenko, come riporta Ukrainska Pravda. "Gli occupanti stanno già cercando cittadini che non adempiano agli 'obblighi militari'. Il nemico prevede di arruolare uomini fino ad agosto", afferma.
Direttiva per una visita medica
Il consiglio comunale ha anche pubblicato la cosiddetta "direttiva per una visita medica dell'ufficio di registrazione e arruolamento militare", che è stata ricevuta da uno dei residenti di Mariupol.
Quello di stanotte è stato il più massiccio attacco russo a Kiev dall'inizio dell'invasione. Lo ha detto il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ai media mentre si trovava sul luogo della caduta del relitto di uno dei droni abbattuti sulla capitale. "Grazie alle nostre forze di difesa aerea, tutti i 36 droni sono stati abbattuti. Questo è l'attacco più massiccio alla nostra città dall'inizio della guerra", ha affermato, citato dall'agenzia di stampa ucraina Unian, sottolineando che nessuno è morto mentre 5 persone sono rimaste ferite. "Nessuno è in pericolo di vita", ha spiegato, riferendo inoltre di danni a edifici residenziali, oltre a un asilo e una scuola.