Guerra in Ucraina
Quanto è reale il rischio di un conflitto atomico? Parola all'esperto
© Shutterstock - Ticinonews
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Teleticino
2 anni fa
Alla luce delle ultime notizie provenienti dal conflitto in Ucraina, abbiamo interpellato Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa, per capire quanto possano essere reali le minacce nucleari.

Il conflitto in Ucraina non sembra terminare, anzi, negli ultimi giorni il susseguirsi di notizie inerenti la guerra in corso è aumentato. Gli attacchi a Nord Stream, le conquiste dell’esercito ucraino, i referendum russi per annettere i territori del Donbass, di Kherson e di Zaporizhzhia. Non ultima l’escalation atomica del conflitto che ultimamente sembra aver ripreso piede. Stando al britannico Times, che ha citato un'informativa di intelligence inviata dalla Nato agli Stati membri, Vladimir Putin sarebbe pronto ad effettuare un test nucleare ai confini dell'Ucraina. Dal canto suo un portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che la Russia non vuole "prendere parte" alla "retorica nucleare" dei "media e dei politici occidentali". Quanto è reale la minaccia nucleare? All’interno di Ticinonews abbiamo posto il quesito a Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa.

Siamo sull'orlo di una guerra mondiale?

“Non so se siamo sull'orlo di una guerra mondiale, sicuramente siamo sull'orlo di un'ulteriore escalation. Le sconfitte sul terreno da parte di Mosca, sul terreno convenzionale, hanno segnato il passaggio del conflitto ad una fase nuova. C'è il rischio che gli ucraini avanzino ancora nel cuore di Lugansk, appena annesso, c'è il rischio che arrivino fino a Kherson. Questa constatazione sul campo ha fatto sì che il presidente Putin decidesse di spostare il conflitto su un piano che in questo momento alla Russia è più congeniale, ovvero quello non convenzionale, quello grigio, quello ibrido, dove ci può essere la minaccia del ricorso all'arma atomica ma anche il sabotaggio o presunto tale del gasdotto Nord Stream. Questa è l'escalation che abbiamo visto in questi giorni.”

Bluff oppure no?

“È un terreno molto scivoloso e molto pericoloso perché qualcuno potrebbe pensare che Putin sta bluffando, oppure si potrebbe invece arrivare alla situazione in cui davvero lui può arrivare ad usare armi di distruzione di massa. Credo che prima di un'atomica tattica ci sia uno step precedente, che dovrebbe essere l'impiego di armi chimiche. Siamo in una situazione molto complessa e critica.”

Quali ordigni potrebbe usare Putin?

“La Russia ha uno strumento militare che da un punto di vista convenzionale ha delle lacune enormi, la performance militare russa in Ucraina è stata mediocre da questo punto di vista, era una delle ragioni che il 23 febbraio mi facevano ancora ritenere impossibile un'invasione su larga scala. Però quando si parla di armi atomiche il discorso cambia, l'arsenale russo è pari a quello americano, è in buone condizioni, anche perché gli investimenti che la Russia fa vanno soprattutto in quella direzione lì. Possiamo trovare di tutto, le atomiche a basso potenziale lanciabili da aereo, oppure lanciabili con proiettili d'artiglieria, armi gas che possono essere caricate su razzi o proiettili d'artiglieria. C'è un po' di tutto, l'arsenale di atomiche tattiche russo è stimato attorno alle 1'500 unità.”

Quali sarebbero le conseguenze?

“Le conseguenze sarebbero rilevanti. L'atomica tattica, soprattutto quelle a bassissimo potenziale, sono concepite per essere usate sul terreno, sul campo militare. Anche la NATO ne teorizzava l'uso durante la guerra fredda per arrestare un'eventuale incursione in profondità sul fronte centrale da parte delle enormi masse corazzate del patto di Varsavia. Il loro utilizzo nasce in questo contesto. Nella dottrina russa di oggi l'atomica tattica serve a riequilibrare la sproporzione convenzionale che c'è con la NATO, e lo abbiamo visto in Ucraina.”

Se dovessero sganciare una bomba atomica tattica dal punto di vista del territorio quale sarebbe il raggio d'azione di un ordigno di questo tipo?

“Per Nagasaki e Hiroshima si parla di testate nell'ordine dei 14-15 chiloton, che hanno avuto l'effetto di radere al suolo due città abbastanza grandi. Rapportiamo il tutto all'uso di strumenti da 1 a 2 chiloton, quindi, gli effetti sarebbero comunque abbastanza circoscritti. Ci sarebbero delle conseguenze sul lungo periodo dovute alle radiazioni, però da un punto di vista della distruzione fisica gli effetti sarebbero circoscritti. È chiaro che ci sarebbe una risposta della NATO, che non necessariamente sarebbe nucleare perché ha degli strumenti convenzionali con cui fare molto male alla Russia.”