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Ruspe sul ghiacciaio per la pista Zermatt-Cervinia, tutti assolti
© Wikimedia - Sikander Iqbal, Public domain
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Ats
3 giorni fa
Per il giudice di Aosta "il fatto non sussiste". Tra gli imputati c'era anche lo svizzero Franz Julen, presidente della società che gestisce gli impianti di risalita di Zermatt e del Comitato organizzatore della gara di Coppa del Mondo.

Sono stati tutti assolti i quattro imputati nel processo per i lavori di scavo nel ghiacciaio in territorio italiano per la pista italosvizzera che avrebbe dovuto ospitare la Coppa del mondo di sci alpino Zermatt-Cervinia nel 2022 e nel 2023. Tra di loro c'è lo svizzero Franz Julen, presidente del comitato organizzatore. "Il fatto non sussiste", ha stabilito oggi il giudice di Aosta Maurizio D'Abrusco, dopo un processo con rito abbreviato in cui oltre a colui che è anche presidente della società degli impianti di risalita di Zermatt (VS) erano imputati Federico Maquignaz, presidente e direttore generale di Cervino spa, società che gestisce le piste italiane, il suo predecessore, Herbert Tovagliari e l'operatore della pala meccanica che ha scavato nel ghiacciaio.

I fatti

La procura di Aosta aveva chiesto una condanna a quattro mesi di carcere e 3600 euro (3400 franchi al cambio attuale) di multa per ciascuno. Era contestata la realizzazione senza autorizzazione di uno sbancamento - lungo 330 metri e largo otto - di un ghiacciaio per la realizzazione di una pista di collegamento tra il tracciato per le competizioni internazionali e il Plateau Rosa (VS), scrive l'agenzia di stampa italiana Ansa. Corrado Bellora, avvocato difensore dei quattro imputati, che non dispone della sentenza, fa delle ipotesi sulla decisione del giudice. Quest'ultimo "ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Ovviamente io non so quale sia la motivazione. La formula mi fa pensare che dipenda dal fatto che non era necessaria l'autorizzazione per quell'opera che ci viene contestata". Il legale precisa ad Ansa che l'ente italiano competente per i permessi "per ben tre occasioni ci ha detto che non era necessaria l'autorizzazione, perché era un'opera temporanea. Noi abbiamo prodotto questi documenti: francamente eravamo convinti che il pm (pubblico ministero) avrebbe abbandonato le imputazioni, invece ha ritenuto di mantenerle". Julen ha reagito con soddisfazione alla sentenza: "Sono lieto di prendere atto della decisione del giudice italiano di Aosta, che oggi ha assolto me e gli altri tre imputati. Il giudice conferma così che tutti i lavori per la creazione della breve pista di collegamento temporanea sul ghiacciaio sono stati eseguiti in modo lecito", ha indicato per iscritto a Keystone-ATS il responsabile della comunicazione della società degli impianti di risalita di Zermatt (Zermatt Bergbahnen) Jenny Imboden.

Il procedimento legale in Svizzera

Contro gli organizzatori delle gare di Zermatt-Cervinia è pendente un procedimento legale anche in Svizzera pure per lavori di scavo in un ghiacciaio, il Theodulglestscher, al di fuori del perimetro in cui il cantiere era autorizzato. La Commissione cantonale vallesana delle costruzioni (KBK/CCC) ha stabilito che la pista per la discesa maschile occupa un'area più vasta di quella prevista dai piani nella zona sommitale. La KBK/CCC, su spinta di varie associazioni ambientaliste, aveva imposto uno stop parziale di alcuni lavori. La pista "Gran Becca" per la Coppa del mondo di sci parte in territorio svizzero ai 3720 metri di quota sotto la Gobba di Rollin (al confine tra Vallese e Valle d'Aosta) e arriva ai 2835 metri nei pressi dei Laghi delle Cime Bianche (Italia), con un percorso per lo più su ghiacciaio e per due terzi in territorio italiano. Le competizioni previste ad inizio stagione, in novembre sia nel 2022 che nel 2023, non si sono mai svolte per la mancanza di neve.