Vaticano
Papa Francesco non lo vuole in Conclave, Becciu: "Obbedisco"
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Il cardinale condannato per peculato e truffa aggravata ha rivendicato il diritto a partecipare al Conclave, ma ha fatto un passo indietro. Probabilmente decisiva la visione di documenti firmati da papa Francesco.

"Avendo a cuore il bene della Chiesa, che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di Papa Francesco di non entrare in Conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza". Lo afferma il cardinale Angelo Becciu, che negli scorsi giorni aveva rivendicato il diritto a partecipare al Conclave. Il porporato sardo, in un'udienza-shock del 24 settembre 2020, fu privato da papa Francesco dell'incarico di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e dei "diritti connessi al cardinalato": conservava quindi il titolo cardinalizio, ma cessava da ogni incarico nella Curia romana e perdeva il diritto di entrare in un futuro Conclave. In un'intervista, Becciu aveva tuttavia affermato che avrebbe potuto partecipare all'elezione in quanto perdonato dal Papa.

Volontà papale

Secondo quanto si apprende da fonti presenti alla congregazione generale di ieri mattina, Becciu avrebbe preso la parola per ribadire di avere diritto ad essere elettore. Stando ad altre indiscrezioni trapelate all'esterno della congregazione, il cardinale Pietro Parolin, papabile e segretario di Stato sotto papa Francesco, avrebbe mostrato al porporato sardo un testo siglato da Bergoglio nel quale escludeva il suo nome dai partecipanti al Conclave. Becciu avrebbe così compreso che contestare questa decisione avrebbe significato contestare la stessa volontà di papa Francesco.

Condannato

Becciu, in quanto ex sostituto per gli Affari generali, era coinvolto nello scandalo dell'acquisto da parte della Santa Sede di un immobile di lusso da 200 milioni di euro a Londra, e in altre accuse sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, come quelli inviati alla Cooperativa Spes di Ozieri, guidata dal fratello Antonino o anche alla sedicente esperta di intelligence Cecilia Marogna. Accuse che gli sono costate una condanna in primo grado a cinque anni e sei mesi di reclusione, mentre il 22 settembre è atteso l'appello. 

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