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Scontro Usa-Cina sull'IA, "La Svizzera potrebbe avere ruolo da giocare"
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Ats
4 ore fa
Lo sostiene Bhaskar Chakravorti, economista americano esperto di nuove tecnologie, secondo cui "la Svizzera potrebbe essere avvantaggiata grazie alla sua neutralità".

Nel nuovo terreno di scontro fra Stati Uniti e Cina rappresentato dall'intelligenza artificiale (IA) la Svizzera potrebbe giocare un ruolo molto importante, grazie alla sua neutralità: lo sostiene l'economista americano Bhaskar Chakravorti, esperto di nuove tecnologie.  I molti eventi recenti legati fra l'altro a Deepseek non sono così sorprendenti, afferma il 65enne in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano neocastellano Archinfo. "Il motivo è semplice: non appena alcune risorse sono limitate, le persone diventano estremamente creative e trovano il modo di fare di più con meno. Come si dice, la necessità aguzza l'ingegno".

L'esempio di Deepseek

"Il recente sviluppo di Deepseek non è nato dal nulla, è il risultato di un lavoro svolto dietro le quinte in Cina dal 2023", prosegue il docente di un ateneo americano del Massachusetts. "Questo chatbot cinese ha dimostrato prestazioni eccellenti a costi inferiori, utilizzando meno potenza di calcolo ed energia rispetto ai modelli americani. Ciò dimostra che nonostante le restrizioni sui semiconduttori imposte dall'ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Cina e ad altri paesi è possibile creare sistemi di intelligenza artificiale avanzati senza avere accesso ai processori più potenti. Ciò mette in discussione la supremazia degli Stati Uniti". "Ci sarà una crescente competizione per le risorse necessarie allo sviluppo di sistemi di IA, come chip ad alte prestazioni, supercomputer, infrastrutture cloud, talenti e accesso a una vasta gamma di dati", insiste il professionista con trascorsi presso McKinsey. "Si assisterà a una sorta di battaglia per impedire ai rivali di accedere a queste risorse".

Sicurezza nazionale

"Ciò che mi preoccupa è come queste capacità si tradurranno in usi militari e di sicurezza nazionale, e quali salvaguardie saranno messe in atto per proteggere i dati pur consentendo un certo accesso, ad esempio ai dati cinesi negli Stati Uniti o a quelli americani in Cina", osserva lo specialista. "Questo aumenta la vulnerabilità globale, perché sappiamo che questi modelli di IA possono essere utilizzati per azioni dannose che sfuggono completamente al nostro controllo". "E quando uno stato è coinvolto la situazione potrebbe peggiorare", mette in guardia l'esperto con origini indiane. "In Occidente ci hanno sempre insegnato a non fidarci dello stato cinese: ora siamo arrivati al punto di non poterci fidare nemmeno dello stato americano. Si tratta quindi di una situazione particolarmente pericolosa, non solo per gli Usa e la Cina, ma per il mondo intero". Il governo americano ha escluso la Svizzera dai paesi fidati autorizzati a ricevere senza restrizioni i chip più avanzati. "L'amministrazione statunitense ha favorito le nazioni allineate ai suoi interessi. La Svizzera non fa parte della Nato e mantiene la sua neutralità. È percepita come un paese che potrebbe essere favorevole agli Usa tanto quanto la Cina o qualsiasi altro stato. Anche l'India, ad esempio, è stata esclusa da questa lista per un motivo molto chiaro: i suoi stretti legami con la Russia. Inoltre, sostiene di non essere allineata. La neutralità della Svizzera è considerata un fattore di incertezza per ragioni analoghe".

Il ruolo di Berna

Berna potrebbe però avere un ruolo molto importante proprio grazie alla suo status. "Un fattore chiave è la fiducia nell'ecosistema digitale. Un approccio potrebbe essere quello di creare un centro di fiducia in un paese che goda della fiducia della comunità internazionale. È naturale pensare alla Confederazione per questo ruolo, grazie alla sua neutralità e al suo storico status di paese ospite di organizzazioni intergovernative come le Nazioni Unite. Inoltre, la Svizzera dispone già di un'istituzione dedicata alla promozione della fiducia digitale: la Swiss Digital Initiative, che ha creato il Digital Trust Label, una certificazione unica che attesta l'affidabilità dei servizi digitali". "Ma non è l'unico luogo che potrebbe ricoprire questo ruolo", fa presente il padre di due figli. "Singapore è un concorrente diretto, essendo un paese molto avanzato in termini digitali e geograficamente vicino alla Cina e agli Stati Uniti. Anche altri stati, soprattutto in Medio Oriente, potrebbero avere questa ambizione. Penso a Dubai e agli Emirati Arabi Uniti. Quindi la Svizzera non è l'unica candidata e deve affrontare diversi concorrenti", conclude Chakravorti.