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Una vicenda scoppiata nel week end dopo il lancio della cripto-valuta '$Libra' con tanto di post su X del leader argentino che la promuoveva per contribuire a finanziare piccole imprese e startup. Milei ha poi cancellato il post, facendo crollare il valore della neonata moneta virtuale che il suo messaggio iniziale aveva contribuito a far schizzare alle stelle. Il movimento speculativo nato a seguito dell'intervento del presidente è costato già oltre 100 milioni di dollari di perdite a centinaia di investitori in tutto il mondo.
Richiesta di impeachment da parte dei socialisti
Milei è finito così nella bufera, oggetto di azioni legali che lo accusano di frode mentre il deputato Esteban Paulón del Partito socialista annuncia una richiesta di impeachment per quello che considera uno "scandalo senza precedenti". L'ex presidente progressista Cristina Fernández de Kirchner, inoltre, guadagna 6,4 milioni di visualizzazioni sui social con un post in cui definisce Milei un "truffatore di criptovalute".
Numerose querele
Almeno 112 querele contro il leader ultraliberista sono state presentate alla magistratura argentina da parte di Ong, associazioni di consumatori e singoli investitori. Per i denuncianti Milei avrebbe approfittato della sua carica "per generare fiducia negli acquirenti" della criptovaluta, presentata come parte di un progetto privato per "finanziare piccole imprese e startup argentine". Tuttavia, cinque ore dopo la prima pubblicazione, con i social media inondati di critiche per il comportamento 'inappropriato' di Milei, il presidente aveva dichiarato di non essere realmente consapevole di come funzionasse l'operazione e aveva cancellato il messaggio originale.
Profitti di milioni di dollari
Il primo post aveva fatto aumentare il prezzo della criptovaluta di oltre il 1.000%. Il secondo, un crollo. Alcuni investitori erano riusciti ad acquistare il token quando valeva praticamente zero per rivenderlo a prezzi record con profitti di milioni di dollari, mentre altri -entrati nel mercato quando era in piena espansione- non sono riusciti a vendere prima che il suo valore crollasse, perdendo tutto il capitale investito. Secondo le denunce il capo dello stato potrebbe aver commesso i reati di associazione a delinquere, frode, truffa e violazioni dei doveri di pubblico ufficiale. Tra le denunce raccolte viene citata anche la possibile accusa di corruzione.
Non solo Milei
Tra gli indagati -secondo il portale Infobae- la magistratura valuta la posizione anche dell'imprenditore Julián Peh, Ceo e co-fondatore di Kip Network Inc e KIP Protocol (società che ha sviluppato la criptovaluta), dell'infuencer Daniel Parisini noto come 'Gordo Dan', dell'economista Agustín Laje, del presidente della Camera dei Deputati, Martín Menem e del rappresentante della Kelsier Ventures, Hayden Mark Davis. Quest'ultimo ha dichiarato di sentirsi in pericolo di vita e di aspettare indicazioni del governo per restituire il denaro incassato agli investitori. In quasi tutte le denunce si chiede il riconoscimento "dell'obbligo in solido di riparare i danni causati". Il caso è affidato alla giudice federale Maria Servini.