
La Commissione Ue ha multato Apple per 500 milioni di euro e Meta per 200 milioni per violazioni del regolamento sui mercati digitali Dma. Per il gruppo della Mela afferma di aver accertato la violazione dell'obbligo di anti-steering, che ha impedito cioè che i consumatori potessero essere reindirizzati a servizi esterni. Alla casa madre di Facebook contesta invece di aver violato l'obbligo di offrire la possibilità di scegliere un servizio che utilizzi meno dati personali. Si tratta delle prime sanzioni decise per inadempienze del Dma. Lo annuncia una nota. Sia Apple e Meta sono tenute ora a conformarsi alle decisioni della Commissione europea e rimuovere i comportamenti contestati entro 60 giorni, altrimenti rischiano il pagamento di sanzioni periodiche. Le sanzioni inflitte, ha spiegato l'esecutivo comunitario, hanno tenuto conto della gravità e della durata della non conformità, e sono ben al di sotto del tetto del 10% del fatturato previsto dal Dma per le multe in caso di violazioni.
Di cosa è accusata Apple
Nel dettaglio, per quanto riguarda Apple ai sensi del Dma gli sviluppatori di app distribuite sull'App Store di Apple dovrebbero poter informare i clienti di offerte alternative esterne, indirizzarli verso tali offerte e consentire loro di effettuare acquisti. Secondo la Commissione però Apple non ha rispettato tale obbligo e l'azienda non ha dimostrato che le restrizioni siano necessarie e proporzionate. La commissione ordina quindi ad Apple di rimuovere restrizioni tecniche e commerciali sulla gestione delle app e di astenersi dal proseguire nella condotta non conforme. La Commissione afferma anche di aver chiuso l'indagine sugli obblighi di Apple in materia di scelta dell'utente, grazie al coinvolgimento tempestivo e proattivo di Apple nella ricerca di una soluzione di conformità.
E di cosa è accusata Meta
Quanto a Meta, la decisione di non conformità riguarda il modello 'consenso o pagamento' introdotto a novembre 2023 per gli utenti di Faceook e Instagram, che potevano scegliere se acconsentire alla combinazione di dati personali per la pubblicità personalizzata o pagare un abbonamento mensile per un servizio senza pubblicità. Ai sensi del Dma, le società designate come gatekeeper sulla base del regolamento devono richiedere il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali tra i servizi. Gli utenti che non acconsentono devono avere accesso a un'alternativa meno personalizzata ma equivalente. Secondo l'esecutivo Ue il modello introdotto da Meta non consentiva agli utenti di esercitare il diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei propri dati personali. La sanzione colpisce nel dettaglio solo l'offerta tra marzo 2024, all'entrata in vigore degli obblighi del Dma, e novembre 2024, quando Meta ha cambiato il modello. La nuova offerta di Meta, con un'opzione che utilizza una quantità minore di dati personali per visualizzare gli annunci pubblicitari, resta invece sotto esame. Rispetto a Meta la Commissione ha anche stabilito che la piattaforma di intermediazione online Facebook Marketplace,non è più essere designato ai sensi del Dma (ha meno di 10mila utenti aziendali nel 2024).
"La Commissione Ue ci prende ingiustamente di mira"
"È l'ennesimo esempio di come la Commissione abbia ingiustamente preso di mira Apple con una serie di decisioni dannose per la privacy, la sicurezza dei nostri utenti e per i prodotti e ci costringono a distribuire la nostra tecnologia gratis. Abbiamo dedicato centinaia di migliaia di ore di progettazione e apportato dozzine di modifiche per conformarci a questa legge, nessuna delle quali chieste dai nostri utenti. Nonostante innumerevoli incontri, la Commissione continua a spostare ogni fase del percorso. Faremo appello e continueremo a impegnarci con la Commissione al servizio dei nostri clienti europei". Così si è espresso un portavoce di Apple.
Circa 200 media francesi denunciano Meta, "pratiche illegali"
Circa 200 media francesi, tra cui Tf1, France Télévisions, Radio France o Le Figaro, hanno denunciato Meta, la casa madre americana di Facebook e Instagram, accusandola di "pratiche illegali" nella pubblicità on-line: è quanto annunciato dai loro avvocati. La denuncia è stata depositata presso il tribunale per le attività economiche di Parigi (ex tribunale di commercio). I circa 200 media francesi intendono "ottenere riparazione del notevole pregiudizio economico (...) causato dalle pratiche commerciali sleali del colosso USA". A loro avvisio, quest'ultimo ha "raccolto massicciamente dati personali degli utenti senza informare né sollecitare il loro consenso", in "flagrante violazione delle regole europee sulla protezione dei dati".