Mosca è tornata a vivere i peggiori incubi degli attacchi terroristici ceceni degli anni '90 quando stasera un gruppo di uomini armati, in tenuta mimetica, ha fatto irruzione in una sala da concerti nel nordovest della capitale aprendo il fuoco senza pietà sugli spettatori. Secondo alcune testimonianze, gli assalitori avrebbero lanciato anche granate o bottiglie incendiarie e poco dopo l'intero edificio si è trasformato in un rogo. Almeno 40 morti e 100 feriti è il bilancio ancora provvisorio fornito dai servizi di sicurezza interni russi, Fsb. Le autorità hanno aperto un'inchiesta per terrorismo. Secondo informazioni non confermate, quattro dei cinque assalitori sarebbero riusciti a scappare dopo la strage.
"Un attacco da condannare"
L'attacco, che il ministero degli esteri ha invitato tutta la comunità internazionale a condannare, è avvenuto nel quartiere di Krasnogorsk, fuori e dentro la sala da concerti Crocus City Hall, la più grande di Mosca, capace di ospitare oltre 7'000 persone e dove stava per esibirsi la rock band Picnic. Un centinaio di persone sono state tratte in salvo da dentro la sala o dal tetto, dove si erano rifugiate e che poi in parte è crollato a causa delle fiamme. Per spegnere l'incendio sono stati fatti alzare in volo alcuni elicotteri.
DFAE sconvolto
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha reagito con sgomento all'attacco terroristico a Mosca che ha provocato decine di morti. La Svizzera è rimasta "inorridita" dall'attentato, che ha provocato così tante vittime, ha indicato il Dipartimento sulla rete sociale X circa tre ore dopo che l'attacco è stato reso noto. La Svizzera esprime le sue più sentite condoglianze alle famiglie. Il DFAE segue la vicenda.
I video
In un video si vedono gli assalitori - almeno quattro, altri parlano di cinque - che si avvicinano armi in pugno verso l'entrata della sala da concerti, situata nel salone di un centro commerciale, e sparano a sangue freddo su alcune persone che cercano di ripararsi in un angolo. In un altro video, rilanciato da Novaja Gazeta Europa, si vedono decine di persone accalcarsi verso l'uscita dell'edificio per sfuggire all'attacco, mentre intorno si riconoscono ben visibili decine di corpi raggiunti dai colpi d'arma da fuoco. La testata "Novaya Gazeta. Europa" è un'edizione online lanciata da una parte del team di Novaya Gazeta dieci giorni dopo che la sede di Mosca è stata costretta a chiudere, il 28 marzo 2022, a causa dell'inasprimento della censura russa.
Le reazioni internazionali
La Casa Bianca ha detto che i suoi "pensieri sono per le vittime del terribile attacco" e ha parlato di "immagini orribili, difficili da guardare". Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, "non c'è alcun segno al momento del coinvolgimento dell'Ucraina o di ucraini nella sparatoria a Mosca". Anche la presidenza ucraina ha negato qualsiasi coinvolgimento, così come hanno fatto le unità paramilitari russe inquadrate nelle forze di Kiev che nelle ultime settimane hanno rivendicato diversi tentativi di infiltrazione nelle regioni russe frontaliere di Belgorod e Kursk. Ad alzare però subito i toni ci ha pensato l'ex presidente e attuale il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, il falco Dmitry Medvedev: "Se fosse accertato che dietro ci sono terroristi del regime di Kiev, dovranno essere tutti trovati e uccisi senza pietà. Compresi i leader dello Stato che ha commesso tali atrocità", ha minacciato sul suo canale Telegram. Un portavoce dell'Onu, citato dall'agenzia di stampa russa Ria Novosti, ha detto che il segretario generale Antonio Guterres è in lutto per la morte degli spettatori al Crocus City Hall.
Pericolo preannunciato il 7 marzo
Lo scorso 7 marzo l'ambasciata degli Usa a Mosca aveva messo in guardia i propri cittadini per possibili attentati terroristici nelle 48 ore successive, specie ad eventi affollati come concerti musicali. L'allarme era stato lanciato dopo che, il giorno prima gli Fsb avevano detto di aver sventato un attacco con armi da fuoco contro i fedeli di una sinagoga nella capitale. I servizi segreti russi avevano precisato che l'attentato era stato pianificato da una cellula del Wilayat Khorasan, la branca afghana del sedicente Stato islamico (Isis), apparsa per la prima volta nel 2014, che si pone come obiettivo la fondazione di un nuovo califfato che riunisca vari paesi asiatici, tra cui l'Afghanistan, il Pakistan, l'Iran, ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l'Uzbekistan.