
Continua a macinare record il Superenalotto in Italia, superando quota 131 milioni di euro e avvicinandosi ad essere il montepremi più alto mai vinto al mondo (pari a 150 mln di euro). Anche il concorso di ieri non ha fatto uscire la sestina vincente e la crescita esponenziale del jackpot continua a suscitare preoccupazione, soprattutto nel mondo cattolico.L'arcivescovo emerito di Lecce mons. Cosmo Francesco Ruppi, ha chiesto "una legge o almeno un decreto legge per fermare il superenalotto. La febbre del superenalotto, che per alcuni è divenuta una vera idolatria, va fermata senza alcuna remora e quanto prima possibile". E Famiglia Cristiana ritorna sull'ipotesi già avanzata dal mondo cattolico di destinare il jackpot agli sfollati dell'Abruzzo."No, lo Stato non è un buon maestro: sta eccitando i cittadini, li sta spingendo a fare debiti. Lo Stato incentiva la partecipazione a un gioco che prevede una possibilità di vincita su sei milioni di giocate. È una follia, siamo diventati un popolo di scommettitori". Così Monsignor Alberto D'urso, segretario della Consulta nazionale Antiusura, descrive in un intervista su 'Il Messaggerò la 'febbre del Superenalottò delle ultime settimane."L'azzardo è una delle prime cause dell'usura. Il superenalotto non è di per sè un gioco d'azzardo, ma la maniera con cui si sta portando avanti la 'caccia al 6' spinge tanta gente a chiedere soldi in prestito. Lo Stato non dovrebbe cercare di aumentare le entrate con questo continuo, assillante, ricorso ai giochi. Resto d'altronde convinto che se i cittadini avessero speso questi soldi in beni di consumo, lo Stato avrebbe incassato anche di più"."Io non sto parlando -conclude- come sacerdote ma come segretario della Consulta antiusura: chiediamo che si metta un tetto alle vincite, che si faccia una legge perchè non si ripeta quello che sta accadendo in questi giorni. Parlo da 'tecnicò quindi, pensando alle tante tragedie che conosco. Aziende rovinate, famiglie disgregate, e molti suicidi".ATS
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