Tensioni
Taiwan in allarme, la Cina ha mobilitato aerei e navi da guerra intorno all'isola. Gli Usa: "Siamo molto preoccupati"
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Keystone-ats
2 giorni fa
Il ministero della Difesa di Taiwan ha affermato che le isole periferiche, quali le Matsu e le Kinmen che sono a poche miglia dalla costa cinese, sono in "stato di massima allerta". Il presidente William Lai: "Proteggerò la democrazia dell'isola".

La Cina ha riferito di aver dispiegato aerei e navi da guerra nelle sue esercitazioni a circondare Taiwan. "Aerei da combattimento e bombardieri e altri aerei avanzati hanno volato sullo Stretto di Taiwan", ha riferito il network statale Cctv, secondo cui "parecchi cacciatorpedinieri e fregate del Comando navale del Teatro orientale "hanno condotto manovre in modo simultaneo".

"Isole periferiche in stato di massima allerta"

Il ministero della Difesa di Taiwan ha affermato che le isole periferiche, quali le Matsu e le Kinmen che sono a poche miglia dalla costa cinese, "sono in "stato di massima allerta" nel mentre il presidente William Lai è impegnato con il Consiglio di sicurezza nazionale sulle manovre militari cinesi lanciate oggi. E' quanto riferiscono i media locali.

"Proteggerò la democrazia dell'isola"

Il presidente William Lai ha rinnovato la sua promessa sulla protezione della democrazia di Taiwan, nel mezzo del nuovo ciclo di manovre militari su vasta scala della Cina intorno all'isola. "Di fronte alle minacce esterne, vorrei rassicurare i miei compatrioti che il governo continuerà a difendere il sistema costituzionale democratico e libero, a proteggere la democratica Taiwan e a salvaguardare la sicurezza nazionale", ha rimarcato Lai in un post su Facebook, a pochi giorni dalle valutazioni espresse il 10 ottobre per i 113 anni della Repubblica di Cina, il nome ufficiale dell'isola, alla base della prova di forza di Pechino.

Gli Usa: "Siamo molto preoccupati"

Gli Stati Uniti si sono detti "seriamente preoccupati per le esercitazioni militari congiunte dell'Esercito popolare di liberazione nello Stretto di Taiwan e nei dintorni di Taiwan". In una nota, il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha rilevato che la risposta di Pechino "con provocazioni militari a un discorso annuale di routine (del presidente Lai del 10 ottobre, ndr) è ingiustificata e rischia di degenerare". L'invito è "ad agire con moderazione e di evitare ulteriori azioni che possano minare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e nella regione", essenziale per la pace e la prosperità regionali.

In stato di allerta da ieri

Taiwan ieri è finita in stato di allerta per la portaerei cinese Liaoning, transitata troppo vicino a sud dell'isola. "È entrata nelle acque del Canale di Bashi ed è probabile che proceda nel Pacifico occidentale", ha affermato ieri il ministero della Difesa in una nota con cui ha rassicurato che le sue forze armate "rimangono in allerta, pronte a rispondere se necessario" attraverso sistemi congiunti di intelligence, sorveglianza e ricognizione.

Provocazioni continue

Una portaerei e il suo gruppo d'attacco non sono sufficienti per un'invasione, ma sono un ulteriore segnale della pressione esercitata dalla Cina del presidente Xi Jinping sull'isola ribelle e non fugano, per altro verso, i timori sull'apertura di un nuovo fronte bellico: questa volta in Asia, il terzo dopo Ucraina e Medio Oriente. Tra l'altro, l'esercito cinese ha diffuso un video di propaganda per garantire che le sue truppe "sono pronte alla battaglia" mostrando una piccola mappa di Taiwan inclusa in uno dei caratteri cinesi del titolo del filmato. Taipei, in risposta, ha fatto sapere che si appresta a tenere dal 28 ottobre operazioni militari su vasta scala che vedranno coinvolte le sue forze di terra, mare e aria.
Negli ultimi anni Pechino ha intensificato l'attività militare intorno all'isola e ha inviato aerei da guerra e altri velivoli militari quasi quotidianamente, mentre le sue navi mantengono una presenza costante. La Liaoning è apparsa sui radar dopo che venerdì il segretario di Stato americano Antony Blinken ha messo in guardia Pechino dall'intraprendere qualsiasi azione provocatoria contro Taipei, a seguito del discorso del suo presidente William Lai per le celebrazioni del 10 ottobre sui 113 anni della Repubblica di Cina, nome ufficiale di Taiwan. Lai, definito dalla Cina un "separatista", ha promesso di "resistere all'annessione" dell'isola, e ha insistito che Pechino e Taipei "non sono subordinate l'una all'altra" e che la Repubblica popolare non ha il diritto di rappresentare l'isola. Tutte "provocazioni", secondo il Dragone, in grado di causare potenzialmente "un disastro" a Taiwan.

Tensione alle stelle

Insomma, ci sarebbero i presupposti per una rabbiosa reazione cinese: quando Lai tenne a maggio il discorso di insediamento, Pechino effettuò manovre militari importanti come "punizione" per le parole usate dal leader taiwanese che furono presentate come la "Joint Sword 2024-A", facendo intendere che la A fosse solo l'inquietante inizio di una serie. Nel frattempo, la Liaoning, raggiunta da una flottiglia di unità della guardia costiera mandarina in navigazione da nord, ha attraversato le acque strategiche del Canale di Bashi, tratto di mare che separa Taiwan e Filippine (entrambe nel mirino di Pechino) e collega il mar Cinese meridionale al Pacifico.

Sguardo alle presidenziali Usa

La questione di fondo che arrovella gli esperti militari occidentali è la postura di Xi: la logica indicherebbe che non vi sarebbe alcun suo interesse a grandi prove di forza nell'imminenza delle elezioni Usa. In caso contrario, sarebbe facile bersaglio dei candidati alla presidenza, Donald Trump e Kamala Harris, e non farebbero bene agli sforzi per rimettere in piedi l'economia precaria del Dragone. Le grandi operazioni militari intorno a Taiwan non aiuterebbero a ristabilire la fiducia di famiglie, imprese e investitori. Tuttavia, come dimostrato dalle ultime crisi internazionali, la razionalità ha spesso il fiato corto.