Un'altra forte scossa di terremoto, di magnitudo 7.5, ha colpito poco prima di mezzogiorno il sudest della Turchia, dopo quello avvenuto nella notte, di magnitudo 7.9, che ha causato migliaia di morti e feriti, con il bilancio che è in continuo aggiornamento. Secondo quanto riporta l'Istituto geofisico Usa (Usgs) il nuovo sisma è stato localizzato a 4 km a sud-est di Ekinozu, nella provincia di Elazõg, ad una profondità di 10 km, mentre le scosse di assestamento sono state finora almeno 120. Secondo la stima che si desume da Usgs, il tremendo terremoto che ha scosso il confine tra la Turchia e la Siria nella notte potrebbe raggiungere il tragico bilancio di 10mila vittime. Usgs assegna al sisma il rischio 'rosso' attribuendo un 47% di possibilità che il numero delle vittime sia compreso tra mille e diecimila. Il terremoto ha messo fuori uso l'elettricità e la connettività Internet nel sud della Turchia, il che potrebbe avere un impatto sulla "capacità del pubblico di cercare assistenza". Lo sostiene il monitoraggio globale di Internet NetBlocks, come riporta la CNN.
Migliaia di morti e feriti
Stando agli ultimi aggiornamenti è salito a 1'541 il bilancio delle vittime e di almeno 7'600 i feriti nelle province turche interessate dal sisma (Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras). Lo ha reso noto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che 2'824 edifici sono crollati. Nella Siria controllata dal governo i decessi sono 538, altri 390 nella parte di territorio siriano controllato dall'opposizione. Oltre 1'280 feriti. "La situazione è molto tragica, decine di edifici sono crollati nella città di Salgin", ha riferito un membro dell'organizzazione siriana dei caschi bianchi, in riferimento alla città situata a cinque chilometri dal confine con la Turchia. Le operazioni di soccorso continuano, si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie.
L'epicentro
Secondo i dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma di questa notte è stato registrato alle 3:17 ora locale (le 2:17 in Svizzera) e ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. La scossa è stata seguita da tre forti repliche alle 2:28, 2:36 e 2:58 ora svizzera con magnitudo rispettivamente 5.6 (rivista al ribasso da 6.7), 5.2 e 5. Il terremoto è stato sentito anche in Israele e in Libano. Lo riferiscono i media che riportano testimonianze di persone che hanno avvertito la scia della scossa a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa, così come in diverse città libanesi come Beirut e Tripoli. Il ministro degli interni libanesi Bassam Mawlawi ha riferito che non ci sono vittime in Libano ma ha dato ordine alla protezione civile di mettere in sicurezza i civili nelle aree dove sono presenti edifici e infrastrutture pericolanti.
Edifici crollati e macerie
I media turchi locali parlano di diversi edifici danneggiati e di crolli in alcune città del sud del Paese. Il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo, è stato distrutto dal terremoto. Lo ha reso noto CnnTurk mostrando immagini dell'edificio ridotto ad un cumulo di macerie. Anche la Chiesa dell'Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo, è stata in gran parte distrutta dal sisma. Lo hanno fatto sapere all'agenzia di stampa italiana Ansa fonti nella comunità cattolica in Turchia.
Ad Aleppo, città siriana in parte distrutta dalla guerra, sono decine i palazzi crollati nella notte. Lo riferisce la tv di Stato siriana, mentre da Aleppo giungono notizie, non verificabili sul terreno, di circa un "migliaio" di persone intrappolate sotto le macerie. Anche l'antico castello di epoca crociata di Margat, in Siria, è stato danneggiato dagli effetti del terremoto. Secondo quanto riferisce l'agenzia governativa siriana Sana, il castello di Margat, conosciuto localmente come Marqab, risale all'11/mo secolo e si trova sulle montagne che sovrastano il porto siriano di Baniyas ed era situato lungo la strategica via che collegava i porti di Tartus e di Latakia.
IL PIÙ GRANDE DISASTRO IN TURCHIA DAL 1939
Il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la Turchia è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939: lo ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta il Guardian. Secondo i media, il leader turco si riferiva al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33'000 persone 84 anni fa. Il terremoto di İzmit del 1999, di magnitudo 7.6, si ritiene che abbia ucciso più di 17'000 persone.
Assad convoca riunione d'emergenza
Il presidente siriano Bashar al Assad ha convocato stamani a Damasco una riunione d'emergenza del governo e dei capi delle agenzie della protezione civile e della sicurezza per coordinare gli interventi a seguito del terremoto che ha colpito nella notte le regioni del centro e del nord-ovest del Paese. Lo riferisce l'agenzia governativa siriana Sana. La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi. "Il terremoto ha provocato centinaia di feriti, decine di morti e persone bloccate nel freddo invernale. Le condizioni meteorologiche avverse, tra cui le basse temperature e le tempeste, hanno aggravato la situazione. Il gruppo si appella alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano prontamente e sostengano le popolazioni colpite con aiuti", si legge in un comunicato dell'organizzazione che opera in aree controllate dall'opposizione.
Chiuse tutte le scuole per una settimana
Dopo le forti scosse di terremoto la Turchia ha deciso di chiudere le scuole in tutto il Paese per almeno una settimana. Lo riportano i media turchi, citando l'annuncio del ministro dell'Istruzione Mahmut Özer: "Le scuole resteranno chiuse fino al 13 febbraio in tutta la Turchia".
Erdogan: "85 milioni di cuori in un solo battito"
"Spero che ci lasceremo alle spalle questi giorni disastrosi. Oggi è il giorno di 85 milioni di cuori in un solo battito". Lo ha detto il presidente Erdogan in un incontro con la protezione civile turca sul terremoto che ha scosso il Paese. "La stagione è l'inverno, il clima è freddo e il terremoto è avvenuto nel cuore della notte, rendendo le cose difficili, ma tutti stanno lavorando sodo e hanno reagito nel modo più veloce possibile", ha aggiunto esprimendo dolore e cordoglio per le vittime.
UE, partite prime squadre di soccorso
"Un terremoto devastante ha scosso la Turchia e la Siria questa mattina, causando la morte di centinaia di persone e il ferimento di molte altre. I nostri pensieri sono rivolti alle popolazioni della Turchia e della Siria. L'Ue è pronta ad aiutare": lo scrive in un tweet l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell. Stando a quanto dichiarato dal commissario Ue alle Crisi Janez Lenarcic, primi team di soccorso sono partiti per le aree colpite. "In seguito al terremoto di questa mattina in Turchia, abbiamo attivato il meccanismo di protezione civile dell'Ue. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'Ue sta coordinando l'invio di squadre di soccorso dall'Europa. Sono già in viaggio squadre dai Paesi Bassi e dalla Romania"
La Svizzera pronta a fornire aiuti
Numerosi i paesi che in queste ore stanno offrendo il loro aiuto alla Turchia e alla Siria. Tra questi anche la Svizzera, ha indicato il presidente della Confederazione Alain Berset. In un tweet, il consigliere federale ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime, augurando una pronta guarigione a tutti i feriti. "I nostri pensieri sono rivolti alla popolazione della Turchia e della Siria". Sempre su Twitter, il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha affermato, in relazione al "terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria", di aver ho espresso al suo omologo Mevlüt Çavuşoğlu "le nostre sincere condoglianze al suo Paese e al suo popolo". Non ci sono al momento notizie di possibili vittime svizzere, ha indicato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) all'agenzia Keystone-ATS. Il dipartimento di Ignazio Cassis si sta adoperando per avere informazioni più precise: le rappresentanze svizzere ad Ankara e Istanbul sono in contatto con le autorità locali. Il DFAE invita i cittadini svizzeri presenti in loco a seguire le istruzioni delle autorità. Nel frattempo il DFAE sta organizzando l'invio di un'ottantina di specialisti. La mobilitazione è in corso e la partenza è prevista per stasera. Dal canto suo, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sta studiando la possibilità di offrire aiuto anche alla Siria, attraverso i suoi uffici nella regione.
Russia, Ucraina e Israele pronte ad aiutare
Sia il presidente russo, che il presidente ucraino hanno dato la loro disponibilità ad aiutare la Turchia. Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca è pronta a fornire tutta l'assistenza necessaria ad Ankara in seguito al potente terremoto che ha causato numerose vittime. Il Cremlino, come riporta l'agenzia Tass, ha citato il telegramma di condoglianze di Putin al leader turco Recep Tayyip Erdogan: "Siamo pronti a fornire l'assistenza necessaria in seguito al terremoto". Due aerei con 100 soccorritori sono già stati inviati in Turchia. Volodymyr Zelensky ha espresso su Twitter le sue condoglianze alle vittime del terremoto e ha offerto assistenza. "Siamo al fianco del popolo turco in questo momento difficile. Siamo pronti a fornire l'assistenza necessaria per superare le conseguenze del disastro", ha affermato Zelensky in un tweet. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di aver dato il via libera all'invio di aiuti alla Siria colpita dal terremoto, dopo aver ricevuto una richiesta attraverso i canali diplomatici, dato che i Paesi non hanno relazioni ufficiali. Israele "ha ricevuto da una fonte diplomatica una richiesta di aiuti umanitari alla Siria e io l'ho approvata", ha dichiarato Netanyahu ai legislatori del suo partito, aggiungendo che gli aiuti saranno inviati presto.
Il terremoto avvenuto su un punto di incontro di 3 placche
È stata una delle due grandi faglie presenti in Turchia, quella Est Anatolica, a scatenare il terremoto di magnitudo 7.8. "Il sisma è avvenuto sulla faglia Est Anatolica, nel punto triplo nel quale convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano", ha detto all'agenzia di stampa italiana Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). "Lungo questa faglia - ha proseguito - avviene un movimento orizzontale, ossia di tipo trascorrente. È una faglia che corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, e si ricongiunge con faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul". La faglia "è probabilmente arrivata a deformare la costa. Si sono infatti osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro che hanno fatto scattare l'allerta tsunami. Per tutta la notte - ha detto ancora Amato - abbiamo seguito la situazione attraverso i punti di osservazione in Turchia, Grecia e Cipro. In Italia l'arrivo di un'onda di tsunami era previsto intorno alle 6:30 nelle zone a Sud-Est, ma poi l'allerta è stata chiusa".
Ridimensionato l'allarme sulle coste italiane
Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile aveva diramato un'allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa di terremoto. In un comunicato, la Protezione civile aveva raccomandato "di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l'area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali". L'allerta è stata in seguito ridimensionata. L'altezza di onda anomala misurata in Turchia è molto più piccola del previsto e pari a circa 15 centimetri. A causa dell'allerta la circolazione ferroviaria in Sicilia, Calabria e Puglia è stata momentaneamente sospesa a scopo cautelativo tra le 06.30 e le 07.00, hanno comunicato le Ferrovie dello Stato italiano.
Il cordoglio del Pontefice
Papa Francesco è rimasto "profondamente addolorato per l'ingente perdita di vite" provocata dal terremoto nella zona del sud-est della Turchia, assicurando a tutti i colpiti "la sua vicinanza spirituale". E oltre alla sua "vicinanza" e al suo "cordoglio", esprime incoraggiamento al personale di soccorso. Analoghi sentimenti il Pontefice li manifesta anche per le vittime causate dal terremoto nella zona del Nord-Ovest della Siria. Lo si legge in due telegrammi inviati, a nome del Papa, dal cardinale Pietro Parolin ai nunzi apostolici in Turchia e in Siria, mons. Marek Solczynski e card. Mario Zenari.