Guerra in Ucraina
Trump è pronto a raddoppiare le sanzioni contro Mosca
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6 ore fa
Lo ha detto in un'intervista al quotidiano New York Post Keith Kellogg, inviato speciale degli Usa per il conflitto in Ucraina.

Il presidente degli Usa Donald Trump è pronto a raddoppiare le sanzioni degli Stati Uniti verso la Russia per porre fine alla sua guerra contro l'Ucraina: lo ha detto in un'intervista al quotidiano New York Post Keith Kellogg, inviato speciale degli Usa per il conflitto in Ucraina, aggiungendo che sia Kiev che Mosca dovranno fare concessioni per porre fine alle uccisioni "di portata industriale" causate dal conflitto. Per Kellogg, l'applicazione delle sanzioni alla Russia è "solo circa un tre" su una scala da uno a dieci su quanto possa essere dolorosa la pressione economica. Si potrebbero specialmente aumentare "le sanzioni che prendono di mira la produzione e le esportazioni di petrolio". "Se c'è qualcuno che capisce cos'è la leva finanziaria, è il presidente Trump, e lo si può vedere da ciò che ha fatto di recente", ha affermato l'inviato Usa.

Riunito insieme al suo team al completo

Giovedì scorso Trump ha riunito il suo "team completo" di consiglieri e membri del gabinetto concentrati sulla sicurezza nazionale, dal vicepresidente James David Vance (conosciuto come J.D. Vance) al segretario al Tesoro Scott Bessent. Kellogg ha detto che hanno discusso su come usare tutti gli elementi del potere nazionale per porre fine alla guerra. L'obiettivo è arrestare la violenza prima di negoziare i complessi accordi di pace, perché "non si può uscire da questa guerra uccidendo", data la mancanza di interesse della Russia nell'impedire ingenti perdite delle proprie truppe. "Per la Russia, questo è in un certo senso nel loro Dna nelle operazioni militari: fondamentalmente, sei in una lotta di logoramento", ha detto. "Se guardi alla storia, non vorresti mai entrare in una lotta di logoramento con i russi, perché è così che combattono. Ci sono abituati. Voglio dire, questo è un paese che era disposto a perdere, e lo ha fatto, 700'000 uomini nella battaglia di Stalingrado in sei mesi, e non ha battuto ciglio", osserva l'ex generale statunitense. "E quindi - spiega - la pressione non può essere solo militare. Bisogna fare pressione economica, bisogna fare pressione diplomatica, qualche tipo di pressione militare".