Presidenziali
Trump o Harris? Domani gli Usa decideranno chi entrerà alla Casa Bianca
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Il 5 novembre gli Stati Uniti sono chiamati alle urne per eleggere il proprio presidente. A votare saranno anche 32mila cittadini statunitensi residenti in Svizzera.

Domani gli Stati Uniti eleggeranno il successore di Joe Biden e sceglieranno se sarà Kamala Harris, candidata democratica, o Donald Trump, candidato repubblicano, a guidare il Paese per i prossimi quattro anni. I due candidati devono raggiungere la soglia magica di 270 elettori su 538 (ogni Stato ne assegna un numero proporzionato alla popolazione). Ci sono Stati che tradizionalmente sono "territorio" repubblicano o democratico, così a far pendere l'ago della bilancia saranno i cosiddetti "Swing States", quelli che ogni quattro anni decidono di schierarsi da una o dall'altra parte. Quest'anno decisivi saranno sette Stati: Arizona, Nevada, Georgia, North Carolina, Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Come succede anche in Svizzera, a votare saranno sia i cittadini statunitensi residenti negli Usa, sia quelli che vivono all'estero. Di questi in Svizzera, ha comunicato l'Ufficio federale di statistica, ne vivono circa 32mila: quasi 16mila con passaporto a stelle e strisce (dati 2023) e altrettanti con la doppia cittadinanza svizzera e statunitense (dati 2022).

L'ultimo giorno di Trump e Harris, comizi negli Stati in bilico

Nelle ultime 24 ore prima dell'election day Kamala Harris e Donald Trump continueranno il tour de force degli Stati in bilico. Donald Trump inizierà la giornata alle 10, le 16 in Svizzera, con un comizio a Raleigh, in North Carolina, poi si sposterà in Pennsylvania per due eventi, a Reading e Pittsburgh, e chiuderà la giornata alle 22.30, le 4 di mattina in Svizzera, con una manifestazione a Grand Rapids, in Michigan. Anche la candidata democratica sarà nel pomeriggio, più o meno alla stessa ora del suo rivale, a Pittsburgh, in Pennsylvania, dove sono i programma esibizioni di Katy Perry, Andra Day e D-Nice. Kamala Harris chiuderà poi la campagna, sempre nello Stato in bilico, con un comizio e un concerto a Filadelfia con Lady Gaga e Oprah Winfrey.

La "Gen Z" al voto, può essere l'ago della bilancia?

Alla vigilia del voto di martedì un nuovo trend è comparso su TikTok: le ragazze della Generation Z (quella dei nati tra 1997 e 2012) sono pronte a "cancellare" il voto per Trump dei loro padri pronunciandosi per Kamala Harris. Questo potrebbe risultare un messaggio decisivo in Stati sul filo del rasoio come Michigan, Pennsylvania, Georgia. La Gen Z conta 41 milioni di potenziali elettori, di cui quasi metà persone di colore e oltre 8 milioni quest'anno per la prima volta alle urne. Spesso trattati come un monolite, i nati a cavallo del nuovo millennio sono in realtà un caleidoscopio pragmatico di identità ed esperienze. Con le campagne contro le armi facili nel cuore, votano ad esempio per la prima volta quest'anno i ragazzi di Sandy Hooks, sopravvissuti nel 2012 al massacro nella scuola elementare di Newtown in Connecticut, quando il ventenne Adam Lanza uccise sei adulti e 20 tra i loro compagni prima di togliersi la vita. Con loro sono schierate per Kamala le Swifties, pronte a seguire l'esempio della loro eroina Taylor Swift nel voto per i dem. Celebrità come Taylor o Beyoncé fanno ancora presa tra i ragazzi della Gen Z che, secondo uno studio di Harvard, sono accomunati dalla sfiducia verso leader e istituzioni, e che per informarsi si rivolgono ai social: TikTok, X, Instagram, Reddit e YouTube fanno la parte del leone.

Trump "corteggia" i maschi della "Gen Z"

I maschi della Gen Z negli ultimi anni si sono invece spostati a destra, ansiosi per l'economia e attratti dall'irriverenza di Donald Trump che li corteggia per ore sul popolare podcast di Joe Rogan, usando all'occorrenza l'iconografia e il gergo dell'hip-hop per accattivarsi giovani afroamericani e ispanici. Secondo un sondaggio recente della Nbc, metà delle ragazze è con la Harris, un terzo dei loro coetanei per Trump. L'ex presidente dovrebbe imbrigliare questo sostegno per tradurlo in voti - un colpo che, se riuscito, risulterebbe ancora più sorprendente rispetto al 2016, quando portò a votare per la prima volta un numero significativo di americani bianchi arrabbiati nel cuore industriale del Midwest. Non facile però: tra i giovani che lo ammirano, soprattutto quelli che non hanno fatto il college, il diritto di voto non è in testa alle priorità.

I temi caldi per i più giovani

Nel 2020 votò il 66% degli studenti di college, un record di 12 punti in più rispetto al 2016, secondo dati dell'Institute for Democracy and Higher Education. Tra i temi caldi che toccano la Gen Z ci sono i debiti per l'accesso al college, le tasse, l'aborto e il costo della vita. Sulla carta la piattaforma di Kamala, che prevede agevolazioni sul mutuo per la prima casa, potrebbe aiutarla a fare breccia, ma la Harris ha il problema della guerra a Gaza: potrebbe indurre a restare a casa ragazzi e ragazze schierati la scorsa primavera nei campus per la causa palestinese.

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