A un anno dagli attacchi del 7 ottobre 2023, la pace in Medio Oriente sembra più lontana che mai. La regione è di nuovo impelagata in un conflitto che non vede soluzione. "Sono una delle poche persone che vive in Libano ad avere accesso anche a Israele. So che c’è molta disinformazione nei paesi che circondano Israele: questa porta a un odio massiccio che ha condotto all’orribile massacro del 7 ottobre". Rawan Oswan è un'attivista siro-libanese che risiede in Germania. Da tempo promuove un dialogo aperto con Israele all’interno del mondo arabo.
Arabs Ask
Per questo motivo, ha deciso di fondare "ArabsAsk". "È un progetto online. Abbiamo creato una pagina su Instagram, la piattaforma che secondo la nostra esperienza ha più antisemitismo. Abbiamo però anche un buon seguito su TikTok. Quello che cerchiamo di fare è spiegare l’ebraismo al mondo arabo", illustra Rawan Oswan, presente ieri a Lugano per un incontro organizzato dall'Associazione Svizzera-Israele. "In molto paesi avere contatti con gli ebrei è addirittura vietato dalla legge". Secondo la nostra interlocutrice, la pagina "è un’occasione di incontro, cosa che nella realtà non è possibile. Lo facciamo narrando la storia di Israele, perché pensiamo che questo possa ridurre l’odio all’interno del mondo arabo".
Una guerra regionale
Negli ultimi giorni, il conflitto è salito di grado, aumentando di estensione. "Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno smentito le previsioni di quegli analisti che ritenevano che gli attori coinvolti non avessero interesse a trasformare il conflitto in una guerra regionale", osserva Federica Frediani, collaboratrice scientifica dell'Usi e responsabile del Middle East Summer Summit (Mem). In questo contesto, l'Iran ha assunto un ruolo di primo piano, ma Frediani precisa: "Non la definirei una guerra 'Israele-Iran', in quanto i suoi protagonisti sono moltissimi, anche all'esterno della regione". Per Frediani siamo comunque di fronte "a un punto di svolta. Il cosiddetto 'asse della resistenza' a Israele è indebolito. Inoltre, abbiamo visto che il coordinamento tra l'Iran e i suoi alleati non è totale". Decisive, ritiene Frediani, saranno le prossime ore, quando Israele potrebbe decidere come rispondere all'attacco missilistico lanciato dall'Iran la scorsa settimana.
E la pace?
La situazione cambia di giorno in giorno. Immaginare il futuro è un esercizio difficile. Ci sarà mai la pace? "Per arrivarci, occorre cessare le ostilità in questo momento", risponde Frediani. "Io sono in collegamento da Cipro, dove con il Mem abbiamo organizzato un workshop con giovani provenienti da tutta la regione per riflettere sulle possibilità di dialogo. Credo infatti che l'unico modo per risolvere un conflitto sia ancora sedersi a un tavolo e dialogare. Sicuramente Israele è in una posizione di forza, ma il prezzo che sta pagando, anche in termini di vite umane, non è basso". Per Rawan Oswan, la strada della pace passa invece da Teheran: "Una volta smantellati i rapporti tra l'Iran e i suoi alleati, forse potremo vivere una pace sostenibile in Medio Oriente".